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Numero 3 Dicembre 2012 SISM Roma Sant’Andrea L’inchiesta: Me ne lavo le mani Che fine ha fatto il sapone del Sant’An- drea? Questo da vari mesi è diventato un vero tormentone nella nostra facoltà. Per questo motivo abbiamo voluto saperne di più dal professor Gianfranco Tarsitani, ordinario dell’Università La Sapienza, responsabile dell’U.O.S. di Igiene e Tec- nica Ospedaliera dell’Azienda Ospeda- liera Sant’Andrea, il quale si è sempre dimostrato disponibile al dialogo con gli studenti. Professore, nei bagni dell’ospedale abbiamo un’importante carenza di sapone per lavarsi le mani e carta per asciugarle: ci dica innanzitutto perché è importante lavarsi le mani e perché lo è ancora di più in ambiente noso- comiale? continua pag.2 intento di questo articolo non è quello di informare o polemizzare, ma di richiedere alle “autorità” del S.Andrea maggiore attenzione rispetto alle esigenze ed i requisiti di un Ospedale universitario di- gnitoso! Forse non tutti sapranno che intorno al 1840 un signorotto ben pensante di Buda- pest, chiamato Ignaz Semmelweis, intuì quanto fosse importante lavarsi le mani. Non certamente riferendosi alla locuzione ponziopilatesca, quanto piuttosto al gesto quotidiano che si fa con acqua e sapone. Nel caso specifico Semmelweis riuscì ad abbattere la percentuale di morti per sepsi puerperale dall'11% all'1% in due anni, nella prima divisione della clinica di ostetricia all'Allgemeines Kran- kenhaus. Ci riuscì obbligando a lavarsi le mani con cloruro di calcio medici e studenti che, come se nulla fosse, dopo aver effettuato una decina di autopsie procedevano nella visita delle partorienti. Questa bella storiella che ci viene ripe- tuta negli anni da diversi professori, forse non è arrivata alle orecchie delle “autorità” del S.Andrea che, a quanto pare non si preoccupano per lunghi periodi di rifornire i bagni pubblici dell'Azienda di sapo- ne e carta. In questo modo solo i bagni dei reparti riescono a resistere fino alla fine della settimana, quelli più utilizzati invece, come quelli al piano terra o nelle sale d'attesa, rimangono privi di ogni forma di disinfettante per diversi giorni. L'enorme bacino di utenti che ogni giorno rimane nella struttura anche per 12 ore consecutive è costretto così a non lavarsi le mani per tutta la giornata. continua pag. 2 L’intervista: Parla Tarsitani L’

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Il Bugiardino numero 3 Dicembre versione da stampare, Giornalino di facoltà Medicina e Chirurgia c/o Azienda ospedaliera Roma Sant'Andrea

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Numero 3 Dicembre 2012! ! ! ! SISM Roma Sant’Andrea

L’inchiesta: Me ne lavo le mani

Che fine ha fatto il sapone del Sant’An-drea? Questo da vari mesi è diventato un vero tormentone nella nostra facoltà. Per questo motivo abbiamo voluto saperne di più dal professor Gianfranco Tarsitani, ordinario dell’Università La Sapienza, responsabile dell’U.O.S. di Igiene e Tec-nica Ospedaliera dell’Azienda Ospeda-liera Sant’Andrea, il quale si è sempre dimostrato disponibile al dialogo con gli studenti.Professore, nei bagni dell’ospedale abbiamo un’importante carenza di sapone per lavarsi le mani e carta per asciugarle: ci dica innanzitutto perché è importante lavarsi le mani e perché lo è ancora di più in ambiente noso-comiale?

continua pag.2

intento di questo articolo non è quello di informare o polemizzare, ma di richiedere alle “autorità” del S.Andrea maggiore attenzione rispetto alle esigenze ed i requisiti di un Ospedale universitario di-gnitoso!

Forse non tutti sapranno che intorno al 1840 un signorotto ben pensante di Buda-pest, chiamato Ignaz Semmelweis, intuì quanto fosse importante lavarsi le mani. Non certamente riferendosi alla locuzione ponziopilatesca, quanto piuttosto al gesto quotidiano che si fa con acqua e sapone. Nel caso specifico Semmelweis riuscì ad abbattere la percentuale di morti per sepsi puerperale dall'11% all'1% in due anni, nella prima divisione della clinica di ostetricia all'Allgemeines Kran-kenhaus. Ci riuscì obbligando a lavarsi le mani con cloruro di calcio medici e studenti che, come se nulla fosse, dopo aver effettuato una decina di autopsie procedevano nella visita delle partorienti. Questa bella storiella che ci viene ripe-tuta negli anni da diversi professori, forse non èarrivata alle orecchie delle “autorità” del S.Andrea che, a quanto pare non si preoccupano per lunghi periodi di rifornire i bagni pubblici dell'Azienda di sapo-ne e carta. In questo modo solo i bagni dei reparti riescono a resistere fino alla fine della settimana, quelli più utilizzati invece, come quelli al piano terra o nelle sale d'attesa, rimangono privi di ogni forma di disinfettante per diversi giorni.L'enorme bacino di utenti che ogni giorno rimane nella struttura anche per 12 oreconsecutive è costretto così a non lavarsi le mani per tutta la giornata. continua pag. 2

L’intervista: Parla TarsitaniL’

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Lo stesso accade a centinaia di studenti che frequentando anche i reparti, posso-no non avere la lucidità, appena entrati in reparto, di lavarsi le mani con il poco sapone rimasto. Questo facilita la diffu-sione di microbi che trovano in pazienti ospedalizzati il miglior substrato da infettare. Inoltre condizioni igieniche così precarie rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie negli stessi studenti. Si tratta di un problema oggettivo che dovrebbe suscitare anche l'interesse del Dipartimento di Igiene e Tecnica Ospedaliera, cosi come lo ha suscitato in due studentesse Erasmus lamentatesi per la scarsa igiene riscon-trata in reparto. Chissà che bell'immagi-ne avranno riportato a casa degli ospe-dali italiani. Chissà quando i medici riusciranno a capire che possono essere essi stessi dei veri “untori” per i propri pazienti. La speranza è che un giorno, al S.Andrea, si riesca a riporre la stessa attenzione che si riserva nell'accoglienza di personaggi politici, di dubbio valore morale, in dettagli che sicuramente sono più significativi dal punto di vista della sostanza anche se non offrono al-l'Azienda la stessa visibilità.Gianmaria Esti

La prima procedura standard di rispetto dell’igiene ospedaliera è il lavaggio delle mani, è fondamentale. Il personale di assistenza può veicolare da un paziente all’altro microrganismi patogeni creando quella che si chiama una contaminazione crociata. Le mani sporche possono contaminare i presidi ospedalieri. Non crediate che lavarsi le mani sia istintivo, va indotto con l’educazione. Nasce da queste proce-dure standard la tutela dei nostri pazienti, non solo quelli che hanno infezione, per-ché spesso le infezioni non sono apparenti.Ipoteticamente la mancanza di sapone e carta nei bagni può essere correlata ad un aumento del rischio di diffusione di infezioni nosoco- miali?Noi come Igiene Ospedaliera segnaliamo queste ca-renze, che ormai sono diventate stabili in alcuni bagni, soprattutto quelli a servizio del pubblico, i quali sono privi di questo tipo di presidi. Ciò si verifica perché magari sono rotte le mac-chinette che dispensano sapone o il distribu-tore di tovaglioli. Il perché la ditta preferi-sca pagare delle penali e non adempiere non ve lo so spiegare, mi intristisce, è un bigliet-to da visita terribile per il nostro ospedale, per l’interfaccia con il pubblico. Dà un’immagine di bassa igiene, la gente penserà “chissà il resto dell’ospedale che cos’è!”. Dei tanti problemi che abbiamo nell’Igiene Ospedaliera, questo è il peggiore. E ’ u n fatto che costituisce un modello negativo, comunica scarsa attenzione a questa pro-cedura. Questo messaggio va allo studente, al personale, al paziente, ai parenti. L’ospedale non può apparire nella sua veste sciatta, deve trasmettere un’immagine di pulizia, ordine e luogo sicuro.Ma al di là delle apparenze, che hanno la loro importanza, il fatto che nei bagni sia impossibile lavarsi le mani può aumentare il  rischio di infezione?Io quando parlo di infezioni ho in mente quelle nosocomiali, cioè che capitano al paziente ricoverato 24 ore dopo il suo ingresso e a causa di contaminazione che è avvenuta in ospedale. La questione se la scarsa pulizia in generale e la difficoltà di

lavarsi le mani, soprattutto nelle parti comuni dell’ospedale, possa in qualche modo essere correlata ad un aumento di infezioni nosocomiali, è una bella

domanda, a cui è anche difficile rispondere. Io dico però che il problema fondamentale è il reparto. Non voglio così giustificare questa situazione. Alla domanda: “questo provoca dei rischi per i pazienti?” io direi di no, per-ché comunque i reparti non sono isolati dal resto del mondo, entrano perso-

ne, microrganismi comuni a prescindere dal lavaggio delle mani in senso stretto e questo è un rischio generico che esiste e che è ineludibile e costitutivo.

Questo discorso è più legato all’educazione e alla cultura delle persone, certo se non si dà loro neanche la possibilità di lavarsi le mani entrando in ospedale questo può essere peggiorativo. Noi per la Spending Review dobbiamo abbattere del 5% tutto ciò che viene portato come servizio esterno in ospedale, per cui abbiamo dovuto chiedere una riduzione dei costi anche alla ditta di pulizie, ma non abbiamo certo chiesto la riduzione del sapone e della carta. Non potendo ridurre il numero di pas-saggi in reparto, perchè quello è un “Sancta Sanctorum”, siamo andati a tagliare sul-le pulizie periodiche. Il personale sanitario non può esimersi dalla sanificazione delle sue mani nell’assistenza. Lo studente che va in reparto, se deve fare una prova sul paziente, ha modo di sanificare le sue mani, nei reparti il sapone è comunque garan-tito. Per cui è soprattutto un problema di coscienza personale, di attenzione, se c’è volontà di lavarsi le mani si può fare. Io noto tuttavia una scarsa attitudine a lavarsi le mani nella classe medica italiana e romana, e questa è una cosa che mi preoccupa, una carenza di tipo culturale formativo. Gli studenti Erasmus che sono venuti nel nostro ospedale mi hanno detto che osservavano una scarsa attenzione a questa cosa che altrove è vissuta in modo direi “ossessivo”. Ovvio che l’igiene ospedaliera nel suo insieme è importante ma non è il fatto che il visitatore non ha modo di lavarsi le mani il problema, il che non vuol dire che non sia assolutamente deplorabile.

“I distributori sono rotti e non

hanno da sostituir-li, questo è quello che dicono a me”

E’ un biglietto da visita terribile per

il nostro ospedale...

Prof. Gianfranco Tarsitani

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Cosa prevedono le normative europee ed italiane in merito, quali sono gli organi preposti al controllo dell’ap-plicazione di tali norme?L’avete di fronte, la Direzione Sanitaria con i suoi uffici, uno di questi è l’ufficio dell’Igiene tecnico-ospedaliera di cui sono responsabile io, l’altro è il servizio infermieristico. Questi fanno i  controlli e quando ci sono inadempienze le se-gnalano all’economato, segue un am-monimento alla ditta e le conseguenze economiche. Esistono delle normative standard. Si effettuano le gare d’appalto, gare pubbliche, dopo aver steso un capi-tolato in cui vengono stabiliti ad esem-pio il numero dei passaggi di pulizia, il tipo di pulizia, di strumenti da utilizza-re,etc.. Il sistema è molto complesso, per cui in base a questo capitolato si danno in affidamento i servizi igienici (carta igienica, tovaglioli e sapone) a carico della ditta che pulisce. Si aspetta-no le offerte, si fa una commissione, si valutano le offerte e si assegna ad una ditta l’appalto affinché venga a fare le pulizie.Torniamo alla domanda iniziale: a cosa è dovuto secondo lei questo pro-blema del sapone? I distributori sono rotti e non hanno da sostituirli questo è quello che dicono a me.Però carta e sapone potrebbero essere comunque poggiati sui sanitari. Per-

ché questo non avviene? Problemi economici?L’inadempienza della ditta è una cosa che è peggiorata più recen-temente, per noi è un dramma logicamente, più che insistere non so che fare. Sembra quasi un comportamento come da fine rapporto.Diciamo che la vera risposta è che non lo so, posso immaginare delle co-se, potete immaginarle anche voi, sem-bra una provocazione troppo forte.Lei non trova che sia provocante per un paziente arrivare all’ospedale e vedere tanti fiori ben curati ed ordi-nati nelle aiuole come a dire ‘l’ospe-dale gode di grande ricchezza’ e poi non trovare il sapone, a curare più l’apparenza che la sostanza?Questo è assurdo. Io sono il responsabi-le del Dipartimento di Igiene, ovvio che non vivo con molta allegria questa si-tuazione che si è sempre trascinata, una forte sciatteria in questo della ditta ap-paltatrice c’è sempre stata ma adesso è diventato un incubo, è proprio la caren-za assoluta, è inaudito, non me lo so spiegare.Esiste la possibilità di cambiare ditta? Chi può farlo? Qual è l’organo prepo-sto alla segnalazione di inadempienze come la mancanza di carta e sapone?

La direzione aziendale, l’azienda ospedaliera con

i suoi massimi organi può rescindere il con-tratto in base alle nostre segnalazioni. La segnalazione delle inadempienze la fac-

ciamo noi. Va detto che nei reparti credo

che non manchino sapone e carta, c’è un’attenzione

diversa, è come se avessero divi-so l’ospedale in due parti perché sanno che non curare la parte di degenza po-trebbe veramente costringerci ad essere più drastici.

Giulia Muzi & Alessandro D’Andrea

“Forse la mia ultima lettera al figlio Mehmet”, di Nazim Hikmet, la lessi per la prima volta alle elementari. Era uno dei tanti brani analizzati dal “Sussidiario”, libro denso di cose da scoprire, per quell'età. Ricordo che mi piacque al punto che, per molti giorni, fu questo testamento spiritua-le del poeta turco ad accompagnare l'inizio e la fine delle mie giornate.Scontati dodici anni di carcere, per-ché comunista, in una prigione del-l'Anatolia (durante i quali fu colpito da un primo infarto), Nazim Hikmet decise di espatriare, benché la moglie incinta, amatissima, non avrebbe potuto seguirlo.Ciò che segue è un estratto, a parer mio il più significativo, di quella che, anni dopo, date le precarie condizioni di salute del poeta, sarebbe dovuta essere, con ogni probabilità, l'ultima lettera scritta, in forma di poesia, al figlio lontano.

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A cura di uno studente anonimo

“Adesso è diven-tato un incubo, è

proprio la carenza assoluta”

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La SCOME (Standing Comitee on Medical Education) tratta il tema della formazione in Medicina dello Studente e in quest’ambito promuove attività for-mative opzionali, ideate e realizzate da studenti e volte ad integrare il curricu-lum universitario nelle sue pecche. La nostra Sede Locale integra l'offerta for-mativa universitaria attraverso attività pratiche, approfondimenti ed iniziative pensate dagli studenti per gli studenti. I corsi ad oggi sono: -­‐ Corso di sutura: corso teorico-pratico in cui viene inse-gnato a suturare. Il corso copre diversi aspetti altrimenti poco affrontati dal cor-so di laurea: quali accortezze e quali comportamenti tenere per stare in sala operatoria, quale filo è più appropriato utilizzare a in base al tessuto sul quale si

lavora, quali sono gli strumenti e come si usano. Il corso si articola in due lezioni pomerdiane su due tipologie diverse di tessuti (cotenna e zampa di maiale). Ogni studente ha il suo strumentario e lavora singolarmente sulla cotenna o zampa, sotto la supervisione di medici specializzandi. Responsabile: Nicandro Samprati [email protected]­‐ Corso di prelievi ematici venosi: corso teorico-pratico in cui viene insegnato come effettuare un prelievo venoso emati-co. Il corso nasce dalla necessità degli stu-denti di voler apprendere la tecnica del prelievo venoso e di imparare non solo la teoria ma di cimentarsi anche nella pratica. Oltre a fare il semplice prelievo lo studente imparerà a fare altri esami come breath test, tamponi, e inizierà soprattutto a ci-mentarsi nell’approccio medico-paziente. Il corso si articola su una giornata teorica, con pratica su manichinio e 5 giornate di praticha su pazienti presso il centro prelie-vi dell’ospedale Sant’Andrea. Responsabile: Leonardo Cristofani corso- [email protected]­‐ Corso di anatomia cardiaca: corso teorico-pratico in cui gli studenti, supervisionati da studenti interni e da spe-cializzandi, potranno vedere e toccare con mano le strutture anatomiche del cuore (cuori di suino), potranno imparare, capire e conoscere le basi di alcuni interventi di cardiochirurgia. Il corso risulta molto effi-cace per quegli studenti che devono prepa-rare l’esame di anatomia II e per coloro i quali, in vista dell’esame di cardiologia, vogliono fare un ripasso pratico. Responsabile: Rosa [email protected]

-­‐ Ospedale dei pupazzi:questo corso è focalizzato sull’aspetto umano e psicologico del rapportarsi con i bambini. Un corso “a prova di bimbo” rivolto a promuovere la sensibilizzazione del bambino nei confronti dalla figura del medico e a sdoganare nella sua men-te l’associazione "dottore = paura". Il corso affronta aspetti psicologici perso-nali di ciascun bambino, in quest’ottica lo studente incoraggerà il bambino ad esorcizza-re le proprie paure attra-vero..... il PUPAZZO!!! Il corso consiste infatti nella creazione e orga-nizzazione di un vero e proprio ospedale per i pupazzi. Gli studenti vestiti col camice riceve-ranno i bambini con il loro pupazzo preferito e insieme ai bambini lo cureranno. Responsabili: Cecilia Berardi e Chiara [email protected] Cineforum: Il cineforum è un progetto basato sulla proiezione di film, al termi-ne dei quali fa seguito un piccolo scam-bio di idee tra i partecipanti alla visione. E’ un momento per confrontarsi su temi importanti della nostra quotidianità, un momento di crescita interiore e collettiva attraverso la condivisione.Responsabile: Dario Marino

Local Officer on Medical Education (LOME) Valentina [email protected]

 FORSE LA MIA ULTIMA LET-

TERA A MEHMET 

(…)Non ci si può saziare del mondo

Mehmetnon ci si può saziare.

 Non vivere su questa terra

  come un inquilinoo come un villeggiante

  nella naturavivi in questo mondo

come se fosse la casa di tuo padre.Credi al grano, alla terra, al marema prima di tutto credi all'uomo.

Ama la nuvola, la macchina, il libroma prima di tutto ama l'uomo.

Senti la tristezza  del ramo che si secca

  del pianeta che si spegne  dell'animale infermo

ma prima di tutto la tristezza dell'uo-mo.

Che tutti i beni della terra  ti diano gioia

che l'ombra e la luce  ti diano gioia

che le quattro stagioni  ti diano gioia

ma che prima di tutto l'uomo  ti dia gioia.

(…)

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L’area di Pedagogia Medica

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come “Elementari Alimentari” (educa-zione alimentare nelle scuole elementari) e “ Sostanze d’abuso” (al secondo anno del liceo).3) Sensibilizzazione: Conferenze, attività, gruppi di lavoro ed approfondimenti su tematiche quali la Disabilità e la Salute mentale: lo stigma della disabilità psichica intellettiva sono il principale fattore di malessere in per-sone più fragili che subiscono quotidiani atti discriminatori che conducono alla emarginazione sociale. Come futuri me-dici dobbiamo sapere come tutelare i diritti alla salute di persone con questo tipo di handicap.4) Workshop Nazionali:Dal 2009 si porta avanti il lavoro su “Case Farmaceutiche e Conflitto di inte-ressi nella Pratica Medica”: è bene pro-seguire nel nostro percorso di formazio-ne aumentando la consapevolezza (no-stra e degli altri studenti) riguardo la criticità di questa tematica per affrontare al meglio la futura professione medica.Volete miglilorare le vostre conoscenze, le vostre capacità comunicative e la vo-stra voglia di fare in ambito medico? Partecipate ai progetti SCOPH! Ogni idea è preziosa per migliorare i progetti, ogni desiderio di approfondimento di nuove tematiche è uno spunto per allar-gare le conoscenze di tutti! Se siete inte-ressati, scrivete sul gruppo facebook SISM ROMA SAN-T’ANDREA o man-date una mail a:

“COME VI VEDETE FRA 20 ANNI?”Abbiamo chiesto a voi studenti di rivelarci come pronosticate o

immaginate il vostro futuro. Ecco le vostre risposte...

-12 Novembre, Giornata Mondiale del Diabete: tutti con il camice a fianco di Diabete Italia nei punti nevralgici delle nostre città a misurare glicemie, prende-re la pressione, controllare peso e circon-ferenza vita gratuitamente! Sommini-strando un questionario diagnostico, calcoleremo ai “pazienti on the road” il rischio di sviluppare il diabete, sensibi-lizzando ed informando la popolazione sui fattori di rischio che portano a questa patologia ampiamente diffusa in Italia.-Novembre/Maggio, due appuntamenti per Goccia su Goccia: “Sei una brava persona…ce l’hai nel sangue”! Obietti-vo: sensibilizzare i propri coetanei uni-versitari riguardo l’importanza e la sem-plicità della donazione di sangue. In col-laborazione con i Centri Trasfusionali e con le Associazioni di Volontariato ope-ranti sul territorio, si organizzano dona-zioni di gruppo, in cui si abbattono con un’ appropriata informazione i muri di difficoltà che a volte allontanano dal donare (“non so dove/quando posso far-lo”, “non ho tempo” ...) : aumentando la consapevolezza sulla scelta del donatore,

sulle pratiche e le modalità del prelievo, si mira a far diventare la donazione un gesto periodico ed abitudinario!-Aprile, Giornata della Donazione di Organi, Tessuti e Cellule: non tutti san-no che, nell’attesa che venga applicato il principio del “Silenzio assenso” alla donazione (in assenza di dissenso espli-cito, si presume il consenso), i cittadini che vogliono dare il loro consenso alla donazione dei propri organi devono esprimere la loro volontà a donare in maniera attiva: una di queste è fare la tessera dell’AIDO, l’Associazione Ita-liana Donatori Organi con cui il SISM collabora in questa giornata! Tante per-sone in più informiamo, quante più vite possono essere salvate!2)Progetti di Peer Education (educa-zione tra pari): Si formano gli studenti su tematiche quali le sostanze d’abuso, l’educazione alimentare e sui metodi per trasmettere queste informazioni in modo più imme-diato e coinvolgente ai nostri coetanei e nelle scuole. Lo studente diventa Peer educator così da poter attuare progetti

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“Un semplice medico, divisa fra stu-dio e famiglia, con un’attenzione par-ticolare ai miei pazienti”“Neurologo single ma affermato”“Mi vedo con dei bimbi e con ancora lo spirito del Giuramento di Ippocrate saldo dentro di me... mi vedo fare il mestiere di medico con dedizione, compassione e senza doppi fini”“Cardiologo e papà!”“Tra 20 anni mi vedo seduta in una casa con tante scale, sorseggiando il the con la mia famiglia”“Realizzato”“Capitano indiscusso del Racing San-t’Andrea”“Depressa ricercatrice incubata giorno e notte in un buco di laboratorio...”“Con una tuta da chirurgo”“Medico cirrotico senza una lira che manco lavora in una clinica privata, i pazienti mi pagheranno con salsiccia paesana e vino rosso della casa”

“Felice e ancora piena di sogni”“Tra 20 anni mi vedo più anziana e spero ancora più generosa . Spero che sarò madre”“Professionista, madre senza tempo”“Chirurgo, mamma stressata ma feli-ce”“Boh”“Come sono ora: col caffé in mano nel corridoio del Sant’Andrea col camice”“Cardiologa con marito e figli”“Medico senza frontiere““Speriamo in buona salute””Impegnata ad aiutare gli altri come medico e come persona. Spero di ri-uscirci e per ora ce la sto mettendo tutta”“Felice di aver realizzato i miei obiet-tivi”“Spero un ottimo medico chirurgo”“STANCA”“Pelato, grasso, senza scarpe”“In Africa col camice”

Per far parte della redazione, scrivere arti-coli, ed altre info contattateci a: [email protected] visitate e commentate la pagina Facebook Il Bugiardino: http://www.facebook.com/ilbugiardino.sism

La Redazione

[email protected]

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SCORP significa: Standing Commeettee On human Rights and Peace. E’ l’area del Sism che si occupa quindi dei diritti umani nel senso più ampio del termine, dal diritto alle cure al diritto all’accesso ai farmaci, passando per il diritto all’istru-zione, ad avere una famiglia, fino al diritto a non essere discriminato.Attraverso i progetti e le giornate temati-che cerchiamo di portare all’interno del-l’università il tema delle disuguaglianze in salute perché oltre alla genetica ci sono tanti altri fattori che ci rendono diversi incidendo sulla possibilità di nascere e vivere sani.In questo senso la SCORP si occupa di Salute globale, una nuova prospettiva di “fare medicina” che sia globale in modo che il medico sia consapevole di quello che avviene nel mondo in cui vive e di come le dinamiche internazionali incidano sulla salute di ognuno di noi che si tratti di guerre o di cooperazione, sia globale af-finché la salute sia davvero considerata non solo assenza di malattia ma “stato di benessere bio-psico-sociale”

Cosa facciamo di concreto?-Giornate tematiche HUMAN

RIGHTS DAY del 10 DicembreOgni anno cerchiamo modi interattivi per ricordare la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo.-Progetti localiDa diversi anni abbiamo la fortuna di collaborare con la Caritas e ad oggi sono attivi 3 progetti ai quali gli studenti pos-sono prendere parte:LABORATORIO DI MEDICINA TRANSCULTURALE: un tirocinio, della durata di tre mesi presso l’Ambula-torio Caritas sito in Via Marsala, un am-bulatorio dedicato agli immigrati irrego-lari, non aventi diritto all’iscrizione al servizio sanitario nazionale.SALUTE SU STRADA: il progetto si propone di analizzare il fenomeno della homelessness e incontrare le persone senza dimora di Roma (stazione, mense, mercato). Mediante la creazione di occa-sioni stabili di contatto, si entra in rela-zione con le persone, e si pongono le basi per favorirne l’accesso ai servizi

socio-sanitari tramite un orientamento appropriato.FERITE INVISIBILI: il Progetto è ri-volto ai rifugiati e ai richiedenti asilo, vittime di traumi, maltrattamenti e violen-ze. Queste persone, affette da disturbo post-traumatico da stress, se seguite con una psicoterapia in un team specificamen-te preparato, possono recuperare e guari-re. Lo studente si muove nello spazio de-licato dell’accoglienza di persone in una situazione di fragilità nel momento che precede o segue la psicoterapia. - Progetti Nazionali:LABMOND, un workshop della durata di un week-end che attraverso l’utilizzo di metodiche didattiche innovative e interat-tive ha lo scopo di introdurre gli studenti nel mondo di tematiche quali disugua-glianze in salute, determinanti di salute, medicina delle migrazioni, cooperazione internazionale. Coinvolge e riunisce stu-denti di tutta Italia in un’atmosfera di condivisione e scambio di idee, opinioni ed esperienze.- Progetti internazionali:WOLISSO PROJECT: Studenti del V e VI anno potranno partire per fare un tiro-cinio presso 2 ambulatori gestiti dall’as-sociazione “Medici con l’Africa Cuamm” uno in Etiopia, a Wolisso, ed uno in Tan-zania. Responsabile del progetto: Daniela RonconiEmail: [email protected]

Responsabile area: Benedetta GolettiEmail: [email protected]

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L’area di Diritti Umani e Pace

L’area di Salute Pubblica1) Quattro giornate di prevenzione: - 24 Ottobre, Giornata della lotta al cancro al seno:  in collaborazione con l’area di salute riproduttiva, si lavora per sensibilizzare la popolazione femminile a effettuare i controlli che possano far emergere segni di cancerogenesi (visite mediche ed autopalpazione). Il simbolo di questa giornata è il “pink ribbon”, il fiocco rosa: bisogna diffondere questi messaggi con poster, video, documenti informativi, volantini!

far funzionare al meglio le pale del mulino “Salute Pubblica”!E’ sul tema della prevenzione che devo-no convergere le nostre energie: dal gruppo SCOPH prendono vita progetti ed attività che mirano a sensibilizzare riguardo l’importanza di stili di vita sani (dieta, attività fisica, abitudini sessuali ecc), a far emergere comportamenti a rischio e a rendere più consapevole la popolazione sulle tematiche di salute. Ed ecco alcuni degli eventi ai quali par-teciapiamo:

Sei pieno di creatività e hai voglia di utilizzare le tue conoscenze mediche per aumentare la consapevolezza degli altri su tematiche di salute che ritieni impor-tanti? La SCOPH è l’area per te!La Standing Committee On Public Health (SCOPH) è la Commissione Stabile sulla Salute Pubblica: si tratta dell’area tematica in cui lo studente di Medicina diventa portavoce di un mes-saggio di educazione sanitaria a livello internazionale, nazionale e locale; sarete il vento che soffia impetuoso per

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Smile-x project è un progetto di clownterapia che nasce nel 2006 all’interno del SISM e dal 2011 è attivo anche nella nostra sede locale di Roma Sant’Andrea.Il progetto trova le proprie radici nella considerazione che il decorso clinico di un paziente ospedalizzato risulta mi-gliore se oltre ai farmaci riceve amore e sorrisi.“Ridere non solo è contagioso ma è anche la migliore medi-cina” questo diceva Patch Adams, il medico che ha aperto la strada alla clownterapia e le porte degli ospedali ai sor-risi e all’affetto dei clowns.Se un sorriso ed un abbraccio possono aiutare un paziente, noi futuri medici dovremmo essere i primi ad adottare la gioia e l’amore come parte integrante della nostra futura professione, della nostra persona.

vi, avete la mente fresca, un cuore non ancora inquinato e compromesso ed una rete di persone che vi potranno insegnare una medicina diversa, in una università diversa.E per non fare del caso di via Scarpa un nulla di fatto, iniziate ad avvicinarvi alla medicina dalla porta principale e non come si fa di solito tra una radice quadrata negli scantinati ed una formula di chimica inorganica sul retro, iniziate a fare i piccoli passi approfondendo temi come il diritto alla salute, i conflitti d’interessi con le case farmaceutiche e i determinanti di salute, ed altro ancora che possa inse-gnarvi la salute globale e la ricerca del benessere del paziente. E quando vorrete fare domande, ricevere materiale sul quale iniziare ad approfondire questi concetti, o semplicemente farvi una chiacchierata, condivideremo insieme questa lunga strada. In bocca al lupo per il vostro percorso e la vostra missione di medico!

La redazione de “Il Bugiardino”

IL SISM è una libera associazione no-profit fra studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia; è un’associazione di volontariato, apartitica, aconfessionale, non lucrativa.Il SISM è membro effettivo dell’IFMSA (International Federation of Medical Students’ Associations), una ONG che federa le varie As-sociazioni Nazionali di Studenti in Medicina di tutto il mondo, in relazione ufficiale con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e con le Nazioni Unite.Ci adoperiamo per rispondere ai bisogni di salute dell’individuo contribuendo alla formazione accademica, etica ed intellettuale degli studenti ed all’educazione sanitaria della popolazione.Ci occupiamo di Pedagogia Medica, Diritti Umani e Salute Globale, Salute Pubblica, Salute Riproduttiva, Rispetto della Donna e delle Diversità Sessuali. Inoltre organizziamo, tramite l’IFMSA, scambi internazionali al fine di favorire la crescita degli studenti attraverso il confronto con altre realtà ospedaliere e universitarie.Il SISM si organizza sul territorio tramite 37 Sedi Locali. Noi siamo la Sede Locale di Roma Sant’Andrea, e insieme cercheremo di inte-grare la vostra vita universitaria con attività, iniziative, incontri che, speriamo, renderà questi anni più piacevoli e più utili, come persone e come medici!

Segretariato Italiano Studenti Medicina

La Clowntwerapia SmileX

Questi gli obiettivi del nostro progetto che per il momento vedono noi clowns impegnati nei reparti dell’Ospedale San-t’Andrea ma pronti e organizzati ad affacciarsi a nuove esperienze.Per unirti a noi scrivi a : [email protected] rivolgiti a :Marta Franchi III anno, Valentino Calvez III anno e Caterina Malatesta III anno e Marta Scarienzi II

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Numero 3 Dicembre 2012!! !!SISM Roma Sant’Andrea

Direzione via Scarpaa vi siete chiesti perché vi trovate a frequentare il primo anno di medicina a Via Scarpa e non all’ospe-

dale S.Andrea dove fino all’anno scorso si cominciava e si finiva l’intero percor-so di studio in medicina e chirurgia?Via Scarpa forse non è un caso, quale posto più adatto per iniziare a fare i primi passi di un lungo percorso che vi porterà ad essere degli ottimi medici e che vi darà tante soddisfazioni? Perciò attenti ad ogni piccolo passo che fate verso il vostro traguardo, fatevi aiutare da altri studenti che ci sono già passati, vi potranno aiutare a non prendere scor-ciatoie osannate e pubblicizzate dal no-stro sistema universitario e sociale.

Via Scarpa forse non è un caso, perché arriverà il momento in cui le scarpe le userete non solo per camminare ma an-che per prendere a calci le raccomanda-zioni, il pensiero mafioso, le ingiustizie, la medicina che non appartiene al medi-co che ricerca il benessere comune e che non lo persegue con mezzi leciti, onesti, pieni di ideali. Perché nel nostro mestie-re non vale la frase “il fine giustifica i mezzi”.Via Scarpa forse non è un caso, arrive-ranno momenti in cui le scarpe le usere-te per correre, per correre lontano dal-l’avana gloria, dalle lusinghe e dai com-promessi, perché stiate attenti a non sentirvi superiori rispetto a chi non è medico o a chi non ce l’ha fatta al primo

colpo, mantenendo uno spirito umile. Via Scarpa forse non è un caso, perché arri-verà il momento di protestare e di lancia-re le scarpe addosso a chi cercherà di intorpidire la vostra umanità, perché in-contrerete professori che dietro la scriva-nia sono grandi oratori di pace e che die-tro un camice diventano insensibili e incuranti di fronte alla sofferenza dei pazienti, mettendo al primo posto il de-naro, la carriera, l’arrivismo universitario e secondariamente la necesstà del malato di essere ascoltato e sentirsi protetto. Cacciateli dai vostri ideali di medico.Via Scarpa tutto sommato non sarà un caso ma non è neanche poi così male, perché vi possiate ricordare che oltre alle scarpe avete altri strumenti per difender

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