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Anno XII n. 57 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale di Trieste c.p.o. via Brigata Casale ottobre 2008 – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo INDISCREZIONI GIORNALISTICHE DELVJESNIK E DELLASLOBODNADALMACIJA ISTITUITO ENTRO L’ANNO A ZARA IL CONSOLATO ONORARIO D’ITALIA Delusione ed amarezza oltre misura in Croazia per il 57° posto alle Olimpiadi: 16 dopo la ben più piccola Slovenia. Una ventata di realismo salvaguarderà l’identità croata? Due autorevoli giornali croati hanno pubblicato la notizia, non ancora ufficializzata, dell’istitu- zione del Consolato onorario d’Italia a Zara. Ci sarebbe già il placet del Ministero degli Esteri croato sulla collocazione in via Borelli 8, a due passi dal Tribu- nale e sul nome del Console, la prof.ssa Rina Villani, nota in città per aver patrocinato nume- rose iniziative culturali e per aver dimostrato non comuni doti diplomatiche nel Comitato per le minoranze e quale rap- presentate degli italiani nella Contea di Zara. La comunicazione ufficiale non dovrebbe tardare e già si stanno predisponendo a Zara adeguati festeggiamenti per l’avveni- mento, destinato a sopire anti- che rivalità e ristabilire rapporti di amicizia tra il popolo italiano e croato, che dovrebbe, a breve, entrare nell’Unione europea. *** La sfortunata prestazione degli atleti dalmati alle Olimpiadi, che ha penalizzato la Croazia, è stata accolta con disappunto so- prattutto perché i pallanuotisti dalmati, che militano soprattutto nelle squadre di Spalato, Zara e Ragusa, sono stati battuti dai dalmati del Montenegro. Inoltre una barca slovena è arrivata prima di quelle dalmato-istriane che gareggiavano con i colori della Croazia. Comprensibile il disappunto delle rispettive tifo- serie, ma hanno destato sorpresa e meraviglia i toni apocalittici, l’amarezza e la delusione che trasuda da tutta la stampa croata per le sfortunate esibizioni alle quali sono andati incontro so- prattutto gli atleti dalmati nei giochi olimpici di Pechino. Come si ricorderà, la Croazia era abituata a raccogliere me- daglie e primati sportivi ben al di sopra del numero degli abi- tanti della propria popolazione, che supera di poco i 4,5 milioni di abitanti, cioè quanti sono i residenti di una regione italiana di media entità. Questa volta la sfortuna ha imperversato e la Croazia è precipitata in classi- fica al 57° posto. In fondo si tratta di un gioco e niente di più, ma l’opinione pubblica croata e la stampa che ne rappresenta gli umori hanno reagito in maniera eccessiva, come si trattasse di una classifica dei valori nazio- nali e non di un semplice gioco. Più fortunata è stata la Slovenia, che conta solo 2 milioni di abi- tanti e che è salita al 41° nella classifica olimpica. Nel mondo nessuno ha dato gran peso ai due risultati, com’è giusto che sia; non così i croati, che si sono visti superare in classifica di 16 punti dalla più piccola Slovenia cogliendo in ciò un segno di de- cadenza che nessuno invece considera tale. RADUNO DEI DALMATI A BELLARIA IL PROSSIMO A TRIESTE Dedicheremo integralmente i prossimi numeri de Il Dalma- ta al 55° Raduno nazionale di Bellaria. Le tesi esposte nel dibattito sul futuro della Dalmazia sono state riprese da giornali d’Italia e di Croazia, e la Giornata della Cultura ha visto crescere a ben 56 le pubblicazioni presentate. I radu- nisti sono stati tanti ed entusiasti e si è registrata anche la presenza di parecchi giovani. Continua in ultima pagina Il Sottosegretario agli Affari esteri on. Alfredo Mantica si è confrontato a Trieste con la Federazione de- gli esuli e l’Università popolare sulla politica del Governo nell’ Adriatico orientale. Nella foto: il Diret- tore dell’ UPT Rossit, il Console a Fiume Rustico, il Presidente della Federesuli Codarin, l’on. Mantica e il suo capo di gabinetto, il Presidente delle Comunità istriane Rovis, l’Assessore alla cultura di Trieste Grego ed il Presidente dell’UPT Lago. Fuori campo Brazzoduro (Fiume) e de’Vidovich (Dalmazia) im- pegnati nella documentazione fotografica. continua a pag. 2 L’ON. MANTICA INCONTRAA TRIESTE LA FEDERESULI E L’UPT

IL DALMATA Dalmata n. 57.pdf · 2012. 3. 30. · del tempo ma dai contorni molto equivoci, in cui l’Occi-denterifiutavaunademocrazia sognata dai cecoslovacchi, molti dei quali hanno

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  • Anno XII n. 57 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale diTrieste c.p.o. via Brigata Casaleottobre 2008 – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione

    al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

    IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

    INDISCREZIONIGIORNALISTICHEDELVJESNIKEDELLASLOBODNADALMACIJAISTITUITO ENTRO L’ANNO A ZARAIL CONSOLATO ONORARIO D’ITALIADelusione ed amarezza oltre misura in Croazia per il 57° posto alle Olimpiadi: 16 dopola ben più piccola Slovenia. Una ventata di realismo salvaguarderà l’identità croata?

    Due autorevoli giornali croatihanno pubblicato la notizia, nonancora ufficializzata, dell’istitu-zione del Consolato onorariod’Italia a Zara. Ci sarebbe già ilplacet del Ministero degli Estericroato sulla collocazione in viaBorelli 8, a due passi dal Tribu-nale e sul nome del Console, la

    prof.ssa Rina Villani, nota incittà per aver patrocinato nume-rose iniziative culturali e peraver dimostrato non comunidoti diplomatiche nel Comitatoper le minoranze e quale rap-presentate degli italiani nellaContea di Zara.La comunicazione ufficiale non

    dovrebbe tardare e già si stannopredisponendo a Zara adeguatifesteggiamenti per l’avveni-mento, destinato a sopire anti-che rivalità e ristabilire rapportidi amicizia tra il popolo italianoe croato, che dovrebbe, a breve,entrare nell’Unione europea.

    ***La sfortunata prestazione degliatleti dalmati alle Olimpiadi,che ha penalizzato la Croazia, èstata accolta con disappunto so-prattutto perché i pallanuotistidalmati, che militano soprattuttonelle squadre di Spalato, Zara eRagusa, sono stati battuti daidalmati del Montenegro. Inoltreuna barca slovena è arrivataprima di quelle dalmato-istrianeche gareggiavano con i colori

    della Croazia. Comprensibile ildisappunto delle rispettive tifo-serie, ma hanno destato sorpresae meraviglia i toni apocalittici,l’amarezza e la delusione chetrasuda da tutta la stampa croataper le sfortunate esibizioni allequali sono andati incontro so-prattutto gli atleti dalmati neigiochi olimpici di Pechino.Come si ricorderà, la Croaziaera abituata a raccogliere me-daglie e primati sportivi ben aldi sopra del numero degli abi-tanti della propria popolazione,che supera di poco i 4,5 milionidi abitanti, cioè quanti sono iresidenti di una regione italianadi media entità. Questa volta lasfortuna ha imperversato e laCroazia è precipitata in classi-fica al 57° posto. In fondo sitratta di un gioco e niente di più,ma l’opinione pubblica croata ela stampa che ne rappresenta gliumori hanno reagito in manieraeccessiva, come si trattasse diuna classifica dei valori nazio-nali e non di un semplice gioco.Più fortunata è stata la Slovenia,che conta solo 2 milioni di abi-tanti e che è salita al 41° nellaclassifica olimpica. Nel mondonessuno ha dato gran peso aidue risultati, com’è giusto chesia; non così i croati, che si sonovisti superare in classifica di 16punti dalla più piccola Sloveniacogliendo in ciò un segno di de-cadenza che nessuno invececonsidera tale.

    RADUNO DEI DALMATI A BELLARIAIL PROSSIMO A TRIESTEDedicheremo integralmente i prossimi numeri de Il Dalma-ta al 55° Raduno nazionale di Bellaria. Le tesi esposte neldibattito sul futuro della Dalmazia sono state riprese dagiornali d’Italia e di Croazia, e la Giornata della Cultura havisto crescere a ben 56 le pubblicazioni presentate. I radu-nisti sono stati tanti ed entusiasti e si è registrata anche lapresenza di parecchi giovani. Continua in ultima pagina

    Il Sottosegretario agli Affari esteri on. Alfredo Mantica si è confrontato a Trieste con la Federazione de-gli esuli e l’Università popolare sulla politica del Governo nell’Adriatico orientale. Nella foto: il Diret-tore dell’ UPT Rossit, il Console a Fiume Rustico, il Presidente della Federesuli Codarin, l’on. Manticae il suo capo di gabinetto, il Presidente delle Comunità istriane Rovis, l’Assessore alla cultura di TriesteGrego ed il Presidente dell’UPT Lago. Fuori campo Brazzoduro (Fiume) e de’Vidovich (Dalmazia) im-pegnati nella documentazione fotografica. continua a pag. 2

    L’ON. MANTICA INCONTRAATRIESTE LA FEDERESULI E L’UPT

  • pag. 2 ottobre 2008 IL DALMATA

    GLI INTELLETTUALI A DIFESA DELLA LORO L’IDENTITÀ NAZIONALEIMONTENEGRINIHANNOSCELTOL’ITALIAICROATITRACULTURAITALIANAETEDESCAI croati non dimenticano che austriaci e ungheresi impedirono l’uso della loro linguaperfino nel Sabor. AVenezia il primo libro in lingua slava 330 anni prima che a ZagabriaQualcuno ha visto in Croaziaquesto marginale episodio ad-dirittura come un fatto positivoche spingerebbe questo popolo,giovane, vigoroso e cultural-mente forte ma di modesta en-tità numerica, a ripensare la pro-pria posizione ed attrezzarsi perconsolidare la propria identitànel momento in cui entrerà a farparte di un’Unione europea chepensa di superare a breve i 350milioni di abitanti. È da anniche questo problema viene af-frontato in sedi riservate, comesi trattasse di un argomento dademonizzare. I migliori intellet-tuali croati si confrontano, in-vece, da tempo con gli intellet-tuali italiani e tedeschi, perchéle università e le istituzioni cul-turali croate ritengono che la

    cultura croata debba arrivare aduna alleanza con una dellegrandi culture che tradizional-mente egemonizzano l’Europacentro-orientale: la cultura la-tina e la cultura tedesca.Ci sono segni ben definiti cheindicano l’orientamento dellaSlovenia settentrionale verso lacultura tedesca, mentre la Slo-venia meridionale (soprattuttole città istriane) propende perquella latina. Il Montenegro, in-vece, ha fatto una scelta di se-gno opposto e si è decisamenteorientato verso la cultura mari-nara ed occidentale italiana. Lacultura croata sollecita da tempoun incontro con la cultura ita-liana, restia ad assumere inizia-tive, nel timore che siano scam-biate per operazioni espansio-

    nistiche, ripudiate in blocco dal-l’Italia da oltre sessant’anni. IlKossovo ed i bosniaci musul-mani sono costretti a rapportarsicon la cultura albanese, mentrequella serba e serbo-bosniacaguardano alla Russia, che nonmostra, però, grande interesseper loro.Chissà che l’infortunio croatoalle Olimpiadi non porti qualcheventata di realismo ed accelerila ricerca di un’alleanza con lacultura italiana, tradizional-mente orientata a salvaguardarel’identità delle popolazioni piùristrette (nel Molise prosperanoalcune comunità croate da se-coli isolate dalla Madrepatria!),mentre la Weltanschauung te-desca tende ad assimilare i po-poli con i quali viene a contatto.

    IL DALMATADirezione e Redazione

    Via dei Giacinti n. 8 - 34135 Triestetel. 040.425118 - fax 040.4260637Autorizzazione del Tribunale diTrieste n. 972 del 6 novembre 1997

    DirettoreRenzo de’ Vidovich

    tel. 040.635944 - fax 040.3483946

    RedazioneGiuliano De Zorzi, Franco Luxardo,Walter Matulich, Chiara Motka,Myriam Paparella, Honorè Pitamitz,Roberto Predolin, Elio Ricciardi,Tullio Vallery, Vanni Rollie Giorgio Varisco

    SegreteriaRachele Denon Poggi

    ImmagineMaria Sole de’ Vidovich

    CoordinamentoAda Ceccoli Gabrieli

    Conto Corrente Postalec/c postale n. 14434344

    Posta Elettronica [email protected]

    Sito Internetwww.dalmaziaeu.it

    StampaTipografia Adriatica - Trieste

    Iniziativa realizzata con il contributodel Governo italiano

    ai sensi della legge 193/2004

    Il gemellaggio tra Salona-Solin e Montecompatri: a sinistra la delegazione guidata dal Prosindaco D’Accuti, da de’Vidovich del CRCD e Vac-caro Console d’Italia a Spalato. A destra gli assessori di Solin guidati dal Sindaco Blaženko Boban. Servizio a pag. 8 e 9

    Il Consiglio della Federazionedelle Associazioni degli esuliistriani, fiumani e dalmati si èriunito il 18 luglio scorso, per ilrinnovo delle cariche sociali, aTrieste nella sede dedicata dalleComunità istriane a Padre Bo-nifacio, il sacerdote infoibato erecentemente elevato agli altari.Dopo un’ampia discussionesull’attività svolta e su quellaprogrammata per il futuro, il

    Consiglio federale ha approvatoall’unanimità l’operato della di-rigenza uscente e i bilanci con-suntivi ed ha rinnovato le cari-che per il biennio 2007-2008.Renzo Codarin è stato rielettopresidente, Lucio Toth del-l’Anvgd e Lorenzo Rovis delleComunità istriane sono i vice-presidenti e l’incarico di segre-tario generale è spettato a Gior-gio Varisco del Libero Comune

    di Zara in Esilio - Dalmati ita-liani nel Mondo.Come si ricorderà, è fattiva-mente rientrata nella Federa-zione l’associazione delle Co-munità istriane, mentre rimaneancora estranea l’Unione degliistriani, il cui presidente Massi-miliano Lacota ha recentementepromosso delle iniziative chehanno destato perplessità e nonhanno trovato l’appoggio delle

    CODARIN PRESIDENTE DEGLI ESULI

    continua a pag. 11

    Continua dalla prima pagina

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 3

    NONERATITOMAALEKSANDERDUBCEK ILSOCIALISTADALVOLTOUMANOA LTA L E Z I O N E D I S T O R I ADI ENZO BETTIZA A TRIESTENe “La Primavera di Praga del ’68: Rivoluzione dimenticata” lo scrittore spalatinorivendica per i Cechi il diritto di chiamarsi rivoluzionari, titolo usurpato dai sessantottiniNon c’è un posto libero, nean-che in piedi al Museo Revol-tella di Trieste per ascoltareEnzo Bettiza che parla a brac-cio e offre un’interpretazionedegli accadimenti storici degliultimi cinquant’anni con lacompetenza di chi li ha vissutidi persona, rischiando anche digrosso per poter scrivere suigiornali verità scomode che ilmondo non aveva voglia diascoltare.Bettiza inizia con un affondocontro i sessantottini e conte-sta che la loro sia stata una ri-voluzione degna di questo no-me. Se la cava in poche battu-te e non fa neppure riferimentoalle notizie apparse alla mortedi Herbert Marcuse, autore de“L’uomo ad una dimensione”(la bibbia dei comunisti deltempo), che fu accusato di es-sere stato un agente della CIAe si sostenne che l’intera ope-razione era stata preparata daun complotto internazionaleordito in comune dall’intelli-gence russa, americana e cine-se, che impedì a de Gaulle dipagare il petrolio in oro e met-tere in crisi il dollaro.Le parole sprezzanti verso ilMaggio francese e l’Autunnocaldo italiano lasciano peròtrasparire un giudizio taglientee altamente negativo su un’o-perazione montata dai mediadel tempo ma dai contornimolto equivoci, in cui l’Occi-dente rifiutava una democraziasognata dai cecoslovacchi,molti dei quali hanno pagatocon la vita questo loro aspira-zione, come ad esempio JanPalach, bruciatosi vivo per lalibertà del suo popolo.Lo scrittore spalatino, gran co-

    noscitore di lingue slave e te-desche, sottolinea l’importan-za effettivamente rivoluziona-ria che ebbe la Primavera diPraga e condisce la presenta-zione del libro con gustosianeddoti ed episodi che testi-moniano il grande imbarazzo

    dei soldati russi nello scoprireche il fraterno appoggio comu-nista prestato dall’Unione So-vietica serviva, invece, solo asoffocare la libertà di una po-polazione seria e altamente ci-vile, quali sono i boemi, e chenon vi era alcun complotto ca-

    pitalista da sventare.Bettiza lancia anche una frec-ciata verso il maresciallo Tito,al quale nega il diritto di esse-re considerato il socialista dalvolto umano. Conosce bene leFoibe ed i metodi terroristiciattuati dai titini per costringeregli italiani all’Esilio, al qualeha dedicato un libro considera-to il testo letterario più impor-tante scritto in questo mezzosecolo sull’Esodo istriano, fiu-mano e dalmata. Ritiene che ladefinizione di socialismo dalvolto umano meriti, invece, so-lo ad Aleksander Dubcek. Alleader della Primavera di Pra-ga Bettiza rimprovera soloun’eccessiva dose di ingenuitàe una disarmante fiducia nellanomenclatura sovietica, chefece di tutto per distruggerlomoralmente e lo confinò in undegradante incarico di gestoredi una pompa di benzina.Applausi a non finire hannosottolineato i passi più signifi-cati della “lezione” ed un’ova-zione ha salutato l’oratore allafine della conferenza.

    L’assessore alla Cultura del Comune di Trieste Massimo Greco con-segna il Sigillo trecentesco della città di Trieste a Bettiza. AccantoAlessandro Mezzena Lona de Il Piccolo, presentatore del libro.

    Pubblico delle grandi occasioni per Enzo Bettiza, al quale è statoconferito nel 2005 il Premio Tommaseo, il massimo riconoscimentoattribuito dai Dalmati italiani nel Mondo a coloro che hanno dato lu-stro alla loro terra.

    Enzo, in apertura del discorsoha salutato per nome alcunicompagni di scuola, il nostro di-rettore e altri dalmati, presentiin gran numero al Revoltella.

  • pag. 4 ottobre 2008 IL DALMATA

    CERIMONIE A LUVIGNANO E AL CIRCOLO UFFICIALI DI VENEZIALA MADONNINA DI ROBERTO FERRUZZIE ILQUADRODELLACORAZZATA“CESARE”La Scuola dalmata dei Santi Giorgio e Trifone pone la riproduzione della celebreMadonnina sulla tomba dell’autore e Sergio Brcic dona un quadro alla nostra Marina.

    Alla presenza di Renato Boraso, Presidente del Consiglio Comunaledi Venezia, i confratelli della Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Tri-fone di Venezia, guidati dal Guardian Grande Tullio Vallery, con unasemplice e toccante cerimonia hanno reso omaggio alla memoria delconfratello Roberto Ferruzzi, che riposa nel cimitero di Luvigliano.A quasi 75 anni dalla scomparsa una numerosa e qualificata rap-presentanza di confratelli della Scuola Dalmata, di cui Roberto Fer-ruzzi fu attivo rappresentante, realizza un desiderio che fu anche delgiornalista Orio Vergani: porre sulla sua tomba l’immagine in cera-mica della celebre “Madonnina”. Roberto Ferruzzi nacque a Sebe-nico, in Dalmazia, il 16 dicembre 1853 dall’avvocato Giovanbattistae dalla contessa Giovanna Fenzi. Nel 1897 presentò alla SecondaEsposizione Internazionale di Venezia un quadro dipinto a Luviglia-no la “Maternità”, che a furor di popolo fu poi chiamata ed è uni-versalmente conosciuta come la “Madonnina” e che nel tempo di-verrà l’immagine sacra più nota e riprodotta nel mondo. Il Ferruz-zi trascorse l’ultima parte della sua vita a Venezia continuando a fre-quentare la casa dei Colli Euganei. Si spense il 16 febbraio 1934 nel-la città lagunare all’età di 81 anni. Riposa accanto all’amatissimamoglie, Ester Sorgato, nel piccolo cimitero di Luvigliano

    L’assessore dei Dalmati italiani nel Mondo dottor Giorgio Varisco, ilCap. di Vascello Giorgio Guiduzzi, Direttore del Museo Navale e giàAddetto Militare all’Ambasciata d’Italia a Zagabria, il donatore delprezioso quadro Sergio Brcic, l’Amm. Lorenzo Sferra, Conservato-re del Museo Navale, il Gr. Uff. Com.te Dissera Bragadin, scrittoree storico di Marina e della Serenissima, il Com.te Piero Gazzari,Cancelliere della Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone, e il Cap.di Vascello Roberto Semi, Presidente del Circolo Ufficiali, hanno as-sistito alla cerimonia della consegna del quadro della Giuli Cesareed hanno brindato con il “sangue morlacco”.

    FESTA AL CIRCOLO UFFICIALI DI VENEZIA

    Il 3 giugno 2008 al Circolo Uf-ficiali della Marina si è svoltala cerimonia di donazione diun quadro del famoso pittoreRudolf Cluadus raffigurante lacorazzata “Giulio Cesare” a ri-cordo dell’Amm. di SquadraEmilio Brenta, che ne fu il Co-mandante nel 1938.La tela, di grandi dimensioni, èstata donata al Museo StoricoNavale veneziano secondo ildesiderio dell’Amm. Brenta edè oggi esposta nella Salad’onore del Circolo Ufficialidi Marina da Sergio Brcic, chel’aveva ricevuta in eredità dal-la zia Fedora, moglie dell’Am-miraglio.Emilio Brenta è scomparso aRocca Priora nel 1978 all’etàdi 89 anni. Da tenente eragiunto a Zara nel 1918 al co-mando della Torpediniera “Ai-

    rone” a supporto del grupponavale che il 4 novembre, conla Torpediniera “55AS” delCom.te de’ Boccard, presepossesso della città di Zara innome del Regno d’Italia.Il Bosco dei Pini e la biancavilla coloniale dei Brcic piac-quero al tenentino, ma ancorpiù lo colpì la signorina Fedo-ra, bellissima ventenne. Sisposarono nel 1921 nella chie-sa della Madonna della Salutee partirono da Zara tornandoogni estate a Puntamica per ibagni.Emilio Brenta fece una brillan-te carriera e nel 1938, Capita-no di Vascello, fu promosso alcomando della corazzata “Giu-lio Cesare”. Ammiraglio di Di-visione, fu a capo delle opera-zioni navali di Supermarina.

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 5

    QUANDO LA DALMATICITÀ È RADICATA NEGLI AFFETTI DELLE FAMIGLIEPIAZZAATORREGLIAELAPIDEATRIESTEPERGIORGIOLUXARDOEGIULIO de’FERRAL’opera dell’imprenditore che ha co-fondato la fabbrica di Maraschino in Esilio e ilconte zaratino “medico dei poveri” sono stati ricordati nelle città dove hanno ben operato

    Il Comune di Torreglia ha intitolato a Giorgio Luxardo una piazzet-ta prospiciente la centrale via Mirabello. Nel 1946 l’imprenditoredalmata aveva rifondato la propria azienda a Torreglia (Padova) do-po gli orrori della seconda guerra mondiale, che avevano portato al-l’uccisione di due fratelli da parte dei partigiani di Tito e alla confi-sca dell’azienda zaratina da parte dello stato jugoslavo. Fu all’epo-ca la prima industria che si stabilì in questa zona dei Colli Euganeie vi portò - assieme alla coltura delle marasche - una ventata di men-talità imprenditoriale moderna. La Luxardo ha collaborato neglianni allo sviluppo della zona ed è ancora oggi orgogliosa di aversempre dato la precedenza a dipendenti del posto, cosi come già fa-ceva a Zara. La cerimonia ha avuto luogo il 30 settembre, festivitàdi S. Girolamo, scelta dal Sindaco con un gesto molto apprezzato,quale santo dalmata e protettore dell’azienda. Alla presenza di unfolto gruppo di cittadini, di dipendenti vecchi e nuovi, della GiuntaComunale con il proprio Gonfalone e di tutti i sei titolari della Lu-xardo, è stata scoperta la nuova targa stradale realizzata in trachitedei Colli Euganei. Discorsi sono stati pronunciati dal Sindaco di Tor-reglia Mario Bertoli, e dai figli di Giorgio, Franco e Paolo Luxardo.

    I conti Fonda Ferra sono unadelle più antiche e nobili fami-glie di Zara ed hanno mante-nuto la loro dalmaticità nono-stante si siano trasferiti a Trie-ste da più generazioni. Infatti,già Niccolò Cesare de’Ferraera stato chiamato alla corte diMassimiliano d’Asburgo a Mi-ramare e Giulio nacque a Trie-ste il 14 settembre 1883, si lau-reò in medicina e chirurgia aVienna nel 1909 e ricoprì nellaCittà di San Giusto vari ufficipubblici presso la Guardia me-dica, la Croce Rossa Italiana el’Ospedale psichiatrico. Anco-r’oggi è ricordato a Trieste perl’attenzione da lui riservata aipiù poveri, perché curava tuttisenza compenso, benché fossetra i migliori diagnostici dellaCittà e nonostante non avessegrandi mezzi di fortuna: nonuna casa in proprietà, nonun’automobile, non titoli fi-nanziari. Si arruolò nel ’42 aquasi 60 anni come tenentemedico, grado che aveva rico-perto anche nell’Impero au-stro-ungarico, perché avevavoluto “servire anche la sua

    vera Patria, l’Italia”. Persegui-tato dai titini nel maggio del’45, spirò l’11 gennaio del1958 attorniato dalla moglie edai quattro figli Flavio, Clau-dio, Sergio e Lucio. Nel 50°della morte è stata scopertauna targa in suo onore al n. 1di via Corti dal Prosindaco diTrieste Paris Lippi, su istanzaperorata da un medico oramaifamoso: il dottor Loris Premu-da, professore emerito dell’U-niversità di Padova.

    Gli amici di Cremo-na ci hanno fattouna piacevole sor-presa pubblicandoanche quest’anno ilfoglio dedicato a Za-ra e alla Dalmazia.Dopo la scomparsadi Mario de’Vido-vich, che ne era ildirettore, temeva-mo che scomparisseanche questa voceautonoma e sponta-nea. Ci ha pensato,invece, il ComitatoAnvgd di Cremonadi Bruno Ive a tenerviva questa simpati-ca tradizione.

  • pag. 6 ottobre 2008 IL DALMATA

    INTERVENTI DEGLI AUTORI SU CIVILTA’ ADRIATICA, ESODO E FOIBECDM: SUCCESSO DALMATICORedivo sull’intervista a Maria Pasquinelli, Toth su “la casa di Calle San Zorzi”, Damiani di

    Con poco anticipo sulla gior-nata della cultura dalmata delRaduno di Bellaria ha avutoluogo tra il 10 e 14 settembrel’annuale appuntamento con laBancarella, che mette in rilievoi libri più discussi della produ-zione che riguarda le terreadriatiche. In particolare le tesisulla Dalmazia hanno svolto unruolo essenziale.Il docente Diego Redivo del-l’Università di Udine ha inqua-drato nel suo contesto storico ilfatto di sangue che ha vistocome protagonista Maria Pas-quinelli, nel quale ha lasciatola vita il colonnello inglese DeWinton, comandante dellapiazza militare di Pola, sgom-berata dalle truppe inglesi in se-guito al Trattato di Pace che as-segnava anche questa città allaJugoslavia di Tito.Maria Pasquinelli nel 1943 sidedicò all’opera di riesuma-

    zione delle salme di 170 italianidi Spalato uccisi dai partigianititini dopo l’8 settembre e que-sto drammatico evento ne hasegnato l’intera vita. Redivoha sottolineato che la presenzadi truppe alleate non svolse unruolo sufficientemente protet-tivo per le popolazioni italianee non fu in grado di sventare lastrage di Vergarolla, ma è statacomunque utile perché ha con-sentito l’ordinata partenza deipolesani verso l’esilio conl’imbarco sulla motonave To-scana.Il libro intervista “La giustiziasecondo Maria” non scioglie ilnodo centrale costituito dall’E-sodo di Pola, che – ha sottoli-neato Brazzoduro – ha lasciatoperò l’unica documentazionefotografica esistente sull’esodo,perché gli altri italiani nonhanno certo avuto il tempo e lapossibilità di documentare la

    Elke Burul e Rossana Poletti hanno letto brani dell’intervista allaPasquinelli, mentre lo storico Diego Redivo ha svolto la presentazio-ne insieme a Guido Brazzoduro. L’autrice Rosanna TurcinovichGiuricin ha poi risposto alle domande del pubblico.

    Carmela Palazzolo Debianchi, che ha presentato il libro “Ossero:storie, immagini e ricordi”, ha sottolineato l’importanza che rivesti-va Ossero, centro religioso situato tra la città di Cherso e quelle diLussinpiccolo e Lussingrande. Come è noto, Ossero è stata la primacittà della Dalmazia veneta (così erano classificate le isole del Quar-naro nei trattati internazionali del tempo) che ha sottoscritto l’attodi dedizione a Venezia accogliendo calorosamente il Doge Pietro Or-seolo II e la sua spedizione partita da Piazza SanMarco il giorno del-la Sensa nell’anno 1000. L’autore del libro, Franco Damiani di Ver-gada, che sedeva accanto alla presentatrice, ha integrato la relazio-ne raccontando simpatici episodi di vita vissuta nelle isole quarneri-ne.

    Il romanzo di Lucio Toth sugli avvenimenti accaduti a Zara e che ve-dono come protagonista la sua “Casa di Calle San Zorzi” è stato pre-sentato da Rossana Poletti e Maurizio Zacchigna. L’importanza chele case hanno rivestito in quel lungo periodo (in qualche modo sonostate le mute testimoni di avvenimenti che hanno profondamente in-ciso sugli zaratini) costituisce la parte centrale del romanzo. Il nu-meroso pubblico ha accolto l’opera del nostro Lucio con calorosi ap-plausi e grande interesse.

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 7

    UN NUMEROSO PUBBLICO HA SEGUITO CON ATTENZIONE I DIBATTITIALLA BANCARELLA DI TRIESTEVergada su Ossero, Garbin su nostre tesi di laurea e de’Vidovich sulla Nazione dalmata

    I neo-laureati Stefano Pontiggia, Massimiliano Rovati ed Erica Qua-rantotto hanno esposto le loro esperienze in un dibattito diretto daDaria Garbin, nella foto al centro della tribuna organizzata dalCDM, sull’interesse che i giovani hanno dimostrato di avere per la“questione adriatica”.

    Alla Bancarella il libro “Regno di Dalmazia e Nazione Dalmata” diRenzo de’Vidovich è stato presentato dal dottor Enrico Fraulini, au-tore di interessanti romanzi ambientati nel Veneto ed a Trieste, e dalPresidente della SAL Sergio Brossi, nato a Trieste ma di padre e ma-dre zaratini trasferiti forzatamente dalla Dalmazia negli anni ’20.Fraulini ha sottolineato il valore dell’opera che annovera, con unaprosa piacevole, numerosi fatti e tesi che da oltre mezzo secolo sonooccultati in Italia ed in Dalmazia, mentre Sergio Brossi ha eviden-ziato l’importanza delle interpretazioni storiche, spesso originali ecomunque sconosciute ai più, sulla Dalmazia e sulla sua storia reale.Molto applaudito anche l’intervento del nostro direttore, che ha re-lazionato sui primi ma notevoli successi della “rivoluzione globaledella storiografia sulla Dalmazia” operata dagli studiosi della Fon-dazione Rustia Traine, sulla revisione storica che ha destato un inat-teso interesse in molti giovani ricercatori universitari e sulle tesi cheinnovano, svecchiano ed eliminano i pregiudizi e l’ignoranza sul-l’importanza rivestita della Dalmazia nei secoli.

    Notevole interesse ha destatolo studio presentato dalla dot-toressa Daria Garbin sulle tesidi laurea discusse in Italia,Croazia e Slovenia da giovanisulla questione adriatica e sullanostra cultura. Sono state repe-rite ben 1.200 tesi di laurea, adimostrazione che i giovani nonsono affatto indifferenti allaquestione adriatica e alla cul-tura italiana elaborata in moltisecoli di permanenza in quelleterre. Le tesi e i dottorati di ri-cerca servono quanto meno adocumentare, pur nella varietàdelle tesi, che è esistita unacomponente autoctona illirica,romana e veneta in Dalmazia, aFiume e nell’Istria e chel’argomento desta nuovamentegrande interesse.

    TOMMASEOBATTE MISSONI63 A 10È stato scherzosamente rilevatoche l’atletico Ottavio Missoni,sulla cui opera di artista sonostate scritte 10 tesi di laurea, èstato largamente battuto da Nic-colò Tommaseo, che ne contaben 63, ma Missoni è partitocon oltre un secolo di ritardo!Per illustrare l’importanza deinuovi contributi da parte deigiovani, che seguono i più ag-

    giornati criteri di ricerca scien-tifica ed apportano nuovi ele-menti allo studio delle semprevive problematiche inerenti laquestione adriatica, sono statiinvitati alla Bancarella, per pre-sentare le ricerche, tre studentiappartenenti a tre realtà diverse:Milano, Torino e Trieste.Le due tesi di antropologia equella di scienze politichehanno dimostrato che i giovanidottori freschi di zecca – Ste-fano Pontiggia, MassimilianoRovati ed Erica Quarantotto –hanno esplorato e approfonditola memoria dell’esodo, i suoicontenuti, i modi di traman-darla ai posteri, i ruoli e le fun-zioni delle varie associazionidegli esuli nel consolidamentodelle esperienze individuali ecollettive e il mantenimentodelle tradizioni autentiche edautoctone nei nuovi ambientiche gli esuli sono andati a po-polare. In particolare è stataesaminata la presenza di usi,costumi, modi di dire e di es-sere tipici di Dignano d’Istria(simili per molti versi a quellidei Morlacchi di Dalmazia), so-pravvissuti tra la popolazionedignanese a Torino.Sono stati approfonditi i nuoviscenari e le nuove prospettiveche si aprono per le Comunitànazionali italiane nell’Istria

    nord-occidentale con l’entratadella Slovenia nell’Ue, e inDalmazia, a Fiume e nell’Istriacroata con la prossima adesionedella Croazia. Le Comunità ita-liane – è stato concordementerilevato – si ritroveranno riunitealla Madrepatria nella cornicedell’Europa, almeno sul pianoculturale e giuridico.L’apertura e l’attenzione neiconfronti delle giovani intelli-genze, nonché l’impulso ed ilrichiamo che viene comunicatoai neolaureati e dottorandi daquesta iniziativa di “sondaggio”del terreno nella produzionescientifica giovanile finora ine-splorata, hanno riscontrato unnotevole successo.Una manifestazione analogasarà prossimamente organizzatain uno degli atenei milanesi, enel frattempo il sito

    www.arcipelagoadriatico.it e delwww.dalmaziaeu.it pubblicanoi dati relativi alle nuove tesi,giornalmente arricchite danuovi contributi e segnalazioni.La strada intrapresa si presentaampia e solare e tutto lascia cre-dere che potrà essere final-mente percorsa dalle genera-zioni dell’Esodo e discendenti,ma anche da coloro che nonsono direttamente coinvoltinelle vicende storiche e che co-minciano a scoprire, in numerosempre crescente, l’importanzadella storia, della civiltà e dellacultura italiana, nonché la tra-dizione, la letteratura e l’arteche quella parte dell’animo ita-liano – impregnato di spirito il-lirico, romano e veneto – haconsentito di far fiorire nell’al-tra sponda del nostro mareAdriatico.

  • Il 7 e 8 settembre u.s. si sonosvolte importanti cerimonie aSalona, oggi Solin, che hannoavuto per protagonista una de-legazione del Comune di Mon-tecompatri (in provincia diRoma), accolta fraternamentedal Sindaco, dalla Giunta co-munale e dai sacerdoti di Solin.In una cerimonia solenne, ledue delegazioni hanno scam-biato i documenti votati all’u-nanimità dei rispettivi Consiglicomunali che hanno voluto ri-stabilire i legami che ebberoqueste città nell’evo antico.A Montecompatri non era certoignota l’esistenza di Salona, manon vi erano notizie precise checomprovassero l’esistenza diresti romani imponenti, chesono stati invece documentatidal libro recentemente pubbli-cato dal Centro di RicercheCulturali Dalmate di Spalatodella dott.ssa Daria Garbin, in-titolato Salona negli scavi diFrancesco Carrara, anche perrivalutare l’opera del grande ar-cheologo dalmata-veneto.Erano presenti alle cerimonie ilConsole d’Italia a Spalato dott.Augusto Vaccaro e molti diri-genti del CRCD - Spalato, tra iquali il Presidente, on. Renzode’Vidovich, il Direttore ing.Marina Dalmas Galasso ed iconsiglieri dott.ssa Rachele De-non Poggi e prof.ssa AnnamariaSabatini, oltre ad una autore-vole delegazione di Monte-compatri, guidata dal Prosin-daco Fabio D’Acuti, dall’As-sessore alla Cultura PatrizioCiuffa, dai Consiglieri Giu-seppe Dominicis, Daniele Gaffie Roberto Fattore e dalla diri-gente della Pro Loco prof.ssaMaria Luisa Botteri, una dal-mata molto attiva che ha curatoi rapporti tra i due comuni.Dopo le cerimonie ufficialidell’8 settembre, festività dellaMadonna Protettrice di Salona,si è svolta la grande tradizio-nale processione dalla Catte-drale all’isola che ospita il Tem-pio della Madonna Piccola (allaquale aveva reso omaggio an-che Papa Giovanni Paolo II),

    guidata dall’Arcivescovo diSpalato mons. Marin Barisić edal parroco di Salona Vinko Sa-nader, fratello del Primo Mini-stro di Croazia, Ivo Sanader.Il nostro direttore ha donato alSindaco di Salona-SolinBlaženko Boban il suo ultimolibro sul Regno di Dalmazia e laNazione dalmata, nel quale èsottolineata l’importanza chequesta città ha avuto nella ro-manità non fosse altro che peraver dato i natali al grande Dio-cleziano ed a molti altri impe-ratori romani e per essere statala Capitale dell’Impero romanod’Occidente per quasi tre se-coli.Ha destato l’interesse anchedella Televisione croata il fattoche Salona sia stata il centrodove ha avuto fine l’Impero conl’uccisione di Giulio Nepote,che è l’ultimo Imperatore ro-mano d’Occidente Con la suamorte ha cessato di esistere aSalona l’Impero romanod’Occidente che, per consuetu-dine, è considerato il momentoin cui termia l’Evo antico edinizia il Medioevo. A questo av-venimento non si era finora at-tribuito a Salona l’importanzache invece merita non solo sulpiano storico.

    pag. 8 ottobre 2008 IL DALMATA

    IN ATTESA DEL GEMELLAGGIO ROMA-SPALATO-SALONA, SI È SVOLTO NELLA CTRA SALONA E MONTECOMPATRI UIl “Tusculum” esisteva sia nella capitale dalmata dell’Impero romano d’Occidente che nel

    Il Prosindaco di Montecompatri Fabio D’Accuti, scambia con il Sindaco di Salona-Solin Blaženko Bo-ban i documenti ufficiali che sanciscono la fraterna amicizia che i due comuni ebbero fin dai primi se-coli dell’era cristiana, quando Salona era la capitale dell’Impero.

    La croce dell’antica Diocesi sa-lonitana che aveva giurisdizioneanche su Zagabria, ha aperto laprocessione

    Ragazze di Salona con le vesti tipiche della tradizione medievale an-cora radicata nell’antica capitale dell’impero

    Le bambine con gli abiti dell’antica chiela Madonna piccola che hanno ricordamediterranea della Civiltà dell’Olio e d

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 9

    CAPITALE DELL’ANTICA DALMAZIA UN IMPORTANTE MEETING ITALO-CROATON INCONTRO TRA COMUNI STORICIl comune della Provincia di Roma, a due passi dalla Città eterna, ricco di memorie storiche

    Busto di fattura romana risa-lente all’epoca d’oro di Salona

    esa solinitana durante la processione perto la tradizione romana e la continuitàel Vino

    Satiro in stile greco che testimo-nia l’influenza della civiltà me-diterranea in Dalmazia.

    Testa marmorea di Plautilla,moglie dell’imperatore Cara-calla, rinvenuta negli scavi diSalona

    Alla precessione verso il Santuario della Madonna piccola ha parte-cipato una folta delegazione italiana. Nella foto da sinistra:l’assessore Cioppa e il prosindaco D’Accuti il Console d’Italia a Spa-lato Augusto Vaccaro e il nostro direttore in rappresentanza delCRCD. Il Prosindaco di Montecompatri Fabio D’Accuti, l’assessore PatrizioCiuffa, e l’ing. Maria Dalmas Galasso e la prof. Annamaria Sabati-

    ni del Centro Ricerche Culturali – Spalato, durante la cerimonia aSalona.

    La prof. Maria Luisa Botteri dei Dalmati italiani nel Mondo cherappresentava la Pro Loco di Montecompatri ed il dottor AugustoVaccaro Console d’Italia a Spalato al tavolo della presidenza.

    Con questo libro della DariaGarbin, la Fondazione Ru-stia Traine di Trieste ha ri-lanciato gli studi su Salonaed insiste nel sottolineare chela fine dell’Impero romanod’Occidente (che si fa coinci-dere con la fine dell’Evo anti-co e l’inizo del Medioevo) haavuto luogo nella Villa saloni-tana di Diocleziano, il palaz-zo al centro dell’odiernaSpalato.

  • pag. 10 ottobre 2008 IL DALMATA

    SI RIPRESENTA LA PROPOSTA DI LEGGE ALLA CAMERA DEI DEPUTATIDIMENTICATA ANCORA LA DALMAZIANEI RICONOSCIMENTI GIURIDICIIgnorato il Centro Ricerche Culturali Dalmate - Spalato, la Fondazione Rustia Traine egli altri importanti organismi culturali che conservano le secolari tradizioni dalmate

    Come accade all’inizio di ognilegislatura, gli onorevoli depu-tati di ogni parte politica rico-piano e ripresentano senzaneppure rileggerle le vecchieproposte di legge che non era-no state neppure esaminate.L’on. Ettore Rosato di Triesteha così ripresentato la sua vec-chia proposta di legge riguar-dante il riconoscimento giuri-dico del Centro di RicercheStoriche di Rovigno e dell’IR-CI di Trieste, ma non ha pensa-to di aggiungere né il CentroRicerche Culturali Dalmate diSpalato, che opera nell’interaDalmazia da Veglia fino alleBocche montenegrine di Cat-taro, né il CDM, che copreun’area nuova ma essenzialecome quella di internet, né laFondazione Rustia Traine, cheda decenni risulta essere unadelle più attive organizzazioniculturali dei dalmati, né le altresocietà ed associazioni cheoperano meritoriamente da ol-tre mezzo secolo. Nella scorsalegislatura la dimenticanzadell’on. Rosato sulla Dalmaziaera stata compensata dalla pre-sentazione da parte dell’on.Menia, il deputato triestino lacui famiglia è originaria diCurzola che è vicepresidentedell’Associazione nazionale

    dalmata, di una proposta dilegge per includere anche ilCRCD tra gli enti culturali chemeritano un riconoscimentogiuridico da parte dello statoitaliano ed una particolare tute-la per l’attività svolta in Dal-mazia.Come si ricorderà, il CRCDnon è affatto in concorrenza, etanto meno in contrasto, con ilCentro di Ricerche Storiche diRovigno. Anzi: abbiamo sem-pre apprezzato i tentativi deldirettore Giovanni Radossi diaiutare la cultura italiana inDalmazia. Sforzi e buona vo-lontà che hanno avuto scarsosuccesso perché la realtà dal-mata è molto differente daquella istriana. Vi è inoltre unagrande differenza tra due terri-tori: le cittadine dell’Istria so-no raggruppate in un fazzolet-to di terra, mentre la Dalmazia,da Veglia a Cattaro, ha un’e-stensione quasi pari a quelladella dirimpettaia spondaadriatica della penisola italia-na. Se poi si aggiunge che gliamici di Rovigno dispongonodi un bilancio molto ristretto,si comprenderanno le ragioniper le quali gli esuli ed i resi-denti in Dalmazia hanno dovu-to costituire un Centro esclusi-vamente dalmata, con sede

    centrale in Spalato, che, non dimeno fatica ad arrivare a Bu-dua e a Veglia, che distano dal-la capitale della Dalmazia cen-trale parecchie centinaia dichilometri. Distanze che daRovigno sono in certi casi piùche doppie.Dobbiamo, infine, segnalareche nelle precedenti legislaturevi era un sostanziale accordoper includere la Fondazione

    Rustia Traine nell’IRCI. Que-sto accordo non è stato mairealizzato ed anzi ci consta chenell’ultimo Consiglio di Am-ministrazione, il presidentedell’IRCI ha proposto di acco-gliere l’adesione della Fonda-zione dalmata, ma l’ineffabileconsigliere Massimiliano La-cota ha chiesto di visionare lostatuto. Tanto è bastato perchéogni decisione in materia siarinviata sine die. Una ventinad’anni non erano stati suffi-cienti per esaminare uno statu-to che è passato al vaglio delConsiglio di Stato, del Mini-stero dei Beni culturali e dallaRegione Friuli Venezia Giulia!Esprimiamo la speranza chenel prossimo ventennio il pro-blema venga risolto ma, nelfrattempo, nessuno se ne abbiaa male se la Fondazione dal-matica cerca e magari ottienericonoscimenti giuridici, perconto proprio, mentre il caval-lo attende che l’erba cresca.

    Nell’ambito della giornata delle lingua italiana nel mondo, Carlo Cetteo Cipriani ha tenuto una confe-renza su Garibaldi al CRCD di Spalato seguita da un pubblico prevalentemente giovanile. Sembra fini-ta l’era delle inutili conferenze carbonare, di cui nulla doveva trapelare all’esterno e che erano ascolta-te, quasi per precetto, da un annoiato gruppetto di benemerite persone anziane.

    A Palazzo Campanari e nella piazza medievale di Veroli si è svolto ilFestival internazionale di musica ideato dal maestro Veselic per sot-tolineare i legami tra le due sponde dell’Adriatico. Si sono esibiti, tragli altri il coro e l’orchestra di mandolini di Spalato e sono state ese-guite musiche del compositore Giuseppe Bozzotti, alunno e amico diVerdi, che è stato direttore della Cappella della Cattedrale di Traù edella Corte reale del Montenegro.

    LA MUSICA UNISCE LE DUE SPONDE DELL’ADRIATICO

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 11

    STAMPA E TV IGNORANO CHE SI COMPLETÒ IL RISORGIMENO ITALIANOPERCHÉ MORIRONO IN 600MILANELLA GUERRA 1915-18? BOH!Per non offendere Austria, Slovenia e Croazia, è calato il silenzio sull’Interventismo, cheaveva chiesto la liberazione di Trento, Trieste, Gorizia, Istria e di parte della Dalmazia

    Nella significativa manifestazione organizzata a Trieste dalleAssociazio-ni d’Arma in congedo, hanno sfilato il Labaro deiVolontari giuliano-dal-mati della Grande Guerra e le bandiere d’Istria, Fiume e Dalmazia.

    In occasione del 90° Anniver-sario della Vittoria conquistatadalle truppe italiane nella PrimaGuerra mondiale, la stampa e latv hanno dedicato largo spazioall’avvenimento concentrandoperò l’attenzione solo sulle sof-ferenze dei soldati in trincea, sulgran numero dei caduti da ambole parti e sul fatto che proprio intrincea nacque la solidarietà trai soldati, talvolta analfabeti,provenienti da varie regioni,che impararono l’italiano con-frontandosi con i commilitoniprovenienti da tante regioni cheparlavano dialetti diversi.Un silenzio tombale, bipartisancome si dice oggi, è calato in-vece sulla motivazioni che in-dussero l’Italia, che aveva un ac-cordo sia con l’Alleanza deiquattro imperatori (Austria-Un-gheria, Germania, Turchia eBulgaria) che con gli alleatidell’Intesa (composta da Fran-cia, Inghilterra ed altri paesi mi-nori e che era appoggiata anchedagli Stati Uniti d’America,che entreranno in guerra treanni dopo l’inizio del conflitto).

    TRIESTE HA FATTO ECCEZIONE Eppure non ci sono dubbi sulfatto che il movimento inter-ventista basò tutta la sua pro-paganda sulla necessità di com-pletare il Risorgimento italianoliberando, come si diceva allo-ra, Trento, Trieste, Gorizia,l’Istria e una parte della Dal-mazia.I Patti di Londra, sottoscritti daInghilterra, Francia ed Italia il 26aprile 1915, precedono neanchedi un mese l’entrata in guerradell’Italia, avvenuta il 24 mag-gio dello stesso anno ed eranoincentrati sul fatto che sarebberostati attribuiti al Regno d’Italiai territori abitati da popolazioniitaliane, e cioè il Trentino AltoAdige, le province di Trieste eGorizia, l’intera Istria e partedella Dalmazia, formata dalleisole di Cherso e Lussino, leprovince di Zara e Sebenico erelative isole ed un’enclave rap-presentata dalle Bocche di Cat-taro.I Patti di Londra saranno poi tra-diti da Inghilterra e Francia,con la giustificazione che nonerano stati sottoscritti anchedagli Stati Uniti d’America,entrati in guerra appena il 2 apri-le 1917, tre anni dopo lo scop-pio delle ostilità iniziate il 28 lu-glio 1914. Non c’è alcun dubbiosulle ragioni che indusserol’Italia a scegliere l’Intesa escendere in campo contro gliImperi centrali, ma i mass me-dia hanno totalmente ignoratol’argomento per non urtare la su-scettibilità di paesi oggi amicicome l’Austria, la Slovenia e laCroazia, ma travisando la storia.Chi chiede agli studenti d’oggidi illustrare le ragioni italiane diquesta scelta del 1915 si è vistoesporre le tesi più varie, quan-do non si è sentito risponderecon un significativo “boh!”.

    altre associazioni consorelle.Il 20 settembre scorso, in unadata non significativa per ilmondo degli esuli e che coinci-deva invece con le elezioni poli-tiche slovene, l’UNI ha indettouna commemorazione dei Cadutiin mare al largo di Trieste, inprossimità del confine marittimocon la Slovenia. Il fermo inter-vento del Prefetto Balsamo, delSindaco Dipiazza e del Sottose-gretario di Stato on. Menia hafortunatamente fugato ogni dub-bio sulla volontà degli esuli dinon interferire con qualche attodimostrativo, magari da parte disingoli, a favore di uno dei partitisloveni in lizza. Cose che le as-sociazioni degli esuli hanno sem-

    pre accuratamente evitato di fare.In occasione della tragica scom-parsa di Jörg Haider, ilPiccolo hapubblicato una maliziosa cro-naca con il titolo vagamente iet-tatorio ”l’ultimo pranzo politicocon l’Unione degli istriani” quasivi fosse una correlazione tra lacena con Lacota e la successivatragica fine, nella quale si sotto-lineavano però inquietanti rap-porti tra il leader nazionalista au-striaco e l’Unione degli istriani,che hanno destato meraviglia. Ilfatto poi che degli esuli istrianifossero insieme agli indipen-dentisti triestini sotto le inse-gne della Trieste austriaca, contanto di aquila bicipite ed ala-barda sui colori rosso e bianco

    dell’Austria, ha meravigliatoperfino i giornalisti del Cor-riere della Sera e della Repub-blica. Senza voler scomodare lastoria ed il secolare scontro ditrentini, giuliani, istriani, fiumanie dalmati con l’Austria, resta ilfatto che nei paesi dell’ex Jugos-lavia vi è già oggi uno scontropolitico-culturale, destinato ad al-largarsi soprattutto in Slovenia eCroazia, tra il mondo latino equello tedesco. Sarebbe benstrano se l’Unione degli istriani,che ha recentemente rimesso iltricolore sulla propria sede, fossein qualche modo compromessacon l’espansionismo austro-tede-sco.

    CHE CI FA L’UNIONE DEGLI ISTRIANI CON I NAZIONALISTIAUSTRIACI FILO-TEDESCHI E GLI INDIPENDENTISTI TRIESTINI? SICHIEDONO “IL CORRIERE DELLA SERA”E “LA REPUBBLICA”

    (continua da pag. 2)

  • pag. 12 ottobre 2008 IL DALMATA

    Abbiamo tutti perduto un ami-co a Padova, 22 agosto 2008.Non ricorderò l’uomo: schiet-to, vivace, creativo e profondo.Non il suo carattere dolce espigoloso, il sorriso sornione,l’uomo forte e così pieno di di-fetti, sempre pronto alla battu-ta di spirito, scomodo ed indi-gesto per alcuni quanto simpa-tico fino all’entusiasmo per al-tri. Un uomo vero. Non vi par-lerò dei suoi qualificati studi edei successi e premi musicaliche ne hanno caratterizzatol’ancor breve ma già ricca car-riera artistica, né della chitarrabarocca che suonava dal piùprofondo del suo animo, nep-pure della sua passione per ilrepertorio musicale antico.Vi parlerò di un AlessandroBoris Amisich che forse nontutti conoscono. Apparteneva auna stirpe illirica, ad un popo-lo in estinzione: quello degliesuli italiani della Dalmazia,dell’Istria, di Fiume. Un esuledi seconda generazione. Nonun esule in senso stretto dun-que, perché nacque a Udine,ma figlio di esuli e come talenel suo DNA vi era la storia ela memoria della sua gente edella sua origine. Appartenevaa quel popolo di “veneti de làdel mar” che abitavano l’Istriae la Dalmazia ancora primache Roma irradiasse la sua ci-viltà al mondo e che hanno la-sciato sulla costa orientale del-l’Adriatico, da Capodistria aCattaro, meravigliose testimo-nianze artistiche e culturali diuna ricca e sviluppata civiltà.Tragedia nazionale la nostra,poco nota e per quasi sessan-t’anni dimenticata dalle crona-che e dalla storia italiana. Fin-ché nel 2004, con legge dellaRepubblica ed unanime votobipartisan del Parlamento, èstato istituito il “giorno del ri-cordo” che si celebra il 10 feb-braio di ogni anno. Giorno delricordo a memoria dell’esododei trecentocinquantamila giu-liano-dalmati e dei martiri del-le foibe, nelle quali, durante e

    dopo l’ultimo conflitto mon-diale, trovarono la morte mi-gliaia di italiani. Eravamo piùdi trecentocinquantamila. Tre-centocinquantamila italiani di-menticati per sessant’anni sul-l’altare delle ipocrisie e delle

    convenienze politiche interneed internazionali. Vittime diuna guerra crudele e della puli-zia etnica attuata da un regimebarbaro e rozzo. Trecentomilaitaliani che per salvare la vita,parlare la propria lingua, fre-quentare le pratiche religiose egodere dei più elementari dirit-ti civili e politici dovettero la-sciare la loro terra, la casa, gliaffetti, il lavoro, i propri morti.In questo luogo santo ricorderòche 38 furono i sacerdoti ucci-si o scomparsi in Istria e inDalmazia. Tra questi il martiredon Francesco Bonifacio, natoa Pirano e parroco di VillaGardossi, che è stato beatifica-to a Trieste nella cattedrale diSan Giusto lo scorso 4 ottobrealla presenza di un altro esule

    nato a Pola, il Vescovo di Trie-ste Eugenio Ravignani, e delCardinale Saraiva Martins,Prefetto della Congregazionedelle Cause dei Santi. All’ini-zio dello scorso mese di luglioPapa Benedetto XVI ha firma-

    to il decreto di beatificazionedi Don Bonifacio “martire inodium fidei”, dichiarandolo“venerabile servo di Dio”.Alessandro nacque a Udine nel1959, figlio di un esule dalma-ta e di un’istriana autentica. Ècresciuto nella consapevolecoscienza delle proprie originie nella conoscenza della storiadella sua gente cui era intima-mente legato, tanto da offriresempre e volentieri la sua par-tecipazione artistica a concertie manifestazioni legate a luo-ghi ed uomini della sua terra.Dirò di alcuni di questi. A Zaranel 1999 partecipò alle seratemusicali nel battistero di SanDonato. Nel 2004 era a Fiume:con la sua chitarra d’epoca fuprotagonista, con Giuseppe

    Nalin all’oboe barocco, dacaccia e d’amore, del Concertodel “Collegium Musicum Flu-minense”. Nel 2005 a Pola eTrieste intervenne a due ap-plauditi concerti in omaggio diun altro noto autore istriano,Sergio Endrigo, della cui poe-tica malinconia non si può par-lare: si può solo ascoltare. Allatromba e flicorno accanto adAlessandro suonò un altro va-lente amico musicista:l’istriano Mario Fragiacomo.Nel 2007 fu protagonista di ap-plauditi pomeriggi musicalinelle sedi delle Comunità Ita-liane di Spalato e Zara. Com-mentando l’atmosfera di queigiorni Alessandro dirà felice:“Mi hanno fatto sentire a casamia”.Nel marzo 2008 l’ultima, forsela più bella delle sue fatiche.All’auditorium Pollini di Pa-dova ha diretto la “CamerataMusicale Vicentina” in un con-certo in memoria delle vittimedelle foibe. Al pianoforteun’altra istriana di grande va-lore: Chiara Bertoglio. Eseguìmusiche di autori istro-dalma-ti, tra i quali Tartini di Pirano,Usber Spongia di Parenzo,Sorgo di Ragusa, Zajc di Fiu-me, Ivancic, di cui non si co-nosce la provenienza - mal’opera viene dal Duomo diVeglia -, e del contemporaneo,il Maestro ed amico Luigi Do-norà di Dignano d’Istria. Unprogetto questo cui aveva la-vorato a lungo, con fatica e pa-zienza, cocciuto e duro come igrebani della sua terra; alla fi-ne della serata lo ricordiamoemozionato e stanco, ma rag-giante e soddisfatto. In quel-l’occasione, appellandosi agliuomini della cultura che vivo-no sulle due sponde dell’A-driatico, spesso divisi e reci-procamente sordi, espressel’augurio più sincero e più bel-lo con il quale continueremo aricordarlo: “Che la cultura uni-sca e non divida”. ArrivederciAlessandro.

    Giorgio Varisco

    SCOMPAREALESSANDROAMISICH, GIOVANE EGRANDEMUSICISTA

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 13

    MILANO LE HA DEDICATO UNA MOSTRA POSTUMA A PALAZZO REALEMILA SCHÖN NATA NUTRIZIOESULE DALMATA DEGLI ANNI ’20“Signora dell’eleganza” e stilista molto nota, apparteneva alla nobiltà di Traù. Dovettefuggire in fasce. Visse a Trieste e Milano con il fratello Nino Nutrizio, famoso giornalista.Maria Carmen Nutrizio nascenel 1919 a Traù, un anno dopola caduta dell’Impero austro-ungarico. Il padre è un notofarmacista e proprietario ter-riero, la mamma una Luxardodi Lussinpiccolo. Lascia, a tremesi dalla nascita, la città na-tale con la famiglia e si trasfe-risce a Trieste in una casa delcentro storico dove vive e stu-dia fino a diciotto anni. Appar-tiene ai conti di Traù e di Po-glizza, il cui titolo risale al1317; nel 1763 sono conti ve-neti e sono riconosciuti anchedalla Casa d’Austria nel 1823.Sposa Aurelio Schön, com-merciante di preziosi veneto diorigine austriaca, e nel 1958apre un atelier e lancia il mar-chio Mila Schön, famoso intutto il mondo per i double fa-ce, di cui dice: “l’intransigenzacon cui concepisco un internouguale ad un esterno è una miacifra”. La stampa specializzatascrive di lei: “Inserisce negliabiti da sera inserti geometri-ci”. I suoi abiti sono unici edirripetibili”, “quella di MilaSchön è vera alta moda auten-tica, splendida, perfetta”.Riceve negli Stati Unitil’Oscar della Moda, sbarca inGiappone e veste alcune delledonne più eleganti del mondocome Marella Agnelli, Jacque-line Kennedy, la sorella Radz-will ed altre ancora. È stata in-signita nel 1990 del “San Giu-sto d’Oro” ed in quella occa-sione ci disse: “non ho ricordivisivi del periodo che ho vissu-to in Dalmazia perché ero an-cora in fasce quando sono an-data via. I miei ricordi sono le-gati ai racconti dei miei fami-liari, anche se in seguito sonotornata in varie occasioni. Miamamma, mio fratello (NinoNutrizio diventerà anche lui

    famoso come giornalista e saràfondatore e per lunghi anni di-

    rettore del quotidiano milanese“La notte”) ed io siamo partiti

    su una nave da guerra coman-data dall’ammiraglio Millo.Abbiamo lasciato la Dalmaziacon una federa e poche coro-ne”.I funerali si sono svolti a Mila-no ed hanno avuto risonanza intutte le televisioni e sui giorna-li del mondo, che hanno dedi-cato largo spazio all’arte ed al-la personalità della stilista dal-mata scomparsa. La città diMilano ha dedicato alla grandestilista dalmata una mostra aPalazzo reale che è stato visita-ta da un gran numero di perso-nalità e di gente comune chene apprezzava l’opera el’eleganza.

    AMICHE DA SEMPRE

    Ho perso un’altra amica dopola Lolly e la Lia. E’ giunta ahi-mé, l’ultima ora per la SoniaSvircich. Il comune destino diprofughe ci aveva disseminatoin tutta Italia. La famiglia Svir-cich era arrivata a Pieve di So-ligo poco dopo il nostro inse-diamento. Grande è stata lamia gioia di ritrovarmi con lo-ro. La nostra amicizia era ini-ziata nei campi sportivi e neibagni della nostra Città e si erain seguito solidificata in esi-lio. Poi di nuovo il destino ciha diviso per farci ritrovareanni dopo in Toscana, già spo-sate con il nostro bagaglio digioie e di dolori. Poi la Lollyci ha lasciato ed il dolore ci haunite ancor di più. Frequentan-do la Sonia ho avuto modo diconoscerla più profondamentee di apprezzare i suoi valorimorali: sincerità e generositàd’animo. Poi c’è stata la malat-tia con i suoi alti e bassi. An-davo a trovarla quando potevo,era sempre contenta di veder-

    mi, parlavamo di Zara, dei beitempi, andati. Avevamo tantiricordi e tante amicizie in co-mune e andavo via con il cuo-re gonfio perché vedevo chestava spegnendosi. L’ultimavolta che sono andata a tro-varla mi aveva preparato un re-galo: una collana di perle. So-no rimasta commossa e que-sto dono per me ha un grandesignificato: era il segno del suoaffetto che lei, schiva per na-tura, così dimostrava. Io el’Anuska ci siamo ripromessedi non interrompere questo filoche ancora ci unisce.

    Fiorella Lubin Signoretti

    UNA MAMMASPALATINA

    Ci ha lasciato Silvia Denon fi-glia dell’ing. Ruggero, patrio-ta e decorato al valor militaredurante la guerra 15-18, e diDanica-Alba Paic, spalatinavenuta in Italia nel primo do-poguerra.Apparteneva alla buona bor-ghesia triestina ma non dimen-

    ticò mai l’origine della mam-ma che visse a lungo con lei.Ambedue trasmisero ai figliRachele e Lorenzo la dalmati-cità, che avrebbe voluto tra-smettere anche al nipotino Da-niele Radoicovich. È decedutail 27 settembre, proprio ilgiorno della nostra assembleaa Bellaria, e la Giunta dei Dal-mati italiani nel Mondo, nel-l’annunciare che la RacheleDenon Poggi non poteva pre-sentare gli italiani venuti alRaduno dall’estero, ha espres-so il cordoglio per la graveperdita.La redazione de Il Dalmataesprime alla segretaria del no-stro giornale le più sentite con-doglianze.

  • pag. 14 ottobre 2008 IL DALMATA

    IN FUGA DA ZARAA SOLI 8 ANNIIl 18 giugno 2008 è deceduto aMelbourne a seguito di un tra-gico incidente di lavoro TonyRimanich. Era nato a Zara il 21

    giugno 1948. Nel 1956, quandoaveva solo 8 anni, il padreCarlo – dipendente della fab-brica di reti “SAPRI” di Zara,ormai jugoslava – viene inviatoa rappresentare la ditta al Padi-glione della Pesca della Fieradel Levante di Bari, e lo portacon sé. Carlo aveva avuto lostesso incarico l’anno prima edera tornato a Zara chiedendoche gli fosse riconosciuto il di-ritto di opzione, ma le autoritàjugoslave glielo rifiutano per-ché avevano bisogno delle sueprestazioni tecniche. Questavolta il padre chiede per sé eper il figlio lo status di rifugiatopolitico ed ottiene l’asilo poli-tico. Lo raggiungono l’annodopo la moglie Paola ed i figliLinda ed Enrik. Nel 1958 la fa-miglia emigra in Australia,dove già risiedono gli zii Etta eSimetto. Carlo Rimanich di-venterà lo storico delegato delLibero Comune di Zara in Esi-lio. Tony, data la giovane età, siambienta facilmente nellanuova realtà e partecipa sia aiRaduni Giuliano-Dalmati cheall’attività degli Enti sociali au-straliani con la moglie zaratinaLiviana Ardia.Purtroppo il destino non gli hapermesso di godersi i bellissiminipotini Harrison e Lillian cheportava nel cuore.Lascia nel più profondo dolorela moglie Liviana, la figlia Ta-nia con il marito Matthewe ed inipotini. Lo piangono anche lamamma Paola, la sorella Linda,

    con Rodolfo e i figli Giulia eMichele, il fratello Henry conJacqui, i figli Erin Marc e gli ziiSimeone, Etta e Enrico, oltre aicongiunti in Dalmazia, Italia eStati Uniti.

    LA MOGLIE DI ULISSEA Venezia, lontana dalla suaSpalato, il 12 agosto 2008 èmancata all’affetto dei suoi cariKatja Brajević Donati Nata aSpalato il 24 giugno 1922, in-segnante di lingue nel liceo cit-tadino, era l’amatissima mogliedel nostro Ulisse, ufficiale diArtiglieria di stanza a Spalato,che la conobbe nel 1941 e se neinnamorò. Una storia d’amoredal sapore antico che nel 1952,tra le mille peripezie di un nonfacile dopoguerra, si coronò fe-licemente nel loro matrimonio.Una favola a lieto fine del no-stro tempo, un’unione serena,continuata per più di cinquan-t’anni negli affetti di una fami-glia unita. Rendiamo omaggioall’amore paziente di Katja nel“sopportare” la forte personalitàdi Ulisse, protagonista di bel-lissime iniziative a favore dellacomunità dalmata dovunquedispersa. Prima fra tutte i viaggidella memoria, quel commo-vente pellegrinaggio dei dal-mati al cimitero di Zara nelgiorno dei morti che continua aripetersi da più di vent’anni. AUlisse Domati ed ai figli Mi-chele ed Umberto le più sentitecondoglianze.

    CI LASCIA A 101 ANNIE’ deceduta a Trieste una dellepersone più note della vecchiaZara Luigia Semitekolo inDuca, nata il 17 giugno 1907 .Un’altra dalmata ci ha lascito perraggiungere la casa del Signorealla bella età di 101 anni. Donnaesemplare ha saputo godersi lavita; altrimenti come avrebberaggiunto il centenario? A Trie-ste ha gestito per parecchi anni unnegozio di merceria conquistan-dosi la stima di tutto il rione. Laredazione de Il Dalmata ed il Dal-mazia Club 1874 – Trieste, por-gono ai familiari le più sentitecondoglianze.

    ZARATINAIN ARGENTINAIl 23 aprile 2007 è scomparsa aCordova (Argentina) la concit-tadina Eleonora (Nora) Sa-rich Ved. Costa. Era nata aZara il 16 settembre 1924, enella nostra città aveva fre-quentato la R. Scuola Com-

    merciale “Luigi Ziliotto”. Daesule raggiunse l’Argentinacon il marito Gueririno, che fuottimo attaccante dell’A.C.Dalmazia negli anni preceden-ti il conflitto e scomparve la-sciandola vedova 46 anni fa.La ricorda l’amica Bianca Or-lich, che le fu vicina per tantianni con lo scambio di corri-spondenza, mitigando in lei ilmai sopito rimpianto per lalontananza dalla sua amata Za-ra, e Honoré Pitamitz, suocompagni di scuola.

    PITTRICED’AVANGUARDIASi è spenta improvvisamente aRoma, all’età di 83 anni, Giu-stina Prestento, moglie affet-tuosa di Luigi Ziliotto. Artistadi spessore internazionale, as-sai nota negli ambienti della ri-cerca d’avanguardia, era nata aGorizia ed era conosciuta e sti-mata da tutta la comunità dal-mata. Allieva del maestro futu-rista dalmata Tullio Crali e poi,negli anni degli studi a Vene-zia, del pittore Mario de Luigi,esordisce con una serie di ope-re pittoriche nelle quali mani-festa interesse per il ritmo di-namico, per lo spazio inteso insenso fisico come luogo di ma-nifestazione di energia. Il suolavoro si sposerà poi ad un at-

    teggiamento più sperimentale,riferibile all’ambito della co-siddetta “poesia visiva”, nellaquale l’artista esprime un forteinteresse per l’interrelazionefra suono e segno e verso la di-mensione dell’azione coreo-grafico-teatrale.In quest’ambito si collocano leprime fondamentali esperienzedi Giustina Prestento, che allafine degli anni ’70 avvia unaricerca pionieristica. VittorioGelmetti, parlando delle sue“living pictures”, scriverà dilei che “tre elementi, voce, se-gno e gesto, si mescolano e siintersecano. Direi che abbiamooccasione di ascoltare i segni,di ascoltare il gesto e, forse, divedere il suono”.L’affinamento dei suoi stru-menti espressivi la conduce, insintonia con musicisti comeBerio, Nono, Gelmetti e Bus-sotti, a risultati densi di sugge-stione per lo spettatore. Attivafino allo scorso anno, nel 2003ha raccolto in un volume il suointero percorso artistico, soste-nuto dall’apprezzamento dimolti critici e da prestigiosi ri-conoscimenti internazionali.All’amico Lugi Ziliotto ed allafamiglia le condoglianze dellacomunità dalmata. gv

    DA ZARA AD ANCONANata a Zara il 24 maggio 1912Lidia Vlaich Lorenzutti èmorta in Ancona il 9 ottobre2008

    Ha sempre portato Zara nelcuore. La rimpiangono i fami-gliari amati e la ricordano conaffetto gli esuli giuliano - dal-mati di Ancona .

  • IL DALMATA ottobre 2008 pag. 15

    EL GAVEVA BUTTA INMAR EL PROFESSORLontan dalla sua sempre amataZara, il 3 settembre 2008 ne galassà el nostro caro e amatoPiero Volpi, de anni otanta oto,dopo gaver lotà per diese anni

    contro el morbo de Alzahimer,con una gran forza d’animo eun coragio amirevole.Comossa lo pianze la moglie,la fia Luisa, il fio Ilario con lamoglie Ivana e i sui cari nevo-dini Stefano e Greta, la sorelaMaria de’ Vidovich e i parentitutti.Nel ’40 Piero (el iera el muloche gaveva butà in acqua el pro-fessor de matematica!) ga lassàZara per la prigionia in Africa;nel ‘46 el xè tornà a Bresciadala sua famiglia, afrontandomomenti difizili, ma semprecon forza e positività.Se ierimo sposai nel ’56, viagiode noze a Zara dove semo tor-nadi sempre, fino a quando gacomincia a tormentarlo la suadevastante malatia.Go la consolazion de non averlomai lasado solo e de averlo as-sistido con amor finall’ultimomomento.Adesso el xè in quel cantondella nostra Zara, su in para-diso. Adio Piero.

    La moglie Lilly Rubini Volpi

    Desidero, anche tramite il Vo-stro giornale, ricordare il carozio Piero Volpi, deceduto aBrescia il giorno 3 settembre.Ciao Zio Piero, più unico cheraro! Porteremo sempre con noiel ricordo della tua grandezzad’animo, dei tuoi racconti edelle tue avventure!!

    I nipoti Lully, Carlo e Fran-cesca

    MUSICISTADELLA CONFRATERNITADI VENEZIAIl 24 luglio 2008 è deceduto aMaerne, in provincia di Veneziaove risiedeva da decenni, il cav.Bruno Zohar di Karstenegg,nato a Zara nel 1930 da anticafamiglia nobile.Esule a Venezia dal 1948 si eraimpegnato nell’associazionismogiuliano-dalmata partecipandoall’attività sportiva della Società“JULIA.” e dirigendo negli anni‘50 con Ugo Bassi e Tullio Val-lery il periodico dei Gruppi Gio-vanili Adriatici ‘ComunitàAdriatica’.Era da molti anni Confratellodella Scuola Dalmata deiSS.Giorgio e Trifone di Vene-zia. Grande appassionato di mu-sica e compositore come la ma-dre Maria Mestrovich, nota con-certista, a causa degli eventi bel-lici non era riuscito a comple-tare gli studi ma aveva visto rea-lizzare in parte le sue aspira-zioni giovanili nella figlia Ma-ria Grazia, apprezzata violini-sta. E’ stato per oltre 30 anni di-pendente comunale presso ilCasinò di Venezia.Di carattere mite e generoso siera fatto conoscere e stimare of-frendo, tra l’altro, la sua dispo-nibilità musicale nel corso dellecerimonie religiose locali.Nel 1998 in seguito ad incidentestradale era rimasto a lungo incoma riprendendosi solo inparte, amorevolmente assistitodalla moglie Antonietta Maz-zella e dagli amici di Maerne.I funerali, con il feretro copertodalla bandiera dalmata, si sonosvolti con larga partecipazionedi parenti, amici ed estimatori.Alla consorte Antonietta, alla fi-glia Maria Grazia e al nipoteLorenzo le affettuose espres-sioni della nostra partecipa-zione dei confratelli dellaScuola Dalmata dei Santi Gior-gio e Trifone di Venezia e dalLibero Comune di Zara in Esi-lio - Dalmati italiani nel Mondo,di cui è stato affettuoso e co-stante sostenitore.

    A SIDNEYIl 24 luglio è scomparso aSydney Bruno Scotton nato aSpalato il 17 giugno 1922

    ANCORA A SYDNEYIl 31 dicembre 2006 è decedu-ta a Sydney la concittadinaGraziella Kenk nata a Zara il13 agosto 1912. Ha lasciatonel più vivo e profondo dolore

    i figli Giorgio, Littorio con leloro famiglie, in Italia le sorel-le Elisabetta e Tina con le lorofamiglie, la cognata Lina, pa-renti ed amici tutti vicini e lon-tani in Australia e in Italia.

    A SYDNEY ANCORA,ANCORAIl 7 luglio 2008 è deceduto aSydney il concittadino Giu-seppe Paleka Era nato a Zarail 26 febbraio 1925.

    ZARATINO DOCIl 29 maggio 2008 e scomparsoa Wantina (Australia) il concit-tadino Giuseppe Ardia fratel-lo di Francesco Ardia che eranato a Zara l’11 maggio 1924

    SEBENICENSEPURO SANGUEIl 7 aprile 2008 è deceduto aGeelong, Australia, DragoGojanovic nato a Sebenico l’8marzo 1926

    ESULE IN VARIE CITTA’DELL’ADRIATICONata a Zara nel 1931 ultima didieci fratelli e sorelle, è dece-duta a Trieste Elena Pellizzarived. Masset dopo aver pelle-grinato in varie località dell’A-driatico. Continuò sempre a ri-cordare la sua Zara attraversole associazioni dei dalmati e ri-tornandovi ogni volta che erapossibile. La ricordano adamici e conoscenti, soprattuttodel rione di Chairbola, i figliAndrea, Patrizia e gli amati ni-potini Raffaele ed Alessandra.

    DALL’AUSTRALIA

  • pag. 16 ottobre 2008 IL DALMATA

    ADA CECCOLI E MARCEL-LO GABRIELLI, Trieste, inmemoria dell’indimenticabilefratello e cognato FrancescoCeccoli nel X anniversario del-la morte, Trieste 6 dicembre1998 40€LUBICH NERINA, Trieste,contributo per Il Dalmata 10€MARSAN FAMIGLIA, Geno-va, in memoria del nostro caroPaolo deceduto in Francia nelmaggio 2008, vero zaratino,50€KOTLAR MARISA, Genova,per tutti i zaratini, 10€PONI LIDIA, Trieste (Opici-na), un pensiero dolce e dolo-roso per la mia stupenda Zarache fu, 20€FRANCOVICH SILVIO, Tori-no, in memoria di tutti i nostrimorti, 15€REATI MARGHERITA E GI-NO, Padoa, per continuar a re-stare sempre uniti, 20€GRNKOVICH GROZDANA,Brescia, 30€COLLALUCE BOSSI ELE-NA, Varese, la figlia Elena a ri-cordo del caro papà Nicola Co-laluce e per non dimenticare lasua amata Zara, 10€BOSSI GIOVANNI, Padova,in ricordo di Zara, 15€ZOVATTO MARIA, Verona,10€ZVIETICH NARDELLI NI-NA, Firenze, 10€KALMETA BIANCA, Caglia-ri, per ricordare il marito e pa-dre di Adria e Marina Petani, lamoglie Bianca Kalmeta, 50€MARLIARO MATTEO, Pado-va, perché Il Dalmata viva,15€LAZZARINI MARINI ADA,Trieste, 30DI SANDRO ROSETTA, Udi-ne, 30€ROLLI MARIA VITTORIA,Schio, Vanni e Maria VittoriaRolli ricordano con affetto lacara Anna Cronich e i tantiamici e amiche scomparsi, 20€FAMIGLIA FATTORI, Forlì,nel quarto anniversario della

    scomparsa del dottor Fattori ifamigliari ne ricordano la leal-tà e l’umanità, l’amore per Za-ra e per l’Italia, 200€STIPCEVICH PIETRO, Bolo-gna, alla memoria dei fratelliRomano, Antonio e MatteoStanislao, mamma Maria cugi-ni Mario Argentino, 15€GASPARINI ENRICO, Asti,contributo per Il Dalmata, 15€LOVROVICH GIULIA, BustoArsizio, 10€LUPANO FLAVIO, Ticineto,10€CALMETTA LELLA, Sassari,in memoria di Lorena CalmettaPippo Nardozzi, Leonida Rica-mato e Albino Petani 50€RACCAMARICH FRANCA,Piacenza, in ricordo del papàAntonio e mamma StefaniaCobanov, 50€DUIELLA MATTEO, Chiari,il gruppo alpini di Zara ricordacon affetto il Generale Giusep-pe Di Maggio “Andato avanti”il 04/07/2008, 50€TONY PIERO, Firenze, in ri-cordo dell’amatissimo fratelloGuido Tony,150€PACINOTTI ANNA MARIA,Firenze, 20€ZANELLA MARA, San Dona-to Milanese, in ricordo del pa-pà Nino Zanella e dei suoi fa-miliari, 30€PALADRONI FRANCESCO,Pesaro, da un dalmata per casocon amore e nostalgia, 50€DAMIANI de’VERGADAFRANCESCO, Trieste, per lacultura italiana in Dalmazia,20€CARNEVALE MARIO LIBE-RO, Garganico, un saluto agli“Amci”che hanno frequentatol’ultimo anno dell’Istituto Ma-gistrale – A.S. 1943 – e stimatiprofessori , vive cordialità,20€STUPARICH LIVIO, Trieste,20€ZDRILICH NICOLO’ e STE-FANIA, Brescia, 20€BECICH STEFANO, Milano,20€

    CARBONI UMBERTO, Trie-ste, Miro-Umberto per ricorda-re il fratello “Vice”ed il padredeportato dai comunisti slove-ni, 45€MARINI FRANCO, Trieste, inmemoria di mio zio Carlo Ma-rinich, maestro a Veglia e mar-tire nel settembre 1943, 20€DELICH DOLORES, Trieste,in ricordo della bella Zara e deimiei defunti parenti dalmatiprofughi, 10€GHERDINI ANDREA, Firen-ze, in ricreo dei nonni, 50€CORDA EDWIN, Opera, in ri-cordo del gruppo alpini Zara edi Paganello Mario, 30€HANDEL RAIMONDO, Me-stre, 10€BELLI CASIMIRO, Pisa, 20€DUIELLA MATTEO, Chiari,Matteo e Nella partecipano aldolore del caro Ulisse per lascomparsa della moglie, 25€SCARABELLO LYDIA, Me-stre, in ricordo di tutti i propricari Scartabello, Jurina, 20€MATULICH SERGIO, Chiari,alla zara e alla Dalmazia italia-ne che fruno. W l’Italia, 50€

    ROSSI EOLA, Roma, 50€FANFOGNA CARMELITA,Trieste, perché continui a darciinformazione che ci interessa-no, 20€TAMINO MARIA GRAZIA,Roma, in ricordo di mamma epapà, 30€POTITO ABRUZZESE, Fano,20€NOVENCA FATTOVICHOLIVARI, Padova, contributoper il giornale, 150€AGOSTINI CLAUDIO, Albis-gnasego, per simpatia ed ami-cizia, 50€MARIA PIA RACCAMA-RICH, Piacenza, contributo alperiodico Il Dalmata, € 20ANGELA GORI VIGANÒ,Sesto S. Giovanni, contributoal giornale Il Dalmata in me-moria del bersagliere del Batta-glione Zara Bruno Gori dece-duto il 21 aprile 2005, la mo-glie Angela ed i figli Emanuelae Maurizio lo ricordano conmolto affetto, € 30PAOLA LIVIA BUA AR-MANDO, Trieste, Zara semprenel cuore, € 20

    “Perchè “Il“Perchè “Il DDalmata” viva liberoalmata” viva liberoe senza condizionamenti”e senza condizionamenti”

    Continua dalla prima paginaHa suscitato interesse ed entusiasmo l’attribuzione del pre-mio Tommaseo allo scrittore e giornalista del Corriere dellaSera Dario Fertilio.È stato anche stabilito con l’anticipo di un anno, evento che nonha precedenti nei nostri raduni, che il 56° Raduno dei Dalmatisi svolga a Trieste. Durerà più giorni e si concluderà la domeni-ca di metà settembre 2009. La Delegazione di Trieste del LiberoComune di Zara in Esilio - Dalmati italiani nel Mondo, la reda-zione de Il Dalmata, la Fondazione RustiaTraine, il Dalmazia Club- Trieste 1874 ed il Centro Ricerche Culturali Dalmate si stannomobilitando per proporre nuove iniziative e agevolare la presenzaaTrieste dei dalmati residenti in Italia, di quelli che vivono all’esteroed in particolare in Dalmazia. Il Raduno torna a Trieste dopo 16anni e non sarà facile superare le massicce manifestazioni del 1993.Quest’anno sono, perciò, mobilitate tutte le Aziende che porta-no alto il nome della Dalmazia nel mondo per l’allestimento distand, gli artisti che avranno la possibilità ed i tempi tecnici peresibirsi, i creativi che avranno massimo spazio e libertà. Verrà isti-tuito un Comitato che raccoglierà le proposte provenienti da ogniparte per programmare manifestazioni e produrre nuovi gadget,bandiere, stemmi e oggetti di ogni tipo, compresi cibi e prodottidel folclore nostrano. Tutti sono inviatati a inviare proposte, an-che le più ardite, alla nostra Redazione, che provvederà a smi-starle e dare ampie notizie sui preparativi.