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Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici Q cibo Q stoffa Pendenza FP à ! " ! # In autarchia il paese consuma Q sa e Q ca , si trova nel punto A dove la FP ha pendenza pari al rapporto tra i prezzi relativi dei beni La stoffa è relativamente a buon mercato, il cibo è relativamente caro à il costo opportunità del cibo è alto (bisogna rinunciare a molta stoffa per ottenere una unità addizionale di cibo), il costo opportunità della stoffa è basso... Q sa Q ca A Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

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Page 1: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Qcibo

Qstoffa

Pendenza FP à!"!#

In autarchia il paese consuma Qsa e Qca , si trova nel punto A dove la FP ha pendenza pari al rapporto tra i prezzi relativi dei beniLa stoffa è relativamente a buon mercato, il cibo è relativamente caro à il costoopportunità del cibo è alto (bisogna rinunciare a molta stoffa per ottenere una unità addizionale di cibo), il costo opportunità della stoffa è basso...

Qsa

Qca

A

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

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Qcibo

Qstoffa

Supponiamo che il prezzo relativo mondiale della stoffa sia più alto di quello del paeseSe il paese si apre al commercio può vendere all’estero la stoffa ad un prezzo più alto di quello interno e acquistare cibo all’estero ad un prezzo inferiore di quello interno.

B Pendenza dei prezzi mondiali maggiore della pendenza dei prezzi di autarchiaLa combinazione produttiva si colloca nelpunto B

Il vincolo di bilancio in un’economia aperta è tangente alla frontiera delle possibilità produttive.

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 3: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Il vincolo di bilancio di un’economia aperta agli scambi internazionali e i guadagni dallo scambio

© 2019 Pearson Italia – Milano, Torino - Krugman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 13

76 Capitolo 4 – Fattori specifici e distribuzione del reddito

vincolo di bilancio

Consumo di cibo, DCProduzione di cibo, QC

Consumo di stoffa, DSProduzione di stoffa, QS

PP

1

Vincolo di bilancio in economia aperta (inclinazione = – PS/PC)

2

QS1

QC1

Il punto 2 rappresenta la combinazione di beniprodotta dall’economia. L’economia può scegliere ilsuo punto di consumo lungo il suo vincolo di bilancio(una retta che passa per il punto 2 e ha pendenzapari all’opposto del prezzo relativo della stoffa). Primadi aprirsi al commercio internazionale, l’economiadeve consumare quanto produce, per esempio nelpunto 1 sulla frontiera delle possibilità produttive (PP).La porzione del vincolo di bilancio nella regionecolorata rappresenta le possibili scelte di consumodopo l’apertura al commercio, caratterizzate da unamaggiore quantità consumata di entrambi i benirispetto al punto 1 di autarchia.

Figura 4.11 Il vincolo di bilancio di un’economiaaperta agli scambi internazionali e i guadagni dalloscambio.

tazioni di stoffa del paese. L’equazione, quindi, dice che le importazioni di cibo sonouguali alle esportazioni di stoffa per il prezzo relativo della stoffa. Sebbene l’equazionenon dica quanto il paese importerà o esporterà, mostra che la quantità di un bene cheil paese può importare è limitata, o vincolata, dall’ammontare delle sue esportazioni.L’Equazione 4.8, pertanto, è nota come vincolo di bilancio.6

La Figura 4.11 illustra due importanti caratteristiche del vincolo di bilancio di unpaese aperto agli scambi internazionali. Primo, la pendenza del vincolo di bilancio è– (PS /PC), il prezzo relativo della stoffa. La ragione risiede nel fatto che consumareun’unità in meno di stoffa consente all’economia di risparmiare PS, e quindi di acqui-stare PS /PC ulteriori unità di cibo. In altre parole, una unità di stoffa può essere scam-biata sui mercati internazionali con PS /PC unità di cibo. Secondo, il vincolo di bilancioè tangente alla frontiera delle possibilità produttive in corrispondenza della combina-zione produttiva scelta dall’economia (il punto 2 nella Figura 4.11). Dunque, l’econo-mia può sempre consumare ciò che produce.

Per illustrare che il commercio è effettivamente fonte di vantaggi potenziali pertutti, procediamo in tre stadi.

Primo, notiamo che in assenza di commercio l’economia è costretta a produrre da1.sé ciò che desidera consumare. In altre parole, il consumo dell’economia in assenzadi scambi deve corrispondere a un punto sulla frontiera delle possibilità di produ-zione. Il punto 1 nella Figura 4.11 rappresenta una tipica combinazione di beni con-sumata in assenza di commercio internazionale.Secondo, notiamo che un’economia aperta agli scambi può consumare quantità mag-2.giori di entrambi i beni rispetto a quanto potrebbe fare in assenza di scambi. Il vincolo

6 Il vincolo secondo cui il valore del consumo deve essere uguale al valore della produzione (o, allo stesso mo-do, il valore delle importazioni deve essere uguale a quello delle esportazioni) può non essere rispettato qua-lora i paesi possano prendere a prestito da altri paesi o dare in prestito ad altri paesi. Per il momento, assu-miamo che ciò non sia possibile e quindi che il vincolo di bilancio (Equazione 4.8) venga rispettato. Lapossibilità di ricorrere a prestiti sui mercati internazionali è analizzata nel Capitolo 6, che mostra che il con-sumo di un’economia nel tempo è comunque vincolato dalla necessità di ripagare i debiti ai creditori esteri.

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In autarchia il paese si trova nel punto 2 e consuma Qsa e Qca

Qsa

Qca

L

S

Con lo scambio può consumare qualunque combinazione lungo la linea di bilancio LS...

© 2019 Pearson Italia – Milano, Torino - Krugman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 15

... in particolare può consumare qualunque combinazione nel segmento AB che comprende consumi maggiori di entrambi i beni rispetto al punto 2

A

B

Con lo scambio l’economia si può permettere di consumare un ammontare di stoffa e di cibo maggiore della quantità che l’economia può produrre.

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76 Capitolo 4 – Fattori specifici e distribuzione del reddito

vincolo di bilancio

Consumo di cibo, DCProduzione di cibo, QC

Consumo di stoffa, DSProduzione di stoffa, QS

PP

1

Vincolo di bilancio in economia aperta (inclinazione = – PS/PC)

2

QS1

QC1

Il punto 2 rappresenta la combinazione di beniprodotta dall’economia. L’economia può scegliere ilsuo punto di consumo lungo il suo vincolo di bilancio(una retta che passa per il punto 2 e ha pendenzapari all’opposto del prezzo relativo della stoffa). Primadi aprirsi al commercio internazionale, l’economiadeve consumare quanto produce, per esempio nelpunto 1 sulla frontiera delle possibilità produttive (PP).La porzione del vincolo di bilancio nella regionecolorata rappresenta le possibili scelte di consumodopo l’apertura al commercio, caratterizzate da unamaggiore quantità consumata di entrambi i benirispetto al punto 1 di autarchia.

Figura 4.11 Il vincolo di bilancio di un’economiaaperta agli scambi internazionali e i guadagni dalloscambio.

tazioni di stoffa del paese. L’equazione, quindi, dice che le importazioni di cibo sonouguali alle esportazioni di stoffa per il prezzo relativo della stoffa. Sebbene l’equazionenon dica quanto il paese importerà o esporterà, mostra che la quantità di un bene cheil paese può importare è limitata, o vincolata, dall’ammontare delle sue esportazioni.L’Equazione 4.8, pertanto, è nota come vincolo di bilancio.6

La Figura 4.11 illustra due importanti caratteristiche del vincolo di bilancio di unpaese aperto agli scambi internazionali. Primo, la pendenza del vincolo di bilancio è– (PS /PC), il prezzo relativo della stoffa. La ragione risiede nel fatto che consumareun’unità in meno di stoffa consente all’economia di risparmiare PS, e quindi di acqui-stare PS /PC ulteriori unità di cibo. In altre parole, una unità di stoffa può essere scam-biata sui mercati internazionali con PS /PC unità di cibo. Secondo, il vincolo di bilancioè tangente alla frontiera delle possibilità produttive in corrispondenza della combina-zione produttiva scelta dall’economia (il punto 2 nella Figura 4.11). Dunque, l’econo-mia può sempre consumare ciò che produce.

Per illustrare che il commercio è effettivamente fonte di vantaggi potenziali pertutti, procediamo in tre stadi.

Primo, notiamo che in assenza di commercio l’economia è costretta a produrre da1.sé ciò che desidera consumare. In altre parole, il consumo dell’economia in assenzadi scambi deve corrispondere a un punto sulla frontiera delle possibilità di produ-zione. Il punto 1 nella Figura 4.11 rappresenta una tipica combinazione di beni con-sumata in assenza di commercio internazionale.Secondo, notiamo che un’economia aperta agli scambi può consumare quantità mag-2.giori di entrambi i beni rispetto a quanto potrebbe fare in assenza di scambi. Il vincolo

6 Il vincolo secondo cui il valore del consumo deve essere uguale al valore della produzione (o, allo stesso mo-do, il valore delle importazioni deve essere uguale a quello delle esportazioni) può non essere rispettato qua-lora i paesi possano prendere a prestito da altri paesi o dare in prestito ad altri paesi. Per il momento, assu-miamo che ciò non sia possibile e quindi che il vincolo di bilancio (Equazione 4.8) venga rispettato. Lapossibilità di ricorrere a prestiti sui mercati internazionali è analizzata nel Capitolo 6, che mostra che il con-sumo di un’economia nel tempo è comunque vincolato dalla necessità di ripagare i debiti ai creditori esteri.

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L

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Il consumo in libero scambio potrebbe essere nel punto 3 mentre la produzione si colloca nel punto 1

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76 Capitolo 4 – Fattori specifici e distribuzione del reddito

vincolo di bilancio

Consumo di cibo, DCProduzione di cibo, QC

Consumo di stoffa, DSProduzione di stoffa, QS

PP

1

Vincolo di bilancio in economia aperta (inclinazione = – PS/PC)

2

QS1

QC1

Il punto 2 rappresenta la combinazione di beniprodotta dall’economia. L’economia può scegliere ilsuo punto di consumo lungo il suo vincolo di bilancio(una retta che passa per il punto 2 e ha pendenzapari all’opposto del prezzo relativo della stoffa). Primadi aprirsi al commercio internazionale, l’economiadeve consumare quanto produce, per esempio nelpunto 1 sulla frontiera delle possibilità produttive (PP).La porzione del vincolo di bilancio nella regionecolorata rappresenta le possibili scelte di consumodopo l’apertura al commercio, caratterizzate da unamaggiore quantità consumata di entrambi i benirispetto al punto 1 di autarchia.

Figura 4.11 Il vincolo di bilancio di un’economiaaperta agli scambi internazionali e i guadagni dalloscambio.

tazioni di stoffa del paese. L’equazione, quindi, dice che le importazioni di cibo sonouguali alle esportazioni di stoffa per il prezzo relativo della stoffa. Sebbene l’equazionenon dica quanto il paese importerà o esporterà, mostra che la quantità di un bene cheil paese può importare è limitata, o vincolata, dall’ammontare delle sue esportazioni.L’Equazione 4.8, pertanto, è nota come vincolo di bilancio.6

La Figura 4.11 illustra due importanti caratteristiche del vincolo di bilancio di unpaese aperto agli scambi internazionali. Primo, la pendenza del vincolo di bilancio è– (PS /PC), il prezzo relativo della stoffa. La ragione risiede nel fatto che consumareun’unità in meno di stoffa consente all’economia di risparmiare PS, e quindi di acqui-stare PS /PC ulteriori unità di cibo. In altre parole, una unità di stoffa può essere scam-biata sui mercati internazionali con PS /PC unità di cibo. Secondo, il vincolo di bilancioè tangente alla frontiera delle possibilità produttive in corrispondenza della combina-zione produttiva scelta dall’economia (il punto 2 nella Figura 4.11). Dunque, l’econo-mia può sempre consumare ciò che produce.

Per illustrare che il commercio è effettivamente fonte di vantaggi potenziali pertutti, procediamo in tre stadi.

Primo, notiamo che in assenza di commercio l’economia è costretta a produrre da1.sé ciò che desidera consumare. In altre parole, il consumo dell’economia in assenzadi scambi deve corrispondere a un punto sulla frontiera delle possibilità di produ-zione. Il punto 1 nella Figura 4.11 rappresenta una tipica combinazione di beni con-sumata in assenza di commercio internazionale.Secondo, notiamo che un’economia aperta agli scambi può consumare quantità mag-2.giori di entrambi i beni rispetto a quanto potrebbe fare in assenza di scambi. Il vincolo

6 Il vincolo secondo cui il valore del consumo deve essere uguale al valore della produzione (o, allo stesso mo-do, il valore delle importazioni deve essere uguale a quello delle esportazioni) può non essere rispettato qua-lora i paesi possano prendere a prestito da altri paesi o dare in prestito ad altri paesi. Per il momento, assu-miamo che ciò non sia possibile e quindi che il vincolo di bilancio (Equazione 4.8) venga rispettato. Lapossibilità di ricorrere a prestiti sui mercati internazionali è analizzata nel Capitolo 6, che mostra che il con-sumo di un’economia nel tempo è comunque vincolato dalla necessità di ripagare i debiti ai creditori esteri.

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L

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Produzione stoffaProduzione cibo

Consumo cibo

Consumo ciboFattori specifici e distribuzione del reddito 3

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Punto B di produzioneIl vincolo di bilancio è tangente alla FP

Punto D di consumo, non più vincolato dalla sola produzioneinterna

AB

AB à produzione di stoffa

C

D

E

EC à produzione di cibo

ED à consumo di cibo

AC à consumo di stoffa

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− "#"$

Importazioni cibo = consumo cibo – produzione ciboEsportazioni stoffa = produzione stoffa – consumo stoffa

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!"#$%&'(!$)! = ,-,./ 01#$%&'(!$)!

,2 / !"#$%&'(!$)!3!4$ = ,- / 01#$%&'(!$)!1&$55'Valore delle importazioni = valore delle esportazioni à bilancia commerciale in pareggio

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 9: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

• Guadagni dallo scambio.

o In assenza di commercio, il consumo dell’economia di un bene deve corrispondere alla produzione di quel bene.

o Un’economia aperta agli scambi può consumare quantità maggiori e un mix diverso di entrambi i beni rispetto a quanto potrebbe fare in assenza di scambi.

o Tuttavia un paese non può spendere più di quanto guadagna, quindi il valore del consumo deve essere uguale al valore della produzione:

Ps× Ds + Pc× Dc = Ps× Qs + Pc× Qc

Pc× Dc - Pc× Qc = Ps× Qs - Ps× Ds

Dc - Qc = (Ps/Pc)× (Qs - Ds )Quantità importata Quantità esportata

Prezzo relativo della stoffaFattori specifici e distribuzione del reddito 3

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Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Qcibo

Qstoffa

A

Abbiamo visto che l’apertura al commercio permette all’economia, che in autarchia si trova nel punto A, di collocarsi nel punto di produzione B

B

Lavoro e Terra

Lavoro e capitale

Abbiamo già visto che nel passaggio da A a B il profitto dei proprietari di capitale aumenta, mentre la rendita dei proprietari di terra diminuisce.Abbiamo anche visto che il salario reale aumenta in termini di cibo, ma diminuisce in termini di stoffa

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 11: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

o Il commercio internazionale modifica il prezzo relativo della stoffa rispetto al cibo, di conseguenza anche il prezzo dei fattori produttivi si modifica.

o In ogni paese il commercio favorisce il fattore che è specifico nella produzione del bene esportato, ma danneggia il fattore che è specifico nel settore importatore.

o Il commercio internazionale ha effetti ambigui sul fattore che è mobile fra settori.

Il commercio crea dei vincitori (in questo caso i proprietari di capitale), dei perdenti (i proprietari della terra) e dei gruppi la cui posizione è intermedia (il lavoro, che si può muovere da un settore all’altro).

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 12: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Qcibo

Qstoffa

Attenzione! Il modello prevede che i lavoratori che perdono il posto nel settore del cibo trovino un impiego nel settore della stoffa (ipotesi di pieno impiego).Se questa ipotesi non è verificata, perché i lavoratori che perdono il posto nel settore del cibo restano disoccupati, allora i benefici dello scambio non sono più scontati. Questo non vuol dire che si debba ostacolare il commercio internazionale, ma che i benefici del scambio siano redistribuiti in modo che tutti possano guadagnare.

Ad esempio, se l’economia che si apre al commercio si specializza nella stoffa, il governo potrebbe imporre una sovrattassa sul reddito dei proprietari di capitale con cui indennizzare i proprietari terrieri, lasciandoli nella posizione precedente. Dato che il commercio è comunque benefico, i proprietari del capitale trarrebbero ancora un beneficio dallo scambio.

I gruppi sociali che perdono dal commercio potrebbero essere contrari all’apertura commerciale se non ottengono compensazioni per le perdite subite

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

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• Distribuzione del reddito e politica commerciale.o I mutamenti della distribuzione del reddito non sono dovuti solo al

commercio internazionale. Qualsiasi cambiamento nell’economia di un paese, come per esempio il progresso tecnologico, le variazioni delle preferenze degli individui, l’esaurimento di una risorsa naturale, la scoperta di nuove risorse alternative e così via, produce effetti sulla distribuzione del reddito.

o Tutte le economie industrializzate moderne mettono a disposizione qualche forma di “rete di sicurezza” attraverso programmi di protezione dei redditi (come sussidi di disoccupazione, finanziamenti per programmi di riqualificazione e di trasferimento), che possono ammortizzare le perdite dei gruppi danneggiati dal commercio.

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 14: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Commercio e disoccupazione• L’apertura al commercio implica lo spostamento di posti di lavoro dai settori che

competono con le importazioni ai settori esportatori.

• Questo processo non è istantaneo e impone alcuni costi effettivi: alcuni lavoratori nei settori che competono con le importazioni perdono il lavoro e hanno difficoltà nel trovarne un altro nei settori esportatori in espansione.

Quanta disoccupazione può essere imputata al commercio?

• Le chiusure di impianti a causa della concorrenza delle importazioni o della rilocalizzazionedell’impianto stesso all’estero rappresentano una piccola proporzione dei licenziamenti involontari.

14 Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

o La disoccupazione è un fenomeno macroeconomico che risponde alle condizioni economiche generali: la disoccupazione raggiunge i suoi picchi durante gli anni di recessione.

o Gli economisti raccomandano l’utilizzo della politica macroeconomica piuttosto che della politica commerciale per affrontare i problemi di disoccupazione.

Page 15: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

Il modello standard prevede che dopo l’apertura ogni paese si specializzi nel settore in cui gode di un vantaggio comparato. Questo comporta ridurre o smantellare il settore in cui ha uno svantaggio comparato.In questo semplice modello il commercio è comunque benefico perché i lavoratori che perdono il posto in un settore lo recuperano nell’altro a salari maggiori. Tuttavia il commercio è spesso ritenuto responsabile di modificazioni del pattern industriale di un paese che suscitano preoccupazioni.

La deindustrializzazione degli anni ottanta del XX secolo è stata talvolta considerata una conseguenza del commercio che ha comportato la perdita di occupazione industriale a causa della concorrenza delle imprese straniere: quanto è convincente questa spiegazione?

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 16: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

! = #$ ! = %&'()*+',-, # = %&'()//+0+/à, $ = '22)%3*+',-! = 4 + 6 − 8 + X

M = importazioni; X = esportazioni, C = consumi, I = investimenti

4 + 6 − 8 + : = #$

$ = 4 + 6 − 8 + :#

commercio

domanda interna

produttività

Per visualizzare i diversi fattori in gioco possiamo fare riferimento ad un semplice schema macroeconomico

Fattori specifici e distribuzione del reddito 3

Page 17: Il commercio internazionale nel modello a fattori specifici

La tabella mostra che in Europa, tra il 1970 e il 1994, la quota dell’occupazione industriale è diminuita di 10 punti (dal 30,4 per cento al 20,2 per cento).

La tabella suggerisce che in Europa il 60 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale fu dovuta alla crescita della produttività, per il 20 per cento alla caduta degli investimenti, mentre il commercio, semmai, avrebbe avuto un effetto positivo.Per il Giappone l’effetto positivo del commercio è ancora maggiore.Per gli Stati Uniti sembra che il commercio abbia determinato meno del 10 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale

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