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Il disegno della ricerca sociale Metodologia della ricerca sociale a.a. 2016/2017 Prof. S. Mauceri

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Il disegno della ricerca sociale

Metodologia della ricerca sociale

a.a. 2016/2017

Prof. S. Mauceri

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Testi di esame modulo Prof. Mauceri

M. S. Agnoli, 2004, Il disegno della ricerca sociale, Roma,

Carocci.

P. Corbetta, 2014, Metodologia e tecniche della ricerca

sociale, Bologna, il Mulino [Capp. 2, 10, 11, 12].

P. Corbetta, 2009, Metodologia e tecniche della ricerca

sociale, Bologna, il Mulino [Capp. 2, 9, 10, 11].

S. Mauceri, 2015, Omofobia come costruzione sociale.

Processi generativi del pregiudizio in età adolescenziale,

Milano, FrancoAngeli.

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Metodologia della ricerca sociale

Discorso sul metodo: teoria delle procedure di

indagine

Parte della logica (logica del procedimento scientifico)

che ha per oggetto le regole, i principi metodologici,

le condizioni formali che stanno alla base della ricerca

scientifica e che consentono di ordinare, sistemare,

accrescere le nostre conoscenze.

È una disciplina che evolve con lo stesso procedere

dell’indagine, grazie alla riflessione critica che si compie

sulle operazioni effettivamente svolte in concrete

situazioni di ricerca.

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Metodo scientifico

Percorso dell’indagine, che indica una sequenza

ordinata di mosse che lo scienziato deve percorrere per

raggiungere lo scopo della propria ricerca.

Esso include anche le regole procedurali per ciascuna

delle mosse in cui si articola la procedura (ad es. regole di

controllo delle asserzioni).

Il metodo è unico. Non esiste quindi un metodo

qualitativo e uno quantitativo. Le differenze si pongono a

livello delle tecniche di ricerca.

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Ricerca sociale

L’attività di studio, a carattere sia teorico sia empirico,

che si conduce nell’alveo delle scienze sociali, ai fini di

critica e crescita della conoscenza che grazie a tale

attività si produce.

Il nostro riferimento è alla ricerca sociale empirica.

Consiste in un complesso sistema di attività deliberate di

varia natura, alle quali corrispondono diversi tipi di

operazioni (di progettazione, raccolta e analisi di

materiale empirico), incardinate in un processo

coordinato di produzione di conoscenza.

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Processo dell’indagine

nel corso del quale l’intero sistema di attività deve essere

realizzato per raggiungere un obiettivo di conoscenza

RISOLVERE UN PROBLEMA COGNITIVO

RISPONDERE A UNA DOMANDA COGNITIVA

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Tipi di operazioni

Ideazionali/concettuali (mentali);

Osservative/tecniche (pratiche).

Le prime suscitano e regolano l’osservazione;

Le seconde servono a produrre il materiale empirico sulla

cui base si possa acquisire conoscenza nuova rispetto alla

situazione dalla quale l’indagine è partita.

La metodologia serve a coniugare questi due tipi di

operazioni e la ricerca le rende reciprocamente feconde.

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Teorie

Le operazioni ideazionali sono orientate da una teoria.

La teoria costituisce l’inquadramento dell’indagine che

serve a formulare ipotesi che dovranno poi essere

controllate empiricamente.

La teoria può essere definita metaforicamente come fa

Hempel come una rete sospesa nello spazio che fluttua

sul piano dell’osservazione.

I fili della rete rappresentano ipotesi o definizioni, i

nodi sono i concetti.

Il collegamento tra i concetti e il piano osservativo è

costituito dalle definizioni operative.

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Teorie generali vs. teorie di medio raggio

Teorie generali: sistema di enunciati connessi non legate

ad un materiale osservativo e quindi possono essere

estese a diverse regioni di problemi (es. teoria dello

struttural-funzionalismo);

Teorie di medio raggio: sono reti concettuali che

investono un circoscritto spazio problematico. Si

tratta di teorie intermedie tra le ipotesi di lavoro e le

speculazioni onnicomprensive basate su uno schema

concettuale unificato che mirano a spiegare tutte le

uniformità (es. teoria del flusso a due fasi delle

comunicazioni di massa).

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Ipotesi

È una congettura che anticipa una possibile soluzione

al problema di indagine e che dà senso ad un

interrogativo di ricerca.

Si tratta di un enunciato che mette in connessione due

o più concetti.

Es. Ipotesi del contatto di Allport: il pregiudizio diminuisce

in ipotesi quanto più si stabiliscano contatti significativi

con l’oggetto del pregiudizio.

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OPERAZIONI DI RICERCA

FORMULAZIONE DEL PROBLEMA (domanda cognitiva; oggetto, proprietà, unità di analisi e popolazione)

CONCETTUALIZZAZIONE DEL PROBLEMA (il ruolo della teoria, ruolo delle ipotesi)

COSTRUZIONE DELLA BASE EMPIRICA (fonti, tecniche e strumenti di rilevazione; casi o campione)

TRATTAMENTO E ANALISI DELLA BASE EMPIRICA (procedure, tecniche, supporti)

REDAZIONE DEL RAPPORTO DI RICERCA (linguaggio, stile, organizzazione, dati)

le scelte operate e le decisioni consapevolmente assunte in ordine ai diversi tipi di attività in cui si articola un percorso di indagine vengono organizzate nel disegno della ricerca

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Formulazione di un problema

Un problema di indagine è posto quando è chiaro quali

proprietà si intendano studiare, relativamente a quale

oggetto e classe di oggetti, in quale ambito/contesto

spqazio-temporale, per quali ragioni e con quali finalità.

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Concettualizzazione del problema

Consiste nella definizione del fabbisogno informativo,

definendo la serie di aspetti concettuali in ipotesi

rilevanti e le connessioni, per mezzo di un sistema di

ipotesi, che legano le aree concettuali.

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Costruzione della base empirica

Serie di operazioni, svolte per mezzo di strumenti di

ricerca, volte a costruire la base empirica che risponde al

fabbisogno informativo definito durante la

concettualizzazione.

Comprende la progettazione degli strumenti di

rilevazione, il campionamento/selezione dei casi,

l’applicazione degli strumenti di rilevazione sul campione.

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Trattamento e analisi

Comprende tutte le operazione volte ad organizzare,

trattare e analizzare il materiale empirico raccolto.

Il materiale empirico è grezzo fino a che non si compiono

una serie di operazioni volte a trattarlo in vista delle

successive operazioni di analisi.

L’analisi può essere di tipo statistico o interpretativo-

testuale, in funzione delle tecniche di raccolta del

materiale empirico utilizzate.

Prima di analizzare il materiale empirico è necessario

organizzarlo in modo più o meno formalizzato.

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Redazione del rapporto di ricerca

Chiude il ciclo di ricerca la redazione del rapporto di

ricerca, in cui rendicontare i risultati di ricerca e il disegno

di ricerca che ha presieduto allo svolgimento delle

operazioni di ricerca.

I risultati potranno essere corredati da tabelle statistiche

o dai risultati dell’analisi interpretativo-testuale (stralci di

interviste, note osservative, etc.).

Importante che vi sia una circolarità tra teoria e ricerca

empirica.

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Disegni di ricerca

• Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a

definire le fasi procedurali che si intendono compiere in

relazione al problema d’indagine formulato e le operazioni da

svolgere in relazione a ciascuna fase procedurale. Si potrebbe

dire che comprende tutte le fasi di natura progettuale.

• Il disegno della ricerca dovrà essere ben documentato nella

stesura del rapporto di ricerca finale in relazione a tutti i

passaggi che lo compongono.

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Dibattito qualità vs. quantità

Un dibattito annoso che attraversa lo sviluppo delle

scienze sociali è quello tra qualità e quantità.

Ciascuno dei due approcci ha rivendicato una superiorità

rispetto all’altro e un’autonomia metodologica.

Occorre ribadire che il metodo è unico e le differenze si

pongono a livello delle tecniche di ricerca (strategie).

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Strategie (quantitative, qualitative e integrate) di ricerca sociale

Tratti distintivi

Prof. Sergio Mauceri

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• Tradizione di ricerca che include al proprio interno una varietà di strategie di ricerca, accomunate dal fatto di fare uso di tecniche standardizzate di rilevazione e di tecniche statistiche di analisi dei dati (survey research, analisi del contenuto come inchiesta, disegni quasi-sperimentali, analisi ecologica, analisi secondaria dei dati,) con lo scopo ultimo di indagare circa l’esistenza di regolarità e uniformità tendenziali riferibili al problema oggetto di ricerca (paradigma positivista/neo-postivista).

Che cos’è la ricerca

quantitativa/

standard?

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Le strategie di ricerca

quantitative

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Indagine campionaria/survey

La survey research o indagine campionaria sociale ha lo scopo

generale di indagare circa l’esistenza e l’intensità delle relazioni

tra variabili nello studio empirico di azioni o atteggiamenti

diffusi a livello sociale, avvalendosi dei seguenti mezzi: a)

selezione preliminare degli aspetti concettuali da indagare

(concettualizzazione chiusa); b) estrazione di un campione di

casi individuali, selezionati all’interno di una popolazione più

estesa; c) adozione di un questionario da sottoporre ai casi

campionati che renda comparabili le risposte fornite da

intervistati diversi; d) elaborazione statistica dei dati.

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Analisi del contenuto come inchiesta A differenza della survey, l’unità di rilevazione e analisi è

costituita non da individui ma da corpus testuali dotati

di autonomia (es. articoli di giornale o rivista, pubblicità,

immagini,…).

Lo strumento di rilevazione è una scheda di analisi del

contenuto, attraverso la quale interrogo dei testi

piuttosto che individui.

Anziché avere intervistatori avrò degli analisti, che

dovranno essere a formati ad uno stile standardizzato di

interpretazione e codifica dei testi.

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Analisi secondaria dei dati

Non differisce dalla survey, con la differenza che analizzo

dati già costruiti da altri enti, soggetti (Enti/gruppi di

ricerca) in relazione ai miei obiettivi di ricerca, piuttosto

che rilevare di prima mano le informazioni mediante un

questionario progettato ad hoc.

Ad es., analisi di dati ufficiali rilevati dall’ISTAT, in relazione

ad indagini progettate per altri obiettivi rispetto a quelli

scelti dal ricercatore che li vuole analizzare

secondariamente.

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Modelli procedurali

Stante l’unitarietà della logica dell’indagine

scientifico-sociale, nella ricerca quantitativa la

successione delle fasi è relativamente lineare e

predefinita, per quanto preveda circolarità

(sequenza verticale o discendente), mentre nella

ricerca qualitativa le diverse fasi procedono

secondo una sequenza circolare, ciclica e

provvisoria: vi è un continuo interscambio tra le

fasi di raccolta delle informazioni e le fasi che

presiedono alla concettualizzazione del problema.

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Successione delle fasi nella ricerca

quantitativa (survey, analisi del

contenuto)

Problema

• Riconoscimento di una situazione problematica

• Formulazione del problema

Modello di analisi/Indi

catori

•Ricerca di sfondo e Concettualizzazione del problema

•Definizione operativa dei concetti :1) rappresentazione figurata del concetto; 2) specificazione del concetto;

selezione degli indicatori; 4) costruzione dell’indice.

Base empirica

• Predisposizione degli strumenti di rilevazione: progettazione del questionario/scheda, formazione degli intervistatori/analisti, pretesting, revisione del sistema di rilevazione e delle fasi di concettualizzazione e definizione operativa;

• Campionamento dei casi (individui/corpus testuali);

• Rilevazione delle informazioni.

Tabelle, coefficienti

e asserti

• Trattamento e organizzazione dei dati in una matrice casi per variabili

• Elaborazione e analisi statistica dei dati

• Riconcettualizzazione: specificazione e revisione delle ipotesi e controllo delle definizioni operative.

Risultati

• Interpretazione e presentazione dei risultati

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Fasi procedurali della survey (1) Le fasi in cui si articola una survey, nella sua versione semplificata, sono le seguenti:

1. Il riconoscimento di una situazione problematica: il punto di avvio di un qualsiasi ricerca è il riconoscimento di una “situazione problematica”, vale a dire una situazione che crea disagio cognitivo perché qualcosa non torna rispetto ai quadri di riferimento teorico-interpretativi condivisi e rispetto alle conoscenze acquisite informalmente dal ricercatore. E’, dunque, una situazione indeterminata, che richiede di avviare un processo d’indagine.

2. La formulazione del problema d’indagine: in questa fase occorre precisare quali sono gli obiettivi cognitivi dell’indagine e giustificare la scelta del problema, esplicitando le premesse scientifiche ed extra-scientifiche che hanno orientato tale scelta (relazione ai valori, interessi di ordine teorico, ecc.). Occorrerà, inoltre precisare il contesto entro il quale si intende realizzare l’indagine (ad es. Europa, Italia, regione Lazio, comune di Roma, comunità di recupero per tossicodipendenti nella città di Roma, ecc.) e le caratteristiche della popolazione interessata dall’indagine (es. giovani di età compresa tra i 14 e 18 anni, utenti di comunità di recupero per tossicodipendenti nella città di Roma, ecc.). Dunque, a partire da una situazione problematica, isoliamo un problema privilegiando certi interrogativi e rinunciando ad altri. Senza un fine precisamente definito e senza identificare precisamente quale sarà l’unità di analisi, non sarà neanche definito l’oggetto della nostra ricerca e non sarà possibile procedere attraverso la predisposizione del disegno della ricerca.

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Fasi procedurali della survey (3)

3. Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a definire le fasi procedurali che si intendono compiere in relazione al problema d’indagine formulato e le operazioni da svolgere in relazione a ciascuna fase procedurale. Si potrebbe dire che comprende tutte le fasi di natura progettuale, antecedenti rispetto al momento in cui si accede al campo per rilevare le informazioni che costituiranno la base empirica. Il disegno della ricerca dovrà essere ben documentato nella stesura del rapporto di ricerca finale in relazione a tutti i passaggi che lo compongono.

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Fasi della ricerca di sfondo • 3.1. Ricerca di sfondo: durante questa fase si procederà a ricostruire tutte le

informazioni necessarie per operare le successive fasi di indagine.

• La ricerca di sfondo normalmente prevede:

• Analisi della letteratura esistente per recuperare le teorie sociologiche che possano risultare utili in relazione al problema d‘indagine;

• Analisi delle fonti statistiche e documentarie nazionali ed internazionali (riferimenti storici, normativi ed economici) per ricostruire l’evoluzione del fenomeno e ponderare il peso dei fattori strutturali (macro) che, in ipotesi, possono avere un’influenza sulla formazione delle rappresentazioni sociali inerenti al problema d’indagine;

• Analisi delle ricerche già condotte sul medesimo problema e dei risultati conseguiti;

• Studio pilota condotto per conseguire una maggiore conoscenza del contesto d’indagine, mediante tecniche di rilevazione non standardizzate (ad es. osservazione all’interno del conteso prescelto, interviste non standardizzate a soggetti aventi le caratteristiche della popolazione interessata dall’indagine, ecc.) e mediante la ricognizione dei dati socio-demografici forniti dalle fonti ufficiali (ad es. ISTAT, ecc.), in relazione alla morfologia del contesto d’indagine e dei caratteri generali relativi alla diffusione dei fenomeni che abbiano attinenza con il nostro problema d’indagine (ad es., in relazione ad un’indagine sulla rappresentazione sociale dello straniero, sarà opportuno reperire dati necessari per constatare qual è la presenza di stranieri immigrati all’interno del territorio o dei territori, entro i quali sarà condotta la ricerca);

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Fasi procedurali della survey (4) • 3.2. Predisposizione del piano di campionamento: dovranno essere

definite le procedure mediante le quali estrarre un campione di casi di numerosità ridotta rispetto alla popolazione complessiva. Le procedure di campionamento dovranno essere pianificate nel rispetto dei requisiti di rappresentatività statistica, per ottenere le garanzie necessarie a generalizzare i risultati ottenuti sul campione alla popolazione più estesa. In questa fase, facendo riferimento a parametri statistici, sarà stabilita anche la numerosità del campione.

• 3.3. Concettualizzazione del problema: in questa fase occorre operare dei ritagli all’interno del problema d’indagine, selezionando le aree problematiche generali e le proprietà (i concetti) riferibili a ciascuna di esse rispetto alle quali si intende provvedere alla raccolta di materiale empirico. In questa fase dovranno essere esplicitate anche le ipotesi analitiche che mettono in relazione tra di loro i concetti-proprietà, in modo tale da mettere a punto un modello di analisi. La selezione delle proprietà significative da rilevare e la formulazione delle ipotesi avverrà avvalendosi delle teorie di riferimento e delle conoscenze acquisite durante la ricerca di sfondo. La concettualizzazione è chiusa, nel senso di essere definita completamente prima di procedere alla raccolta delle informazioni.

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Fasi procedurali della survey (5)

3.4. Definizione operativa dei concetti selezionati: durante questa fase dovrà essere definito il procedimento da seguire (le operazioni), in relazione a ciascuno dei concetti previamente selezionati (cfr. fase 3.3), per giungere a identificare qual è lo stato assunto da ciascun caso sulla proprietà associata a quel concetto. Nello specifico, tale procedimento dovrà essere definito in relazione a quei concetti non immediatamente rilevabili (che non suggeriscono immediatamente le domande di questionario da porre agli intervistati). P.F. Lazarsfeld ha proposto un modello procedurale di traduzione operativa dei concetti, articolato in quattro fasi: a) la rappresentazione figurata del concetto; b) specificazione del concetto; c) selezione degli indicatori riferibili a ciascuna delle dimensioni identificate nella fase precedente; d) costruzione dell’indice.

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Fasi procedurali della survey (6)

3.5. Progettazione del sistema di rilevazione

Tale fase prevede l’organizzazione degli strumenti mediante i quali procedere alla raccolta del materiale empirico. La progettazione del sistema di rilevazione richiede che vengano condotte fasi procedurali orientate a: 1) definire le domande da porre agli intervistati e le modalità di rilevazione delle risposte (questionario); 2) Scegliere la modalità di gestione del questionario (mode of data collection) 3) selezionare gli intervistatori e formarli alla gestione delle interviste mediante questionario; 3) selezionare gli intervistati. Inoltre per avere indizi circa il funzionamento del sistema di rilevazione nella sua conformazione complessiva, è opportuno procedere ad una fase di collaudo (pre-test).

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Fasi della progettazione del sistema di

rilevazione • 3.5.1. Costruzione del questionario: durante questa fase sarà progettato il questionario,

formulando domande atte a rilevare le proprietà più semplici (sesso anagrafico, età, ecc.) e gli indicatori dei concetti più astratti - selezionati durante l’applicazione del modello procedurale di Lazarsfeld (cfr. fase 3.4.c). Dovrà, inoltre, essere stabilito l’ordine di successione delle domande.

• 3.5.2. Selezione e formazione degli intervistatori: poiché i campioni dotati di rappresentatività statistica sono normalmente piuttosto numerosi, il ricercatore si avvarrà di intervistatori esterni che dovranno essere formati accuratamente in vista della gestione delle interviste mediante questionario. Questa fase non è prevista in caso di autocompilazione del questionario.

• 3.5.3. Pre-test del sistema di rilevazione: il sistema di rilevazione dovrà essere collaudato, facendo condurre agli intervistatori un numero – generalmente ristretto – di interviste per testare: a) la presenza di domande irrilevanti dal punto di vista dei soggetti intervistati (domande da scartare), b) la tenuta linguistica delle domande di questionario, c) la formazione conseguita dagli intervistatori in ordine alla gestione dell’intervista.

• 3.5.4. Selezione dei casi da intervistare (campione d’indagine): mediante l’applicazione delle procedure pianificate precedentemente (cfr. fase 3.2) dalla popolazione più estesa saranno selezionati i casi (gli intervistati) che faranno parte del campione d’indagine.

• 3.5.5. Distribuzione dei nominativi da intervistare tra i vari intervistatori.

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Fasi procedurali della survey (7)

4) Rilevazione delle informazioni: gli intervistatori dovranno contattare i soggetti entrati a far parte del campione, ottenere la loro disponibilità a farsi intervistare e condurre le interviste con questionario, seguendo le accortezze definite durante la fase 3.5.2. Nella mail survey, che utilizza il questionario postale, non è presente la componente intervistatore. Questo fattore ha delle ricadute anche sulla rappresentatività campionaria (mortalità del campione).

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Fasi procedurali della survey (8)

5) Organizzazione dei dati all’interno di una

matrice casi per variabili e inserimento dei

dati: i dati raccolti saranno inseriti all’interno di una

matrice, ponendo i casi (gli intervistati) in riga e le

variabili, corrispondenti alle proprietà rilevate

mediante questionario, in colonna (cfr. fig.). Il

contenuto di ciascuna cella è costituito dal singolo

dato, vale a dire dallo stato assunto da ciascun caso

intervistato in relazione a ciascuna variabile.

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Struttura generica della matrice dei

dati casi per variabili

V1

Sesso

V2 Età V3

Titolo di studio

V4 V5_1 V5_2 V5_3 V5_4 …

.

… … Vk

Caso 1 D1,1 D1,2 … … … … … … … … … D1,k

Caso 2 D2,1 D2,2 D2,k

Caso 3

… … ….

… … …..

… … ….

… … Caso N DN,1

DN,2 Dn,k

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Fasi procedurali della survey (9)

6) Elaborazione statistica dei dati: si procederà, mediante il supporto di pacchetti applicativi informatici, a costruire gli indici sintetici (cfr. fase 3.4.d), ad analizzare la distribuzione dei casi rispetto ad ogni singola variabile o indice costruito (analisi monovariata) e a controllare se i dati confermano oppure no le ipotesi teoriche che prospettavano una relazione tra due o più variabili (analisi bivariata, trivariata, multivariata). Si procederà, inoltre, ad effettuare i controlli necessari per appurare la qualità dei dati raccolti.

7) Interpretazione dei risultati: le elaborazioni statistiche compiute saranno interpretate alla luce delle ipotesi teoriche predisposte durante la fase di concettualizzazione del problema dell’indagine (cfr. fase 3.3) o prospettando nuove ipotesi interpretative, avvalendosi di teorie inizialmente non considerate.

8) Stesura del rapporto di ricerca: all’interno del rapporto finale dovrà essere ricostruito il disegno della ricerca, argomentando le diverse scelte compiute e dovranno essere presentati i risultati della ricerca, corredati dalle relative interpretazioni teoriche.

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Avanti e indietro….

Naturalmente la successione delle fasi non è così lineare

come potrebbe apparire guardando a questa

schematizzazione e spesso accade che lo svolgimento di

certe fasi induca a rivedere e ad affinare scelte compiute

durante le fasi precedenti.

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• La ricerca qualitativa può essere considerata come un “insieme” cui risultano riconducibili una varietà di approcci e strategie di ricerca molto diversi fra loro (ricerca etnografica, approccio biografico, approccio discorsivo) accomunati dal ricorso a tecniche di rilevazione delle informazioni non standardizzate che prediligono la profondità (osservazione ravvicinata del proprio oggetto di studio) all’estensione. Anche in sede di analisi della base empirica si ricorre ad un approccio interpretativo che tende a restituire la naturalità degli atti verbali e non verbali registrati, rinunciando generalmente ad una piena comparabilità tra le informazioni riferibili a esemplari diversi e con essa ad un’elaborazione in forma aggregata/statistica dei dati. Lo scopo, in ottemperanza ad un paradigma interpretativo-costruttivista, è infatti di ricostruire il senso attributo dagli attori sociali alle proprie azioni.

Che cos’è la ricerca

qualitativa/non standard?

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Successione (ideale) delle fasi nella ricerca

qualitativa

Progettazione degli strumenti di rilevazione e

selezione dei casi

Raccolta delle informazioni

Analisi della base empirica

Risultati

Concettualizzazione

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Rappresentazione dell’interscambio fra

concettualizzazione e costruzione della

base empirica nella Grounded Theory

Page 42: Il disegno della ricerca sociale...Disegni di ricerca •Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a definire le fasi procedurali che si intendono compiere in

FASI DELLA RICERCA QUALITATIVA

1. Il riconoscimento di una situazione problematica

2. Formulazione del problema d’indagine:

Anche nelle ricerche qualitative non è possibile avviare l’indagine senza aver preliminarmente definito l’oggetto dell’indagine, con riferimento all’obiettivo cognitivo che si intende conseguire e la scelta del contesto entro il quale condurre la fase di rilevazione delle informazioni.

3. Disegno della ricerca:

3.1. Ricerca di sfondo: in genere, durante questa fase si raccolgono informazioni inerenti lo specifico contesto d’indagine (anche attraverso il ricorso alle fonti statiche e documentarie). Si possono anche intervistare testimoni privilegiati in modo da accedere al campo già provvisti delle conoscenze necessarie per acquisire credibilità al suo interno e per sviluppare un quadro generale del fenomeno da studiare. Si analizza la letteratura esistente, senza però avere lo scopo di derivarne teorie da controllare empiricamente. Anzi, vi sono ricercatori che considerano il riferimento alle teorie una preclusione dello sguardo e che, quindi, avviano l’indagine senza aver preliminarmente enunciato alcun tipo di ipotesi. L’analisi della letteratura esistente è, comunque, fondamentale perché il ricercatore deve avere gli strumenti per operare progressivamente interpretazioni di ciò che osserva e per giungere alla progressiva costruzione di teorie attraverso le quali interpretare le evidenze empiriche emerse.

3.2. (Piano di campionamento): nella ricerca qualitativa non sempre si pone il problema di pianificare la selezione di casi: in alcune situazioni perché ci si propone di studiare un gruppo o una comunità nella sua struttura complessiva, come nel caso in cui si adotti l’osservazione partecipante; in altri casi, perché la selezione dei casi avviene sulla base del loro grado di interesse, senza un piano preordinato, e la stessa numerosità viene stabilita in corso d’opera, adottando criteri su base tipologica o il criterio della saturazione. In ogni caso, ci si avvarrà di tecniche di campionamento di tipo non probabilistico, non orientate alla selezione di un campione statisticamente rappresentativo. Si privilegia il carattere esemplare, tipico rivestito dai singoli casi.

Page 43: Il disegno della ricerca sociale...Disegni di ricerca •Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a definire le fasi procedurali che si intendono compiere in

Fasi ricerca qualitativa (2) • 3.3. Concettualizzazione del problema: in genere, nelle ricerche qualitative ci si limita

ad identificare gli aspetti generali del problema rispetto ai quali provvedere alla raccolta di materiale empirico (aree problematiche). La concettualizzazione avviene in gran parte in corso d’opera, è un processo che si affina e si ridefinisce continuamente attraverso l’incontro tra il ricercatore (con tutti gli elementi di precomprensione di cui è portatore) e i soggetti che fanno parte del contesto d’indagine. Sono gli stessi soggetti ad introdurre via via gli aspetti che assumono rilevanza dal loro punto di vista. E’ la pratica osservativa, in altri termini, che consente di introdurre progressivamente aspetti che assumono rilevanza per una migliore conoscenza del problema d’indagine. I concetti, di derivazione teorica, non prescrivono cosa precisamente andare a rilevare, ma sono concetti orientativi (sensibilizzanti: Blumer) che suggeriscono la direzione verso la quale orientare lo sguardo, in un processo continuo di auto-correzione con la realtà empirica. In relazione a ciascun caso, le proprietà rilevate potranno, quindi, essere diverse, nella misura in cui la relazione che si svilupperà tra ricercatore a e soggetto sarà volta a rilevare i tratti specifici e peculiari che caratterizzeranno quel singolo caso.

• 3.4. Progettazione del sistema di rilevazione: lo strumento di rilevazione riproduce l’elevata astrazione e la scarsa strutturazione del sistema di concettualizzazione adottato. Generalmente gli stessi membri dell’équipe della ricerca conducono la fase di rilevazione. Molto si gioca sulla capacità del ricercatore di stabilire relazioni di fiducia e di cooperazione con i soggetti. Molto importante diventa, dunque, la pianificazione dell’accesso al campo e delle strategie di giustificazione della propria presenza sul campo e dell’interesse per quello specifico settore di studio. In determinati casi, può essere essenziale accedere al campo, mediante l’intermediazione di soggetti che rivestono una posizione centrale all’interno del gruppo o che, comunque, possono facilitare l’accoglienza del ricercatore.

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Fasi della ricerca qualitativa (3)

4. Accesso al campo e rilevazione delle informazioni

• E’ la fase più delicata dell’intero impianto procedurale e relativamente alla quale è molto difficile poter rendere ispezionabile il processo che conduce alla costruzione del dato. L’avvertenza è che il ricercatore documenti precisamente non solo i risultati di ordine sostantivo, ma prospetti anche la possibilità di registrare attraverso quali modi si è sviluppata l’interazione con i soggetti e con la realtà indagata.

5. Organizzazione delle informazioni raccolte

• Le informazioni possono essere organizzate in vario modo. Si può mantenere come centrale il riferimento al singolo caso, o organizzare il materiale, in funzione delle aree problematiche o di altri criteri che favoriscano l’esposizione e l’interpretazione dei risultati.

6. Analisi e Interpretazione dei risultati

• A questo punto diventa essenziale poter interpretare i risultati alla luce di teorie di riferimento o procedere alla costruzione di teorie, che potranno poi essere controllate in altri contesti d’indagine, magari avvalendosi di tecniche di rilevazione standardizzate.

7. Stesura del rapporto finale

• Anche, in questo caso, oltre alla presentazione dei risultati, è opportuno riprodurre il disegno di ricerca e argomentare le scelte compiute in relazione alle diverse fasi dell’indagine. La presentazione dei risultati sarà più di tipo riflessivo e narrativo, rispetto alla presentazione dei risultati quantitativi.

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Le principali strategie di ricerca di tipo

qualitativo

La ricerca qualitativa rimanda a una pluralità di

posizioni, scuole, riferimenti tematici, teorie,

procedure operative caratterizzate da impostazioni

teorico-epistemologiche spesso molto lontane che

costituiscono fronte unitario solo per la loro

contrapposizione alla sociologia ufficiale quantitativa.

Le principali strategie di tipo qualitativo sono:

La ricerca etnografica;

La ricerca ermeneutico-discorsiva;

La ricerca biografica.

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Logica dell’indagine scientifico-sociale

unitaria

Stante le differenze tra ricerca qualitativa e quantità la

logica dell’indagine scientifica è unitaria.

Non esistono metodi qualitativi e quantitativi, nel senso

che il metodo, inteso come insieme dei passi procedurali

e delle regole scientifiche che li governano, è lo stesso.

Le differenze si identificano a livello delle tecniche e delle

strategie di ricerca.

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Comparazione idealtipica tra ricerca

quantitativa e qualitativa

Profili tipizzati a confronto

Prof. Sergio Mauceri

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Strategie di ricerca

Differenze marcate si evidenziano con riferimento alle

strategie di ricerca che le due tradizioni di ricerca

adottano con riferimento alle diverse operazioni che

presiedono allo svolgimento dell’indagine nella sua

logica unitaria, articolata nelle seguenti fasi:

• Formulazione del problema d’indagine;

• Concettualizzazione del problema;

• Costruzione della base empirica (progettazione degli

strumenti e raccolta delle informazioni);

• Trattamento, elaborazione e analisi della base

empirica.

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SISTEMI DI RIFERIMENTO DELLE

STRATEGIE DI RICERCA QUANTITATIVA

Paradigmi cognitivi

A: Paradigma positivista: (anche detto misurativo o naturalista)

oggetto di studio = fatti sociali (reali, empirici, “dati”);

compito dell’indagine = darne conto, spiegarli alla luce dei fattori, delle condizioni, delle cause che li determinano;

metodo di studio= quello della scienza sperimentale, secondo il modello delle scienze naturali;

procedure = essenzialmente osservative e le tecniche strutturate ne sono una componente essenziale;

fine dell’attività conoscitiva = pervenire a spiegazioni in forma di generalizzazione;

atteggiamento del ricercatore = osservazione distaccata

da cui

strategia quantitativa

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Strategia qualitativa B. Paradigma interpretativo (anche detto narrativo o antinaturalista)

oggetto di studio = una realtà costruita, relativa..

compito dell’indagine = ricerca del significato del fenomeno/oggetto di studio;

metodo di ricerca = lontano dal modello delle scienze sperimentali e, anzi, prossimo alle pratiche cognitive di senso comune;

procedure = essenzialmente interpretative, basate su tecniche e strumenti assai flessibili e destrutturati;

fine dell’attività conoscitiva = comprensione dell’oggetto, senza pretesa di generalizzabilità dei risultati della ricerca, ma al più di tipizzazione;

atteggiamento del ricercatore = pieno coinvolgimento .

da cui

strategia qualitativa

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Sistema di riferimento delle strategie

miste

Paradigma post-positivista o pragmatista: viene a caratterizzarsi distintamente per

- l’ammissione della possibilità di conoscenze solo imperfette;

- l’enfasi posta sulla centralità del ruolo che la prospettiva teorica svolge nella percezione dei fatti;

- la negazione che tra soggetto e oggetto di indagine ci sia separazione, dualismo e, anzi, il pieno riconoscimento della loro relazione, dello scambio reciproco che essi realizzano nel processo conoscitivo;

- la valorizzazione del ruolo dei procedimenti deduttivi e di quelli induttivi, congiuntamente;

- l’ammissione del carattere provvisorio e probabilistico delle generalizzazioni, cui comunque si tende;

- la valorizzazione del ruolo critico della comunità scientifica sulle acquisizioni e sui procedimenti di ricerca, dei quali si enfatizza il necessario carattere di pubblicità, replicabilità e controllabilità.

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Strategia quantitativa (survey

research)

Strategia qualitativa

Formulazione del problema d’indagine

Fabbisogno

informativo

Estensivo: si punta alla

rilevazione di numerose proprietà

su un insieme di soggetti

(campione) numeroso e

potenzialmente distribuito su un

territorio anche molto esteso

(semplificazione dell’oggetto)

Intensivo:si approfondisce piuttosto

che procedere estensivamente.

L’analisi si estende di solito a pochi

esemplari ed è orientata al caso

piuttosto che alla variabile (riduzione

dell’estensione del dominio

osservato).

Approccio

all’oggetto

d’indagine

Reattivo: volto a cogliere le

reazioni a sollecitazioni poste

“artificialmente” dall’esterno

Naturalistico: volto a “rispecchiare” il

più possibile l’oggetto nella sua

naturalità.

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Strategia quantitativa Strategia qualitativa

Formulazione del problema

SCELTA DEL

CONTESTO

D’INDAGINE

Contesto esteso: La

popolazione dell’indagine

può verosimilmente fare

riferimento ad un contesto

d’indagine dai confini

territoriali e spaziali anche

piuttosto esteso (Lazio, Italia,

Europa, Scuole italiane,

scuole del Lazio), per quanto

la ricerca quantitativa possa

adattarsi altrettanto bene

agli studi di caso.

Contesto delimitato: poiché è

prevista un’osservazione ravvicinata

dell’oggetto di studio, le strategie

qualitative prediligono la scelta di

contesti d’indagine dai confini

spazialmente limitati (una piccola

comunità, un singolo quartiere, la

scuola Di Donato del quartiere

Esquilino,……), per quanto non

manchino ricerche qualitative che si

prefissano un intento comparativo e

che prevedono l’estensione della

ricerca a contesti diversi.

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Obiettivo

cognitivo

Relazione

tra teoria e

ricerca

empirica

Generalizzante-Giustificativo:

Oltre che a stimare la

distribuzione di certi caratteri

all’interno di una data

popolazione, si è interessati a

identificare presenza e intensità

delle relazioni tra proprietà

diverse, generalmente

ipotizzate ex-ante, al fine di

produrre generalizzazioni

empiriche.

La teoria orienta

l’osservazione, mediante la

derivazione di ipotesi da

controllare empiricamente. In

ogni caso il rapporto teoria-

ricerca empirica è circolare,

piuttosto che attenersi ad una

logica prettamente deduttiva

(processo ipotetico-deduttivo).

Come suggerisce Merton

(1968), la ricerca empirica infatti

stimola, riformula, riorienta e

chiarifica la teoria in un rapporto

di fecondazione reciproca.

Esplorativo-Orientato alla scoperta:

si punta alla comprensione dei “mondi

vitali” dei soggetti studiati appartenenti

ai contesti di studio. La strategia

qualitativa è particolarmente consigliata

quando le conoscenze relative ad un

certo problema di indagine siano

talmente scarse da suggerire di

procedere in modo esplorativo, senza

preclusioni premature dello sguardo.

Il riferimento alla teoria non è volto alla

derivazione di ipotesi da controllare, ma

è essenziale per operare le

interpretazioni delle informazioni

rilevate all’interno di un contesto

specifico.

I fautori di questo approccio ritengono

che in questo modo non si rischi di

giungere ad interpretazioni finalistiche e

che sia possibile accedere a risultati e

dati inattesi, imprevisti, strategici per

l’affinamento delle teorie preesistenti e

per la costruzione progressiva di nuove

ipotesi e teorie (orientamento alla

scoperta).

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Strategia quantitativa Strategia qualitativa

Concettualizzazione del problema

Selezione dei

concetti

Concettualizzazione chiusa:

per quanto in corso d’opera

sia possibile affinare il

sistema di

concettualizzazione, il

ricercatore dovrà predefinire

precisamente sia gli aspetti

generali del problema (aree

problematiche) da indagare

sia le proprietà analitiche

rispetto alle quali provvedere

alla raccolta di materiale

empirico.

Concettualizzazione a tessitura

aperta: lo studio si concentra su

macroaree problematiche,

orientative e sempre rivedibili e

adattabili ai soggetti. La

concettualizzazione è sempre aperta

all’introduzione di nuovi aspetti da

indagare che assumano una specifica

rilevanza in corso d’opera. Anche

quando la concettualizzazione è più

strutturata non è mai definitiva e

sempre aperta a cogliere,

nell’interazione con i soggetti, aspetti

inizialmente non previsti.

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Formazione e uso

dei concetti

Definiti operativamente ex

ante: i concetti, in quanto

elementi costituitivi della

teoria, vanno definiti

univocamente e tradotti in

referenti empirici osservabili

(indicatori) in modo tale che

siano definibili i modi

mediante i quali procedere

alla rilevazione

standardizzata del concetto.

Applicazione del modello in

4 fasi di traduzione

operativa dei concetti di

Lazarsfeld

Orientativi e costruiti processualmente: i

concetti sono “orientatitivi” (sensitizing

concepts, Blumer, 1969), nel senso che

suggeriscono solamente la direzione verso

la quale guardare, in una relazione di

autocorrezione con la realtà empirica. Lo

sguardo può essere continuamente

riorientato e la rilevazione dei concetti

può avvenire senza prestabilire regole

rigide e precise. In Alcune funzioni

dell’analisi qualitativa, Lazarsfeld

ammette la possibilità che nella ricerca

qualitativa si proceda in maniera inversa

rispetto a quanto previsto dal modello di

traduzione operativa dei concetti. Si parte

cioè dal rinvenimento di alcune

osservazioni stimolanti per chiedersi poi

entro quale concetto esse possano essere

ricondotte (costrutti integranti).

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Relazioni

tra concetti

Modellizzazione ex-

ante:

La concettualizzazione

implica anche la

predisposizione di un

modello di analisi che

ipotizzi la relazione tra

gli aspetti parziali del

problema isolati

preliminarmente. Il

modello è rivedibile

alla luce dei risultati di

ricerca

Modellizzazione ex-post o

assente:

Il modello delle relazioni tra i

concetti rappresenta un

esito del procedimento

d’indagine, cui si può non

pervenire se ci si ferma ad

un’analisi puramente

descrittiva o di tipo

idiografico.

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Strategia quantitativa Strategia qualitativa

Progettazione e costruzione della base empirica

Selezione dei casi - Orientata alla rappresentatività

statistica: tecniche di

campionamento probabilistico.

- Numerosità del campione

predeterminata.

- Orientata alla rappresentatività

fondata sul carattere tipico

(esemplare) dei soggetti/gruppi:

tecniche di campionamento non

probabilistico.

- A volte la numerosità è stabilita

in itinere sulla base del rispetto del

criterio della saturazione.

- Nella ricerca etnografica

l’osservazione può estendersi a tutti

i membri di un determinato gruppo.

Tecniche di

rilevazione

Standardizzate: Interviste con

questionario, questionari

autocompilati, schede di analisi del

contenuto, schede di analisi dei

contesti

Non standardizzate/semi-

standardizzate: Osservazione

partecipante, interviste biografiche,

interviste in profondità, interviste

focalizzate, focus group, etc.

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Strategia quantitativa Strategia qualitativa

Progettazione costruzione della base empirica

Rapporto

osservatore-

osservato

Interazione tendenzialmente

unidirezionale e asimmetrica:

il ruolo del rilevatore è

distaccato e si limita alla

raccolta delle informazioni; il

ruolo dell’intervistato è di fornire

le informazioni necessarie per

soddisfare il fabbisogno

informativo dell’indagine in

risposta alle domande poste.

L’interazione segue la

sequenza domanda-risposta ed

è dunque irreggimentata entro

un sistema di regole che limita il

coinvolgimento di entrambi gli

interlocutori.

Relazione bidirezionale e

tendenzialmente

simmetrica: puntando su un

maggior coinvolgimento dei

soggetti studiati si intende

raggiungere una maggiore

simmetria tra i ruoli. Il

coinvolgimento si spinge fino

a interpellare i soggetti per

valutare l’adeguatezza dei

risultati. L’osservatore punta

alla massima prossimità con i

soggetti di studio fino al

raggiungimento di un

rapporto empatico.

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Progettazione

dello strumento

di rilevazione

Strutturato: lo strumento di rilevazione

prevede le domande da porre, l’ordine

con cui porle e spesso le alternative di

risposta tra cui scegliere

Livello di strutturazione variabile:

gli strumenti osservativi e le tracce di

intervista possono essere progettati

prevedendo i modi attraverso i quali

rilevare le informazioni, senza però

arrivare mai a prefigurare gli stati

possibili sulle proprietà.

Stile di

conduzione delle

interviste

Massima direttività e rigidità:

l’intervistatore deve necessariamente

porre tutte le domande nella forma e

nell’ordine previsti; spesso deve

indirizzare la risposta invitando

l’intervistato a scegliere all’interno di un

elenco di alternative prefigurate

Meno direttivo e più flessibile:

l’intervistato può essere lasciato

libero di toccare gli aspetti rilevanti

del problema d’indagine (minimo

grado di direttività). Anche laddove

sono previste delle domande da

porre possono essere adattate alla

situazione d’intervista.

Forma delle

informazioni

Risposte al questionario; stati

assunti dai casi sulle variabili

Registrazioni audio e/o video

delle interviste: trascrizioni; note

etnografiche.

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Strategia quantitativa Strategia qualitativa

Trattamento, elaborazione e analisi della base empirica

Trattamento delle

informazioni

Codifica a posteriori delle

risposte a domande

aperte; codifica degli stati

assunti dai casi su

ciascuna variabile

Trascrizioni delle registrazioni

delle interviste.

(In vista dell’analisi lessicometrica)

Operazioni di lemmatizzazione e

disambiguazione dei corpus testuali

Organizzazione

dei dati

Formalizzata: Costruzione

di una matrice dei dati

casi per variabili

Inserimento dei dati in

matrice

Non formalizzata: I testi rimangono

riferiti al singolo caso.

Semi formalizzata: se non ci si

ferma ad un livello Idiografico si

procede a codificare ex-post il

materiale empirico per rendere

comprabili le osservazioni condotte

su elementi diversi.

(Nel caso di analisi testuale/lessicale)

formalizzata attraverso la

costruzione di matrici testuali

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Elaborazione e

analisi dei dati

Elaborazioni statistiche

volte a livelli differenziati di

analisi: monovariata;

bivariata; multivariata. Oltre

al controllo delle ipotesi, si

procede all’individuazione di

regolarità statistiche capaci

di specificare l’impianto

teorico di partenza.

Ci si avvale di pacchetti

applicativi specificatamente

dedicati all’analisi statistica

dei dati nelle scienze sociali

(SPSS, SPAD-N)

Analisi ermeneutica: L’analisi non è orientata

alla individuazione di frequenze o di relazioni

statistiche, ma a far emergere categorie

concettuali, costrutti teorici (rappresentazioni,

tipi ideali, tipologie, forme sociali, costrutti

integranti, …) e ipotesi di relazione tra concetti

a partire dalla ricostruzione e dalla

interpretazione del senso che gli attori sociali

attribuiscono alle loro azioni (verbali e non

verbali).

Ci si può avvalere anche di tecniche computer-

assistite che agevolino le attività di codifica,

classificazione e interrogazione dei testi scritti

CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data

Analysis Software)

L’analisi statistica di tipo testuale

(lessicometrica) si avvale di software che

consentono di analizzare le ricorrenze

terminologiche e le corrispondenze lessicali

(analisi quantitativa di dati qualitativi).

Esposizione dei

risultati

In forma sintetica e

nomotetica: Presentazione

di tabelle statistiche e grafici

che mettano in rilievo

tendenze e generalizzazioni

empiriche da interpretare

In forma analitica o idiografica: Esposizione di

tipo narrativo e riflessivo, presentazione di

stralci di intervista relativi ai singoli casi o di note

etnografiche con relative interpretazioni. Fanno

eccezione i risultati dell’analisi testuale.

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Strategie integrate/miste di ricerca

sociale(Mixed Methods)

L’uso combinato di tecniche standardizzate e non standardizzate di rilevazione

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TRIANGOLAZIONE

Nelle scienze sociali, quando si tratta dell’uso

congiunto di tecniche di rilevazione qualitative e

quantitative, si usa spesso il termine

triangolazione.

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Qual è l’origine del termine?

Geodetica e topografia: La triangolazione topografica

consiste nel collegare idealmente una serie di punti

nel terreno formando una rete di triangoli adiacenti,

per determinare le coordinate planimetriche.

E’ usata per stabilire precise relazioni tra i punti della

superficie terrestre per scopi topografici o geodetici.

È basato sulla misurazione di distanze e di angoli

(ignoti) attraverso l’individuazione di una rete di

triangoli contigui.

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Realismo della triangolazione

Le scienze sociali, quindi, hanno mutato il termine dalla geodetica e dalla topografia, partendo dal presupposto che “la vera posizione di un oggetto lontano può essere individuata solo mediante la triangolazione, guardando da direzioni e lati differenti” (Lazarsfeld, 1971, p. 49).

Quindi, l’uso congiunto di tecniche qualitative e quantitative consentirebbe di guardare un fenomeno da punti di vista diversi e di giungere, per questa via, alla rilevazione dello stato effettivo dei casi su certe proprietà.

Se i risultati ottentute mediante tecniche diverse sono intercambiabili allora dal punto di vista della triangolazione avremmo avuto accesso alla verità.

Il presupposto è realista: “The convergence of findings stemming from two or more methods enhances our beliefs that the results are valid and not a methodological artifact” (Bouchard, 1976: p. 268).

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Supplire ai punti ciechi

In realtà, quando procederemo a confrontare sugli stessi casi i

risultati dello studio pilota (interviste in profondità) con quelli delle

interviste con questionario noi opereremo una triangolazione.

L’attenzione deve essere posta sul fatto che non sempre l’incoerenza

tra le risposte date nelle due fasi è indicativa di distorsione

(potrebbe accadere che abbiano rilevato aspetti diversi del

fenomeno osservato). Questa osservazione suggerisce che

l’uso combinato di procedure qualitative e quantitative

consente di supplire ai rispettivi punti ciechi delle tecniche

standardizzate e non standardizzate.

Soprattutto, la coerenza non indica che non si siano verificate

distorsioni: ad esempio la stessa distorsione potrebbe essersi

verificata in entrambe le fasi.

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Meglio parlare di integrazione

Proprio in considerazione del realismo sotteso al

termine triangolazione, è preferibile parlare di

integrazione tra approccio quantitativo e qualitativo,

con riferimento a disegni di ricerca caratterizzato

dall’uso sequenziale o parallelo di strategie qualitative

e quantitative.

L’utilità di integrare i due approcci nasce dal riscontro

delle peculiarità relative a ciascun approccio.

Ciascun approccio assume pari dignità scientifica.

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Utilità dell’integrazione L’apertura delle strategie qualitative verso i risultati imprevisti può

suggerire nuove ipotesi e teorie;

Il loro carattere intensivo può consentire di giungere ad una maggiore conoscenza preliminare dei contesti di studio;

Le strategie qualitative possono supportare l’attività interpretativa delle relazioni statistiche tra variabili individuate o ipotizzate;

I punti ciechi di una strategia di ricerca possono essere compensati mediante l’applicazione di tecniche di investigazione riferibili all’altra strategia;

Le tecniche qualitative possono essere utili nell’approfondimento dei processi cognitivi e comunicativi sottesi alle risposte fornite al questionario, consentendo di individuare rischi di distorsione;

Le strategie possono costituire un approfondimento di risultati quantitativi, recuperando il ruolo rivestito dalle processualità e dalle dinamiche relazionali (indagine quantitative come ricerca di sfondo).

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LIVELLI DI INTEGRAZIONE DELLA QUALITA’ NELLA

QUANTITA’

Debole (posizione ancillare della

ricerca qualitativa)

Intermedio (integrazione

sequenziale con funzione di

supporto)

Forte (integrazione parallela o

sequenziale con funzione

costitutiva della base

empirica)

- prima dell’indagine

campionaria, durante la

cosiddetta ricerca di sfondo,

contribuisce a generare

ipotesi che la ricerca

quantitativa si propone di

controllare, consente di

acquisire utili “reperti

linguistici”, impiegabili

nella redazione del

questionario e di segnalare

questioni e proprietà che

rivestano rilevanza

all’interno del contesto

stesso.

- Anche nella ricerca

qualitativa si fa uso di dati

secondari come elementi di

precomprensione.

- prima (ricerca di sfondo

come nell’approccio

debole)

- in itinere (durante la fase

di pre-test)

- dopo l’indagine

campionaria: l’analisi

qualitativa aiuta ad

analizzare i casi devianti o

ad approfondire alcune

tematiche, a “mettere un

po’ di carne attorno allo

scheletro delle relazioni

statistiche”.

Si tratta di combinare i due tipi

di approccio considerandoli

di pari importanza, per cui i

risultati derivanti dalle

tecniche qualitative

interrogano i risultati

derivanti da quelle

quantitative e viceversa.

L’obiettivo è quello di

formare un quadro di

analisi e una base empirica

più articolati e ricchi.

La combinazione di tecniche

differenti (qual/quant)

consente di riconoscere e

supplire i rispettivi punti

“ciechi”.

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Disegni di ricerca qualitativi e quantitativi

Il disegno di ricerca nella ricerca qualitativa è elaborato in

modo provvisorio e per linee generali mentre nella

strategia quantitativa è rigorosamente predisposto e

strutturato nell’articolazione di tutte le sue parti.

Ciò comporta una maggiore possibilità per la ricerca

quantitativa di commisurare precisamente le risorse ai fini

che si intendono conseguire mediante la predisposizione

di un analitico piano di lavoro.

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CRITERI DI ARTICOLAZIONE DELLE VARIETA’

TIPOLOGICHE DEI DISEGNI DI RICERCA SOCIALE

OBIETTIVO COGNITIVO (criterio fondamentale): disegni descrittivi, interpretativi, esplicativi, previsionali, multifinalizzati;

DESTINAZIONE D’USO: disegni di ricerca pura, strategica, applicata

MODALITÀ DI COSTRUZIONE DELLA BASE EMPIRICA: a tavolino (desk research), sul campo (field research)

TECNICA PREVALENTE: survey, ricerca etnografica, esperimento….

ORIENTAMENTO DELL’ANALISI: ai casi, alle variabili

PROSPETTIVA TEMPORALE: sincronico, diacronico, (panel, follow up, studio di trend, studio longitudinale)

GRADO DI STRUTTURAZIONE: rigido, flessibile

LIVELLO DI FORMALIZZAZIONE DELLE PROCEDURE: formalizzato, non formalizzato

STRATEGIA COGNITIVA: ricerca qualitativa, ricerca quantitativa.

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Tipi di disegni di ricerca in base all’obiettivo

cognitivo

Disegno descrittivo quantitativo;

Disegno descrittivo qualitativo;

Disegno esplicativo quantitativo;

Disegno esplicativo qualitativo;

Disegno sperimentale;

Disegno previsionale;

Disegno multifinalizzato.