5

Click here to load reader

IL DR HOUSE

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: IL DR HOUSE

IL DR HOUSE.

Gregory House è il protagonista della serie televisiva,americana, Dr. House – Medical Division ( House, M.D. ), ambientata nell’ospedale universitario fittizio di Princeton-Plainsboro Teaching Hospital nel New Jersey. Il dr House è il capo di un’equipe di diagnostica medica, egli, inoltre, è specializzato in nefrologia e malattie infettive.

Dr. House è una figura fuori dal comune: zoppo, misantropo, privo di tatto, di metodi non tradizionali, anticonformista, irriverente; ma anche creativo, intuitivo, meticoloso e geniale. Le malattie sono l’unico vero e proprio nemico tanto che è solito ripetere di essere diventato medico per curare le malattie, non i malati. Ogni malattia, quindi, rappresenta per lui una sfida da vincere, un enigma da risolvere e per raggiungere il suo scopo è disposto a tutto:”è un dissacratore della morale e un trasgressore della legalità. House non riconosce alcuna autorità:” è un anarchico logico, epistemologico ed etico“. Un ” idiota arrogante “ capace di salvare la vita individuando anche le malattie più impensabili e imprevedibili grazie alle sue straordinarie capacità diagnostiche.

Chase: “House fa sempre diagnosi azzardate e sono quasi sempre giuste” Cameron: “Questo è House. Lui sa le cose” Cuddy: “Perché è House!”

Nel suo modo di essere e nel suo modo di comportarsi vi è tuttavia qualcosa che ci affascina e cattura la nostra attenzione. Per noi, dunque, tentare di capire cosa vi è alla base del suo pensiero e delle sue azioni è una sfida. È buono o cattivo? È al di là del bene o del male? Come fa a indovinare la diagnosi? Proprio per questi motivi ho scelto di dedicarmi alla lettura del libro La filosofia del Dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo, BLITRIS, Ed. Ponte alle grazie.Questo libro è un esempio di come la filosofia possa essere applicata in ogni ambito. In questo caso quattro filosofi italiani ( Amoretti, Porello, Regazzoni, Testoni ),analizzano la figura del Dr. House e di stabilire le linee del suo pensiero e del suo comportamento. Dei quattro percorsi proposti nel libro, ho deciso di trattare L’iper-etica di House e L’etica di House in quanto sono quelli che mi hanno affascinato di più per i contenuti discussi al loro interno.

Page 2: IL DR HOUSE

L’IPER-ETICA DI HOUSE.

“Solo un’idiota si mette tra Achab e la sua balena”

Guardando la serie televisiva si capisce immediatamente che House non è un uomo qualunque, bensì un personaggio che si trova fuori dal “cerchio dei normali”.Ciò che lo rende particolare, unico è l’ossessione di una sola cosa. Per questo House è un medico d’eccezione.Per capire meglio cosa sia la cosa che lo caratterizza, significativa è la puntata Rianimazione vietata (I.9) nella quale House domanda a un trombettista jazz che vuole morire poiché non ha più fiato per dare voce alla sua tromba: “E lei è solo questo, un musicista?”. John Henry Giles risponde: “Ho una sola cosa, proprio come lei […] Non si rischia la galera e la professione per salvare uno che non vuole essere salvato se non si è spinta da una cosa, quella cosa. La ragione per cui la gente normale ha figli, famiglia, hobby e così via è perché non conosce quella cosa speciale che dà una sferzata al tuo cuore. Per me è la musica, per lei è questo. La cosa che tartassa la tua mente, che ti lascia fuori dal cerchio dei normali”. (I.9) Per poter delineare le caratteristiche della cosa bisogna, però, ammettere che esista un’etica di House, anche se la definirei un’etica suis generis. Si tratta, infatti, di un’etica singolare che va al di là dell’etica o, per meglio dire, un’iper-etica che non cede alla tentazione della legge morale. Più precisamente: quella cosa è proprio la cosa iper-etica.Per capire meglio l’iper-etica, House non è solo un personaggio di una fiction, House è una figura estetica in quanto capace di suscitare affetti che eccedono le affezioni e le percezioni ordinari: “un faro che strappa all’ombra un universo nascosto”(1) . La sua figura ci pone di fronte a un qualcosa prima occultato. Questa figura estetica è data da tre fattori: ossessione per i casi più difficili, capacità di risolvere tali casi e il rapportarsi con le regole (non ci sono regole universali etiche). In campo medico, inoltre, egli agisce come non dovrebbe mai agire un medico riuscendo però quasi sempre a salvare il proprio paziente. I suoi tratti, difatti, divengono così i tratti peculiari di un individuo eccezionale cui si concede di non rispettare le regole. È doveroso sottolineare che House non può essere un modello in quanto è un’eccezione. A lui è concesso fare cose che i comuni mortali possono solo sognare, perché è House.Dopo aver esposto le particolarità della figura estetica di House, si può tornare a discutere della sua iper-etica. In Anarchia di House (II.9), il dottore convince la paziente Anica, dimessa poiché i suoi collaboratori credono che ella abbia la sindrome di Münchhausen, a farsi somministrare la colchicina, un farmaco capace di produrre i sintomi dell’anemia plastica, malattia che le aveva diagnosticato House. La paziente accetta e viene, quindi, ricoverata di nuovo. Durante quest’ultima degenza House scopre che in realtà Anica ha un’infezione e salva in extremis la sua vita. Foreman, collaboratore ligio alle norme etiche, va a protestare contro il comportamento di House dalla dottoressa Cuddy, direttrice sanitaria dell’ospedale. Ella gli risponde: “ Quel che ha fatto è folle ma le ha salvato la vita”. Al che ribatte Foreman: “Ha rischiato di morire. House non è un eroe, chi ha il coraggio di disobbedire a una regola sbagliata, quello è un eroe. House non disobbedisce alle regole, le ignora e basta. Non è Rosa Parks, è un anarchico. Tutto quello in cui crede è il diritto per tutti di prendere quello che vogliono quando vogliono. Prova a dire ai dottori che è giusto così e la percentuale di mortalità arriverà presto alle stelle”. (II.9).House, dunque, è un anarchico, ovvero un soggetto che non riconosce alcuna legge o autorità.Se la massima di House di salvare in ogni modo il proprio paziente senza rispettare leggi, regole, protocolli, diventasse un principio di una legislazione universale, il tasso di mortalità dei paziente aumenterebbe vertiginosamente. Nonostante egli riesca a salvare quasi sempre i propri pazienti, non è un eroe. Eroe è colui che disobbedisce a regole o leggi ingiuste, ritenute tali all’occasione ma sempre partendo un’idea universale di bene e rimanendo sempre all’interno di una dimensione etica come nel caso di Rosa Louise

Page 3: IL DR HOUSE

Parks. House si pone dunque al di là di ogni regola per rapportarsi a una singolarità assoluta: il suo paziente. Come nel caso della figura biblica di Abramo, pronto a uccidere il suo unico figlio per eseguire il volere di Dio, Kierkegaard scrive in Timore e Tremore: “ umanamente parlando egli è folle e non può farsi comprendere da nessuno”*. Il singolo, infatti, esce dalla sfera dell’etica poiché risponde a una sola cosa: all’ingiunzione di un dovere assoluto come dovere che lo lega all’altro assoluto, Dio per Kierkegaard, ma può essere inteso pure come “ogni altro”. Questo dovere si pone, pertanto, al di là del dovere e ingiunge di non rispettare il dovere etico: “ è un dovere non rispettare, per dovere, il dovere etico”(2).Quale è allora il dovere iper-etico di House? Salvare il proprio paziente, costi quel che costi.In questo dovere House ha concentrato il contenuto della vita e il significato della realtà.Ogni legge e ogni regola devono essere sacrificate al rispetto di questa cosa che si identifica con House e il suo dolore escludendolo dalla “cerchia dei normali”.Per House, dunque, è etico, iper-eticamente parlando, ignorare l’etica in nome della salvezza dell’altro, cioè del suo paziente. In Sotterfugi (I.14) il medico vuol sapere da una paziente bulimica, bisognosa di un trapianto di reni, cosa è giusto, cioè se vuole vivere o morire, prima di mentire sulla sua bulimia (la bulimia è equiparata dalla commissione di trapianti alla volontà di suicidio) davanti alla commissione trapianti, consapevole del rischio di essere radiato. Quindi House quando vuole sapere cosa è giusto intende sapere se il paziente vuole vivere o morire: vuole sapere per poter sapere cosa è giusto fare, cioè salvare il paziente a tutti costì. “Perchè si è battuto per me? Ha rischiato la sua professione, mi conosce appena”. “Sei una mia paziente”. Sotterfugi (I.14).L’imperativo iper-etico di House è salvare la vita del paziente.Di conseguenza House condivide con Kant l’idea di un imperativo incondizionato a cui il primo sacrifica il dovere etico e il secondo le passioni. Inoltre per Kant la forma dell’imperativo è universale mentre per House, invece, è singolare.House deve, allora, sospendere leggi e principi per rispondere ogni singola volta nel modo giusto all’unica ingiunzione del suo esser medico. Giusto sia nel senso di corretto che di conforme alla giustizia. Tali cose costituiscono l’unico modo per rendere giustizia al paziente salvandogli la vita. Ingiunzione di salvezza e quindi anche di giustizia. Da ciò nasce l’ossessione di House nel fare la cosa giusta e ogni volta bisogna rispondere a questa ingiunzione nell’urgenza senza sapere quale sia la cosa giusta perché in gioco c’è la vita del paziente. Ciò che è corretto o scorretto (diagnosi) è giusto o sbagliato perché permette di salvare o meno il paziente.“Giusto e sbagliato esistono. E il fatto che non sappiate cosa è giusto e magari non abbiate nemmeno modo di saperlo, non vi solleva dalle responsabilità”. Il caso House (I.21).Per House non è morale seguire le regole di una morale che richiede il sacrificio della propria paziente. Analizzando fino in fondo l’ingiunzione di salvare a tutti costi la vita del proprio paziente si può incappare in un paradosso. Si giunge, infatti, fino a un punto di rottura: salvare a tutti costi il proprio paziente anche a costo di ucciderlo. L’imperativo, quindi, nella sua estrema accezione assume i caratteri di un paradosso o di un double bind (ingiunzione contraddittoria), poiché afferma sì di salvare il proprio paziente ma anche se per farlo occorresse ucciderlo. Questo è ciò che accade nella puntata Il coraggio di morire (II.2) nella quale House deve trovare un embolo nel cervello di una bambina altrimenti morirà! Per fare ciò c’è bisogno di un’autopsia, cioè di ucciderla. House effettuerà questa autopsia con un particolare procedimento e le macchine la dichiareranno morta. Questo stato, però, sarà solo temporaneo perché la bambina si risveglierà guarita. Anche in questa puntata come nelle altre, la risposta all’ingiunzione è data nella notte del non-sapere senza rispettare alcuna regola a causa dell’urgenza della situazione. La decisione è pertanto una follia. A riguardo della decisione Kierkegaard scrive: “L’istante della decisione è una follia”.

Page 4: IL DR HOUSE

Comunque, nella decisione folle per rispondere alla chiamata dell’altro non viene sacrificata solo l’etica ma anche la chiamata degli altri. Dunque ogni responsabilità assunta nei confronti di una persona implica irresponsabilità verso tutti gli altri. Si può rispondere sempre e solo a una sola chiamata, quella dell’altro, trascurando e abbandonando tutti gli altri.