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Foglio settimanale della Parrocchia S. Maria Assunta San Giorgio su Legnano Domenica 25/09/2016 Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482 don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570 www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected] RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150 CALENDARIO LITURGICO Domenica 25 settembre 2016 IV DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-18.30 Lunedi 26 Ss.Cosma e Damiano, martiri h 8.30 Martedi 27 S. Vincenzo de’Paoli, sac. ore 08.30 Toia Carlo Mercoledi 28 B. Luigi Monza, sac. h 8.30 Formaio Andrea/Conforto Vito/ Aiello Laura ore 20.30 Aiuto Vincenzo/Agatina Giuf- frida Giovedi 29 Ss. Michele,Gabriele e Raf- faele, arcangeli h 8.30 Venerdi 30 S. Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa ore 08.30 ore 18.30 Sabato 01/10 S. Teresa di Gesù Bambi- no, vergine e dottore della Chiesa h 17.30 Colombo Teresina/Suor Ambro- gina e fam/Sanguedolle Salvatore/ Sotereo Maria/Vignati Maria/Cavaleri Elia/Classe 1934/Tavella Roberto/Toia Mario/Prandoni Vittorio/Bernasconi Maria/Santa/Antonietta/Giusi/Pietro/ Bollati Giuseppe/Osan Rita/Classe 1933 Domenica 02 h 8.00 Morelli Giovanni/Antonio/Masetti Margherita e fam./Puci Giuseppa h 10.30 Pro populo h 17.30 Anno N° 04 La Parola della Domenica/Gv 6,51-59 Il vangelo ci riporta al discorso sul pane di vita offrendoci una chiave di lettura decisamente sacramentale. Se vogliamo partecipare al ban- chetto eterno imbandito da Dio nel suo regno, dobbiamo mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Perché è proprio del banchetto eucari- stico abilitarci a quella comunione di vita con Gesù che sarà vissuta in pienezza nell’eternità. Ed è proprio del banchetto eucaristico mante- nerci ora in quel rapporto di amicizia con il Si- gnore e prepararci a partecipare alla sua risurre- zione nell’ultimo giorno. Gesù si definisce il pane della vita. Dice: Io so- no. Noi siamo affamati di vita, quindi di Dio. Gesù è questo pane buono della vita. Lui che è voluto nascere a Betlemme casa del pane e come chicco di grano si è lasciato morire per la nostra salvezza, sulla croce, impastato dallo Spi- rito, è divenuto pane fragrante di salvezza. Forse noi siamo ormai abituati al discorso sacra- mentale del cibarci del Corpo del Signore e di bere del suo Sangue. Forse non nasce spontanea la domanda: come può costui darci la sua carne da mangiare? Ma la nostra abitudine non rende certo più semplice il nostro credere e non ci aiu- ta a vivificare la nostra consapevolezza in quel Corpo che si dona a noi, che si offre nelle nostre mani. O forse non pensiamo a sufficienza alla coerenza che richiede il cibarci di lui, come Ge- sù stesso ci avvisa: colui che mangia di me, vi- vrà per me? Gesù ci sottopone ad una verifica: quella della realtà della nostra comunione. Non ci sono scu- se. Se è vera comunione con lui, quella che vi- viamo ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia, sarà nostro desiderio e nostro uni- co scopo di vita vivere per lui, compiere come lui la volontà del Padre. E nel compimento della sua volontà sta il pegno della vita eterna. Estinguere la sete d’amore di Gesù sulla croce mediante il servizio ai più poveri tra i poveri Di fronte a Gesù crocifisso risuonano anche per noi le sue parole: «Ho sete» (Gv 19,28). La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria. Contempliamo così il mistero del Dio Altissimo, divenuto, per misericordia, misero fra gli uomini. Le parole di Gesù ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore e risposta con la vita. Nel suo “Ho sete” possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratel- li e sorelle che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a lasciare casa e a migrare verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa. Tutti costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Re- gno, membra ferite e riarse della sua carne. Hanno sete. Ma a loro viene spesso dato, come a Gesù, l’aceto amaro del rifiuto. Chi li ascolta? Chi si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte il silenzio assordante dell’indifferenza, l’egoismo di chi è infastidito, la freddezza di chi spegne il loro grido di aiuto con la facilità con cui cambia un canale in televisione. Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE 7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30 Anno Pastorale 2016/17 Educarsi al pensiero di Cristo Maria, speranza e aurora di salvezza del mondo intero OGGI GIORNATA PER I TERREMOTATI Le offerte raccolte durante le celebrazioni di questa Domenica saranno devolute alle popolazioni colpite dal terremoto. GRAZIE! Sulle pagine virtuali di questa settimana trovi due interessanti articoli tratti da Zenit: IL FOGLIETTO DELLA MESSA Sussidio che ci permette di se- guire meglio l’Eucaristia della Domenica. Per questo motivo cercheremo di farlo trovare sui mobiletti già a metà della setti- mana perché chi lo desidera lo può prendere in anticipo per prepararsi leggendo la Parola di Dio. Per evitare disordine in chiesa troveremo il foglietto agli ingres- si della stessa. Vi invitiamo a ritirarlo per seguire la Celebra- zione e a riportarlo alla fine sugli appositi mobiletti. Ringraziamo tutti per la collaborazione. Chi desidera, il foglietto lo può portare a casa dopo la celebra- zione per farlo diventare durante la settimana strumento per la preghiera personale e familiare. Anche il FOGLIO SETTIMANA- LE con gli avvisi lo troveremo sui mobiletti all’uscita così da evitare la tentazione di usarlo durante la Messa e di dimenti- carlo sulla panca o tra il libro dei canti. Grazie!

IL FOGLIETTO Gv 6,51-59 DELLA MESSA · 2018-11-25 · Mario/Prandoni Vittorio/Bernasconi Maria/Santa ... N° 04 La Parola della Domenica/Gv 6,51-59 Il vangelo ci riporta al discorso

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Page 1: IL FOGLIETTO Gv 6,51-59 DELLA MESSA · 2018-11-25 · Mario/Prandoni Vittorio/Bernasconi Maria/Santa ... N° 04 La Parola della Domenica/Gv 6,51-59 Il vangelo ci riporta al discorso

Foglio settimanale della Parrocchia S. Maria Assunta San Giorgio su Legnano

Domenica 25/09/2016

Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482

don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570

www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected]

RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con

RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150

CALENDARIO LITURGICO

Domenica 25 settembre 2016 IV DOPO IL MARTIRIO DI SAN

GIOVANNI IL PRECURSORE

S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-18.30

Lunedi 26 Ss.Cosma e Damiano, martiri

h 8.30 Martedi 27 S. Vincenzo de’Paoli, sac. ore 08.30 Toia Carlo Mercoledi 28 B. Luigi Monza, sac.

h 8.30 Formaio Andrea/Conforto Vito/ Aiello Laura ore 20.30 Aiuto Vincenzo/Agatina Giuf-frida Giovedi 29 Ss. Michele,Gabriele e Raf-faele, arcangeli h 8.30 Venerdi 30 S. Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa

ore 08.30 ore 18.30 Sabato 01/10 S. Teresa di Gesù Bambi-no, vergine e dottore della Chiesa h 17.30 Colombo Teresina/Suor Ambro-gina e fam/Sanguedolle Salvatore/Sotereo Maria/Vignati Maria/Cavaleri Elia/Classe 1934/Tavella Roberto/Toia Mario/Prandoni Vittorio/Bernasconi Maria/Santa/Antonietta/Giusi/Pietro/Bollati Giuseppe/Osan Rita/Classe 1933 Domenica 02 h 8.00 Morelli Giovanni/Antonio/Masetti Margherita e fam./Puci Giuseppa h 10.30 Pro populo h 17.30

Anno N° 04

La Parola della Domenica/Gv 6,51-59 Il vangelo ci riporta al discorso sul pane di vita

offrendoci una chiave di lettura decisamente sacramentale. Se vogliamo partecipare al ban-chetto eterno imbandito da Dio nel suo regno, dobbiamo mangiare la sua carne e bere il suo

sangue. Perché è proprio del banchetto eucari-stico abilitarci a quella comunione di vita con

Gesù che sarà vissuta in pienezza nell’eternità. Ed è proprio del banchetto eucaristico mante-nerci ora in quel rapporto di amicizia con il Si-

gnore e prepararci a partecipare alla sua risurre-zione nell’ultimo giorno.

Gesù si definisce il pane della vita. Dice: Io so-no. Noi siamo affamati di vita, quindi di Dio.

Gesù è questo pane buono della vita. Lui che è voluto nascere a Betlemme – casa del pane – e come chicco di grano si è lasciato morire per la

nostra salvezza, sulla croce, impastato dallo Spi-rito, è divenuto pane fragrante di salvezza.

Forse noi siamo ormai abituati al discorso sacra-mentale del cibarci del Corpo del Signore e di

bere del suo Sangue. Forse non nasce spontanea la domanda: come può costui darci la sua carne da mangiare? Ma la nostra abitudine non rende certo più semplice il nostro credere e non ci aiu-ta a vivificare la nostra consapevolezza in quel

Corpo che si dona a noi, che si offre nelle nostre mani. O forse non pensiamo a sufficienza alla

coerenza che richiede il cibarci di lui, come Ge-sù stesso ci avvisa: colui che mangia di me, vi-

vrà per me?

Gesù ci sottopone ad una verifica: quella della realtà della nostra comunione. Non ci sono scu-se. Se è vera comunione con lui, quella che vi-

viamo ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia, sarà nostro desiderio e nostro uni-

co scopo di vita vivere per lui, compiere come lui la volontà del Padre. E nel compimento della

sua volontà sta il pegno della vita eterna.

Estinguere la sete d’amore di Gesù sulla croce mediante il servizio

ai più poveri tra i poveri Di fronte a Gesù crocifisso risuonano anche per noi le sue parole: «Ho sete» (Gv

19,28). La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria. Contempliamo così il mistero del Dio Altissimo,

divenuto, per misericordia, misero fra gli uomini. Le parole di Gesù ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore e risposta con la

vita. Nel suo “Ho sete” possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano

pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratel-li e sorelle che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a lasciare casa e a migrare

verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa. Tutti costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Re-

gno, membra ferite e riarse della sua carne. Hanno sete. Ma a loro viene spesso dato, come a Gesù, l’aceto amaro del rifiuto. Chi li ascolta? Chi si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte il silenzio assordante dell’indifferenza, l’egoismo di chi è infastidito, la freddezza di chi spegne il loro grido di

aiuto con la facilità con cui cambia un canale in televisione.

Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE

7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30

Anno Pastorale 2016/17

Educarsi al pensiero di Cristo

Maria, speranza e aurora di salvezza del mondo intero

OGGI GIORNATA PER I TERREMOTATI

Le offerte raccolte durante le

celebrazioni di questa

Domenica saranno devolute

alle popolazioni colpite dal

terremoto. GRAZIE!

Sulle pagine virtuali di questa settimana trovi due interessanti

articoli tratti da Zenit:

IL FOGLIETTO DELLA MESSA

Sussidio che ci permette di se-guire meglio l’Eucaristia della Domenica. Per questo motivo cercheremo di farlo trovare sui mobiletti già a metà della setti-mana perché chi lo desidera lo può prendere in anticipo per

prepararsi leggendo la Parola di Dio.

Per evitare disordine in chiesa

troveremo il foglietto agli ingres-si della stessa. Vi invitiamo a

ritirarlo per seguire la Celebra-zione e a riportarlo alla fine

sugli appositi mobiletti. Ringraziamo tutti per la

collaborazione.

Chi desidera, il foglietto lo può portare a casa dopo la celebra-

zione per farlo diventare durante la settimana strumento per la

preghiera personale e familiare.

Anche il FOGLIO SETTIMANA-LE con gli avvisi lo troveremo sui mobiletti all’uscita così da evitare la tentazione di usarlo durante la Messa e di dimenti-

carlo sulla panca o tra il libro dei canti. Grazie!

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Festa patronale - Grazie! Un vivo ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita della festa in tutti gli ambiti, religiosi e ricreati-

vi. Edificante vedere tanti giovani e non come

volontari nei momenti di aggregazione dare tempo ed e-nergie senza risparmio.

Grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato ai diversi mo-menti proposti per fare comunità.

Il ricavato della festa è finalizzato al sostegno delle opere parrocchiali.

Il Sacramento della Penitenza e della Riconcilia-zione scaturisce diretta-

mente dal mistero pasquale. Infatti, la stessa sera di Pa-squa il Signore apparve ai

discepoli, chiusi nel cenaco-lo, e, dopo aver rivolto loro il saluto «Pace a voi!», soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv

20,21-23). Questo passo ci svela la dinamica più profon-da che è contenuta in questo

Sacramento. Anzitutto, il fatto che il perdono dei no-stri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi. Io

non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il

perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo, che ci

ricolma del lavacro di miseri-cordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore

spalancato del Cristo crocifis-so e risorto. In secondo

luogo, ci ricorda che solo se Clotteria festa dell’oratorioi

lasciamo riconciliare nel Signore Gesù col Padre e

con i fratelli possiamo essere veramente nella pace. E

questo lo abbiamo sentito tutti nel cuore quando andia-

mo a confessarci, con un peso nell'anima, un po' di

tristezza; e quando ricevia-mo il perdono di Gesù siamo

in pace, con quella pace dell'anima tanto bella che soltanto Gesù può dare,

Missione Vocazione del

Seminario Arcivescovile nel

Decanato 1-4 ottobre

Saranno giorni di presenza e testi-

monianza nelle nostre comunità per i 66 seminaristi del Quadriennio

teologico. Saranno ospiti in alcune delle nostre case, daranno la loro testimonianza alle Messe domeni-cali e incontreranno i vari gruppi

della Parrocchia.

Ecco alcuni momenti salienti:

Sabato 1 ottobre ore 19.00 ad ARLUNO Vesperi - Cena - Testimonianza con 18enni e Giovani

del Decanato

Domenica 2 ottobre Predicazione alle Messe nelle diverse parrocchie e pomeriggio di gioco in

Oratorio

Lunedì 3 ottobre Mattina: testimonianza nelle scuole

ore 15.00 Incontro coi gruppi della

Terza età (in Oratorio)

ore 17.00 Incontro coi bambini delle

elementari (in Oratorio)

ore 21.00 Incontro con gli Adolescenti

(chiesa parr. S.Giorgio)

Martedì 4 ottobre Mattina: preghiera fuori dalle scuole

prima dell'inizio lezioni

ore 17.00 Incontro con i ragazzi delle

medie (Oratorio)

ore 21.00 Messa solenne conclusiva

(chiesa parr. Canegrate)

GIORNATA PER IL

SEMINARIO Durante le Sante Messe pregheremo

per questa intenzione e verranno rac-

colte offerte per questa istituzione

diocesana che prepara i Sacerdoti che

svolgeranno il ministero nelle nostre

parrocchie

CONFESSIONI Ogni giorno dopo la Messa Sabato dalle 8.30 alle 10.30

e dalle 15.30 alle 17.30 Su richiesta

Domenica 2 ottobre 2016

FESTA DELL’ORATORIO CONFESSIONI

Lunedi 26 ore 17 Confessioni 5a elem/ ore 21 Ado/18enni e giovani

Martedi 27 ore 17 Confessioni 2a e 3a media

Mercoledi 28 ore 17 Confessioni 1a media

GIOVEDÌ 29 settembre

ore 21.00 ADOLESCENZA tra SESSO e AMORE Relatrice: MONICA COLOMBO, educatrice

dell’affettività e sessualità ATTENDIAMO I GENITORI

VENERDI’ 30 settembre

Ore 19.30 CENA per i bambini partecipanti al CAMPEGGIO 1° TURNO (portare 5 euro)

Ore 21.00 VISIONE FOTO CAMPEGGIO 1° TURNO (aspettiamo i genitori!)

SABATO 1 ottobre

ore 20.00 CENA e SERATA x FAMIGLIE: KARAOKE e VARIE SFIDE (Iscrizioni dal sig.Renato entro mercoledì

28/9, 8euro ad adulto, bambini gratis)

DOMENICA 2 ottobre ore 10.30 S.Messa in Oratorio con la

Professione di fede dei ragazzi del 2002 ore 12.00 Cucina aperta (griglieria)

ore 15.00 in Chiesa: Preghiera x famiglie,

catechiste, educatori A seguire: Iscrizioni al

Catechismo/Rinnovo accordo educativo

ore 16.00 Giocone per i ragazzi ore 17.30 Merenda insieme

ore 19.00 CENA per tutti i partecipanti alla GMG di CRACOVIA

ore 21.00 SERATA di TESTIMONIANZA

LOTTERIA FESTA PATRONALE 2016 Numeri estratti

Page 3: IL FOGLIETTO Gv 6,51-59 DELLA MESSA · 2018-11-25 · Mario/Prandoni Vittorio/Bernasconi Maria/Santa ... N° 04 La Parola della Domenica/Gv 6,51-59 Il vangelo ci riporta al discorso

“Solo la pace è santa, non la guerra!”.

Nella cerimonia finale dell’evento “Sete di Pace”, il Papa ribadisce il no al “paganesimo dell’indifferenza”

e all’”approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer, senza sporcarsi le mani”

“Siamo venuti ad Assisi come pellegrini in cerca di pace. Portiamo in noi e mettiamo davanti a Dio le attese e le angosce

di tanti popoli e persone. Abbiamo sete di pace, abbiamo il desiderio di testimoniare la pace, abbiamo soprattutto biso-gno di pregare per la pace, perché la pace è dono di Dio e a noi spetta invocarla, accoglierla e costruirla ogni giorno con

il suo aiuto”. È un’accorata implorazione a Dio quella che innalza Papa Francesco ad Assisi, in una piazza piena per l’incontro “Sete di

Pace”. Stretto nell’abbraccio di 450 rappresentanti di ogni religione, nel solco dei suoi predecessori Wojtyla e Ratzinger, il Papa argentino torna a stigmatizzare “la grande malattia del nostro tempo: l’indifferenza”. Un “virus”, dice, che

“paralizza, rende inerti e insensibili, un morbo che intacca il centro stesso della religiosità, ingenerando un nuovo tristis-

simo paganesimo: il paganesimo dell’indifferenza”. “Non possiamo restare indifferenti”, soprattutto oggi che “il mondo ha un’ardente sete di pace”, che “in molti Paesi si

soffre per guerre, spesso dimenticate, ma sempre causa di sofferenza e povertà”, afferma Francesco. Questa gente sof-ferente lui l’ha guardata dritta negli occhi insieme al patriarca Bartolomeo durante il viaggio a Lesbo. “Abbiamo visto

negli occhi dei rifugiati il dolore della guerra, l’angoscia di popoli assetati di pace”, sottolinea infatti.

Soprattutto il pensiero va alle famiglie, “la cui vita è stata sconvolta”; ai bambini, “che non hanno conosciuto nella vita altro che violenza”; agli anziani, “costretti a lasciare le loro terre”. “Tutti loro hanno una grande sete di pace” e noi –

afferma il Pontefice, facendosi portavoce di tutti i leader religiosi – “non vogliamo che queste tragedie cadano nell’oblio”, ma anzi “desideriamo dar voce insieme a quanti soffrono, a quanti sono senza voce e senza ascolto. Essi

sanno bene, spesso meglio dei potenti, che non c’è nessun domani nella guerra e che la violenza delle armi distrugge la gioia della vita”.

“Noi – insiste Francesco – non abbiamo armi. Crediamo però nella forza mite e umile della preghiera”, perché “cessino

guerre, terrorismo e violenze”. Una pace che “non è una semplice protesta contro la guerra”, tantomeno “il risultato di negoziati, di compromessi politici o di mercanteggiamenti economici”. L’umanità è “assetata” di questa “acqua limpida

della pace”: essa può scaturire solo dalla preghiera e non “deserti dell’orgoglio e degli interessi di parte, dalle terre aride del guadagno a ogni costo e del commercio delle armi”.

Il punto di partenza è il riconoscimento delle diverse tradizioni religiose; tuttavia la differenza – afferma Bergoglio – non

deve essere “motivo di conflitto, di polemica o di freddo distacco. “Oggi non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, co-me talvolta è purtroppo accaduto nella storia”, evidenzia, “senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato

gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri”. Come disse San Giovanni Paolo II in questo stesso luogo: “Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a

tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace”. Allora proseguendo questo cammino iniziato trent’anni fa, oggi “non ci stanchiamo di ripetere che mai il nome di Dio può giu-

stificare la violenza. Solo la pace è santa e non la guerra!”, grida il Papa.

E chiede ancora di pregare “perché le coscienze si mobilitino a difendere la sacralità della vita umana, a promuovere la pace tra i popoli e a custodire il creato, nostra casa comune”. “La preghiera e la collaborazione concreta aiutano a non

rimanere imprigionati nelle logiche del conflitto e a rifiutare gli atteggiamenti ribelli di chi sa soltanto protestare e arrab-biarsi”, sottolinea.

“La preghiera e la volontà di collaborare impegnano a una pace vera, non illusoria: non la quiete di chi schiva le difficol-

tà e si volta dall’altra parte, se i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer, senza aprire gli occhi alle necessità

dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno”. La strada è quella di “immergerci nelle situazioni” e “dare il primo posto a chi soffre”; di “assumere i conflitti e sanarli

dal di dentro”; di “percorrere con coerenza vie di bene, respingendo le scorciatoie del male”, e di “intraprendere pazien-

temente, con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di pace”. Pace, questa parola tanto semplice e al contempo difficile, vuol dire Perdono che, “rende possibile sanare le ferite del

passato”. Vuol dire Accoglienza, ovvero “disponibilità al dialogo, superamento delle chiusure, che non sono strategie di sicurezza, ma ponti sul vuoto”. Vuol dire Collaborazione, “scambio vivo e concreto con l’altro, che costituisce un dono e

non un problema, un fratello con cui provare a costruire un mondo migliore”. Pace significa anche Educazione, dunque “una chiamata ad imparare ogni giorno la difficile arte della comunione, ad

acquisire la cultura dell’incontro, purificando la coscienza da ogni tentazione di violenza e di irrigidimento, contrarie al

nome di Dio e alla dignità dell’uomo”. La speranza del Papa è quindi “in un mondo fraterno”, dove “uomini e donne di religioni differenti, ovunque si riunisca-

no e creino concordia, specie dove ci sono conflitti”. “Il nostro futuro è vivere insieme. Per questo siamo chiamati a libe-rarci dai pesanti fardelli della diffidenza, dei fondamentalismi e dell’odio”, rimarca Bergoglio.

Di qui l’invito ad essere “artigiani di pace nell’invocazione a Dio e nell’azione per l’uomo”, soprattutto i capi religiosi,

“tenuti a essere solidi ponti di dialogo, mediatori creativi di pace”. Il Papa chiama in causa anche “chi ha la responsabili-tà più alta nel servizio dei Popoli”, quindi i leader delle Nazioni, perché “non si stanchino di cercare e promuovere vie di

pace, guardando al di là degli interessi di parte e del momento”. S. Cernuzio/Zenit

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“L’ospitalità è la più grande sicurezza contro il terrorismo” Incontrando gli ex alunni dei Gesuiti partecipanti all’incontro europeo sul fenomeno migratorio,

Francesco denuncia: “Il Mediterraneo è diventato un cimitero” Non bisogna girarci troppo intorno: quella di migranti e rifugiati “è la crisi umanitaria più grande, dopo la Seconda guerra mondiale” e “il Mediterraneo è diventato un cimitero” a cielo aperto. Si snoda a partire da queste drammatiche constata-

zioni il discorso che Papa Francesco rivolge ai partecipanti all’Incontro europeo degli ex alunni dei Gesuiti, ricevuti oggi in Sala del Concistoro. L’evento, promosso dalla Confederazione europea sotto il patrocinio dell’Unione mondiale degli ex alunni dei Gesuiti, è in corso a Roma ed ha per tema “Migrazione globale e crisi dei rifugiati: è tempo di contemplare e agi-

re”. Contemplare e agire in un mondo dove “più di 65 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare i loro luoghi di residenza” afferma il Successore di Pietro, osservando che “questo numero senza precedenti va oltre ogni immaginazione.

Il numero complessivo dei profughi è ora più grande dell’intera popolazione dell’Italia!”. “Siete venuti a Roma come uomini e donne per gli altri” dice poi ai presenti, “per studiare le radici della migrazione forzata” e “considerare la vostra responsabilità in rapporto all’attuale situazione”. Bisogna andare però oltre la “mera statistica” per scoprire che “i rifugiati sono donne e uomini, ragazzi e ragazze che non sono diversi dai membri delle nostre famiglie e dai nostri amici. Ognuno di loro – sottolinea Bergoglio – ha un nome, un volto e una storia, come l’inalienabile diritto di vive-

re in pace e di aspirare a un futuro migliore per i propri figli”. Parole, queste del Papa, che fanno rivivere lo spirito che mosse oltre 35 anni fa padre Pedro Arrupe, fondatore del Jesuit

Refugee Service, ad agire in risposta alla situazione dei boat people sud-vietnamiti, che si trovavano esposti ad attacchi pi-rati e tempeste nel Mar Cinese del Sud, mentre sfuggivano disperatamente alle violenze nella loro patria.

Una situazione drammatica, non troppo dissimile da quella del mondo di oggi che “si trova ancora coinvolto in innumere-voli conflitti”. “La terribile guerra in Siria, come le guerre civili nel Sud-Sudan e altrove nel mondo possono sembrare irri-solvibili” annota il Pontefice, “questa è proprio la ragione per cui il vostro incontro ‘per contemplare e agire’ relativamente

alla questione dei rifugiati è così importante”. Più che mai oggi, prosegue il Papa, “mentre la guerra imperversa in diverse parti del mondo, mentre un numero mai rag-giunto prima di rifugiati muore tentando di attraversare il Mar Mediterraneo, oppure trascorre anni e anni nei campi, la

Chiesa ha bisogno che voi attingiate al coraggio e all’esempio di padre Arrupe”. In questo frangente della storia, sono necessarie persone “che ascoltino il grido dei poveri e che rispondano con compas-

sione e generosità”, dice Francesco. Voi, “come diplomati in scuole rette dai padri gesuiti, sappiate anche essere coraggiosi nel rispondere alle necessità dei rifugiati del tempo presente”, esorta. “Come alunni dei Padri gesuiti, vi farà bene, nel mo-mento in cui trattate dei problemi sperimentati dai rifugiati, ricordare le vostre radici ignaziane” per “comprendere le cau-

se dell’immigrazione forzata e servire i rifugiati”. È anche grazie a questo aiuto che “la Chiesa sarà capace di rispondere più pienamente alla tragedia umana dei rifugiati

mediante atti di misericordia che promuovano la loro integrazione nel contesto europeo e al di là di esso”. Concretamente, il Pontefice incoraggia “a dare il benvenuto ai rifugiati nelle vostre case e comunità, in modo che la loro prima esperienza

d’Europa non sia quella traumatica di dormire al freddo nelle strade, ma quella di un’accoglienza calda e umana”. “Molte porte – aggiunge – vi sono state aperte grazie alla educazione ricevuta dai Gesuiti, mentre i rifugiati trovano molte porte chiuse. Avete imparato molto dai rifugiati che avete incontrato. Nel lasciare Roma e tornare alle vostre case, vi esor-

to ad aiutare a trasformare le vostre comunità in luoghi di benvenuto dove tutti i figli di Dio hanno l’opportunità, non semplicemente di sopravvivere, ma di crescere, fiorire e portare frutto”.

“L’autentica ospitalità è un profondo valore evangelico, che alimenta l’amore ed è la nostra più grande sicurezza contro gli odiosi atti di terrorismo”, rammenta infatti il Papa. E, prima di concludere, lancia un appello anche per la cura

dell’educazione dei rifugiati nel mondo, considerato i preoccupanti dati che attestano che meno del 50% dei bambini rifu-giati ha accesso alla scuola primaria. Numero che si riduce al 22% per gli adolescenti iscritti a scuole secondarie e meno

dell’1% per chi può accedere ad un’istruzione universitaria. “Insieme al Jesuit Refugee Service, mettete in movimento la vostra misericordia ed aiutate a trasformare questa situazione

nel campo educativo” insiste Bergoglio; “nel fare questo, costruirete un’Europa più forte e un più luminoso futuro per i rifugiati”, sempre nella certezza “che l’amore di Dio vi accompagna in questo lavoro”. Perché “voi siete occhi, bocca, mani

e cuore di Dio in questo mondo”. (Tratto da Zenit)

Il giornalismo contribuisca a far crescere la dimensione sociale delle persone, rispettandone la dignità e amando la verità dei fatti. Sono alcuni dei punti sui quali Papa Francesco ha sollecitato il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiano,

ricevuto in udienza in Sala Clementina. “Amare la verità vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro (...) La questione qui non è essere o non essere un credente. La questione qui è essere o non essere onesto con sé stesso e con gli altri. La relazione è il cuore di ogni comunicazione. Questo è tanto più vero per chi della comunicazione fa il proprio mestiere. E nessuna relazione

può reggersi e durare nel tempo se poggia sulla disonestà”. “Un articolo viene pubblicato oggi e domani verrà sostituito da un altro, ma la vita di una persona ingiustamente diffamata

può essere distrutta per sempre. Certo la critica è legittima e dirò di più: necessaria, così come la denuncia del male, ma que-sto deve sempre essere fatto rispettando l’altro, la sua vita, i suoi affetti. Il giornalismo non può diventare un’’arma di distruzione’ di persone e addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le

migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame”.