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N essun mistero, nessun enig- ma. Il giallo è sem- plicemente il colore di Scampate, vinci- trice del Palio dal Putèli 2003. Qui a fianco possiamo am- mirare lo splendido Palio che solo dopo un avvincente sfida i ragazzi di Scampate hanno potuto solle- vare. Ma per i detta- gli della Sagra e del Palio all interno po- trete trovare tutto La volta scorsa non l abbiamo fatto perché non lo sapevamo anco- ra, ma vogliamo rin- graziare di cuore La Banca del Tempo per aver pensato a noi co- me destinatari del rica- vato della bancarella esposta nei giorni della fiera. Un grazie ver a- mente sentito anche perché per noi è stata una vera e propria sor- presa. Il 31 ottobre Lergh ai Szoven parteciperà a Siena ad un concorso nazionale, Penne sco- L autunno che incombe sta già mietendo le prime vittime, così mi ritrovo chiuso in casa alle prese con un principio di influenza. Questo mi impedisce di percorrere le strade di Montecavolo alla ricerca di qualche scoop, ma mi basta guardare fuori dalla finestra per rendermi conto che comunque non tr o- verei nulla di interessante. Già, non succede mai niente. Io e i miei più cari amici abbiamo trascorso anni e anni seduti sulle panchine davanti alla canoni- ca e non è mai successo nulla. E allora penso: forse che i cambiamenti debba- no essere cercati non tanto in ciò che ci circonda, quanto invece dentro di noi? Così la mia ricerca riprende, inseguendo le mutazioni che si possono cogliere negli animi ma subito un altro dubbio mi coglie impreparato: le persone cam- nosciute per giornali scolastici e non. Incr o- ciamo le dita e nel prossimo numero po- trete finalmente sapere come è andata a finire questa nostra avventu- ra. Oltre a questo nel prossimo numero avr e- mo almeno 3 interviste da prima pagina. Da non perdere!! E tutti at- tenti perché si tornerà a vincere le nuove ma- gliette e, per chi voles- se, le metteremo anche in vendita. Buona lettu- ra La Redazione

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N essun mistero, nessun enig-

ma. Il giallo è sem-plicemente il colore di Scampate, vinci-trice del Palio dal Putèli 2003. Qui a fianco possiamo am-mirare lo splendido Palio che solo dopo un avvincente sfida i ragazzi di Scampate hanno potuto solle-vare. Ma per i detta-gli della Sagra e del Palio all interno po-trete trovare tutto La volta scorsa non

l abbiamo fatto perché non lo sapevamo anco-ra, ma vogliamo rin-graziare di cuore La Banca del Tempo

per aver pensato a noi co-me destinatari del rica-vato della bancarella esposta nei giorni della fiera. Un grazie vera-mente sentito anche perché per noi è stata una vera e propria sor-presa. Il 31 ottobre Lergh ai Szoven parteciperà a Siena ad un concorso nazionale, Penne sco-

L autunno che incombe sta già mietendo le prime vit t ime, così mi rit rovo chiuso in casa alle prese con un principio di inf luenza. Questo mi impedisce

di percorrere le st rade di Montecavolo alla ricerca di qualche scoop, ma mi basta guardare fuori dalla f inest ra per rendermi conto che comunque non t ro-verei nulla di interessante. Già, non succede mai niente. Io e i miei più cari amici abbiamo t rascorso anni e anni sedut i sulle panchine davant i alla canoni-ca e non è mai successo nulla. E allora penso: forse che i cambiament i debba-no essere cercat i non tanto in ciò che ci circonda, quanto invece dent ro di noi? Così la mia ricerca riprende, inseguendo le mutazioni che si possono cogliere negli animi ma subito un alt ro dubbio mi coglie impreparato: le persone cam-

nosciute per giornali scolastici e non. Incro-ciamo le dita e nel prossimo numero po-trete finalmente sapere come è andata a finire questa nostra avventu-ra. Oltre a questo nel prossimo numero avre-mo almeno 3 interviste da prima pagina. Da non perdere!! E tutti at-tenti perché si tornerà a vincere le nuove ma-gliette e, per chi voles-se, le metteremo anche in vendita. Buona lettu-ra

La Redazione

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

biano? Possono cambiare? Personalmente sono molto ot t imista al riguardo, e credo che il t rascorre-re del tempo sia inevitabilmente fonte di cambiamento, anche se dentro di noi qualcosa resta sem-pre immutato e lascia un impronta t ipica su qualunque nost ra azione. Lo sviluppo della propria i-dent ità è proprio questo, anche se non credo sia corret to chiamarlo sviluppo , termine che lasce-rebbe prevedere una meta f inale che invece non c è: ogni età è carat terizzata da part icolari at ten-zioni, stat i d animo, ist int i, sensibilità, che la dif ferenziano da quella che l ha preceduta e da quella che la seguirà. Ogni at t imo è teat ro di una scelta, che condizionerà l avvenire in modo sostanzia-le. Non pot remo mai dire in assoluto se una scelta è giusta o sbagliata, essa è semplicemente conseguenza della nost ra interiorità nel momento in cui la faccia-mo. L int recciarsi di questo processo all interno della vita di due ragazzi, comporta un inf inità di possibil i rapport i t ra loro: lit igi, amori, odi, amicizie, indif fe-renze, simpat ie Tut to condizionato dalla coinciden-za temporale con cui i due si t rovano in reciproca simpat ia, amicizia, indif ferenza, ecc Pensiamo ora a un gruppo di amici: aumentando le persone coinvolte, le possibilità crescono in forma esponenziale. Se e-stendiamo il ragionamento a tut ta la gente che incon-t riamo nell arco della nost ra esistenza, possiamo ben dire che i potenziali rapport i raggiungono l inf inito: è la vita, formata da un numero indeterminato di t ipologie di contat to umano che pos-siamo avere con il prossimo. Sempre pronta a coglierci impreparat i, a stupirci. Pot rebbe accadere che domani, nello sviluppo del mio io, mi venga ad essere simpatico qualcuno che non ho mai potu-to sopportare, ment re contemporaneamente anche lui, per via di un apparentemente incomprensi-bile variazione umorale, si accorge di non detestarmi poi così tanto: magari ne nasce un amicizia Ecco che non possiamo mai sapere cosa ci at tende, il nost ro futuro è sensibile a scelte compiute in modo consapevole o no, istante per istante. Chissà cosa porterà domani la marea

P.B.

Torneo di calcio P.G. Frassati , 7° edizione, vittoria finale dei G.D.M. (5° volta consecutiva) contro i ragazzi del Pelo Team ancora sconfitti in finale (3° consecutiva) dopo un incontro appassionante. A questa partita i ragazzi del Don erano arrivati vincendo la Coppa Fritz, mettendo in fila i giova-ni Te Spiezzo, gli Agh Provom e il Real Montecavolo ( la squadra storica del Paese), mentre i boy

scout avevano conquistato l Aldo s Cup davanti ai Tin man lin, Puianello United e gli Artman Group ( gallina vecchia fa buon brodo ). Tutto il resto rimarrà nella storia, come la faccia di Andrea Rossi dopo il rigore sbagliato in finale (vi lascio immaginare quella dei suoi compagni nei suoi confronti..) , la grinta di Briselli e soci in campo, la convinzione degli Agh Provòm che non esiste solo il calcio come sport, la divisa dei Te spiezzo utile per giocare a beach in spiaggia e i G.d.m. che, finito il loro classico giro d onore con la coppa in mano, hanno lanciato la sfida al Real Madrid per la Coppa del Mondo. Come sempre il gol più bello l hanno fatto il Don, permettendo tutto questo, e gli organizzatori (lollo, alle, andrea, maurizio..) mettendolo in pratica. Al prossimo anno! Forse..

Il calcio è un gioco che si pratica 11 contro 11 e alla fine vincono sempre i G.D.M.

billy

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

Celebrazioni, giochi, testimonianze, spettacoli, trad izione, musica, sport e giova-ni. Si presentava così la Sagra dell Annunciazione agli occhi d i chi poteva leggere il ma-nifesto biancoceleste appeso in tutti gli angoli d i Montecavolo (a proposito grazie per i manifesti). Sarebbe riduttivo fermarsi qui. Perché dobbiamo aggiungere tutte le sensa-zioni che abbiamo provato trovandoci davanti al Sagrato in una notte d estate . Così come ci confermano le parole d i un giovane: Abbiamo lavorato tanto ma ne è valsa la pena .. E proprio con le parole dei giovani, a d istanza d i un mese, proviamo a rivivere quei momenti.

C è chi ancora si ricorda la calorosa fresca serata delle testimonianze. Fresca per-ché c era fredd ino, ma calorosa perché l ambiente era unico. Così come le testimonianze proposte. Un giovane mi ha fatto inoltre notare di non aver mai visto il Parroco così con-tento. La prima sera non si scorda mai, ma a molti p iace ricordare anche il venerdì sera. Perché c è chi è tornato a casa con un

salame, qualcuno ha mangiato 6 etti d i spaghetti (in 1 minuto), qualcuno per una sera si è sentito Schumacher, qualcuno è salito con le proprie gambe a 6 metri d altezza, qualcuno è rimasto impressionato dai Dj o dalle bal-lerine Rap, qualcuno non ha visto niente perché è stato in cucina-spina-panini-crèpes tutta la sera . E a d istanza d i un mese c è chi viene ancora a chiedere: «Ma cosa voleva d ire Dgi che gni e gnan en gni gnan ?» Del sabato i ragazzi riportano gioie e dolori, sotto il segno dello Sport. Dolori per chi ha giocato la finale del P.G. Frassati con il Pelo Team, e gioia per tutti i bambini che hanno potuto giocare liberamente in un maxi parti-tone senza limiti d i tempo ed età. Qualcuno ricorda la sempre brava Ennia con il suo spettacolo, adatto forse più agli specialisti del d ialetto, ottenendo un buon successo (e in certi casi fortuna) anche tra i giovani.

Il Giorno della Sagra è ovviamente la Domenica. Per qualcuno è cominciata dalle prime ore del mattino assieme ad una squadra di venti uomini lavorando per siste-mare tutto. Per gli altri, la Sagra è cominciata alle 11:15, con la S. Messa, ed è finita in tarda serata. Ma cosa d icono i giovani d i questa terza domenica d i settembre? Molti si sono d ivertiti, a qualcuno è piaciuto vedere così tanta gente, magari anche non d i Mon-tecavolo. A molti è p iaciuto sfidare i vecchi nei loro mestieri e qualcuno non aveva mai avuto a che fare con un gregge di pecore. Molti hanno riprovato i giochi del venerdì sera e qualcuno ha portato a casa gli splend id i oggetti che offrivano le bancarelle. L albero della cuccagna, le p ignatte per i p iù piccoli. C è anche chi si è d ivertito a portare il suo animale preferito e m olti d i più sono stati quelli che si sono d ivertiti a guardarli. Che d ire del Palio? Una sofferenza per 32 uomini, e gioia solo per 8. E per i loro contra-daioli. Comunque un vero e proprio spettacolo. Che dire quind i d i questa Sagra? Un vero e proprio successo, come ci testimoniano queste foto. Soprattutto per gli abitanti.

Ai Montecavolesi la Sagra si è presentata a d istanza d i un mese dalla Fiera. Sagra e Fiera si sono impegnate nel riscoprire la cultura popolare e parte della nostra storia. La recente Fiera della Cuccagna si

è svolta nei giorni d i Ferragosto per riprendere la tradizione e per sostitu ire il vuoto lasciato dalla Festa in Piàsa .

La Sagra della Parrocchia di Montecavolo, invece, seppur ded icata all Annunciazione (25 marzo), dall anno duemila, con la ded icazione o consacrazione della Chiesa avvenu-ta nel mese d i settembre, è stata spostata da marzo a settembre, mese libero da altri im-pegni liturgici.

La Fiera e la Sagra sono state diverse, con diverse proposte: musica, balli, tavola e banca-relle per la prima; giochi della trad izione, giovani, spettacoli e celebrazioni per la secon-da. La gente è tornata in piazza e sui sagrati, e il 2003 l ha d imostrato. Complici il bel tempo e il caldo, via Papa Giovanni e

piazza Matteotti si sono riempite d i montecavolesi e non solo. La parrocchia di Montecavolo ha scoperto un altro modo di sentirsi comuni-tà, lavorando unita per realizzare questa Sagra d i settembre, faticosa ma splend ida. Splend ida perché come ci ricordano le parole dell ultimo giovane interpellato, Don Riccardo, abbiamo ben presente che nella fantasia e nella creatività delle promozioni, dei giochi, della musica e della cultura popolare d i questa Sagra, non possiamo dimenticare che il cuore d i tutto è Lui, L Annunciato dell Angelo.

alle

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

Nel l o scor so n u m er o a veva m o r i por t a t o a r t i co l i su i ca m pi Mi ssi on a r i i n Br a si l e e Al ba n i a . I n qu est o n u m er o, vog l i a m o com pl et a r e l e t est i m on i a n ze d ei ca m pi est i vi m i ssi on a r i pu bbl i ca n d o le altre due testimonianze: Rwanda qui sotto e nella pagina a fronte Romania.

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e cano-scenza . In queste poche parole, dette per bocca d Ulisse, Dante racchiude lo spirito che anima i viaggiatori di qual-siasi epoca. Da quell avventura l eroe ellenico non è torna-to; ma Montecavolo non è Itaca, un aereo non è una barca a remi (anche se poco ci manca), ed io certo non sono Nes-suno Così fortunatamente ho la possibilità di raccontare a voi tutti come ho passato le mie vacanze estive; cioè, per quei pochi distratti che ancora non lo sapessero, in un piccolissimo paese nel bel mezzo dell Africa, dal nome Rwanda. L introduzione fat-ta non è casuale, e mi aiu-ta ad approfondire la pri-ma domanda che tutti pongono quando incon-trano un reduce da avven-ture di questo tipo, ovvero il motivo che l ha spinto a d a f f r o n t a r e quest esperienza. E la ri-sposta non è per niente facile. È come chiedere ad un giovane innamorato cosa gli piaccia della sua ragazza. <<Beh tanto per cominciare tutto >> dirà lui. È il complesso che crea il sentimento. I motivi non possono essere enumerati, perché apparirebbero come una lista della spesa, spesso piena di banalità. Mentre non è per nulla banale la foga che ci ha animato, e che spesso non siamo riusciti ad incanalare nella direzione opportuna. Per seguir virtute e canoscenza dice Ulisse, per inseguire un sogno dico molto più semplice-mente io. E le due cose penso possano essere estremamente vicine. Teoricamente dovrei dirvi ciò che ho visto, quello che ho vissuto, ma se raccontassi che in Rwanda non ci so-no blackout perché non c è nemmeno la corrente elettrica; che le case sono provviste di data di scadenza perché, co-struite in terra, franano durante la stagione delle piogge; che l acqua si beve o dalle pozzanghere o dalle sorgenti; che per una bronchite si muore; voi potreste farvi l idea di un paese terrificante, di un inferno, e ringraziereste tutti i santi di essere nati nella metà buona del mondo. In realtà non è proprio così. Intendiamoci, questo è uno dei modi in cui si può interpretare questa realtà, ma io credo non sia il solo. Per spiegarvi sarebbe sufficiente tradurvi un detto locale, secondo il quale, se Dio decidesse di prendersi un periodo di vacanza, andrebbe in Rwanda. E non credo dica-no questo solo per la bellezza paesaggistica. Vedete quanto sia complicato per me potervi riportare la mia esperienza.

Mi sento come un padre che per spiegare al bambino come sia il mare, riempie una vasca da bagno e dice: <<immaginatelo più grande>>. Senza contare il fatto che molte cose, penso siano veramente impossibili da capire per un europeo. E non sto parlando della guerra, la cui insen-satezza è sinonimo di globale stupidità umana, e di cui il Rwanda porta quotidianamente e drammaticamente i se-gni. Sto parlando piuttosto di una concezione di intendere

e vivere la vita che non ci è propria, non è mai stata nostra, dunque non è nemmeno giusto giudi-care, senza incorrere in madornali semplificazio-ni. È un errore tentare un qualsiasi confronto tra le nostre due culture. La diversità è fisiologica: non si tratta di rapporta-re popolazioni con un diverso grado di matura-zione civile , semplice-mente di considerare cose diverse. Prima di partire ero un po scetti-co, perché in fin dei conti pensavo che alla base della mia decisione vi

fosse una finalità egoistica: non riesco a rendermi conto di quanto io stia bene, finché non vedo la vera sofferenza. Mi sbagliavo. Non sono più tanto sicuro che sia effettivamente così. Se proprio volessimo mettere sullo stesso piano le no-stre due realtà e cercassimo un ipotetico punto d equilibrio, potremmo arrivare a dire che ciò che a loro manca, noi l abbiamo in un abbondanza tale che la conclusione su qua-le popolo sia più vicino alla verità, non appare così sconta-ta. Alla domanda generica se il Rwanda è bello vi direi che sono possibili due risposte opposte, eppure in questo luogo coincidenti; e che per ognuna esauriremmo la gamma dei superlativi. Ma se mi chiedeste un parere personale, la mia risposta sarebbe che mi è piaciuto come quei trenta minuti che stanno tra l ultimo bicchiere e la prima nausea, come quel libro che sembra raccontare la tua storia, come quella fotografia talmente bella che devi tenere chiusa nel casset-to, perché ti ricorda quanto faccia schifo il presente Si, mi è piaciuto. Mi ha fatto capire che il nostro, non è l unico modo di vivere, e forse nemmeno il migliore. A presto Rwanda.

L essenziale è invisibile agli occhi Antoin De Saint-Exupéry

Lollo

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

Non voglio fare grandi cose, ma piccole cose con amore (Madre Teresa)

Così è iniziato il mio viaggio con la consapevolezza di non poter cambiare la realtà rumena ma sapendo che avrei potuto donare 2 set t imane di serenità ai bambini, agli handicappat i, agli anziani, ai ragazzi di strada che potevo incontrare. Quest estate il 16 agosto sono part ita dal convento dei Frat i Cappuccini di San Mart ino in Rio per int ra-prendere un viaggio di solidarietà missionaria verso Sighet in Romania. Insieme a me alla partenza c erano 50 italiani con cui ho condiviso lo spazio in pullman durante il lun-ghissimo viaggio (24 ore) e questa grande esperien-za durata 2 settimane. La realtà di Sighet è diff icile da comprendere, t i mette in gioco, deteriora pian piano gli stabilizzato-ri che ci siamo format i e che ci standardizzano. Noi italiani siamo stat i ospit at i a coppie da famiglie ru-mene. Ospitat i è un termine un po debole perché siamo stat i davvero servit i e riverit i (la mia famiglia per poterci dare una camera tut ta per noi aveva mandato una f iglia in vacanza ). La giornata ini-ziava con le lodi mat tut ine nella chiesa ungherese poi ognuno con il proprio gruppo si recava nel posto in cui faceva servizio. Il mio servizio era nell orfanot rofio a Ocna 30 minut i da Sighet . Rag-giungevamo Ocna con lo Scudo il pullmino di Fra-te Fil ippo (l unico Frate Cappuccino che vive a Si-ghet ). I bambini ci at tendevano alle f inest re e ap-pena vedevano lo scudo spuntare da diet ro la curva ci correvano incont ro per accoglierci con i loro ca-lorosi abbracci e baci. La prima set t imana è stata sconvolgente, sono stata catapultata in un mondo nuovo: L amore che i bambini mi davano e le emo-zioni erano talmente tante che non facevamo asso-lutamente caso alla st rut tura decadente in cui vive-vamo, ai pidocchi, al puzzo che emanavano, alla sporcizia e alle malat t ie. Da quando arrivavamo a quando ci tornava a prendere Fil ippo verso le 5 del pomeriggio, eravamo totalmente sommersi da bam-bini che t i t iravano per ritagliarsi un momento solo per loro. Nel l orfanot rof io c erano ci rca

un ot tant ina di bambini dai 4 ai 25 anni. Molt i era-no di alt ri orfanot rofi in vacanza ad Ocna perché a 10 minut i dallo stabile ci sono dei laghet t i do-ve, se le educat rici lo permet tevano, i bambini con le loro mutandine sporche correvano a fare il bagno . Noi passavamo il tempo con loro facendo

giochi semplici con poche regole, cantando tut t i insieme in italiano e in rumeno, insegnandogli un po di Italiano ai piccoli e un po di inglese ai più grandi. Così ini-zi a conoscerli singolarment e, a conoscere le l or o st or i e (alcune agghiac-ciant i), a vede-re la loro quot i-dianità, lo stato in cui vivono. Scopri che dent ro l orfanot rofio vige la legge del più grande che schiaccia il più piccolo, che le edu-cat rici quando hanno bisogno di soldi rubano i vest i-t i ai bambini per venderli. Vedi gli occhi dei ragazzi più grandi spent i perché non hanno speranza di una vita migliore lì in Romania.. Sognano di andare via. . Sognano l Italia. Scopri però la semplicità dei loro cuori, dei loro gest i, l amore che riescono a donar-t i, riscopri il riso e il divert imento che viene dalle cose più banali, più semplici, l importanza del con-tat to f isico per t rasmet tere emozioni e i sent imen-t i. Scopri che sei riuscita ad insegnargli a giocare insieme. Vedi sul loro capo quella corona di onore e gloria che il Signore ha messo sul capo di tut t i gl i uomini che risplende luminosa. La partenza per il rient ro è stata dif f icil issima, il cuore t i st ringe. Lasci una parte di te rinchiusa t ra quelle mura dell orfanot rofio, int rappolata negli occhi dei bambini, degli handicappat i che t i sei oc-cupato per due set t imane. Incont rando loro ho in-cont rato il Signore ed è diff icile ripart ire e staccar-sene. Tut to quello che i bambini hanno, te lo dona-no, loro mi hanno addomest icato, e adesso che noi italiani non ci saremo più per organizzargli la gior-nata, per creargli un po di serenità, cosa faranno? Staranno abbandonat i a loro stessi sapendo però che ci sono persone, che anche se lontane, l i ama-no.

Osa donare la t ua vit a per gl i al t ri , l ì t roverai un senso al la t ua esist enza

(F. Roger)

P.S. Questa è solo una delle tante espe-rienze della Romania

Chiara

(amore senza limite)

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

ALLORA IL RE DIRÀ A QUELLI CHE STANNO ALLA SUA DESTRA: VENITE BENEDETTI DEL PADRE MIO, RICEVETE IN EREDITÀ IL REGNO PREPARATO PER VOI FIN DALLA FONDAZIONE DEL MONDO.

PERCHÉ IO HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE, HO AVUTO SETE E MI AVETE DATO DA BERE; ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO, NUDO E MI AVETE VESTITO, MALATO E MI AVETE VISITATO,

CARCERATO E SIETE VENUTI A TROVARMI. ( Mt. 5,-35)

Quella di quest anno, un estate da non dimenticare per alcuni ragazzi di Montecavolo, che hanno deciso di trascorrere alcuni giorni di servizio con la casa di carità (cdc) di Cavriago a Civago . Una settimana intensa, in una grande famiglia, difficile da descrivere, ma se dovessi farlo con due parole, penso che le più a-datte sarebbero accoglienza e amore , una casa dove il menù del giorno propone preghiera, servizio, disponibilità e armonia.

Non fraintendete, questo non vuole dire che ho passato una settimana di lavoro, fatica e per di più a digiuno, anzi non mancavano i momenti per stare insieme a chiacchierare o per le abbondanti mangia-te. A propormi per la prima volta di fare una esperienza del genere è stata una persona a me molto cara della parrocchia che mi ha poi accompagnato per tutta l esperienza; avevo circa una settimana per pren-dere una decisione e dopo averne parlato anche in casa e con Don Riccardo ho deciso di partire. Tutto è cominciato alle 8:00 di sabato 24 luglio con una messa di accoglienza , che ci ha dato la carica per partire alla grande e ci ha aiutato a entrare nella giusta atmosfera della casa. Appena è finita la messa siamo partiti per Civago, e sono bastate poche ore per arrivare nel bene e nel male a destinazione. Per me era tutto una novità, gli ospiti, gli ausiliari, le suore, e la vita all interno della casa. Io mi sono sentito subito a mio agio, tutto era stupendo, a par-te un odioso mal di orecchie che è durato alcuni giorni, sembrava quasi un altro mondo.

24 Agosto. Iniziò l avventura. Marco, Ele, Stefano, Marchino e Sara partirono per la loro settimana di ricerca. Ma di cosa? Che te-soro prezioso stavano cercando? Quesiti, credo. Domande su domande. Dubbi ai quali le risposte ne creano esattamente il doppio. Ed il tesoro cosè? Silenzi interminabili che ti immergono in un mondo contemplativo e magico. Suoni, frastuoni e canti a squarcia-gola, gridati al cielo in tutte le lingue. E poi colori, costumi, cibi e tante tante chiacchiere. Per niente banali fra giovani diversi. Sem-plici persone comuni che sfoderano il loro lato migliore: AMORE. E da chi ci arriva questa forza? Solo da Lui, da Dio che è amore. Amore che sta nella spensieratezza di un bambino che canta e gioca con altri con cui non riesce neanche a spiccicare una parola perché non sa l inglese. Amore che sta nella magia dello splendido cielo delle colline taiziane non illuminate dalle luci delle città. Amore che sta nel lavoro, nel servizio, nel cedere il posto nell interminabile fila per pranzare ad una persona che ha più fame di te. Amore che sta nella condivisione e nel confronto con noi stessi, con gli altri e con Dio. Amore che sta nell accettare l altro e rispet-tarlo nelle sue scelte cristiane. Cattolici, calvinisti, ortodossi, protestanti e tanti altri tutti lì, nella preghiera, tutti per Lui. E una setti-mana che ti apre gli occhi, che ti ricarica, che ti da risposte e ti fa capire l importanza di vivere con Dio. Ma è anche una settimana

che ti da la prova che cucinare bene per più di tremila persone é un impresa ardua, anzi direi impossibile ( e forse neanche la Tilde ci riuscirebbe ), che ti fa capire che dormire su un letto sgangherato è sicuramente meglio di dormire su un sasso, che dopo aver giocato a calcio coi catalani Billy puzza. Ma soprattutto ti fa capire che la semplicità è bella. Ma ora la parola agli altri viaggiatori: Con me resteranno sempre: quella sensazione magnifica entrando in chiesa, quelle ore immobili

a riflettere, la vita di ogni giorno condivisa fin dai minimi ed elementari gesti, la presenza di Dio che dopo lungo tempo e lunghe ricerche ho potuto avvertire in ogni attimo . E come osservare un paesaggio con il binocolo e mettendo a fuoco accorgersi di un particolare. E quel particolare è Gesù. E Gesù è amore . Amore. E la parola che sintetizza al meglio Taizé. La parola che si riflet-te negli occhi delle persone, che descrive il silenzio della chiesa gremita, la parola che più di tutte esprime il colore dei fiori, delle luci delle candele, del calore e delle voci di un luogo così, come dire, magico?! No, divino è azzeccato . E stato davvero stupendo come un gabbiano bianco che si posa sulla punta di una montagna

Queste poche righe non riescono a descrivere minimamente l emozione di Taizé. E questo perché credo che Taizé sia da vivere, e non da raccontare. Concludo riportandovi il titolo della lettera da Taizé di frère Roger che più di tutto esprime la nostra fede, la nostra vita: Dio non può che amare . Ricordatelo. Sempre.

Una che c è stata.

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

La preghiera tre volte al giorno e la messa rendevano tutto così armonioso e tranquillo, e anche se il lavoro era tanto, facevo tutto volentieri, sembrava quasi che in quel luogo si facesse meno fatica che a casa mia. Ora gli Ospiti parliamo un po di loro. La cosa più bella e significativa della mia esperienza, perso-ne meravigliose che ti insegnano a vivere la vita con semplicità, con dei valori che oggi ormai tutti noi ci siamo dimenticati, gente, persone a cui basta una gita in macchina, una messa, un canto, una carezza o un saluto per essere di buon umore. Solo oggi riesco a comprendere la frase del Vangelo a capo pagina e posso dire con certezza che Gesù è incessantemente con loro, piccoli tesori che ti inse-gnano ogni giorno a prendere la vita con un sorriso, proprio loro che si direbbe non hanno niente, ma è proprio provando a mettermi nel loro niente che riesco a comprendere il vero significato della vita, quello che non si fonda sui beni materiali o sui falsi bisogni che ogni giorno la nostra civiltà ci mette in testa, ma che ti insegna ad amare e a rispettare il prossimo accontentandosi di quello che la vita ti offre. Infine posso solo augurare a tutti a voi che state leggendo, di riuscire a fare questo tipo di esperienza, che a me ha dato tanto e continua tuttora a farsi sentire.

UNA MATRICOLA DELLA REDAZIONE Matte B.

Lorenzo: Qual è il motivo di questa manifestazione? Maria Teresa: Questo è un picchetto, siamo qui dalle 5.30 di questa mattina e siamo in ballo per l approvazione del precontratto nazionale dei metalmeccanici, al quale hanno aderito i sindacati CISL e UIL, mentre la CGIL no. Abbiamo messo in atto questa protesta, per chiedere: la certezza del posto di lavoro, poiché la maggior parte degli operai che lavorano qua ha un contratto a tempo indeterminato, una maggior flessibilità sull orario di lavoro, aumento del salario ed altre cose. Lorenzo: Avete provato a parlare con la dirigenza di questi problemi? Maria Teresa: Noi l abbiamo fatto, ma da parte loro cè stata una chiusura er-metica su tutti i fronti. Lorenzo: Siete a conoscenza di scioperi, per le vostre stesse motivazioni, anche in altre aziende? Maria Teresa: Il sindacato (FIOM - CGIL) sta andando in tutte le aziende, per sensibilizzare gli operai su questo problema. A Reggio aziende come Fantuzzi (Reggiane, ndn) hanno già firmato il pre-contratto. Lorenzo: Alla Zendar, si era mai verificata una simile protesta? Maria Teresa: Io sono qua da 27 anni, e questo è il primo, vero e grosso picchetto che facciamo, uno sciopero di queste dimensioni erano anni che non si verificava. Lorenzo: Come si comportano e come riuscite a coinvolgere gli operai Szoven in queste iniziative? Maria Teresa: (ride) Non è semplice, i giovani solitamente non sono molto attivi per questo genere d iniziative, però questa volta hanno aderito e in molti sono rimasti fuori. Stia-

mo provando a sensibilizzarli, ma va anche detto che spesso i giovani sono alla prima esperienza lavorativa e assunti a tempo determinato, quindi è normale che da parte loro ci sia un po più di timore. Lorenzo: Eccoci alla domanda che facciamo alla fine di ogni intervista di Lergh ai Szoven: ha qualche consiglio da dare ai più giovani?

Maria Teresa: Chiediamo ai giovani di essere attenti a questi problemi sul lavo-ro, perché noi in questo momento stiamo facendo qualcosa che in futuro sarà utile a loro, infatti (riforma pensioni permet-tendo) a noi manca poco tempo alla pensione, mentre i giovani hanno unintera vita davanti. Siamo disposti ad aiutarli mettendo conoscenze ed espe-rienze a loro disposizione.

Un piccolo dizionario per i non addetti ai lavori:

FIOM: Federazione Impiegati e Operai Metallurgici, é l'or-ganizzazione sindacale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'industria metalmeccanica italiana della CGIL della qua-le accetta lo Statuto. Precontratto nazionale: Serie di alcune richieste (tra cui aumento del salario, miglioramenti condizioni di lavoro) ri-chiesto dagli appartenenti FIOM alle aziende. Zendar: Fondata nel 1969, Zendar SpA ha creato la produzione industriale di antenne per auto in Italia. Fa parte di un Gruppo Industria-le costituito dalla Sipe SpA di Ancona, dalla ASK INDUSTRIES SpA di Reggio Emilia

[info tratte dal sito zendar]

Venerdì 10 ottobre, mattina. Percorrendo via Togliatti per recarmi all Università, mi sono imbattuto in un numeroso gruppo di persone (150?, ndn), che stanziava davanti alla ASK (ex-Zendar), nota azienda di antenne ed accessori per autoradio. Ripas-sando nel pomeriggio, ho potuto constatare che la nutrita compagine continuava a presidiare i cancelli della ditta. Ho pensato così di intervistarli per cercare di capire cosa stesse succedendo. Si è offerta gentilmente di rispondere, a nome di tutti gli scio-peranti, la sig.ra Maria Teresa Grisendi di Montecavolo dipendente alla Zendar.

NEW ECONOMY, QUALCOSA NON VANEW ECONOMY, QUALCOSA NON VA

BREVE INTERVISTA AGLI OPERAI DELLA ZENDAR, IN PICCHETTO DAVANTI ALLA LORO DITTA.

Lorenzo Braglia

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I l Cor onament o d e i l Pont e .. Lergh ai Szoven - Ottobre 03

Degas e gli I taliani a Parigi

I fasti del Palazzo dei Diamanti, Ferrara accresce il proprio target artisti-co con una delle migliori mostre in calendario nel nostro paese. Finalmente abbiamo a portata di mano (Ferrara dista 100 km da casa nostra) l opportunità di conoscere e assaporare il lavoro di Degas, un grandissimo artista che con le sue lezioni a Parigi contribuì alla nascita di molti talenti

italiani (G. Boldini, G. De Nittis, M. Rosso, F. Zan-domeneghi) emigrati nella città d oltralpe per ele-vare le proprie capacità artistiche. A differenza degli altri impressionisti, ad interes-sare Degas fu la realtà del mondo moderno più che il gran libro della natura: gli ippodromi o le prove di un balletto, ma anche altri spettacoli del-la vita teatrale; inoltre, uomini e donne, gruppi fa-miliari, amici o modelle che fossero. Questa realtà, tuttavia, Degas la coglieva e la isolava al suo pri-mo apparire passandola poi subito al filtro della sua raffinatissima visione formale. La mostra sarà aperta fino al 16 novembre 2003, presso palazzo dei diamanti (ferrara), oltre 90 opere vi aspetta-no, buon divertimento.

ale

Appuntamenti..

15 ottobre Festa Case della Carità (Palazzetto dello Sport) ore 17

18 ottobre Veglia Missionaria a Montecchio. Il coro di Montecavolo accompagnerà la celebrazione

19 ottobre Camminata Missionaria in parrocchia.

Anche quest anno si è r ipet ut o lo st or ico palio dal put eli che ha vist o conf r ont ar si i 4 celeber r imi cant oni di Mont ecavolo ( Scampat e, Cant one ,Tr ipoli , il Cer r o ). Pr ima della par t enza al put èli hanno sf ilat o in abit i ant ichi sui vecchi car iòl dal làt , seguit e dai lor o f edelissimi cant oni e uno splendido palio r af f igur ant e l Annunciazione apr iva il cor t eo. I n lont ananza si pot eva not ar e la mit ica Pelocar che f aceva la cr onaca alla or mai imminent e compet izione, e r accont ava br evement e i pr ece-dent i, not izie e cur iosit à. Or mai t ut t a Mont ecavolo er a sui balconi, al put èli si er ano posizionat e sulle splendide por t ant ine sor r et t e dai quat t r o valor osi uomini (più o meno), il r est o del pubblico er a sui mar ciapiedi e non vedeva l or a che la compet i-zione iniziasse. Alcuni avevano car t elli d incit ament o, alt r i svent olavano lo st endar do del pr opr io cant one convint i già della sua vit t or ia. Tut t i i muscoli er ano in t ensione pr ont i a r eagir e, BOOM!, lo spar o della pist ola aveva dat o inizio alla gar a, dove subit o si è por t at a in vant aggio Scampat e, e neanche a dir lo c è r i-mast a f ino alla f ine, vincendo per il secondo anno di seguit o il palio. I l t r agit t o pr evedeva: Via f . Cer vi

Via Papa Giovanni

Via M. della bet t ola, con due cambi a met à st r ada (x f or t una!). Di cer t o non è st at o f acile per scampat e (vedi I ot t i) mant ener e il vant aggio sugli alt r i cant oni, che sono cadut i per ò sot t o la sua incont r astabile po-t enza. Al t er mine della gar a Capit anBiondi è st at o int er vist at o e la sua esper ienza gli ha sugger it o quest e par ole conf or t ant i per il suo cant one or mai pr ivo di f or ze: L impor t ant e, r agazzi, è vincer e, non par t ecipar e (st o scher zando!). Or a il mio piccolo ar t icolo pr ende un t ono più ser io e sincer o per r ingr aziar e la Mar inella che come l anno scor so ha donat o alla par-r occhia uno splendido st endar do, r ingr aziar e i r agazzi che hanno pr epar at o le por t ant ine (er ano ver ament e st upende e comode) e t ut t e le per sone che hanno per messo la per f et t a r iuscit a di quest o palio 2003.

Berto

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