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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 1 della rimembranza 72 La rilevanza delle facciate nelle testimo- nianze dell’edilizia dell’Alto Garda bre- sciano 76 Requisiti acustici passivi degli edifici 86 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti elet- trici in bioedilizia 90 L’isolamento termico delle facciate 98 Divisori tra alloggi:evitare i furti di calore 100 CONDOMINIO - Guida all’affitto. L’imposta di registro 102 CULTURA - E ancora parole 106 ETICA PROFESSIONALE - Lettera aperta a chi di dovere 110 Aggiornamento Albo 114 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli, Mario Comincini, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Mariangela Scotti, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Eugenio Altrocchi, Luciano Bassi, Giuseppe Bertussi, Battista Bosetti, Andrea Botti, Emilio Capra, Francesco Cuzzetti, Valerio Dellaglio, Alessandra Pelizzari, Marco Raimondi, Franco Robecchi Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi N. 3 - 2009 maggio-giugno Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario EDITORIALE - Consiglio Direttivo del Col- legio: cambiare per crescere pag. 2 INTERVISTA - Savoldi: I Collegi nella scuola per dare un futuro certo ai geometri di oggi e di domani 4 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Cassa, due o tre cose che conviene sapere sulla nostra previdenza 8 Ricordando Pietro Raffaelli 20 DALLA CASSA - La Pec: cos’è, a cosa serve, come si usa, come si installa 14 Nuovi servizi per gli iscritti messi a disposi- zione dalla Cassa di Previdenza 18 LEGISLAZIONE - Piscine pertinenziali: quale onerosità 24 Iniziativa legislativa per il rilancio edilizio 28 LEGALE - Edilizia e urbanistica 30 DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Le imbraca- ture di sicurezza 32 DAL COLLEGIO DI LODI - Tanta carta non salva la vita 38 FORMAZIONE CONTINUA - Responsabi- lità e sanzioni in capo al soggetto certifica- tore energetico 42 AGRICOLTURA & FORESTE- Appunti pra- tici di ingegneria naturalistica (parte quarta) 48 Paesaggio: una risorsa importante da recu- perare e valorizzare 56 PROTEZIONE CIVILE - Evento sismico de L’Aquila. Appunti di viaggio dalle squadre Brescia 1 e Brescia 2 58 SICUREZZA CANTIERI - Valutazione delle responsabilità e degli obblighi in materia di sicurezza negli studi tecnici 64 GEOLOGIA - La gestione delle terre e rocce da scavo 66 TECNICA - Archetipi di pietra nei luoghi

IL GEOMETRA BRESCIANO - Collegio Geometri e Geometri ... · fano –, si “trascinerà” neces-sariamente la tanto auspi-cata revisione del nostro Or-dinamento professionale. Da

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 1

della rimembranza 72

La rilevanza delle facciate nelle testimo-nianze dell’edilizia dell’Alto Garda bre-sciano 76

Requisiti acustici passivi degli edifici 86

AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Impianti elet-trici in bioedilizia 90

L’isolamento termico delle facciate 98

Divisori tra alloggi:evitare i furti di calore100

CONDOMINIO - Guida all’affitto. L’impostadi registro 102

CULTURA - E ancora parole 106

ETICA PROFESSIONALE - Lettera aperta achi di dovere 110

Aggiornamento Albo 114

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Manuel Antonini,Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia,Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli,Mario Comincini, Alfredo Dellaglio,Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio,Francesco Ganda, Francesco Lonati,Guido Maffioletti, Franco Manfredini,Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini,Mariangela Scotti, Marco Tognolatti,Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroEugenio Altrocchi, Luciano Bassi,Giuseppe Bertussi, Battista Bosetti,Andrea Botti, Emilio Capra,Francesco Cuzzetti, Valerio Dellaglio,Alessandra Pelizzari, Marco Raimondi,Franco Robecchi

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

FotografieStudio Eden e Francesco Lonati

Concessionario della pubblicitàEmmedigi PubblicitàVia Malta 6/b - 25125 BresciaTel. 030/224121 - Fax: 030/226031

StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi

N. 3 - 2009 maggio-giugnoPubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

EDITORIALE - Consiglio Direttivo del Col-legio: cambiare per crescere pag. 2

INTERVISTA - Savoldi: I Collegi nella scuolaper dare un futuro certo ai geometri di oggi edi domani 4

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Cassa, due otre cose che conviene sapere sulla nostraprevidenza 8

Ricordando Pietro Raffaelli 20

DALLA CASSA - La Pec: cos’è, a cosa serve,come si usa, come si installa 14

Nuovi servizi per gli iscritti messi a disposi-zione dalla Cassa di Previdenza 18

LEGISLAZIONE - Piscine pertinenziali:quale onerosità 24

Iniziativa legislativa per il rilancio edilizio 28

LEGALE - Edilizia e urbanistica 30

DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Le imbraca-ture di sicurezza 32

DAL COLLEGIO DI LODI - Tanta carta nonsalva la vita 38

FORMAZIONE CONTINUA - Responsabi-lità e sanzioni in capo al soggetto certifica-tore energetico 42

AGRICOLTURA & FORESTE- Appunti pra-tici di ingegneria naturalistica (partequarta) 48

Paesaggio: una risorsa importante da recu-perare e valorizzare 56

PROTEZIONE CIVILE - Evento sismico deL’Aquila. Appunti di viaggio dalle squadreBrescia 1 e Brescia 2 58

SICUREZZA CANTIERI - Valutazione delleresponsabilità e degli obblighi in materiadi sicurezza negli studi tecnici 64

GEOLOGIA - La gestione delle terre e rocceda scavo 66

TECNICA - Archetipi di pietra nei luoghi

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EDITORIALE

2 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Bruno Bossini Consiglio Direttivo del Collegio:cambiare per crescere

l’Istituto Tecnico Superiore(ITS) post-secondario, cherilascerà il diploma di tec-nico superiore. Tali novitàcomporteranno un defini-tivo coinvolgimento dei no-stri Collegi nella scuola equindi nella formazione pro-fessionale. La presenza at-tiva della nostra categoriasarà perciò determinantenella formazione dei futurigeometri, soprattutto diquelli destinati alla liberaprofessione.Nel secondo caso, all’in-terno della nostra organizza-zione si fa sempre più sen-tire l’esigenza di unprofondo ricambio del no-stro apparato dirigenziale. Igiovani trentenni e quaran-tenni, che tendenzialmente“hanno in mano” gli aspettipiù specialistici della nostraprofessione, chiedono conforza di contribuire, con leloro idee e competenze, allaformazione delle strategiedella categoria. Si potrebbe quasi dire che èil mercato stesso, nel qualela loro presenza risultasempre più determinante, a

spingerli in questa dire-zione.Non è facile dare risposte aqueste problematiche maproviamo a farlo ponendocialcune domande.Sono oggettivamente pre-parate le nostre struttureprovinciali, così come sonoora strutturate, a risponderealle improrogabili richiesteche vengono dalla scuola?Sono in grado i nostri Con-sigli a garantire la presenzafattiva dei geometri nei co-mitati scientifici che, in capoad ogni Istituto Tecnico, do-vranno garantire l’applica-zione del nuovo regola-mento scolastico previstodalla riforma?Siamo all’altezza noi geo-metri, con la nostra prepara-zione, di stimolare e favoriretutte le attività che tali comi-tati dovranno mettere in attoal fine di determinare il pro-filo educativo, culturale eprofessionale dello stu-dente futuro geometra?Non si può dimenticare che igeometri hanno sinora ma-turato le loro capacità intel-lettuali ed operative in un

Non è una novitàche i tempi piùpropizi a favorire i

cambiamenti siano quellidelle emergenze e delle dif-ficoltà operative. È in talimomenti che l’imprenditoreavveduto, aguzzando l’in-gegno, riesce a porre ri-medio a problemi mai ri-solti, che per comodità a-veva temporaneamente ac-cantonato in attesa di tempimigliori. È quanto sta appunto succe-dendo in questi tempi diforte crisi economica. Noi geometri, ma il pro-blema riguarda anche tuttele altre professioni tecnichesoprattutto quelle chehanno nel tempo consoli-dato la loro capacità opera-tiva, stiamo vivendo – è inu-tile negarlo – un momento di“staticità” evolutiva chedeve essere superato,perché a lungo andare po-trebbe diventare un limitealla nostra possibilità distare al passo con i tempi. Si avverte forte e chiara lanecessità di un rinnova-mento delle nostre struttureoperative, anche per lespinte e le sollecitazioni checi vengono sia dall’esternosia dall’interno della cate-goria. Nel primo caso dovremo,per esempio, da subito con-frontarci con la riforma Gel-mini che, dall’autunno 2010,ci prospetta una scuola se-condaria molto rinnovata ri-spetto all’attuale. Infatti, il30% delle ore d’insegna-mento negli ultimi anni delquinquennio saranno moltopiù professionalizzanti e,novità assoluta, sarà istituito

contesto lavorativo più chedi studio, lasciando di fattoai docenti della scuola l’o-nere della formazione deglistudenti finalizzata alla pro-fessione con i risultati che,purtroppo, sono sotto gliocchi di tutti.Il nostro Collegio provin-ciale da tempo si è fatto in-terlocutore attivo dellascuola dei geometri allaquale, oltre ad offrire alcunedocenze su temi di carattereprofessionale, concede lamassima collaborazione sututto ciò che la scuola gli ri-chiede. Per esempio, datempo gli studenti possonoleggere e commentare i con-tenuti della nostra rivista edutilizzarla per la loro forma-zione sulle tematiche tec-niche e operative. Ma, purcon la migliore disposizioneverso la scuola, il Collegio diBrescia non ha potuto che li-mitarsi sinora – non potevafare altrimenti – ad iscriverei neo geometri così come l’e-same di Stato glieli ha dianno in anno proposti, senzaincidere, se non in minimaparte, sulla loro formazioneprofessionale.Ma dal 2010 non sarà piùcosì, perché la riforma dellascuola pretenderà dalle or-ganizzazioni professionaliun impegno diretto nellapreparazione del professio-nista, senza la quale non po-tranno emergere e valoriz-zarsi quei contributi alla pro-fessionalità che la riformascolastica richiede.Altro argomento di rifles-sione: sono già preparati inostri Consigli, che hanno si-nora difeso la polivalenzadei loro iscritti, a “ragionare”

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 3

ganizza nell’ambito dellaformazione continua nesono la dimostrazione piùconvincente.

Èanche per questo,per rispondere allegrandi novità pro-

fessionali sempre più deter-minanti per la nostra Cate-goria professionale, che ci a-spettiamo dal Parlamento latotale revisione del nostroOrdinamento, che sap-piamo risalire al lontano1929. Pare, e qui ci viene in aiutoquanto dichiarato sull’argo-mento dal presidente nazio-nale Fausto Savoldi nell’in-tervista che segue, che ciòpotrà concretizzarsi con la

presentazione, da parte delC.N. entro il 2009, della pro-posta di legge delega sullaunificazione degli Albi deigeometri dei periti indu-striali e agrari. Tale nuovalegge, che dovrebbe dareluogo ad un unico albo deitecnici intermedi, modifi-cando in profondità gli ordi-namenti professionali in vi-gore – per altro auspicata dalGoverno e dal ministro Al-fano –, si “trascinerà” neces-sariamente la tanto auspi-cata revisione del nostro Or-dinamento professionale.Da lì potranno aprirsi nuoviscenari e grandi opportunitàper la categoria dei geometribisognosa, pur nel manteni-mento delle sue principali

in termini di una professio-nalità sempre più speciali-stica anche nella progetta-zione e nella direzione la-vori ed in tutte le attività adesse collaterali?Sempre più, per esempio,l’operatività dei geometri –non solo di quelli più anziani– si concretizza nell’attivitàdi coordinamento di altriprofessionisti. È innegabile che la nostraprofessione sia mutatamolto rapidamente e si siaindirizzata soprattutto versocompetenze più settorialiche polivalenti, cosa chesolo pochi lustri fa sarebbestata difficilmente immagi-nabile; i numerosi corsi pro-fessionali che il Collegio or-

prerogative, di un forte rin-novamento. Solo quindiun’organizzazione di Col-legio moderna, efficiente,rinnovata e pronta allenuove idee ci potrà dare lacertezza di un avvenire disviluppo dinamico e il man-tenimento di quella effi-cienza professionale che si-nora la categoria ha saputomeritarsi.Quale sarà il livello di talerinnovamento? e quali lesue mete strategiche? Ce lodiranno le iniziative e le de-cisioni che, anche in terminidi svecchiamento, i ConsigliDirettivi dei Collegi italianisapranno mettere in atto.

Il Consigliere

S i avvicinano le elezioni per il prossimo Consiglio delnostro Collegio provinciale. L’auspicio è che i futuri

consiglieri si impegnano per il Collegio e per tutta la nostra ca-tegoria professionale. Ad ogni elezione si ipotizza un certo ri-cambio per abbassare l’età media dei consiglieri. L’inserimentograduale di giovani iscritti, non significa inserire in Consigliomenti che fino al giorno prima hanno disertato il Collegio senzaporsi nessun impegno per la soluzione dei problemi della ca-tegoria, disinteressati perfino alle riunioni e alle assemblee.

Ringiovanire il Collegio significa in primo luogo inserirementi e ingegni capaci di proporre nuovi percorsi gestionali alCollegio e soluzioni efficaci ai molteplici problemi di compe-tenze nell’esercizio della professione: ciò non si raggiunge solocon l’abbassamento dell’età anagrafica, ma con idee valide daparte di chi ha la professione nel sangue, o nel proprio dna pro-fessionale, e l’abbia dimostrato con gli impegni profusi per l’am-modernamento di soluzioni professionali e di categoria che lenuove esigenze ed opportunità impongono. L’esperienza non èun qualcosa di inutile, sorpassato, da buttare; anzi, è la base peril futuro, tant’è che alle riunioni del nostro Consiglio sono invi-tati e presenti spesso colleghi che hanno lasciato la rappre-sentatività ad altri colleghi che fanno tesoro delle loro esperienzee delle loro proposte. La partecipazione dei rappresentanti dizona ai nostri Consigli di Collegio – solitamente colleghi giovani– serve proprio per preparare i futuri consiglieri e a mantenerelegami stretti con tutti gli iscritti.

Il consigliere dev’essere un collega rappresentativo dellapolivalenza professionale della categoria e deve poter essereadditato ad esempio dagli iscritti, giovani e meno giovani, nonsolo in ambito provinciale. Non è un buon consigliere colui cheutilizza la sua posizione per interessi propri a scapito di altri col-leghi.

Appartenere al Consiglio significa essere deputato a pro-porre e decidere e quindi anche a “comandare”; comandare nonsignifica “sovrastare”, ma mettersi al servizio della causa per cuisi è stati eletti con altruismo e aperto dialogo. Comandare e so-vrastare per crearsi un potere con lo scopo di raggiungere am-bizioni o interessi personali utilizzando impropriamente la delegadi chi ti ha attribuito fiducia non può essere la caratteristica di uneletto in Consiglio. Essere consiglieri significa quindi dedicaretempo e idee alla categoria, anche a scapito della propria atti-vità professionale e del personale interesse economico.

L’augurio è che le elezioni del nostro Consiglio provin-ciale – che si terranno nel prossimo mese di settembre – ve-dano la partecipazione spontanea degli iscritti, senza quellepressanti sollecitazioni a votare per esprimere i futuri quindiciconsiglieri. L’impegno elargito per la categoria è impegno pro-fuso per tutti i geometri e anche per se stessi, nonché difesadell’attività professionale di tutti i geometri iscritti e non iscritti.

Un Consiglio, per ben funzionare, dev’essere compattoe non soggetto a divisioni tanto negative quanto piú motivateda ambizioni personali e non da proposte concettuali.

Da molti anni una delle caratteristiche principali del no-stro Consiglio provinciale è stata proprio la sua compattezza,dando il massimo appoggio a chi ne aveva la rappresentati-vità formale. Compattezza, dunque, all’origine dei risultati cheil Collegio geometri di Brescia ha perseguito in campo pro-vinciale e oltre.

Con l’augurio che la nostra categoria non rimanga in-cartata dai regolamenti del 1929, invio a tutti gli iscritti i piú cor-diali saluti.

il Presidente

Giovanni Platto

La nota del Presidente

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INTERVISTA

4 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Savoldi: I Collegi nella scuolaper dare un futuro certoai geometri di oggi e di domani

CCaro Fausto, è passatoun anno dalla tua ele-zione ed è presto per fare

bilanci, ma non è forse prematurodire su quale fronte ti senti più im-pegnato, quale dei tanti fronti apertiritieni più urgente?«I fronti non sono pochi, maè alla formazione che l’interoConsiglio Nazionale sta de-dicando oggi le maggiori e-nergie. Non a caso su questotema abbiamo riunito perben due volte quest’annotutti i presidenti dei Collegie presto torneremo a riunirci

ed a discutere. E la ragionedi tanta insistenza dev’es-sere immediatamente chia-ra a tutti: il tema non solo èd’attualità - visto che il mini-stro Gelmini sta cambiandoin profondità il quadro dipartenza, ovvero la scuolasecondaria superiore - masoprattutto è decisivo per ilnostro presente ed ancor dipiù per il nostro futuro».

In verità tu insisti da anni sul nessotra riforma della scuola, accesso allaprofessione e futuro della categoria,ma l’impressione è che tra i geometriquesti argomenti fatichino a farsistrada…«Ed è un problema, perchése non ci preoccupiamo di a-vere anche nei prossimi annimolti giovani che scelgano laprofessione di geometra, senon ci preoccupiamo cheper loro ci siano nuove occa-sioni di lavoro, nuovi ambitinei quali impegnare la loropiù avvertita e preparataprofessionalità, ci ritrove-remo ad esempio con squi-libri seri nella previdenza.Val la pena di spiegarlobene anche ai nostri col-leghi: tutte le nostre inizia-tive per dare un futuro alla fi-gura del geometra non sonoil sogno romantico diqualche vecchio agrimen-sore, ma una battaglia moltoconcreta per garantirci il la-voro, un’adeguata remune-razione, una congrua pen-sione. L’equazione è evi-dente: senza nuovi geo-metri, niente pensione».

E i nuovi geometri liberi professio-nisti ‘nascono’ innanzitutto a scuola,un’istituzione che da anni stiamo cri-ticando e che si appresta a vivere

Siede solo da un anno al vertice del Consiglio Nazionale, ma è statoun anno veramente intenso per i geometri italiani, dodici mesi neiquali sono state poste le basi per una riforma radicale dell’accessoalla professione, per la valorizzazione delle diverse competenze, perl’adeguamento dei Collegi alle nuove sfide del mercato e per quelnecessario e ineludibile cammino di aggregazione con altre categorie.Per tutte queste ragioni abbiamo ritenuto non fosse prematurochiedere a Fausto Savoldi di fare il punto della situazione, magari nonun bilancio ma una ricognizione della tanta carne che è stata messaal fuoco, dell’impegnativo lavoro che attende non solo il ConsiglioNazionale, bensì soprattutto ogni Collegio e tutti gli iscritti chevorranno dare una mano alla categoria. L’occasione informale d’unachiacchierata col presidente nazionale è stata fornita dall’incontro coni delegati bresciani della Cassa, appena eletti, che avevamo chiamatoin redazione per un’informativa generale sui temi della previdenza (edei quali riferiamo nell’articolo che trovate tra poche pagine); undialogo a più voci che ha subito mostrato il profondo, sorprendentelegame tra scuola, formazione, professione e previdenza, ovvero trale iniziative per i geometri di domani e quelle per i colleghi di oggi.Proprio la riforma della scuola secondaria superiore, il nuovo iter perl’accesso alla professione e il ruolo che i geometri dovrannoassumersi nella formazione dei colleghi di domani sono stati infatti itemi più urgenti sui quali il presidente Savoldi non solo ha ribadito lesue idee, ma ha illustrato precisi progetti. Uno su tutti: far divenireogni Collegio provinciale il perno sul quale far ruotare i percorsiprofessionalizzanti dagli ultimi anni dellascuola superiore sino all’esame di stato edanche oltre, in quel disegno generale diformazione permanente che dovrebbe ormaiessere patrimonio di ogni modernoprofessionista. Un progetto certo ambizioso,ma che ha gambe solide sulle qualicamminare e che trova ora i primi riscontripure nelle scelte del legislatore. Un progettosenza il quale è impensabile costruire unfuturo per la categoria.

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 5

In termini generali lo schema attualenon viene mutato radicalmente: infondo è dal 1979 che il diploma nondà più accesso alla professione ed oc-corrono praticantato ed esame distato. Si tratta invece di capire cosasarà, una volta entrata in vigore lariforma, questo periodo post di-ploma.«Le opzioni sono ancoramolte, ma una cosa è certa: iCollegi dovranno essere iprotagonisti assoluti diquesto iter professionaliz-zante, i geometri liberi pro-

fessionisti dovranno esserein campo fin dagli ultimi annidella scuola superiore performare i giovani colleghi».

Ci sono già idee e progetti concreti?«Di più, ci sono già iniziativeavviate. Proprio il Collegiodi Brescia, anticipando lariforma e grazie alla collabo-razione di presidi illuminati,manda sistematicamente al-cuni geometri liberi profes-sionisti a tenere lezioni dispecializzazione, nei diversi

l’ennesima riforma.«Non so se ci saranno nuovirinvii, ma ho l’impressioneche stavolta la tanto attesariforma della secondaria su-periore diverrà realtà dalprossimo anno. Ed è unariforma che ci tocca profon-damente. Il ministro Gel-mini ha infatti riordinato ilcoacervo di indirizzi che ca-ratterizzavano gli istituti su-periori: da 240 diverse tipo-logie siamo drasticamentescesi a 11 indirizzi, 9 deiquali tecnici. Quello che ierierano gli istituti tecnici pergeometri divengono così dalprossimo anno istituti tec-nici dell’edilizia, del terri-torio e dell’ambiente, unanovità che non è solo nomi-nale, bensì sostanziale».

In pratica il termine geometra spa-risce dalla scuola superiore, chi escedopo cinque anni ad esempio dalTartaglia non sarà più geometra?«Proprio così: dagli istitutitecnici, da tutti gli istitutitecnici escono solo peritiche dovranno completarecon altri anni di studio e di ti-rocinio il loro percorso pro-fessionalizzante. In altre pa-role, per divenire geometri,anche in ossequio alle diret-tive europee, occorre chel’iter professionalizzantepreveda un periodo forma-tivo post-diploma di due/treanni, da svolgere ancoranella scuola superiore o al-l’università, ma arricchitodall’esperienza del tiro-cinio, ovvero del passaggiodal sapere al saper fare. Uniter concluso con l’esame distato che consentirà l’ac-cesso alla libera professionee l’iscrizione all’Albo».

ambiti della professione, airagazzi delle quarte e dellequinte classi. Si parla di Ca-tasto, di estimo, di sicurezza;in altre parole, della con-creta attività di ogni studio.Ebbene, una volta che lariforma sarà entrata in vi-gore, oltre a queste ore negliultimi anni del quinquennio(stiamo parlando non di unalezione a semestre ma di unapporto professionalizzanteper il 30/35% delle ore setti-manali da dedicare al pas-saggio dal sapere al saperfare), dovrà essere previstol’apporto di docenti sceltidai Collegi tra i geometri li-beri professionisti negli annidel post diploma, soprat-tutto negli ITS e negli IFTS,ma pure nei corsi di laureabreve».

È un impegno nuovo, oneroso e inu-suale per molti Collegi. Ma le nostrestrutture periferiche saranno ingrado di rispondere a questa ri-chiesta?«Dovranno farcela ad ognicosto perché questa è lavera sfida che ci aspetta.Molti Collegi sono già pronti,altri si stanno attrezzando, inaltri ancora occorrerà unosforzo straordinario di rinno-vamento, anche di ricambiodella classe dirigente. Lodico da tempo: è l’ora deiquarantenni, è questa la ge-nerazione che deve rimboc-carsi le maniche e dedicareun po’ più del suo tempo allacategoria. Anche perchésolo così si garantirà un fu-turo».

E il praticantato: che fine farà il no-stro vecchio praticantato?«Il mutamento è talmente

Il geom. Fausto Savoldi, Presidentedel Consiglio Nazionale Geometri eGeometri Laureati

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INTERVISTA

6 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

praticantato che obblighi ilneodiplomato a seguire al-meno un paio di corsi di spe-cializzazione organizzati daiCollegi nel corso dei due ocinque anni di tirocinio neglistudi».

Ancora i Collegi al centro dell’attivitàformativa dunque?«Proprio così, perché sono iCollegi il motore fondamen-tale della formazione nellacategoria, per i giovani e peri meno giovani. Guardandoall’esperienza di Brescia,penso ad esempio che se lariforma del praticantatofosse già realtà, ogni diplo-mato avrebbe potuto se-guire in questi mesi un corsosulla sicurezza nei cantieri,un altro in materia di ri-sparmio energetico riu-

scendo magari anche a ga-rantirsi un’abilitazione dacertificatore dei consumi edelle dispersioni d’energiadi un immobile, un altro an-cora sulla progettazione e lacostruzione in zona sismicae via enumerando».

Non sarà troppo per un praticante?«No, assolutamente no, il ri-schio è l’opposto: che siatroppo poco. Non è propriodai vostri incontri e dalle in-terviste in provincia, dalleoccasioni di dialogo con igiovani che la rivista ha pro-mosso che è uscito unquadro estremamente cri-tico sul praticantato, su dueanni passati a far fotocopie ocopiare disegni, al più conqualche coda al catasto equalche rilievo secondario?

profondo che gradualmenteinteresserà praticantato, e-same di stato ed alla fineanche l’Albo. E se da unaparte negli anni conclusividel quinquennio e nella for-mazione post diploma è ilmondo del lavoro ad entrarein forze nella scuola, così dasuperare ogni cesura, per ilpraticantato il discorso è percerti versi capovolto: oc-corre infatti che al passaggiodi nozioni, di tecniche e di e-sperienza sul campo, cheogni studio può fornire ad unpraticante, si aggiunga l’op-portunità di arricchire la pro-pria cultura specifica, di ap-profondire lo studio diqualche materia, di specia-lizzare la propria professio-nalità. Ecco perché pen-siamo ad una riforma del

Il Collegio deve poter offrireanche ai praticanti l’oppor-tunità di crescere professio-nalmente, di divenire pa-droni di qualche materiaspecifica da mettere poi afrutto sul mercato».

Facendo un po’ l’avvocato del diavolomi chiedo se, così facendo, non fini-remo per ridurre la polivalenza deigeometri? «Occorre intendersi bene suquesto tema: vista la grandespecializzazione oggi ri-chiesta ad ogni professio-nista dal mercato, la poliva-lenza resta una prerogativadella categoria, ma non puòriassumersi più nelle pecu-liarità d’un singolo geo-metra. Anche chi opera inperiferia, nei nostri paesi,difficilmente può rispon-dere da solo a tutte le ri-chieste di un committente elavora sempre più comecoordinatore di professio-nalità diverse, rispondendodirettamente ad alcune ri-chieste ma anche sapendobene a chi rivolgersi per unaconsulenza su argomentispecifici spesso delicati especialistici. Per salvare lapolivalenza della categoria,per riaffermarla con forza oc-corre avere l’intelligenza dinon considerare ogni studioautarchico ed ogni profes-sionista singolarmente poli-valente, ma offrire occasionidi crescita professionale e dispecializzazione».

Tornando al praticantato, va detto laspinta alla specializzazione si scontraperò con un esame di stato ancoramassicciamente polivalente. Comefarli convivere?«Vero, verissimo ed è per

Fausto Savoldi

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INTERVISTA

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tempo ragionevolmentebreve dovrebbe nascerequello che per facilità dicomprensione chiamol’Albo unico dei tecnici inter-medi così da evitare i dop-pioni che già oggi ci sono neitre albi, come ad esempio iperiti industriali edili che cisono oggi o altre figure figliedi diverse specializzazioniscolastiche prima ancorache professionali. Ripeto: aregime avremo un solo Albo(e pure una sola Cassa diprevidenza) composto dadiverse sezioni ed è pensa-bile che per ogni diversa se-zioni ci sia un esame di Statodiverso. In questo modo do-vrebbero anche venir menoquegli albi di serie B chesono stati creati da molte ca-tegorie di laureati per iscri-vere, con abilitazioni ovvia-mente ridotte, quanti hannoconseguito una laurea trien-nale».

Ancora una domanda dell’avvocatodel diavolo: non c’è il rischio di con-fusione in un solo Albo, di vedere di-sperse le nostre professionalità, op-pure parcellizzata la competenza diciascuno?«Io sono ottimista, credo chei geometri sapranno farsi va-lere concretamente sulcampo, rispondere in ma-niera adeguata alle richiestedel mercato che, alla fine èl’unico arbitro di tante di-scussioni organizzative o dicategoria e peggio ancoracorporative. Sono ottimistaperché vedo che siamo noi,geometri liberi professio-nisti, che stiamo contri-buendo a scrivere il nostrofuturo. Non so adesso qualesarà l’approdo finale, ma so

che se avessimo solo tentatodi trincerarci dietro un i-deale ‘status quo’, peraltrogià superato dai fatti, il no-stro destino sarebbe se-gnato: saremmo spazzati viaprima dal mercato e poi dallegislatore. Se il mercatochiede professionalità especializzazione, ed è di-sposto a pagarla, a quellodobbiamo rispondere conun iter formativo all’altezzadei tempi, dando ai giovaniun bagaglio di nozioni e di e-sperienze che non li lascinudi di fronte ai problemiquotidiani ed alle richiestedel cliente. E ciò significacambiare anche la scuola, ilpost-diploma, il pratican-tato e l’esame di Stato,nonché le regole dell’albo epersino il nostro modo di o-perare tutti i giorni».

Ti riferisci al progetto di formazionepermanente?«Proprio così. Un altro deglielementi certi della nuovacompetizione nel mercato èinfatti la necessità per ogniprotagonista di essere conti-nuamente aggiornato, diampliare ed approfondirecontinuamente la sua pro-fessionalità. Cercando dileggere questo elementooltre la contingenza, si trattadi non considerare la pro-pria professionalità come unpatrimonio acquisito unavolta per tutte e certificatoad inizio carriera con validitàfin oltre la pensione. Se vo-gliamo essere al centro del-l’attività economica, se nonvogliamo essere messi almargine della società dob-biamo mettere in condi-zione i geometri liberi pro-

questo che anche la riformadell’esame di stato è ormaiall’orizzonte. C’è da dire che,soprattutto in questi ultimianni, il tema d’esame ha ri-guardato edifici abitual-mente progettati negli studidei geometri (come le vil-lette bifamiliari) e nel valu-tare lo svolgimento si è guar-dato più alla logica se-quenza delle diverse opera-zioni necessarie alla proget-tazione ed alla realizzazioneche all’accuratezza del di-segno. Il passo successivodovrà essere sicuramenteun esame più aderente allaconcreta pratica d’ogni ra-gazzo, ovvero più temi di-versi a seconda che un prati-cante si sia occupato di ca-tasto o di progettazione, dirisparmio energetico o di si-curezza cantieri, di am-biente o costruzioni antisi-smiche».

Par di capire che ogni anello della ca-tena rimandi ad una nuova riforma:dopo la riforma dell’esame pare cosìnaturale pensare alla riforma del-l’Albo.«È proprio così ed anche suquesto versante in questianni non siamo stati con lemani in mano, ma da tempostiamo progredendo nel gra-duale avvicinamento ad altridue albi, quello dei Periti a-grari e quello dei Periti indu-striali, un percorso che sfo-cerà nella fusione dei trealbi. Entro la fine di que-st’anno dovremmo essere ingrado di presentare in Parla-mento una proposta di leggedelega che metta in condi-zione i ministeri competentidi avviare l’unificazionedegli albi: in un lasso di

fessionisti di migliorare si-stematicamente la loro pre-parazione e di certificarneperiodicamente il valore».

E saranno anche qui i Collegi a doversvolgere questo ruolo formativo e digaranzia verso il mercato? «Esattamente. Ne abbiamogià parlato a più riprese, so-prattutto dopo il convegnonazionale di Palermo: sa-ranno i Collegi ad organiz-zare i corsi ed a testimoniare- con un sistema di crediti si-mile a quello che si usa in u-niversità – la rinnovata abili-tazione di un professionistaper svolgere una determi-nata funzione, sia che si trattidi analizzare il consumo e-nergetico di un immobile odi redigere un piano di sicu-rezza o di progettare se-condo criteri anti-sismici o inbioedilizia. In altre parole,l’iscrizione all’Albo nonviene rimessa in discus-sione, ma va arricchita perio-dicamente dalla frequenza acorsi, esperienze e ap-profondimenti, tutti certifi-cati e riportati nella ‘cartad’identità’ professionale diciascuno così da dare al mer-cato una attestazione ag-giornata delle competenzed’ogni geometra. E questa lastrada che ragionevolmentepuò dare un futuro alla cate-goria, l’unica credibile e pra-ticabile».

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Cassa, due o tre coseche conviene saperesulla nostra previdenza

ragionevole numero di annia venire e la nostra Cassa ètra le a0utonome una diquelle che agevolmente rie-scono a garantire decenni disolvibilità, o come si dice ingergo tecnico possono certi-ficare una longeva sosteni-bilità».

Dunque possiamo stare tranquilli?Nessun pericolo del tanto temuto de-fault che ogni sei mesi si preconizza

F ino ad una certa età nonviene naturale parlare diprevidenza, ma c’è una

domanda che anche i giovani col-leghi, ed ancor di più chi ha qualchedecennio di professione alle spalle, sifanno: avrò una pensione?«Guardando ai conti dellaCassa, ai flussi di introiti e dispese previsti ed ai calcoliattuariali fatti dagli esperti,siamo in grado di dire oggiche certamente ogni geo-

metra potrà contare su unapensione. Lo possiamo diresulla base dei bilanci, sullaconsistenza dei cespiti, sullaragionevole evoluzione deiredditi dei colleghi, edunque dei contributi chesaranno versati. Lo pos-siamo dire perché periodi-camente il ministero ed isuoi tecnici controllano lanostra solvibilità e l’equili-brio dei nostri conti per un

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per l’Inps o per altre Casse di previ-denza autonome?«Tranquilli, proprio sotto lapresidenza di Fausto Sa-voldi sono mutati gradual-mente contributi ed eroga-zioni così da rimettere in e-quilibrio, non solo per oggi,ma per molti anni a venire iconti del nostro istituto.Detto questo, val la pena diaggiungere che non è maitroppo presto per comin-ciare a pensare alla propriapensione ed anzi proprio igiovani dovrebbero averben chiaro cosa possonofare negli anni per garantirsia fine carriera un assegno a-deguato».

Ecco, la seconda domanda non èmeno importante della prima: qualepensione avremo? Sarà molto lon-tana dall’ultimo reddito dichiarato?«Difficile dare un valore pre-ciso e che abbia un sensoconcreto vista la diversità in-finita dei casi. Ciò che si puòdire con certezza è che o-gnuno avrà la pensione chesi sarà costruito negli anni,legata ai redditi che nellasua carriera avrà percepitoper la propria attività di geo-metra».

A questo proposito si sente spessoparlare, relativamente al calcolodella pensione, di sistema retributivoe di sistema contributivo: potete spie-garlo in poche e semplici parole?«Semplificando si può direche il sistema retributivocalcola la pensione in baseai redditi prodotti nella vitalavorativa ed in questo casoparte dei contributi versatiserve per la solidarietà in-tergenerazionale; più e-goista è il calcolo con me-

L’abbiamo annunciato nello scorso numero della nostra rivista:l’elezione dei delegati per il Comitato della Cassa autonoma diprevidenza dei geometri ha segnato un profondo rinnovamento dellaclasse dirigente. Il 40% dei delegati eletti in tutt’Italia è alla primanomina e moltissimi sono i giovani colleghi chiamati ad orientare lescelte della Cassa e, in ultima analisi, a garantire la continuità delleprestazioni e a costruirsi la propria pensione. Un innesto di nuovalinfa che è un elemento di grande fiducia in un’istituzione che, giàcon la presidenza di Fausto Savoldi ed ora con la conferma diFausto Amadasi, ha saputo ricostruire le proprie certezzeeconomiche ed attuariali stringendo un patto di ferro con il Consiglionazionale per promuovere il futuro della categoria.Si apre dunque una nuova impegnativa stagione per la Cassa edabbiamo voluto incontrare Dario Piotti e Giuseppe Bellavia (delegaticonfermati) nonché i nuovi delegati Paolo Fappani e SimonettaVescovi per approfondire alcuni dei temi che legano professione eprevidenza. L’abbiamo fatto chiedendo a Manuel Antonini, ungiovane collega che collabora assiduamente alla redazione dellarivista dove da diversi numeri scrive sul tema dell’efficienzaenergetica, di guidare questa intervista a più voci, pregandolo dimettersi nei panni dei tanti geometri della sua età e di porre ledomande semplici, basilari, magari per qualcuno scontate cheognuno vorrebbe fare ad un delegato. Ne è uscita una chiacchieratapiena di informazioni, crediamo interessante, soprattutto un ritrattoelementare della Cassa ‘spiegata’ a chi finora non l’aveva ancoraconosciuta. E nei prossimi numeri non mancheranno le occasioniper gli approfondimenti e le illustrazioni più specifiche.

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I partecipanti alla tavola rotondasulla Cassa di Previdenza: dasinistra: Giuseppe Bellavia e DarioPiotti (delegati confermati), ilpresidente del CNG, Fausto Savoldi,Simonetta Vescovi e Mauro Fappani(delegati di nuova nomina), ManuelAntonini e il direttore della rivistaBruno Bossini

sione di domani saràsempre più legata ad un si-stema tendenzialmentecontributivo, ovvero aquanto avremo versato neglianni. In questo quadro la no-stra Cassa si è mossa congrande misura da un sistemaretributivo sostanzialmentepuro ad un retributivo cor-retto ovvero che tiene ingran conto anche i contributiversati da ciascuno, senzaperò rinunciare a principi disolidarietà e di socialitàd’una moderna previdenza.Un modello che gli orga-nismi di controllo hanno giu-dicato con favore e che siregge essenzialmente sullaprevisione che vuole unbuon numero di geometri in

attività anche nei prossimianni, tutti capaci di guada-gnarsi e di dichiarare un red-dito discreto».

In effetti si è parlato d’un equilibrioche si reggerà solo con almeno 3.000nuovi iscritti all’anno. È una previ-sione realistica?«Noi crediamo di sì, ed è pe-raltro questo l’obiettivo cheragionevolmente si sonodati la Cassa ed il Consiglionazionale anche nel varareuna serie di iniziative e diriforme, dalla formazione, ainuovi ambiti di lavoro edalle più recenti specializza-zioni, oltre che nell’accessoall’albo. Anche da quest’an-golo di osservazione infattitutto si tiene: la promozione

todo contributivo nel qualesono i contributi versati che,opportunamente rivalutati,vengono utilizzati per il cal-colo della prestazione».

La nostra Cassa che sistema usa?«Tutte le Casse, a comin-ciare dall’Inps, si sono spo-state gradualmente inquesti anni dal retributivo alcontributivo per far fronteallo squilibrio che si stacreando tra il gran numerodei pensionati, la loro cre-scente aspettativa di vita,ed il flusso tendenzialmentestabile se non in flessionedei versamenti da parted’un numero di lavoratorisempre più ridotto. Ciò si-gnifica che per tutti la pen-

della categoria ne garantiscel’appeal, la difesa dellecompetenze e la creazionedi nuovi settori di impegnopuò offrire altre opportunitàdi reddito e tutto ciò si tra-duce in nuove iscrizioni al-l’albo e nuovi contributi allaCassa».

Ma chi decide sulle pensioni di oggie di domani dei geometri?«Lo decidono i geometristessi attraverso i loro dele-gati riuniti in un Comitato na-zionale. Tocca a quest’orga-nismo deliberare, su pro-posta del Consiglio di ammi-nistrazione, in merito a mi-sura dei contributi e delle e-rogazioni, investimenti elinee di intervento, oltre a

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Dario Piotti

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la gestione quotidiana è delConsiglio di amministra-zione, e non potrebbe es-sere diversamente, ma negliindirizzi e nelle linee guidaogni delegato ha realmentevoce in capitolo, può favo-rire o rallentare ogni deci-sione, da lui insomma passail governo della Cassa. I-noltre il suo ruolo non si e-saurisce qui, ma è anche rac-cordo reale tra la periferia edil centro».

In che senso?«Nel senso che i delegatisono a disposizione degli i-scritti per ogni questione ri-guardante la previdenza. ABrescia ad esempio, oltrealla signora Luisa che faparte dello staff del Collegioed ha maturato in questianni una invidiabile compe-tenza previdenziale, ognidelegato riceve colleghi conproblemi particolari facen-dosi carico non solo dellaconsulenza, ma pure di se-

controllare la gestione mo-biliare e immobiliare chequotidianamente vieneportata innanzi dal Consigliodi amministrazione. Ognidecisione della Cassa chemuta gli equilibri contabili(contributi, erogazioni, mo-dalità di calcolo ect) deveessere poi approvata dal mi-nistero che svolge una fun-zione di controllo e supervi-sione».

Ma come funziona il Comitato? Chepoteri reali ha un delegato?«Il Comitato, composto da150 delegati (quattro ap-punto i bresciani) si riunisceregolarmente un paio divolte all’anno con sessioniche definiscono le linee ge-nerali di intervento allequali il Consiglio di ammini-strazione dovrà attenersi. Visono poi almeno altre due/tre occasioni all’anno di con-fronto, convegni nei quali sistudiano e si approfondi-scono le questioni previ-denziali senza che si debbaimmediatamente delibe-rare, mentre a livello regio-nale i delegati si incontranouna volta al mese per met-tere a fuoco problemi, esi-genze e difficoltà da portarepoi alla valutazione del Co-mitato o delle commissioniconsultive nazionali chevengono di volta in volta in-sediate».

Fin qui l’organizzazione, ma quantoconta un delegato?«Noi crediamo che conti so-prattutto in funzione dellasua capacità di essere pro-positivo, di tradurre nel Co-mitato le preoccupazioni edi desideri dei colleghi. Certo

guire la pratica negli uffici ro-mani della Cassa».

A proposito: com’è organizzata lastruttura burocratica a Roma?«La nostra Cassa può con-tare nella Capitale sul lavorodi 110 funzionari ed impie-gati ai più diversi livelli edanche se non è mai facile di-stricarsi nei meandri diquesti uffici, la professiona-lità dei dipendenti e l’intra-prendenza di ogni delegatoriescono solitamente a for-nire all’iscritto le risposteche cerca in un tempo ragio-nevole. Indubbiamente,anche questo è un impegnodecisamente gravoso perogni delegato, pur se, fortu-natamente, in questi anni,soprattutto grazie all’im-pulso dato da Fausto Sa-voldi, molto del lavoro èstato alleggerito grazie alcollegamento informaticodei Collegi con la sede cen-trale».

Centodieci persone, un ministero:ma servono davvero tutti per distri-buire qualche migliaio di pensioni?«Ecco l’errore che fanno tanti:considerare la Cassa solocome un ente impositore dicontributi e pagatore di pen-sioni. Non è così, la Cassa èmolto di più anche solo guar-dando al lato delle eroga-zioni e delle iniziative. Ci sidimentica ad esempio chegrazie alla Cassa ogni geo-metra iscritto può contare suuna assicurazione gratuitastipulata con Generali, unacopertura che a prezzi cor-renti sarebbe costata a cia-scuno più di 1.000 euro,mentre la Cassa è riuscita agarantirsela, grazie innanzi-

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Simonetta Vescovi e GiuseppeBellavia

Per l’Aquila è stato stanziato unfondo particolare?«Qui ci siano mossi sen-tendo innanzitutto le esi-genze dei colleghi abruz-zesi. Proprio loro ci hannochiesto di non inviare contri-buti ma di finanziare uncorso di formazione in temadi costruzioni anti-sismiche.Lo abbiamo fatto, si svolgeràa Sulmona ed ha già oltre 100colleghi abruzzesi iscritti; tral’altro va registrato che pro-prio il sisma dell’Aquila ha

portato i tecnici a rivederealcune teorie e tecniche cosìda aggiornare molti ele-menti dei corsi che finora sisono tenuti su quest’argo-mento».

Pensioni, erogazioni, assicurazioni,solidarietà…Ma da dove arrivanotutte queste risorse?«Una fonte fondamentale eche va salvaguardata e incre-mentata il più possibile è co-stituita ovviamente dai con-tributi che ogni geometra

tutto ai propri numeri, permeno di 40 euro a iscritto. Poic’è la copertura per la mater-nità che ha consentito allecolleghe di mantenere il pro-prio reddito per tutti queimesi nei quali erano impos-sibilitate a lavorare, nonchél’assistenza straordinaria percolleghi che si trovano in con-dizioni di difficoltà econo-mica per malattia o altrecause, com’è stato ad e-sempio nel caso del recenteterremoto in Abruzzo».

versa sulla base del proprioreddito. Ed in questi anni èstato premiato lo sforzodella Cassa teso a far emer-gere redditi personali cheper anni erano rimasti tra lepieghe dei bilanci di ognistudio. Non si tratta tanto diuna azione ispettiva o di e-sazione forzosa, quanto ladiffusione di una diversaconsapevolezza tra gli i-scritti: la considerazione chedenunciare tutti i redditiconsente di costruirsi una

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Mauro Fappani e Manuel Antonini

mobiliare invece vede laCassa avvalersi di struttureprofessionali specializzateche finora hanno semprereso ben oltre il benchmarkdel settore».

Ma gli andamenti di borsa e gli in-vestimenti non mettono a repenta-glio il patrimonio? Ovvero, una crisifinanziaria non rischia di impoverirela cassa?«Ci sono regole ben preciseche la Cassa ed il gestore in-caricato di movimentare i ca-

pitali deve tener presentiper ridurre al minimo il ri-schio. Ci sono quote di patri-monio che sono vincolate adinvestimenti di assoluta sicu-rezza, mentre anche per lequote che possono essere in-vestite con più libertà laCassa ha scelto opportuna-mente di muoversi congrande prudenza. Uno deinuovi cardini della nostra o-peratività in questo campo è– anche qui passateci qual-che semplificazione che gli e-

migliore pensione».

Ci sono poi altri introiti per la Cassa?«Sì e sono cospicui. Arrivanodalla gestione mobiliare eimmobiliare.Per quanto attiene agli im-mobili in questi anni laCassa ha investito soprat-tutto nelle sedi dei Colleghi,acquistandole laddove erapossibile e incrementandoin questo modo il patri-monio che ha portato a red-dito con gli affitti. La partita

sperti giudicherebbero ditroppo – la riduzione al mi-nimo dell’investimento e-sclusivamente finanziario,quanto piuttosto l’acquisi-zione di quote in società checi consentano di entrare neiconsigli di amministrazione edi controllare, dunque, diret-tamente e giorno per giornol’andamento delle aziende.Ecco perché siamo presentiin fondi di fondi che entranoin operazioni finanziarie diprimaria importanza».

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Bruno Bossini

Se ce ne sarà l’opportunità ap-profondiremo presto questi discorsitecnici con il presidente Amadasi ap-pena rieletto. A voi delegati di Bre-scia insieme all’augurio di buon la-voro vorremmo chiudere con un ul-tima domanda: c’è qualcosa che con-sigliere di fare ad ogni iscritto?«Molti consigli sono tra lerighe nelle altre risposte cheabbiamo dato alle prece-denti domande. Potremmoaggiungere una raccoman-dazione: non aspettate d’a-vere 50 per cominciare apensare alle pensione,anche perché ci sono mecca-nismi come la ricongiun-zione e la totalizzazione checonviene avviare non ap-pena ci si rende conto d’a-verne diritto e conve-nienza».

Piano piano, ricongiunzione e tota-lizzazione: di cosa si tratta?«Sono le facoltà concessenon solo ai geometri machiunque abbia lavorato ointenda ricongiungere in uncaso di ricongiungere in unasola Cassa tutti i contributi e-ventualmente versati acasse diverse. La totalizza-zione consente la possibilitàdi avere due diverse pen-sioni nel caso si sia lavoratoper un buon numero di anniversando contributi ad unacerta Cassa ed altri adun’altra. Con la totalizza-zione, in buona sostanza, ildiritto alla pensione maturasommando i due periodi dilavoro con Casse diverseanche se ciascun periodonon darebbe da solo dirittoad alcuna pensione. Ed a pa-gare sarà pro quota ciascunaCassa. Poiché non è raroanche tra i geometri il caso di

chi ha lavorato magari per10/15 anni alle dipendenzedi un’azienda, o di un entepubblico, prima di aprireuno studio e di svolgere peraltri 15/20 la libera profes-sione, pure per molti col-leghi la totalizzazione èun’ottima soluzione, pe-raltro gratuita e dunque si-curamente meno onerosadella ricongiunzione. Sitratta comunque di valutareogni caso singolarmente. Ilconsiglio finale pertanto èquello di farsi i conti in tascaprima possibile. E semprecon l’aiuto dell’esperto cheil Collegio mette a disposi-zione».

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DALLA CASSA

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La Pec: cos’è, a cosa serve,come si usa, come si installa

dell’avvenuta (o mancata)consegna del proprio mes-saggio e dell’eventuale do-cumentazione allegata.

Come funziona1. il mittente (possessore di

una casella di Pec) invia unmessaggio ad un altro u-tente certificato;

2. il gestore mittente inviauna ricevuta di accetta-zione (che certifica l’i-stante di invio);

3. il messaggio viene rac-colto dal gestore del do-

minio certificato e lo rac-chiude in una busta di tra-sporto e vi applica unafirma elettronica in mododa garantire l’inalterabi-lità. Fatto questo, indirizzail messaggio al gestore diPec destinatario;

4. il gestore di Pec destina-tario verifica la firma e con-segna il messaggio di tra-sporto al destinatario;

5. una volta consegnato ilmessaggio il gestore Pecdestinatario invia una rice-vuta di avvenuta consegna

Aseguito dell’en-trata in vigore delDecreto legge n.

185/2008 (decreto anti crisi),convertito nella legge n. 2del 28 gennaio 2009, tutti iprofessionisti iscritti agliAlbi professionali hanno l’ob-bligo di dotarsi, entro un annodalla data di entrata in vi-gore della norma (28 no-vembre 2009), di una caselladi Posta Elettronica Certifi-cata (Pec) o sistema analogoe comunicarne l’indirizzo alCollegio di appartenenza.A tal fine e anche per soste-nere e promuovere l’utilizzodella posta elettronica in so-stituzione dei canali tradizio-nali di comunicazione pub-blica, la Cassa Italiana Geo-metri, in collaborazione con ilCNG, ha sottoscritto con lasocietà certificata “ArubaPEC S.p.A.” un accordo com-merciale per assicurare aipropri iscritti l’attivazione el’utilizzo gratuitodi una casellapostale elettronica (Pec).La casella Pec attivata dall’i-scritto diverrà il canale privi-legiato per tutte le comuni-cazioni istituzionali da partedella Cassa.

Istruzioni per l’usoLa posta elettronica certifi-cata (Pec) è un sistema diposta elettronica nel qualeal mittente viene fornita do-cumentazione elettronica,con valenza legale, atte-stante l’invio e la consegnadi documenti informatici.La Pec è nata con l’obiettivodi trasferire su digitale ilconcetto di “raccomandatacon ricevuta di ritorno”.Attraverso la Pec chi inviauna e-mail ha la certezza

all’utente mittente chepuò essere quindi certoche il suo messaggio ègiunto a destinazione;

6. la ricevuta di avvenutaconsegna viene deposi-tata nella casella Pec delmittente.

Che cosa cambiaper l’iscrittonell’utilizzo della Pec1. l’iscritto vede la casella di

Pec come una normale ca-sella di posta elettronica;

2. può utilizzare un qualsiasi

Caro Collega,nell’ottica di ampliare i servizi in favore dei geometri liberi professionisti e di permettere loro diadeguarsi alle nuove norme dettate dal decreto anti-crisi, convertito in legge n. 2 del 28 gennaio2009, è con vivo piacere che Ti informiamo che il Consiglio Nazionale dei Geometri e deiGeometri Laureati (CNG) e la Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri liberi pro-fessionisti (CIPAG) mettono a disposizione di tutti gli iscritti, la possibilità di attivare e utilizzarein modo totalmente gratuito, una casella di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.), denominata“geopec.it”.La Pec è un servizio che disciplina l’uso della posta elettronica (e-mail) tra le pubbliche ammi-nistrazioni, le aziende e i privati cittadini dando valore legale alle e-mail scambiate, sostituendole tradizionali notifiche a mezzo postale (raccomandata con ricevuta di ritorno) e fornendo lo stes-so valore giuridico delle ricevute.La Pec funziona esattamente come una normale casella e-mail, ma ha in sé alcuni vantaggi chela posta elettronica tradizionale non ha.Al di là dei vantaggi che il suo utilizzo può apportare nello scambio di informazioni tra iscritto,CNG, CIPAG, Collegio di appartenenza e viceversa, la Pec rappresenta un utile strumento di lavo-ro per i professionisti, poiché il suo impiego può essere esteso, per esempio, alla trasmissionedi informazioni/comunicazioni con le Pubbliche Amministrazioni, con i fornitori e i clienti, con ipropri collaboratori. È, piú in generale, un servizio utile alla trasmissione di tutte quelle comu-nicazioni che necessitano di “certezza”.Tutto ciò è stato possibile grazie alla sinergia tra Consiglio Nazionale dei Geometri e deiGeometri Laureati (CNG) e la Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri liberiProfessionisti (CIPAG), che al fine di sostenere e promuovere l’utilizzo della posta elettronica cer-tificata, hanno raggiunto con una società leader del mercato un accordo commerciale per assi-curare alla categoria dei geometri l’attivazione e l’utilizzo gratuito, di una casella di posta elet-tronica certificata (Pec) per i prossimi tre anni.Ti invitiamo pertanto, a seguire le istruzioni indicate per attivarla e utilizzarla immediatamente.Certi che apprezzerai la grande opportunità offerta da questa nostra iniziativa, Ti salutiamo conviva cordialità.

Fausto Savoldi Fausto AmadasiPresidente CNG Presidente CIPAG

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DALLA CASSA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 17

Geopec-la Pecper i geometriliberi professionistiCome si attiva?1. l’iscritto, dalla sezione

“Area riservata” del sitodella Cassa sceglie “Ser-vizi previdenziali on-line”e clicca sul pulsante “PostaElettronica Certificata”;

2. verranno visualizzate lecondizioni di utilizzo (chepotranno essere stam-pate);

3. il geometra, lette le condi-zioni di utilizzo, apponeun segno di spunta nel-l’apposito check-box diaccettazione e confermal’operazione di attiva-zione della Pec inserendoil proprio codice Pin (16caratteri);

4. il sistema informaticodella Cassa Geometri, at-traverso il gestore dellaPec provvede alla crea-zione della casella diposta elettronica certifi-cata comunicandone im-mediatamente all’iscritto,l’indirizzo e la relativa pas-sword (modificabile) perl’accesso.

Per maggiori informazionisull’argomento consultare ilsito www.cassageometri.it .

client di posta (Thunder-bird, Outlook, Outlook Ex-press, Eudora, …);

3. può utilizzare la web mail;4. non ha bisogno di instal-

lare alcun sotftware;5. per ogni spedizione il mit-

tente riceve (unica no-vità);– una ricevuta di accetta-

zione (certifica l’istantedi invio);

– una ricevuta di avvenutaconsegna (certifica l’i-stante di consegna a de-stinazione).

I vantaggi1. gratuità del servizio;2. economicità (traffico illi-

mitato, risparmio ditempo);

3. velocità di consegna(tempi di consegna azze-rati);

4. semplicità d’uso (è comeuna casella tradizionale,non è necessario alcunsoftware aggiutivo);

5. validità legale tra casellePec (le ricevute rappre-sentano una prova legale,non ripudio della mailconsegnata);

6. sicurezza (canali di tra-smissione sicuri, inaltera-bilità dei messaggi, iden-tificazione del titolare).

La Giunta Esecutivadella Cassa di Previdenza

Facendo seguito alla notizia della convocazionedel Comitato dei Delegati Cassa apparsa sulnumero scorso della rivista a pagina 28, specifi-chiamo che il nuovo Consiglio di Ammini-strazione della Cassa si è riunito il giorno 9 giu-gno 2009 e con delibera n. 137/2009 ha eletto ilPresidente, il Vicepresidente e i tre componentidella Giunta Esecutiva:

Presidente Fausto Amadasi (Parma)Vicepresidente Dilio Bianchi (Livorno)Componenti Antonio Aversa (Frosinone)

Diego Buono (Napoli)Renato Ferrari (Bergamo)

Il Consiglio di Amministrazionedella Cassa di Previdenza

Presidente Fausto Amadasi (Parma)Vicepresidente Dilio Bianchi (Livorno)Consiglieri Antonio Aversa (Frosinone)

Diego Buono (Napoli)Renato Ferrari (Bergamo)Carlo Cecchetelli (Pesaro U.)Francesco Di Leo (Cosenza)Carmelo Garofalo (Palermo)Leo Momi (Treviso)Mario Ravasi (Pavia)Ilario Tesio (Torino)

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DALLA CASSA

18 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Nuovi servizi per gli iscrittimessi a disposizionedalla Cassa di Previdenza

piú di due anni antecedentila data del 16 aprile 2007 eall’intero nucleo faliliare,purché convivente. È pre-vista anche la possibilità diaderire, individualmente ocon l’intero nucleo familiare,alla garanzia “B” - Ricovero,extraospedaliere e domici-liari -, che prende il nome di“Globale”.In questi casi il pagamentodel contributo è a totale ca-rico del professionista.Le estensioni e/o le adesionivolonrtarie potranno essereeffettuate nuovamente apartire dal 1 marzo 2009 finoal 15 giugno 2009.Per informazioni piú com-plete è possibile consultareil sito www.emaip.it oppurecontattare direttamente l’E-mapi al numero verde

848.881166 (attivo dal lunedíal venerdí dalle 9.30 alle12.30 e dalle 15.00 alle 16.30)o per la prenotazione dellestrutture convenzionate, leAssicurazioni Generali al nu-mero verde 800.545.800 (at-tivo dal lunedí al venerdídalle ore 8.00 alle 20.00 e ilsabato dalle 8.00 alle 13.00).

Accordoper la concessionedi prestiti ai giovani iscrittiPromuovere lo sviluppo del-l’attività professionale –presupposto determinanteper garantire la sostenibilitàdella previdenza di cate-goria – e favorire l’avvio allaprofessione in particolare abeneficio dei giovani asso-ciati, è l’obiettivo dell’ac-cordo che disciplina la con-

La Cassa ItalianaGeometri ha prov-veduto a rinnovare

gratuitamente per i propri i-scritti, per il periodo 16 a-prile 2009 - 15 aprile 2010, lagaranzia “A”- Grandi Inter-venti Chirurgici e Gravi E-venti Morbosi dell’Assi-stenza Sanitaria IntegrativaEmapi/Assicurazioni Gene-rali.Rammentiamo che è offertala possibilità di estendere lagaranzia “A” al proprio nu-cleo familiare, nonché dicompletare la propria ga-ranzia e quella del nucleo fa-miliare con la garanzia “B”.La convenzione prevede lapossibilità di estendere vo-lontariamente la coperturaassicurativa anche ai Pensio-nati della Cassa, tali da non

cessione di prestiti agevo-lati, stipulato tra la Cassa diPrevidenza Geometri(CIPAG) e la Banca Popolaredi Sondrio.Il tema è quello di garantirel’accesso al credito, al mo-mento sempre piú costoso,attraverso l’utilizzo di ri-sorse messe a disposizionedall’Ente finalizzate a facili-tare l’ottenimento dei finan-ziamenti necessari allo svol-gimento dell’attività profes-sionale.Le condizioni economiche,di particolare privilegio, ri-guardano geometri iscrittialla Cassa (CIPAG) da al-meno 2 anni e con età infe-riore o pari a 35 anni.Oggetto del finanziamento èl’acquisto di attrezzature,strumenti e/o arredi neces-sari allo svolgimento dell’at-tività professionale.L’importo finanziabile è pariall’80% delle spese docu-mentate per l’acquisto dibeni strumentali e funzio-nali all’esercizio della liberaprofessione al netto dell’Iva,con un minimo di 5.000,00euro e un massimo pari a25.000,00 euro.Durata: minimo 1 anno, mas-simo 5 anni.

Modalità di rimborsoIn rate trimestrali postici-pate comprensive di capi-tale e interessi, scadenti il 31gennaio, 30 aprile, 31 luglioe 31 ottobre di ciascun anno.Il tasso nominale annuo fissoè pari al 4,50%; le spese di i-struttoria sono di 30,00 europer erogazioni fino a15.000,00 euro; oltre 50,00euro. Le spese d’incassosono pari a euro 1,50 per cia-

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DALLA CASSA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 19

scuna rata.La commissione per l’estin-zione anticipata è dell’1%del capitale residuo.I prestiti saranno concessi aseguito dell’accertamentodei requisiti oggettivi e sog-gettivi, da parte della Cassa(CIPAG) e del successivo e-sito positivo della verificadel merito creditizio daparte della banca.L’erogazione farà seguito alperfezionamento del con-tratto e dell’autorizzazionepermanenete di addebitoRid da parte del richie-dente.

Cessione del quintodella pensioneLa Cassa (CIPAG), costante-mente impegnata a soddi-sfare le richieste dei propriassociati, in particolare deipensionandi e pensionati,ha reso possibile – attra-verso il riesame della con-venzione che disciplina laconcessione di finanzia-menti con rimborso me-diante cessione del quintodella pensione, già in esserecon la Banca Popolare diSondrio in collaborazionecon Confidi – l’ottenimentodi condizioni piú vantag-giose rispetto alle prece-denti. Nello specifico la mo-difica concerne la polizza as-sicurativa sulla vita obbliga-toria per legge, il cui costoincide in misura rilevantenel totale del prestito.Beneficiari: pensionati epensionandi (coloro i qualiabbiano già presentato do-manda di pensione) per ilsaldo di debiti pregressi o-stativi al riconoscimento deldiritto di pensione.

Il tasso nominale annuo fissoè pari al 4,90%. Nessunaspesa di istruttoria. Importomassimo erogabile euro50.000,00.Durata del prestito: minimo24 mesi - massimo 120 mesi.Polizza assicurativa obbliga-toria - costo variabile in fun-zione dell’età, dell’importoe della durata del prestito.Commissione: 3,50% sulmonte lordo per durate dinoa 60 mesi e 5% per durate da72 a 120 mesi.

Carta di credito“Carta Geometri” è la carta dicredito a canone annuo gra-tuito riservata agli iscrittiCassa Geometri (CIPAG).Caratteristiche: la carta è do-tata di tre linee di credito di-stinte (plafond):– Prima Linea (ordinaria):consente il pagamento degliacquisti presso gli esercizicommerciali e il prelievocontanti presso tutti gli ope-ratori convenzionati Visa inItalia e all’estero.– Seconda linea (Contributi):è finalizzata al versamentovia internet, sicuro e senzaspese, dei contributi previ-denziali alla Cassa (CIPAG).– Terza linea (Prestiti): per-mette di trasformare in con-tanti in parte o per intero,l’importo del plafond asse-gnato, con accredito dellasomma richiesta diretta-mente sul proprio conto cor-rente.

Ulteriori informazioniindirizzo e-mail:[email protected] internet:http://www.cassageometri.it

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

20 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Luciano Bassi Ricordando Pietro Raffaelli

catastali contenute nella Cir-colare 2/1987, della legge10/1989 per il superamentodelle barriere architetto-

niche e di quella relativa allaprervenzione incendi (n.812/1984). Per quest’ultimacollaborò fattivamente con il

Pietro Raffaelli èstato il primo presi-dente del Consi-

glio Nazionale Geometri e-letto direttamente dal Col-legi italiani, dopo le primenomine gestite “politica-mente”: il suo predecessoreinfatti fu l’on. geom. Chiara-mello. Progettò e realizzò la strut-tura portante della nostracategoria professionale gui-dandola con prestigio perquattro mandati. Ne perfe-zionò l’organizzazione cen-trale e periferica inserendo igeometri nel contestosocio-economico italiano e,con visione anticipatrice,nel mondo professionaleeuropeo e mondiale. Fu unillustre e lungimirante cono-scitore della professionedel geometra e dell’uni-verso delle libere profes-sioni.Amante e studioso dell’e-stimo, del catasto, della to-pografia, riteneva questisettori integranti e integra-tivi della scienza e dell’atti-vità professionale del geo-metra nell’urbanistica e nel-l’edilizia; Fu promotore esostenitore della Federa-zione Internazionale deiGeomtri e della Sociatà Ita-liana di Fotogrammetria eTopografia.Volle essere l’antesignanodi una professione modernae anticipò quei contatti conle forze politiche che si rive-larono essenziali nell’am-modernamento del catastoterreni e di quello urbano econtribuì alla gestione mo-derna e innovativa dellenorme edilizie nel condonodel 1985, delle innovazioni

È mancato nell’aprile scorso Pietro Raffaelli, ex Presidente del Consi-

glio Nazionale geometri. Aveva ricoperto la prestigiosa carica ininter-

rottamente per quattro mandati dal luglio 1974 al dicembre 1987.Suc-

cessivamente ha fatto parte del Consiglio Nazionale dal 1987 al ’91;

dal dicembre 1997 allo stesso mese del 2000 fu coordinatore del

“Centro Studi del CNG”.

Sin dalla sua prima nomina a Presidente sviluppò i rapporti interna-

zionali del Consiglio Nazionale Geometri, creando occasioni d’incontro

sui catasti europei, in special modo nel corso del XXXVII Congresso Na-

zionale di categoria tenutosi a Taormina nel 1976.

Per il suo impegno nella Federazione Internazionale dei Geometri fu

designato nel 1986 alla Vicepresidenza della I Commissione FIG “Pra-

tica professionale”, della quale divenne Presidente nel 1990.

Instaurò inoltre stretti rapporti con il “Comité de Liason des géomètres

européens” e con il “TEGOVOFA”, il gruppo europeo dei valutatori dei

“fixed assets”.

ministero degli Interni perl’elenco dei tecnici abilitati,fino a costruirne il codice al-fanumerico.Raffaelli per realizzare tuttociò aveva costituito uno stafftecnico-amministrativo dicollaboratori validi, affida-bili, fedeli. Ricordo fra tutti ilgeom. Ginfilippo Novelli,uno tra i suoi pupilli, moltostimato da tutto il gruppo dilavoro di cui anch’io facevoparte.Raffaelli, prevedendo il fu-turo della categoria, “volle”la legge n. 75 del marzo1985, che istituiva il prati-cantato e gli esami di abili-tazione per l’iscrizione al-l’Albo professionale. Riela-borò, a livello europeo, il fa-moso “Rapporto Allan” suicorsi di studio per geometrie sulle corrispondenti di-versificate attività profes-

Comunicazione sugli ITS alla Regione Lombardiadell’Assessore provinciale Giampaolo Mantelli

«Questa Amministrazione con Deliberazione di Consiglio n. 23 del 14/07/2008 ha approvato il Piano

provinciale dell’offerta educativa di istruzione e formazione che dedica particolare attenzione alla crea-

zione di un segmento di istruzione e formazione tecnica superiore a carattere non universitario, stret-

tamente connesso con i settori del mondo economico locale che sviluppano l’eccellenza nella ricerca,

nella produzione e nei servizi a livello di mercato globale e che sappia rispondere alle reali esigenze

formative delle nuove figure professionali. Nel prendere atto che il Collegio geometri della provincia di

Brescia intende presentare alla Regione Lombardia istanza per l’inserimento nella programmazione

triennale, di cui all’art; 11 del Dpcm 25/01/2008, per la costituzione di Istituti Tecnici Superiori per la

formazione di “Tecnico superiore dell’edilizia e del territorio” e di “Tecnico superiore della valutazione

ambientale del contenimento energetico”, si esprime parere favorevole e pieno sostegno all’inserimento

dei nuovi percorsi nella programmazione dell’offerta formativa regionale in quanto trattasi di inter-

venti coerenti con il piano provinciale approvato.»

Cordiali saluti

Giampaolo Mantelli, Assessore

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 23

per il suo carisma e per la suacapacità di prevenire e pre-vedere gli eventi.L’essere stato prima suo vicee poi suo successore allapresidenza del CNG è perme motivo di orgoglio: desi-dero per questo ricordarlo atutti i geometri italiani. Ho a-vuto l’opportunità di cono-scerlo in occasione del Con-gresso Nazionale di cate-goria a Taormina nel 1976 eho lavorato al suo fianco dal1982 quale componente delsuo Consiglio Nazionale, a-vendo modo di approfon-dire i rapporti personali eprofessionali, sempre tesi avalorizzare i geometri perconsolidarne la polivalenza.Sin da allora per suo tramitecapii l’indispensabilitàdella libera professione delgeometra (nel settore pub-blico quanto nel privato)

quale giunto cardanico ditrasmissione e portatrice diistanze della società civile.

Per merito suo miconvinsi già alloradell’esattezza del

motto «se il geometra non cifosse, bisognerebbe inven-tarlo», recepito poi dal dott.Peppino Niutta, Direttoregenerale delle libere pro-fessioni e dall’On. GiulianoVassalli, allora ministro diGrazia e Giustizia. Entrambici aiutarono ad accantonare irisultati della CommissionePerticone che, per iniziativadei laureati, aveva ingiusta-mente penalizzato la nostracategoria. Il geometra hasempre “dato fastidio” per lasua indiscussa capacità pro-fessionale di operare sul ter-ritorio al fine di conservarlo,potenziarlo, studiarlo, cen-

sionali svolte nelle nazionieuropee in anticipo sullastessa Comunità Europea.Merita anche ricordare chedal 1985 (emanazione dellalegge sul Condono edilizion. 47 del febbraio 1985),come presidente del CNG,gestí le procedure edilizie-catastali-amministrativeanche per i Consigli Nazio-nali delle altre professionitecniche, ricercando l’u-nione di intenti con i suoi in-terlocutori per ottenerne lacollaborazione partecipatanel rispetto dei singoli e ri-spettivi ruoli.

P ietro Raffaelli, uni-ficando gli sforzidei consiglieri na-

zionali dei dottori agronomie forestali, dei periti agrari edei geometri, fu tra i promo-tori del Comitato interpro-fessionale dei periti gran-dine per le attività estima-tive. Si impegnò nell’estimo,nella gestione del territorioe del catasto per favorirequella capacità coagulanteche ha consentito ai geo-metri di essere sempre stati“primi attori” professionalidella polivalenza.Per merito suo, con il patro-cinio della Confedilizia,nacque l’idea del “librettodel fabbricato” e, con il via-tico degli ingegneri Maraffi eCannafoglia, quella della“relazione tecnico-cata-stale-edilizia” per gli atti ditrasferimento. Queste ul-time proposte non otten-nero da parte della categorial’attenzione che meritavano.Numerosi sono i contributidi idee forniti alla categoriache consentono di ricordarlo

sirlo e stimarlo.Personalmente sono ricono-scente a Pietro Raffaellidegli insegnamenti ricevutie per avermi gratificato dellasua stima e amicizia, che mihanno dato la possibilità didiventarne l’erede alla Pre-sidenza del CNG, ma soprat-tutto per avermi aiutato adinnamorarmi della nostraprofessione.Lo ricordo ai geometri ita-liani, in particolare ai gio-vani, affinché Raffaelli ri-manga per tutti un punto diriferimento, un “punto trigo-nometrico” inamovibiledella nostra categoria.

Censimento nazionaledei geometri liberi professionisti

Il Consiglio Nazionale geometri e geometri laureati ha predisposto il database nazionale che consen-

tirà sia al Consiglio Nazionale stesso, sia ai singoli Collegi di estrarre informazioni e statistiche utili

per migliorare ma tutela della nostra attività.

A tale scopo ha predisposto un censimento nazionale di tutti gli iscritti, che consentirà, oltre ad ag-

giornare i dati dei singoli Collegi, di conoscere le specializzazioni di legge, il numero dei laureati, i campi

di attività e di capire quanti si dedicano ai nuovi ambiti professionali.

Al Collegio di Brescia sono state restituite dai singoli professionisti piú di 2000 schede, altre ne giun-

geranno. Ringraziamo i colleghi che con questo impegno hanno testimoniato il loro attaccamento al

Collegio; invitiamo chi ancora non avesse provveduto a compilare la scheda del censimento ad in-

viarla via fax al n. 030.306867; i dati saranno inseriti nell’Albo unico nazionale che verrà pubblicato

on-line appena conclusa l’operazione da parte di tutti i Collegi italiani.

In questo modo ogni iscritto potrà consultarlo e reperire le informazioni necessarie da ogni parte d’I-

talia.

Nel prossimo numero della rivista pubblicheremo i dati, tracciando l’identikit del geometra bresciano.

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LEGISLAZIONE

24 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Battista Bosetti Piscine pertinenziali:quale onerosità

da un volume che superi il20% dell’edificio principaleoppure così qualificata e-spressamente dallo stru-mento urbanistico. (3)Se la piscina è una perti-nenza, non occorre alcunaaltra argomentazione perstabilire che essa è gratuita.Infatti, in quanto pertinenza,è sottratta in origine ed in ra-dice a qualunque onerosità;è principio generale e uni-versalmente riconosciuto,non revocabile in dubbioalla luce dell’articolo 16,comma 1, del Dpr n. 380 del2001, così come dell’articolo43, comma 1, della legge re-gionale Lombardia n. 12 del2005, che l’onerosità ri-guarda solo gli interventisoggetti a permesso di co-struire obbligatorio (normastatale) o di nuova costru-zione, ampliamento e ri-strutturazione (norma regio-nale).La ricostruzione storica del-l’istituto si può far risalire al-l’articolo 7, comma 2, letteraa), del decreto-legge 23 gen-naio 1982, n. 9 (convertito inlegge 25 marzo 1982, n. 94)che assoggettava ad autoriz-zazione gratuita le «operecostituenti pertinenze … alservizio di edifici già esi-stenti»; (4) il principio affer-mato da tale norma, succes-sivamente abrogata, è so-pravvissuto e vive nell’ordi-namento giuridico vigentecome descritto in prece-denza.Ne consegue l’inequivoca-bile conclusione della gra-tuità della piscina pertinen-ziale, e il discorso può es-sere tranquillamente chiusoa questo punto.

2. La piscinaquale caratteristica“incrementativa”degli edifici residenziali Per mera speculazione ecompletezza si spendonoalcune note sul rapporto trala piscina pertinenziale e lasua incidenza (o non inci-denza) sul calcolo del contri-buto commisurato al costodi costruzione.

2.1 La parziale inapplicabilitàdel d.m. 10 maggio 1977Da alcune parti si solleva laquestione dell’onerositàsulla base del d.m. 10maggio 1977, n. 801, laddoveall’articolo 7, comma 1, nu-mero 6), si prevede l’incre-mento del 10% del costo dicostruzione (sul quale calco-lare il contributo) in pre-senza di «piscina coperta oscoperta quando sia a ser-vizio di uno o più edificicomprendenti meno di 15 u-nità immobiliari».Nemmeno tale norma, tut-tavia, è idonea a far rientrarenell’ordinamento (ammessoche ci fosse mai stata) l’one-rosità delle piscine perti-nenziali. La norma del 1977 infattideve essere applicata soloin quanto vigente e compa-tibile con lo jus superveniens. Sitratta di un provvedimentoamministrativo (e quindinon di norma di legge) ema-nato in attuazione dell’arti-colo 6 della legge n. 10 del1977 che affidava al mini-stero dei lavori pubblici ladeterminazione del costo, icriteri di maggiorazione e dicalcolo del contributo. Ilterzo comma del predettoarticolo 6 è stato novellato

Riemerge periodi-camente la proble-matica sulla onero-

sità o meno delle piscineprivate annesse ad edificiresidenziali. (1) In partico-lare compare il dubbio, tragli uffici istruttori in materiaedilizia, circa l’onerosità omeno degli interventi di rea-lizzazione delle predette pi-scine private.

1. La piscina privatacome pertinenzaIn primo luogo si deve sgom-brare il campo da una primaquestione: le piscine privateannesse ad edifici residen-ziali esistenti costituiscono“pertinenze” a tutti gli ef-fetti. Sul punto non può es-serci dubbio alcuno, sia perragioni obiettive sia per unagiurisprudenza univoca ecostante. (2)Basti citare Tar Lombardia,

Brescia, 6 maggio 2008, n.482: «Ritiene anzitutto il Col-legio che la piscina in esamesi debba inquadrare nel-l’alveo delle pertinenze»; ilConsiglio di Stato, sezioneIV, 8 agosto 2006, n. 4780: «…una piscina, collocata in unaproprietà privata e posta alservizio esclusivo dellastessa, non ha una sua auto-nomia immobiliare … [ e ilfatto che costituisca perti-nenza - n.d.r.] … è vicendaeffettivamente abbastanzaevidente»; (idem Tar Ve-neto, sez. II, n. 3489 del2007); infine la Corte di Cas-sazione, sezione III penale,n. 46758 del 2004, che con-ferma la natura pertinen-ziale anche quando l’operasia considerata “nuova co-struzione” poiché costituita

dal decreto-legge 23 gen-naio 1982, n. 9 (convertito inlegge 25 marzo 1982, n. 94)che ha affidato alle Regioni ilcompito di stabilire le solealiquote di applicazione(dal 5% al 20%); mentre iprimi quattro commi sonostati riscritti dall'articolo 7della legge 24 dicembre1993, n. 537 che ha spostatodal ministero alle Regionianche tutte le altre compe-tenze sul punto.La Regione Lombardia,dopo aver determinato le a-liquote in sede di prima ap-plicazione con D.C.R. 28 lu-glio 1977, n. II/556, è interve-nuta sulla materia solo conD.G.R. 31 maggio 1994, n.5/53844 introducendo ilcosto (in base alle nuovecompetenze) e revisio-nando le aliquote (in basealle competenze previgenti)ma non intervenendo sui cri-teri di determinazione delleclassi e delle caratteristiche,in relazione ai quali si è limi-tata ad rinvio (nemmenotroppo convincente) all’arti-colo 8 del d.m. 10 maggio1977, n. 801. In buona sostanza la Re-gione non ha utilizzato leproprie competenze in ma-teria di determinazionedelle maggiorazioni e dellaripartizione in classi, fa-cendo rimanere in vita ild.m. 10 maggio 1977, n. 801,mediante il rinvio effettuatocon la predetta delibera.Tutte le predette norme dilegge sono state poi abro-gate e il relativo contenuto èstato riproposto nell’arti-colo 16, comma 9, del Dpr n.380 del 2001 (norma disap-plicata in Regione Lom-

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 25

lunque tipo di contribu-zione per la realizzazione diuna piscina privata, ovverodell’assenza dell’an debeatur.

2.2 La parziale inapplicabilitàdel d.m. 10 maggio 1977in relazioneall’intervento specificoIl decreto ministeriale è inti-tolato "Determinazione delcosto di costruzione di nuoviedifici", per cui la sua appli-

cazione è limitata ai “nuoviedifici”; in tal senso peraltrole norme di delega (già ci-tate al Capo 2.1), che alcomma riservato agli inter-venti relativi ad edifici esi-stenti recitano: «il costo dicostruzione è determinato

in relazione al costo degli in-terventi stessi così come in-dividuati dal comune inbase ai progetti presentati»,prescindendo totalmentedalle caratteristiche e dagliincrementi; in buona so-stanza per gli interventi rela-tivi ad edifici esistenti la ta-bella approvata con il d.m.10 maggio 1977 non trova al-cuna applicazione (e questosin dall’origine), mentre il

contributo è rapportato e-sclusivamente alla classe diabitanti del Comune (mi-nore o maggiore di 50.000).Per motivi imperscrutabili,tuttavia, la tabella allegata aldecreto è utilizzata ancheper gli interventi relativi ad

bardia nella quale vige l’arti-colo 48 della legge regionalen. 12 del 2005, di contenutosostanzialmente identico). In base agli elementariprincìpi del rapporto gerar-chico tra norme di rango di-verso e della successionenel tempo delle norme (arti-coli 4 e 15 delle preleggi), ildecreto del 1977 non puòche soccombere laddovenon più compatibile con ildiritto sopravvenuto. Tantoè vero che non sono più ap-plicabili, ad esempio:a) l’articolo 2, comma 2, let-

tera b), in combinato conl’articolo 6, dopo l’articolo69 della legge regionaleLombardia n. 12 del 2006che sottrae al calcolo leautorimesse;

b) la maggiorazione di cui al-l’articolo 7, comma 1, let-tera a), quando l’ascen-sore è installato a favoredi soggetti diversamenteabili;

c) l’agevolazione di cui all’ar-ticolo 10 (in materia di e-dilizia antisismica) daquando il costo base è de-terminato dalle Regioni;

tutto questo semplice-mente perché le citate di-sposizioni del d.m. 5 maggio1977 sono state implicita-mente abrogate dalle normedi legge sopravvenute.Per farla breve sul punto,siamo in presenza di duecondizioni incontrovertibili:1) la piscina privata è una

pertinenza;2) le pertinenze non sono

soggette a titolo abilita-tivo oneroso;

con l’ovvia conclusione, an-cora una volta, dell’arbitra-rietà della richiesta di qua-

edifici esistenti per l’indivi-duazione degli incrementi(non ai fini della maggiora-zione del costo di costru-zione ma ai solo fini delladeterminazione della classee quindi delle aliquote). In-fatti in nessun caso la nor-mativa (né l’articolo 16,comma 10, del Dpr n. 380 del2001, né l’articolo 48, comma6, della legge regionale n. 12del 2005) fa qualche cenno

ad incrementi o classi diffe-renziate per interventi rela-tivi ad edifici esistenti.In disparte la probabile i-napplicabilità del decretoalla realizzazione di perti-nenze ad edifici residenzialiesistenti, la costruzione di

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LEGISLAZIONE

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euro 200.000;aliquota per la classe VIII:8 %, contributo corri-sposto nel 2005: 200.000 x8% = euro 16.000;

b) ampliamento nel 2009 perSc di 50 mq; costo di co-struzione (dell’amplia-mento) euro 60.000;classe dell’edificio am-pliato: IX; Sc complessiva250 mq; aliquota per laclasse IX: 18%;

c) calcolo del contributocommisurato al costo dicostruzione da corrispon-dere nel 2009:c.1) applicazione corretta:

euro 60.000 x 18% = euro10.800;

c.2) applicazione distorta:euro (200.000 + 60.000)x 18% - euro 16.000 =euro 30.800.

È di tutta evidenza che l’ap-plicazione come al puntoc.2) costituisce una applica-zione retroattiva della con-tribuzione, non tollerata dal-l’ordinamento giuridico. Inaltri termini l’edificio preesi-stente può, a tutto preten-dere, ritornare in gioco per ladeterminazione della classe(e dell’aliquota applica-bile), ma non può certo es-sere colpito nuovamentedal contributo.Se questa è la conclusione, enon si vede come possa es-sere diversa, si provi a ripe-tere l’esempio sopra ripor-tato sostituendo all’amplia-mento la piscina pertinen-ziale. Si vedrà facilmenteche manca l’oggetto passivodella contribuzione (ovveromanca la superficie, utile a-bitabile o non residenzialeche si voglia), dal momentoche non può essere “tas-

sato” l’edificio preesistente.Diversamente opinando,qualora la piscina pertinen-ziale fosse idonea ad inci-dere sulla contribuzionedell’edificio preesistente,anche in caso di amplia-mento andrebbe rimesso ingioco interamente la preesi-stenza con un “conguaglio”del contributo; conclusionealla quale non si può giun-gere nemmeno con le argo-mentazioni più temerarie.

2.3 L’incidenza“incrementativa”della piscinain caso di varianteDiverso il caso in cui l’inter-vento sull’edificio (amplia-mento o realizzazione dellapiscina) sia coevo alla realiz-zazione dell’edificio stesso.Vale a dire che la metodo-logia di calcolo che nel casodi cui al precedente capitolo2.2 è senza dubbio distorta,diventa corretta quando lapiscina pertinenziale (ol’ampliamento, ripren-dendo l’esempio già fatto) èoggetto di richiesta, ancheautonoma, rispetto ad un e-dificio ancora in corso di rea-lizzazione e il cui titolo abili-tativo sia ancora efficace. In tal caso, infatti, si può so-stenere agevolmente chesiamo in presenza di una“variante” la quale, appuntoperché tale, sconta la contri-buzione non limitatamenteai nuovi manufatti introdotti,bensì sulla base di un rical-colo complessivo del quan-tum che coinvolge in tutto eper tutto anche i manufatti incorso di realizzazione (sem-pre ovviamente con la detra-zione di quanto già corri-

una piscina pertinenzialenon può in ogni caso coin-volgere nel calcolo le carat-teristiche dell’edificio; in-fatti se l’intervento ha peroggetto la piscina, qualora ilcalcolo coinvolga l’edificioesistente si avrebbe un’ap-plicazione retroattiva dell’o-nerosità (cioè si appliche-rebbe un onere ad un edi-ficio legittimamente autoriz-zato, costruito, ultimato eper il quale è stato corri-sposto il dovuto contributo);in altri termini si andrebbe amodificare una situazionegiuridica consolidata.Quello che si vuol dire cheanche se fossimo in pre-senza dell’an debeatur, sa-remmo in assenza delquantum, con il medesimo ri-sultato pratico.Del resto, a ben vedere,quando viene realizzato unampliamento ad un’abita-zione esistente, e tale am-pliamento comporti un“passaggio” dell’edificio aduna classe superiore conl’applicazione di una mag-giore aliquota, il contributodovuto nella misura deter-minata con la nuova aliquotacolpisce solo l’amplia-mento; non può certamenteessere ricalcolato il contri-buto e chiesto una sorta di“conguaglio” in relazione al-l’edificio regolarmentepreesistente. Un esempio(per Comune con meno di50.000 abitanti) chiarirà me-glio la questione:a) Edificio residenziale esi-

stente, autorizzato nel2005 e ultimato nel 2008;autorizzato e realizzato inclasse VIII, con Sc di 200mq, costo di costruzione

sposto in occasione del rila-scio del titolo abilitativoprecedente).

3. ConclusioniSi può pertanto agevol-mente concludere, alla lucedelle considerazioni cheprecedono, che una piscinaprivata annessa ad un edi-ficio residenziale, del qualecostituisce senz’altro perti-nenza:a) è intrinsecamente gra-

tuita, per assenza radicaledel presupposto legaledell’onerosità, qualoraconnessa ad un edificio e-sistente;

b) può determinare il rical-colo del contributo relati-vamente all’edificio alquale è connessa, qualoral’edificio non sia ultimato(quindi non sia giuridica-mente esistente) e il titoloabilitativo sia ancora effi-cace, dal momento che intal caso l’intervento siconfigura come variante.

Note1 Ovviamente la questione non riguardale diverse tipologie di piscine: quelle pri-vate ma avente carattere commerciale(nel senso dell’accesso a pagamentonell’ambito di una attività economica) néquelle private ad uso pubblico conven-zionate con la pubblica amministra-zione.2 Una giurisprudenza parzialmente piùcontroversa è limitata alla compatibilitào meno delle piscine pertinenziali ad unanormativa urbanistica locale più o menovincolistica, ma mai al loro carattere per-tinenziale.3 Del resto l’articolo 3, comma 1, letterae), punto e.6), del d.P.R. n. 380 del 2001e l’articolo 27, comma 1, lettera e), nu-mero 6), della legge regionale Lom-bardia n. 12 del 2005, mantengono a talimanufatti, seppure di nuova costru-zione, la definizione di “pertinenza”.4 T.A.R. Toscana, sezione II, 31 gennaio2000, n. 22, proprio con riferimento aduna piscina privata.

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LEGISLAZIONE

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Giuseppe Zipponi La Regione legifereràsul Piano casa

I l 1° aprile scorso èstata sottoscrittaun’intesa tra Go-

verno, Regioni ed Enti Localiper l’attuazione di misurevolte al rilancio edilizio,quale leva rilevante nella at-tuale situazione di gravecrisi economica. L’intesa haprevisto, in particolare– l’adozione – entro 10 giorni

– da parte del Governo diun Decreto legge finaliz-zato alla semplificazionedelle norme edilizie, d’in-tesa con le Regioni;

– l’approvazione – entro 90giorni – da parte delle Re-gioni di apposite leggivolte a consentire inter-venti edilizi di amplia-mento di piccoli edifici o la

sostituzione di edifici resi-denziali obsoleti, conbonus volumetrici.

In pendenza del Decretolegge, ancora oggetto di con-fronto tra Governo e Re-gioni, si è proceduto all’ela-borazione della proposte diprogetto di legge regionale.

Il progetto di leggeregionale per il rilancioedilizioIl progetto di legge acqui-sisce le aree di interventopreviste dall’Intesa e le in-tegra con alcune disposi-zioni specificamente oppor-tune per il contesto lom-bardo, in linea con l’obiet-tivo primario di massimo u-tilizzo del patrimonio edi-

Con questo articolo ilCollegio geometridella provincia diBrescia Viaggiorna sullaevoluzione normativainerente il cosiddetto“piano casa”. Insostanza si tratta diuna proposta dilegge regionale i cuicontenutiessenziali sonospiegati nelloschema qui a fianco.Nel prossimo numeroprobabilmente laproposta saràdiventata Legge e viforniremo i necessariapprofondimenti.

lizio ed urbanistico esi-stente evitando l’utilizzo dinuovo territorio.Il progetto di legge presentai seguenti contenuti essen-ziali:– promozione del recupero

e del riutilizzo degli spaziedilizi attualmente inuti-lizzati, sottoutilizzati e de-gradati a fini residenziali edi servizi e attività compa-tibili con la residenza;

– possibilità di amplia-mento del 20% degli edi-fici residenziali esistenti,monobifamiliari o di volu-metria inferiore a 1.000 mc,ubicati al di fuori dellearee storiche o di anticoinsediamento;

– possibilità di demolizione

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 29

territorio in cui non appli-care le disposizioni dilegge, entro il prossimo 15settembre.

Il progetto di legge prevedepoi cautele generali, in ra-gione della sicurezza del ter-ritorio e dei cittadini e dellequalità degli insediamenti edell’ambiente, in ordine a:– il rispetto delle condizioni

di inedificabilità di areesottoposte a specifici vin-coli ambientali, idrogeolo-gici, paesaggistici e monu-mentali;

– l’applicazione della disci-plina del codice civile edelle normative in materiadi sicurezza, igiene, pae-saggio e beni culturali;

– l’inapplicabilità delle di-sposizioni della legge re-lativamente ad edifici a-busivi;

– la possibilità, da parte deiComuni, di fornire indica-zioni sulle modalità co-struttive, in rapporto ai ca-ratteri dell’ambiente ur-

bano, entro i 30 giorni pre-visti per la dichiarazionedi inizio attività.

È confermata l’applicazionedelle procedure ammini-strative legate alla dichiara-zione di inizio attività, giàconsolidate in Lombardiacon buoni risultati.Pur con le significative cau-tele e restrizioni sopra ripor-

e ricostruzione di edifici e-sistenti (residenziali e pro-duttivi) con un incrementosino al 35% del volume, u-bicati al di fuori delle areestoriche o di antico inse-diamento e con elevateprestazioni energetiche eambientali;

– riqualificazione di quar-tieri di edilizia pubblica,con la possibilità di realiz-zare nuovi edifici av-viando azioni di recuperoenergetico ed ambientale.

Criteri generali dii m p o s t a z i o n edella legge, oltre al

diretto raccordo con quantoprevisto nell’Intesa sono:– l’applicazione della legge

per un periodo di 18 mesi;– la possibilità di deroga alle

previsioni dei piani urba-nistici comunali, negli a-spetti quantitativi ma nelrispetto delle destina-zioni d’uso stabilite daipiani stessi;

– l’esclusione delle aree sto-riche o di rilievo naturali-stico-ambientale dalle di-sposizioni di legge, salvointerventi autorizzati dallaRegione per la sostitu-zione di edifici incompati-bili con tali contesti;

– la previsione, per gli inter-venti ammessi, di qualifi-cati requisiti di risparmioenergetico;

– la possibilità di interventoanche per edifici indu-striali (previa individua-zione da parte dei Co-muni) o edifici rurali, conle opportune cautele;

– la facoltà per i Comuni diindividuare motivata-mente parti del proprio

tate è stato stimato un consi-stente impatto economicodel provvedimento legisla-tivo, quantificabile com-plessivamente nell’ordinedi circa 5,8-6,5 miliardi dieuro.È stato pure preventivato unpositivo esito sotto il profiloenergetico, con un risparmioannuo complessivo di circa

44 milioni di euro.Significativo anche l’indottooccupazionale, che potrà es-sere dell’ordine di circa30.000 addetti per i due annidi applicazione della legge.L’emabazione dell’attesodecreto legge potrà deter-minare esigenze di adegua-mento della L.R. 12/2005, dadefinire nel prosieguo del-l’iter consiliare (classifica-zione interventi edilizi; pro-cedimenti paesaggistici, …)di approvazione della leggeregionale.

Prorogato il regime transitorioper le autorizzazioni paesaggistiche

Con Decreto Legge n. 79 del 1 luglio 2009 (art. 23 comma 6) è stato

nuovamente prorogato il regime transitorio per le autorizzazioni

paesaggistiche previsto dall’art. 159 del D.L.vo 42/2004.In sostanza – fino al 31 dicembre 2009 – le autorizzazioni nelle zonedi vincolo paesaggistico continueranno a essere rilasciate dagli Entidelegati dalla Regione (Comuni o Enti Parco) per poi essere inviatealla Soprintendenza. Ricordiamo che dopo la scadenza del regime transitorio il rilasciodelle autorizzazioni sarà subordinato al preventivo parere della So-printendenza.

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LEGALE

30 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Avv. Francesco Cuzzetti Edilizia e urbanistica

21 aprile 2009 n. 8433).L’approvazione del pianoregolatore del piano di svi-luppo delle aree industriali,comporta che le opere com-prese nel piano sono consi-derate di pubblica utilità,urgenti e indifferibili (Consi-glio di Stato - Sez. IV, 05marzo 2008 n.930).

L’art. 3 c. 2° - L. 167/1962 chestabilisce che le aree dacomprendere nei piani dizona, sono di norma sceltenelle zone destinate all’edi-lizia residenziale di cui al Prgcon preferenza di quelle diespansione, non escludeche il Comune adotti unpiano di zona in variante delPrg, purché la scelta sia det-tata da adeguate motiva-zioni sia sull’idoneità dellearee destinate a zone resi-denziali, sia sulle ragionidella scelta concretamenteoperata (Consiglio di Stato -sez. IV 22 gennaio 2007 n.145). Il piano per insediamenti

produttivi, essendo unostrumento urbanistico su-scettibile di esecuzione indieci anni, non giustifica ladimidiazione dei terminiprocessuali per la sua impu-gnazione, che la legge in-vece prevede per risolvereprontamente controversieriguardanti opere pubbliche

o di pubblica utilità (Consi-glio di Stato 07 novembre2005 n. 6183).

I l rifiuto implicito a ri-lasciare il permessodi costruzione è di per

sé sempre illegittimo,specie se connesso a situa-zioni di diritto degradatocome nel caso di permessoove il proprietario fa valereun diritto soggettivo condi-zionato in attesa di espan-sione, non potendo essereeluso un preciso dovere im-posto dalla legge. Il silenziorifiuto che si forma in talcaso, è impugnabile col pro-cedimento dell’ art. 21 bis

Ho scorso alcunemensilità di mas-simari giurispru-

denziali del Consiglio diStato sotto la voce “Ediliziae Urbanistica”, e ho sceltoquelle massime che mi èparso possano essere più in-teressanti per i lettori delnotiziario.L’immediata impugnativadei Prg e delle prescrizioniurbanistiche s’impone in ri-ferimento alle prescrizioniche in via immediata, di-spongono la potenzialità e-dificatoria della porzione diterritorio interessata (normedi cosiddetta zonizzazione,destinazione di aree a sod-disfare gli standard urbani-stici, localizzazione di operepubbliche e di interesse col-lettivo), e ciò proprio per illoro effetto vincolante, cheimpone agli interessati dicontestarne il contenuto conl’impugnativa immediatanel termine di decadenza ea partire dalla data di pub-blicazione dello strumentopianificatorio. (Consiglio diStato - sez. IV, 06 aprile 2007n.1567).Le norme tecniche di attua-zione del Prg hanno conte-nuto generale e carattereprogrammatico e normativoe, in quanto tali, non sonoimmediatamente lesive peri soggetti interessati per cui,la loro impugnazione, puòavvenire solo con il provve-dimento che ne costituiscel’oggettiva applicazione,con termine che decorre nondalla data di pubblicazionedella norma di piano, madalla piena conoscenza delprovvedimento esecutivo(Consiglio di Stato – Sez. IV,

della legge 1034/1971, di-retto ad ottenere la declara-toria dell’obbligo di provve-dere da parte dell’ammini-strazione (Consiglio di StatoII bis - 25 ottobre 2007 n.10520).Il mancato pagamento deglioneri concessori, comportala sanzione; resta irrilevanteun eventuale adempimentotardivo dell’obbligazioneanche se l’accreditamento èfatto con valuta retroattiva.La sanzione pecuniaria pre-vale anche nel caso in cui siastata rilasciata al Comuneuna fideiussione “a prima ri-chiesta” della quale il Co-mune non si sia avvalso, es-sendo esso tenuto solo adattivare la solidale respon-sabilità del fideiussore manon ad escutere il coobbli-gato piuttosto che attendereil pagamento, salvo l’esi-stenza di apposita clausolain tal senso (Consiglio diStato 13 marzo 2008 n. 1084).Le controversie sulla de-benza o meno del contri-buto per il rilascio di unaconcessione edilizia e sulsuo ammontare, devolutealla giurisdizione esclusivadel giudice amministrativo,dall’art 16 della legge1977/n.10 riguardano dirittisoggettivi, non sottostannoal termine decadenziale maa quello prescrizionale, enon ha rilievo l’autonomaimpugnabilità degli atti de-terminativi del contributo,diversi ed autonomi rispettoal procedimento di rilasciodella concessione edilizia(Consiglio di Stato - sez. VI09 settembre 2008 n.4296).

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

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Giuseppe Bertussi Le imbracature di sicurezza

ture di sicurezza e dei rischiconnessi al loro utilizzo.Per prima cosa va detto che,essendo le imbracature di-spositivi di protezione indi-viduale compresi nella “IIIcategoria” (secondo le defi-nizioni dell’art. 4 del Dlgs475/92), il datore di lavoroha, oltre all’obbligo di som-ministrare ai lavoratoril’informazione e la forma-zione sui rischi dai quali ilDpi li protegge, l’obbligo diprovvedere all’addestra-mento, che consiste nellenozioni utili per il corretto u-tilizzo dell’attrezzatura e,soprattutto, nelle informa-zioni sui rischi indotti dalsuo utilizzo.Una prima importante valu-tazione, conseguente all’uti-lizzo delle imbracature, con-cerne il cosiddetto “effettopendolo”. L’operatore preci-pitato nel vuoto, nel caso incui il sistema ancoraggio-cordino-imbracatura non siaperfettamente allineato eperpendicolare al punto dicaduta, rischia di “pendo-lare” con conseguente pos-

sibile impattocon elementisporgenti del-l’edificio, comeper esempiobalconi, aggetti,spigoli ecc.L’effetto pen-dolo, è un ri-schio presenteanche per queilavori di manu-tenzione da e-seguire sulle co-perture degli e-difici, nel caso incui l’operatore,ancorato aiganci di sicu-rezza, scivoli ecada nel vuoto.

I l rischiodetermi-nato dal-

l’effetto pen-dolo può essereeliminato o limitato se-guendo specifiche proce-dure che, all’atto pratico, ri-sultano semplici e molto ef-ficaci : 1- Ultimare sempre il campo

del ponteggio in costru-zione, posizionando telai,correnti, e diagonali,prima di iniziare il succes-sivo. In questo modo il te-laio costituirà un “punto dideviazione”. In caso di ca-duta, la lunghezza del cor-dino di trattenuta risul-terà ridotta dal “punto dideviazione” con conse-guente limitazione anchedell’effetto pendolo;

2- Utilizzare un duplice si-stema di sicurezza costi-tuito da un cordino“doppio” o da due dispo-sitivi retrattili. Tale si-

L’attività di mon-taggio, trasforma-zione e smontag-

gio dei ponteggi, richiedenecessariamente l’utilizzodi un complesso di disposi-tivi di protezione indivi-duale che, una volta assem-blati, costituiscono il cosid-detto “sistema anticaduta”.La scelta di tali dispositivi,diversi per tipologia, mate-riali e forma, deve essere a-deguata in funzione della ti-pologia del ponteggio che siintende allestire.Abitualmente un “sistemaanticaduta” è costituito da :– Un dispositivo per l’anco-

raggio (conforme allanorma UNI EN 795);

– Due connettori (conformialla norma UNI EN 362);

– Una imbracatura(conforme alla norma UNIEN 361);

– Cordini per realizzare ilcollegamento tra l’anellodorsale dell’imbracatura el’ancoraggio, da sceglieretra diverse tipologie, a se-conda del materiale utiliz-zato (fettuccia, corda me-tallica ma comunqueconformi alla norma UNIEN 354), della lunghezza(da 2,50 mt a 30,00 mt), delfunzionamento (disposi-tivi retrattili conformi allanorma UNI EN 360);

– Un assorbitore di energia(conforme alla norma UNIEN 355) nel caso si utiliz-zassero i cordini di lun-ghezza fino a 2,00 mt.

Tralasciando il funziona-mento e la descrizione deivari elementi elencati e co-stituenti il sistema antica-duta, parleremo di seguitoin particolare delle imbraca-

stema permetterà di otte-nere un doppio anco-raggio a due punti diversidel ponteggio, il più pos-sibile lontani tra di loro.

Da valutare con estrema at-tenzione una seconda situa-zione di rischio potenziale,estremamente più gravedell’”effetto pendolo”, de-nominata “sindrome da so-spensione inerte o inco-sciente”. Essa si manifestanei casi di sospensione i-nerte e prolungata all’in-terno dell’imbracaturaquando l’addetto, precipi-tato incosciente e immobile,rimane trattenuto e sospesodal sistema anticaduta.I primi sintomi si presentanocon una tempistica diversa,determinata da molteplicifattori quali: le condizioni fi-da documentazione Suva, Svizzera

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 35

cuno è ancora convinto delcontrario !!), non può pre-scindere dall’organizza-zione di procedure di emer-genza cosiddette di “auto-soccorso”.In caso di caduta trattenuta,in attesa dell’intervento deisanitari del servizio 118, i

colleghi dell’infortunato do-vranno interve-nire immedia-tamente per ri-muovere la per-sona sospesa,provvedendoad abbassarlafino al livelloterra.In alternativa,l ’ i n f o r t u n a t op o t r e b b eanche essere a-dagiato all’in-terno del pon-teggio su unqualsiasi impal-cato. Questa o-perazione però

potrebbe complicare note-volmente l’intervento deisanitari che si troverebberoa dover risolvere il pro-blema di come far passare labarella tra le botole del pon-teggio.

Le procedure di sal-vataggio, compren-dono una serie di o-

perazioni semplici ma chepotrebbero essere compli-cate dalla paura di sbagliaree dal panico procurato dallaconsapevolezza di avere unlimitatissimo tempo di in-tervento.Per facilitare l’attività di soc-corso, esistono in commerciodiversi prodotti, sacche/zainicostituenti veri e propri “kitdi emergenza”, studiati e as-semblati precedentementeproprio con lo scopo di for-nire un semplice e validoaiuto per tutti i potenziali uti-lizzatori. L’utilizzo di questisistemi, definiti “antipanico”,permetterà di evitare grosso-lani errori che, in situazioni diquesto tipo, potrebbero

compromettere l’interventodi emergenza risultando fa-tali per l’infortunato.

L’intervento di salvataggioUna volta accertate le condi-zioni del ponteggio (inte-grità statica e presenza para-petti/sistemi anticaduta) siraggiunge l’impalcato imme-diatamente superiore aquello da dove è precipitatol’infortunato.A un nuovo ancoraggio di si-curezza , creato apposita-mente con l’utilizzo di fet-tucce di varie dimensioni, siassicura un “discensore”precedentemente fissato auna corda semistatica di lun-ghezza adeguata (di solito25 metri ma valutazioni sullalunghezza devono esserefatte in funzione dell’altezzadel ponteggio e della possi-bile quota di lavoro).(nella foto a fianco: A) l’anco-raggio di sicurezza – fet-tuccia gialla; B) corda semi-statica; C) discensore; D) po-sizione infortunato)Eseguito il nuovo collega-

siche dell’infortunato, l’in-clinazione del corpo, la disi-dratazione, la temperatura,ecc. In tutti i casi comunque,la sindrome colpisce il si-stema cardiocircolatorio edè determinata dal fatto che,la compressione dei coscialidell’imbracatura sui vasisanguigni presenti nellazona inguinale, produce ilmancato ritorno venoso alcuore. Anche se non è possi-bile stabilire un limite tem-porale di sicurezza, è con-vinzione comune, nel campomedico, che tale situazionepotrebbe procurare in bre-vissimo tempo (10 – 15 mi-nuti) oltre a molte altre im-portanti patologie, anche unarresto cardiaco.

L’attività di montaggio, tra-sformazione e smontaggiodei ponteggi, eseguita me-diante l’utilizzo di “sistemianticaduta” (anche se qual-

Estrattodalle Linee Guida ISPESLsui “Sistemi di Arresto Caduta”“Deve essere predisposta, nel-l’ambito della valutazione dei ri-schi, una procedura che prevedal’intervento di emergenza in aiutodel lavoratore, rimasto sospesoal sistema di arresto caduta, chenecessiti di assistenza o di aiutoda parte di altri lavoratori. Quindi,nel caso in cui nei lavori in quota,si rende necessario l’uso di un si-stema di arresto caduta, all’in-terno dell’unità di lavoro deve es-sere prevista la presenza di lavo-ratori che posseggano la capacitàoperativa di garantire autonoma-mente l’intervento di emergenzain aiuto del lavoratore sospeso alsistema di arresto caduta”.

Estrattodal “Codice penale”(articolo 593) "Chiunque trovandoun corpo umano che sia o sembri i-nanimato, ovvero una persona fe-rita, omette di prestare l'assistenzaoccorrente o di darne immediatoavviso all'Autorità è punito con la re-clusione fino a tre mesi. Se da sif-fatta condotta del colpevole derivala morte, la pena è raddoppiata”.(articolo 54) “Stato di necessità -Non è punibile chi ha commesso ilfatto per esservi stato costrettodalla necessità di salvare se od altridal pericolo attuale di un dannograve alla persona, pericolo da luinon volontariamente causato,ne al-trimenti evitabile,sempre che ilfatto sia proporzionato al pericolo”.

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Nella foto sopra, A) l’ancoraggio disicurezza - fettuccia gialla; B) cordasemistatica; C) discensore; D)posizione dell’infortunato.Nella foto sotto, la manovra disoccorso con il discensore

sanitari sopraggiunti nelfrattempo in cantiere.L’addestramento all’utilizzodel “kit di emergenza”, di so-lito comprende una simula-zione sul campo (o megliosul ponteggio), indispensa-bile per evidenziare e valu-tare quelle problematiche

che si potrebbero presen-tare durante le operazioni disalvataggio.A questo scopo, durante icorsi per “addetti al mon-taggio, trasformazione esmontaggio dei ponteggi”,una parte importante del-l’attività di formazione è de-dicata proprio all’attuazionedi queste procedure di e-mergenza.Di fatto si simula un inci-dente con operatore preci-pitato e rimasto sospeso eincosciente e i colleghi,della stessa squadra dimontatori, si incaricano delrecupero.Una volta rimosso l’infortu-nato dalla posizione so-spesa, l’intervento di auto-soccorso è ultimato.

Regole base per latrasmissione dell’allarmeL’intervento di emergenzacomprende, oltre all’attivitàdi autosoccorso, anche unatelefonata al 118.Tale servizio dovrà essere

mento di sicurezza, si tagliail cordino che ha trattenutodalla caduta l’infortunato e,esercitando una lieve pres-sione sulla leva del “discen-sore”, abbasseremo il feritoin sicurezza, fino al livellodel terreno dove sarà assi-stito da altri colleghi o dai

allertato con una richiesta disoccorso accompagnata dauna serie di informazioni cherisulteranno fondamentaliper la tempestività dell’in-tervento:– Luogo dell’incidente (indi-

rizzo del cantiere accom-pagnato da qualsiasi infor-mazione utile all’indivi-duazione dell’area);

– Cosa è successo (dinamicadell’incidente);

– Quando è successo (daquanto tempo);

– Quante persone sono statecoinvolte;

– Stato di coscienza del-l’infortunato;

– Eventuali ostacoli per l’in-tervento dell’ambulanzae/o dell’elicottero;

– Informazioni sui parametrivitali - quei valori che nel-l'individuo rappresentanola funzionalità dell'orga-nismo: coscienza (esem-pio nessuna apertura degliocchi); apertura degli occhiin risposta a stimoli dolo-rosi ; apertura degli occhi

Collegio geometri di Sondrio

Seduta n. 5 del 7 maggio 2009Iscrizioni all’Albo professionaleWalter BoscacciThomas BaruffiLuca Del Fabbro

Iscrizioni Registro praticantiGianluca RaschettiCristina GulluàGabriele Dolzadelli

Cancellazioni dall’Albo professionaleSonia Taeggi

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DAL COLLEGIO DI SONDRIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 37

Nella foto sopra, A) connettore per ilcollegamento all’ancoraggio disicurezza, B) leva per l’azionamentodel discensore, C) connettore per ilcollegamento all’anello dorsaledell’imbracatura.Nella foto sotto, fettucce di diversalunghezza da utilizzare per larealizzazione dell’ancoraggio disicurezza

posizionando per esempiouna persona all’ingresso delcantiere per indicare, all’am-bulanza, il percorso piùbreve per raggiungere illuogo dell’incidente. ❑

spontanea; parla e pro-nuncia parole, ma incoe-renti; confusione, frasisconnesse; nessun movi-mento …); pressione arte-riosa; respiro.

Per completare l’interventodi emergenza potremo faci-litare l’arrivo dei soccorsi

RICORDO DEL GEOMETRA UGO PAULINI

DIRIGENTE DEL CATASTO DI SONDRIO

Lo scorso 5 maggio si èspento nella natiaCastellamare di StabiaUgo Paulini, l’amato diri-gente della GestioneBanca Dati dell’Agenziadel Territorio di Sondrio.Nato il 21 luglio 1947,nella città natale fre-quentò le scuole primariee secondarie diploman-dosi geometra. Il 15 gen-naio 1973 iniziò a lavora-re presso l’UfficioTecnico Erariale diSondrio ove ancora lavo-rava, quando lo scorsaprimavera lo colsero i

sintomi della grave malattia che, a distanza di poco più di un annodalla diagnosi, l’ha portato alla morte. La Valtellina è stata la suaseconda patria.In essa si è inserito presto e bene, senza dimenticare le sue ori-gini e gli affetti familiari che lo riportavano a Ca-stellamare pertrascorrere le vacanze annuali con i suoi. Un carattere, forse unpo’ timido, certamente riservato, discreto, disponibile, generoso,aperto all’amicizia, qualità che l’hanno fatto apprezzare. La suariconosciuta pa-catezza, laboriosità e preparazione gli hanno per-messo di occupare con dignità, competenza e autorevolezza ogniincarico cui è stato chiamato. Dopo quattro anni di lavoro comeimpiegato tecnico è stato chiamato a reggere, in qualità di CapoResponsabile, la quarta Sezione, di cui conosceva a fondo tecni-che e procedure, sempre disponi-bile a dare un suggerimentoefficace e risolutivo ai mille problemi che gli erano sottoposti,disponibilità discreta, pacata e rinfrancante che ha mantenutoinalterata lungo tutta la sua carriera lavorativa, anche dopo la pro-mozione a Capo responsabile del reparto Gestione Banca dati.Carriera interrotta drasticamente dalla grave malattia che in pocopiù di un anno lo ha portato alla tomba. Un’assenza giuntaimprovvisa, che ha lascito in chi frequenta gli uffici dell’Agenziadel Territorio un vuoto. Credo che la maggioranza dei geometriche hanno svolto attività catastale siano ricorsi alla sua collabo-razione per affrontare e risolvere i mille problemi che, per causediverse, si paravano loro davanti. Un funzionario corretto, effi-ciente e amante del lavoro che svolgeva, non geloso delle sueconoscenze che trasmetteva correntemente aiutando, in partico-lare i più giovani ed inesperti, a maturare conoscenza ed espe-rienza lavorativa. Partecipava con piacere alle riunioni promossedal Collegio a cui era invitato, si prestava a presentare le innova-zioni, quando richiesto. Un funzionario che non amava il “buro-cratese” pur rispettando la forma e soprattutto la sostanza dellecose. Con lui lo stato ha perso un valido ed onesto servitore, i colleghie noi geometri della provincia di Sondrio un preciso punto di rife-rimento e, per molti, un carissimo amico.

Vito Sosio

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Eugenio Altrocchi Tanta carta non salva la vita

Negli ultimi tempiabbiamo assistitoal diffondersi di

un’ampia letteratura in cui sidanno suggerimenti, avver-timenti, indicazioni, lineeguida su come e cosa biso-gnerebbe fare per lavorarein sicurezza in cantiere.Tutta questa produzione bi-bliografica ha come punto dipartenza la vigente legisla-zione in materia di sicurezzache impone ai soggetti coin-volti nel processo edilizio,ognuno secondo il proprioruolo, alcuni adempimentiche si traducono, per la mag-gior parte dei casi, in elabo-rati cartacei. Nella baracca di cantiere,quando c’è e se ben tenuta,si trova l’angolo libreriadove ben impilati e inumi-diti trovano posto: – il Piano di Sicurezza e

Coordinamento (Psc);– il Piano Operativo della Si-

curezza (Pos);– il Piano di Montaggio Uso e

Smontaggio del ponteggio(PiMus)

– il Documento di Valuta-zione dei Rischi (Dvr);

– il Documento di Valuta-zione dei Rischi da Interfe-renze (Duvri);

– il piano di lavoro per smal-timento amianto;

– il piano di lavoro per le de-molizioni;

– il piano di lavoro per ilmontaggio di prefabbri-cati;

– le dichiarazioni dei lavora-tori autonomi;

– le valutazioni sui rischi ru-more, vibrazioni, sostanzechimiche;

– la notifica preliminare ed isuoi aggiornamenti;

– la dichiarazione di confor-mità dell’impianto elet-trico;

– la comunicazione di instal-lazione della gru e dell’im-pianto di terra, insommadi tutto e di più, chi più neha più ne metta.

Quanta energia intellettualee di tempo “sprecata” perredigere dei documenti chei lavoratori del cantiere, allacui salute e sicurezza questielaborati si rivolgono, conogni probabilità non legge-ranno mai, poiché li riten-gono un puro adempimentoburocratico, che non incideminimamente sul comporta-mento da tenere in cantieredurante le lavorazioni!Nei Pos, per esempio, c’èscritto, a volte anche pedis-sequamente, con quali mo-dalità devono essere effet-tuate le varie fasi lavorative,ma purtroppo, nella praticadelle cose, queste riman-gono spesso solamentebuone intenzioni, abitual-mente disattese nella pra-tica ordinaria. A che serve allora avere undocumento ben scritto, senon viene applicato perchédifficilmente attuabile nellapratica? Il datore di lavoro sipreoccupa che il suo operaioabbia il cartellino con tantodi fotografia (dove sia attac-cato non importa), che abbiacon sé i Dpi, che abbia fatto ilcorso di formazione e le vi-site mediche prescritte, cheabbia messo la firma su unaserie di documenti e così via,ma non si impegna a suffi-cienza ad applicare quantoegli stesso nel Pos dichiara diattuare a salvaguardia dellasalute dei propri lavoratori.

Psc, Pos, PiMus, Duvri …anche se redatti con tutti i“crismi” normativi del caso,rimangono pezzi di carta chenon salvano la vita a nes-suno; rimangono dei cata-loghi di belle intenzioni epropositi, bei compiti, e nonpotrebbe essere che cosìvisto che la normativa èchiara nel momento in cui in-dica cosa si deve fare per tu-telare la salute dei lavora-tori, ma poi ha come unicoeffetto reale la tutela degli e-stensori dalla mannaia deiprovvedimenti degli orga-nismi di controllo, che tut-tavia non assolvono l’inten-dimento del legislatore,cioè la tutela della salute deilavoratori. La realtà di un cantiere dimedie dimensioni è questa. A questo punto è necessarioporre una domanda che puòapparire provocatoria: l’in-tendimento che ha la legge èquello di tutelare la salutedei lavoratori o l’emana-zione di provvedimenti san-zionatori?

Èfuori di dubbio chela salute e la tuteladella sicurezza del

lavoratore debbano esseremessi sempre al primoposto. Il legislatore deve rendersiconto che certi adempi-menti non possano essere u-gualmente valevoli, come ilvigente D.Lgs. 81/08 pre-scrive, sia per un cantiere incui sono impiegati cento o-perai e si sta costruendoun’autostrada con tanto digallerie e viadotti, sia per uncantiere in cui due operai diditte diverse stanno ammo-

I contenuti delpresente articolosi propongonodi stimolareil legislatorea ricercare nuovisistemi per risolverel’annoso problemadella sicurezzanei cantieri edili.Su quanto quiespostoè auspicabileun confronto francoe proficuo con gliorganismi di controlloed in particolarecon i Coordinatori.

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nuto oramai una realtà calei-doscopica dove la muta-zione delle maestranze è al-l’ordine del giorno. Impresesubappaltatrici, imprese ar-tigiane con uno o massimodue dipendenti, imprese fa-migliari, lavoratori autonomiche insieme svolgono la me-desima attività, imprese conlavoratori extracomunitarifacilmente alternabili si in-trecciano quotidianamentetra loro, a volte senza esserea conoscenza dell’attivitàdell’uno e dell’altro. E in tutto questo marasma diandirivieni il coordinatoredove sta? È nel suo studio aprodurre carta!

P roduce carta per ilcommittente ilquale, sia costui im-

prenditore in giacca e cravattao massaia, non vuole assolu-tamente sapere alcunchédella notifica preliminare edei suoi aggiornamenti; del-l’organico medio; degli e-stremi Inps, Iail e Cassa Ediledell’impresa; del certificato diiscrizione alla C.c.i.a.a.; delDvr, del Durc; della verificadell’idoneità tecnico-profes-sionale dell’impresa e moltoaltro ancora. Il coordinatore è nel suostudio a verificare i Pos, iPiMus, i piani di lavoro; è nelsuo studio ad inviare fax alleimprese ordinando loro di ri-vedere i propri documentipoiché non corrispondonoalla normativa; è nel suostudio ad aggiornare il Psc eil cronoprogramma lavori; ènel suo studio ad inviare alcommittente e all’impresa leinadempienze riscontrate incantiere; è nel suo studio ad

aggiornarsi sulle ultime no-vità in materia di sicurezza. Ementre il coordinatore sta a-dempiendo a tutto questo,in quanto è richiesto dallalegge, in cantiere potrebbesuccedere un infortunio. Come può il coordinatoresvolgere il proprio incarico,in scienza e coscienza,quando si trova tra “il mar-tello” dell’organismo di con-trollo e “le incudini” delcommittente e/o dell’im-presa? Quando poi il com-mittente coincide, come avolte accade, con l’impresaesecutrice, il pasticcio èfatto, il coordinatore do-vrebbe “sputare nel piattoin cui mangia” e denunciareall’organismo di controllo leeventuali gravi inadem-pienze dei propri clienti. Ècome se un avvocato, rac-colta la confessione del pro-prio cliente, andasse a de-nunciarlo agli organi compe-tenti.

La propostaCom’è dunque possibilefare una valida prevenzionedegli infortuni? Innanzitutto il datore di la-voro deve poter verificarel’effettiva formazione einformazione dei lavoratorie soprattutto deve vigilareaffinché questi attuino gli or-dini impartiti in riferimentoalla sicurezza. Affinché tuttociò diventi effettivo stru-mento di prevenzione nellemani dei datori di lavoro enon mero assolvimento bu-rocratico, lasciato sulla carta,è necessario che costoro ab-biano un effettivo potere sulcattivo comportamento deiloro dipendenti. La sem-

dernando un bagno. Al di làdegli oneri che il commit-tente deve accollarsi per farfronte agli adempimentiprescritti, che sono inversa-mente proporzionali alla di-mensione del cantiere e chedi conseguenza possono in-cidere notevolmente sulcosto complessivo dell’o-pera, non si intravede l’uti-lità pratica di così tante pre-scrizioni ai fini di ciò chedavvero conta, cioè la pre-venzione degli infortuni sullavoro. Con prescrizioni de-magogiche tendenti a colpe-volizzare gli operatori delcantiere, che in caso di ina-dempienze formali o diinfortunio rischiano il car-cere come i comuni delin-quenti, e/o con l’inaspri-mento delle sanzioni ammi-nistrative non si ottiene dicerto un miglioramentodelle condizioni di sicurezzasui luoghi di lavoro e la solu-zione al problema. Non sonoinfatti le sanzioni e le peneche possono infastidire chiopera comunque nell’illega-lità, ma che al contrario col-piscono pesantemente chiabitualmente agisce in ma-niera diligente e che per di-menticanza o disattenzioneo circostanza fortuita si trovacoinvolto in una violazionedella norma o infortunio. Ilmoltiplicarsi degli adempi-menti cartacei produce l’ef-fetto contrario di ciò che sivuol ottenere: toglie l’atten-zione dal luogo di lavoro,dove effettivamente servemaggiore presenza e sorve-glianza, per trasferirla nel-l’assolvimento burocratico. Il cantiere, sia esso di grandeo di piccola entità, è dive-

plice sanzione pecuniaria,che sarebbe oltretutto con-troproducente, non serve adacquisire la coscienza cheun’indisciplinata condottasul luogo di lavoro può met-tere a repentaglio la propriae l’altrui salute. La sicurezza sui luoghi di la-voro è un bene sociale i cuicosti andrebbero ripartitisull’intera comunità e nonsolo sui datori di lavoro.I neofiti del cantiere dovreb-bero fare un corso di forma-zione prima della loro as-sunzione. Com’è possibileassumere un operaio chefino a ieri ha vissuto tra levaste distese della savana efarlo salire su un ponteggiosenza che questi abbia rice-vuto prima un adeguato ad-destramento? L'attuale crisi economica è iltempo favorevole per atti-vare un’ampia gamma distrumenti con i quali affron-tare il problema, ricorrendocon il concorso delle im-prese, dei sindacati, degliorganismi di controllo e delgoverno a un piano organicodi educazione alla culturadella sicurezza sui luoghi dilavoro. Non si tratta di te-nere la gente semplice-mente occupata, ma di im-pedire che questo tempo“improduttivo” diventianche “distruttivo” dellepersone e delle loro compe-tenze professionali. C'è il ri-schio che i giovani subiscanoil danno dell’arresto dellaloro preparazione e i più an-ziani, perdendo i contatticon la produzione, si trovinopoi spiazzati dalle innova-zioni future. D’altra parte è opportuno

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due, tre settimane, a se-condo delle dimensioni delcantiere, delle lavorazioni inprogramma e della manod’opera impiegata, organiz-zerà con esse i processi lavo-rativi: relativi al cosa fare, conchi e come farlo, con tanto dicronoprogramma sotto-scritto dalle parti. Il coordi-natore vigilerà che il pro-gramma venga attuato, se-gnalerà alle imprese quanto

non conforme alla vigentenormativa; ordinerà di rego-larizzare il vizio entro uncerto periodo di tempo; veri-ficherà che gli adempimentiprescritti vengano eseguiti ein caso di inadempienza faràintervenire l'organismo dicontrollo il quale, rilevatol'illecito, attiverà la proce-dura sanzionatoria. In questo modo il coordina-tore della sicurezza potrà es-

che il coordinatore diventi unprofessionista che nondebba avere rapporti né conil committente, né con le im-prese, né con il direttore deilavori; dovrebbe essere unafigura a sé nell’organigrammadel cantiere. Per raggiungerequesto obiettivo è neces-sario che la nomina del coor-dinatore venga fatta dall’or-ganismo di controllo, traquelli iscritti ad uno specificoalbo, riconoscendo e garan-tendo agli stessi un’equa di-stribuzione degli incarichi, inquantità e onorari. L’onorario del coordinatoreè già un costo a carico delcommittente, il quale, comespesso accade, si rivolge almiglior offerente, con conse-guenze facilmente intuibili.Al contrario, il compenso delcoordinatore andrebbevisto come un onere aggiun-tivo: come il committentepaga gli oneri per le opere diurbanizzazione primaria, se-condaria e per il costo di co-struzione, così dovrebbe pa-gare in futuro anche un o-nere per la sicurezza. Perqualsiasi lavoro edilizio incui vi sarà obbligo di nominadel coordinatore, il commit-tente sarà soggetto al paga-mento di tale onere all’Asl oall’Ispettorato del Lavoro.Così facendo il coordinatorenominato, non avendonessun vincolo con gli ope-ratori del cantiere, divente-rebbe effettivo elemento diprevenzione degli infortuni,collaboratore e non contro-parte dell’Asl e dell’Ispetto-rato del Lavoro.Il coordinatore, prima del-l’ingresso in cantiere delleimprese esecutrici, ogni una,

sere il vero gestore del can-tiere, con la sua presenza co-stante e vigile, accompagnatada una programmazione dibreve periodo fatta da tutti gliaddetti ai lavori, farà una veraprevenzione antinfortuni-stica; nel contempo si eviteràla produzione di tanta carta i-nutile che non salva la vita anessuno, ma è utile solocome “paracadute” ammini-strativo. ❑

Elezioni del Consiglio del Collegio di Lodi 2009/2013In ottemperanza al disposto di cui all’art. 3 comma 1 del D.L.L. n. 382, del 1944 modificato dal comma4quinquies dell’art. 2 del D.L. n. 35/2005 trasformato in Legge n. 80/2005 concernente le norme sui Con-sigli degli Ordini e dei Collegi Professionali, si comunica che l’assemblea degli iscritti nell’Albo del Collegiodi Lodi il 20, 21 e 22 maggio 2009 ha eletto a componenti del Consiglio del Collegio per il quadriennio2009/2013 i seguenti professionisti ai quali, nella seduta del Consiglio Direttivo del 01/06/2009, sono stateconferite le seguenti cariche:

Giorgio LEONI PresidenteRenato PIOLINI SegretarioAntonio PASSOLUNGHI TesoriereRoberto CASTELLOTTI ConsiglierePaolo LODIGIANI ConsigliereGiuseppe MONTANINI ConsigliereOrietta RONZI Consigliere

Lo scrutinio delle schede ha dato il seguente esito:Schede votate 131Schede valide 131Schede nulle 0Schede bianche 0

Hanno riportato voti:Giorgio Leoni 116 Patrizio Rocca 7Roberto Castellotti 114 Pietro Claudio Barbieri 3Paolo Lodigiani 110 Alessandro Luca Colonna 3Renato Piolini 110 Ottavia Fusari 3Orietta Ronzi 107 Virginio Ghianda 3Giuseppe Montanini 104 Ermanno Maiocchi 3Antonio Passolunghi 103 Massimo Ossola 3

Numerosi altri colleghi hanno ottenuto 2 o 1 voto

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Manuel Antonini Responsabilità e sanzioniin capo al soggettocertificatore energetico

salvo che il fatto non costi-tuisca reato; l’Ordine o ilCollegio professionale diappartenenza sono infor-mati dall’Autorità perchéadottino i provvedimentidisciplinari conseguenti

• Art. 76.1 DPR 445/2000:chiunque rilascia dichiara-zioni mendaci, forma attifalsi o ne fa uso nei casiprevisti dal testo unico, èpunito ai sensi del CodicePenale e delle leggi spe-ciali in materia

• Art. 76.2 DPR 445/2000: l’e-sibizione di atto conte-nente dati non più rispon-denti alla verità equivalead uso di atto falso

• Art. 76.3 DPR 445/2000: ledichiarazioni sostitutiverese ai sensi degli artt. 46 e47 e le dichiarazioni reseper conto delle personeindicate nell’art. 4, sonoconsiderate come fatte apubblico ufficiale.

Sarà ovvio, ma mi preme sot-tolineare che per non incap-pare nelle sanzioni ammini-strative e penali di cui sopra,assolvere con giustezza ilproprio ruolo è condizionenecessaria e spesso suffi-ciente; cosa significa questoper il Certificatore? Essen-zialmente rispettare tre re-quisiti:

1) qualifica2) terzietà3) competenza / rispetto

delle procedure

In merito alla qualifica lalegge è chiara, sia in camponazionale che regionale.Il D.Lgs. 115/2008, all’alle-gato III, definisce «tecnico a-bilitato un tecnico operantesia in veste di dipendente di

enti ed organismi pubblici odi società di servizi pub-bliche o private (compresele società di ingegneria) chedi professionista libero odassociato, iscritto ai relativiordini e collegi professio-nali, ed abilitato all’eser-cizio della professione rela-tiva alla progettazione di e-difici ed impianti, asservitiagli edifici stessi, nell’am-bito delle competenze adesso attribuite dalla legisla-zione vigente. Il tecnico abi-litato opera, quindi, all’in-terno delle proprie compe-tenze. (…). Ai soli fini dellacertificazione energetica,sono tecnici abilitati anche isoggetti in possesso di titolidi studio tecnico scientifici,individuati in ambito territo-riale da Regioni e Provincieautonome, e abilitati dallapredette Amministrazioni aseguito di specifici corsi diformazione per la certifica-zione energetica degli edi-fici con superamento di e-same finale».Più in dettaglio, la D.G.R.Lombardia VIII/8745, all’art.16, cita:«Presso l’Organismo regio-nale di accreditamento è i-stituito l’elenco dei soggetticertificatori accreditati inRegione Lombardia. Per o-perare come Certificatore, ilprofessionista è tenuto ad i-scriversi a tale elenco».Possono essere accreditaticome soggetti certificatori lepersone fisiche a) in possesso dei seguentititoli di studio:– diploma di laurea speciali-

stica in Ingegneria o Archi-tettura, nonché abilita-zione all’esercizio della

L’articolo pubbli-cato sullo scorsonumero della ri-

vista ha introdotto il temadelle sanzioni applicabili alCertificatore Energetico perresponsabilità connesse alproprio operato; ora cer-chiamo di definire meglio ilquadro, premesso che trat-tandosi di materia relativa-mente recente, non ci sonone molta giurisprudenza daun lato, ne molta norma dal-l’altro. In estrema sintesi, oltre alleimplicazioni e conseguentisanzioni di carattere ammi-nistrativo, il Certificatore E-nergetico può incappare inreati penali ascrivibili alla“falsità ideologica”, punita anorma dell’art. 483 del Co-dice Penale con la reclu-sione fino a due anni, eall’”uso di atto falso”, punitoai sensi dell’art. 489 del Co-dice Penale con la reclu-sione fino a due anni ridottadi 1/3. Ricordo, infatti,quanto segue:• Art. 15.1 L. 192/2005: il pro-

fessionista che rilascia unattestato di certificazioneo di qualificazione energe-tica senza il rispetto deicriteri o della metodo-logia, è punito con la san-zione amministrativa parial 30% della parcella, cal-colata secondo la tariffa vi-gente

• Art. 15.2 L. 192/2005: unprofessionista che rilasciaun attestato di certifica-zione o qualificazione e-nergetica non veritieri èpunito con la sanzione am-ministrativa pari al 70%della parcella calcolata se-condo la tariffa vigente,

professione ed iscrizioneal relativo Ordine profes-sionale;

– diploma di laurea in Inge-gneria o Architettura,nonché abilitazione all’e-sercizio della professioneed iscrizione al relativo Or-dine professionale;

– diploma di laurea speciali-stica in Scienze Ambien-tali ed iscrizione alla rela-tiva Associazione profes-sionale;

– diploma di laurea speciali-stica in Chimica ed iscri-zione al relativo Ordineprofessionale;

– diploma di Geometra, Pe-rito Industriale o Agrario,nonché abilitazione all’e-sercizio della professioneed iscrizione al relativoCollegio professionale

– diploma di laurea speciali-stica in Scienze e Tecno-logie Agrarie e Scienze eTecnologie Forestali e Am-bientali, nonché abilita-zione all’esercizio dellaprofessione ed iscrizioneal relativo Ordine profes-sionale.

b) con un’adeguata compe-tenza comprovata da:– frequenza di specifici corsi

di formazione per Certifi-catori Energetici organiz-zati da soggetti accreditatidalla Regione Lombardia(…) con superamento diun esame finale

Secondo il Decreto 4648 del12/05/2009 possono operaresul territorio della RegioneLombardia anche SoggettiCertificatori in possesso deirequisiti di cui sopra e accre-ditati da Enti esterni alla Re-gione.Credo superfluo ricordare

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b) nel caso di certificazionedi edifici esistenti, l’assenzadi conflitto di interessi, ov-vero di non coinvolgimentodiretto o indiretto con i pro-duttori dei materiali e deicomponenti in esso incorpo-rati, nonché rispetto ai van-taggi che possano derivarneal richiedente».Più chiara e dettagliata laD.G.R. VIII/8745 secondo laquale, all’art. 16.5:«Il Soggetto certificatorenon può svolgere attività dicertificazione sugli edificiper i quali risulti proprie-tario o sia stato coinvolto,personalmente o comunquein qualità di dipendente,socio o collaboratore diun’azienda terza, in unadelle seguenti attività:a) progettazione dell’edi-ficio o di qualsiasi impiantotecnico in esso presenteb) costruzione dell’edificio odi qualsiasi impianto tec-nico in esso presentec) amministrazione dell’edi-ficiod) fornitura di energia perl’edificioe) gestione e/o manuten-zione di qualsiasi impiantopresente nell’edificiof) connesse alla funzione diresponsabile del servizio diprevenzione e protezione(RSPP) ai sensi del DecretoLegislativo 19 settembre1994, n° 626g) connesse alla funzione dicoordinatore per la proget-tazione e per l’esecuzionedei lavori ai sensi del De-creto Legislativo 9 aprile2008 n° 81h) connesse alla funzione didirezione lavoriPer i dipendenti pubblici,

chiamati a certificare edificidi proprietà di Enti Pubblici,viene in “soccorso” il comma4 dell’Allegato III del D.Lgs.115/2008 secondo il quale «ilrequisito di indipendenza èda intendersi superato dallestesse finalità istituzionali diperseguimento di obiettividi interesse pubblico».La D.G.R. VIII/8745 aggiungeche fino al 1 luglio 2010 pos-sono certificare edifici pub-blici anche dipendenti pub-blici in possesso dei requi-siti sopra esposti in tema diqualifica, anche in assenzadi iscrizione al rispettivo Or-dine, Collegio o Associa-zione di appartenenza. Il di-pendente pubblico, poi, cheoperi come libero professio-nista può certificare ogni e-dificio, ad esclusione dei di-pendenti comunali qualoral’edificio oggetto di certifica-zione insista sul territoriodel Comune presso il qualeil dipendente opera.La normativa non chiariscecome debba comportarsi unSoggetto Certificatore pa-rente di un soggetto pro-prietario o comunque coin-volto in attività sull’edificio,secondo l’elencazione so-pra riportata. Anche per ana-logia alla norma sul conflittodi interesse nell’attività diperito in sede giudiziale, se-condo la quale il perito deveessere soggetto terzo senzainteressi con le parti coin-volte (peraltro come richia-mato nella formula «nonchérispetto ai vantaggi che pos-sano derivarne al richie-dente» dal D.Lgs. 115/2008),è consiglio del sottoscrittodi astenersi dal redigere esottoscrivere l’Attestato di

che chi intende operarecome Certificatore Energe-tico deve formalizzare lapropria iscrizione pressol’Organismo Regionale di ac-creditamento (CestecS.p.A.) rinnovando annual-mente l’iscrizione versandoil dovuto contributo.

Anche in merito allaterzietà ci soccor-rono le due stesse

norme sopra richiamate; ri-cordo che il Certificatore as-severa di essere soggettoterzo nella sottoscrizionedell’Attestato di Certifica-zione Energetica ove è ripor-tata la dicitura: «il SoggettoCertificatore dichiara, sottola propria responsabilità, diaver redatto il presente atte-stato in conformità alle di-sposizioni contenute nelladeliberazione di Giunta re-gionale VIII/5018 e s.m.i.».Sempre all’Allegato III ilD.Lgs. 115/2008 cita che «aifini di assicurare indipen-denza ed imparzialità di giu-dizio dei soggetti certifica-tori (…), i tecnici abilitati, al-l’atto della sottoscrizionedell’attestato di certifica-zione energetica, dichia-rano:a) nel caso di certificazionedi edifici di nuova costru-zione, l’assenza di conflittodi interessi, tra l’altro e-spressa attraverso il noncoinvolgimento diretto o in-diretto nel processo di pro-gettazione e realizzazionedell’edificio da certificare ocon i produttori dei materialie dei componenti in esso in-corporati, nonché rispetto aivantaggi che possano deri-varne al richiedente;

Certificazione Energetica diedifici che coinvolgano,nella proprietà o in attivitàconnesse, un proprio pa-rente.Visto, quindi, come equando applicare la propriaqualifica e la propria terzietàonde evitare sanzioni, ri-mane da analizzare quantola competenza ben appli-cata, sia nelle procedure chenella forma, possa essere,come spesso accade, unostrumento di maggior tutelaper il Certificatore Energe-tico contro eventuali san-zioni.

I l D.Lgs 192/2005 e smifa esplicito riferi-mento a sanzioni in

caso di redazione di un Atte-stato di Certificazione Ener-getica «senza il rispetto deicriteri e delle metodologie”e l’art. 8.1 della D.G.R.VIII/8745 dice che: “le veri-fiche di cui ai punti 5,6 e 7devono essere eseguite uti-lizzando la metodologia dicalcolo definita all’allegatoE della D.G.R. del 26 giugno2007 n° VIII/5018 e succes-sive modifiche ed integra-zioni. Si procede analoga-mente per il calcolo degli in-dicatori di prestazione ener-getica riportati nell’atte-stato di cui all’Allegato C». Ricordo che la sanzione è e-spressa in percentuale sullatariffa professionale che, perinciso, non è ancora stata de-finita; questo mi permette dispecificare, come farò a se-guire, quando e come iniziae termina il ruolo e, quindi, i-niziano e terminano i com-piti e le responsabilità delSoggetto Certificatore. Gli

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detto, a produrre un Atte-stato di Certificazione Ener-getica rispettando i criteri ele metodologie della normaregionale e secondo ilmodus operandi che ritienepiù opportuno: lo dico in ri-ferimento al fatto che il De-creto n. 5736 del 11 giugno1009 della Direzione Gene-rale reti e servizi di pubblicautilità e sviluppo sosteni-bile di Regione Lombardia,che definisce la nuova pro-cedura di calcolo che en-trerà in vigore il 7 settembre2009, ha esplicitato che inpresenza dell’assevera-zione del Direttore dei La-vori di opere eseguite inconformità al progetto e allarelazione “ex L.10” appro-vati, il Certificatore può at-tenersi a quanto in quei do-cumenti è previsto, ma èfatto obbligo al medesimodi verificare, attraverso unoo più sopralluoghi, la con-gruenza dei dati mutuatidalla documentazione di cuisopra e lo stato di fatto del-l’edificio. Si legge testual-mente: «è dunque posta incarico al Soggetto Certifica-tore la responsabilità diprodurre un Attestato diCertificazione Energeticacorrispondente allo stato difatto dell’edificio oggetto dicertificazione». Se così nonfosse e quindi ci si atte-nesse semplicemente aidati progettuali, infatti, sipotrebbe ingenerare una

contraddizione nel mo-mento in cui l’edificio, purasseverato, non sia real-mente stato realizzato comeda progetto e relazione “exL.10”, in quanto la conse-guenza è la redazione di unAttestato di CertificazioneEnergetica non veritiero conil rischio di trovarsi imputatidei reati di “falso ideolo-gico” e “uso di atto falso” dicui dicevo in apertura. Oltre,poi, alle possibili conse-guenze e sanzioni applicatein forza al Decreto n. 2055del 3 marzo 2009 della Dire-zione Generale reti e servizidi pubblica utilità e svi-luppo sostenibile di Re-gione Lombardia che ha isti-tuito la procedura operativaper il controllo sperimen-tale degli Attestati tra-smessi al Catasto Energe-tico, nonché ogni implica-zione in sede privatisticacon il proprio committente.Insomma, l’Attestato di Cer-tificazione Energetica deveessere frutto di opportunisopralluoghi in cantiere, sepossibile, e, comunque, diapprofondite verifiche sullereali condizioni dell’edi-ficio.

Redatto l’Attestatodi Certificazione E-nergetica, il pro-

fessionista incaricato lo con-segna, unitamente alla rice-vuta generata dal Catasto E-nergetico, al proprio com-

artt. 12 e 13 della D.G.R.VIII/8745 non risolvono ap-pieno la questione della for-malità con la quale il Certifi-catore viene nominato: in-fatti, in caso di edificio di cuia richiesta del titolo abilitatoposteriore al 1 settembre2007 il proprietario è tenutoa nominare il Soggetto Certi-ficatore prima dell’inizio deilavori e comunque entro 30giorni dal rilascio del titolo a-bilitativo medesimo; la no-mina deve essere comuni-cata al Comune di compe-tenza entro l’inizio dei lavori.In sè, quindi, la norma non ri-solve la validità legale e for-male della nomina del Certi-ficatore in quando è richiestasemplicemente la comuni-cazione del nominativo. Amaggior ragione il problemaè presente in caso di edificioesistente, allorquando lanorma non prevede nem-meno alcuna preventiva co-municazione circa il nomina-tivo del Certificatore.Dico questo perché per unaprimaria tutela consiglio ilprofessionista incaricato diredigere una CertificazioneEnergetica di formalizzare lanomina con un contratto conil proprio committente nelquale siano ben chiari i sog-getti coinvolti, le prestazionida assolvere, la tempistica,gli onorari e ogni altro pattoe condizione per una doppiagaranzia: da un lato verso ilproprio committente insede privatistica, dall’altroverso la quantificazione diuna eventuale sanzione am-ministrativa in assenza diuna tariffa ufficiale.Avuto l’incarico il Certifica-tore è tenuto, l’abbiamo già

mittente e assolve così intutto e per tutto ogni propriodovere, terminando anchele proprie responsabilità. In-fatti, la normativa prevedeche sia il proprietario dell’e-dificio a depositare presso ilComune l’Attestato (ricordoche se l’Attestato non è vidi-mato dal Comune non ha va-lidità) e che sia il medesimoproprietario ad adoperarsiper allegarlo agli atti dicompra-vendita dell’edi-ficio o di consegnarlo allacontroparte in caso di con-tratto d’affitto (nei casi pre-visti dalla Legge).Importante evidenziare chel’Attestato di CertificazioneEnergetica porta la data ditrasmissione al Catasto E-nergetico e, quindi, certificale condizioni dell’edificio atale data; lo dico in riferi-mento al fatto che l’Attestatodura 10 anni ed è soggetto acontrolli da parte dell’Orga-nismo deputato per 5 annidopo la redazione. La datacerta è tutela del SoggettoCertificatore nei confronti dieventuali modifiche che do-vessero essere apportate al-l’edificio senza l’aggiorna-mento conseguente dell’At-testato, che il proprietario ètenuto a fare nominando unnuovo Certificatore.

Nuova procedura di calcoloper la certificazione energetica

degli edifici

Con Decreto n. 5796 dell’11 giugno 2009 la Direzione Generalereti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile di RegioneLombardia ha pubblicato la nuova procedura di calcolo per la cer-tificazione energetica degli edifici.La procedura entrerà in vigore il 7 settembre 2009, fino a taledata gli Attestati di Certificazione Energetica dovranno esserecompilati in conformità alla vigente procedura di calcolo di cui alDecreto n. 15833 del 13 dicembre 2007.Sul sito internet www.cened.it è possibile scaricare il testo dellanuova procedura di calcolo nonché la versione “beta” del relativoprogramma CENED+.

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vizio energia e servizio energia plus o del contraente, al proprietario del-l’immobile.»;

d) dopo il comma 1 dell’articolo 27 è aggiunto il seguente:«1 bis. L’amministratore di condominio servito da impianto di riscal-

damento centralizzato che, entro i termini e secondo le modalità stabilitedalla Giunta regionale ai fini dell’istituzione e gestione del catasto degliimpianti termici, omette di comunicare la propria nomina al comune o allaprovincia, sulla base delle competenze previste rispettivamente dagli arti-coli 27, comma 1, lettera d) e, 28, comma 1, lettera c), della legge regio-nale 26 del 2003, incorre nella sanzione amministrativa da euro 100,00a euro 600,00»;

e) dopo il comma 3 dell’articolo 27 è aggiunto il seguente:«3 bis. Il soggetto richiedente che non partecipa agli oneri di cui al-

l’articolo 9, comma 1 bis, incorre nella sanzione amministrativa da euro50,00 a euro 300,00.»;

f) dopo il comma 17 dell’articolo 27 sono aggiunti i seguenti:«17 bis. Il soggetto certificatore accreditato che redige l’attestato di

certificazione energetica degli edifici in modo non conforme alle modalitàindividuate dalla Giunta regionale ai sensi degli articoli 9, comma 1, let-tera a), e 25, comma 1, incorre nella sanzione amministrativa da euro500,00 a euro 2mila. Se l’attestazione comporta l’assegnazione di unaclasse di efficienza superiore, alla sanzione si aggiungono euro 10,00 perciascun mq di superficie netta calpestabile riscaldata dell’edificio in og-getto, fino ad un massimo di euro 10mila. In ogni caso, l’attestato di cer-tificazione energetica redatto in modo non conforme alle modalità stabi-lite dalla Giunta regionale è inefficace e viene cancellato dal catasto ener-getico regionale.

17 ter. Il progettista che, in fase di avvio del procedimento finalizzatoad ottenere il titolo abilitativo per interventi edilizi o in fase di presenta-zione di successive varianti, sottoscrive relazioni tecniche non veritiere inrelazione alle prestazioni energetiche dell’edificio incorre nella sanzioneamministrativa da euro 2mila a euro 10mila. La sanzione è aumentatadel 50% se le relazioni hanno consentito di realizzre interventi altrimentinon ammissibili o di accedere ad agevolazioni.

17 quater. Il direttore dei lavori che realizza l’intervento in difformitàdalla prestazione energetica indicata nel relativo titolo abilitativo o in suc-cessive variazioni incorre nella sanzione amministrativa da euro 5milaeuro 15mila. Nella stessa sanzione incorre il proprietario. Se la difformitàcomporta prestazioni energetiche inferiori ai requisiti minimi stabiliti inattuazione degli articoli 9 e 25, la sanzione è raddoppiata e il comune prov-vede ad ordinare l’adeguamento degli interventi realizzati o in corso di rea-lizzazione.

17 quinquies. L’alienante a titolo oneroso che non ottempera all’ob-bligo di cui all’articolo 25, comma 4 bis, incorre nella sanzione ammini-strativa da euro 5mila a euro 20mila.

Articolo 1(Modifiche alla legge regionale 11 dicembre 2006, n. 24“Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioniin atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente”, in ma-teria di certificazione energetica)

1. Alla l.r. 24/2006 sono apportate le seguenti modifiche:a) dopo il comma 3 dell’articolo 9 è aggiunto il seguente:

«3 bis. Al fine di favorire un accesso unico ai cittadini per la docu-mentazione catastale ed il certificato energetico e la conoscenza della qua-lità, sotto il profilo energetico, del patrimonio edilizio, la Giunta regionalesviluppa un sistema informativo collegato con il catasto urbano in mododa fornire informazioni sulle prestazioni energetiche delle unità immobi-liari soggette a certificazione energetica e favorire il controllo sulla correttaapplicazione della disciplina regionale per l’efficienza energetica in edi-lizia.»;

b) alla fine del comma 3 dell’articolo 25 aggiungere il se-guente periodo:

«L’iscrizione a ordini o collegi professionali non è requisito necessarioall’ammissione ai corsi di qualificazione.»;

c) dopo il comma 4 dell’articolo 25 sono aggiunti i seguenti:«4 bis. L’attestato di certificazione energetica, redatto secondo le indi-

cazioni definite con la deliberazione della Giunta regionale di cui al comma1, è rilasciato dal comune in originale o copia conforme. L’attestato di cer-tificazione relativo al bene o ai beni che formano oggetto di atti di trasferi-mento a titolo oneroso deve essere allegato, in originale in copia certificataconforme dal comune o da altro pubblico ufficiale a ciò abilitato, all’atto ditrasferimento stesso nei casi e per le fattispecie previsti dalle deliberazionidella Giunta regionale in materia.

4 ter. Nel caso di locazione di interi immobili o di singole unità im-mobiliari già dotati di attestato di certificazione energetica, in ogni caso adecorrere dal 1 luglio 2010, l’attestato di certificazione energetica di cui alcomma 4 bis è consegnato dal proprietario al conduttore all’atto della sti-pulazione del contratto, in copia dichiarata conforme all’originale.

4 quater. Nel caso di contratti servizio energia e servizio energia plus,definiti dal decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 (Attuazione delladirettiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e iservizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76 CEE), relativi a edi-fici pubblici e privati e nel caso di contratti per la gestione degli impiantitermici degli edifici pubblici, il contraente o l’aggiudicatario consegna alproprietario dell’edificio l’attestato di certificazione energetica di cui alcomma 4 bis entro sei mesi dalla stipulazione o dal rinnovo del contrattomedesimo. Nei casi in cui sia previsto l’obbligo di allegazione o di consegnadell’attestato di certificazione energetica secondo quanto indicato ai commi4 bis e 4 ter, il proprietario o il locatore è tenuto ad adempiere al proprioobbligo anche qualora non siano decorsi i termini sopra previsti per la con-segna dell’attestato stesso, da parte dell’aggiudicatario del contratto di ser-

Apprendiamo al momento di andare in stampa che laRegione Lombardia ha emanato la legge regionale 10/2009 cheinterviene anche riguardo alle sanzioni in merito all’attività delcertificatore energetico; per completare la materia trattata nel-l’articolo, quindi, pubblichiamo gli articoli 1 e 15.1 della nuovalegge.

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frazioni e l’irrogazione delle sanzioni di cui ai commi 17 ter, 17 quater e17 septies, competono ai comuni. Al fine di consentire il controllo sull’ef-fettivo rispetto delle disposizioni in materia di dotazione ed allegazione del-l’attestato di certificazione energetica, agli atti di trasferimento a titolo o-neroso di edifici o di singole unità immobiliari, il notaio che non avesse,anche giustificatamente, provveduto alla detta allegazione, ha obbligo diinviare copia conforme dell’atto dallo stesso ricevuto o autenticato, entro iltermine di 15 giorni dalla sua registrazione all’organismo regionale di ac-creditamento. Tale obbligo di trasmissione resta escluso per le fattispeciein cui la natura stessa del bene oggetto del contratto eslude la necessitàdella certificazione energetica.

17 decies. Gli obblighi di cui all’articolo 25, comma 4 bis, non si ap-plicano in caso di alienazione, a qualsiasi titolo, finalizzata alla demolizioneper la realizzazione di opere o interventi dichiarati di pubblica utilità. Nonsi applicano inoltre nei casi di delocalizzazione di insediamenti residenzialinei comuni dei sedimi aeroportuali.».

Articolo 15(Disposizioni transitorie e finali)

1. Le sanzioni di cui all’articolo 27, commi 1 bis, 3 bis e da 17bis a 17 septies, della legge regionale 24/2006, come modi-ficato dall’articolo 1, comma 1, lettere d), e) ed f) sono ridottedel 50%, nel minimo e nel massimo degli importi previsti, incaso di inosservanza delle relative disposizioni accertateentro due anni dalla data di entrata in vigore della presentelegge.

17 sexies. Il locatore che, a decorrere dal 1 luglio 2010, non ottem-pera all’obbligo di cui all’articolo 25, comma 4 ter, incorre nella sanzioneamministrativa da euro 2.500 a euro 10mila.

17 septies. L’aggiudicatario di un contratto servizio energia o servizioenergia plus o il contraente che non ottempera all’obbligo di cui all’arti-colo 25, comma 4 quater, incorre nella sanzione amministrativa da euro500,00 a euro 2mila, ferma restando l’applicazione delle sanzioni previsteai commi 17 quinquies e 17 sexies, qualora l’alienante o il locatore non a-dempiano all’allegazione o alla consegna dell’attestato di certificazione e-nergetica.

17 octies. Nel caso di sanzione a carico del progettista, del direttore deilavori o del soggetto certificatore accreditato, l’ente accertatore provvede adarne comuniczione all’ordine, collegio o associazione professionale di ap-partenenza. L’applicazione della sanzione a carico del soggetto certifica-tore accreditato comporta la sospensione per sei mesi dall’elenco regionaledei soggetti certificatori accreditati. La reiterazione della sanzione per lostesso o per un altro motivo di non conformità comporta la cancellazionedall’elenco regionale per due anni, decorsi i quali il soggetto interessato aottenere nuovamente l’accreditamento dovrà dimostrare di aver superatoun idoneo corso di formazione.

17 nonies. L’accertamento delle infrazioni e l’irrogazione delle san-zioni di cui ai commi 1 bis e 3 bis competono all’ente locale di cui al comma1 bis. L’accertamento delle infrazioni e l’irrogazione delle sanzioni di cui aicommi 17 bis, 17 quinquies e 17 sexies competono alla Regione, che e-sercita tali funzioni tramite Cestec S.p.a., in cinformità all’articolo 48 delloStatuto d’autonomia della Lombardia e secondo quanto previsto dall’art.25, comma 3 bis, della legge regionale 26/2003. L’accertamento delle in-

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Appunti praticidi ingegneria naturalistica(Parte quarta)

Tipologie di intervento

3 - BRIGLIA IN LEGNAME E PIETRAMECosa èÈ un castello in pali di legno. La struttura viene riempita conpietrame e materiale di risulta dello scavo. In testa all’operaè presente un canale (gaveta), rivestito in tondelli o mezzipali, punto in cui passerà l’acqua del torrente.

A cosa servePer rallentare la velocità della corrente, riducendo la pen-denza e proteggendo dall’erosione idraulica.

Dove serveIn alveo come intervento trasversale. Opera tridimensio-nale.

Che materiale utilizzare• tondame scortecciato di legno di larice, castagno, con dia-metro variabile dai 25 ai 35 centimetri;• tondelli o mezzi tronchi scortecciati con diametro varaia-bile dagli 8 ai 10 cm;• pioli, tondini di metallo ad aderenza migliorata, coni dia-metro variabile dai 10 ai 14 mm;• pietrame e massi ciclopici reperiti in loco;• materiale di risulta per il riempimento della struttura.

Quali mezzi ed attrezzature• motosega;• escavatore;

• piccone e pala;• generatore e trapano perforatore.

Come realizzarla• deviare l’acqua del torrente;• effettuare uno scavo in sezione ristretta garantendo la con-tropendenza verso monte del 10%;• collocare il primo ordine in legno parallelo al fiume (su-borizzontale);• posare il successivo ordine (corso) perpendicolarmentealla prima fila, i corsi perpendicolari interni potranno esserepiú di 2 per conferire maggiore resistenza;• durante la costruzione del castello, realizzare il collega-mento tra un ordine ed il successivo con tondini di ferro echiodame (cambre);•procedere alla realizzazione dei piani successivi seguendole precedenti istruzioni;• riempire la struttura con pietrame dopo aver realizzato ilmontaggio di due serie di legni: rivestirla con tondelli o mez-zipali che saranno fissati con tondini di ferro. Il tondame avalle dovrà sporgere dal resto della struttura almeno 15-20cm;• a valle formare una platea di massi ciclopici ed a tergodella briglia riempire con materiale lapideo.

Quando realizzarlaTutto l’anno.

Alcuni suggerimentiSe si dovesse realizzare un sistema di briglie si consiglia dicostruirle partendo dal basso verso l’alto, in quanto, oltre arecuperare il terreno di scavo ottenuto dalla linea succes-siva posta a monte, è piú facile correggere il profilo longitu-dinale del torrente.I primi 2 o 3 corsi di legno devono essere posti sotto il lettodel fiume.Per il fissaggio dei pali, perforare completamente i 2 tronchida bloccre ed utilizzare punte o chiodame di adeguata lun-ghezza (almeno 40 cm), poiché la foratura parziale può ori-ginare fessurazioni o rotture del legno al momento dell’in-serimento forzato del tondino. Fare attenzione al rigonfia-mento del legno in acqua.Quest’opera è da utilizzarsi solo per manufatti di modestedimensioni (da 1 a 1,5 m di altezza) ed è sconsigliata in pre-senza di portate solide che potrebbero provocare rotturealla struttura.Le dimensioni del pietrame di riempimento devono esseretali da non fuoriuscire dalla struttura in legname. È da evi-tare l’inserimento successivo del pietrame dall’esterno. Ilrapporto tra altezza e larghezza deve essere 2:1 - 3:1. Per ga-rantire maggiore stabilità al manufatto è possibile realizzre

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una fondazione con il medesimo materiale.I massi sistemati a valle (platea) dovranno avere grosse di-mensioni, per evitare lo scalzamento.Le fessure tra gli elementi che formano la gaveta possonoessere sigillati con bitume a freddo.I corsi suborizzontali devono essere posati sfalsandoli dicorso in corso seguendo uno schema a quinconce.Una fase importante della costruzione è il corretto ammor-samento laterale dell’opera per evitare lo scalzamento: icorsi orizzontali, man mano si sale, dovranno avere una lun-ghezza maggiore, sporgendo dai pali orizzontali sottostantidi almeno 30-50 cm. Il paramento dovrà essere verticale,

senza controtendenza a monte, in quanto si aumenta la du-rata del legno che è posto sempre sotto azione costante delflusso d’acqua.L’inserimento di talee è consigliabile solo nelle ali della bri-glia, onde evitare l’ostruzione del flusso d’acqua in prossi-mità della gaveta. In fase di realizzazione porre attenzioneall’autorizzazione per i lavori in alveo che richiedono, inbase alle norme vigenti, il recupero ittico.

Opere similiGabbioni, scogliere, soglie, palificata doppia.

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4 - SOGLIE DI FONDO E RAMPE IN MASSI

Cosa sono

Simili ad un muro in sassi molto basso, oppure ad un selciatoin pendenza, sono realizzate con massi di grosse dimensioni.La rampa si differenzia dalla soglia per la larghezza.A cosa servonoPer consolidare il fondo dell’alveo e raccordare un salto tratra un manufatto e il letto del fiume, collegando quindi duepunti posti a quote diverse con una sola livelletta.

Dive serveIn alveo come intervento trasversale. Opera tridimensio-nale.

Che materiale utilizzare• massi ciclopici;• eventuali funi d’acciaio e tasselli d’ancoraggio per situa-zioni di elevata pendenza o notevole forza della corrente;

Quali mezzi ed attrezzature• escavatore;• benna da scogliera;• autocarro per trasporto interno del materiale;• compressore, culottes e trapano perforatore.

Come realizzarle• deviare l’acqua del torrente;• effettuare uno scavo a sezione ristretta;• consolidare la base dove verranno collocati i massi costi-pando il fondo con la benna dell’escavatore;• collocare il primo corso di sassi sotto la quota di fondo, davalle verso monte;

• possibile ancoraggio dei singoli massi tra loro oppureanche alle sponde in roccia;• sfalsare i successivi corsi in pietrame sino a quando il saltodi quota non è stato livellato, mantenendo una pendenza e-levata, oltre 60°.

Quando realizzarleTutto l’anno.

Alcuni suggerimentiAssicurare la presenza di un alveo di magra ben definito permantenere condizioni favorevoli alla vita e al movimentodella fauna ittica, allo scopo di avere un aspetto il piú pos-sibile naturale.La realizzazione di una soglia o di una rampa arcuata, con-vessa e controcorrente, assicura una migliore stabilità delmanufatto.La posa dei massi dovrà essere il piú possibile irregolare, a-vendo sassi a diverse quote; quelli che emergono maggior-mente dalla quota di fondo dovranno essere piú grossi peruna maggiore protezione allo scalzamento.È consigliabile la posa dei sassi, cominciando dal basso deltorrente, proseguendo poi verso monte.In fase di realizzazione porre attenzione all’autorizzazioneper i lavori in alveo che richiedono, in base alle norme vi-genti, ol recupero ittico.

Opere similiScogliere, briglie in legname.

PROBLEMATICHE SOLUZIONI• portate solide e facile deterioramento del legname ☛ • realizzare opere simili come scogliere o soglie

• ostacolo per la fauna ittica ☛ • costruire opere di minor altezza oppure opere simili

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PROBLEMATICHE SOLUZIONI• difficoltà d’accesso e recupero massi ☛ • realizzare opere simili come la briglia in legname

• pendenze elevate ☛ • costruire opere simili come scogliere

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• miniescavatore;• trattore;•trattore;• piccone e pala;

Come realizzarla• deviare l’acqua del torrente;• effettuare uno scavo in sezione ristretta, con una contro-tendenza a monte del 10%;• eventualmente posare un letto di ramaglia morta, orien-tata in senso normale alla corrente, per evitare l’erosione elo scalzamento del terreno al piede dello scavo di fonda-zione;• costruire la prima fila di gabbioni posando il pietramedentro le apposite gabbie metalliche, avendo cura di collo-carlo come se fosse un muro a secco, onde evitare l’ovaliz-zazione della struttura sotto carico;• ogni successiva fila di gabbioni deve essere posta in modoarretrato rispetto alla precedente, cosí da formare dei gra-doni, sui quali è anche possibile riportare una miscela d’i-nerte terroso e terreno vegetale, posando preventivamentedel feltro;• la posa del materiuale vegetale può avvenire in due modi:– direttamente: le talee , che devono avere lunghezza su-periore a quella del gabbione, possono essere inseritenelle gabbionate con la posa del pietrame fino a porle incontatto con il terreno retrostante;– successivamente: formando con georete o feltri dellesacche di terra esterne o interne al gabbione, ad esso legate,nelle quali inserire il materiale vegetale.• Seminare.

Quando realizzarlaTutto l’anno.

Alcuni siggerimentiOltre a quelli quadrati o rettangolari, i gabbioni possono es-sere anche cilindrici: sono costruiti utilizzando della retezincata arrotolata, attorno al materiale di riempimento, e le-gata con filo zincato.Generalmente il peso proprio delle gabbionate cilindricheè sufficiente a mantenerle sul posto, tuttavia a valle possonoessere ancorati ulteriormente da picchetti di legno o tondinidi ferro ad aderenza migliorata, infissi nel terreno per circa1 metro ad intervallo variabile compreso tra 50-100 cm. Legabbionate standard sono dei parallelepipedi1,00x1,00x2,00; quelle cilindriche come quelle cubiche sono

5 - GABBIONATA (SPONDALE)

Cosa èÈ simile ad un muro formato da gabbioni metallici riempiticon pietrame o ciottoli, posati l’uno sopra l’altro e rinverditicon l’inserimento di talee.

A cosa servePer il sostegno di scarpate instabili ed umide, difesa spon-dale in presenza di corrente veloce con poco trasporto so-lido e terreno smosso.

Dove serveIn alveo come intervento longitudinale e trasversale.È spesso impiegata anche in versante o lungo le strade. O-pera tridimensionale.

Che materiale usare• gabbioni a scatola in rete metallica a doppio filo zincato;• filo di ferro zincato, diam. 2,7-3,0 mm;• georete tridimensionale in polipropilene;• biofeltro non tessuto;• pietrame o ciottoli;• Materiale vegetale vivo come talee e/o piantine a radicenuda o in piena terra;• sementi.

Quali mezzi ed attrezzature

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di magra.In fase di realizzazione porre attenzione all’autorizzazioneper i lavori in alveo che richiedono, in base alle norme vi-genti, il recupero ittico.

Opere similiPalificata doppia, briglia in legname e pietrame, scogliera,soglie.

di difficile reperimento per limitati pezzi. Nel confezionamento della gabbionata occorre cucire accu-ratamente i lati del parallelepipedo con filo zincato; per e-vitare lo spanciamento del paramento a valle è opportunotensionare i lati tirando alcuni fili di collegamento a circametà altezza (due fili per il lato corto e uno per quello lungo).Sotto il livello di magra è possibile operare con ramagliamorta o solo con gabbioni senza materiale vegetale. Il ma-teriale vegetale vivo è impiegato unicamente sopra il livello

PROBLEMATICHE SOLUZIONI• deterioramento del legname in alcuni decenni ☛ • realizzare su pendici ben vegetate e con buone

caratteristiche d’attrito, possibilità di trattamento dellegname con oli

• venute d’acqua a monte ☛ • posa di tubi di drenaggio, feltri, fascinate

• spazi limitati ☛ • realizzazione palificata viva ad una parete

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Valeria Sonvico Paesaggio: una risorsaimportante da recuperaree valorizzare

valorizzazione del territorioa tal punto che la stessa Co-munità Europea ne ha rece-pito l’importanza e conse-guentemente ha rafforzatol’assetto normativo di carat-tere agro-ambientale. LaCommissione Europea haaltresì sottolineato l’impor-tanza del settore agricoloquale tutore del territorio eproduttore di servizi a mi-

gliorare la qualità della vita.La funzione dell’agricolturanon solo ha mantenuto al-cune caratteristiche, ma inmolti casi è riuscita a ristabi-lire, e col tempo mantenere,l’equilibrio ecologico alte-rato. In alcune situazioni,però, laddove il comparto a-gricolo non svolge la propriaattività, è opportuno il recu-pero del paesaggio con un’a-deguata pianificazione del

territorio accompagnata,ove necessario, anche dauna progettazione dell’im-pianto colturale.Il paesaggio non è altro cheil risultato dell’attività u-mana sull’ambiente e il suorecupero deve consentireun ritorno alla condizione o-riginaria senza interveniretroppo e soprattutto senzafare nulla di irreversibile.

L’uomo nellos v o l g i m e n t odelle sue atti-vità deve limi-tarsi a :a) conservare;b) salvaguar-dare;c) restaurare;d) riconvertire.Si precisa checon “restaura-re” si intende ri-parare o ripor-tare alle condi-zioni di originerecuperandol’efficienza tec-nica e una con-dizione di uti-lizzabilità; in-vece con “ricon-vertire” si in-tende l’asse-gnazione di unnuovo uso, una

nuova destinazione diffe-rente dalla funzione tradi-zionalmente adottata.Il livello delle informazionidi approfondimento da rac-cogliere dipende dagli scopidella progettazione; ad e-sempio per la pianificazioneterritoriale è sufficiente rica-vare informazioni dalla car-tografia esistente, mentreper la progettazione dell’im-pianto i dati devono essere

I l paesaggio che ci cir-conda porta con sé unaserie di informazioni

che parlano della nostra ci-viltà, della nostra cultura edell’evoluzione temporaledi ogni singolo elemento am-bientale. Se da una parte si èassistito all’inserimento distrutture che hanno valoriz-zato il contesto paesaggi-stico, si è anche, purtroppo,

assistito ad una crescente ur-banizzazione che ha inevita-bilmente influito sulla super-ficie e sulla qualità delle areepaesistiche.Il paesaggio di conseguenzaè cambiato ed è diventatosempre più il prodotto di di-verse utilizzazioni,sovrap-poste o affiancate.Attualmente la società è par-ticolarmente sensibile al ri-spetto dell’ambiente e alla

di maggior dettaglio poichéla scelta delle specie è vin-colata dalle caratteristicheambientali. L’ambiente è contraddi-stinto da fattori climatici, e-dafici, biologici e geomorfo-logici che condizionanoprofondamente il soddisfa-cimento delle esigenze col-turali.

Fasi di progettazioneAffrontiamo sinteticamentele fasi di una progettazioneche si possono ricondurre a:definizione delle caratteri-stiche stazionarie, defini-zione degli obiettivi dell’in-tervento, scelta delle speciee del modello colturale da u-tilizzare, scelta del mate-riale vivaistico ed infine tec-niche colturali per la prepa-razione del terreno.Una corretta analisi dellastazione in cui si intende o-perare è il primo elementobase per individuare specieche dovranno essere utiliz-zate.Le caratteristiche della sta-zione comprendono l’in-sieme della valutazionedegli aspetti geomorfolo-gici, condizioni climatiche,analisi pedologiche e osser-vazione della vegetazionecircostante. Queste rileva-zioni possono essere ese-guite con rilevamenti di tipodiretto, quali, ad esempio,rilevazione della piovosità,temperatura, presenze e di-rezione dei venti, evapotra-spirazione delle piante, tes-situra, scheletro e fertilitàdel terreno, oppure con rile-vamenti indiretti tra cui let-tura della cartografia, cartepedologiche, geoambien-

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 57

influenzando le caratteri-stiche del terreno e della mi-crofauna esistente.Per quanto riguarda il mo-dello colturale non esistonoregole e occorre esaminare ilsingolo caso volta per volta,generalmente possiamodire di tenere conto delle e-sigenze delle specie, deicosti e della possibilità dimantenimento dell’impian-to nel corso degli anni.Da ultimo la messa a dimoradel materiale scelto presup-pone un’idonea prepara-zione del terreno che deveessere eseguita in condi-zioni favorevoli all’esecu-zione dei lavori e che garan-tisca un buon attecchimentoed un’equilibrata crescitadelle piantine.Senza soffermarci sulle pra-tiche agronomiche di lavora-zione del terreno è utile sot-

tolineare nuovamente comesia altamente difficile riu-scire a ripristinare un am-biente deteriorato o abban-

tali e bioclimatiche.È indispensabile a-vere chiara la fina-lità dell’interventoche si intende rea-lizzare: ecologica -paesistica oppurecon funzione pro-tettiva del suolo.A questo punto èpossibile sceglierele specie che pos-sono essere inse-rite nel progetto.Questa fase è moltodelicata in quantodevono essere te-nute in considera-zione le caratteri-stiche della specie,le sue esigenze pe-doclimatiche e la valuta-zione della vegetazione pre-sente circostante per garan-tire con successo lo sviluppoe la riproduzione in quel-l’habitat e non ultimo deveessere rivolta particolare at-tenzione anche alle risorsefinanziarie a disposizione.L’inserimento in un determi-nato ambiente può preve-dere specie, singole o asso-ciate, erbacee, arboree o ar-bustive, e per tutte devonoessere esaminati aspetti ge-netici, fitosanitari e morfolo-gici. Si precisa che le specieeventuali da consociarehanno il ruolo essenziale dimigliorare l’inserimentodella specie principale siainfluenzando il microclimacon conseguente riduzionedegli interventi ad esempiolegati all’irrigazione o al con-tenimento delle infestanti o

donato e che per perseguireuna buona riuscita occorretenere presente numerosifattori e le interazioni tra diessi. Gli interventi effet-tuati, oltre ad essere compa-tibili, non devono essere av-vertiti “dall’occhio” umanocome l’inserimento di unqualcosa che interrompe ilpaesaggio, ma piuttosto oc-corre ricreare un’armonia dielementi naturali, e non,senza volere a tutti i costi in-serire originalità, ma rispet-tando semplicemente ilcontesto, le tradizioni esi-stenti, permettendo l’inseri-mento di eventuali innova-zioni esclusivamente pergarantire funzionalità pri-marie specifiche in quel ter-ritorio.

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PROTEZIONE CIVILE

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Ferdinando Vacchi Evento sismico de L’AquilaAppunti di viaggio delle squadreBrescia 1 e Brescia 2

zione a Roma di un Coordi-namento tecnico nazionale. Il corso ha abilitato 27 geo-metri (diciannove del Col-legio di Brescia, due del Col-legio di Bergamo, due delCollegio di Cremona e duedel Collegio di Mantova) chesono stati inseriti in un e-lenco nazionale depositatopresso il Dipartimento. Mai ci saremmo aspettatiche pochi mesi dopo la no-stra formazione saremmostati chiamati a far partedelle squadre attive in occa-sione dell’evento sismico

del 25 novembre 2004 con e-picentro a Salò. Dalla teoriaalla pratica, un esperienzapositiva a 360 gradi!Dopo cinque anni, il 6 aprile2009, il devastante terre-moto d’Abruzzo, magnitudo3,8 della scala Richter.Il 28 aprile 2009 abbiamodato la disponibilità ad in-tervenire in Abruzzo; siamostati divisi in due gruppi o-perativi. Il primo era formato da Gio-vanni Frosi (capogruppo), diLeno; Andrea Lariccia diBrescia; Vitale Moglia di Ci-

I l 6 maggio 2004 pres-so il Collegio dei geo-metri di Brescia ve-

niva inaugurato il primocorso italiano di “Forma-zione per la pianificazione ela gestione tecnica dell’e-mergenza sismica” organiz-zato dal Dipartimento dellaProtezione Civile Nazionalee dal Consiglio Nazionaledei geometri. L’obiettivo della ProtezioneCivile era quello di creare unmodello professionale ca-pace di dare risposte efficacialle emergenze e la crea-

vidate Camuno; il secondoda Ferdinando Vacchi (capo-gruppo), di Crema; Gian Bat-tista Turrini di Ospitaletto;Anselmo Gusperti di Cre-mona.Siamo arrivati a L’Aquila l’11maggio 2009 e ci siamomessi a disposizione del DI-COMAC di Coppito. In questa occasione ab-biamo avuto il piacere di in-contrare il nostro “capo”Guido Bertolaso. Con grande nostra sorpresaha ricordato la partecipa-zione dei geometri bresciani

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PROTEZIONE CIVILE

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A sinistra, le due squadre brescianedi rilevatori danni, che si sonointrattenute in Abruzzo otto giorni,insieme con il Capo della Protezionecivile italiana, Guido Bertolaso.Le altre immagini del serviziomostrano aspetti del sisma aquilano

durante l’evento sismico diSalò e, in particolare, deineo formati per l’eventopost-sismico. Cordiale e gentilissimo ci haringraziato per la nostra pre-senza all’Aquila auguran-doci buon lavoro. Non po-teva mancare la foto ricordoe la stretta di mano. Ricevute le prime istruzionidal DICOMAC di Coppito cisiamo recati in località Pia-nola ospiti del Centro opera-tivo gestito dalla ProtezioneCivile Veneta.In questa circostanza ab-biamo potuto apprezzare laperfetta organizzazionedella struttura operativa mo-bile della Protezione Civile. Dopo la prima notte in tendanel campo di Pianola, cisiamo diretti al COM diRocca di Mezzo.Il Centro operativo ci haquindi destinato ad Aielli,paesino a 60 km dal capo-luogo, a circa 1000 metri d’al-tezza. Il responsabile del-l’Ufficio Tecnico di Aielli cistava aspettando. Sulla scrivania erano giàpronti gli elenchi per i so-pralluoghi di valutazionedei danni e verifica dell’agi-bilità degli edifici. Subito dopo i primi sopral-luoghi, verificate le vecchiecase in pietra, parlando congli abitanti ci siamo resiconto che il paesino di Aielliaveva subíto in passato, nel-l’evento sismico del 1915,gravi danni agli edifici e chenella ricostruzione eranostati inseriti tiranti e catene,muri di sostegno e con-trafforti. Questi accorgimenti hannoben risposto alle sollecita-

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PROTEZIONE CIVILE

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zioni del nuovo sisma, tut-tavia alcune vecchie lesionisi sono riaperte e nuove sonocomparse, in modo partico-lare su quelle strutture posteortogonalmente alla dire-zione della forza sismica. Il risultato di otto giorni di la-voro è rappresentato da 120schede di sopralluoghi perle agibilità depositatepresso il COM di Rocca diMezzo.

Siamo rientrati allabase la sera del 18maggio 2009.

Il compito è stato svolto,oltre che con la serietà e lacompetenza che l’incarico ri-chiedeva, anche con purospirito di volontariato, conmezzi propri e a propriespese, considerando che es-sendo tutti liberi professio-nisti, abbiamo tralasciatoper otto giorni il nostro la-voro senza sovvenzioni dinessun tipo.In Abruzzo abbiamo cono-sciuto una popolazione fieraed onesta che sopporta in si-lenzio il disagio che sta vi-vendo. Dobbiamo sottolineare chel’Amministrazione comu-nale di Aielli ha collaboratofattivamente con noi sup-portandoci nel migliore deimodi. La zona assegnataci era col-pita in modo non particolar-mente grave, ma durante ilnostro trasferimento ab-biamo attraversato il terri-torio più colpito dal sisma, inmodo particolare ci siamofermati a Onna, la piccola fra-zione in provincia de L'A-quila che è uno dei centri piùcolpiti, dove il 50% della

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PROTEZIONE CIVILE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 63

case è crollato e l’altro 50% èdanneggiato. Il modesto contributo all’e-mergenza post-sismica so-pra descritta, ha visto prota-

gonisti geometri bresciani,cremaschi e cremonesi infraterna e cordiale unioned’intenti.

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SICUREZZA CANTIERI

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Alfredo Dellaglio Valutazione delle responsabilitàe degli obblighi in materiadi sicurezza negli studi tecnici

disposizioni di cui al pre-sente decreto legislativo siintende per:a) lavoratore: persona che,indipendentemente dallatipologia contrattuale,svolge un’attività lavorativanell’ambito dell’organizza-zione di un datore di lavoropubblico o privato, con osenza retribuzione, anche alsolo fine di apprendere unmestiere, un’arte o una pro-fessione…omissis…

b) datore di lavoro: il soggettotitolare del rapporto di la-voro con il lavoratore o, co-munque, il soggetto che, se-condo il tipo e l’assetto del-l’organizzazione nel cui am-bito il lavoratore presta lapropria attività, ha la re-sponsabilità dell’organizza-zione stessa… in quanto e-sercita i poteri decisionali edi spesa.Valutando inoltre gli ob-blighi del datore di lavoro:

Art. 29. - Modalità di effet-

tuazione della valutazionedei rischi…omissis…5. I datori di lavoro che occu-pano fino a 10 lavoratori ef-fettuano la valutazione deirischi di cui al presente arti-colo sulla base delle proce-dure standardizzate di cuiall’articolo 6, comma 8, let-tera f). Fino alla scadenzadel diciottesimo mese suc-cessivo alla data di entrata invigore del decreto intermi-nisteriale di cui all’articolo 6,comma 8, lettera f), e, co-munque, non oltre il 30giugno 2012, gli stessi datoridi lavoro possono autocerti-ficare l’effettuazione dellavalutazione dei rischi; e co-munque il datore di lavoroha ulteriori obblighi quali:– la nomina del RSPP o la ge-stione in proprio del SPP, lanomina del medico compe-tente e la sorveglianza sani-taria, la comunicazione all’I-nail del nominativo del RLSecc.

Ritengo opportunotrattare l’argo-mento per quanto

attiene agli aspetti della si-curezza nell’ambito deglistudi tecnici:– studio tecnico da geo-

metra o altro libero profes-sionista con dipendenti;

– idem c.s. senza dipendentima con praticanti;

– studi associati con dipen-denti, con o senza prati-canti;

– studi associati senza di-pendenti;

Solitamente si pensa allostudio tecnico del geometracome un luogo in cui non sipossano verificare infortuni,purtroppo invece si deve va-lutare l’argomento sicurezzapartendo dal presuppostoche alcune operazioni dellenostre competenze compor-tano rischi di vario generecome per esempio:– rilievi topografici su pen-

dii, in prossimità di stradetrafficate, di corsi d’acquaecc;(rischi di vario generequali incespicamento oscivolamento con rischiodi urto di parti del corpo,testa, schiena ecc, investi-menti, ecc.);

– contabilità di cantiere (am-biente di per sé molto ri-schioso per il quale ritengoinutile descriverne i ri-schi…);

– uso di p.c. con programmiinformatici di disegno ecc.(rispetto della proceduraper videoterminalisti…),ecc.

Ciò premesso, facciamoun’analisi delle definizionidel TUSL D lgs 81/2008:Art. 2. - Definizioni1. Ai fini ed agli effetti delle

Considerazioni finaliL’autocertificazione non puòessere solo un mero docu-mento di attestazione se lavalutazione dei rischio e ladefinizione delle misure disicurezza non sono state a-dottate.Per uno studio tecnico digeometra, per esempio –come già accennato in pre-messa –, si deve valutarequali siano i rischi dei di-pendenti o dei praticanti re-lativamente a:– rilievi topografici di strade,

canali, ponti ecc (in cui sonopresenti notevoli rischi);

– contabilità di cantiere (am-biente di per sé rischioso);

– videoterminalisti (uso dip.c. con programmi infor-matici di disegno in cui sideve applicare la proce-dura per i viodeotermina-listi) ecc.

Valutati i rischi si devono de-finire le misure di preven-zione e di protezione.

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GEOLOGIA

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Dott. Giovanni Fasser La gestione delle terree rocce da scavo

comma 10- sexies della nuova legge 2 del 19 gennaio 2009. A partire dal 2005 la Provincia di Brescia – Area Ambiente eArea Tecnica, Associazione Comuni Bresciani, l’Arpa Lom-bardia – Dipartimento di Brescia, l’Associazione IndustrialeBresciana, l’Associazione Piccole e Medie Industrie, il Col-legio Costruttori di Brescia e provincia e i principali Ordinie Collegi (con l’inspiegabile esclusione dell’Ordine dei geo-logi) hanno organizzato convegni su tale materia e hannoprodotto un documento con linee guida per la gestionedelle terre e rocce da scavo, ad uso degli enti pubblici inte-ressati (soprattutto comuni), delle imprese e dei professio-nisti. A tale documento hanno partecipato tecnici sia di entipubblici che privati, tra cui alcuni colleghi geologi che ope-rano negli enti pubblici territoriali.Si riporta di seguito il documento sopra citato con i moduliallegati e si rimanda ai siti web della Provincia di Brescia:http://www.provincia.brescia.it/portal/page/portal/pro-vincia/novitaPortale/notizie?idn=4822di Arpa Lombardia:http://ita.arpalombardia.it/ITA/chisiamo/index_chisiamo.aspIspra-ex Apat (agenzia nazionale dell’ambiente):http://www.isprambiente.it/site/it-IT

Il D. Lgs. 152/2006 (Codice dell'Ambiente), all’art. 186,comma 3 e art. 266, comma 7, aveva previsto con variemodalità una serie di obblighi per la gestione delle

terre e rocce da scavo, con semplificazioni riguardanti i can-tieri di piccole dimensioni (< 6.000 m3); inoltre, l’art. 186 ri-chiedeva il parere di Arpa, per la ricerca degli inquinanti ela verifica delle operazioni di recupero, che debbono essereanche ora “certe” e “senza trasformazioni preliminari”.Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 4/2008 (dal 13 febbraio2008) è stata modificata tale gestione, eliminando sia l’ob-bligo di parere preventivo da parte delle Arpa, sia le distin-zioni tra piccoli e grandi cantieri. Il risultato di tali modificheimpone di far ricadere la responsabilità della gestione delleterre sugli attori coinvolti a vario titolo nella loro movimen-tazione e scavo, i quali dovranno essere certi della destina-zione finale e si assumono la responsabilità della non con-taminazione della terra stessa, attraverso un’analisi chimicadi caratterizzazione. Le terre e rocce da scavo sono considerate rifiuti speciali(come da art. 184 del D.Lgs 152/06), tuttavia è prevista lapossibilità di stralciare tali materiali dal regime di tratta-mento dei rifiuti nel rispetto di quanto esposto agli articoli185 e 186 dello stesso D.Lgs. così come modificati dal D.Lgs4/2008 e di quanto ulteriormente disposto al Titolo III, art. 20

L’art. 186 del D.lgs.152/06 in-dica le condizioni alle quali èconsentito il riutilizzo delle

terre e rocce da scavo, ottenute qualisottoprodotti, per reinterri, riempi-menti, rimodellazioni e rilevati.Con le presenti indicazioni si vuole for-nire un contributo ai vari soggetti inte-ressati (in primis imprese e Comuni)all’applicazione di questa normativaoffrendo, fatte salve ovviamente leprerogative interpretative ed applica-tive di ciascun ufficio pubblico, unquadro riepilogativo della normativariguardante le opere e gli interventisoggetti a denuncia di inizio attività(DIA) o a permesso di costruire preci-

(AIB);• Associazione Piccole e Medie Indu-

strie (API)• Collegio Costruttori di Brescia e pro-

vincia;• Associazione Bresciana Cavatori I-

nerti (ABCI);• Ordine dei Dottori Agronomi e Fore-

stali;• Ordine degli Ingegneri;• Ordine degli Architetti;• Collegio dei Geometri e dei Geo-

metri laureati;• Collegio dei Periti Industriali e dei

Periti Industriali laureati;• Collegio dei Periti Agrari e dei Periti

Agrari laureati.

1. Procedura amministrativaLe procedure individuate riguardanoesclusivamente le terre e rocce dascavo e non riguardano i materiali dademolizione o altre tipologie di mate-riale, anche qualora mescolato con

sando, in particolare, quali sono leprocedure amministrative necessarieper il rilascio dell’autorizzazione ed ilcontrollo ambientale ed i criteri perl’accertamento della sussistenza deirequisiti previsti dalla legge.Alla stesura delle indicazioni per l’uti-lizzo e la gestione delle terre e rocceda scavo hanno partecipato i rappre-sentanti di:• Provincia di Brescia – Area Ambiente

e Area Tecnica;• Associazione Comuni Bresciani

(ACB);• Arpa Lombardia – Dipartimento di

Brescia;• Associazione Industriale Bresciana

Indicazioni per l’utilizzo e la gestione delle terre e rocceda scavo nei lavori privati sottoposti a Diao a Permesso di costruire

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GEOLOGIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 67

terre e rocce.La verifica delle condizioni per l’uti-lizzo delle terre e rocce da scavo, qualisottoprodotti, e quindi l’applicazionedelle presenti indicazioni, nel rispettodi quanto indicato dall’art.186 deld.lgs.152/06, deve essere effettuatanell’ambito della procedura di rilasciodel permesso di costruire o della de-nuncia di inizio attività (Dia), quindinell’ambito di un procedimento di as-senso aperto presso il Comune doveviene effettuato lo scavo.

Nota: al fine di verificare le condizionisi ritiene necessario che le stesse sianoindicate in un apposito documentopresentato insieme alla DIA o al per-messo di costruire. Si suggerisce l’usodel prospetto che si propone in alle-gato (Allegato 1) e che dovrà essere ac-compagnato dalla documentazionenecessaria ed ivi indicata.

Tutta la procedura dovrà concludersipreliminarmente alla realizzazionedegli scavi.

Nota: le terre e rocce da scavo prove-nienti da lavori realizzati al di fuoridelle procedure previste dalla leggesono rifiuti e quindi devono essere av-viate o a smaltimento in discarica o alrecupero presso impianti autorizzati.

2. Riutilizzo integralesenza preventivo trattamentoo trasformazione preliminareIl riutilizzo della parte destinata al re-cupero deve essere integrale senzapreventivo trattamento o trasforma-zione preliminare.Si ritiene che per “trasformazione pre-liminare” debba intendersi qualsiasiattività finalizzata ad alterare il conte-nuto degli inquinanti nell’ammasso diterre e rocce da scavo. Quindi tale circostanza si verificaanche nel caso dell’attività di vaglia-tura se è finalizzata ad ottenere da ununico ammasso due ammassi aventiconcentrazioni diverse di inquinanti. A condizione che non sia modificata lapercentuale di inquinanti originariadell’intero ammasso, anche attivitàquali l’essiccamento mediante evapo-

centrazioni superiori alla colonna A,ma inferiori alla colonna B, di cui allaTabella 1 dell’allegato 5, della parteIV, Titolo V, del d.lgs. n.152/06 pos-sono essere riutilizzati previa valuta-zione in riferimento alla specifica de-stinazione d’uso del sito di riutilizzo.

Arpa suggerisce:• nel caso di riutilizzi per rilevati stradali,

la cui destinazione d’uso è co-munque prevista con i limiti di cuialla colonna B, non è necessaria nes-suna verifica specifica poiché il rile-vato verrà successivamente di fattoimpermeabilizzato con manto di a-sfalto (se ed in quanto lo specificoprogetto ne preveda una effettivaimpermeabilizzazione);

• nel caso di recuperi ambientali, reinterri eriempimenti è necessario verificare,oltre alla destinazione urbanisticadel sito di destinazione, che non visia un peggioramento delle condi-zioni ambientali del sito dove verràriutilizzato il terreno.

Nota: la verifica proposta da ArpaLombardia richiede che il materialeda riutilizzare abbia concentrazioni dicontaminanti non superiori a quelli ri-scontrati nel sito di destinazione, conun margine di tolleranza non superioreal 20% sulla concentrazione media.

Da tale quadro risulta la necessità che ogniscavo sia caratterizzato analiticamenteal fine diverificare che non provenga da sitocontaminato e al fine di verificare lacompatibilità con il sito di destina-zione.Si evidenziano comunque alcuni casiper i quali sono di seguito indicate leproposte operative

4.1 Scavi da svolgere in areepubbliche o private interessatedalla presenza di attività industrialio artigianali, serbatoi o cisterneinterrate adibite allo stoccaggiodi idrocarburiSi ritiene necessaria una indaginesul sito di scavo con campiona-menti spinti alla profondità mas-

razione, la macinatura o la vagliatura,non vengono ritenute trasformazioni opreventivi trattamenti.

Nota: l’essiccamento di terre e roccecontenenti sostanze inquinanti volatili,costituisce una trasformazione, alte-rando il contenuto di contaminanti del-l’intera massa.

3. Accertamento della provenienzadelle terre e rocce da scavoIn relazione a quanto previsto dalpunto e), del comma 1, dell’art.186 leterre e rocce da scavo non devono pro-venire da un sito contaminato. Quindisi ritiene che non possano essere classificaticome terre e rocce da scavo i terreni provenientida un sito sottoposto ad intervento di bonificaanche qualora le caratteristiche anali-tiche del terreno lo caratterizzino conconcentrazioni di contaminanti infe-riori alle Concentrazioni Soglia di Con-taminazione (CSC) di cui alla Tabella 1dell’allegato 5, della parte IV, Titolo V,del d.lgs.152/06.

Nota: l’esclusione di cui sopra non o-pera per i terreni provenienti da un sitogià contaminato nel quale le opera-zioni di bonifica sono già terminate edè stata rilasciata la certificazione di av-venuta bonifica prevista dall’art.248,comma 2, del d.lgs. 152/06.Devono essere inoltre sempre trattaticome rifiuti i terreni che abbiano unapresenza di contaminanti con concen-trazione superiore alle CSC della co-lonna B, di cui alla Tabella 1 dell’alle-gato 5, della parte IV, Titolo V, deld.lgs. 152/06.

4. Verifica di compatibilitàcon il sito di destinazione:campionamenti e analisiAi fini di tale verifica si trascrivono leindicazioni di Arpa Lombardia che hastabilito:– terreni con contaminanti aventi con-

centrazioni inferiori alle CSC dellacolonna A di cui alla Tabella 1 dell’al-legato 5, della parte IV, Titolo V, deld.lgs. n.152/06 sono ritenuti idoneiper qualsiasi uso autorizzato;

– terreni con contaminanti con con-

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GEOLOGIA

68 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

cessaria un’indagine sul sito discavo con campionamenti spintialla profondità massima di 0,50 mdal piano campagna e si suggeriscela formazione di un campione rap-presentativo ogni 3.000/5.000 metriquadrati di superficie interessatadallo scavo, formando il campionecon la preventiva miscelazione dialmeno 5 subcampioni elementari. I parametri da determinare si ri-tiene debbano almeno essere: • Arsenico, Cadmio, Cromo totale,

Cromo VI, Nichel, Piombo, Rame eZinco

• Policlorobifenili (PCB); • Idrocarburi Policiclici Aromatici

indicati tabella 1, allegato 5, allaparte IV del d.lgs. n. 152/06;

• Idrocarburi pesanti (C>12). Per i siti collocati in prossimità diinsediamenti le cui emissioni in at-mosfera possono avere effetto di ri-caduta sul suolo, i parametri da ri-cercare dovranno essere quellispecifici della fonte di emissioneindividuata.

4.4 Scavi da effettuarsi in aree di-verse da quelle precedentemente in-dicate ai punti 4.1, 4.2 e 4.3L’effettuazione di indagini anali-tiche si ritiene possa essere o-messa nei casi in cui l’indagine sto-rica relativa all’area evidenzi l’as-senza di fonti di contaminazione. A tal fine Apat, nelle proprie lineeguida del 2005 (punto n.3.2.2), rite-neva di poter escludere indagini a-nalitiche nelle “aree a verde, bo-schive, agricole, residenziali, astefluviali o canali in cui sono assentiscarichi etc” (Allegato 3).La verifica della contaminazionedovrà comunque essere effettuataqualora siano utilizzate tecniche discavo potenzialmente contami-nanti, ovvero si manifestino evi-denze visive e/o olfattive di conta-minazione durante le operazioni dicantiere.

sima di 0,50 m dal piano campagna.Si suggerisce la formazione di uncampione rappresentativo ogni3.000/5.000 metri quadrati di su-perficie interessata dallo scavo,formando il campione con la pre-ventiva miscelazione di almeno 5subcampioni elementari. Le sostanze da verificare, da defi-nirsi in funzione dell’analisi storicacondotta sul sito, dovranno almenoessere estese ai parametri relativia:- Arsenico, Cadmio, Cromo totale,

Cromo VI, Nichel, Piombo, Rame eZinco.

- Idrocarburi pesanti (C>12).- Idrocarburi Policiclici Aromatici

indicati nella tabella 1, allegato 5,alla parte IV del d.lgs. n. 152/06.

- Policlorobifenili (PCB).In aggiunta a tali determinazioni,sarà opportuno eseguire analisispecifiche relativamente alla po-tenziale presenza di sostanze in-quinanti connesse con le attivitàantropiche eventualmente svoltesull’area nel corso dell’analisi sto-rica o con fonti di pressione am-bientale eventualmente rilevate.

4.2 Scavi da realizzare in aree inte-ressate da procedimenti di bonificagià conclusiSe la Provincia ha già rilasciato ilcertificato previsto dall’art. 248 deld.lgs. n. 152/06, non è necessaria apriori l’esecuzione di ulteriori inda-gini, se non vi sono state ulteriorimodificazioni all’interno del sito.

4.3 Scavi da realizzarsi:- in prossimità del bordo stradale

di strutture viarie di grande traf-fico;

- in prossimità di insediamenti chepossano aver influenzato le carat-teristiche del sito stesso me-diante ricaduta delle emissioni inatmosfera.

Anche in questi casi si ritiene ne-

In questo caso tali elementi ogget-tivi dovranno essere ben eviden-ziati in una relazione redatta e sot-toscritta dal tecnico incaricato chesi assume la piena responsabilitàdi quanto dichiarato.Negli altri casi si ritiene comunquenecessaria una caratterizzazione a-nalitica del terreno, con campiona-mento spinto alla profondità mas-sima di 0,50 m dal piano campagna.Si suggerisce la formazione di uncampione rappresentativo ogni3.000/5.000 metri quadrati di su-perficie interessata dallo scavo,formando il campione con la pre-ventiva miscelazione di almeno 5subcampioni elementari. I parametri da determinare si ri-tiene debbano almeno essere: •Arsenico, Cadmio, Cromo totale,

Cromo VI, Nichel, Piombo, Rame eZinco;

•Idrocarburi pesanti (C>12). In aggiunta a tali determinazioni,sarà opportuno eseguire analisispecifiche relativamente alla po-tenziale presenza di sostanze in-quinanti connesse con le attivitàantropiche eventualmente riscon-trate sull’area nel corso dell’analisistorica o con fonti di pressione am-bientale eventualmente rilevate.

5. Deposito Nel caso in cui non sia possibile l’im-mediato utilizzo delle terre e rocce dascavo nel progetto dovrà essere indicato il sito dideposito del materialeancorché l’utilizzo siagià stato individuato ed indicato.L’utilizzo delle terre e rocce da scavodovrà avvenire entro dodici mesi dal-l’avvenuto deposito. Trascorso detto ter-mine il proponente dovrà provvedere,secondo la normativa dei rifiuti, al con-ferimento del materiale non utilizzatoad apposita discarica o impianto di trattamentoautorizzati con riferimento alle caratteri-stiche del materiale stesso.Le terre e rocce di scavo in questionedovranno essere avviate agli utilizzi

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GEOLOGIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 71

7. Riutilizzo per riempimentodi cave in faldaNel caso di riutilizzo per il riempi-mento di cave con falda sub affiorantesi ritiene che le determinazioni anali-tiche siano estese anche ad una veri-fica del test di cessione delle terre erocce con riferimento all’Allegato 3 delDM 5/2/98 come modificato dal DMn.186/06.Il riutilizzo delle terre e rocce da scavonelle aree con acque sotterranee affio-ranti, in riferimento agli indirizzi ArpaLombardia del 20/8/08 n.11095/3.6.5,ed in analogia alla stessa materia giànormata dall’art. 5 (Recupero ambien-tale) del DM 5/2/98 e s.m.i., il test dicessione è quello di cui all’Allegato 3del DM 5/2/98 e s.m.i. Altresì in ottem-peranza al comma d-bis) del DM5/2/98, che così recita “in ogni caso, ilcontenuto dei contaminanti siaconforme a quanto previsto dalla legi-slazione vigente in materia di messa insicurezza, bonifica e ripristino am-bientale dei siti contaminati, in fun-zione della specifica destinazioned’uso” e valutato che gli acquiferi nonhanno una destinazione urbanisticapropria, il test di cessione di cui sopracontempla un numero limitato di pa-rametri chimici e debbano essere sal-vaguardate le aspettative ed i dirittidelle generazioni future a fruire di unintegro patrimonio ambientale, cosìcome previsto dall’art. 144 (Tutela euso della risorsa idrica) del d.lgs.152/06, qualora la massima quota dellasuperficie piezometrica sia posta auna quota maggiore della quota difondo della cava, meno un metro difranco, il riempimento di tale volumesia limitato a terre e rocce da scavonelle quali sia stato sempre verificatoil rispetto della colonna A , Tab. 1 alle-gato 5, Titolo V Parte IV del d.lgs.152/06.

8. Rintracciabilità delle terree rocce da scavo Si ritiene necessario che in sede di au-

previsti dal progetto di utilizzo allemedesime condizioni ivi espressa-mente previste. Qualora si prevedanocondizioni di utilizzo differenti lestesse dovranno essere tempestiva-mente comunicate al Comune.

6. Riutilizzo delle terre e rocceda scavo in sostituzionedel materiale da cavaIn relazione a quanto previsto dalcomma 1, lettera g), dell’art. 186, d.lgs.152/06, il riutilizzo delle terre e rocceda scavo in sostituzione dei materialidi cava dovrà avvenire nel rispetto diquanto previsto dall’art. 183, comma1), lettera p) per i sottoprodotti.Si ritiene che l’accettazione presso gliimpianti di cava di un quantitativo di“mistone naturale” proveniente dascavi esterni all’ambito estrattivo di la-vorazione debba sottostare ai due re-quisiti di seguito esposti:– requisito di rispondenza normativa

ai dettami delle norme armonizzateeuropee per l’apposizione del mar-chio CE. E’ necessaria una omoge-neità sia petrografica che di distri-buzione percentuale dei tipi litolo-gici dei materiali costituenti la coltrealluvionale;

– requisito di rispondenza tecnica ri-spetto all’impianto di lavorazione.Per impianti di lavorazione dotati difrantoio primario e/o di impianto digrigliatura è possibile lavorare unmateriale naturale avente una granu-lometria 0-400 mm; per impiantiprovvisti solo di cicli di frantuma-zione secondaria e/o terziaria, la gra-nulometria del materiale di scavo iningresso non dovrà superare i 200mm.

In sede di verifica del progetto dovràessere accertato che il materiale vengaconsegnato ad aziende che abbiano a-deguate caratteristiche al riutilizzo delmateriale, come derivante, ad e-sempio, da certificato di iscrizione allaCamera di Commercio.

torizzazione venga prevista la rintrac-ciabilità dei materiali, soprattutto nelcaso in cui le terre e rocce da scavosiano destinate ad un utilizzo in sito di-verso da quello di produzione.L’utilizzatore potrà documentare laprovenienza, la quantità delle terre erocce da scavo utilizzate e la specificadestinazione del sito di utilizzo me-diante una relazione finale a firma deldirettore dei lavori o, nel caso di recu-peri ambientali o di conferimento di“mistone”, mediante bollette di con-segna o analoga documentazione.Copia dell’autorizzazione comunaledovrà inoltre essere tenuta su ognimezzo di trasporto.È importante che copia degli atti auto-rizzativi siano trasmessi anche agli enticompetenti in relazione al sito di de-stinazione.

Allegati:• Allegato 1 - Grafo adempimenti Terre e Rocce• Allegato 2A Terre rocce - Da allegare alla richiesta diPermesso di costruire o Dia• Allegato 2B Terre rocce - Comunicazione rispetto con-dizioni• Allegato 3 - Apat Terre e rocce

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TECNICA

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Arch. Andrea Botti Archetipi di pietranei luoghi della rimembranza

si sono rivelati i presuppostiper la sperimentazione, la ri-cerca e per la nascita dinuove soluzioni tecniche ecompositive.Anche il marmo di Botticino,protagonista indiscusso dal-l’età romana nei luoghi della

nostra quotidianità, ha tro-vato spesso in queste espe-rienze progettuali le occa-sioni per proporsi come ma-teria del nostro tempo, ca-pace di dialogare con mate-riali meno ‘blasonati’ qualiferro, legno, mattoni ed

anche il calcestruzzo, comenel caso di una recente rea-lizzazione firmata dall’archi-tetto bresciano GaetanoBertolazzi. A Molinetto di Mazzano, uncomune collocato nel cuoredel distretto lapideo locale,

le necessità di ampliare lospazio cimiteriale e realiz-zare nuovi ossari divengonoil presupposto per un inter-vento di riqualificazione inequilibrio fra ricerca di dia-logo con l’esistente ed ilpaesaggio circostante e vo-

Nella città dei mor-ti, luogo della me-moria e della ri-

flessione, l’uso della pietra èinevitabilmente vincolato amolteplici fattori fra i quali: ilrapporto con la tradizionelocale, le pre-esistenze e la

capacità del progettista neldefinire quelle “nuove per-manenze” che nell’immagi-nario collettivo sono rappre-sentate dalla materia litica.Nonostante ciò, è proprionell’architettura sacra deglispazi cimiteriali che spesso

lontà di distinguere il pas-sato dalla contemporaneità.La conformazione dell’at-tuale cimitero scaturiscedall’interazione di due in-terventi realizzati in tempisuccessivi: quello che haprodotto l’impianto “sto-

rico” ottocentesco e quello“moderno” che interrompeil percorso longitudinale edà origine al nuovo campo-santo. L’esigenza di creare nuoviossari da collocarsi inun’area adiacente all’im-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 73

L’ingresso al giardino dellerimembranze di Molinetto diMazzano (Bs)

L’atto del raccoglimento di-venta in ogni lato personaleattraverso una soluzioneche, pur nel rispetto dell’in-timità, crea una simbolicacompartecipazione fra i visi-tatori. La distribuzione degli ossariè interrotta solo dal portaled’ingresso che determina,nella sua proiezione interna,lo spazio delle funzioni reli-giose, occupato da un pic-colo altare e da sedute indoghe di legno scuro collo-cate su una platea appog-giata sopra uno specchiod’acqua centrale. Attorno,una pavimentazione in pol-vere rossa di terra cotta ri-

prende l’uso del mattoneimpiegato nella costruzionedelle cappelle nobili, mate-riale qui disperso e subli-mato.

Se, nel caso del giar-dino della memoria l’ar-chetipo del recinto si

manifesta attraverso la ri-cerca di una mediazione frainterno e paesaggio circo-stante, con l’ossario del Mona-stero di S.Gemma2 in provinciadi Lucca, la meditazione, ilsilenzio, la separazione dalmondo divengono invece ipresupposti fondanti suiquali l’architetto toscanoPietro Carlo Pellegrini co-

pianto esistente, offre all’ar-chitetto la possibilità di in-traprendere un percorsoprogettuale d’ampio respiroche si conclude con l’inven-zione di un giardino della me-moria1, uno spazio intesocom’estensione epigona delmodello esistente, nelquale, tuttavia, sono chiari isegni di una nuova identitàespressa attraverso riferi-menti alla filosofia medita-tiva, alla tradizione dei giar-dini di pietra e ad una mo-numentalità rispettosa dellageometria pre-costituita.Il recinto dello spazio sacro,pensato come la ripetizioneinfinita di manufatti verticalidistanziati tra loro, nascecon lo scopo di dialogare ti-midamente con l’esterno,consentendo, attraverso lemolteplici possibilità di tra-guardo, visuali scorciate,punti di vista, affacci semprenuovi e diversi su di un pae-saggio che si arricchisce diuna presenza fatta di pieni evuoti differentemente per-cepiti al variare della di-stanza.All’interno, gli ossari, con-clusi nel 2005, si configuranocome oggetti autonomi, cia-scuno formato da una so-vrapposizione di quattro vo-lumi prismatici diversa-mente orientati, realizzatimediante un impasto a basedi Botticino ridotto in grani-glia di minuscola pezzatura,chiusi su un lato da una la-stra in Botticino Classico le-vigato e disposti in modo al-ternato nelle quattro dire-zioni, secondo una regola diposa progressiva, che ritmale suggestive vedute diago-nali fino all’esterno.

struisce il suo archetipo dellabirinto, «…una struttura fi-sica e concettuale che esaltala nozione di luogo…» e con-siste nell’isolare una por-zione di spazio completa-mente differente rispetto aquello della vita quotidiana.Lo schema rimanda automa-ticamente al mito di Dedalo3

assunto com’emblema delfare tecnico e costruttivo cheoltrepassa lo stadio delsemplice appagamentodelle esigenze e dei bisognipuramente naturali. Il labirinto, come struttura ecome idea, si oppone intutto al comune concetto diabitare (anche se con esso

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gli ossari del giardino dellerimembranze

deve condividere il sensod’isolamento dal mondo e-sterno), non è un caso se iracconti mitologici, le tradi-zioni storiche ed i testiscientifici abbondano di re-gole e consigli che facilitinola via d’uscita ma sono estre-mamente avari relativa-mente al metodo proget-tuale da seguire per la rea-lizzazione, come se il labi-rinto fosse sempre “giàdato”.

L’ossario, realizzatoda Pellegrini inTravertino di Ra-

polano o Travertino Etrusco,è un opera conclusa nel2007, nata dal desideriodelle monache di clausura diS. Gemma di avere unospazio dove poter ricordaree pregare le sorelle scom-parse. Il travertino è una roccia se-dimentaria calcarea (impie-gata nell’architettura del-l’età romana fin dal I mil-lennio a.C.), poco stratifi-cata, porosa, di ottima resi-stenza meccanica, la cui for-mazione è principalmentedovuta a fenomeni d'incro-stazione da parte di acquecalcarifere in prossimità disorgenti, cascate o sul fondo

di bacini. Il colore dipendedagli ossidi che ha incorpo-rato, varia dal bianco latte alnoce, attraverso varie sfu-mature dal giallo al rosso edè frequente incontrarvi im-pronte fossili di animali epiante. In particolare, laPietra di Rapolano è un tra-vertino da sempre impie-gato come pietra da costru-zione, per la realizzazione di

edifici, pavimen-tazioni e rivesti-menti (ad es. latorre del Mangia ePiazza del Campo)ed opere scul-toree. Anche se ilp r i m o d o c u -mento che uffi-cializza il traver-tino di Rapolanorisale al 1597 si sache gli etruschi loestraevano dallecave dell'omo-nima cittadina to-scana, non lon-tano da Siena, inprossimità diun’area termale.Il luogo dove è u-bicato l’ossario, ègià di per sé il“genius loci” cherappresenta lavita del Mona-stero di S. Gem-ma: v ic ino a l -l ’orto, dove lesuore lavorano laterra e raccol-gono quello chehanno seminato,in adiacenza alchiostro, dove lemonache pas-seggiano, leg-gono e pregano.Qui prende

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 75

Monastero di S. Gemma (Lu), ilcentro del labirinto e l’ossario

dopo la morte. Una strutturaarchitettonica minimale,dunque, dalla forte valenzasimbolica e spirituale che

l’architetto lucchese ha pen-sato come un percorso acielo aperto. La pietra, con ilsuo colore tendente al beigeche si stempera nelle molte-plici variazioni cromatichealleggerisce le forme e ne ac-centua la leggibilità dialo-gando con la variegata e ri-gogliosa natura degli spaziaperti del monastero.

1 Il progetto dei Nuovi Ossari e giardinodelle rimembranze nel Cimitero di Moli-netto di Mazzano ha ricevuto una segna-lazione dalla giuria del Premio Nazionaledi Architetture di pietraARCH&STONE’08 ed è pubblicato sul ca-talogo delle opere partecipanti.2 Il progetto dell’Ossario all’interno del

forma una “chiocciola razio-nalista”, che si dipana rego-lare dall’ingresso alla finedel percorso a segnare in

pianta ed in alzato il cam-mino della memoria (checonsente di mantenere invita il ricordo delle personescomparse). Numerose le suggestioni vi-sive evocate dal muro, inte-gralmente rivestito in pietracon vari formati, che improv-visamente si avvolge su sestesso fino a definire unospazio interno quadrato(l’ossario), “Sancta Sanc-torum”, segnato da un ci-presso centrale, albero diproporzioni adatte al culmi-nare verso il cielo del per-corso di preghiera, chiarosimbolo della vita eterna

Monastero delle Monache Passioniste diS. Gemma ha ricevuto una segnalazionedalla giuria del Premio Nazionale di Ar-chitetture di pietra ARCH&STONE’08 edè pubblicato sul catalogo delle operepartecipanti.3 «…è la capacità del fare, nel confor-mare, nel costruire con intelligenza deifini e appropriatezza del metodo, è lamaestria nell’organizzare materiali conaccortezza, economia, inventività tec-nica ed efficacia di risultati, ciò che il mitodedalico esalta come attitudine ed atti-vità tipicamente umane, proprie di ognispirito teso verso la ricerca, la sperimen-tazione, il soddisfacimento dei desideriintellettuali, indipendentemente daogni teologia moralistica…».V. Ugo, I luoghi di Dedalo, Ed. Dedalo, Bari,1991, pag. 149.

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Alessandra Pelizzari La rilevanza delle facciatenelle testimonianze dell’ediliziadell’Alto Garda bresciano

(1975 metri la vetta delMonte Caplone) rende pos-sibile in questo territoriouna grande diversità delle e-spressioni architettonichedella storia mediante l’edi-lizia sia signorile che rustica.Dall’età romana alla Se-conda Guerra Mondiale,ogni epoca ha lasciato segnievidenti in questi territorio.Le numerose testimonianzeancora visibili dimostrano lanotevole considerazione dicui il territorio è stato og-getto nel corso dei secoli,l’antropizzazione che anchedove è stata più evidentenon ha per questo stravoltola bellezza e le particolaritàuniche dei luoghi che hacoinvolto, aggiungendo in-vece il fascino di opere rea-

lizzate dall’uomo a quellegià presenti, modellatedalla natura, e creando uninsieme armonico e di rarabellezza.

P oliticamente lastoria di questiluoghi rientra da

almeno un millennio nel-l’area di influenza trentino-austriaca. Essa rimase infattiterritorio straniero in terraveneta (Tremosine e Ti-gnale, la Valsabbia e Bago-lino erano infatti dominidella Serenissima) fino allaPrima Guerra Mondiale. Fudunque terra di confine, maanche “oltre il confine”, uti-lizzata quale via alternativaper scendere da nord versoBrescia evitando la sponda

Nel territorio del-l’Alto Garda bre-sciano si distin-

guono due diverse realtàterritoriali di grande valenzanaturalistica e paesaggi-stica. La Riviera del Gardacon le sue caratteristiche cli-matiche e vegetazionali diimpronta mediterranea el’entroterra montano chesfiora i duemila metri diquota. La fascia costiera delparco rappresenta uno degliambienti naturalistici - turi-stici italiani più conosciuti eapprezzati a livello interna-zionale. Da Salò a Limonedel Garda esistono nume-rose opportunità ricettiveche, unite ad un contestopaesaggistico e climaticoparticolarmente favorevole,offrono la possibilità difruire della “Riviera dei Li-moni” tutto l’anno.Nelle zone collinari e mon-tane distribuite su tutti enove i Comuni del parco,meno frequentate dal tu-rismo di massa, si sviluppaun articolato reticolo distrade forestali e di sentierisupportati dalla presenza distrutture ospitali anche ditipo rurale, come i tipici fie-nili austro-ungarici con iltetto di paglia di Cima Restin Valvestino, che promuo-vono una fruizione diretta-mente a contatto con le nu-merose particolarità di ca-rattere geologico, geomorfo-logico, forestale, floristico efaunistico.La presenza di contesti am-bientali di tipo mediter-raneo lungo la fascia lacustre(65 metri sul livello delmare) e di tipo alpino nel-l’immediato entroterra

occidentale lago d’Idro.Molti furono gli eserciti chetransitarono nei secoli dal-l’Alta valle del Chiese allaValvestino, attraverso Bon-done e Bocca di Val in dire-zione di Capovalle, TrevisoBresciano o la Riviera: letruppe del Barbarossa nelXII secolo, quelle vene-ziane, imperiali e i lanziche-necchi nel XVI secolo, i fran-cesi nel periodo napoleo-nico, i garibaldini nell’800.La cultura popolare e mate-riale è parte integrante delpatrimonio umanistico diqueste terre tanto quanto letestimonianze e manifesta-zioni artistiche più “elevate”ed è una componente fon-damentale del fascino chequesti luoghi hanno sia sul

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 77

In queste pagine, da sinistra adestra, il complesso edilizio “Lacampagnola” a Gargnano: il latonord; il lato sud; esempio di utilizzodi materiali locali: pietra e legno

Introdotta, forse dai fratifrancescani, nel XIII secolo,la coltivazione degli agrumiportò alla costruzione dellelimonaie, inizialmente costi-tuite da una fila di travi inlegno su cui venivano mon-tate delle vetrate per farpassare la luce del sole.Fu il lungo lavoro dei “giar-dinieri” locali, a trasformarequeste colline nella zona diproduzione d’agrumi perscopo commerciale più set-tentrionale del mondo. Nelperiodo di massima espan-sione della coltura degli a-grumi (dal ’500 al 1870) le li-monaie furono un’attività e-conomica redditizia per i

gardesani e in particolare diGargnano dove si trovava il70 per cento delle limonaiedel Garda Bresciano. Il solopaese produceva nella metàdell’Ottocento circa 4-5 mi-lioni di limoni l’anno.L’unificazione d’Italia e laconseguente abolizione deidazi doganali, lo sviluppodei trasporti e ancor più ladegenerazione delle pianteper la malattia della “gom-mosi”, portarono poi a ungraduale abbandono diquesta attività agricola.Tuttavia le testimonianzemurarie, uniche nel loro ge-

nere, di questa architetturarurale rimangono, e raccon-tano, di un periodo assai flo-rido per l’economia garde-sana che considerò la colti-vazione degli agrumi unavera e propria industria.Si cerca ora di recuperare esalvaguardare questo patri-monio, in omaggio alle tra-dizioni storico-culturali e

visitatore occasionale cheentra per la prima volta incontatto con elementi folk-loristici ed opere di artigia-nato di grande pregio, siasull’abitante locale cheriesce a rimanere costante-mente in contatto con le pro-prie radici.Il lago di Garda, specie lungola riva occidentale da Li-mone a Salò, presenta note-voli rilevanti esempi distrutture architettoniche in-trovabili altrove, quali testi-monianze tangibili di un’e-poca e di una civiltà. Sono iresti dei giardini di limoniche colpirono Goethe duesecoli fa.

alla gente dell’alto lago. Unprimo fattivo intervento si èattuato da parte della Co-munità Montana Alto GardaBresciano con la ristruttura-zione della limonaia del“Prà de la fam” (Prato dellafame) fra Gargnano e Ti-gnale, costruita nel 1700 traCampione e Gargnano. Lalimonaia, recuperata ripia-nata, è ora aperta al pub-blico ed è in corso di studiol’istituzione di un Museodella Limonaia, che po-trebbe avere caratteristicheecomuseali.

Un importante esempio diedilizia contemporanea chesi attiene alle esigenze di ca-rattere conservativo territo-riale è l’adeguamento di ge-nere abitativo del gruppo diedilizia rustica chiamatoComplesso La Campagnolaa Gargnano per il quale si èprestata molta attenzione aimateriali in modo da creare

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Complesso “La campagnola”: insenso antiorario, lato est, muro inpietra locale con inserimento di oblòin pietra tondi ed ovali; lato nord confinestrature a feritoia; lato est coninserimento di parti in legno.

materiali dell’architettura simescolano con le vibrazionicromatiche del territorio ecaratterizzano un certo tipodi edilizia rustica e storicanello stesso tempo. «Il colore fa parte dei mezzidell’architettura come, ad e-sempio, la pietra, il ce-mento, il legno...» (BrunoTaut).Nonostante l’ampliamentodi alcuni volumi, si sono ri-

proposti, come materiale dirivestimento delle facciatequelli tipici delle costru-zioni delle limonaie, te-nendo presenti anche le tec-niche di sovrapposizionedei legni dell’assitto e lo svi-luppo ampio e verticaledello stesso, appaiato agrandi vetri che dovrebberosuggerire l’antica presenzadel vuoto e l’alternanza conparti murarie costruite con

un impatto visivo paesaggi-stico tendente quasi nullopur mantenendo gli stan-dard costruttivi contempo-ranei sia in termini di abita-bilità che di durabilità neltempo; si è tenuto presenteil mantenimento dei volumipreesistenti, limitando la ri-strutturazione ad un’attentoripristino delle cromie edella modularità tipica dellezone rurali dell’Alto Lago. I

calci leggermente pigmen-tate e pietre del luogo.Il tetto si distingue per lascelta di coppi di recupero emalta che mantiene la colo-ritura storica.

Il corpo a nord manifesta lavolontà di mantenimentodei ritmi alternanti tipicidelle limonaie anche se èstato ampliato e modificatoil termini contemporanei: si

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 81

Lato nord, gioco di pieni e vuoti conparti in legno secondo lo stile dellevecchie limonaie gardesane; sotto,l’orditura in legno di una anticalimonaia

sono mantenuti i materiali einterpretati gli sviluppi deivolumi. È interessante no-tare che i progettisti hannolavorato seguendo un’ispi-razione legata allo spiritodel luogo, ottimizzando glispazi e mantenendo l’ar-monia originaria.I contorni delle finestre sonorealizzati con la pietra tipicaimpiegata sul luogo, prove-niente dalle cave della Val-policella, alternando lacromia chiara a quella piùneutra della pietra localemescolata con la malta pig-mentata leggermente ocra orosata; i legni che caratteriz-zano buona parte del rivesti-mento esterno sono impre-gnati, scuri e opachi .La parete che guarda la

strada, fuori dal borgo è ca-ratterizzata dalla propostadi piccole feritoie che si al-ternano ad ampi spazi pieninell’immediato sottotettomentre ripropone modesteaperture a finestra nei pianiinferiori realizzate nel ri-spetto delle antiche misureconsentite da una cono-scenza dell’edilizia storicache esclude l’utilizzo del ce-mento armato.Spostandoci ad ovest, ilterzo corpo del gruppo edi-lizio manifesta la trasforma-zione da casello per depo-sito ad unità abitativa man-tenendo intatti i parametriestetici e tecnici di untempo, infatti la zona del-l’assitto si trasforma inampie finestre con grandi

vetrate con scherma-ture in legno realiz-zate sovrapponendoin modo alternato leassi non imma-schiate a formare unmotivo di bassori-lievo, tipico della la-vorazione dei pan-nelli di protezionedelle limonaie.

I piccoli davanzalidelle finestre corri-spondenti agli assitisono di rame, mate-riale che ossidandosi mimetizza con itoni dell’ambiente.Monconi di edificicrollati sono statireintegrati nella ca-ratterizzazione deivari corpi utilizzandoraccordi di pietra etrattando le lacunecon malte mimetichein lontanaza ma rico-

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Da sinistra e in senso antiorario: ilvivace cromatismo del lungolago diGargnano; veranda con vetripolicromi; lato sud del palazzettosoprastante la farmacia di Gargnanocon vivaci cromatismi e decorineorinascimentali; particolere delcornicione decorato

dei vetri della loggia alprimo piano manifesta un al-ternanza cromatica con forteintensità di toni che si di-luisce nelle coloriture alter-nate della facciata che ripro-pone decorazioni neorina-scimentali nelle vele degliarchi e nel sottotetto. Le al-ternanze cromatiche sono e-quilibrate e, pur essendonumerosi i colori accostati, sifondono bene con il pae-saggio, inserendosi con per-sonalità nella bella se-

quenza di colori che caratte-rizzano Gargnano vista dallago.

È interessante notare cheproprio nella seconda metàdell’Ottocento la spondabresciana del lago di Gardaè testimone di novità nelcampo dell’edilizia. Nume-rose famiglie realizzano orinnovano le loro dimore dicampagna e la committenzad’Oltralpe, affascinata dalle

noscibili e identificabilinello spazio vissuto, senzamescolare quindi storico econtemporaneo.Sulla strada provinciale simanifesta la facciata delcorpo est che recupera, conl’uso di un’ampia vetrata, losfondato unico di una prece-dente tettoia agricola origi-naria dello stabile.Il colore caratterizza gli sta-bili. I materiali dell’architet-tura si mescolano con le cro-maie del territorio.

Nelle architetturesignorili recente-mente restaurate

nella piazza e sul lungolagodi Gargnano si rivela partico-larmente interessante e fe-lice la ridipintura verso illago dello stabile sopra-stante la farmacia, si tratta diun edificio riadattato nellaseconda metà dell’Otto-cento con aggiunta di por-tico e decori di genere neo-rinascimentale, il ripristino

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TECNICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 83

Dall’alto e in senso antiorario:ancora il palazzetto della farmacia diGargnano, affiancato da altro edificiodalla cromia vivace; ancora ilporticciolo di Gargnano e il contestopaesaggistico dell’Alto Garda nelquale è immerso il villino a torre,neogotico illustrato nell’ultimafotografia.

sare del tempo certe tona-lità molto accese si sono af-fievolite, evocando tuttaviail fascino del baldanzoso pe-riodo del Liberty e dellaBelle Epoque.

I l rifacimento della co-loritura di un villino dicampagna stile neo-

gotico della zona dell’AltoLago bresciano, la cui tinteg-giatura originale doveva es-sere un rosa antico acceso,nella recente ridipintura si èaffievolito, ritenendo il pro-gettista importante rappor-

tarne l’impatto alla realtà o-dierna che ha modificato lapercezione cromatica delluogo: l’insediamento di al-cune costruzioni recenti ascapito delle aree verdi,hanno “avvicinato” il villinoa una nuova realtà più com-plessa: non solo rurale, maanche residenziale, dellaquale si è dovuto tenerconto.Così è stato riproposto il

rosa originario con un effettodi dilavamento con sfuma-tura piú chiara nella zonasottostante la gronda e con

bellezze del Garda cantateda letterati come Goete,Laurence, costruisce o am-moderna, anche con gusto e-clettico, edifici per la con-templazione e lo svago.Le coloriture di quel pe-riodo si fanno molto accese,prevalendo sulle tradizio-nali tinteggiature con pig-menti naturali e facilmentereperibili; l’eclettismo checaratterizza questa metà delsecolo si distingue perciòper scelte cromatiche nonsempre rispettose dell’ar-monia territoriale. Col pas-

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Villa Feltrinelli a Gargnano, ora“Hotel Villa Feltrinelli”: progettatada Francesco Solmi tra il 1892 e il1899, è nota per essere stataresidenza di Mussolini durante laRepubblica di Salò

nare per motivi di impor-tanza storica la coloritura diun edificio soggetto a tutelacome per esempio Villa Fel-trinelli (convertita oggi instruttura alberghiera e notasoprattutto perchè resi-denza di Mussolini durantela Repubblica di Salò) di i-spirazione neoromanica coninteressanti contrasti croma-tici tra le superfici intona-

cate a tempera e le cornici inpietra bianca, sarà da stabi-lire un piano colore accom-pagnato anche da un pro-getto di manuntenzione chepossa conservare i dettamidei progettisti che hannorealizzato il ripristino,cosída mantenere i cromatismioriginali con colori silossa-nici e tempere a calce, al finedi evitare situazioni di muta-

marcapiani evidenziati sucoloritura spugnata a calce;la spugnatura, quasi imper-cettibile a distanza, garan-tisce un corretto raccordoalle varianti cromatiche to-nali della tempera e sotto-linea la ricercatezza dell’ar-chitettura alleggerendol’impatto volumetrico nel-l’ambiente.Nel caso si dovesse ripristi-

zione successive a momentidi abbandono, spesso diffi-cili da interpretare in tempisuccessivi in una nuova ridi-pintura.

Si ringraziano per i contributi informativi il geom.Franco Ghitti,la prof.ssa Pia Ferrari, l’impresa Pierluigi Costa e lostudio di architettura Rovati.

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Arch. Valerio DellaglioTecnico competente in acusticaambientale (Regione Lombardia)

Requisiti acustici passividegli edifici

attività assimilabili;– categoria D: edifici adibiti

ad ospedali, cliniche, casedi cura e assimilabili;

– categoria E: edifici adibitiad attività scolastiche atutti i livelli e assimilabili;

– categoria F: edifici adibitiad attività ricreative o diculto o assimilabili;

– categoria G: edifici adibitiad attività commerciali oassimilabili.

Per “unità ambientale” si in-tende uno spazio elemen-tare e definito, idoneo a con-sentire lo svolgimento di at-tività compatibili tra loro.Per “unità immobiliare” si in-tende una unità ambientalesuscettibile di autonomogodimento ovvero un in-sieme di unità ambientalifunzionalmente connesse,suscettibile di autonomogodimento. In dettaglio, l'u-nità immobiliare è costituitada una porzione di fabbri-cato, o da un fabbricato, o daun insieme di fabbricati ov-vero da un'area, che, nellostato in cui si trova e se-condo l'uso locale, presentapotenzialita' di autonomiafunzionale e reddituale.L’art. 3 precisa che i valori li-mite da rispettare sonoquelli riportati nella se-guente tabella:

I valori di R’w sono riferiti a e-lementi di separazione tradifferenti unità immobiliari.I valori di D2mnTw sono riferitia elementi di separazionetra ambienti abitativi e l’e-sterno.I valori di L’nw sono riferiti a e-lementi di separazioni tradifferenti ambienti abitativi.I valori di R’w e D2mnTw e L’nw

sono da intendersi come va-lori minimi consentiti.I valori di LAsmax e LAeq sonoda intendersi come valorimassimi consentiti.Sono considerati compo-nenti degli edifici sia le par-tizioni verticali (pareti peri-metrali, tramezzature in-terne, ecc.) che le partizioniorizzontali (solai, coperture,ecc.).Il “tempo di riverberazione”(T60) è il tempo necessarioperché un determinatosuono decada di 60 dB all’in-terno di un locale. In una nota a margine dellatabella B, il Dpcm indica i va-lori massimi di tale para-metro per gli ambienti in-terni ad edifici scolastici. So-stanzialmente si fa riferi-mento a quanto indicatonella Circolare del Ministerodei Lavori Pubblici n. 3150del 22 maggio 1967: “Criteridi valutazione e collaudodei requisiti acustici negli e-

I l Dpcm 5 dicembre1997 “Requisiti acu-stici passivi degli edi-

fici” è stato emanato in at-tuazione dell’art. 3 comma 1lettera e) della legge 447 del1995 (Legge quadro sull’in-quinamento acustico). Il De-creto riguarda la determina-zione di:• requisiti acustici passivi

degli edifici e dei lorocomponenti in opera alfine di ridurre l’esposi-zione umana al rumore;

• requisiti acustici di sor-genti sonore derivanti daimpianti interni agli edi-fici.

Nell’Art. 2 e nell’Allegato Avengono fornite le defini-zioni riguardanti le gran-dezze da considerare.Gli “ambienti abitativi” sonodefiniti all’art.2 comma 1 let-tera b) della L. 447: «ogniambiente interno ad un edi-ficio destinato alla perma-nenza di persone o di comu-nità ed utilizzato per le di-verse attività umane, fattaeccezione per gli ambientidestinati ad attività produt-tive per i quali resta ferma ladisciplina di cui al D. Lgs. 15agosto 1991, n. 277, salvo perquanto concerne l'immis-sione di rumore da sorgentisonore esterne ai locali in cuisi svolgono le attività pro-duttive».

Il Dpcm 5 dicembre1997classifica gli ambienti abita-tivi nelle seguenti categorie:– categoria A: edifici adibiti a

residenza o assimilabili;– categoria B: edifici adibiti

ad uffici e assimilabili;– categoria C: edifici adibiti

ad alberghi, pensioni ed

difici scolastici”.Il documento riporta: «Lamedia dei tempi di riverbe-razione misurati alle fre-quenze 250 - 500 - 1000 - 2000Hz, non deve superare 1,2sec. ad aula arredata, con lapresenza di due persone almassimo. Nelle palestre lamedia dei tempi di riverbe-razione (qualora non deb-bano essere utilizzate comeauditorio) non deve supe-rare 2,2 sec».

Per la definizionedel tempo di river-berazione il Dpcm

fa riferimento alle indica-zioni riportate nella normaISO 3382: 1975. Tale norma(ad oggi ritirata) riguardavala misurazione del T60 negliauditori. Si segnala che at-tualmente esistono altrenorme che forniscono indi-cazioni sulla misura tempodi riverberazioni quali:UNI EN ISO 3382: 2001 - Acu-stica – Misurazione deltempo di riverberazione diambienti con riferimento adaltri parametri acustici;UNI 10844: 1999 - Acustica –Determinazione della capa-cità di fonoassorbimentodegli ambienti chiusi;

“Potere fonoisolante appa-rente” (R’w) caratterizza lacapacità di un componenterealizzato in opera, di abbat-tere i rumori aerei. Per la de-finizione del potere fonoiso-lante apparente il Dpcm fariferimento alle indicazioniriportate nella norma EN ISO140-5: 1996. Tale norma peròriguarda la misurazione in o-pera dell’isolamento acu-stico delle facciate. Attual-

Categorie ParametriR’w(*) D2m,nT,w L’n,w LAsmax LAeq

1. D 55 45 58 35 25

2. A,C 50 40 63 35 35

3. E 50 48 58 35 25

4. B,F,G 50 42 55 35 35

(*) Valori di R’w riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.

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siderato. Di conseguenza ivalori prescritti sono da con-siderarsi come valori “mi-nimi” che l’edificio devepossedere. Quantunquenon esista nessun riferi-mento normativo che pre-scriva i valori massimi di ru-more consentiti all’internodegli ambienti abitativi.

“Livello di rumore di calpe-stio di solai normalizzato”(L’n,w) caratterizza la capacitàdi un solaio realizzato in o-pera di abbattere i rumoriimpattivi (ossia di calpe-stio). Più basso è il livello dirumore misurato migliorisono le prestazioni di isola-mento del solaio.Per la definizione del poterefonoisolante apparente nelDpcm si fa riferimento alleindicazioni riportate nellanorma EN ISO 140-6: 1996.Tale norma però riguarda lamisurazione in laboratorio

dell'isolamento dal rumoredi calpestio di solai. Attual-mente il riferimento norma-tivo corretto per misurare inopera di L’n è la norma: UNIEN ISO 140 – 7: 2000 Acustica- Misura dell'isolamento a-custico in edifici e di ele-menti di edificio - Misura-zioni in opera dell'isola-mento dal rumore di calpe-stio di solai.

I valori prescritti sonoconsiderati in riferi-mento al solaio dove

viene generato il rumore.Comunque, in caso di veri-fica su differenti ambienti a-bitativi adiacenti, sarebbeopportuno considerare il va-lore più restrittivo del “pavi-mento” o del “soffitto”. In merito ai rumori di calpe-stio le valutazioni devonoessere eseguite tra diffe-renti ambienti abitativi. Nonè definito nel Dpcm se gli

mente il riferimento norma-tivo corretto per misurare inopera R’ è la norma: UNI ENISO 140 – 4: 2000 Acustica -Misura dell’isolamento acu-stico in edifici e di elementidi edificio - Misurazioni in o-pera dell’isolamento acu-stico per via aerea tra am-bienti.

“Isolamento acustico stan-dardizzato di facciata”(D2m,nT,w) caratterizza la capa-cità di una facciata di abbat-tere i rumori aerei prove-nienti dall’esterno. Il pedice“2m” indica che la misura delrumore esterno va eseguitaa 2 metri dalla facciata inquestione. Il pedice “nT” in-dica che la misura deve es-sere normalizzata sulla basedel tempo di riverberazioneproprio dell’ambiente in-terno. Per la definizione del-l’isolamento acustico di fac-ciata il Dpcm non fornisce ri-ferimenti normativi. Ven-gono inserite una serie di in-dicazioni per effettuare lemisurazioni (tipologia e po-sizione della sorgente e-sterna, numero minimo dimisure da effettuare, ecc.).Attualmente il riferimentonormativo corretto per mi-surare in opera di D2mnT è lala norma: UNI EN ISO 140 – 5:2000 Acustica - Misura dell'i-solamento acustico in edificie di elementi di edificio - Mi-surazioni in opera dell'isola-mento acustico per via aereadegli elementi di facciata edelle facciate.I valori di isolamento acu-stico di facciata definiti dalDpcm sono indipendentidai livelli di rumore presentiall’esterno dell’edificio con-

ambienti abitativi in cui ef-fettuare le misure debbanoappartenere a differenti u-nità immobiliari o meno.Quindi è consigliabile ese-guire la valutazione per ognicomponente dell’edificio.Talvolta la valutazione del li-vello di rumore di calpestioall’interno della medesimaunità immobiliare può risul-tare complicato a causa delfatto che gli ambienti pos-sono essere tra loro collegatida vani scale o altri “ponti a-custici”.

“Le grandezze misurate”(R’, D2mnT, L’n) variano al va-riare della frequenza consi-derata (Hz). In particolarevengono misurate le presta-zioni di isolamento per 16bande di frequenza (obande d’ottava) da 100 Hz a3150 Hz.Per la valutazione del ru-more prodotto da impianti

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Per misurare il livello di ru-more prodotto dagli im-pianti a funzionamento con-tinuo (Laeq) il Dpcm richiededi utilizzare il parametro Li-vello continuo equivalentedi pressione sonora ponde-rata A(LAeq). Si tratta quindidi misurare il livello con-tinuo di rumore prodottodall’impianto. Vengono con-siderati i seguenti tipi di im-pianti: impianti di riscalda-mento, impianti di aera-zione, impianti di condizio-namento, ecc.

Per quanto riguarda ilimiti di rumoredegli impianti a

funzionamento continuo latabella riporta limiti diffe-renti da quelli prescritti al

paragrafo “Rumore prodottodagli impianti tecnologici”incluso nell’Allegato A. Intale paragrafo è segnalatoche: il livello LASmax degli im-pianti a funzionamento di-

tecnologici le misure de-vono essere eseguite nel-l’ambiente nel quale il li-vello di rumore è più ele-vato. Tale ambiente deveessere diverso da quello incui il rumore si origina.Per determinare il livello dirumore prodotto dagli im-pianti a funzionamento di-scontinuo (LASmax) il Dpcm ri-chiede di utilizzare il para-metro Livello massimo dipressione sonora ponderataA con costante di tempo slow(LASmax). Si tratta quindi di mi-surare il picco massimo (max)di rumore prodotto da un im-pianto. Vengono consideratii seguenti tipi di impianti: a-scensori, scarichi idraulici,vasche e docce, servizi igie-nici, rubinetteria, ecc.

scontinuo non deve supe-rare 35 dB(A), mentre il li-vello LAeq degli impianti afunzionamento continuonon deve superare 25 dB(A)indipendentemente dalladestinazione d’uso degliambienti considerati.Ad oggi alcuni documenti diriferimento sono le norme:• UNI 8199/1998 “Acustica –

Collaudo acustico degliimpianti di climatizza-zione e ventilazione–Linee guida contrattualie modalità di misura-zione”;

• UNI EN ISO 10052/2005 “A-custica - Misurazioni in o-pera dell'isolamento acu-stico per via aerea, del ru-more da calpestio e dellarumorosità degli impianti -Metodo di controllo”;

• UNI EN ISO 16032/2005 “A-custica – Misurazione dellivello di pressione sonoradi impianti tecnici in edi-fici – Metodo tecnico pro-gettuale”.

❑❑

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

90 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Giuseppe MoriCommissione Ambiente-Bioedilizia Impianti elettrici in bioedilizia

linee elettriche) con qualchecenno sulle schermature daicampi ad alta frequenza (es.telefonia mobile).Dando per scontato che nes-suno di noi è ormai più di-sponibile a rinunciare all’e-nergia elettrica, vediamoquali sono le possibili atten-zioni utili a ricondurre i rischipresenti all’accettabilità peril nostro organismo.Gli effetti che possono mani-festarsi in presenza di campielettromagnetici significa-tivi possono andare dall’a-stenia alla perdita di vitalità,alla perdita di sonno, a ca-renze immunitarie, disturbinervosi, stress, disturbi delritmo cardiaco, depres-sione, disturbi della circola-zione, complicazioni in gra-vidanza e innalzamento delrischio di leucemie e tumorial cervello.Naturalmente anche inquesto ambito, come in altriambiti di ricerca innovativi,vi è diversità di opinioninella comunità scientificacirca la certezza di una corre-lazione fra esposizione acampi elettromagnetici econseguenze sulla salute u-mana e vi è, di conseguenza,una diversità di vedute suquali siano i limiti oltre iquali questi danni alla per-sona possano potenzial-mente manifestarsi.In ogni caso su un punto siconcorda: nella incertezza enella attesa delle risultanzedei molti altri approfondi-menti in corso, valga il prin-cipio di precauzione.La normativa pone quindideterminati limiti mentrechi, come noi, opera se-condo i principi della bioar-

chitettura, propone limitimolto più bassi rispetto aquelli previsti dalla più re-cente normativa che pre-vede 10 mT (3 mT obiettivodi qualità ad es. per scuolematerne) per il campo ma-gnetico e di 1 Kv/m per ilcampo elettrico per aree incui si possa ragionevol-mente attendere che indi-vidui della popolazione tra-scorrano una parte significa-tiva della giornata.Le Tabelle sotto riportate

Rischi per la salute?Rischi? Ma quali ri-schi? Di che cosa si

sta parlando? L’impianto elettrico è omaitalmente connaturato alconcetto stesso di casa dafarci dimenticare che noi,dal punto di vista pura-mente biologico, siamo es-seri viventi che, solo fino aqualche decennio fa, vive-vano completamente im-mersi nel campo elettroma-gnetico naturale in cui la no-stra forma di vita si è svilup-pata in una evoluzione du-rata milioni di anni.Il nostro organismo “cono-sceva” dunque solo questotipo di influenza elettricamentre nell’arco di pochidecenni, un secolo al mas-simo per i più “fortunati” chesi potevano permettere l’e-nergia elettrica nelle case findall’inizio del secolo scorso,ora siamo completamenteimmersi in una molteplicitàdi radiazioni elettromagne-tiche dalle più svariate po-tenze e frequenze.Se già nei primi articoli diquesta serie si è parlato deirischi connessi alla sceltadel sito in corrispondenza dideterminate fonti di emis-sione (linee alta tensione,cabine di trasformazione, ri-petitori televisione, te-lefonia, ecc,) in questo arti-colo si accennerà alle pro-blematiche connesse all’im-pianto domestico con parti-colare riferimento alla distri-buzione dell’energia elet-trica all’interno della abita-zione e degli elettrodome-stici di uso comune. Si parla quindi dei campi abassa frequenza (50Hz delle

sono quindi il nostro riferi-mento.

Campo elettricoe campo magneticoMa che cosa sono i campi e-lettromagnetici? Dal sitodella Organizzazione Mon-diale della Sanità, UfficioRegionale Europeo, traiamoquesti brevi cenni:“I campi elettrici sono creatida differenze di potenzialeelettrico, o tensioni: più altaè la tensione, più intenso è il

Tabelle Maes

Campo elettricoCampo elettrico in V/m

Anomalia estrema >50Anomalia forte 5-50Anomalia leggera 1-5Senza anomalia <1

Induzione magneticaInduzione magnetica (nT)

Anomalia estrema >1.000Anomalia forte 100-1.000Anomalia leggera 20-100Anomalia molto debole <20

Valori limiti e raccomandazioni nella bassa frequenza

Campi elettrici alterni (bassa frequenza) - uso domestico (50 Hz)Intensità campo in V/m

1.000 Limite per legge in Italia20 Proposta Istituto Ecolog

http://www.ecologinstitut.de/templates/index.php

1-5 Valore indicativo in bioedilizia Maes (SBM-2003)

Campi magnetici alterni (bassa frequenza)Densità di flusso in nanotesla (nT)

500 Limite per legge in IItalia100 Proposta Istituto Ecolog

http://www.ecologinstitut.de/templates/index.php

20-100 valore indicativo in bioedilizia Maes SBM-2003)Da sito Naturalia Bau - Merano

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 91

mestici in genere (termoco-perte, phone, lavatrice e la-vastoviglie, ecc), apparecchielettrici generici Fonti con elevati campi di ra-diofrequenze e microonde.

telefonia cellulare, C.B otrasmettitori per radio ama-tori, Forni a microonde, Tra-smettitori radio e televisivi(fonte: sito co.chim.edile)

Modalità di prevenzioneFortunatamente gli studi e latecnologia, come hanno in-ventato strumenti utili ad e-levare il nostro livello di vitaattraverso l’uso di energia e-lettrica, hanno man manomesso a punto anche alcunirimedi per ridurne i possibilieffetti negativi sulla salute.Resta chiaro che la illustra-zione che segue ha il signifi-cato di segnalare che la tec-nica sta mettendo a disposi-zione molti strumenti di pro-tezione ma che per la buonaapplicazione di questi prin-cipi resta necessario affi-darsi a tecnici esperti –ormai vi sono sul mercatomolte ditte specializzate inquesto ambito - sia per e-ventuali misurazioni deicampi elettromagnetici cheper la messa in opera.

Il bioswitchUn buon im-pianto bioe-dile si valutagià a partiredalla posi-zione del con-tatore e deiquadri elet-trici all’internodella casa,consigliato aSud, al fine di

ridurre la “proiezione” delcampo su tutto l’alloggiocausata dal campo magne-tico naturale indirizzato ap-punto da Nord a Sud. È però molto importante cheall’interno dei quadri elet-trici trovi spazio il bioswitch.Il bioscwitch, o disgiuntoreautomatico di rete, altro nonè che un interruttore di mi-nima a riarmo automaticoche, allo spegnersi dell’ul-tima utenza servita dallalinea a valle, tipico lo spe-gnimento della abat-jourprima di addormentarsi,apre il circuito collegato avalle togliendo tensione. Latensione verrà automatica-mente e immediatamenteriattivata nel momento in cuiuna richiesta di energiavenga effettuata attraversouna nuova chiusura del cir-cuito (… il giretto in bagnodurante la notte …).Il chiaro vantaggio di questosemplice apparecchio dicosto limitato (max 200-300euro in opera), è quello ditagliare alla fonte ogni ri-schio di interferenza elet-tromagnetica nelle zoneservite quando non vi èalcuna utenza in eser-cizio. L’altro vantaggio è

quello di at-tuare unac o m p l e t aprotez ionesenza che noisiamo co-stretti a mo-dificare le no-stre abitudini divita.La sua più dif-fusa e ovvia ap-plicazione èquella di servire

campo elettrico risultante. Icampi magnetici si creanoquando circola una correnteelettrica: più alta è la cor-rente più intenso è il campomagnetico. Un campo elet-trico esiste anche se non c’ècorrente. Se circola una cor-rente, l’intensità del campomagnetico varia con il con-sumo di potenza, mentre ilcampo elettrico rimane co-stante.”

Da dove derivail campo elettromagneticoLe basse frequenze a 5 Hz.vengono trasmesse dalla di-stribuzione dell'energia e-lettrica, elettrodotti, gene-ratori di corrente, ecc.;Anche gli elettrodomesticiche tutti utilizziamo nellanostra abitazione, ufficio,luogo di lavoro produconocampi elettrici o magnetici,la cui intensità può essereanche elevata, talvolta pari aquella indotta sugli esseriviventi da un elettrodotto. Ai fini della salute del-l'uomo, la differenza ci vienedal tempo di permanenzaall'esposizione.Fonti domestiche con ele-vati campi elettrici:

Televisori, computer, ap-parecchi elettrici senza di-spersore a terra o messi aterra non correttamente,cavi elettrici ( polo caldo,fase), lampade fluorescenti,gruppi di continuità quantoconnessi anche se posizio-nati in stand-by. Fonti domestiche con ele-vati campi magnetici:

alimentatori a spina contrasformatore, schermi tele-visivi, radiosveglie, luci, a-spirapolvere ed elettrodo-

le stanze da letto per pro-teggere il nostro organismodurante la fase in cui sono inazione le forze rigeneratriciche ne risulterebbero di-sturbate. Ovviamente du-rante la realizzazione (o ria-dattamento) dell’impiantosi dovrà avere cura di evitaredi collocare a valle del di-sgiuntore apparecchi che ri-chiedano energia elettrica(il frigorifero in camera? il te-levisore?).Necessario anche fare atten-zione che eventuali appa-recchi dotati di stand-by nonimpediscano il distaccodella linea elettrica.

Impianto a stellaUn altro dei criteri di pre-venzione e riduzione del ri-schio elettromagnetico èquello di posare le nuovelinee di alimentazione elet-trica delle utenze secondouno schema cosiddetto“stellare”. Si tratta cioè sem-plicemente di partire con

ogni derivazione diretta-mente dalla scatola centraleevitando di passare con icavi da una presa all’altra mae, soprattutto, di evitare laformazione di anelli che cir-

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varci nella situazione che ilcampo elettromagneticoprovenga dall’alloggio deivicini confinanti.E’ chiaro che in situazioni di

questa natura gli interventiche possiamo effettuaresono solo di protezione at-traverso varie modalità dischermatura.Nel caso che se ne abbia lapossibilità è bene sostituirei cavi, almeno per la partepiù vicina alla zona da pro-teggere, con cavi schermati.Il cavo schermato contiene iconduttori di fase e neutroavvolti ad elica fra di loro, edil cavo di terra affiancato, perla riduzione del campo ma-gnetico. Attorno ai cavi unaschermatura metallica rac-coglie il campo elettrico pro-dotto e lo scarica a terra.E’ possibile altresì eseguirela posa dei cavi entro tuba-zioni metalliche al posto diquelle plastiche. Natural-mente queste tubazioni do-vranno essere a loro volta ri-gorosamente collegate al-l’impianto di messa a terra.In relazione alla situazioneed al tipo di problema spe-cifico è possibile fare ricorsoad altri sistemi schermantioramai in comune com-mercio: reti, tendaggi, into-

naci, mentre sono in fase diproduzione anche vetrateschermanti.Schermature possono es-sere eseguite anche con trat-

tamento allagrafite di pa-reti interes-sate da campie l e t t r o m a -gnetici cosìcome le sca-tole di deri-vazione deglii m p i a n t istessi, fermarestando lanecessità di

collegamento a terra dellesuperfici trattate. Esistono i-noltre in commercio speci-fici sistemi di riequilibrioper campi elettrici e staticiche hanno la funzione di im-pedire l’accumulo nellestrutture edili delle varie ra-diazioni elettromagneticheche si formassero nella abi-tazione.È noto però che, mentre è re-lativamente facile proteg-gere dal campo elettrico, ri-sulta molto difficile la prote-zione dalla componente ma-gnetica. Per questa ragioneè necessario fare tutto il pos-sibile in fase di progetta-zione, o di progettazione delrisanamento, per prevenireil formarsi di questa proble-matica. Chiaramente saràpressochè impossibile in-tervenire a proteggere dacampi provocati ad esempioda linee ad alta tensione e-sterne troppo vicine all’abi-tazione. In questi casi soloschermature “pesanti costi-tuite da lastre o reti metal-liche messe a terra possonoridurre in modo significativo

condano una intera stanzacreando un “anello” che puòcreare un effetto di amplifi-cazione del campo elettro-magnetico al suo interno. In questa logica occorre fareattenzione anche ad evitareil passaggio di tubazionisotto al letto o ai divano de-stinati al relax; è utile inoltreverificare il passaggio di e-ventuali linee di alimenta-zione di illuminazione o,peggio, elettrodomestici,che si trovassero sui soffittidel piano inferiore o dietroalle pareti, specie quelledelle testate dei letti.Si consiglia anche di averel’accortezza di arrotolare ilfilo unipolare prima di infi-larlo nelle tubazioni in mododa registrare almeno uncerto abbattimento delcampo magnetico.

Schermaturee cavi schermatiSe qualcosa di simile fosseindispensabile per ragionitecniche, sarà bene far si chela linea di alimentazione

passi comunque il più possi-bile lontano dalla zona deiletti e, meglio ancora, si ese-guano interventi di scher-matura su questi cavi.Non solo, potremmo tro-

il campo magnetico.

L’impianto di messa a terraIn edilizia l’impianto dimessa a terra svolge la nor-male funzione di garantiremaggiore sicurezza contro leeventuali scariche elet-triche, ma in bioedilizia unaparticolare cura è richiestaproprio per scaricare a terraanche gli effetti dei campi e-lettromagnetici “catturati”con le schermature di cavi opareti.In linea di massima è pre-vista una linea di messa aterra con proprio dispersorespecifica per questa partedell’impianto che potrà es-sere connessa agli altri di-spersori solamente all’e-sterno della abitazione.E’ necessario raggiungerevalori di resistenza moltobassi, possibilmente infe-riori a 10 ohm, tenendoanche conto che, nel tempo,l’impianto potrebbe ridurrela sua capacità disperdentea causa di ossidazioni. Davalutare la possibilità di col-legare a terra l’impianto at-traverso i ferri del sistemafondazionale che sono con-siderati ottimi dispersoriperché, protetti da ossida-zione, hanno anche in ge-nere una notevole esten-sione.

RingraziamentoColgo l’occasione per ringraziarel’amico Gianmichele Rovati che,dopo la realizzazione dell’impiantoelettrico con criteri di bioediliziadelle nostre abitazioni, ha condi-viso con me la ricerca e verifica delladocumentazione raccolta perquesto articolo. G.M.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 93

Possibilità di abbattimento del campo elettrico o magnetico di alcuni oggettidi uso domestico per mezzo di tessuto schermante

(Bassa frequenza)Le rilevazioni che sono qui illustrate sono state effettuate da Giuseppe Mori; non intendono dare indicazioni precise circa la pericolosità o menodelle situazioni individuate, ma semplicemente segnalare che il fenomeno dei campi elettromagnetici è rilevabile attraverso semplici strumenti tec-nici e che esistono materiali in grado di opporsi ad alcuni dei problemi esistenti. In altri casi non resta che la soluzione di tenersi lontano dalla fontedel campo dannoso, i campi elettromagnetici infatti diminuiscono fortemente in funzione del quadrato della distanza.

Lampada da tavolo accesa contrasformatore incorporato

non registra campo elettrico

La schermatura apparenon necessaria

Lampada da tavolo accesacampo magnetico elevato

La schermatura non riduce il campo magnetico

Ferro da stirocampo elettrico molto basso

La schermatura apparenon necessaria

Ferro da stirocampo magnetico significativo

La schermatura non riduce il campo magnetico

Misura del campo elettrico

senza schermatura con schermatura

Misura del campo magnetico

senza schermatura con schermatura

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Lampada sospesa accesa registracampo elettrico elevato

La schermatura abbatte quasicompletamente il campo elettrico

Lampada sospesa accesa registracampo magnetico basso

La schermatura riduce leggermenteil campo magnetico

Televisore accesocampo elettrico elevato

La schermatura abbatte quasicompletamente il campo elettrico

Misura del campo elettrico

senza schermatura con schermatura

Misura del campo magnetico

senza schermatura con schermatura

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94 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

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Telefono cellulare in chiamata registracampo elettrico elevato

La schermatura abbatte quasicompletamente il campo elettrico

Telefono cellulare in chiamata registraun campo magnetico significativo

La schermatura riduceanche il campo magnetico

Forno microonde: campo elettricoelevato anche alla distanza di 1 metro

La schermatura abbatte quasicompletamente il campo elettrico

Forno microonde:campo magnetico significativo

La schermatura riduceil campo magnetico di circa il 50%

Misura del campo elettrico

senza schermatura con schermatura

Misura del campo magnetico

senza schermatura con schermatura

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 95

Possibilità di abbattimento del campo elettrico o magnetico di alcuni oggettidi uso domestico per mezzo di tessuto schermante

(Alta frequenza)Le immagini sotto illustrate si riferiscono a oggetti (telefono cellulare e forno a microonde) che, a differenza dei precedenti, emettono radiazionielettromagnetiche ad alta frequenza. Si osserverà come, in questo caso, la differenza di comportamento – e quindi di schermatura – fra campo elet-trico e campo magnetico si riduca sensibilmente.

Bibliografia minimaPAOLO BEVITORI (a cura di), Inquina-

mento elettromagnetico – Aspetti tec-nici, sanitari e normativi, Maggioli e-ditore, Rimini, 1998.

KARL ERNTZ LOTZ, La casa bioecologica,Edizioni AAM Terra Nuova, Fi-renze, 1991.

SERGIO LIRONI, Ecologia dell’abitare Ar-chitettura biocompatibile per una casasolare, Edizioni GB, Padova, 1996

MAURO BERTAGNIN, Bioedilizia, Proget-

tare e costruire in modo ecologicamenteconsapevole, Edizioni GB, Padova,1996.

SETTIMIO GRIMALDI (RicercatoreCNR) in: Protezione prevenzione e be-nessere – Ageostan dossier AAVV, Bre-scia 2003.

PAOLO BEVITORI (a cura di), Guida allacasa ecologica – Inquinamento indoor,progettazione ecosostenibile, scelta deimateriali, Maggioli editore, Ri-mini, 2003.

GEORGES LAKHOVSKY, La terra e noi,Pubblicazione a cura del Centroricerca Lakhovsky, Rimini.

SETTIMIO GRIMALDI, Istituto Speri-mentale C.N.R. Roma, Effetti dan-nosi della esposizione a campi elettro-magnetici .

Per ulteriori approfondimenti consultare:www.maes.dewww.arpa.emr.it/cemwww.cochimedile.com – materiale

formativo e materiali schermantiper la bioedilizia, biodisgiuntoriwww.ideascudo.com – tessutischermanti per la bioediliziawww.naturalia-bau.it – materialeschermante, bioridsgiuntori

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96 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

L e onde elettromagnetiche sono un fenomeno fisico attraverso ilquale l’energia elettromagnetica può trasferirsi da un luogo all’al-tro per propagazione.

Tale fenomeno di trasferimento di energia può avvenire nello spazio libe-ro (via etere), oppure può essere confinato e facilitato utilizzando appro-priate linee di trasmissione (guide d’onda, cavi coassiali, ecc.).Le onde elettromagnetiche, secondo la teoria di Maxwell, sono fenome-ni oscillatori, generalmente di tiposinusoidale e sono costituite dadue grandezze che variano perio-dicamente nel tempo: il campoelettrico ed il campo magnetico.Il campo elettrico si definiscecome una proprietà o perturba-zione dello spazio, prodotta dallapresenza di cariche elettriche,positive o negative. Tale perturba-zione si può verificare constatan-do che ponendo una carica elettri-ca nella regione perturbata, que-sta risulta soggetta ad una forza. L’intensità del campo elettrico si misu-ra in Volt per metro (V/m). Qualsiasi conduttore produce un campo elet-trico associato, che esiste anche quando nel conduttore non scorre alcu-na corrente. Piú alta è la tensione, piú intenso è il campo ad una certadistanza dal conduttore; mentre per una data tensione, l’intensità dimi-nuisce al crescere della distanza. Conduttori come i metalli, i materialiedili e gli alberi hanno proprietà schermanti.Il campo magnetico può essere definito come una proprietà o perturba-zione dello spazio prodotta dal movimento delle cariche elettriche, ossiadalla presenza di correnti elettriche oppure da magneti permanenti (cala-mite). Tale perturbazione si può verificare constatando che ponendo uncorpo magnetizzato nella regione perturbata, questo risulta soggetto aduna forza. L’intensità del campo magnetico si esprime in Ampère permetro (A/m), anche se solitamente si preferisce riferirsi ad una grandez-za correlata, la densità di flusso magnetico o induzione magnetica B,misurata in microtesla ( T). L’unità per la misurazione dell’induzionemagnetica, oltre al Tesla può essere il Gauss (G), per la conversione pos-sono essere utilizzati i seguenti parametri 1T=10G. Il campo magneticoviene generato soltanto quando viene acceso un apparecchio elettrico equindi scorre corrente. La sua intensità dipende proporzionalmente dal-l’intensità della corrente elettrica. I campi magnetici sono piú intensi inprossimità della sorgente e diminuiscono rapidamente all’aumentaredella distanza, inoltre non sono schermati da materiali comuni come le

Qualche nozione in piú per chi vuole approfondire

pareti degli edifici.Un campo elettrico variabile nel tempo genera, in direzione perpendico-lare a se stesso, un campo magnetico, anch’esso variabile, che a suavolta influisce sul campo elettrico stesso. Questi campi concatenatideterminano nello spazio la propagazione di un campo elettromagnetico,indipendentemente dalle cariche e correnti elettriche che li hanno gene-rati. In prossimità della sorgente irradiante, cioè in condizioni di campo

vicino, il campo elettrico ed ilcampo magnetico assumono rap-porti variabili con la distanza epossono essere considerati sepa-ratamente, mentre ad una certadistanza, cioè in condizioni dicampo lontano, il rapporto tracampo elettrico e campo magne-tico rimane costante: in condizio-ni di campo lontano i due campisono in fase, ortogonali tra loro etrasversali rispetto alla direzionedi propagazione (onda elettroma-

gnetica piana).

Campi elettrici e campi magneticiLe principali caratteristiche delle onde elettromagnetiche dipendono dauna loro proprietà fondamentale: la frequenza f, ossia il numero di oscil-lazioni compiute in un secondo. Tale grandezza si misura in cicli alsecondo o Hertz (Hz) e relativi multipli o sottomultipli. Strettamente con-nessa con la frequenza è la lunghezza d’onda l, che è la distanza per-corsa dall’onda durante un tempo di oscillazione e corrisponde alladistanza tra due massimi o due minimi dell’onda (l’unità di misura è ilmetro con relativi multipli e sottomultipli).Quando un’onda elettromagnetica incontra un ostacolo penetra nellamateria e deposita la propria energia producendo una serie di effettidiversi a seconda della sua frequenza. Dai meccanismi di interazionedelle radiazioni con la materia dipendono gli effetti e quindi i rischipotenziali per la salute umana. L’insieme di tutte le possibili onde elet-tromagnetiche, in funzione della frequenza e della lunghezza d’onda,costituisce lo spettro elettromagnetico.

(ArpaWeb/Campi elettromagnetici/Argomenti/Cosa sono i Cem/)

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Emilio Capra L’isolamento termicodelle facciateDa “Bioedilizia”, aprile 2009

tenibile sia sugli edifici esi-stenti sia sl nuovo con la tec-nica dell’isolamento a cap-potto.Questa consiste in praticanell’applicare sulla faccia e-sterna della parete un pan-nello di materiale isolantericoperto da un intonaco,rinforzato da un’armatura ecompletato da uno strato difinitura. Si tratta però di unasoluzione possibile solo sesi dispone di materiali iso-lanti con ottime caratteri-stiche meccaniche e tec-niche per resistere agli a-genti atmosferici e consen-tire una posa adeguata.Un fattore importante ai finidel comfort è l’idonea per-

meabilità al vapore dell’iso-lante e dell’intera strutturaoltre che una bassa capacitàdi assorbimento dell’acqua

La posizione in cui lostrato isolanteviene inserito nella

chiusura influenza la dina-mica dello scambio termico.Se l’isolamento termicoviene posto sul lato esternodi una parete perimetrale, lamassa termica della stessaviene inglobata in quelladell’ambiente. In questomodo le fluttuazioni dellatemperatura sia dell’aria siasuperficiali risultano esseremitigate e l’ambiente im-piega piú tempo a raffred-darsi una volta riscaldato.Una maggiore inerzia ter-mica aumenta notevol-mente le prestazioni ener-getiche dell’edificio ed è ot-

meteorica.La realizzazione di un cap-potto esterno su un edificioesistente è una scelta moltovantaggiosa se si voglionoaumentare le prestazioni e-nergetiche dell’edificio e inmodo particolare se si inter-viene nel momento in cuisono necessarie normali o-pere di manutenzionestraordinaria della faccita e-sterna, ad esempio il ripri-stino dell’intonaco. Lespese fisse che già ci sono,compresa quella del pon-teggio, rendono infatti con-veniente la posa di unostrato isolante, il cui costonon incide molto sulla spesacomplessiva.Anche lo spessore dellostrato isolante, una volta de-ciso l’intervento, influisce inmodo poco significativo sulprezzo: meglio qunque op-tare per spessori importantitenendo conto del fatto cheper ogni centimetro in piú laspesa è contenuta, ma l’ef-fetto di incremento sulla re-sistenza termica è notevole.Anche sugli edifici nuovinegli ultimi anni ha preso

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 99

Alla pagina precedente: in basso,rivestimento con sistema diisolamento termico a cappottoeseguito con pannelli di sugherobiondo supercompatto applicato conadesivo a presa rapida;foto piccola in alto, rivestimento consistema di isolamento termico acappotto interno eseguito conpannelli di sughero biondosupercompatto applicato con adesivoa presa rapida

In questa pagina: protezionetermoigrometrica dei ponti termicisulla faccia esterna dei pilastri conpannelli in sughero biondo naturalecompresso a grana media

menti lignei rinforzati con e-lementi fonoisolanti.

La scelta dell’isolanteAnche il tipo di materiale iso-

lante, oltre al suospessore, ha un’inci-denza tutto sommatolimitata sul costocomplessivo di uncappotto esterno.Meglio dunque op-tare per materiali adalte prestazioni in ter-mini di resistenza,durabilità e comfort. Ilcappotto Bioverd diCoverd realizzato conpannelli di sugherobiondo naturale offrerisultati molto supe-riori rispetto alle nor-

mali soluzioni basate su ma-teriali di sintesi (di solito po-listirene espanso e fibre mi-nerali), con differenze riscon-trabili praticamente su tutti i

piede il sistema di isola-mento a cappotto. Il motivodi questo sta soprattutto nelfatto che aumentando la re-sistenza termica delle strut-ture per raggiungere i requi-siti di isolamento piú elevatiprevisti dalla nuova norma-tiva, l’incidenza dei pontitermici è decisamente mag-giore e spesso la loro corre-zione risulta difficile. Il cap-potto ha il vantaggio di es-sere un tipo di coibenta-zione che consente di elimi-nare i ponti termici insiemeai fenomeni di condensa-zione del vapor d’acqua.

Protezione acusticaIl sistema a cappotto incre-menta l’isolamento acusticodell’edificio (rumori aerei) apatto che venga impiegatoun materiale fonoisolante. Aquesto proposito va tenutapresente, come per l’isola-mento termico, l’incidenzadelle superfici vetrate, deiserramenti e dei cassonetti.Può risultare senz’altro utilel’impiego di doppi vetri conelevate prestazioni di isola-mento acustico e di serra-

fronti: traspirabilità, durabi-lità, resistenza meccanica emetodologia di posa. L’isola-mento a cappotto non deveessere considerato la sem-plice applicazione di unostrato isolante esterno, maun vero e proprio sistema cheè in grado di garantire pre-stazioni elevate e durabilitàsolo se accompagnato da op-portune soluzioni tecniche emontato con competenza daaziende specializzate. Cover realizza cappotti iso-lanti con il sughero biondonaturale da oltre venti-cinque anni utilizzando pro-dotti studiati per incremen-tare le prestazioni di questasoluzione.

Ponti termici: il diavolo sta nei dettagliI ponti termici costituiscono una delle meggiori criticità degli edifi-ci ad alte prestazioni. L’isolamento esterno a cappotto è una buonasoluzione, ma ci sono altri dettagli che non devono essere trascu-rati. La normativa della Regione Lombradia del 31/10/2007 n.8/5773 sull’isolamento termico in edilizia considera l’influenza deiponti termici (la dispersione attraverso trasmissione calcolatasecondo la norma EN ISO 14683) ai fini della determinazione del-l’efficienza energetica di un edificio e dispone che “il ponte termicocorretto” sino quando “la trasmittanza della parete fittizia (il trattodi parete esterna in corrispondenza del ponte termico) non superaper piú del 15% la trasmittanza termica della parete corrente”. Inpresenza di ponti termici“ non corretti”, sono previste delle mag-giorazioni al valore di dispersione (che abbassano il voto in pagel-la dell’edificio) sulla base dei dati di progetto attendibili o di unadeterminazione forfettaria che tiene conto della tipologia edilizia.Anche in presenza di un rivestimento a cappotto esterno, tali dispo-sizioni non esimono nell’astenersi di isolare i ponti termici seppurgli stessi richiedono a completamento spessori piú contenuti. Lacorrezione dei ponti termici su pilastri, corree, travi orizzontali, bal-coni e in tutte le altre situazioni in cui è necessario intervenirerichiede un isolante resistente, delle ottime qualità meccaniche,facile da maneggiare in cantiere, ma soprattutto resistente alleintemperie durante la fase costruttiva di un edificio. I pannelli disughero biondo naturale SoKoVerd.AF rispondono perfettamente aqueste caratteristiche.

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100 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Marco Raimondi Divisori tra alloggi:evitare i furti di caloreDa “Bioedilizia”, aprile 2009

fuga del calore tra un al-loggio e l’altro. Se per e-sempio è presente un im-pianto di riscaldamento au-tonomo, tra un apparta-mento riscaldato e unofreddo adiacente si crea unadispersione di calore: unvero e proprio “furto di ca-lore”, traducibile in undanno economico non indif-ferente nel lungo periodo.

Protezione acusticaLe partizioni verticali che di-vidono le diverse unità im-

mobiliari all’interno di un e-dificio rivestono un’impor-tanza determinante per ilraggiungimento dei requisitiacustici passivi previsti dalDpcm 5 dicembre 1997. Talenorma prevede che in am-bito residenziale le paretidebbano garantire un indicedi valutazione del potere fo-noassorbente apparente di50 dB. Tale parametro è ba-sato sulla differenza tra li-vello di pressione sonoranell’ambiente di emissionee nell’ambiente di ricezione:

Le pareti interne diseparazione tra u-nità immobiliari

confinanti devono avere unvalore di trasmittanza U infe-riore a 0,8 W/m2K. Lo stessolimite si applica alle paretiche separano l’edificio da lo-cali non riscaldati. Anche lepareti divisorie tra unità abi-tative contribuiscono all’o-biettivo della efficienza e-nergetica dell’edificio inse-guita dal legislatore con lanuova normativa perchépossono essere un punto di

quindi, piú elevato è il va-lore, migliore è l’isolante.

La scelta dell’isolanteLa doppia necessità di iso-lare le pareti divisorie verti-cali tra alloggi dai rumori edalle dispersioni di energiatermica rende particolar-mente conveniente l’ado-zione di un isolante con alteprestazioni sia termiche siaacustiche. Questa caratteri-stica è spiccata nei materialidi origine naturale, sugherobiondo, lana di pecora, o-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 101

Nella pagina precedente: paretedivisoria costituita da blocchetti foniciin laterizio NK12L e NK8L coninserito nell’intercapedine doppiostrato di ovatta vegetale, pannello insughero biondo naturalesupercompatto a grana fine. Striscein sughero biondo supercompattosopra e sotto i tavolati.In questa pagina: Un sistemaefficace consiste nell’inserire unastriscia di sughero biondosupercompresso tra i punti dicontatto delle diverse strutture in

modo da creare una barriera allatrasmissione del rumore. Il problemadell’isolamento acustico di due localicontigui non si risolve solo con paretidivisorie di ottima qualità; altrettantoimportante è limitare il passaggio delrumore per fiancheggiamentoattraverso le strutture. Questofenomeno di trasmissione indirettapuò essere attenuato desolidarizzandogli elementi per mezzo di un giuntoelastico in sughero biondosupercompresso.

Nelle foto piccole, dall’alto: pannellodi sughero biondo naturalecompresso; blocchetto fonico inlaterizio; ovatta vegetale, prodottidalla Coverd.

pieni come i blocchettiNK8L e NK12L.Il divisorio tra alloggi dovràessere costituito da unadoppia parete dove l’interca-pedine d’aria contribuirà all’i-solamento della struttura.

Tale intercapedine dovrà es-sere riempita di materiale i-solante. Una soluzione moltoefficace anche per la prote-zione dai rumori aerei è costi-tuita dalla stratigrafia ovatta-sughero-ovatta. ❑

vatte vegetali, mentre è pra-ticamente assente negli iso-lanti sintetici che proteg-gono in misura minore dairumori. Anche la parte divi-soria, come il cappotto, vaconsiderata un “sistema” lacui prestazione non di-pende da un solo compo-nente, ma dall’insieme deimateriali, dalle modalità diaccostamento e infine dallaposa in opera degli stessi.Sul piano pratico e opera-tivo sono certamente da evi-tare i laterizi forati semplici(foratoni, tramezze e ta-velle), mentre è preferibilepuntare su laterizi semi-

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CONDOMINIO

102 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Guida all’affitto L’imposta di registro

zione è inoltre vantaggioso,sia perché obbliga en-trambe le parti al rispettodegli impegni assunti, siaperché sono riconosciuticonsiderevoli benefici fi-scali a favore dei proprietarie degli inquilini.Sui contratti di locazione acanone concordato, ad e-sempio, è possibile usu-fruire di consistenti riduzionidell’imposta di registro do-vuta, oltre che dell’Irpef. Fi-nalità di questa guida quindiè quella di fornire una pano-

ramica esauriente di infor-mazioni pratiche sui con-tratti di locazione, riguar-danti in particolare i vantaggidella registrazione telema-tica, le agevolazioni fiscali,gli adempimenti da porre inessere per rimediare a errorie dimenticanze.Le modalità di tassazionedei contratti di locazione, aifini dell’imposta di registro,variano a seconda della ti-pologia di immobile.Infatti, le norme attualmentein vigore contengono una

Registrare un con-tratto di locazioneoggi è agevole, ve-

loce e conveniente. Innanzi-tutto, perché non è piú indi-spensabile recarsi agli spor-telli degli uffici dell’Agenziadelle Entrate, né in banca oin un ufficio postale per il pa-gamento delle imposte do-vute. Si può fare comoda-mente da casa o incaricandoun intermediario.Grazie al servizio di registra-zione telematica è possi-bile:• creare e stampare il testo

del contratto, utilizzandoschemi prestabiliti che sicompongono di partifisse e di parti modifica-bili secondo le proprie e-sigenze;

• determinare le impostedovute senza il rischio dicommettere errori (unapposito software, sullabase dei dati inseriti, cal-cola automaticamente lesomme da versare);

• effettuare in tutta sicurezzail pagamento delle im-poste, senza utilizzo dialcuna carta di credito,ma semplicemente tra-mite un ordine di adde-bito sul conto corrente;

• effettuare la registrazionevera e propria che av-viene con la trasmissionetelematica del file, con-tenente il contratto di lo-cazione.

Per compiere dette opera-zioni l’Agenzia mette a di-sposizione, gratuitamente,tutto il software occorrente,nonché un adeguato ser-vizio di assistenza tecnicanecessaria per il suo utilizzo.Registrare i contratti di loca-

netta distinzione tra: immo-bili ad uso abitativo; immo-bili strumentali; fondi ru-stici.

Immobili ad uso abitativoQuando si stipula un con-tratto di locazione per fab-bricati da utilizzare come a-bitazione, si deve pagarel’imposta di registro nellamisura del 2 per cento del ca-none annuo moltiplicato peril numero delle annualità.

Per esempio, se per unimmobile ad uso abita-tivo il canone di loca-zione annuo è di 7.200euro (pari a 600 euromensili), l’imposta di re-gistro da versare per ogniannualità è di 144 euro(pari al 2% di 7.200)

Lo stesso trattamento si ap-plica: • alla locazione del box o

della cantina (perti-nenza), annessi al fabbri-cato di tipo residenzialelocato;

• alla locazione degli altriimmobili, fatta ecce-zione, come riportato diseguito, per gli immobilistrumentali per natura.Non è dovuta imposta diregistro sul deposito cau-zionale eventualmenteversato dall’inquilino; èdovuta, invece, nella mi-sura dello 0,50%, quandoil deposito cauzionale èversato da un terzo e-straneo al rapporto di lo-cazione.

Immobili strumentaliper naturaSono considerati immobilistrumentali per naturaquelli che, per legge, non

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CONDOMINIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 103

rustici, oltre che in via ordi-naria, possono essere regi-strati presentando, entro ilmese di febbraio, una de-nuncia riepilogativa dei con-tratti posti in essere nelcorso dell’anno precedente.In questo caso l’imposta siapplica (con l’aliquota dello0,50%) alle somme dei corri-spettivi (moltiplicati per ilnumero delle annualità) di-chiarati nella denuncia e nonpuò essere inferiore alla mi-sura fissa di 67 euro.

Per esempio, se unfondo rustico è affittatoper 10 anni e il corrispet-tivo annuo è di 4.000

euro, l’imposta di regi-stro da versare è di:(4.000x10) x 0,50% = 200euro.

Se uno o piú contratti ven-gono registrati senza ricor-rere alle modalità della de-nuncia annuale, l’imposta diregistro si applica per ogniannualità a ciascun contrattopresentato per la registra-zione, sempre con obbligodi versamento di almeno 67euro.

La registrazionedel contrattoin forma cartaceaLa registrazione cartacea di

possono essere destinati aduna diversa utilizzazionesenza radicali trasforma-zioni. In pratica, questi im-mobili rientrano in una cate-goria catastale che ne giusti-fica un determinato uso pro-fessionale.

Per esempio, sono im-mobili strumentali pernatura:• gli uffici e gli studi (ca-

tegoria catastale A/10);• i negozi e le botteghe

(categoria catastaleC/1);

• i magazzini sotterraneiper depositi e derrate(categoria catastaleB/8).

Dopo le modifiche intro-dotte dal decreto legge 4 lu-glio 2006, n. 223, tutti i con-tratti di locazione (anche fi-nanziaria e di affitto) aventiper oggetto immobili stru-mentali per natura, devonoessere registrati in terminefisso e per essi è necessariopagare l’imposta di registronella misura proporzionaledell’1%, indipendente-mente dal regime di esen-zione o di imponibilità del-l’Iva.L’aliquota dell’1 per cento siriferisce, in modo specifico,alle locazioni di immobilistrumentali per natura effet-tuate da locatori che agi-scono in qualità di soggettiIva.Se il locatore non è soggettoall’imposizione dell’Iva, lalocazione è comunque as-soggettata all’imposta di re-gistro con l’aliquota del 2 percento prevista in via ordi-naria per le locazioni.Fondi rusticiI contratti di affitto di fondi

un contratto di locazionepuò essere effettuata pressoqualsiasi ufficio dell’A-genzia delle Entrate (nonnecessariamente, quindi,presso l’ufficio competentein relazione al proprio domi-cilio fiscale). L’ufficio, al mo-mento della presentazionedella richiesta di registra-zione dell’atto, rilascia la ri-cevuta dell’avvenuta con-segna e comunica al contri-buente i termini entro i qualiè possibile ottenere copiadegli atti registrati.Per la registrazione in ufficiodel contratto occorrono:• almeno due copie, con

firma in originale, del-l’atto da registrare;

• la richiesta di registrazioneeffettuata sullo stampatomeccanografico “Mo-dello 69” (il modello sipuò scaricare da interneto ritirarlo direttamente inufficio); se gli atti da regi-strare sono piú di uno bi-sogna presentare ancheun elenco sul “ModelloRR” (in distribuzionepresso l’ufficio);

• una marca da bollo da14,62 euro per ogni 4 fac-ciate scritte, e comunqueogni 100 righe, da appli-care su originali e copie;

• la ricevuta di pagamentodell’imposta (modelloF23).

Dal 2007 il pagamento del-l’imposta di bollo avvienepresso gli intermediari con-venzionati con l’Agenziadelle Entrate (ad es. i ta-baccai), i quali rilasciano ap-positi contrassegni telema-tici.

Come si versa

L’IMPOSTA DI REGISTRO SULLE LOCAZIONI DI IMMOBILI

Tipologia Aliquota Base imponibile

Fabbricatiad uso abitativo 2%

Fabbricatistrumentali per

natura

1% se dovutada soggettipassivi Iva

2%altricasi

Fondi rustici

Altri immobili 2%

0,5%

Canone annuox

numerodelle annualità

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CONDOMINIO

104 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

gistrazione, il pagamentodell’imposta è contestualealla registrazione del con-tratto.Il pagamento spetta al loca-tore e al conduttore in partiuguali, ovvero in base aquanto dagli stessi stabilitonel contratto, ma entrambirispondono in solido del pa-gamento dell’intera sommadovuta per la registrazione.Per i contratti di locazione esublocazione di immobiliurbani di durata pluriennaleil pagamento dell’impostapuò avvenire, alternativa-mente:• di anno in anno, entro 30giorni dalla scadenza dellaprecedente annualità, ap-

l’imposta di registroA meno che non si ricorra allaregistrazione telematica,prima di presentare alla re-gistrazione i contratti di lo-cazione e affitto di beni im-mobili, le parti contraentidevono calcolare l’impostadi registro dovuta e versarlapresso qualsiasi agentedella riscossione, banca oufficio postale.L’imposta deve essere ver-sata utilizzando il ModelloF23 entro 30 giorni dalla datadi stipula dell’atto e, co-munque, prima della ri-chiesta di registrazione.Solo nel caso in cui si è tenutio si preferisce utilizzare lemodalità telematiche di re-

plicando il 2% a ciascuna an-nualità e tenendo contodegli aumenti Istat;• in un’unica soluzione,entro 30 giorni dalla stipuladel contratto, applicando il2% all’importo pattuito perl’intera durata del contratto.

La riduzionesui versamenti pluriennaliSe si effettua il versamentoin unica soluzione spettauno sconto sull’imposta do-vuta pari alla metà del tassod’interesse legale (2,50 percento dal 1 gennaio 2004)moltiplicato per gli anni didurata del contratto.Pertanto, la riduzione, comerappresentato nella tabellache segue, aumenta conl’aumentare degli anni didurata del contratto.

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A Durata del B Tasso applicabile Sconto (AxB) contratto (anni) (1/2 del 2,5%)

2 1,25% 2,50%

3 1,25% 3,75%

4 1,25 5,00

5 1,25 6,25

6 1,25 7,50

7 1,25 8,75

8 1,25 10,00

9 1,25 11,25

10 1,25 12,50

LA REGISTRAZIONE DEI CONTRATTI IN FORMA CARTACEA

Quando

Cosa serve

L’ufficio rilascia la ricevuta dell’avvenuta presentazione, le copie registrate si ottengono nel tempocomunicato all’atto della consegna

entro 30 giorni dalla data dell’atto (o dalla decorrenza, se anteriore)presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate

il modello 69 (disponibile presso l’ufficio) la quietanza dipagamento dell’imposta (mod. F23)

compilare

presentareil contratto di locazione da registrare (almeno due copie)con firme in originale (su ogni copia del contratto va applicata,per ogni 4 facciate di 100 righe, una marca da bollo da 14,62euro)

pagare

un importo pari al 2% del canone annuo mediantepresentazione del modello F23 presso gli agenti dellariscossione, le banche o gli uffici postali per il primo annol’importo minimo dovuto è di 67 euro (il pagamento spettain parti uguali sia al locatore che al conduttore; entrambirispondono in solido dell’intero pagamento)i codici tributo da indicare sono: se si paga per la primaannualità 115T; se si paga per l’intero periodo 107T

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CULTURA

106 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

E ancora parole

Franco Robecchi

I l tema del significato segreto di molte fra le parole cheusano i tecnici dell'edilizia, dei cantieri, della topo-grafia e del territorio ritorna in questa seconda pun-

tata dell'articolo già pubblicato nel numero precedentedella rivista. Si è visto quali sorprese rivelatrici ci riservinomolti termini che utilizziamo quotidianamente, sorprese disignificato e di origine, talora assai curiosa. Le parole hannoin sé la ricchezza della loro origine e della loro storia, chequasi sempre sfugge a chi le usa solo per comunicare. È unaricchezza che aggiunge interessantissimi spiragli di cono-scenza al nostro vivere, che sul linguaggio ha fondato laquintessenza della qualità umana. Rimanendo nel campodelle costruzioni, chi avrebbe potuto pensare che la parolarubinetto derivi dal francese robin, pronuncia robèn, che si-gnifica nientemeno che montone e ciò perché i primi rubi-netti domestici, forse nella fase barocca, consistevano inuna forma scultorea che raffigurava, appunto, la testa di un

ariete. Si vede che, in idraulica, gli ovini sono presenti. Ri-cordiamo il “colpo d'ariete”, che si utilizza nella termino-logia dell'ingegneria idraulica, riferito all'urto che nelle tu-bature si verifica per l'improvviso blocco di un flusso? Dellacapra come struttura di sollevamento abbiamo già parlato eanche della capriata. Invece l'occasione è utile per sottoli-neare la forza della tradizione costruttiva francese nella for-mazione del patrimonio linguistico del settore. Cominciamoda un altro nesso con gli animali, dopo il già visto bidet, chederiva dal nome del cavallo giovane. Si vede che i cavalli e-rano ben presenti nella mente dei muratori e dei tecnici del-l'edilizia se anche la parola poutrelle, l'italiano putrella, derivadal francese che significa puledra, dal latino pullus, pollo,che, più in generale significa cucciolo, piccolo di animale, dache anche polledro, puledro, pullulare, pollone. Perché latrave francese si chiami poutre, da puledro, appunto, non èchiaro, ma certo il cavallo era nella mente dei professionisti

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CULTURA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 107

del costruire: un animale forte, capace di reggere pesi sullasua schiena. Si pensi al cavalletto, struttura a quattro gambein legno, poi passata anche alle tre gambe, di chiara origineformale. I Francesi sono stati maestri anche per molte altreparole. Si pensi, oltre ai già visti parquet, pavé, bidet, a bullone,da boule, bolla, riferito ai primi bulloni, con capocchia a cu-pola, o a bugna, che deriva dall'antico francese bugne obigne, che, come nel bresciano bogna, significava bubbonesporgente, da cui anche la frittella ripiena che, dal francesebeignet diventa bigné. I transalpini inventarono anche i ter-mini del cemento armato e ancora noi ci tiriamo dietro il ter-mine betoniera, che da béton, calcestruzzo, deriva. DallaFrancia proviene anche il plafone, che, in origine, era il plat-fond, fondo piatto. I Francesi ci hanno dato anche la man-sarda, e questo, come è noto, dal nome del famiglia di ar-chitetti, Mansart, che, dal '600 al '700, furono protagonistidell'ambiente francese, anche, evidentemente, sottoli-

neando l'utilizzo degli ampi sottotetti che consentivano lefalde assai ripide dell'architettura centro e nord-europea. Ilboiler invece deriva dall'inglese e significa bollitore. Daoltre Manica derivano anche bow-window, italianizzato in bo-vindo, e il famoso WC, che molti credono significhi Waterclosed, una sorta di improbabile acqua chiusa, mentre signi-fica sgabuzzino ad acqua, perché è Water closet, con la t. Gli a-rabi, che sono stati, in una certa fase dei tempi, maestri dirazionalità matematica e geometrica, invece, si sa, derivanoparole tecniche come alidada, azimuth, zenith e anche ca-trame e chimica e varie altre. Venendo, invece, in casa nostra, vediamo che al sole dob-biamo vari vocaboli del mondo edile e architettonico, a par-tire dal solarium al frangisole, per giungere anche ad una pa-ternità meno conosciuta: quella del solaio. Se il solaio è taleperché, originariamente, esposto al sole, poi passato anchead indicare i diaframmi orizzontali anche per piani inter-

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CULTURA

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medi, cantina deriva dal suo essere appartata, più che in-terrata. Il nome cantina deriva, infatti da canto, cantone, an-golo, zona marginale e angusta. Un riferimento linguisticoimportante, perché attiene ad una grande tradizione di va-lori, è la parola pontefice. Molti di noi, credo, hanno semprecreduto che il pontefice avesse a che vedere con unaqualche attività costruttiva: pontifex, costruttore di ponti. Erauna versione etimologica assai sfruttata, soprattutto diquesti tempi, nei quali una schiera di buonisti non vede l'oradi trovare occasioni di dialogo e di abbracci anche là dovesi pone il problema della difesa e dell'orgoglio culturale. Chipiù del Papa, nel tempo dell'embrassons nous, sembrava magi-stralmente appartenere a questa filosofia: Non muri, ma

ponti, ha detto qualcuno anche recentemente, ironizzandosui muri israeliani, elevati per tentare di ridurre i rischi di in-gresso di kamikaze nel Paese. Ebbene, il papa non è un col-lega di ingegneri, geometri e architetti, ma è colui che guida,che indica la strada. Il significato originario di pons, latino,confermato anche dal greco e dal sanscrito, indicava lastrada. Poi si riferì anche al passaggio, al guado, da che de-rivò il nome del ponte. Ma il pontifex è colui che “fa la via”, nontanto i ponti. In quanto costruttore di vie il pontefice restaancora nell'ambito dei tecnici, ma certo non in quelli che al-lacciano rive opposte, per consensi a buon mercato.

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ETICA PROFESSIONALE

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Guido Maffioletti Lettera aperta a chi di dovere

portamenti umani i genere.Ben sapendo che nel so-ciale, un giudizio viene rece-pito i modo diverso secondoil carattere delle persone esecondo lo stato d’animodelle stesse, tendenzial-mente evitiamo di espri-merlo per non causare un’in-terruzione del rapporto dilavoro.Poiché la corretta soluzionedi un problema, la si può e-laborare solo dopo un at-tento ed assiduo esame deifatti e dei fattori che hannocreato il problema, il nodo losi allenta ascoltando e rico-noscendo le aspettative ed ivalori scontratisi nel pro-cesso degenerato, ora bloc-cato dalle contingenze inatto.Il nostro quotidiano, vissuto

consapevolmente nelle di-verse fasi di individuazionedi una necessità, nella sceltadelle argomentazioni cheaiutano il dialogo, nellacomprensione fisica dei ma-teriali disponibili al pre-sente, ci permettono di ca-pire in modo abbastanzachiaro cosa bisogna e cosanon necessita fare per mi-gliorare la situazione appa-rente.Parrà strano, ma la primacosa da fare è: non farniente!Il non far nulla, rallenta latensione in corso e dissipal’energia in atto ed intro-duce ad un nuovo modo divedere le cose.Durante il tempo nel qualenulla si crea e nulla si di-strugge, il problema si tra-

Come fossimo figlidi un dio minore,noi, liberi profes-

sionisti italiani, pare non sisia ben visti in alcune sferepolitiche, ma ciò non citocca, salvo quando, quelliin alto, ci chiamano a risol-vere i pasticci da loro creati.A quello stadio le nostre dotipersonali coltivate in anni diintense partecipazioni negliambiti del sociale, ci soccor-rono a sostenere questistrani compiti.A differenza di quelli di noiche lavorano nei posti sicuri,ben programmati, ordinati eregolarmente retribuiti, noicoltiviamo la duttilità del ca-rattere nella precarietà delquotidiano; riservandociperò un vasto spazio di giu-dizio nei confronti dei com-

sforma, o meglio si scioglie,si liquefa, cambia forma ma,potenzialmente, sussisteancora anche se alcune suecomponenti caratterialisembrano sparite.Ma cosa è sparito? Quale en-tità, dopo un po’ di tempo,scompare? Ovviamente latenacia con la quale il pro-blema era tenuto insieme,tenacia che consiste in forzeenergetiche contrappostetendenti a fermare, a bloc-care i movimenti delle mole-cole e degli atomi di unaqualsiasi materia in fase diraffreddamento, compresi icorpi sociali organizzati.Ovviamente il professio-nista prede nota e misural’affievolirsi di queste forzedirompenti che si manife-stano attraverso recrimina-

Il mondo di B. Bat.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 113

presa la nostra, dovrebberoaver chiaro in mente questoobiettivo da raggiungere.Ma per arrivare a questa i-deale scena, si devonoprima sciogliere i nodi cheimpediscono i movimentidelle principali componentiorganiche della nostra cate-goria.

Da anni si legge cheil nostro Ordineprofessionale si

deve fondere con altri Or-dini tecnici simili quali: i pe-riti, gli agronomi ed altri.Per far questo i liberi profes-sionisti in attività e apparte-nenti ai Collegi consimili do-

vrebbero essere veloce-mente consultati dai diri-genti in carica e da essi faci-litati a costituire degli ac-cordi di principio da sotto-porre all’approvazione deivari Consigli di categoria.Se ciò non sta avvenendo,come si vede ormai chiara-mente, vuol dire che qual-cuno o qualcosa sta re-mando contro corrente.Che si vada formando unasocietà aperta a tutti, dopola società globale, risultaormai evidente a tutti.Nessuno sa di preciso comesarà il futuro vivibile diquesto pianeta, ma in tutti èdato per scontato che

zioni, e lesioni di diritti ac-quisiti veri o presunti chesiano.Quando le parti si sono bensfogate si può cominciare atentare di costruire nuovirapporti più soddisfacentiper un accordo duraturo.Poiché pare che tutta larealtà di tutto questo nostropianeta, sembra tendere adun generico futuro miglioresenza eccessivi squilibri, idirigenti di ogni specie egrado dovrebbero perse-guire questo fine come fosse“un bene comune condi-viso”.Pertanto, tutte le organizza-zioni professionali, com-

qualche settore oggi ege-mone dovrà essere ridimen-sionato privilegiando il fat-tore umano.Ogni essere umano ha glistessi diritti e può godernecon pienezza solo quandone è consapevole.Se passa questa afferma-zione, ne va, di conse-guenza, che tutte quellecontrarie si annullano.Il “Come” ho tentato di de-scriverlo nella prima parte diquesto articolo. Se non lo siricorda, vuol dire che non èstato duplicato e capito. Variletto e compreso. Vi augurodi riuscirci.

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114 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2

Aggiornamento Albo

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 18 maggio 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5917 Mattei Alberto Brescia 22/06/1982 25080 Nuvolento (Bs) via G. Garibaldi 59

5918 Albrici Luca Brescia 23/01/1984 25030 Castelcovati (Bs) via Capitanio 17

5919 Capra Maurizio Brescia 14/01/1984 25064 Gussago (Bs) via Staffoli 9/d

5920 Amalo Alessandra Stoccolma (Svezia) 06/06/1986 25126 Brescia Q.re La Famiglia via IX 8

5921 Bulferetti Matteo Sondrio 01/02/1983 25056 Ponte di Legno (Bs) via XI Febbraio 33

5922 Capitanio Marina Breno (Bs) 09/09/1987 250420Borno (Bs) via Caidone 6

5923 Donina Norman Breno (Bs) 03/08/1987 25040 Ceto (Bs) via Nazionale 21/c

5924 Fostinelli Debora Breno (Bs) 03/01/1987 25040 Bienno (Bs) vicolo Basso 27

5925 Gianfrancesco Davide Venafro (Is) 07/12/1985 25080 Polpenazze (Bs) piazza Pesa 3

5926 Pelizzari Nicola Brescia 26/08/1982 25065 Lumezzane S.S. via Valdoro 54

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 18 maggio 2009 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

3631 Grazioli Silvia Brescia 18/05/1982 25020 Azzano Mella (Bs) via V. Veneto 25 Dimissioni

3631 Leoni Attilio Milano 09/06/1930 25017 Lonato (Bs) via Gerardi 17 Dimissioni

5617 Lombardi Sonia Brescia 17/06/1977 25020 Flero (Bs) via Caselle 8 Dimissioni

2066 Marieni Guido Bagnolo Mella (Bs) 25125 Brescia via Livorno 80 Dimissioni

4980 Scalmati Luca Brescia 24/04/1977 25030 Torbole Casaglia (Bs) via Lombardia 28 Dimissioni

5222 Scalvini Angelo Brescia 09/05/1978 25017 Lonato (Bs) via Montesuello 5 Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 24 aprile 2009 N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

4855 Simonazzi Simona Asola (Mn) 25086 Rezzato (Bs) via Meucci 1 Trasferimento

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memo

116 � IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5

AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBOPer consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sonotenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusiva-mente la seguente scheda:

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA

cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato il …………………………………………

luogo di residenza ……………………………………………………………………………………….. luogo dello studio ………………………………………………………………………………......

cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....

via ………………………………………………………………………………………………………………………... via ………………………………………………………………………………………………………………......

P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………

tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........

cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. e-mail …………………………………………………………………………………………………………....

data ……………………………………………………………………………………………………………………..

firma ……………………………………………………………………………………………………………....

Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)

Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)

PER AGGIORNARE GLI ELENCHIDELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIAIL COLLEGIO INVITA I GEOMETRIA COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINEQUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)

SPETT.LECOLLEGIO DEI GEOMETRIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12FAX: 030/306867

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa diPrevidenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la com-pilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte leinformazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamentialla Cassa di Previdenza.