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IL DIARIO DI FELIX Un film di EMILIANO MANCUSO

IL DIARIO DI FELIX - zona.org · 2008 • Rosso, Aut Photo ed., libro corporate sulla vita dell’azienda di spedizioni Bartolini, Corriere Espresso s.p.a. 2008 • Esposizione collettiva:

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IL DIARIODI FELIXUn film di EMILIANO MANCUSO

Un film di Emiliano Mancuso

Fotografia e suono Emiliano Mancuso

Montaggio Andrea Tarquini

Supervisione al montaggio Aline Hervè Musiche originali Angelo Olivieri Montaggio del suono e mix Edoardo Boccali

Produttore esecutivo Raffaella Milazzo

Prodotto da Giulia Tornari per ZONA in associazione con Andrea Tarquini per PCM STUDIOcon il supporto della Cooperativa PARSECcon il patrocinio del Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio

Paese: ItaliaDurata 75’Anno di realizzazione: 2014Lingua: VO – Italiana con sottotitoli in Inglese o Francese

NOTE DI REGIA

Ho conosciuto Casa Felix durante l’edizione del mio terzo libro fotografico Stato d’Italia (2011, ed. Postcart), con la prefazione di Lucia Annunziata. Inizialmente ero interessato ad un reportage fotogiornalistico ma con il tempo le cose sono cambiate. Il primo ragazzo che si è fatto fotografare si chiamava Junes e veniva dal Marocco. Junes è stato aggressivo sin dal primo giorno. “Che cazzo me ne frega a me di dirti chi sono... che cazzo vuoi tu da me”, mi diceva. Ma dopo qualche volta che andavo, in cui nemmeno mi salutava, sono rimasto con lui più tempo e gli ho insegnato a giocare a tresette, visto che gli altri ragazzi giocavano sempre fra di loro e lui era escluso. Dopo abbiamo visto la partita del Milan e cominciato a parlare di calcio. Rideva perché uno dello staff tecnico del Tottenham aveva detto a Gattuso “fuck italian bastard”. Lo ripeteva in continuazione. E rideva. La testata di Gattuso in reazione non lo interessava, per lui era tutto in quella frase. Pochi minuti dopo mi ha chiesto lui di fargli una foto. Si è tolto la maglietta, mi ha mostrato i muscoli e si è fatto fotografare.Questo è stato soltanto l’inizio. Per due anni ho percorso tutti i giorni la stessa strada (la Palmiro Togliatti - la tangenziale che attraversa tutta la periferia est di Roma), incontrando gli adolescenti e gli operatori di casa Felix, completamente assorbito dai ritmi della loro vita e dai loro diversi destini. La necessità di trasformare l’iniziale progetto fotografico in un documentario è maturata piano piano, fino a concretizzarsi definitivamente il giorno dell’arrivo di Valerio. In quel momento, mi sono reso conto che per raccontare davvero quello che vivevo nella casa famiglia avrei avuto bisogno di un linguaggio diverso. Per descrivere lo stato d’animo di solitudine e incertezza che dominava il volto di Valerio la mattina del suo arrivo, le fotografie non bastavano più. Così ho deciso di riprendere tutta la scena con la videocamera. L’attrezzatura professionale, che ho sempre utilizzato per i reportage fotografici, la Canon EOS Mark II, è anche un’ottima videocamera, così è stato facile passare dal ‘click’ della macchina fotografica al ‘rec’ della videocamera. Quando ho rivisto le riprese dell’arrivo di Valerio ho provato un’emozione che ha rotto ogni indugio: dovevo affiancare un documentario al lavoro fotografico. La via, per così dire, era tracciata. Ho fatto una scelta di linguaggio molto precisa e netta, cercando di avvicinare il più possibile il movimento della camera ai movimenti che si fanno quando si realizza reportage fotografico. L’intenzione era di dare dinamismo e veridicità alle riprese e sottolineare che la videocamera rappresentava il punto di vista di uno degli abitanti della casa, non una presenza estranea quindi, e, contemporaneamente, una mia lunga e ininterrotta soggettiva sulla vita a Casa Felix. Mi sono messo in gioco, ho rivisto in queste storie di adolescenti frammenti della mia storia, ho fatto un viaggio nella mia adolescenza per avvicinarmi e comprendere la loro. La vita a Felix è come uno specchio aperto su di te, riflettente e deformante insieme. La mia voce fuori campo, che interagisce con i ragazzi, fa da contrappunto a questa scelta estetica e ne vuole rivelare l’intenzione. C’è voluto del tempo per trovare le giuste misure e perché i ragazzi accettassero la mia presenza. Ma il tempo, la pazienza e la relazioni e i legami d’affetto che si sono intrecciati fra me, i ragazzi e gli operatori della casa famiglia alla fine hanno avuto la meglio. Come recita il brano de Il Piccolo Principe da cui ho estratto il titolo del documentario: “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi’, nell’erba. Io ti guardero’ con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ piu’ vicino a me”.

IL DIARIO DI FELIXdi Emiliano Mancuso

“Sicuramente vi starete chiedendo chi sono per dire queste parole, bene se lo volete proprio sapere ve lo dirò, sono uno di quei ragazzi considerati buoni annulla, scanzati dalla buona gente, di quei ragazzi che pensano di fare come vogliono e se ne fregano di tutto quello che li circonda, beh io sono stato classificato cosi, etichettato come merce avariata, considerato incapace di pensare a se stesso, ridotto a dover chiedere il permesso di uscire, mi anno tolto la mia libertà...Sono ormai dieci mesi che vivo dentro una comunità e ne dovrò scontare altri sedici e penso che non sarà facile, ma spero di farcela per liberarmi dalla mia etichetta”. Queste parole sono tratte da una lettera che un ragazzo ha nascosto sotto al materasso prima di lasciare Casa Felix, comunità per minori con problemi familiari e penali alle spalle nella periferia est di Roma. Io sono un fotoreporter dell’agenzia Contrasto. A Casa Felix cercavo storie di giovani dalla vita difficile per un reportage e invece sono rimasto completamente assorbito dalla vita di alcuni di questi adolescenti: incoerenti, emotivi, difficili e tuttavia così intensi e veri.Valerio sconta una misura cautelare di 9 mesi per piccoli reati, dalla vita non sembra volere molto, se non divertirsi e non pensare troppo al futuro. Alle spalle una famiglia divisa: vive insieme alla madre ma il suo vero idolo è il padre, tutt’ora in carcere. Giuseppe, allontanato dai genitori, vive invece nella comunità da quasi due anni, dopo averne passati altri sei in un’altra casa per minori. Ha una sorella gemella e altri due fratelli più piccoli, tutti dispersi in altri istituti o famiglie affidatarie. Segue un corso da aiuto cuoco e sogna, una volta maggiorenne, di tornare a vivere dal padre e ricomporre così la famiglia divisa. E infine Emad, ragazzo egiziano sbarcato in Sicilia senza nemmeno sapere dove, senza famiglia o parenti in Italia. Alle spalle, un debito contratto con i trafficanti da saldare con il lavoro nero.Un anno vissuto accanto a loro. Insieme abbiamo studiato, abbiamo parlato, siamo stati al mare o al parco divertimenti, abbiamo pianto e abbiamo riso. Mi aspettavo una storia di denuncia o un’inchiesta giornalistica e invece ho incontrato una piccola fiaba metropolitana sull’amicizia e sul diritto negato ad un’adolescenza normale.

BIOGRAFIA

Nasce a Roma nel 1971, dove ancora vive. Ha iniziato tardi a pensare alla fotografia come mezzo espressivo per documentare la storia e rappresentare la realtà. Laureato in Filosofia nel 1997, specializzato in Estetica, era interessato all’immagine soltanto come problema filosofico.

Lasciati gli studi postuniversitari, all’età di 28 anni ha iniziato a lavorare nel fotogiornalismo, collaborando con le più importanti testate nazionali ed internazionali: National Geographic, New York Times, Newsweek, Time, L’Espresso, et. Dal 2009 è membro dell’Agenzia Contrasto (www.contrasto.it).

PREMI, MOSTRE, LIBRI E CORPORATE

2011/2012 • Esposizioni Stato d’Italia:Lumiere Film Festival, Gottingen Lector in Fabula, Bari. Semaine de la culture italienne, Paris. Citerna Foto Festival Città di Castello.Gallerie Fnac Milano.Officine Fotografiche, Roma.Palazzo Medici Riccardi, Firenze.2011 • Stato d’Italia, Postcart Ed. Libro fotografico sulla crisi italiana 2008-2011, con la prefazione di Lucia Annunziata, a cura di Renata Ferri.2011 • Synthesis, storie di persone e trapianti. Libro fotografico sulla vita di persone soggette a trapianti per conto della Fondazione Alinari.2010 • Picture of the Year, terzo posto, categoria Portrait, con il progetto “Stato d’Italia”, viaggio nell’Italia della crisi.2010 • International Photography Awards 2010, menzione d’onore per il progetto Viaggio in Italia. 2010 • “Alenia Costruisce Sicurezza”, libro corporate sui dispositivi di sicurezza negli stabilimenti dell’Alenia-aereonautica.2009 • Premio Marco Bastianelli, libro “Terre di Sud”2008 • Terre di Sud, Postcart Ed., libro fotografico sulla vita e la cronaca del Sud d’Italia.2008 • Esposizioni Terre di Sud, Galleria Santa Cecilia, Roma Corigliano Foto Festival, Palazzo Ducale Fotoleggendo, Roma2008 • Menzione d’Onore - Categoria Fotogiornalismo Premio Fotografico dell’Ass. nazionale fotografi Professionisti Tau Visual, per reportage sulla deforestazione in Amazzonia2008 • PDN’s Photo Annual per il progetto Amazonia.2008 • Rosso, Aut Photo ed., libro corporate sulla vita dell’azienda di spedizioni Bartolini, Corriere Espresso s.p.a.2008 • Esposizione collettiva: Quotidianamente Fotografi, presso la Galleria S.T. Roma.2006 • Esposizione Made in Italy, L.A.N.A. di Napoli2006 • Made in Italy, Trolley Book ed., libro fotografico sulla crisi economica dell’Italia, in occasione del Centenario della CGIL.2005 • Premio Fnac Italia “Attenzione Talento Fotografico” per il progetto Terre di Sud.2004 • Premio Canon Miglior Progetto dell’anno per il progetto Terre di Sud.

ContattiZonaVia Germanico, 107 - [email protected]

Valeria De Berardinis+39 [email protected]