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SOMMARIO pag.2 - Il cammino della donna araba pag.4 - pag.6 - Joumana Haddad: Brutte abitudini Progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati RADIO trafiko DIRITTO DI PAROLA Direttore Responsabile: Roberto Bazzano - Editore: Cooperativa “Il Leprecauno” - Pubblicato presso: Coop Tipograf-Savona anno II - N°2 - 2010 mensile in distribuzione gratuita www.radiotrafiko-dirittodiparola.org reg. N° 4/09 del 20/07/09 Tribunale di Savona pag.7 - I “saloni di lettura” pag.8 - Fadwa Tuqan: Dietro le mura IL CAMMINO DELLA DONNA ARABA

Il Cammino Della Donna Araba

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SOMMARIOpag.2 - Il cammino della donna araba

pag.4 -

pag.6 - Joumana Haddad: Brutte abitudini

Progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Socialicon il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati

RADIO trafikoDIRITTO DI PAROLA

Direttore Responsabile: Roberto Bazzano - Editore: Cooperativa “Il Leprecauno” - Pubblicato presso: Coop Tipograf-Savona

anno II - N°2 - 2010

mensile in distribuzione gratuita

www.radiotrafiko-dirittodiparola.org

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pag.7 - I “saloni di lettura”

pag.8 - Fadwa Tuqan:

Dietro le mura

IL CAMMINO DELLA DONNA ARABA

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IL CAMMINO DELLA DONNA ARABATante volte, quando si tratta il tema dell’emancipazione della donna araba, si parla di un tempo relativamente recente. Giustamente per capire la situazione della donna araba e lo sviluppo che ha avuto, bisogna cominciare a rintracciare il suo percorso magari andando indietro nel tempo fino ai periodi preislamici.In tanti libri di storia sulla vita prima dell’islam, la donna viene oscurata come figura attiva sia nella società che nella politi-ca. La posizione della donna non è stata così brutta in tutte le zone del dominio arabo. A livello della politica vengono citati nomi famosi come la regina Balkis, regina dello stato di Saba (lo Yemen Meridionale). É vero che non si sa esattamente se sia esistita o meno, ma sia nella Bibbia che nel Corano, si parla della regina di Saba. Secondo alcuni storici, Balkis, ha dovuto affrontare tanta opposizione dal principio del suo regno essendo la prima donna che arrivava a questa posizione. A parte le donne che appartenevano alle famiglie reali, nella storia preislamica c’erano tante donne che lavoravano come imprenditrici, in commercio e le più famose di tutte sono le poetesse arabe. Donne come Khadija bint Khouailed che poi sarebbe diventata la prima moglie di Maometto. Khadīja mandò da sola avanti, con buona efficienza, l’attività mercantile ereditata, e Maometto accompagnò alcune carovane da Mekka verso il sud al suo servizio.Come è stato detto prima, le donne avevano diversi ruoli nella società, è vero che c’era l’usanza di seppellire vive le figlie appena nate e che le donne furono vendute, ma donne come Aljalila bint Morrah e Al-Khansaa’ espressero il loro orgoglio, la tristezza e il dolore con delle bellissime poesie.E con il passaggio della società araba alla religione nuova, vennero stabilite nuove regole di convivenza specialmente tra uomo e donna, regole legate alla eredità, al matrimonio e regole per proibire il seppellimento. Questo passo nella storia della donna è stato spesso interpretato come l’inizio della sottomissione. Il primo diritto che è stato garantito è il diritto alla vita quando viene proibita la sepoltura delle femmine appena nate (usanza che fu molto diffusa nella penisola arabica). Il diritto a scegliere la propria religione dato che molte donne si convertirono all’islam contro il volere dei loro mariti o delle loro famiglie. Il concetto di uguaglianzatra tra l’uomo e la donna (è vero che al momento della eridità la donna prende la metà rispetto al maschio) è dichiarato da questa nuova religione con la responsabilità e l’ugualglianza tra il uomo e la donna nei diritti e nei doveri.Ma guardando o leggendo alcuni esempi, si può capire che non lo era per davvero. C’erano donne che partecipavano alle guerre di Maometto, combattevano, cucinavano e curavano i feriti. Una delle donne più ricordate dalla storia fu una ragaz-za beduina che si chiamava Khaula bint al-azzuar, e combattè nell’esercito musulmano mascherata ed era anche una una poetessa.Durante il regno della dinastia Umayyade, la donna araba ha avuto ruoli più importanti. Alcune come le madri dei Khalife e le loro mogli, parteciparono alle scelte politiche. Altre donne, invece, ebbero ruoli nelle opposizioni e nelle rivoluzioni contro Mu’auya bin Abi Sufian, il primo khalifa nella dinastia Umayyade, come Arua bint al Harithache che disse chia-ramente al khalifa “Hai preso ciò che non è un tuo diritto”. Durante questo periodo, alcune donne cantavano, ballavano e tante erano poetesse famose. Maisoun Bint Ba’dal, rifiutò il re come marito e preferì la vita nel deserto come si legge in una delle più famose poesie in quell’epoca. La dinastia Umayyade terminò nel 750 D.C e lasciò il mondo arabo sotto il governo della dinastia Abbasidi. Qui la vita inizia con tante aspettative, sviluppo, apertura su altre culture, guerre al livello sia interno che esterno, conflitti, letteratura, scienza. Regine come Alkhaisuran e Zubaida la moglie di Haron Arrashid, ebbero dei ruoli essenziali nella vita politica del mondo islamico. Dunque, fino a un certo punto la donna è rimasta coinvolta nella vista sociale. Dopo questo periodo e con la mescolanza con altre culture che favorivano il velo e l’isolamento della donna arriva la voce di uno scrittore che si chiamava Ibn Almukaffa’ di origine persiana, e le voci dei Khalife nella seconda parte dell’epoca Abbasisi che volevano isolare le donne e proeibirle di participare nella vita sociale. Infatti, alle donne viene proibito di partecipare in attività che impilicano mescolanza con gli uomini, e vengono applicate altre regole sull’apparire della donna che viene costretta a co-prirsi il viso.Questo è stato il punto di svolta nella vita delle donne arabe dopo l’Islam, la donna viene quasi esclusa dalla vita sociale, politica,ecc, salvo poche donne che si trovavano in una posizione più vicina al potere.Crolla il regno degli Abbasidi, e il mondo arabo viene diviso in tanti principati e stati. Guerre, Mongoli, Crociati ,Mamluki,e poi gli Ottomani. Qui non ci sono evidenti nomi di donne importanti o famose tranne poche come la regina Shajaret Eddor ai tempi dei Mamloki in Egitto. Le donne avevano qui due ruoli totalmente contrari e simili: donne di divertimento (di solito erano le schiave) e donne casalinghe. É vero che dal Sedicesimo secolo la vita pubblica della donna è cambiata, ma poche scuole coraniche per le ragaz-zine esistevano. Huda ShaarawiIl contributo Ottomano maggiore, è stato quello di far passare una legge per proibire gli abiti dei Mamalik, e quindi sia le donne che gli uomini hanno dovuto cambiare le loro abitudini e seguire un modo diverso di vestire. La maggior parte delle donne indossavano un abito nero sopra gli abiti colorati e mettevano il Burqa’ . Qui c’è da dire che il controllo Ottomano non ha coperto interamente la zona araba.

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Arriviamo quasi alla fine della presenza ottomana nel mondo arabo, che ora è diviso in stati e territori. Iniziano i primi tentativi europei di conquistare questi territori, ma iniziano anche le rivoluzioni per la libertà. In Egitto due rivoluzioni: la prima è quella di Ahmed Urabi nel 1881 e poi quella di Saad Zagloul nel 1919, e da qui inizia un’altra storia. Zagloul, che è stato educato da Rafaa El Tahtaoui e Mohamed Abdo, che avevano tante idee liberali specialmente per quanto riguarda la donna, chiese alle donne di togliersi il Niqab . Qasem Amin, nel 1899 pubblicò il libro Tahrir al-marah (La liberazione della donna) in cui invitava la donna araba a liberarsi del velo per prendere attivamente parte alla vita del paese. Huda Shaarawi, una donna che era stata sposata a 13 anni, è stata la prima a farlo come era stata una delle prime donne a partecipare nelle manifestazioni contro gli inglesi, ma non solo. Nel 1923 dopo il suo ritorno da una conferenza a Roma per le unioni femmi-nili, fondò l’Unione delle donne egiziane e nel 1935 divenne il presidente dell’unione delle donne arabe e il vice presidente del comitato internazionale per le donne. Tante altre donne sono state con lei in questi passi come la scrittrice Malak Hafni Nasif, Safia Zagloul e Ester Fanous. In Libano, Alia Al Mounzer, una cantante e principessa, divenne la prima donna che guidò un’auto in Libano negli anni venti del secolo scorso. Nel 1906 Labiba Hachem produsse una rivista intitolata Fatat Al sharq “La ragazza dell’oriente” , e nel 1910 Mari Ajami lanciò “Al arous”. Si potrebbe pensare anche che le guerre e le condizioni delle colonizzazione europea nel mondo arabo darano alle donne l’opportunità di participare alla lotta contro gli europee, ma non solo. Le donne iniziarono a studiare e a fare dei viaggi verso l’europa, e tornarono con nuovi visioni e nuo-vi idee sulla libertà delle donne.. Aadela Baiham Al jazairi, fondò la prima unione femminile in Siria nel 1933 e partecipò alla liberazione di tanti ribelli dagli ottomani. Una delle esperienze indimenticabili fu quella di tante donne algerine degli anni cinquanta. Una lotta contro i francesi e una lotta per la loro libertà. Khadeeja al Jahmi, una donna libica (bambina in quell’epoca) mandò una lettera a Mussolini dicendo lo che non era giusto quello che faceva in Libia. Sono tanti tanti esempi Nazek al Malaeeka dall’Iraq. Zakia al tabbal Shadlia e Saaida Bou zeklou in Tunisia.

Mariam Shadid

Hayat Sindi

Damasco 1937

Ma al giorno di oggi, e dopo l’indipendenza della maggior parte dei paesi arabi, dove sta la donna? dov’è arrivata?

Mariam Shadid : una donna marocchina è la prima donna maroc-china ad arrivare all’antartico in una missione scientifica esplo-rativa.Dalia Mogahed: una donna egiziana, è la prima donna musulma-na con il velo che entra alla Casa Bianca e diventa consulente del presidente americano.Hayat Sindi: Una donna medico dell’arabia saudita. Ha inventato una macchina che combina gli effetti della luce con gli ultrasuoni per utilizzarla in biotecnologia.Najah Attar: Siriana è la prima donna vice presidente nel mondo arabo.Lubna al olayan: Saudita è una delle 50 donne più potenti al mon-do, una donna d’affari, dirigente esecutivo di un’enorme azienda con 20.000 dipendenti.E da non dimenticare Lubna Ahmed Hussein: giornalista Sudanese, arrestata nel 2009 perché indossava un paio di pantaloni.Atwar Bahjat: Giornalista Irachena, poetessa e scrittrice; ha lavo-rato per Al-jazeera poi Al-Arabiya. Assasinata nel 2006.

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Huda Shaarawi

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Nazek al Malaeeka

Lubna Ahmed Hussein

Atwar Bahja

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Brutte Abitudini Diceva che l’amore assomiglia al gioco E che lei perde sempre Diceva che era una brutta abitudine Che non si azzardava a curare. Diceva di temere la luce Nonostante avesse sacrificato molte notti Si accontentava della sua solitudine Non curava le amicizie Ma cadeva dalla sua nube Ogni volta che la pioggia la conduceva a terra. Diceva che la sua gioventù era invano Di essere dolce suo malgrado Ma poi si mostrava crudele Perché la tenerezza è come l’amore Una brutta abitudine Ed anche quel silenzio Di cui non potrà mai fare a meno. Diceva di essere una donna lassa Inadatta al sonno Ma dormiva per diventare un embrione E sprofondare negli abissi, una donna esaurita Svuotata ogni giorno dai suoi vizi Ma che non voleva guarire. Diceva di essere una perdente di natura Perdente per meritare la vittoria Diceva infine che la vita è una brutta abitudine Dalla quale forse non guarirà Con un po’ di determinazione E molto oblio. (Tradotta da Valentina Colombo)Joumana HaddadDue mani verso l’abisso Libano, 2000

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I “saloni di lettura”I saloni di lettura nel mondo arabo non sono un fenomeno nuovo, specialmente quelli organizzati da scrittrici e poetesse famose. Infatti, la donna araba ha sempre avuto il ruolo principale nell’or-ganizzazione di questi saloni. La prima fu Sakina bint Al-hussain, una discendente di Maomet-to, da lei andavano i poeti a recitare le loro poesie, e si dice che lei desse il proprio giudizio sulla qualità. Il salone più famoso, comunque, era quello di Wallada bint Al-mustakfi, una principessa di Cordova e una dei simboli dell’emancipazione femminile in quei tempi, ma non solo. Questo luogo era un luogo di incontro per tanti intelettuali e scrittori arabi.I tempi moderni hanno, invece, visto tipi di Saloni di letteratura più sviluppati. Dopo tanti anni di emarginazione, una donna siriana di Aleppo, Mariana Marrash ( 1849-1919), aprì il primo salone di nuovo tipo nel mondo arabo, dove venivano famosi scrittori e intelletuali a discutere dei vari generi di letteratura e per godere della musica che Mariana suonava al pianoforte. La libanese Mai Zeiyada, 1886-1941, aveva il salone più famoso in assoluto, perchè non era sem-plicemente un luogo di incontro per discutere solo la letteratura. Da Mai, venivano i grandi nomi della letteratura e della politica e si discutevano anche opere inglesi e francesi; in questo salone quindi avveniva uno di scambio culturale tra occidente e oriente.Huda Sha’rawi, aveva anche un salone nel suo palazzo in stile orientale dove venivano gli in-telletuali e politici dell’epoca.Quando l’associazione letteraria a Damasco è stata sciolta nel 1921, i membri hanno trovato una nuova forma di espressione: la casa di Mari Agiami, una casa damascena. Scrittori, poeti, intelletuali e molti altri trovavano in questo salone un rifugio per discutere, presentare nuove opere e ascoltare la musica.Negli ultimi anni sono stati aperti tanti saloni di lettura, con nomi famosi come Colette Khou-ri, Ibtisam Assmadi e tante altre, tutte donne che hanno dedicato gran parte della loro vita alla letterattura e a tutto ciò che accadeva intorno. Oggi ci sono tanti di questi saloni in diversi paesi arabi, come quello di Maha Ftehi in Arabia Saudita.

Mai Zeiyada

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Provincia di Savona

Fadwa Tuqan DIETRO LE MURA Un’ingiustamanol’hacostruitaedèrimastainpiedicomeunamaledizioneeterna.Hoguardatolesuelugubrimura,impolveratedailunghisecoli,gridando:mitoglietelaluceelalibertà,manonpotretespegnerenelmiocuorelascintilladellasperanza.Maledetti,potretesoffocareognisognocherinverdisceedalimentailmiocuoremailmiocuorenoncesseràmaidisognareanchesesaràchiusoinunacella.Semillecatenemileganoaltrettantealifantastichemifannovolare.Maledetti,un’altrapersonadavantiavois’inchinerebbeetacerebbedavantiallafuria;iomaicesseròd’esserelibera.Canteròidesideridellamiaanimaanchesemischiaccereteincatene.Ilmiocantoscaturiscedallaprofondità. (“Sola con i giorni”, il Cairo, 1952)

questo numero è stato curato daEkhlass Samarah