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Il Giard ino Allitali Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

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Il Giardi

noAll’

italiana

Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

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Giardini all’italiana

Reggia di Caserta

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Reggia di Colorno – Parma

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Reggia di Venaria – Torino

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Incisioni

Villa d’Este - TivoliGiardini Vaticani - Roma

Villa Pia - Roma

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Orti Farnesiani - Roma Villa Lante - Bagnaia

Giardini del Quirinale - Roma

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L’acqua e le grotte

Fontana - padiglione Fontana della Ninfa – Villa di Petraia, Firenze Villa d’Este - Tivoli

Giardino di Boboli - Firenze

Fontana del

cortile e Grotta

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Il richiamo all’antico

Fontana del Putto del Verrocchio

Il giardino delle statue di Palazzo Capranica - Roma

San Vigilio - Lago di Garda

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Ars topiaria

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Il labirinto

Labirinto, da Gli artifiziosi et intricati quattro libri di labirinti di Lelio Pittoni Veneziano, aquarello, Firenze

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Giardini di Boboli

Villa Lante

Villa d’Este

In Italia…

Giardini di Bomarzo

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Boboli

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Pianta dei giardini

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Giardino di BoboliIl Giardino di Boboli è parco storico della città

di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di

Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino è uno dei più importanti esempi di giardino all’italiana al mondo

ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico - paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità

romane al diciannovesimo secolo.I giardini dietro Palazzo Pitti, residenza dapprima

dei Medici, poi dei Lorena e dei Savoia, furono costruiti tra il quindicesimo e il diciannovesimo

secolo e occupano un'area di 45.000 mq.

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Alla prima impostazione di stile rinascimentale, visibile nel nucleo più vicino al palazzo, si aggiunsero negli anni nuove porzioni con

differenti impostazioni: lungo l'asse parallelo al palazzo nacquero l'asse prospettico del

Viottolone, dal quale si dipanano vialetti ricoperti di ghiaia che portano a laghetti, fontane, ninfei, tempietti e grotte. Notevole è l'importanza che

nel giardino assumono le statue e gli edifici, come la settecentesca Kaffeehaus (raro esempio di gusto roccocò), che permette di godere del panorama sulla città, o la Limonaia, ancora

nell'originario color verde Lorena.

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StoriaIl giardino di Boboli nasce come ideale

proseguimento del cortile di Palazzo Pitti, acquistato nel 1549 da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de‘ Medici, quando il suo primo proprietario, il banchiere Luca Pitti,

aveva dichiarato fallimento.Davanti al palazzo c’era uno spazio verde,

l’Orto de’ Pitti, che tuttavia Eleonora desiderava ampliare trasformandolo in un

giardino che fosse degna cornice della reggia che Cosimo intendeva realizzare nel

palazzo.Il progetto fu affidato a Niccolò Pericoli,

detto il Tribolo, artista prediletto dal Duca e autore dell’altro giardino di Cosimo, quello di Villa del Castello. Alla morte del Tribolo i

lavori proseguirono sotto la direzione di Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e

successivamente di Bernardo Buontalenti (1568-1635), ma venne rispettato

l’impianto da questi originariamente concepito.

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Architettura e paesaggio 

I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici.I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici.I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici.

I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti

pendenze e due assi quasi perpendicolari che si

incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul

panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi

si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute

prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di

ambienti curiosi e scenografici.

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Veduta di Palazzo Pitti e Boboli nella lunetta di Giusto Utens del 1599 (Museo di Firenze com’era, Firenze)

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Il primo asseA sinistra del primo asseA destra del primo asse

Il secondo asseIl fianco destro

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L‘Anfiteatro L'asse principale, centrato sulla facciata posteriore del palazzo, sale

sul colle di Boboli, attraverso un profondo anfiteatro a forma di ferro

di cavallo. L'anfiteatro  segna il punto dove la collina di Boboli venne scavata per prelevare

la pietraforte usata per costruire Palazzo Pitti, e l'idea di sistemarlo in una grande spazio

che disegna la forma di una campana, risale al Tribolo. La struttura venne inaugurata

nel 1637 in occasione dell'incoronazione di Vittoria

della Rovere, moglie di Ferdinando de’ Medici, a granduchessa di Toscana.

L'Anfiteatro concepito forse come architettura verde, già nel 1599 fu arricchito dalle gradonate ancora esistenti, sormontate da edicole con nicchie che racchiudono

statue in marmo ed urne in terracotta.

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La vasca in granito proveniente dalle terme di Caracalla ed un obelisco portato a Roma nel 30 a.C. dall'Egitto che Pietro Leopoldo fece trasferire a Boboli nel 1790 facendogli fare da Gaspero Paoletti (1727-1813) un basamento con tartarughe in bronzo furono collocati al centro dell'anfiteatro nel 1840. Il

centro dell'anfiteatro venne abbellito nel 1790 dall’obelisco egiziano, l'unico della Toscana, nonché uno dei monumenti più antichi di tutta la regione: risale infatti al 1500 a.C. (molto tempo prima della fioritura della civiltà etrusca) e proviene dal Heliopolis in Egitto. Fu portato a Roma all'epoca di Domiziano e eretto nel Tempio di Iside al Campo Marzio; dopo essere stato dissotterrato a

fine del Cinquecento, finì nel giardino di Villa Medici a Roma. Venne trasportato a Firenze nel 1788 per la volontà del Granduca Pietro Leopoldo,

quando radunò tutte le collezioni medicee in città per abbellire i suoi palazzi. Nel 1840 venne accoppiato con la grande vasca in granito grigio scolpita in un

unico blocco e proveniente forse dalle Terme di Caracalla di Roma.

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Il Bacino di NettunoPiù in alto, oltre l'anfiteatro, si incontra il bacino

del Nettuno, attraverso una doppia rampa ornata da tre statue di epoca romana:

un Settimio Severo a sinistra,

un Magistrato romano a destra (ciascuna su un cippo funerario),

ed al centro una Demetra su una base romana.

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Il bacino del Nettuno fu creato nel 1777-1778 al posto di un

vivaio. Qui vengono raccolte le acque che irrigano tutto il giardino e che hanno la

sorgente più a monte, sotto il Giardino del Cavaliere.

Al centro del bacino si erge la Fontana del Nettuno, con la

statua del Dio del mare emergente da uno sperone

roccioso sul quale si trovano anche naiadi e tritoni. La statua

principale è opera del 1571 dello scultore Stoldo

Lorenzi.Alla sommità di questa zona si

trova la statua dell'Abbondanza (1636) di Pietro

Tacca (con la collaborazione di Sebastiano Salvini), già

iniziata dal Giambologna nel 1608. È

un'opera in marmo bianco con il covone di grano in bronzo

dorato. La figura ha le sembianze di Giovanna

d'Austria, moglie di Francesco I de' Medici. In questa zona

superiore il giardino è caratterizzato dalle muraglie

difensive che si prolungano dal vicino Forte Belvedere, che si

staglia sulla sinistra.

Il bacino del nettuno

La fontana del nettuno

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Il Giardino del CavaliereAl culmine di questo asse, con le mura cittadine a segnarne il confine, sorge Giardino del Cavaliere, uno dei giardini recintati

di Boboli, che si trova sopra un bastione facente parte delle fortificazioni realizzate da Michelangelo nel 1529 prima

dell'assedio cittadino dell'anno successivo. Per accedervi si sale su una scala a tenaglia, cioè a rampe curve e incrociate

con un terrazzino costruito sopra una piccola stanza circolare; questa scalinata fu progettata da Zanobi del Rosso tra il 1790

e il 1793.Le due statue che decorano al scala raffigurano Flora e

di Giove giovane entrambe di Giovanni Caccini. La fontana centrale è chiamata fontana delle Scimmie per via delle tre

scimmiette in bronzo alla base della fontana stessa; al centro della vasca l'acqua zampilla da un putto marmoreo.

Qui vi si trova il casino del Cavaliere, una palazzina costruita verso il 1700 su commissione di Cosimo Terzo, dove il cardinale Leopoldo de' Medici teneva le conversazioni

artistiche e letterarie, e dove Gian Gastone aveva il suo ritiro.

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La KaffeehausRidiscendendo la collina verso nord-est, all'altezza più

o meno della statua dell'Abbondanza, si raggiunge la Kaffeehaus, un padiglione in stile rococò coperto da

un'esotica cupola finestrata e segnata da terrazze marcapiano opera di Zanobi del Rosso (1776), alla cui base, circondata da una scala doppia tenaglia si trova una grotticina. La costruzione, che oggi ospita un bar

in un punto altamente panoramico, rappresenta anche il punto visivo di fuga del Viottolone, il grande viale che

rappresenta il secondo asse dell'ampliamento del giardino, che idealmente portava alla Villa Medicea di

Poggio Imperiale.

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Il Prato di Ganimede Davanti alla Kaffeehaus si trova il prato digradante con al centro la Fontana

di Ganimede, del diciassettesimo secolo (al posto del gruppo marmoreo oggi è presente un calco).

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Il Giardino di MadamaSempre su questo lato si incontra più a sinistra

la Grotticina della Madama o delle Capre, costruita da Davide Fortini su progetto del Tribolo. Decorata

con spugne, stalattiti e una vasca marmorea sormontata da quattro statue di capre che un tempo buttavano acqua. La grotta si trova a un'estremità

del cosiddetto Giardino di Madama, con alcune aiuole geometriche fiorite, realizzato attorno

al 1570 per Giovanna d'Austria. Il giardino davanti alla grotta, caratterizzato da alcune aiuole bordate

da siepi, è detto Giardino di Madama.Grotta di Madama - soffitto

Grotta di Madama - interno

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L’Orto di Giove Poco più in basso segue

l’Orto di Giove, dalla statua di Giove seduto, di Baccio Bandinelli(1556), mentre vicino a questo giardino si

trovano le due grandi statue dei Prigionieri daci, sculture

antiche del II secolo, già a Villa Medici; i due barbari

sottomessi con le mani legate e le vesti in granito

rosso provengono probabilmente dal Foro di

Traiano: sono molto simili a quelli reimpiegati nell'Arco di Costantino; le due basi con rilievi di Vittorie, Dioscuri e

barbari vinti invece provengono dal tempio del

Sole sulla via Lata fatto costruire da Aureliano o, meno probabilmente, dal

vicino Arcus Novus.

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Scendendo al livello del palazzo attraverso un viale serpentino usato dalle carrozze, si arriva ad una zona

coperta di ghiaia, dove un tempo stazionavano le vetture con cavalli.

Vicino all'uscita su piazza Pitti  si trova la Fontana del Bacchino, esemplare dello stile grottesco tanto in voga nei giardini del periodo tra Cinque e Seicento. È infatti costituita dalla figura dell'obeso nano Morgante, il più

popolare dei nani di corte di Cosimo primo, ritratto da Valerio Cioli nudo e a cavalcioni di una tartaruga

(1560). La statua è oggi sostituita da una copia.

Scendendo al livello del palazzo...

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La Grotta del BuontalentiLa Grotta Grande, o del Buontalenti, è uno degli elementi più pregevoli del parco. La sua

costruzione si deve soprattutto a Bernardo Buontalenti, che la creò tra il 1583 e il 1593 su

incarico di Francesco I de' Medici, una delle architetture più bizzarre e sorprendenti di Firenze. Questa si compone di tre camere

comunicanti: la prima, decorata a stucchi e spugne è caratterizzata da scene pastorali

eseguite da Bernardino Poccetti (1542-1612); la seconda ospita il gruppo marmoreo di Paride

che Rapisce Elena, opera di Vincenzo Rossi da Fiesole (1525-1587) e la terza affrescata dal

Poccianti, ospita una bella fontana del Giambologna (1529-1608) raffigurante Venere

che esce dal bagno. entrata della grotta

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Interno della grotta del Buontalenti

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Di nuovo in alto, dal giardino del Cavaliere, se discendendo si prende invece verso sud, prima di giungere al Prato dell'Uccellare, punto di imbocco

prospettico del secondo asse del giardino (il Viottolone), si incontra una seconda scalinata fiancheggiata da siepi

e decorata da due statue di Muse sedute.Poco dopo si trova il gruppo marmoreo

della Lavacapo (1595-1597), opera di Valerio Cioli per Ferdinando primo.

Da qui si accede a un prato che costeggia dall'alto il bacino di Nettuno, dove si trovano alcuni fabbricati

che anticamente fungevano da abitazioni per i giardinieri, depositi di attrezzi e di piante durante

l'inverno. Qui si trovano anche le ragnaie, cioè quei fitti boschetti dove venivano tese reti per catturare i piccoli

volatili.Nei vialetti ombrosi che occupano lo spazio tra

l'anfiteatro e il Prato del Pegaso, cinti da alberi ad alto fusto, si trovano due curiose architetture coperte da cupole e parzialmente interrate: si tratta delle due ghiacciaie di Boboli, antesignane dei frigoriferi. Qui,

grazie al ghiaccio che veniva giornalmente trasportato dall'Abetone e grazie all'ambiente che ricreava le

condizioni climatiche delle grotte, venivano conservate le vivande destinate alle cucine granducali.

A destra del primo asse

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Il Prato dell’Uccellare

L'imbocco ideale del secondo asse è il cosiddetto prato

dell'Uccellare ("uccellare" significa cacciare i piccoli volatili, infatti venivano

così chiamate le radure in una macchia boscosa),

situato in posizione rialzata e attraversato dal Viottolone .

Questo ampio prato è circondato

da lecci e cipressi secolari e segna il confine con la parte occidentale del giardino. Al centro è

decorato da una colonna spezzata, mentre su un lato vi si trova una delle poche opere contemporanee del

giardino: una monumentale testa bronzea di Igor Mitoraj, rimasta nel

giardino dopo la mostra sull'artista polacco

del 2002.

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Al di sotto del Prato dell'Uccellare,

attraversato da sentieri a zig-zag, si distende il

cosiddetto Prato del Pegaso, un declivio

collinare che riporta al livello del palazzo, in particolare davanti al

piazzale coperto a ghiaia della palazzina

della Meridiana.Questa zona deve il suo

nome alla scultura marmorea di Pegaso, opera di Aristodemo

Costoli del 1865, usata come simbolo dalla

Regione Toscana. Vi si trovano altre statue ed

una grande vasca di granito grigio. I

grandi alberi che vi si ergono isolati e

asimmetrici ricordano il gusto del giardino

all'inglese.

Il Prato del Pegaso

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Il ViottoloneIl Viottolone è un ampio viale in ripida discesa, affiancato da due filari di cipressi piantati

nel 1637 e decorato da numerose statue, che segna l'asse secondario (quello sei -

settecentesco in direzione sud-ovest) del giardino. Le statue, poste simmetricamente nei

pressi degli incroci con i tre viali trasversali, sono sia antiche (romane), sia di fattura

moderna, prevalentemente settecentesca.La zona a sinistra del viottolone, già un tempo

occupata dal labirinto, ha oggi il viale serpentino per il rondò delle carrozze. In questa zona resta la vasca centrale del labirinto, oggi

circondata da un'aiuola ellittica.

La parte di destra era invece dedicata alla caccia e vi si trova anche l'orto murato. Ai

due fianchi del viottolone corrono due gallerie rettilinee circondate dalla vegetazione.

L'imbocco del Viottolone dal Prato dell'Uccellare è segnato da due statue

dette dei Tirannicidi greci. Queste due statue hanno solo i torsi antichi, ed è

particolarmente pregevole quello di sinistra, copia dell' Aristigitone del gruppo bronzeo

del447 a.C..Il Viottolone è quindi tagliato da tre viali

laterali che creano sei scomparti del giardino.

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Il primo viale trasversale Il primo viale trasversale è costituito da un

pergolato di lecci che formano due gallerie con sedili bassi in pietra sui lati.

Prima di giungere all'incrocio principale un vialetto è segnalato da due statue; in

prospettiva sulla sinistra si nota una vasca circondata da un'aiuola ellittica, che era il

centro di uno dei labirinti di questa parte del giardino.

Nel punto di incontro con il Viottolone sono state poste quattro statue su ciascun cantone, tutte opera di Giovanni Caccini: la Prudenza, 'Esculapio e Ippolito morente (da Policleto),

l'Autunno e l'Higea.In fondo, sulla destra si trova la Fontana

dell'Oceano, omonima di quella più famosa al centro dell'Isolotto di Boboli, opera del

Giambologna. Questa fontana più piccola raffigura un giovane ai cui piedi sta un delfino

che versa acqua.

Esculapio

Higea

Prudenza

Autunno

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Il secondo viale trasversale

Il secondo viale trasversale si taglia sul Viottolone a un incrocio

con tre statue romane, un Senatore, un Bacco e

un Filosofo calvo, mentre una quarta statua con Andromeda è

settecentesca.In fondo al ramo del viale

trasversale sinistro, presso le mura cittadine, domina la veduta

prospettica il busto colossale di Giove olimpico, attribuito al

Giambologna(1560 circa), su una base in arenaria. Accanto alla

statua si trova anche la curiosa fontana dei

Mostaccini di Romolo del Tadda(1619-1621), costituita da

una serie di piccole vasche su vari gradoni collegate da canaletti e

con mascheroni che versano l'acqua da un livello a quello inferiore. Oltre alla valenza

estetica questa fontana aveva anche una funzione pratica: le

piccole vasche dovevano attirare i piccoli volatili che venivano poi

catturati con le ragne, reti appese tra i rami del vicino boschetto

(detto appunto ragnaia della Pace).

Busto di Giove olimpico

Fontana del Mostaccini

Senatore

Filosofo calvo

Bacco

Andromeda

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Il terzo viale trasversale

Il terzo viale trasversale è quello più a sud-ovest e dall'incrocio con il Viottolone vi partono

numerosi percorsi complicatamene intrecciati che conducono al segmento finale del giardino. All'incrocio tra i viali le siepi di bosso disegnano

quattro esedre nelle quali sono collocate altrettante

statue: Esculapio, Andromeda, Ninfa e la Modestia.

A queste vanno aggiunti i vicini gruppi dei giocatori, di fattura settecentesca secondo il

gusto per i temi campagnoli e popolani: i Giocatori alla pentolaccia di Giovan Battista

Capezzuoli e i Giocatori del saccomazzone (1780) di Orazio Mochi su disegni di Romolo del Tadda (il "saccomazzone" era un

gioco dove due giocatori bendati, sempre tenendo tenere una mano su una roccia,

cercavano di scacciare l'avversario colpendolo con un lungo straccio annodato).

Andromeda Esculapio La Modestia Ninfa

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L’IsolottoAl termine del viottolone l'arredo botanico cambia

repentinamente, scompaiono i cipressi e le siepi e si arriva alle morbide forme della Vasca dell'Isola,

chiamata anche Isolotto e ideata da Alfonso e Giulio Parigi dal 1618. Al centro del piazzale fa da

protagonista la grande vasca circolare, con l'isola al centro collegata alla terraferma da due passerelle. I

grandi cancelli delle passerelle sono sostenuti da due colonne, su ciascuna delle quali si trova la statua di

un capricorno, animale simbolo del potere del Granducato. Ai lati delle colonne sono presenti delle fantasiose fontane a forma di "arpie" maschili, che

versano l'acqua in vasche a forma di conchiglia, con un complessa decorazione grottesca di esseri marini.

Sull'asse perpendicolare al Viottolone si trovano quattro fontane a livello della balaustra esterna, due per lato: le fontane delle Arpie e quelle dei Putti, decorate da

delfini intrecciati, animali marini, mascheroni fantastici e statue a tutto tondo sulla sommità.

Fontana dei Putti Fontana delle Arpie

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Vicino a queste fontane, dall'acqua della vasca emergono alcuni gruppi marmorei della scuola del Giambologna (1637): il Perseo a cavallo 

e Andromeda con le caviglie incatenate nella roccia ; in particolare il Perseo è collocato come se stessa

saltando fuori dall'acqua, un effetto che veniva sottolineato dagli zampilli d'acqua.

Nel mezzo del bacino l'isola è circondata da una ringhiera in pietra, nelle cavità della quale sono alloggiati gli orci di terracotta che nei mesi estivi

contengono la collezione di agrumi ed altre piante decorative; agrumi si trovano allineati anche sulle

passerelle.Il centro dell'isola è decorato dalla Fontana

dell'Oceano del Giambologna, composta da una basamento con bassorilievi (Il ratto di Europa, il

Trionfo di Nettuno e Il bagno di Diana) che sorregge una vascone circolare in granito dell'Isola d'Elba,

sopra il quale si innalza il gruppo scultoreo del Nettuno, circondato da divinità fluviali sdraiate ,

il Nilo, il Gange e l'Eufrate, che versano simbolicamente le loro acque nella vasca grande,

l'Oceano. La fontana dell'Oceano è più antica rispetto a questa parte del giardino e un tempo si trovava al

centro dell'Anfiteatro di Boboli: fu scolpita per Francesco Primo nel 1576 ed ha fatto da prototipo

per tutte le sculture di questo soggetto; l'originale dell'Oceano oggi si trova al Bargello.

Perseo

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Verso Porta Romana

La punta estrema del giardino, è occupata da un rondò con siepi geometriche, dove sono collocate

numerose statue in pietra come le tre figure grottesche di Romolo del Tadda,

raffiguranti Venere, Amore e la personificazione dell'Architettura. Interessante è anche la fontana

della Botticella, costituita dalla statua di un contadino che vuota un barile (di Giovanni

Fancelli, 1560) in una vasca realizzata con un sarcofago romano. Simile è anche l' Uomo che

vanga di Valerio Cioli e di Giovanni Simone Cioli.Davanti all'ingresso di Porta Romana si trova un notevole Perseo di Vincenzo Danti, già alla villa medicea di Pratolino, circondato da un'esedra in bosso dove si trova anche un sarcofago romano

con le fatiche di Ercole.

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Risalendo sul lato che costeggia via Romana, si incontrano alcune statue come l'Uomo che scarica il

secchio in un tino di Valerio Cioli e di Giovanni Simone Cioli, fino a raggiungere la grande limonaia.

La LimonaiaI Medici furono tra i primi a diffondere la moda degli

agrumi nei loro giardini. Gli agrumi sono delle piante che non crescono normalmente in Toscana, quindi erano

considerate di fatto alla stregua di piante esotiche. Il loro grande valore ornamentale spinse a un collezionismo di queste piante, che durante l'inverno dovevano trovare rifugio al coperto, in edifici appositi chiamati appunto

limonaie.La limonaia di Boboli si trova a metà strada tra il Palazzo e l'estremità del giardino. Frutto della trasformazione di una precedente fabbrica di mosaici, spugne e statue, fu edificata verso il 1778 su progetto di Zanobi del Rosso. La facciata della limonaia è costruita dalla ripetizione regolare di quattro campate con quattro finestroni più

quattro finestre superiori, separate da lesene; nella parte superiore è presente un cartiglio con festoni con frutta e

un frontone leggermente aggettante; le specchiature intorno alle finestre presentano un intonaco colore

"Verde Lorena" usato anche nella Kaffeehaus. Un lungo cornicione leggermente aggettante sopra i portoni

conclude l'elegante facciata. Le sculture sulla facciata rappresentano le Muse, mentre nelle aiuole antistanti si

trovano due Muse e il gruppo della Fortuna con cornucopia, opere romane copiate da sculture

ellenistiche, oltre al Suonatore di cornamusa di Giovanni Battista Caccini.

Page 44: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

La zona di Annalena

Proseguendo lungo il vialetto parallelo a via Romana si arriva all'ingresso su questa stessa via

detto di Annalena (dal nome dell'antico convento di

Annalena che qui si trovava), con un cancello vigilato da due leoni

assopiti in pietra.La prospettiva di questo ingresso è abbellita dalla Grotta di Adamo

ed Eva (1817), costruita come una piccola esedra preceduta da due colonne che sostengono un architrave. L'interno è decorato

da concrezioni spugnose e mosaici in ciottoli policromi,

mentre il nome deriva dal gruppo scultoreo di Adamo ed Eva di Michelangelo

Naccherino (1616 circa).Sempre sullo stesso lato di via

Romana, risalendo verso Palazzo Pitti, si incontra la Palazzina di

Annalena, una piccola costruzione in stile neoclassico

dell'architetto Cacialli.

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La palazzina della Meridiana la Palazzina della Meridiana, opera in stile neoclassico iniziata da Gaspare Maria Paoletti sotto il Granduca Pietro Leopoldo nel 1778 e

terminata da Pasquale Poccianti nel 1822-1840, prende il nome dalla meridiana che la

attraversava all'interno.Vi si accede da Palazzo Pitti e conserva gli

affreschi con Episodi dei Promessi Sposi del pittore ottocentesco Nicola Cianfanelli.

Attualmente ospita la Galleria del Costume, ma alcuni anni fa ha ospitato anche la Collezione

Contini-Bonacossi. Il Giardino del ConteAdiacente alla Palazzina della Meridiana c'è il

cosiddetto Giardino del Conte, chiuso da una

cancellata e schermato da una siepe di leccio e

d'alloro.Da qui si vede bene anche

l'ex osservatorio del Museo della Specola.

Tribuna di Galileo vista dal GiardinoGiardino del conte

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Giardino di Boboli, la vasca dell'isolotto con la fontana dell'Oceano di Alfonso Parigi

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Villa d’Este

Jean Honoré Fragonard, Villa d’Este (1762)

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Villa d’Este, a Tivoli, in provincia di Roma, è uno dei maggiori rappresentanti dell’arte dei

giardini italiana nel periodo barocco e per questo inserita nella lista UNESCO del

patrimonio mondiale. Storia:

Villa d’Este, ideata da Ligorio, fu fatta costruire dal cardinale Ippolito d’Este, governatore di

Tivoli nel 1549. Giardino:

Si sviluppa intorno ad un asse principale longitudinale e cinque assi trasversali ed è

suddiviso in due parti distinte: quella inferiore, pianeggiante, e quella che ricopre la

collina a terrazze.

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La piantaFontana dell’organo; Fontana di Nettuno Vialone

La Rometta

Cento fontane

Fontana di Pegaso; Fontana dell’Ovato

Fontana del Bicchierone

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Il vialone

Il Vialone è il viale più grande del

giardino

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La fontana dell’OrganoLa fontana dell’organo ha un dispositivo ad

acqua che riproduce il suono dell’organo

Page 52: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

La fontana di Nettuno

La fontana di Nettuno è la più imponente e scenografica della

villa

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La fontana del Bicchierone

La fontana del bicchierone ha la

forma di un calice che poggia su una

conchiglia

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La fontana di Pegaso

La fontana di Pegaso riprende il mito in cui il cavallo fa sgorgare

la fonte Ippocrene

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La fontana dell’Ovato

La fontana dell’Ovato è la più

barocca, per la particolare

elaborazione di rocce ornamentali

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Le cento fontane

Le cento fontane sono formate da tre corsi d’acqua

paralleli ad altezze diverse

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La Rometta

La Rometta rappresenta la restaurazione

della Città eterna

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Bomarzo

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Il Parco dei mostri

“Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua dove son faccie horrende elefanti leoni orsi orche et draghi”

Page 60: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

“Chi con ciglia incarnate et

labbra strette non va per questo loco

manco ammira le famose del mondo moli

sette”

Page 61: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

“Se Rodi altier fu già del suo colossopur di questo il mio bosco anco si gloria ed per più non poter fo quanto posso”

Page 62: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Tartaruga, Donna Balena

Proteo-Glauco

Page 63: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Mausoleo

Pegaso

Page 64: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

“Animus fit quiescendo prudentior

ergo”

Page 65: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Elefante

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Il drago

Page 67: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

“Ogni pensiero vola”

Page 68: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Il tempietto

Page 69: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Villa Lante

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Fontana dei Mori Palazzine Gemelle Fontana dei Lumini

Fontana della Tavola Fontana dei Giganti Fontana della CatenaFontana dei DelfiniFontana del Diluvio

con le logge delle Muse

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La fontana dei MoriE’ uno specchio d’acqua che eleganti

balaustre suddividono in quattro bacini su cui galleggia una barca con un putto

zampillante e al centro un triplice cerchio di vasche culminanti nel

gruppo dei quattro mori che reggono lo stemma di Papa Sisto Quinto.

Page 72: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Palazzine Gemelle

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Fontana del Lumini

Una fontana circolare a gradini; sul ballatoio di

ciascun gradone, da fontane più piccole a forma di lucerne ad olio sgorgano piccoli

zampilli d'acqua.

Page 74: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Tavola del Cardinale

Posta ai piedi della Fontana dei Giganti, era utilizzata per i

convitti estivi all'aperto. Al centro scorreva l'acqua che

serviva da rinfrescatolo, mentre

sui bordi venivano posate le vivande.

Page 75: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Fontana dei Giganti

E' alimentata dalla sovrastante catena d'acqua ed il nome le deriva dalla presenza delle due grandi statue in

peperino che rappresentano appunto i due giganti, il Tevere e l'Arno, a voler rappresentare l'amicizia tra

Firenze, ovvero la famiglia dei Medici, e Roma, ossia il papato. Alcuni attribuiscono la realizzazione di questa

fontana al Giambologna.

Page 76: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Defluente dalla Fontana dei Delfini per caduta naturale, l'acqua sgorga dalle fauci di

un gambero in peperino, emblema del cardinale Gambara e percorre il dislivello racchiuso da

volute con una lunga serie di salti, apparendo proprio come una catena d'acqua

Fontana della Catena

Page 77: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Di forma ottagonale, si eleva su un

ripiano circondata da

sedili e spalliere che ne esaltano

l'elegante disegno. E' formata da

vasche degradanti

collegate da elementi

scultorei in peperino. Sedici

delfini sono disposti in coppia

agli angoli dell'ottagono, mentre vasi, mascheroni e

rilievi vari mostrano l'acqua nelle forme più

varie.

Fontana dei Delfini

Page 78: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Fontana del DiluvioE' il punto d'inizio della cascata d'acqua che, lungo un sol asse, conduce alla grande fontana quadrata posta al centro del bellissimo giardino all'italiana. Si tratta di una fontana a grotte che si trova fra le due

Logge delle Muse sullo sfondo di un piccolo piazzale , una specie di teatrino all'aperto, motivo

ricorrente delle ville italiane del Rinascimento. Accoglie il visitatore un'erma con quattro teste posta

al centro della scena.

Page 79: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

La Loggia delle Muse Sono due

deliziose

palazzine

poste ai lati della

Fontana del

Diluvio. Erano luoghi

di riposo e di

diletto; dai

cornicioni

laterali usciva

no

getti di acqua

per fare

scherzi bagnati agli ospiti.

Su entra

mbe le facciat

e campeggia il gambe

ro araldico della famigli

a Gamba

ra.

Page 80: Il Giardino All italiana Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

Giardino Segreto

Si trova di lato alla Loggia delle Muse. E' un recinto quadrato delimitato da colonne, dove si coltivavano fiori e frutti.