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SETTIMANALE | n° 04 | 22 maggio2012 20 11 42 Il Napoli vince il trofeo nazionale che mancava conquista la sua prima Champions League i. Nadal e Djokovic. dal 1987 Anche i più forti non sono imbattibili. Il Chelsea batte il Bayern Monaco ai rigori e Stessa Storia. Stesso posto. Stessi Protagonisti IL CIELO É SEMPRE PI� BLUES! 25 Ed eccoci all’epilogo di un’appassionante serie B , che ci regala due squadre (e che squadre) in serie A. 32 la prestigiosa competizione che vedrà affrontarsi le migliori sedici nazionali europee. Dopo quattro anni di attesa, sta per tornare

Il cielo è sempre più Blues! Supporters Magazine n°4

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Supporters è una rivista sportiva online, nata dall’idea di un gruppo di giovani catanesi, appassionati allo sport e particolarmente sensibili alle innovazioni apportate dalla tecnologia. In un’ epoca in cui internet e il web sono ormai indispensabili, abbiamo pensato di creare questo magazine settimanale per tenere informati i nostri lettori sui principali avvenimenti sportivi nazionali e non. Supporters conterrà rubriche sulla serie A, la Champions League, l’Europa League, Euro 2012, il calcio estero, il calciomercato e uno spazio dedicato ai pronostici. Il magazine uscirà il martedi di ogni settimana e sarà aperto ad ogni tipo di collaborazione con chiunque abbia voglia di scrivere sugli eventi sportivi più disparati. La consultazione della rivista è assolutamente gratuita e, a breve, sarà disponibile anche l’applicazione per iphone e ipad.

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SETTIMANALE | n° 04 | 22 maggio2012

20

11

42

Il Napoli vince il trofeo nazionale che mancava

conquista la sua prima Champions League

i. Nadal e Djokovic.

dal 1987

Anche i più forti non sono imbattibili.

Il Chelsea batte il Bayern Monaco ai rigori e

Stessa Storia. Stesso posto. Stessi Protagonisti

IL CIELO É SEMPREPI� BLUES!

25 Ed eccoci all’epilogo di un’appassionante

serie B , che ci regala due squadre (e che squadre) in serie A.

32la prestigiosa competizione che vedrà affrontarsi

le migliori sedici nazionali europee.

Dopo quattro anni di attesa, sta per tornare

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> Roberto Di Matteo

Sciaffusa (Italia)29 maggio 1970)Allenatore del Chelsea

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EDITOR AND FOUNDERClaudio MaMMana

GRAPHIC DESIGN Claudio MaMMana

REDAZIONE

PHOTOSSupporters Magazine non è responsabile delle foto pubblicate al suo interno poichè sono proprietà dei rispettivi autori.

Tutti i diritti sono riservati.

CAPOREDATTOREPaolo Meli

CALCIO EUROPEOalessio Piso

Claudio MaMMana

Paolo Meli

angelo Pierino

Benny CusiMano

CALCIO ITALIANOluCa Piso

alessio Piso

CALCIO INTERNAZIONALEClaudio MaMMana

alessio Piso

NBAPietro d'angelo

TENNISangelo Pierino

ATTENZIONE - Il materiale presente all’interno di Supporters Magazine non può essere riprodotto (tutto o in parte) senza l’espressa autorizzazione dell’ editore. L’ editore non si assume alcuna responsabilità di qualsiasi natura derivanti da o in connessione con i contenuti di questa pubblicazione. L’editore non fornisce alcuna garanzia circa la completezza o accuratezza dei suoi contenuti.

> Didier Yves Drogba Tébily

Abidjan (Ghana)11 marzo 1978)Attaccante del Chelsea

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Supporters è una rivista sportiva online, nata dall’idea di un gruppo di giovani catanesi, appassionati allo sport e particolarmente sensibili alle innovazioni apportate dalla tecnologia.In un’ epoca in cui internet e il web sono ormai indispensabili, abbiamo pensato di creare questo magazine settimanale per tenere informati i nostri lettori sui principali avvenimenti sportivi nazionali e non.Supporters conterrà rubriche sulla serie A, la Champions League, l’Europa League, Euro 2012, il calcio estero, il calciomercato e uno spazio dedicato ai pronostici.Il magazine uscirà il martedi di ogni settimana e sarà aperto ad ogni tipo di collaborazione con chiunque abbia voglia di scrivere sugli eventi sportivi più disparati.La consultazione della rivista è assolutamente gratuita e, a breve, sarà disponibile anche l’applicazione per iphone e ipad.

LETTERA DAGLI EDITORI

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> Walter Mazzarri

San Vincenzo (Italia)1 ottobre 1961Allenatore del Napoli

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CONTENUTI

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l cielo � sempre pi� blues

Trionfo azzurro all'olimpico

Nadal conquista gli internazionali d'italia

Polonia - Ucraina: EURO 2012

Pescara e Toro...roba da A!

Sharapova regina di Roma

NBA per tutti!guida per i meno esperti

NBA - PlayOff

Montpellier: primo atto!

di Angelo Pierino

di Paolo Meli

di Luca Piso

di Angelo Pierino

di Pietro D'angelo

di Pietro D'Angelo

di Alessio Piso

di Angelo Pierino

di Benny Cusimano

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di Angelo Pierino

E’ La partita più attesa in Europa. Una partita solitamente giocata in campo neutro. Quest’anno è di-verso. La città assegnata per di-sputare la finale è anche la città madre di una delle due squadre finaliste. Tutti o quasi credono nella vittoria dei tedeschi, mag-gior tasso tecnico e agevola-zioni dovute al fattore campo. Questa Champions, già ricca di sorprese ,basti chiedere a chiunque avesse scommesso su una finale senza gli alie-ni spagnoli, non si smentisce nemmeno all’atto finale. Par-tita dominata dai bavaresi, ma a fare la differenza, alla fine, sono il cuore e l’orgoglio dei Blues. Bayern e Chelsea che devono far fronte a diverse as-senze, causa squalifica. Badstu-ber, Alaba e Luiz Gustavo da una parte, Meireles, Terry, Ivanovic e Ramires dall’altra. Per fronteg-giare le assenze Heyncknes sposta Lahm a destra e colloca Contento

a sinistra. Tymoshchuck e Boateng posti centrali davanti a Neuer. Kroos

accanto a Schweinsteigher in media-na con Muller-Robben-Ribery die-

tro Mario Gomez. Speculare il modulo scelto da Di Matteo che sceglie la coppia

David Luiz-Cahill di fronte a Cech con

Cole e Bosingwa a completare il reparto. A Mikel e Lampard vengono affidate le chiavi del pressing e della regia. Fase offensiva af-fidata a Kalou, Bertrand e Mata con Didier Drogba unica punta.La prima frazione di gara delinea già le ge-rarchie di una partita che in molti vedono come già scritta. Bayern offensivo e spin-to dai tifosi verso il titolo da festeggiare in casa propria, Chelsea catenacciaro e deside-roso di colpire e affondare in contropiede così come ben si è fatto contro i marzia-ni blaugrana. I primi brividi sono di mar-ca bavarese con i giocatori del Bayern però imprecisi sotto porta. L’assetto tattico di Di Matteo, con Kalou e Bertrand spesso e vo-lentieri sulla stessa linea di Lampard e Mikel, limita le scorribande dei terzini tedeschi e le percussioni dei centrocampisti centrali. Tutto o quasi dipende perciò da Robben e Ribery, che però non combinano molto fino all’intervallo. Eccezion fatta l’incrocio dei pali colpito dall’olandese su una mezza papera di Cech. Per il resto il primo tempo si chiude così come era cominciato, ma sen-za scossoni. Il Bayern fa la partita, il Chelsea si difende e quando può riparte. I bavaresi vanno a riposo con 13 tiri all’attivo contro i 2 dei Blues, 8 corner battuti contro zero. Il risultato dice 0-0 ma i numeri parlano chiaro.La seconda frazione è un monologo. Chel-sea schiacciato nella propria metà campo. Il gol sembra essere sempre più nell’aria ma

IL CIELO É SEMPRE PI� BLUESIl Chelsea batte il Bayern Monaco ai rigori e conquista lasua prima Champions League!

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non arriva. Cech si dimostra attento e pre-ciso in quasi tutte le circostanze. David Luiz e Cole si immolano sui tiri a botta sicura di Muller e Kroos. Ecco che però all’83’ Mul-ler riceve un bel cross dalla sinistra schiaccia di testa il pallone ,che dopo aver accarezza-to la traversa, si insacca in rete. E’ l’apote-osi. Esplode la festa dell’Allianz Arena con i tifosi bavaresi in attesa del fischio finale. Heyncknes decide di coprirsi e sostituisce l’autore del goal con Van Buyten. Ironia della sorte: a un minuto dal 90’ sugli svilup-pi di un rarissimo calcio d’angolo battuto dal Chelsea, Drogba sale in cattedra, svet-ta bruciando sul tempo Jerome Boateng e batte Neuer. E’ 1-1. Blues in delirio. Si va ai supplementari. Drogba rischia di com-promettere tutto. Atterra nella propria area Ribery. Penalty per il Bayern. Si incarica della battuta Arjen Robben. Cech è super e neutralizza il tiro. Da qui in poi è il Chelsea

a prender coraggio. Il Bayern ha un uni-co sussulto con Olic. Nel secondo tempo supplementare le squadre sono stanche. I ri-gori sono inevitabili. Sbaglia Mata. Sbaglia Olic. Sbaglia Schweinsteigher. A Drogba il compito che a Mosca 2008 toccò a Terry. Tutti con il fiato sospeso. L’ivoriano però non sbaglia e il Chelsea è così Campione d’Europa per la prima volta nella sua storia. L’apoteosi del calcio difensivo per qualcuno, il chiaro segno per altri che gli dei del calcio per questa edizione della Champions Lea-gue abbiano predetto la vittoria dei Blues e non c’è stato verso di fare cambiare loro idea. Riguardare anche solo i centoventi minuti della finale, se non si vuol tornare troppo indietro, per appoggiare questa ipo-tesi. Un’eliminazione più che sfiorata con il Napoli agli ottavi, una qualificazione con il Benfica con una vittoria a Lisbona frutto di un solo tiro in porta in novanta minuti.

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Senza dilungarci troppo nel parlare della doppia sfida con il Barca eliminato da 3 tiri e con il rigore sbagliato da Messi a condire il tutto nel migliore dei modi. Completan-do l’opera nella serata di Monaco.Il tutto figlio di un allenatore, Roberto Di Matteo, arrivato a stagione quasi del tutto compromessa e capace di dar nuova linfa a un gruppo, stufo di Villas Boas, e desideroso di ottenere risultati. Complimenti ai due trofei conquistati (in-fatti alla Champions va sommata la vittoria della FA Cup a spese del Liverpool). Le stra-nezze del calcio. In questi giorni potrebbe non essere riconfermato. Per il Bayern inve-ce si passa da una stagione in cui si sognava il triplete a zero trofei in bacheca nel giro di venti giorni.Il tutto figlio di un allenatore, Roberto Di Matteo, arrivato a stagione quasi del tutto compromessa e capace di dar nuova linfa a

un gruppo, stufo di Villas Boas, e desideroso di ottenere risultati. Complimenti ai due trofei conquistati (in-fatti alla Champions va sommata la vittoria della FA Cup a spese del Liverpool). Le stra-nezze del calcio. In questi giorni potrebbe non essere riconfermato. Per il Bayern inve-ce si passa da una stagione in cui si sognava il triplete a zero trofei in bacheca nel giro di venti giorni.

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Roma. Anche i più forti non sono imbattibili. Il Na-poli vince il trofeo nazionale che mancava dal 1987. E lo fa meritatamente, togliendo alla Juve un record che du-rava dall’inizio della stagio-ne. I bianconeri sono l’ombra della squadra schiacciasassi vista durante il campionato. Probabilmente il Napoli è più motivato, vista la stagio-ne non proprio esaltante. Gli uomini di Mazzarri ,quando fiutano l’odore del-le coppe, si esaltano, eccome. E’ evidente sin dai primi mi-nuti di gioco. Due occasio-nissime per Zuniga e Lavez-zi e un fuorigioco quanto meno dubbio sbandierato a Cavani lanciato verso la porta.La juve, orfana di Chiellini,

soffre e non poco nelle re-trovie.Dopo il primo quarto d’ora di dominio azzurro, esco-no fuori i bianconeri. Ma la retroguardia partenopea è attenta e la Juve stenta a cre-are nitide palle goal. Una di queste arriva per merito di un inserimento di Marchi-sio, letteralmente falciato da Aronica al momento della conclusione.L’arbitro Brighi( non im-peccabile) lascia correre. All’intervallo è 0-0. La ripresa inizia sulla falsari-ga del primo tempo. Napoli in avanti, Juve raccolta nella sua metà campo. Al 16’ però Bonucci si traveste da Bab-bo Natale. Su un’innocua rimessa laterale da sinistra si addormenta e si lascia scap-pare via Lavezzi. Storari, sal-

tato lo stende sciagurtamen-te. Brighi indica il dischetto. Dagli undici metri si presen-ta Il Matador Cavani. Storari spiazzato e 1-0 Napoli.La curva partenopea è in-contenibile. Sente vicina l’impresa, ma sa che c’è an-cora da soffrire.Da adesso la partita prende una piega più che ovvia. Ju-ventus tutta in avanti alla ri-cerca del pareggio e Napoli pronto ad approfittare delle filminee ripartenze coi suoi tre tenori.Al 23’ Conte si mostra più pragmatista che sentimenta-lista. Fuori Alex Del Piero, dentro Vucinic. Per il capita-no bianconero ovazione di tutto lo stadio Olimpico.La Juventus ci prova due volte, prima con Bonucci, poi con Pepe, ma De Sanctis

di Paolo Meli

TRIONFO AZZURRO ALL’OLIMPICOCon un secco 2 a 0, firmato Cavani-Hamsik, il Napoli siaggiudica la Coppa Italia

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è reattivo in entrambe le oc-casioni.Il Napoli soffre, ma rimane a galla. E colpisce, spietato,con l’arma più tagliente in suo possesso, il contropiede.Pandev,subentrato a Lavezzi, serve in profondità Hamsik,

tenuto in gioco da Bonucci. Tocco morbido dello slo-vacco e tripudio azzurro su-gli spalti dell’ Olimpico. Il finale è da brivido. In-vasione di campo da parte dei sostenitori partenopei, a caccia dei loro beniamini.

Palese dimostrazione dell’at-taccamento passionale e vi-scerale di una città intera a questi colori. Festa grande in città fino all’ alba. Ovviamente sulle note di ‘O surdato nnamurato’

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Vincere da napoletano con il Napoli è un qualcosa di speciale, emozio-nante, bellissimo. Quando ho alzato la coppa Italia all'Olimpico ho pro-vato una felicità indescrivibile, incredulità, era un sogno che si avverava. Mi dicevo: davvero è capitato a me. E i compagni mi hanno fatto risalire da solo sul podio: alzala tu da solo la coppa lo meriti, falla vedere ai tifo-si. Ora capisco l'emozione che provò Antonio Juliano da napoletano ad alzare la coppa Italia. Auguro di vivere la stessa emozione in futuro a un altro napoletano che indosserà la fascia di capitano“

Paolo Cannavaro

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Sento importante questa Coppa Italia, ho giocato di più rispetto alla Coppa America anche se resta un trionfo importante per me e la gente dell’Uruguay. La nostra stagione è stata trionfale, siamo stati protagonisti su tre fronti. Vedremo se questo sarà un punto di partenza, ora pensiamo a festeggiare. Il mio obiettivo è migliorare sempre. I tifosi sono stati fan-tastici. La dedica? Ringrazio Dio per la forza che mi dà, naturalmente la mia famiglia.

Edison Cavani

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Ed eccoci all’epilogo di un’appassionante serie B , che ci regala due squadre (e che squa-dre) in serie A. La prima , il Torino , ha condotto un campionato sempre in vetta alla clas-sifica , con il profumo di A che si faceva più ghiotto partita dopo partita , minuto dopo minuto. L’altra, il Pescara, terzo vero e proprio miracolo di Zeman ( chiedere ai tifosi di Foggia e Licata ), ha condotto una stagione sulle ali dell’entusiasmo, accompagnato dalla voglia dirompente di un gruppo di giovani in ascesa. Ma facciamo il punto su queste due squadre , che si sono meritate la copertina della serie cadetta.

La squadra di Ventura , compartecipe anche lui di una bella promozione, quest’anno si era affidata all’esperienza. Vantando in rosa giocatori come Bianchi, Sgrigna , Antenucci e da gennaio Meggiorini, fallire la A era impossibile , un suicidio calcistico paragonabile nemmeno a un romanzo russo. Accompagnato dai gol dei suoi uomini migliori,il Torino , dopo 3 anni torna in A, e lo fa con forza, con determinazione , con spavalderia , con quel coraggio che gli era mancato nelle due ultime annate , nella quali non aveva avuto la forza di fare l’ultimo allungo , di dare quel qualcosa in più. Ora si spera per il la squadra di Torino un po’ di serenità e una lunga permanenza in A.

Venendo al Pescara; questa è la vera rivelazione del campionato. Una squadra giovane , talentuosa , vincente e determinata, in grado di sbigottire ogni appassionato di calcio e di far rimanere a bocca aperta gli stessi tifosi. Una conquista , quella della promozione, dopo 19 anni fra B e C (vecchia lega pro), che non poteva arrivare in modo migliore, con una vittoria in traferta , a Marassi , contro la Sampdoria per 3 a 1, una vittoria alla Zeman.Per l’anno prossimo , obbiettivo principale è quello di blindare i gioelli della casa. Troppo tardi per Immobile (destinazione Genova sfonda grifone), si pensa a trattenere , almeno per un altro anno , gli altri 2 super giocatori di questo formidabile Pescara ; Verratti , inseguito dalla Juve e Insigne , corteggiato dal Napoli. Altro dilemma è la permanenza di Zeman , vero e proprio burattinaio di questa squadra , con il calcio totale e tutto votato all’attacco,infatti potrebbe fare gola a molte squa-dre di altra caratura, e lo stesso boemo si potrebbe fare ingolosire da tali offerte. Staremo a vedere quest’estate. L’unica cosa certa è che l’anno pros-simo il Pescara sarà in A, con la speranza che anche in questa serie ci possa stupire e regalare bel calcio.I miracoli non si ripetono mai…..ma non avevamo considerato Zeman.

TORO E PESCARA….ROBA DA A.di Luca Piso

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Il Montpellier si aggiudica per la prima volta il titolo di campione di Francia,vincendo per 2-1 in casa dell’Auxerre. Abbiamo avuto un’ennesima dimostrazione che nel calcio non vince solo la squadra che detiene il capitale o gli investitori; infatti contro ogni pro-nostico è il Montpellier ad aggiudicarsi il titolo di campione di Francia. La compagine al-lenata da Girard ha dimostrato di avere oltre a giocatori talentuosi anche una grandissima amalgama,meritandosi il titolo ai danni del PSG. Quest’ultima con l’arrivo dell’ennesimo sceicco arabo ha compiuto una campagna acquisti importante,rilevando due giocatori su tutti: Sirigu e Pastore ma ciò non è bastato ai fini della vittoria del campionato.

Il Montpellier distacca di tre lunghezze il team allenato da Carlo Ancelotti. Nonostante gli scontri diretti sfavorevoli (Montpellier-PSG 0-3 e PSG-Montpellier 2-2) il team del-la cittadina francese è stato più cinico della rivale per quanto riguarda gli scontri con le “piccole” totalizzando ben 25 vittorie,7 pareggi e solo 6 sconfitte. Il punto di forza della squadra di Girard quest’anno è stato l’attacco, che vede come unico riferimento Olivier Giroud, classico centroavanti di sfondamento ma al contempo dotato tecnicamente,autore quest’anno di 21 reti. Il PSG è stato bocciato quest’anno ma chissà se l’anno prossimo lo sceicco non rimetterà mano al portafoglio e riporterà il titolo della ligue 1 a Parigi, titolo che manca da ben 18 anni.

MONTPELLIER: PRIMO ATTO.di Alessio Piso

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Dopo quattro anni di attesa, sta per tornare la prestigiosa competizione che vedrà affron-tarsi le migliori sedici nazionali europee. Dall’ 8 giugno al 1° luglio si giocherà l’edizione numero 14 del campionato Europeo di calcio, che si disputerà in Polonia e Ucraina. Nell’edizione 2012 saranno otto le città che ospiteranno gli incontri, divise a metà tra i due paesi ospitanti: Varsavia, Breslavia, Danzica e Poznan le esponenti polacche, Kiev, Do-netsk, Kharkiv e Lviv quelle ucraine. Il sorteggio per stabilire i gruppi della fase finale è avvenuto a Kiev il 2 Dicembre 2011. Riportiamo di seguito gli accoppiamenti:

GRUPPO A : Polonia*, Grecia, Russia, Rep. CecaGRUPPO B : Olanda, Danimarca, Germania, PortogalloGRUPPO C: Spagna, Italia, Irlanda, CroaziaGRUPPO D: Ucraina*, Svezia, Francia, Inghilterra

* Qualificate direttamente alla fase finale perché organizzatrici del torneo

Analizziamo le squadre di ogni singolo girone:

POLONIA – UCRAINA, EUROPEI 2012

Polonia

Grecia

di Benny Cusimano

La squadra polacca è pronta a scendere in campo sospinta dal pro-prio pubblico, cosa che influirà molto sul morale, e scommettiamo che sarà la rivelazione di questo torneo. Inserita in un girone non proprio proibitivo, la nazionale del CT Franciszek Smuda potrà contare su giocatori esperti come il portiere Fabianski(attualmente all’ Arsenal) e su due campioni di Germania con il Borussia Dortmund come il centrocampista Błaszczykowski e, soprattutto, Rober Lewandowski, autentica punta di diamante dello scacchiere polacco. Pronti a stupire.

Con l’avvicendamento in panchina del portoghese Fernando San-tos, la squadra ellenica ha messo insieme una serie di risultati po-sitivi privilegiando principalmente il gioco offensivo. La Grecia è decisa ad inserirsi tra le squadre “sorpresa” della competizione, po-tendo fare affidamento su giocatori affermati come Karagounis (ex Inter), un centravanti roccioso come Georgios Samaras e un mix di giovani che va ad unirsi ad un gruppo solido ed esperto.

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Olanda

Repubblica Ceca

Russia

Una rosa, quella degli “orange”, tra le più complete al mondo, gui-data da un tecnico, Van Marwijk, che di certo sa il fatto suo. Gli olandesi cercheranno certamente di emulare le gesta di Van Basten & Co., che portarono nell’ 88 all’unica vittoria di questa nazionale nella competizione. L’allenatore farà affidamento su giocatori di tutto rispetto iniziando dal portiere, uno tra i migliori al mondo, Stekelenburg (attualmente alla Roma), un centrocampo che mi-schia la qualità alla quantità grazie alle giocate di Sneijder (Inter), Robben (ala del Bayern Monaco), Van Bommel e De Jong. La di-fesa è il reparto che potrebbe creare dei problemi alla squadra che certamente non manca di potenziale offensivo, vedi Huntelaar e Van Persie, giocatori da 30 gol a stagione. Unico imperativo: VINCERE!

La nazionale ceca, nota per aver fatto conoscere al mondo cam-pioni del calibro di Nedved, il biondo pallone d’oro tanto caro al campionato italiano, o Poborsky, trascinatore ai tempi della Lazio, nell’ultimo periodo ha trovato parecchie difficoltà proprio per il cambio di generazione che sta affrontando la nazionale. La rosa attuale è composta da giovani promesse come i fratelli Michael e Vaclav Kadlec (rispettivamente terzino e punta), e giocatori più esperti come Rosisky e il portiere del Chelsea Petr Cech . Una na-zionale in cerca di riscatto che renderà la vita difficile a chiunque gli si presenti contro.

Una nazionale che beneficia di un campionato in piena ascesa, che sforna giovani di sicuro valore e affidamento, un allenatore, l’olan-dese Dick Advocaat, che fa dell’esperienza il suo punto di forza, un mix di giovani stelle e di giocatori con parecchi campionati sulle spalle. La nazionale Russa non può essere più identificata come na-zionale sorpresa, perché si è dimostrata negli ultimi tempi pronta per il salto di qualità. La qualità dei giocatori in rosa non è di certo inferiore a nessuna delle squadre al top: Arshavin, Pavlyuchenko, Zhirkov, Dzagoev solo per citare alcuni nomi che, siamo sicuri,alla lunga faranno la differenza.

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Italia

Germania

Danimarca

Dopo il risultato amaro degli ultimi mondiali in Sudafrica, la fede-razione ha deciso di affidare il comando della guida tecnica all’ex viola Cesare Prandelli, che da subito ha dimostrato grande perso-nalità, ed ha saputo utilizzare il pugno duro contro quei giocatori rei di aver contraddetto i valori etici e morali della nazionale (vedi Balotelli e Osvaldo). Della squadra che nel 2006 in Germania stupì il mondo intero, vincendo a sorpresa il titolo, è rimasto ben poco: il pilastro Buffon, De Rossi, il regista Pirlo e Barzagli. Il ct ha ringio-vanito la squadra inserendo campioni che fanno dell’estro la carat-teristica principale (Cassano e Balotelli su tutti), sperando che non si trasformi in un’arma a doppio taglio. La squadra beneficerà del blocco juventino che quest’anno più che mai ha dimostrato una solidità da primato. Quindi occhio a questa Italia che ovviamente non vorrà recitare il ruolo di comparsa.

È in assoluto la favorita per la vittoria finale e può vantare un ricco palmares,essendo la nazionale ad aver vinto il maggior numero di Europei in assoluto( ’72, ’80 e ’96). Negli ultimi anni la formazione tedesca si è piazzata tra le migliori del mondo, con un’organizza-zione calcistica di tutto rispetto. E’ in grado di unire tecnica, grinta e dinamismo letali per qualsiasi avversario. I giocatori da citare sa-rebbero troppi in questo miscuglio tra giovani talenti come Gotze, autore di una stagione strabiliante con il suo Borussia, Kiessling, attaccante prolifico del Bayer Leverkusen, e giocatori esperti e di sicuro affidamento come capitan Klose, il mastino Schweinsteiger, il trequartista tutta classe Ozil e tanto altro ancora che lasceremo scoprire a voi. PRONTI A DARE SPETTACOLO.

Inserita nel girone più incerto di tutto l’Europeo, la squadra scan-dinava sogna di replicare quanto di buono fatto nell’edizione del 1992, dove si dimostrò vera e propria sorpresa aggiudicandosi un titolo insperato. Adesso come allora, la squadra danese si presenta a questo torneo in punta di piedi, pronta a lottare con le grandi, affidandosi a giocatori affermati come Agger (pilastro difensivo in forza al Liverpool), Kjaer in cerca di riscatto dopo la deludente stagione vissuta a Roma, il capitano Christian Poulsen e la punta dell’Arsenal Nicklas Bendtner. Non si sa mai.

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Portogallo

Inghilterra

Croazia

La squadra portoghese è in cerca del riscatto dopo anni di delusio-ni dovuti ad un’unità di gruppo mai esistita e all’assenza di un vero bomber che riesca a decidere le partite con un semplice colpo da maestro. Problematiche che l’allenatore Paulo Bento ha cercato di limare portando entusiasmo attorno alla squadra, credendo in una rivincita possibile. Tutto è possibile quando dalla tua parte hai un fenomeno chiamato Cristiano Ronaldo che fa sfracelli in giro per l’Europa. È L’ORA DELLA RIBALTA.VINCERE!

: I nomi a questa nazionale non sono mai mancati, ma spesso non sono riusciti a fare la differenza ottenendo troppo poco rispetto alle potenzialità del gruppo. Il nuovo commissario tecnico, Roy Hodgson, ha affermato che farà affidamento sulla vecchia guardia per risollevare le sorti di questa nazionale sempre più deluden-te. Terry, Ferdinand, Lampard e Rooney sono pronti a lottare per questa maglia che negli ultimi tempi è stata sporcata da cattive azioni di calciatori strafottenti. GOD SAVE THE QUEEN!

La nazionale della penisola balcanica, qualificata seconda nel girone di qualificazione alle spalle della Grecia, arriva a Euro 2012 dopo aver battuto allo spareggio la Turchia. Un cammino non proprio facile per la formazione croata che ha trovato qualche difficoltà. Nonostante tutto può vantare tra le sue fila giocatori eccelsi come i difensori Corluka, Srna, un attaccante di qualità come Ivica Olic (che ha però trovato poco spazio nel Bayer di Monaco). Quello che è mancato è l’uomo squadra, il trascinatore: che sia proprio Modric sogno del prossimo mercato estivo?

SveziaNegli ultimi anni non è mai riuscita ad essere incisiva nella corsa al titolo, e difficilmente quest’anno potrà sorprenderci, a causa del-la mancanza di giocatori di qualità, se si esclude il gioiello Zlatan Ibrahimovic. I bookmakers non la piazzano tra le favorite, ma nel calcio nulla è scontato

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Francia

Spagna

Ucraina

La formazione di Laurent Blanc non dovrebbe trovare grosse diffi-coltà, con la sola Inghilterra che potrebbe insidiare il primo posto nel girone, i francesi cercano il riscatto dopo un mondiale del 2010 decisamente sottotono. Le qualità non mancano (Ribery, Malouda, Benzema), ma siamo sicuri che l’arma in più dei Blues sarà l’unio-ne del gruppo. In cerca di una conferma nel calcio moderno.

Prima testa di serie nei pronostici sulla vittoria finale, la squadra del mister Vicente Del Bosque negli ultimi anni ha vinto tutto quello che c’era da vincere, e siamo sicuri che non vorrà fermarsi di certo adesso. Una rosa completa in ogni reparto, la nazionale detentrice del titolo può contare sul contributo di fuoriclasse come il portiere Iker Casillas, il difensore blaugrana Piquè, un centrocampo che fa della qualità la sua arma in più, grazie alle giocate di Xavi e Inie-sta che hanno fatto grande il Barça , e sulla rinascita della punta Fernando Torres che nel finale di stagione sta dimostrando grande forma fisica con il Chelsea. Le “furie rosse” sono la squadra da bat-tere e certamente non sarà facile. L’APPETITO VIEN MANGIANDO!

Anche per la formazione ucraina vale il discorso fatto per l’altra organizzatrice del torneo, la Polonia. Il vantaggio di giocare in casa potrebbe essere fondamentale, spinti dal calore della propria tifoseria, aspetteranno un minimo passo falso da parte delle big del girone(Inghilterra e Francia) per inserirsi nella corsa al titolo. Tra-scinata dalle giocate del capitano Andrij Schevchenko(ex Milan) e dal centrocampista tutta grinta Tymoscuk. L’ARIA DI CASA PUO’ FARE BENE.

Repubblica d’IrlandaLa nazionale guidata dall’espertissimo tecnico italiano Giovanni Trapattoni, è tra le squadre meno attrezzate del torneo, e dovrà ve-dersela con gruppi più blasonati. I pronostici non la danno di certo tra le favorite, rischiando di uscire già al primo turno, ma come si sa le previsioni non vengono sempre rispettate. CHE SIA UNA SORPRESA?

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Non ci resta che augurarci che questi giorni passino in fretta e ci faremo trovare pronti per seguire la nostra squadra del cuore, sicuri che anche quest’anno assisteremo ad un torneo ricco di sorprese. Perché in fondo tutti noi abbiamo bisogno di calcio, che nonostante tutti i suoi problemi riesce ancora ad unirci in un’unica grande maglia: la MAGLIA AZZURRA!

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Una domenica ricca di eventi quella svoltasi a Roma.Le finali degli Internazionali d'Italia precedevano infatti la finale della coppa Italia di Calcio.L'incontro tra la russa Sharapova e la cinese Na Li dava l'inizio alle danze che avrebbero caratterizzato la lunga giornata romana.

La terra rossa del Foro Italico ha ormai incoronato la sua regina:Maria Sharapova. La testa di serie numero 2,infatti,trionfa per il secondo anno consecutivo al Masters 1000 che precede il Roland Garros. Trionfo ot-tenuto dopo una vera e propria battaglia durata 2 ore e 52 minuti di gioco. Prima di giocare il tie break decisivo,il match è stato sospeso per oltre due ore a causa del-la pioggia abbattutasi sulla capitale italia-na. Nessuno,probabilmente,ricorderà che questa è stata soprattutto una finale persa da Na Li. La vincitrice dell'ultimo Roland Garros,unica rappresentante della Cina a riuscire nell'impresa,stava per ripetersi a Roma finchè,in vantaggio di 4 game(4-0)e di un set,subiva la rimonta di una riva-le fino a quel momento irriconoscibile. Il vento della partita,a quel punto,sembra es-ser cambiato. La bella russa sfrutta così il momento no della cinese andando a con-quistare i 6 game successivi che portano,di conseguenza,la partita al terzo set. Terzo set che inizia così com'era finito il secondo,con Maria che in un attimo si ritrova 4-1 e 40-15. E' il momento perfetto per piazzare il colpo del ko,ma invece

Sharapova regina di RomaLa russa batte la cinese Na Li 2-1(4-6|6-4|7-6)e si aggiudicagli Internazionali d'Italia per il secondo anno consecutivo

di Angelo Pierino

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inizia un altro match. Na Li infatti rientra clamorosamente in gara con un parziale di 4 giochi a 0. Tutto di nuovo in discussione. Sul 5-5,con la cinese al servizio,la pioggia diventa protagonista e impone una prima sospensione di qualche minuto. La partita sembra aver deciso che dire-zione prendere quando la russa commette un errore clamoroso man-dando in rete uno smash facile. Match Point Li. Sembra finita,invece...da fenomeno vero qual è,la Sharapova porta il match al tie break. Partita nuovamente sospesa dopo una battaglia di 2 ore e 45 minuti. C'è biso-gno di altrettanto tempo per riprendere a giocare. Maria si porta sul 3-1. Na Li la riacciuffa sul 5-5 per poi sbagliare due dritti e regalare di fatto gioco,partita e titolo alla russa.

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Stessa Storia. Stesso posto. Stessi Protagonisti. Nadal e Djokovic. Il re della terra rossa e il n'1 del tennis mondiale. Sarà rivincita da parte dello spagnolo o il serbo riuscirà a riconfermarsi?

Il maltempo costringe i supervisori del torneo a po-sticipare la finale. Si giocherà Lunedì ore 12.A spun-tarla alla fine sarà il maiorchino,già campione in 5 edizioni,che si riprende la sua rivincita personale. L'andamento della partita,durata qualcosa in meno di 2 ore e mezza,sembra aver ritratto nuovamente la semifinale giocata da Nadal vs Ferrer con un grande equilibrio nel primo set e lo spagnolo,approfittando dei numerosissimi errori del serbo,che riesce a pren-dere il largo nel secondo. Un Djokovic lontano paren-te di quello visto contro Roger Federer. Il rovescio in diagonale e il dritto non hanno inciso come al solito. Una palla,quella del serbo,che sembrava pesare meno. Nel primo set abbiamo un quinto game segnato dal break di Nadal ai danni di Nole, che non si dà per vinto e recupera immediatamente controbrekkando l'avversario. I game successivi sono all'insegna di nu-merosi scambi fatti da fondocampo. Nessuno riesce a emergere. Sul 5-5 Rafa conquista però un altro break e di conseguenza chiude il primo set con il risultato di 7-5. Il numero uno appare nervoso. Rompe una racchetta scagliandola contro i pali di sostegno della rete. Sembra aver pagato la lotta di nervi e colpi del primo set, durato più di un'ora. Un secondo set dove si nota un Djokovic sempre più distratto. Inanella er-rori su errori. Subisce il break nel game d'apertura del set e non riesce più a riprendere la partita fino al 6-3 finale. Rafa così è padrone di Roma per la sesta volta in carriera. Adesso la lotta fra i due si sposta sulla terra di Parigi, al Roland Garros, dove Rafa arriverà da nu-mero 2 al mondo. Chi la spunterà stavolta?

Nadal conquista gli Internazionali d'Italia

É lui il re di Roma.

Per la sesta volta in carriera.

di Angelo Pierino

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Chi vi scrive si è avvicinato per la prima volta al mon-do NBA nel 2006, anno in cui, per la prima volta nella storia, un giocatore italiano fu selezionato come prima scelta assoluta al draft dai Toronto Raptors. Con l’in-gresso nel basket a stelle e strisce di Andrea Bargnani (e in seguito di Marco Belinelli e Danilo Gallinari), anche i media italiani si sono sem-pre più interessati alle vi-cende del campionato ame-ricano, tanto che sul digitale terrestre si cominciarono a trasmettere in chiaro e in di-retta alcune partite del cam-pionato più bello del mon-do. Vedendole mi si aprì un mondo nuovo davanti agli occhi. Mi appassionai così tanto al basket americano da cominciare a documentarmi sulla sua storia, sui giocatori, ho comprato libri, visto de-cine di dvd, e adesso, sebbe-

ne ci sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire, mi sono fatto una piccola “cultura” su di esso. Grazie alle nuove frontiere dell’informazione, quello che a prima vista può sembrare un mondo lontano, è in realtà a portata di mano. Sul sito nba.com è possibi-le vedere tutti gli highlights delle partite, ma sono tantis-simi i siti dedicati proprio al basket made in USA con i quali è possibile informarsi sullo svolgimento del cam-pionato e l’andamento delle varie squadre in corsa per il titolo. Il tutto è accessibile in maniera semplice e, soprat-tutto, gratuita. Ovviamente, dato che il sistema NBA è molto diverso rispetto al no-stro modo di intendere un campionato professionisti-co, all’inizio si può rimanere un pochino disorientati ma, in realtà, il sistema è molto più semplice di quanto sem-

bri. Per prima cosa, chiaria-mo cosa significa il termine “draft”, utilizzato all’inizio dell’articolo. Il draft è un meccanismo con il quale le squadre che non sono riuscite a classi-ficarsi ai playoff nell’ultima stagione, hanno la possibilità di scegliere e mettere sotto contratto i giovani più pro-mettenti che si sono dichia-rati “eleggibili”. Negli Stati Uniti, infatti, non esistono campionati inferiori dove i nuovi talenti possano “farsi le ossa”. Il sistema prevede che le università del paese possano offrire borse distudio per meriti sportivi a tutti quei giovani che han-no terminato il loro ciclo di scuole superiori, in modo da farli entrare nella squa-dra dell’università. Questi giocatori avranno l’occasio-ne di mettersi in mostra nel torneo nazionale delle uni

NBA per tutti – una piccola guida per i meno espertidi Pietro D'angelo

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versità (detto NCAA) che in America è particolarmen-te seguito (le partite sono viste in diretta televisiva da milioni di americani e oltre 70000 spettatori hanno assi-stito sugli spalti alla finale del torneo di quest’anno). Gra-zie al meccanismo del draft, anche le squadre meno forti della lega hanno la possibili-tà di crearsi un team vincen-te tramite l’innesto in rosa di giovani campioni. Un esem-pio è quello dei Chicago Bulls, che fino all’inizio de-gli anni ’80 avevano cono-sciuto solo stagioni disastro-se ma che, dopo aver scelto Michael Jordan al draft del 1984, formarono uno dei team più forti di sempre nella storia della NBA, arri-vando alla conquista di ben sei titoli. Anche i migliori giovani europei partecipa-no al draft, grazie a sempre più frequenti clausole nei loro contratti, che permet-tono loro di svincolarsi dalle società di appartenenza nel caso venissero scelti durante il suo svoglimento.Chiarito questo concetto, adesso è possibile adden-trarsi nel funzionamento del sistema NBA. Prima di tut-to, il campionato non cono-sce retrocessioni, così come del resto accade in tutti gli sport professionistici ameri-cani. La lega è composta da 30 franchigie, divise in due

gironi sulla base della loro posizione geografica negli USA: la Eastern Conferen-ce, con 15 squadre dell’est degli Stati Uniti, e la We-stern Conference, con le 15 squadre poste più ad occi-dente sulla cartina. E’ un po’ come se in Italia la Serie A fosse divisa in due gironi, uno meridionale e uno set-tentrionale, ma questi gironi non sono “chiusi”, quindi durante la stagione tutte le squadre si affronteranno al-meno una volta l’una con l’altra. Sempre mantenendo il paragone calcistico, ciò significa che, ad esempio, il Catania giocherà più partite contro le squadre del Meri-dione, ma ciò non toglie che almeno una volta durante la stagione dovrà affrontare il Milan. Così in America, dove le squadre dell’Est gio-cheranno tra di loro quat-

tro o tre partite, mentre con quelle dell’Ovest solo una o al massimo due. La stagione regolare si compone di 82 gare e dura solitamente da novembre fino ad aprile, ma quest’anno è stata eccezio-nalmente ridotta a 66 partite per il “lockout” (lo sciopero indetto dai giocatori per di-vergenze contrattuali con i proprietari delle franchigie).Al termine delle regular se-ason, le migliori otto squa-dre delle due Conference accedono ai Playoffs. Il ta-bellone dei Playoffs è diviso in base alle Conference: le due squadre che riescono a imporsi nelle rispettive par-ti dei tabellone dei Playoffs potranno contendersi il ti-tolo NBA nelle Finals. Sia i Playoffs che le Finals si gio-cano su serie al meglio delle 7 gare. Nella “peggiore” del-le ipotesi, un team NBA

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potrebbe quindi giocare ben 100 partite in una sola stagione, ossia una media di quasi una partita ogni due giorni. E’ evidente quanto possa essere massacrante, a livello fisico e mentale, una stagione NBA per un gioca-tore, anche considerato che gli Stati Uniti (per non par-lare del fatto che una fran-chigia ha sede a Toronto, in Canada) sono uno Stato in cui le distanze da un pun-to all’altro del paese posso-no essere molto conside-

revoli, con tre ore di fuso orario tra la costa orientale e quella occidentale, il che rende molto stressanti diver-se trasferte, che spesso sono molto ravvicinate tra di loro (anche due in due giorni!).Questa era una “picco-la” panoramica sul sistema NBA, grazie alla quale an-che i meno esperti potran-no avventurarsi alla scoperta del campionato in cui han-no giocato e giocano i più grandi campioni di questo sport. Seguendola e comin-

ciando a scoprire le storie dei giocatori e delle squadre che hanno fatto la storia di questa lega, scoprirete che l’NBA non è soltanto uno spettacolo cestistico di al-tissimo livello, ma qualcosa di più di un semplice sport. Passione, entusiasmo, rivali-tà... tutte queste emozioni si condensano in un palaz-zetto da 20000 spettatori che aspettano trepidanti la prossima grande giocata dei propri campioni. Chi ama il grande basket, ama la NBA

La scorsa settimana si è chiuso il primo turno dei Playoffs NBA. A Est spicca la clamorosa eliminazione dei Bulls, la squadra che durante la regular season aveva fatto registrare il miglior record di vittorie, ad opera dei giovani Sixers. Per il resto i pronostici sono stati rispettati, con il passaggio del turno dei Celtics, degli Heat e dei Pacers. Molto più inte-ressante la situazione ad Ovest, dove gli Spurs e i Thunders hanno dato un’impressionante prova di forza rispettivamente contro Utah ed i campioni uscenti di Dallas. Ben due serie invece si sono risolte solo in gara 7, con i Nuggets che si sono dovuti arrendere ai Lakers di Bryant mentre i Clippers di Paul e Griffin hanno superato di misura i Grizzlies, in quel-la che è risultata essere la serie più incerta e appassionante del primo turno.

Eastern Conference – First RoundCHICAGO BULLS – PHILADELPHIA 76ERS (2 – 4)Gara 1 : CHI 103 – PHI 91Gara 2: CHI 92 – PHI 109Gara 3 : PHI 79 – CHI 74Gara 4: PHI 89 – CHI 82Gara 5: CHI 79 – PHI 75Gara 6: PHI 79 – CHI 78

Nessuno avrebbe mai scommesso sul successo dei Sixers contro Chicago, anche se si può dire che la serie si è subito trasformata in Philadelphia contro Lazzaretto. L’infortunio

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NBA PLAYOFFS: IL PUNTO SULLA SITUAZIONEdi Pietro D'angelo

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in gara 1 al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro di Derrick Rose, che è sta-to l’apice di una stagione davvero difficile, dal punto di vista fisico, per il play dell’Illinois, ha infatti condizionato pesantemente i Bulls . Piove sul bagnato in gara 3, dove un altro importante elemento del quintetto base come il centro Joakim Noah deve dire addio alla serie per una brutta distorsione alla caviglia. I Sixers approfittano dello shock di Chicago per l’infortunio al loro uomo franchigia prima, e al loro centro titolare poi, per allungare nella serie vincendo gara 2, 3 e 4. Chicago ha una reazione di orgoglio in gara 5 dove, grazie ad una difesa super, riesce ad imporsi per 79 a 75 e ad evitare l’eliminazione davanti al proprio pubblico. La festa è però solo rimandata per Philadelphia, che in casa si aggiu-dica il passaggio del turno vincendo, in un finale thriller, 79 a 78. Decisiva la prestazione di Andre Iguodala, che mette a referto gli ultimi 2 dei suoi 20 punti con i tiri liberi della vittoria a soli 2 secondi dal termine dell’incontro.

Anche se i Bulls hanno molte scusanti dalla loro parte, questa sconfitta dovrebbe far ri-flettere seriamente Thibodeau e la dirigenza sulle future strategie di mercato. Durante la stagione regolare, Chicago ha conquistato il miglior record della lega pur dovendo fare a meno di Rose per 27 partite, e questo grazie alla miglior difesa della NBA. Ma se durante la regular season la difesa può nascondere le carenze dell’attacco, nei Playoffs, dove ogni avversario alza il proprio livello difensivo, queste vengono tutte drammaticamente a galla.I complimenti a Philadelphia che è stata brava a cogliere l’opportunità di battere i rima-neggiati Bulls. Sebbene la squadra della città dell’amore fraterno non possa seriamente

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ambire al titolo, questa vittoria darà una grossa iniezione di fiducia ad un team giovane e che ha voglia di mettersi in mostra.

MIAMI HEAT – NEW YORK KNICKS (4 – 1)Gara 1: MIA 100 – NYK 67Gara 2: MIA 104 – NYK 94Gara 3: NYK 70 – MIA 87Gara 4: NYK 89 – MIA 87Gara 5: MIA 106 – NYK 94

Tutto come da copione per gli Heat, che vincono senza troppi problemi la serie contro New York. I Knicks, dal canto loro, poco potevano contro le giocate dei Big Three di Miami, e vista come è andata sul campo la serie, è stato già un successo aver vinto una partita.Che le cose non sarebbero state affatto semplici per la franchigia della Grande Mela, si era già capito da gara 1, dove gli Heat si sono nettamente imposti 100 – 67, con il neo MVP Lebron James in grande spolvero mentre Anthony, Stoudemire e Chandler hanno saputo rispondere solo con un misero 5 su 25 dal campo. Come se non bastasse a ciò si è aggiunto l’infortunio al crociato del rookie Shumpert (lo stesso identico infortunio di Rose) e soprattutto quello terribile a Baron Davis. Per il “Barone”, lussazione della rotula, ginocchio in frantumi e carriera a rischio.

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A parte la reazione d’orgoglio di gara 4, grazie soprattutto ad un Carmelo Anthony da 41 punti, i Knicks si sono dimostrati ancora troppo immaturi (vedi l’assurdo infortunio che si è auto procurato Stoudemire a fine gara 2) e disuniti per poter andare avanti anche nella post season. Ci sarà molto da lavorare per coach Woodson che, sebbene sia riuscito a dare un minimo di equilibrio alla squadra, deve ancora riuscire a compattare un gruppo dalle grandi potenzialità.Gli Heat, invece, sembrano avere la strada spianata per le Finals. Ciò che più di tutto pre-occupa, però, è che alle spalle di James, Wade e (a volte) Bosh ci sia davvero poco o nulla. 319 dei 486 punti segnati nella serie sono stati messi a referto da questo trio, ma andando nel dettaglio ci si accorge di come quasi la metà dei punti totali sia stata segnata dai soli James e Wade. Il dubbio è che con squadre più solide e attrezzate, il talento delle due super stars di Miami potrebbe non bastare.

INDIANA PACERS – ORLANDO MAGIC (4 – 1)Gara 1 : IND 77 – ORL 81Gara 2: IND 93 – ORL 78Gara 3: ORL 74 – IND 97Gara 4: ORL 99 – IND 101Gara 5: IND 105 – ORL 87

Privi del loro centro Dwight Howard, i Magic arrivavano ai playoff con basse ambizio

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ni. Contro una squadra che può vantare una presenza di tutto rispetto in mezzo all’a-rea, come l’all star Roy Hibbert, l’assenza del lungo di Orlando si è sentita come un macigno e poco ha potuto il pur generoso Glen “big baby” Davis contro la frontline di Indiana. A parte la sconfitta a sorpresa di gara 1 (dovuta forse ad una eccessiva sicu-rezza), nelle quattro gare successive, la fran-chigia di Indianapolis ha voluto mettere le cose in chiaro sbarazzandosi senza troppa difficoltà della truppa di Van Gundy. Dav-vero ottimo il lavoro di coach Frank Vogel, che è riuscito a costruire senza troppo cla-more una squadra solida, completa in tutti i suoi reparti, che può vantare la presenza nel roaster, oltre che del già citato Hibbert, di all star passati come Granger e West, e di un possibile futuro all star come il rookie Paul George. Occhio a questi ragazzi che potrebbero davvero togliersi delle belle sod-disfazioni nel prosieguo di questa off season, così come fecero l’anno scorso i Grizzlies che sfiorarono la finale di Conference.Si chiude invece una stagione deludente per Orlando, tormentata dai rumors di merca-to su Howard. Incerto anche il futuro di Van Gundy, il cui rapporto con “Superman” è ormai paragonabile a quello tra israeliani e palestinesi. Non è da escludere che il centro sia arrivato a firmare il prolungamento del contratto perché rassicurato dalla dirigenza sul licenziamento del coach. Staremo a vedere cosa succederà nelle settimane successive. Peccato che una franchigia che partiva con ambizioni ben superiori, sia costretta a dover dipendere dai capricci di quello che dovrebbe essere il suo uomo simbolo e da un coach che in questi anni non è mai riuscito ad accaparrarsi le simpatie dello spogliatoio.

BOSTON CELTICS – ATLANTA HAWKS (4 - 2)Gara 1: ATL 83 – BOS 74Gara 2: ATL 80 – BOS 87Gara 3: BOS 90 – ATL 84Gara 4: BOS 101 – ATL 79Gara 5: ATL 87 – BOS 86Gara 6: BOS 83 – ATL 80

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Una serie che si preannunciava molto combattuta e che, invece, ha visto prevalere i Celtics in una maniera molto più agevole di quanto ci si aspettasse. E dire che le cose sembravano essersi messe male per Boston, dopo la sconfitta casalinga in gara 1 e l’espulsione nello stesso incontro di Rondo, che verrà poi squalificato per il match successivo. Invece, un immortale Paul Pierce, un redivivo Garnett e un Rondo che al rientro della squalifica fa registrare una tripla doppia e in seguito comincia a distribuire assist neanche fosse Gesù alle nozze di Cana, hanno trascinato i Celtics al passaggio del turno.Atlanta sembra ormai essere una grossa “incompiuta”. Accede con regolarità ai playoff da diverse stagioni ma non riesce mai a fare il definitivo salto di qualità. Nel frattempo gli anni passano e Josh Smith, uno degli elementi più importanti nel roaster, comincia ad aver voglia di cambiare aria.Boston invece sembra potersi giocare la chance di arrivare quantomeno alle finali di Con-ference. Destano qualche perplessità le condizioni di Ray Allen, che sembra essere ancora un tantino condizionato dagli infortuni che ne hanno limitato finora il minutaggio. Que-sta sembra essere comunque l’ultima occasione, per i vecchi Celtics, di potersi togliere qualche soddisfazione nella off season. Vedremo se l’esperienza prevarrà sull’entusiasmo di avversari più giovani.

Western Conference – First RoundSAN ANTONIO SPURS - UTAH JAZZ (4 – 0)Gara 1: SAS 106 – UTA 91Gara 2: SAS 114 – UTA 83Gara 3: UTA 90 – SAS 102Gara 4: UTA 81 – SAS 107

Impressionante prova di forza degli Spurs che hanno demolito Utah. Ah, nel caso fosse chiaro, lo ripeto: demolito. Non c’è stata proprio storia, troppo forte la squadra di Greg Popovich, non a caso premiato come coach dell’anno. Ciò che colpisce di più degli “spe-roni”, è il modo in cui tutti gli elementi della rosa agiscono come un meccanismo per-fetto. Ognuno è ben conscio del proprio ruolo e lo svolge nel migliore dei modi, e in più i tre tenori Duncan, Parker e Ginobili, non sembrano sentire il peso degli anni, e questo anche grazie all’oculata gestione di Popovich nel corso della regular season. Mi sbilancio: per me San Antonio è la favorita al titolo quest’anno, e non voglio sentire ragioni da chi dice che sono troppo vecchi. Questi qui giocano da dio e sono pienamente coscienti della loro forza. Dovranno sudare tantissimo contro gli indiavolati Thunder, ma secondo me questo è ancora una volta il loro anno.Per Utah è già stato un successo arrivare ai playoff in quello che doveva essere un anno di transizione e, per quanto pesante, la batosta servita sarà un’utile esperienza per i ragazzi di coach Corbin.

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OKLAHOMA CITY THUNDER – DALLAS MAVERICKS (4 - 0)Gara 1: OKC 99 – DAL 98Gara 2: OKC 102 – DAL 99Gara 3: DAL 79 – OKC 95Gara 4: DAL 97 – OKC 103

San Antonio spara, Oklahoma risponde! I Thunder di Durant & Co. Infliggono un umi-liante 4 a 0 ai campioni uscenti di Dallas. Fondamentale proprio il talento di “Durantula”, soprattutto in gara 1, dove ha messo il canestro della vittoria a pochi secondi dalla fine. Dallas non è poi riuscita a sfrutare l’occasione di pareggiare la serie in gara 2, facendosi ri-montare e sconfiggere. Una volta spostatasi la serie in Texas, le cose non sono cambiate per gli uomini di Carlisle, che non sono riusciti a reagire alle giocate di Westbrook, Durant e Harden, eletto miglior sesto uomo dell’anno. Notevole anche il contributo, soprattutto in difesa, di Ibaka. Dei Dallas che l’anno scorso vincevano il titolo, ormai è rimasto solo un lontano ricordo.

LOS ANGELES LAKERS – DENVER NUGGETS (4 - 3)Gara 1: LAL 103 – DEN 88Gara 2: LAL 104 – DEN 100Gara 3 : DEN 99 – LAL 84Gara 4: DEN 88 – LAL 92Gara 5: LAL 98 – DEN 102Gara 6: DEN 113 – LAL 96Gara 7: LAL 96 – DEN 87

Si complicano la vita più del previsto i Lakers contro i Nuggets di Danilo Gallinari. Ciò che emerge da questa lunga serie, è che le sorti dei giallo-viola dipendano più dalla vena delle due torri Gasol e Bynum, che dai punti di Bryant, il quale ha sì messo montagne di punti, ma ha tirato con pessime percentuali dal campo. Più ombre che luci, per la verità, per il “Gallino” nella serie contro L.A.. E dire che il “Gallo” era partito bene, mostrando numeri di alta scuola anche contro sua maestà Kobe Bryant in gara 1, ma è venuto cla-morosamente a mancare proprio in gara 7, dove ha racimolato 3 miseri punti con un solo canestro dal campo. “Non ci dormo la notte” ha dichiarato Gallinari a proposito della sua prestazione.I Lakers vincono ma senza convincere più di tanto. Certo, se Bynum fosse sempre quel giocatore da tripla doppia di gara 1, le cose cambierebbero...MEMPHIS GRIZZLIES – LOS ANGELES CLIPPERS (3 - 4)Gara 1: MEM 98 – LAC 99Gara 2: MEM 105 – LAC 98Gara 3: LAC 87 – MEM 86Gara 4: LAC 101 – MEM 97Gara 5: MEM 92 – LAC 80Gara 6: LAC 88 – MEM 90

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Gara 7: MEM 72 – LAC 82

La serie che si preannunciava come la più incerta e spettacolare del primo turno non ha deluso le attese. Alla fine hanno la meglio i Clippers di un Chris Paul che, nonstante gli acciacchi, a tratti ha dato lezioni di basket tali da farti chiedere “ma come fa?!”. Fuochi d’artificio fin da gara 1, dove i Clippers rimontano da -27 (27!!!) e vincono di misura l’incontro. Paul risulta decisivo anche in gara 4, dove trascina i suoi alla vittoria nel sup-plementare, e soprattutto in gara 7, grazie anche all’aiuto della panchina. Dispiace, però, che una squadra solida e divertente come Memphis debba subito lasciare i playoff, ma il Paul di questa serie è stato un invito all’ateismo, non tanto per le cifre, ma per la sensazio-ne di assoluto controllo e leadership che trasmette ai compagni. Essere riusciti a dare una mentalità vincente alla squadra più perdente dello sport americano è già un successo non da poco. Venga il tuo regno, CP3!

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> L’uguaglianza é una bella parola, che annulla il razzismo, le discriminazioni, le sopraffazioni. Credo nell’uguaglianza e credo che si debba insegnarla alla gente, a partire da bambini. Perché senza uguaglianza non c’é libertá.

Ruud Gullit