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di GIUSEPPE MASSAFRA Segretario confederale della Cgil con delega alle politiche giovanili, politiche dell'istruzione L a sfida di Industria 4.0 si vince puntando in modo decisivo su due tipi di investimenti. Da un lato, ovviamente, quelli nelle tecnologie digitali; dall'altro, serve un maggior impegno nello sviluppo delle competenze, altrimenti il rischio è vanificare tutto. In altre parole, serve un approccio di sistema in grado di mettere insieme i molteplici fattori di contesto che dovrebbero gestire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, i percorsi di formazione e riqualificazione professionale, le politiche di attivazione e le transizioni interne al sistema educativo e al mondo del lavoro. Sviluppare “competenze e formazione 4.0” significa puntare in modo strategico su tre aspetti. In primo luogo, facendo leva sul nostro sistema educativo per innalzare il livello delle nuove generazioni, anche utilizzando gli strumenti di apprendimento duale messi a disposizione dalla normativa recente come l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria e gli apprendistati formativi. A patto, però, che siano un’opportunità concreta. Su questo c’è molta strada da fare, perché a oggi convivono – accanto a episodi di qualità – troppe esperienze poco efficaci, finanche dannose. Le transizioni scuola- formazione-lavoro dovrebbero IDEA DIFFUSA INSERTO DI INFORMAZIONE SUL LAVORO 4.0 / novembre 2017 SEGUE A PAG. 2 Formazione l'altra faccia di Industria 4.0 Non solo tecnologia. Innovare significa anche promuovere le competenze per non lasciare indietro nessuno © PIXABAY Legge di stabilità - testo in uscita dal Senato INCENTIVI PER LA Formazione 4.0 La formazione deve essere attivata nel 2018 per ottenere detrazioni nel 2019 25O FINO A UN MASSIMO DI MLN DI EURO 40 % CREDITO D’IMPOSTA AL max 300.000 euro per ciascun beneficiario Fatto importante. Il Senato ha recepito la richiesta avanzata dal sindacato e accolta dal governo in cabina di regia Industria 4.0 Gli sgravi si attivano con il vincolo dell'accordo sindacale. A Palazzo Madama sono stati presentati alcuni emendamenti per cancellare questa disposizione. “Vigileremo affinché anche alla Camera venga respinta questa eventualità. Nell’ambito della contrattazione sarà nostra priorità incoraggiare la formazione di tutti i lavoratori attualmente occupati, a partire da quelli con i livelli più bassi, sulla base di una preventiva analisi dettagliata dei fabbisogni e favorendo l’alfabetizzazione digitale”. ATTIVITÀ RICONOSCIUTE Acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 quali: big data e analisi dei dati cloud e fog computing cyber security sistemi cyber-fisici prototipazione rapida sistemi di visualizzazione e realtà aumentata robotica avanzata e collaborativa interfaccia uomo macchina manifattura additiva internet delle cose e delle macchine integrazione digitale dei processi aziendali Attività di formazione pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali L’ACCORDO SINDACALE PRIMO PIANO

Idea Diffusa04-ok.qxp ok - cgil.it · servizi, associati agli esiti di rilevazioni dell’Ocse-Piaac (che restituiscono il quadro di un Paese con una presenza elevata di adulti low

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diGIUSEPPE MASSAFRASegretario confederale della Cgil con delegaalle politiche giovanili,politiche dell'istruzione

La sfida di Industria 4.0 sivince puntando inmodo decisivo su due

tipi di investimenti. Da unlato, ovviamente, quelli nelletecnologie digitali; dall'altro,serve un maggior impegnonello sviluppo delle

competenze, altrimenti ilrischio è vanificare tutto. Inaltre parole, serve unapproccio di sistema in gradodi mettere insieme imolteplici fattori di contestoche dovrebbero gestirel’incontro tra domanda eofferta di lavoro, i percorsi diformazione e riqualificazioneprofessionale, le politiche diattivazione e le transizioniinterne al sistema educativo e

al mondo del lavoro. Sviluppare “competenze eformazione 4.0” significapuntare in modo strategicosu tre aspetti. In primo luogo,facendo leva sul nostrosistema educativo perinnalzare il livello delle nuovegenerazioni, ancheutilizzando gli strumenti diapprendimento duale messia disposizione dallanormativa recente come

l’alternanza scuola-lavoroobbligatoria e gliapprendistati formativi. A patto, però, che sianoun’opportunità concreta. Su questo c’è molta strada dafare, perché a oggi convivono– accanto a episodi di qualità– troppe esperienze pocoefficaci, finanche dannose. Le transizioni scuola-formazione-lavorodovrebbero

IDEA DIFFUSAINSERTO DI INFORMAZIONE SUL LAVORO 4.0 / novembre 2017

SEGUEA PAG. 2

Formazionel'altra faccia

di Industria 4.0Non solo tecnologia. Innovare significa anche promuoverele competenze per non lasciare indietro nessuno

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Legge di stabilità - testo in uscita dal Senato

INCENTIVI PER LA Formazione 4.0

La formazione deve essereattivata nel 2018per otteneredetrazioninel 2019

25OFINO A UN MASSIMO DI

MLNDI EURO

40%CREDITO D’IMPOSTAAL

max 300.000 europer ciascun beneficiario

Fatto importante. Il Senato ha recepito la richiesta avanzata dal sindacato e accolta dal governo in cabina di regia Industria 4.0 Gli sgravi si attivano con il vincolo dell'accordo sindacale. A Palazzo Madama sono stati presentati alcuni emendamenti per cancellare questa disposizione. “Vigileremo affinché anche alla Camera venga respinta questa eventualità. Nell’ambito della contrattazione sarà nostra priorità incoraggiare la formazione di tutti i lavoratori attualmente occupati, a partire da quelli con i livelli più bassi, sulla base di una preventiva analisi dettagliata dei fabbisogni e favorendo l’alfabetizzazione digitale”.

ATTIVITÀ RICONOSCIUTEAcquisire o consolidare le conoscenzedelle tecnologie previste dal PianoNazionale Impresa 4.0 quali:■ big data e analisi dei dati■ cloud e fog computing■ cyber security■ sistemi cyber-fisici■ prototipazione rapida■ sistemi di visualizzazione e realtà aumentata■ robotica avanzata e collaborativa ■ interfaccia uomo macchina■ manifattura additiva■ internet delle cose e delle macchine■ integrazione digitale dei processi aziendali

Attività di formazione pattuite attraverso contratti collettivi

aziendali o territorialiL’ACCORDOSINDACALE

PRIMO PIANO

di ANDREA BONACCORSIUniversità di Pisa, coordinatore dell’AdvisoryBoard Industria 4.0 della Regione Toscana

L’anno che si chiude consegnariflessioni importanti sul temadel cambiamento manifatturiero

e sociale che va sotto il nome diIndustria 4.0. In primo luogo, varegistrato il dato della ripresa degliinvestimenti fissi da parte delle imprese:per la prima volta dalla crisi, l’Istatsegnala un forte incremento negliinvestimenti in macchine e impianti. Peruna ripresa economica robusta la vocedegli investimenti fissi delle imprese èuna componente essenziale, insieme aconsumi delle famiglie ed esportazioni.Il dato dice che il piano Calenda, iniziatocon il governo Renzi e continuato con ilgoverno Gentiloni. ha iniziato a produrreeffetti positivi. L’incentivo fiscaleautomatico è una misura di rottura, cheha lo scopo di invertire in breve tempo leaspettative degli agenti economici eavviare effetti a medio termine. Ora sitratta di verificare l’andamento degliinvestimenti nel momentodell’attenuazione dell’incentivo fiscale.Sarebbe importante far seguire ognipolitica pubblica da un percorso divalutazione dell’impatto, anche alloscopo di migliorare in corso d’opera.Adesso, dopo una fase di avvioincentrata sulla messa in dinamismodell’investimento in macchine, occorreaprire una riflessione sugli aspettiorganizzativi di Industria 4.0 e

sull’impatto occupazionale. Gli analistiche hanno iniziato a studiarel’introduzione delle tecnologie 4.0 nelleaziende suggeriscono che siamo difronte ad un’ambivalenza. Da un lato letecnologie possono generare effetti dipolarizzazione dell’occupazione,sostituendo i lavoratori nelle fasceintermedie di competenza e finendo perimpoverire la forza lavoro. In questoscenario le macchine competono con gliuomini e l’automazione viene usataprincipalmente come strumento diabbattimento dei costi.Dall’altro lato, al contrario, si trovano leesperienze nelle quali l’introduzione di4.0 viene utilizzata come una leva per unprofondo ridisegno organizzativofondato sull’aumento di competenzedelle persone. Qui l’automazione vieneassunta come un’occasione perl’aumento di competenze della forzalavoro, che collabora con le macchineintelligenti. Ai lavoratori viene richiestoun aumento di capacità di controllo, dimonitoraggio delle varianze e delle

variabilità di produzione, di presa didecisioni a fronte di eventi imprevisti.L’intelligenza delle macchine nonsostituisce ma fa da complemento aquella degli uomini.La condizione perché si affermi ilsecondo scenario e non il primo è undrastico incremento della formazione edel personale. Si tratta di una buonaoccasione per ripensare forme e modi diprogettazione e erogazione dellaformazione aziendale. Per farlo servemolto coraggio: serve anche unariflessione sul danno provocato alsistema produttivo dalla debolezza delcanale professionale post-diploma discuola superiore, che è il vero cuoredell’industria tedesca.È necessario quindi avviare una fasedue, complementare al piano Calenda,da centrare sulle persone della fabbrica.Formazione, re-skilling, ampliamentodell’autonomia e delle responsabilità,valorizzazione delle competenze: sitratta di definire un’agenda dettagliata eaprire un nuovo cantiere. ■

Una fase duecentrata sulle persone

22 novembre 2017

avere come pernol’apprendistato di primo eterzo tipo (quelli cioèfinalizzati al conseguimento dititoli di studio e formazione),oggi residuale, per varieragioni: punta a formare lepersone “integralmente”, coninsegnamenti basati susaperi pratici e teorici; è uncontratto che offre tutele;favorisce la transizionegenerazionale basata sullacontaminazione dei saperi.

Il secondo tema sui cuipuntare è l’attivazione di unsistema nazionale dicertificazione dellecompetenze, cruciale perrinnovare verso l’alto ladinamica tra domanda eofferta di lavoro. Terzo punto,ma non ultimo perimportanza, occorrepromuovere le politiche diattivazione per i giovani nelmercato del lavoro. Il pianoIndustria 4.0 individua in

“Garanzia giovani” un’azionedi supporto alla crescita dellecompetenze, ma sappiamocom'è andata: la misura piùutilizzata è stata quella deltirocinio, non sono statiintercettati i Neet piùsvantaggiati e si è puntatotroppo sulle misure diincentivazione. Serve quindiun cambio di passo, le misureper l’accesso al lavorodovranno esserestrettamente connesse a

percorsi di istruzione eformazione. In conclusione,innovare significapromuovere anche attraversola contrattazione la crescitadelle competenze, cherappresentano il discriminetra chi starà dentro e chi staràfuori dai processi in corso. Inquest’ottica d'inclusione a360 gradi deve diventare undiritto esigibile da tutti, lungol'intero corso della vita e inqualunque contesto. ■

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Occorre ora considerare lecompetenze dei lavoratori:aprire un cantiere suformazione, re-skilling,maggiore autonomia e responsabilità

DALLA PRIMA Massafra

PIANO INDUSTRIA 4.0

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3novembre 2017

di CLAUDIO MARIA VITALIcoordinatore nazionale Agenda europea perl’apprendimento in età adulta - Inapp

Digitalizzazione e automazione.Entrambe alle radici dellatrasformazione tecnologica,

queste in letteratura sono lettecontemporaneamente comeopportunità (in termini di produttivitàed efficienza, di produzione di nuovobenessere, di supporto allaprogettazione e realizzazione di prodottie servizi per migliorare la qualità di vitadelle persone con nuovi bisogni), maanche come elementi che rilanciano iltema della sostenibilità socialeall’interno di un nuovo sistemaeconomico. È del tutto evidente, infatti,l'importanza di verificare con rigore nonsolo l’esistenza di quella che alcuniautori definiscono “capacitàcompensativa dell’innovazione”-soprattutto quella tecnologica -, maanche individuare a quali condizioni e ache prezzo di investimenti tale capacitàimpatti positivamente sulla qualità equantità dell’occupazione. È altrettanto evidente come il tema delletrasformazioni tecnologiche siainterconnesso e intrecciato con quellodelle competenze. Le situazioni di skillsmismatch e qualification mismatch, tantonei settori manifatturieri quanto neiservizi, associati agli esiti di rilevazionidell’Ocse-Piaac (che restituiscono ilquadro di un Paese con una presenzaelevata di adulti low skilled, ovvero insituazione di grave analfabetismofunzionale), si configurano certamentecome fattori non abilitanti, oquantomeno frenanti, della capacitàcompensativa dell’innovazione.

Da un lato occorre verificareadeguatezza e dimensione dellecompetenze prima dell’introduzione dinuove tecnologie nei processi produttivie, soprattutto, verificare i margini diincremento e adeguamento alletrasformazioni; dall’altro rafforzare gli interventi di labour marketintelligence, includere analisi previsionalinecessarie per supportare l’adozione ditecnologie completamente nuove. Di conseguenza, bisogna procedereverso la costruzione di offerte educative e formative pertinenti. Tutto ciò, già di per sé abbastanza“sfidante”, non può essere comunquesufficiente. È necessario rifletteresull’opportunità di abbandonare ilparadigma dominante, che vede ilcompito di trasferire competenze dibase (literacy, numeracy e digital skills)come pertinenza esclusiva della scuolain quanto agente educativo accreditato,da svolgersi in un unico momento della vita, ovvero quello in cuitradizionalmente si concentral’istruzione. L’idea attuale ritiene inoltreche tali skills non siano soggette aobsolescenza, di fatto che noninvecchino mai. La padronanza dellecompetenze è dunque preordinata tantoalla qualità della prestazione sul luogo dilavoro e all’esercizio della cittadinanzaattiva, quanto alla possibilità diapprendere nuovi contenuti abilitanti ealla relativa utilizzazione nel corso della vita lavorativa. L’evoluzione della normativa(formalizzazione di un sistema diapprendimento permanente nella L.92,adozione del D.lgs. 13/2013, Riforma deiCpia) ha certamente subito

un’importante accelerazione, sanando“vuoti” preoccupanti e colmandoaltrettanto preoccupanti ritardi.L’accompagnamento dell’innovazionetecnologica con l’adeguamentodell’offerta formativa passa ancheattraverso l’accelerazionenell’implementazione di alcunimeccanismi previsti, in primis quelli chehanno impatto sull’efficacia dellagovernance (per esempio, attivareconcretamente le reti territoriali o lerelazioni scuola-impresa perl’alternanza e il duale), con lavalidazione e certificazione dellecompetenze, la flessibilizzazione dei percorsi formativi e nuovi econsistenti investimentisull’alfabetizzazione funzionale degliadulti. La riflessione non dovrebbelimitarsi a riguardare i contenuti deiprogrammi didattici, la loro modularitào cumulabilità, il ritmo dell’erogazione, iregistri comunicativi adottati daeducatori, formatori e allievi, ma anche il“come” promuovere e rafforzare ilparadigma del lifelong learning,investendo, legittimando eresponsabilizzando una pluralità diattori e contesti con nuovi ruoli ecompiti. Nel caso degli adulti, assumevalore critico una risposta corretta eadeguata da parte dell’offerta educativacon lo scopo di garantire la “conoscenzapertinente”, per dirla con Edgar Morin.Occorre progettare e realizzare percorsieducativi e formativi finalizzati ariequilibrare o contrastate il mismatchtra le competenze possedute e quellenecessarie per esercitare la cittadinanzaattiva, contrastare il rischio di restaresocialmente esclusi, incrementare leopportunità di inserimentooccupazionale, svolgere il proprio lavoroin sicurezza e con prospettive di carriera.È necessario infine rifletteresull’opportunità di definire ed erogaremoduli di alfabetizzazione funzionale, opiuttosto adottare nuove prospettive emetodologie didattiche nellaformazione continua. ■

Bisogna abbandonare il paradigma dominante, che intende le competenze comeesclusiva pertinenza dellascuola e pensa che questenon invecchino mai

L’ANALISI

La sfidadiimpararetutta la vita

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Rete della conoscenza,Il lavoro nell'era digitale(scarica il pdf)

PER APPROFONDIRE

di GIAMMARCO MANFREDA

In una fase di evoluzione repentinadei processi sociali ed economici,l’attualizzazione della missione della

scuola passa anche per l’alternanzascuola-lavoro. Si tratta di unametodologia didattica che permette diriscoprire forme di multidisciplinarietàdell’apprendimento, non solamentetecnico e nozionistico, con l’obiettivo difar acquisire agli studenti conoscenze ecompetenze trasversali.In questo modo gli studenti vengonoeducati alla complessità, acquisendo glistrumenti per interpretare e adattarsi aicambiamenti della società. L’esperienza di questi due anni haportato ad acuire le storture nelpercorso didattico in ambito lavorativo,tendendo a trasformare i percorsiformativi in luoghi dove si deve

imparare un mestiere. Bisogna creareoccupabilità e non occupazione. Per questo l’alternanza deve stareall’interno di un percorso più ampio earticolato, che renda le scuole luoghi incui valorizzare l’apprendimentoautonomo e il coinvolgimento pratico.L’alternanza è inutile se si limita aformare una generazione di cittadini elavoratori le cui competenze sonodestinate ad essere sostituite. Abbiamobisogno che si intervenga su due aspettiprioritari per tracciare con chiarezza ilsenso e il ruolo formativo di questaesperienza: da un lato definire conchiarezza tutele e diritti degli studenti inalternanza; in secondo luogo, serveavviare una discussione sullecompetenze necessarie per i profili deitutor formatori, che devono progettare il percorso e seguire gli studenti nelcorso dell’apprendimento. ■

di GIACOMO COSSU

La quarta rivoluzione industriale,con la velocità e radicalità delleinnovazioni di sistema che la

caratterizzano, impone un salto inavanti del sistema formativo italiano. Ilmodello gentiliano delle scuole del“sapere” – i licei – contrapposte allescuole del “sapere fare” – i tecnici eprofessionali – non è più sostenibile inun’epoca in cui non è più determinante“che cosa si impara” ma come si“impara ad imparare”. Il lavoratore 4.0 non può formarsi solosulla base di una specializzazione,poiché i saperi specialistici risultanorapidamente obsoleti nel processo di trasformazione in atto. Deve avere accesso invece a percorsiformativi, anche durante la carrieraprofessionale, che stimolino lacreatività e la capacità di comprendere

e padroneggiare le nuove opportunitàdi produzione e consumo in rete. Si tratta di una rivoluzione delladidattica, che non può restareesclusivamente nozionistica, ma nonpuò nemmeno concepire l’esperienzapratica come schiacciamentosull’esistente, come accade nei casi disfruttamento con i tirocini el’alternanza scuola-lavoro. Questa rivoluzione copernicana dellaformazione deve essere accessibile atutte e tutti, poiché senza l’accesso atali conoscenze e competenze, lediseguaglianze si moltiplicheranno,generando una maggioranza destinataal lavoro sottopagato e dequalificato euna minoranza destinata al lavoroqualificato e adeguatamenteremunerato. L’accesso universalegratuito ai percorsi formativi,l’abolizione di ostacoli normativi comeil numero chiuso e la garanzia di unreddito di base – che permetta a tuttil’autonomia socio-economicanecessaria ad intraprendereliberamente un percorso formativo –sono prerequisiti necessari perrealizzare il grande balzo in avantiverso la società della conoscenza. ■

Un salto in avanti nel sistema formativo

Creare occupabilità,non occupazione

RETE DELLA CONOSCENZA

RETE DEGLI STUDENTI MEDI

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4 novembre 2017

Rete degli studenti medi e Udu,ISTRUZIONE 4.0(scarica il pdf)

PER APPROFONDIRE

OECD, Skills for a Digital World(OECD Policy brief on the future of work, Dicembre 2016)

World Economic Forum, The Future of Jobs Employment, Skills and Workforce Strategy for the Fourth Industrial Revolution(Global Challenge Insight Report, January 2016)

Stuart W. Elliott, Computers and the Future of Skill Demand(OECD Publishing, Paris, 2017)

Allulli Giorgio, New Skills Agenda for Europe: il programma europeoper promuovere la buona occupazione (RAsseGnA cnOs 1/2017)

OCSE, Strategia per le Competenze dell’OCSE Italia 2017 - Sintesi del Rapporto (OECD Publishing, Paris, 2017)

Dario Guarascio, Stefano Sacchi, Digitalizzazione, automazione e futuro del lavoro (INAPP, aprile 2017)

Fabrizio Dacrema, Per vedere meno nero, serve una strategia delle competenze (Rassegna Sindacale, giugno 2017)

CONSIGLI DI LETTURA

di MATTIA SGUAZZINI

Per evitare che la quarta rivoluzione industriale creiun’ulteriore frattura tra lavoratori, è necessariogarantire il diritto all’apprendimento permanente

attraverso due strade: da un lato occorre fornire una buonaformazione di base, dalla garanzia del diritto allo studioall’abbattimento del numero chiuso, al raggiungimento dellagratuità dell’università. Dall’altro occorre investire ad hocsulla tutela dei lavoratori-studenti, migliorando laregolamentazione dello status di studente indipendente edelle iscrizioni part-time.L’attuale situazione del lavoratore-studente può fornire unesempio – in scala ridotta – di alcuni dei problemi concretiche potrebbero manifestarsi con l’estensione del dirittoall’apprendimento permanente. Infatti lo studente-lavoratore ha necessità peculiari di organizzazione dei tempie va tutelato – come sostiene anche la Carta dei dirittiuniversali del lavoro della Cgil – con l’adeguamento di statutie regolamenti delle università al fine di “garantire lafruizione delle attività didattiche ai lavoratori studenti e agli studenti lavoratori”.

Oggi le università non offrono strumenti in grado diagevolare l’accesso dei lavoratori agli studi. Dai tagli dellaLegge 133/2008 sono andati scomparendo i corsi serali, senzasoluzioni alternative: strumenti digitali o multimediali sonopraticamente inesistenti e spesso il loro utilizzo prevedesovrattasse. Di conseguenza, la formazione continuapotrebbe a ritagliarsi un ruolo ben definito, distintodall’istruzione, in grado di fornire in base alle esigenze del lavoratore gli strumenti per un contesto lavorativosempre più connesso al progresso dei saperi. ■

La ricetta dell’apprendimentopermanente

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UNIONE DEGLI UNIVERSITARI

5novembre 2017

I fattori e le competenze abilitanti per l'Impresa 4.0Bergamo | Università degli Studi di Bergamo,

via Pignolo, 123 – piazzale S. Agostino,2

Convegno internazionale organizzato dal Dottorato di ricerca in Formazione della persona e mercato del lavoro Università degli Studi di Bergamo, ADAPT - VIII Edizione

■ Programma:http://www.bollettinoadapt.it/wp-content/uploads/2017/11/2017_12_01-02_bergamo_prog_IT-1.pdf■ Registrazione qui:http://www.bollettinoadapt.it/eventi/

1-2DIC2017

L’AGENDA

Direttore responsabile Guido IoccaInserto a cura di Maurizio Minnuccied Emanuele Di NicolaEditore Edit. Coop. società cooperativa di giornalisti,Via delle Quattro Fontane, 109 - 00184 RomaReg. Trib. di Roma n. 13101 del 28/11/1969Proprietà della testata Ediesse SrlGrafica e impaginazione Massimiliano Acerra

A cura di Chiara ManciniUfficio Progetto Lavoro 4.0, Cgil nazionaleCorso d’Italia 25 - 00184 Roma - Tel. [email protected] Idea Diffusaa cura dell’Agenzia Lama

IDEA DIFFUSA

SUL PROSSIMO NUMERODI IDEA DIFFUSA SI PARLERÀ

DI CONTRATTAZIONEDELLA FORMAZIONE