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IL BAMBINO NEL SUO AMBIENTE Prof. Adrio Savini

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IL BAMBINO NEL SUO AMBIENTE

Prof. Adrio Savini

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI:1) Rapporto di coppia (non più solo coppia coniugale

ma anche coppia genitoriale)

2) Spazio (materiale ed affettivo)

3) Tempi (concreti ed affettivi)

4) Abitudini e stile di vita

5) Lavoro

6) Relazioni (parentali ed amicali)

7) Sentimenti nuovi

8) Responsabilità nuove

9) Sessualità/intimità

10) Influenza sul “bambino” che è dentro i genitori (nel bene e nel male)

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Sulla necessità dell’affetto genitoriale per un buon sviluppo psicologico

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Alcune considerazioni

Osservazione-rispetto

(E’ lui che ci dice tutto)

Aspettative e suo sviluppo (personale ed unico)Peso

Box

Girello (e rivoluzione del suo rapporto col mondo)

Ciuccio

Nido

Scuola materna

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LO SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ NEGLI ANNI

PRESCOLARI

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LA FAMIGLIA COME PRIMO AGENTE DI SOCIALIZZAZIONE

La SOCIALIZZAZIONE è il processo mediante il quale l’individuo acquisisce i comportamenti, gli atteggiamenti, le motivazioni ed i valori che vengono apprezzati dalla sua famiglia e dal più ampio contesto sociale in cui essa è inserita

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La cultura in cui è inserita la famiglia stabilisce sia i metodi che i contenuti della

socializzazione:

1. Il modo in cui il bambino sarà educato

2. I tratti di personalità

3. I valori e gli atteggiamenti che dovrà acquisire ai fini di un adattamento sociale positivo

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Alla socializzazione contribuiscono in modo significativo molte persone e numerose istituzioni, ma nei primi anni il principale agente è la famiglia ed in particolar modo la

MADRE

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L’intenso legame che si stabilisce tra madre e figlio ha inizio già nella fase del concepimento e poi evolve nei successivi momenti della gravidanza, del parto e dell’allevamento

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Questo legame che si crea nei primi mesi di vita del bambino con la madre forma la base di quello che sarà, in seguito, il suo stile relazionale

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Secondo BOWLBY esistono diversi tipi di legame (che poi saranno tre tipologie relazionali

nelle quali poter classificare gli individui):

1. Attaccamento Sicuro

2. Attaccamento Insicuro evitante

3. Attaccamento Insicuro ambivalente

4. Attaccamento insicuro disorganizzato

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Attaccamento sicuro

Questo tipo di legame viene sviluppato dai bambini che, durante i primi dodici mesi di vita, esperiscono una madre responsiva alle loro richieste, sensibile e sollecita verso i loro bisogni di protezione e cura, affidabile ed in sintonia con i loro tempi e ritmi.

Costoro, probabilmente, anche in futuro mostreranno un buon adattamento sociale, stabiliranno relazioni intime caratterizzate da fiducia ed empatia, e saranno in grado di suscitare comportamenti di aiuto ed accoglienza negli altri

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Attaccamento insicuro evitante

Viene sviluppato da quei bambini che per tutto il primo anno di vita esperiscono una madre insensibile ai loro segnali, una madre che scoraggia e rifiuta il contatto fisico quando lui ha paura o sta male o è semplicemente sottoposto a stress. Questi bambini tendono a minimizzare i loro bisogni di attaccamento allo scopo di prevenire il rifiuto e quando sono lasciati soli e hanno paura non manifestano il loro sconforto.

Anche nelle relazioni affettive future potranno mostrare scarsa stima di sé e timore a esprimere e mostrare i loro sentimenti per paura di essere rifiutati o comunque di non essere ricambiati. I sentimenti di rabbia e di dolore non potranno essere elaborati a discapito di un cattivo adattamento sociale. Spesso questi bambini sono isolati e distanzianti e mostrano esplosioni di rabbia immotivate di cui sembrano non avere consapevolezza

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Attaccamento insicuro ambivalente

E’ proprio di quei bambini che durante i primi mesi di vita esperiscono una madre imprevedibile nella risposta, che interpreta in modo distorto i segnali del figlio, ovvero è propensa a manifestare un comportamento fisicamente affettuoso quando non è il bambino a richiederlo ma quando è lei a sentire il bisogno di provare conforto attraverso il contatto fisico con il piccolo.

Questi bambini possono provare un’ansia pervasiva e sentimenti quali dipendenza, paura del rifiuto e paura di perdere la madre accanto a sentimenti di rabbia per il rifiuto e irritabilità. La rabbia rimane inespressa e fuori dalla coscienza, attraverso meccanismi difensivi di esclusione. Questi b. potranno estendere tali vissuti di insicurezza nelle future relazioni sociali, mostrando comportamenti di eccessiva sottomissione e dipendenza

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I modelli di attaccamento insicuro (evitante ed ambivalente), pur essendo associati a possibili esiti disfunzionali, rappresentano variazioni individuali all’interno di un range di strategie normali e non costituiscono un indice di patologia. Vanno piuttosto considerati come strategie adattative che il bambino utilizza in relazione a caratteristiche dell’accudimento meno che ottimali, ma non patologiche

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E’ stato delineato anche un terzo pattern di attaccamento insicuro:

Attaccamento insicuro disorganizzatoProbabilmente correlato a una manifestazione di

patologia in età adulta (area borderline).

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I b. che sviluppano questo tipo di attaccamento mostrano una vasta gamma di comportamenti confusi, come restare “paralizzati” o fare movimenti incompleti, interrotti o indirizzati in modo errato, o ancora fare movimenti stereotipati o indicativi di paura quando si riuniscono con i genitori. Il comportamento di questi b. sembra essere privo di uno scopo osservabile, di una motivazione intenzionale o di una progettazione. Questo pattern comportamentale è legato spesso alla presenza di genitori con comportamenti imprevedibili, in genere violenti o addirittura maltrattati, che hanno esperito traumi o lutti non risolti nella loro storia.

Nel b. si crea un conflitto irrisolvibile tra la tendenza a rivolgersi al genitore come fonte di rassicurazione di fronte ad uno stimolo spaventante e il fatto che è lo stesso genitore a suscitare paura; la tendenza ad avvicinarsi e quella ad allontanarsi si inibiscono l’un l’altra ed il bambino sperimenta emozioni che travolgono la sua capacità di organizzare un comportamento coerente

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FASI DI SVILUPPO DEL LEGAME DI ATTACCAMENTO

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1) All’inizio, il bambino, tramite stimoli sociali attivanti (es. pianto, vocalizzazioni, sorriso) produce l’attaccamento della madre a se stesso

Il bambino appare dotato, già alla nascita, di alcuni schemi di comportamento (quali l’aggrappamento ed il pianto) che si focalizzano sulla figura materna determinando così l’attaccamento del bambino alla stessa

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2) Dopo la nascita il bambino è in una condizione di assoluta dipendenza dall’ambiente esterno e, comunque, egli vive in uno stato di assoluta indifferenziazione ed è incapace di distinguere ciò che egli è da ciò che è diverso da lui, le parti del proprio corpo dal corpo della madre.

In questa fase, il benessere del bambino dipende dalla capacità della madre di comprendere e soddisfare i suoi bisogni urgenti

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Nel primo anno di vita ha molta importanza anche la FIGURA PATERNA che, inserendosi nello stretto legame madre-bambino, ne attenua progressivamente il carattere SIMBIOTICO.

E’ un po’ come se il padre fosse la prima REALTA’ SOCIALE ESTERNA con la quale il bambino impara a stabilire rapporti

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I bambini con DEPRIVAZIONE PATERNA, per assenza o inadeguatezza del padre, appaiono generalmente più dipendenti ed insicuri nelle relazioni con i coetanei e con le figure autoritarie

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Per quanto riguarda il SESSO è certo che la disponibilità del padre è un fattore importante nella caratterizzazione sessuale, la quale è in larga parte il risultato dell’identificazione con il genitore dello stesso sesso

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Infine la relazione con eventuali FRATELLI, consente e facilita lo sviluppo di adeguati sentimenti di partecipazione sociale, abituando il bambino a muoversi in ambiti in cui ognuno assume ruoli diversi e svolge funzioni diverse

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…E se per un bambino la nascita di un fratello è comunque “traumatica” (spazio, tempo, affetto, etc.), per il nuovo nato i rapporti con fratelli e/o sorelle esercitano una notevole influenza sulla personalità e sul comportamento sociale, soprattutto a partire dal secondo anno di vita. Interagendo con essi il bambino può imparare modelli di lealtà, collaborazione, protezione oppure di conflitto, dominio e competizione; questi modelli possono estendersi ad altre relazioni sociali

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Si può quindi dire che l’acquisizione e la modificazione della personalità e del

comportamento sociale sono regolati da vari fattori:

1. Temperamento

2. Valori della classe sociale o del gruppo etnico di appartenenza

3. Le ricompense e le punizioni che ricevono in famiglia (es. le ricompense fornite alle risposte di dipendenza, come il pianto o il capriccio, rinforzano la dipendenza e scoraggiano l’autonomia, l’esplorazione,etc.)

4. Le interazioni con i coetanei

5. I condizionamenti esercitati dagli stereotipi sociali diffusi dai mass-media

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I MECCANISMI FONDAMENTALI CHE CONTRIBUISCONO AL FORMARSI DEL

PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE SONO:

1. Apprendimento tramite un sistema di ricompense e punizioni

2. L’osservazione degli altri (imitando)

3. L’identificazione (rispetto al punto 2 comporta l’esistenza di vincoli affettivi con il modello)

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Aggressività:

In tutte le culture i genitori devono “socializzare” i figli in modo che siano in grado di esercitare qualche forma di controllo sulle proprie motivazioni ostili e sulle risposte aggressive.

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Le risposte aggressive possono manifestarsi a partire dalla prima infanzia.

Lo sviluppo e le modificazioni del comportamento aggressivo sono regolati in larga misura dai genitori, poiché essi controllano molte delle esperienze frustranti o gratificanti vissute dai figli, rinforzano o puniscono le manifestazioni precoci di aggressività e forniscono dei modelli di comportamento aggressivo

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Un modo di esprimere l’aggressività maggiormente diffuso tra i bambini più grandi è l’esclusione di un compagno dal gruppo

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IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE IN

AMBIENTE EXTRA-FAMILIARE

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- Alla fine del primo anno di vita i contatti tra

i coetanei sono di brevissima durata

- Nel secondo anno di vita le interazioni diventano

più varie e complesse

- A 3 anni i bambini sembrano possedere delle

modalità caratteristiche e relativamente stabili

attraverso le quali entrare in relazione con i

coetanei, sia in modo “positivo” (esprimono

affetto, offrono giocattoli…) che “negativo”

(prendono, non vogliono dare…)

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- Fra i 3 e i 4 anni si assiste ad un rapido

incremento delle interazioni sociali con i

coetanei e ciò è facilitato dal fatto che stanno

più tempo tra loro, che hanno acquisito molte

abilità cognitive, linguistiche, motorie, etc.

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MODALITA’ DI SOCIALIZZAZIONE TRA BAMBINI

1. CONFORMISMO: tendenza a far propri i valori e gli atteggiamenti dei coetanei.

Questa modalità crea dipendenza che a sua volta facilita un atteggiamento iperprotettivo

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2. INSEGNAMENTO TRA COETANEI: i

bambini si forniscono, reciprocamente, delle informazioni sui tipi di comportamento adatti alle varie situazioni

Tra loro i bambini si confrontano, si imitano, si difendono, si sperimentano,etc.

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Il fatto di essere accettati dai coetanei tende ad accrescere il concetto globale di sé,

mentre l’essere rifiutato abbassa l’autostima

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I coetanei svolgono un ruolo importante nella socializzazione, soprattutto per ciò che riguarda:

- L’aggressività- La caratterizzazione sessuale- Le paure- Il comportamento morale- L’adattamento emotivo

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BIBLIOGRAFIA

M.Ammaniti, Manuale di psicopatologia dell’infanzia,2001, Raffaello Cortina Editore, MilanoM. Malagoli Togliatti, Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, 2002, Il Mulino, BolognaM. D’Alessio, Psicologia dell’età scolare, 1999, Carocci, RomaM. D’Alessio, Psicologia Neonatale, 1988, Carocci, RomaParkes, Stevenson-Hinde, Marris, L’Attaccamento nel ciclo della vita, 1995, Pensiero Scientifico Editore, RomaBeebe, Lachman, Infant Research e trattamento degli adulti, 2003, Raffaello Cortina Editore, Milano