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Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30" Anno XXXIX - n° 1 Gennaio 2018 Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NE/VI - Contiene I.P. [email protected] www.sandrigo30.lindaver.org continua a pag. 2 continua a pag. 2 Biblioteca gremita per l’attesis- sima presentazione al pubblico di “Sandrigo: storia, arte, natura”, lo scorso 14 dicembre. Opera ponde- rosa già nei numeri: tre volumi, 1144 pagine, centinaia di foto e mappe, migliaia di documenti consultati. Presenti tutti gli autori (Giordano Dellai, France- sco Mezzalira, Francesca Rizzo e Leonardo Pia- nezzola) tranne uno: Leonardo Carlotto, ideato- re e primo moto- re propulsore del progetto. “L’idea del libro nasce dall’incontro con Leonardo nel lontano 1993, quando ero appena arrivato a Sandrigo” ci rac- conta Giordano Dellai, coordina- tore dell’opera “Il seguito fu una lunga e laboriosa gestazione: dall’abbozzo del piano dell’opera, alla consultazione biblio- grafica di monografie e ricerche docu- mentali negli archivi, alla scrittura vera e propria, son passati quasi cin- que anni. Fondamentale il lavoro di squadra, nella correzione reciproca delle bozze e nella collaborazione alle ricerche, sempre sotto l’occhio vigile di Leonardo, che ha fatto somma opera di lettura rigorosa e severa dei nostri scritti e ci ha spinto ad esigere sempre qualcosa di più dalle nostre pagine”. La scrittura è piana e deriva da un approccio diretto alle fonti archivi- stiche: lo stile è divulgativo, ma non approssimativo né sommario. C’è il Il libro… che ora c’è Un libro per Sandrigo: scrigno di memoria giusto grado di approfondimento che può spingere i più curiosi ad indagare su alcuni punti e i ragaz- zi delle scuole a fare ricerche sul territorio in cui vivono. Si è attinto allo sterminato archivio fotografico del Comune (buona parte costitu- ito grazie all’apporto di Leonardo Carlotto, ndr). Sempre Dellai: “I documen- ti non sono stati relegati nell’appendice documentaria, ma integrati nel narra- to. Le note a piè pagina servono ad impreziosire e sviluppare un determinato argomento. L’indice anali- tico compren- de i nomi di luogo e di per- sona, per più rapida consultazione del testo”. Inizia Francesco Mezzalira: “Nel primo volume l’obiettivo era deline- are in chiave storica il territorio, l’am- biente, il paesaggio, tentando cioè di illustrare come la famigliare natura che ci circonda sia mutata nel tempo. Si approfondisce inoltre l’analisi della flora e della fauna locale, dell’idrogra- fia (fiumi, torrenti e rogge), degli inse- diamenti urbani e delle infrastrutture, delle tecniche di caccia e pesca del passato: il tutto impreziosito da splen- dide mappe inedite e dettagliate”. Le foto non sono solo completamento estetico, ma corredo storiografico: ogni immagine, infatti, è accompa- gnata, in didascalia, dalla dicitura della data e del luogo in cui è stata scattata. Paesaggi ormai scompar- si e paesaggi che ancora ci sono: il genius loci, il riconoscersi in una identità locale, nasce anche da qui, dalle rogge e dai campi della nostra infanzia, dalle angolazioni di luce e dalla fauna che riecheggiano nella nostra memoria. Sempre nel primo volume, Fran- cesca Rizzo ha curato la parte sulla storia dell’arte del nostro paese. Sandrigo è il comune col maggior numero di beni storico artistici cata- logati della provincia, e per farceli conoscere Francesca si è lanciata in una dinamica attività di documen- tazione fotografica (supportata da immagini d’archivio e dalle nume- rose foto scattate da Leonardo), utilizzando anche un drone per immortalare da ogni angolazione il Duomo o addirittura sorvolando l’abitato e le ville del circondario con un ultraleggero (grazie al pilota Simone Dellai). Studiando ha fatto scoperte interessanti, che hanno impreziosito il volume di curiosità ed aneddoti: come il giusto nome ai due profeti a lato dell’altare mag- giore del Duomo o la paternità di un affresco. Ci dice Francesca: “Ho cercato di rendere giustizia ad un’ar- te minore, i capitelli: per catalogarli abbiamo girato tutti i paesi. L’ultima parte è quella dell’arte per il pubblico: il municipio, le decorazioni di esso, i monumenti per i caduti, le piazze, per finire con le scritte dei coscritti sui muri”. Il secondo volume, dedicato alla storia antica, è ad opera di Giordano Dellai. Ci appassiona col racconto delle lontanissime origini della “motta del diavolo” (ad Ancignano), del sarcofago di Macrina di età tar- do romana (ora visibile lungo corso Palladio, sotto il porticato della Ca’ D’oro), di una ipotesi sull’origine del nome Sandrigo (fundus cintericus, cioè fondo di Cinterio, ricco possi- dente romano), dell’insediamento longobardo (che lasciò tracce nella piccola necropoli in località Tombe, attuale via Camazzane), della truce figura di Ezzelino Terzo da Romano, che qui, proprio in località Soella, aveva 24 campi. “Negli archivi ho trovato il documento che più mi ha emozionato: è l’atto di acquisto di 464 lotti, tra case ed appezzamenti, tutti a Sandrigo, da parte di Ugolino ed Azzone Sesso, che li acquistarono dai fratelli padovani Filippo ed Albertino da Peraga (nel 1347). Un passaggio di consegne che portò in loco i Sesso facendoli diventare ricchi latifondisti. La testimonianza materiale di uno spartiacque epocale per la nostra sto- ria”. Non manca la narrazione del passaggio di Carlo V a Sandrigo, ospitato dalla vedova di Bernardi- In fase di definizione le aper- ture settimanali, di cui alme- no una sarà in orario serale a Sandrigo. E’ stato presenta- to nella sede di Cooperativa Margherita il nuovo servizio Welfare Point, sportello infor- mativo territoriale per i servizi di welfare nato all’interno di Welfare Net, progetto dell’En- te Bilaterale Veneto. L’ufficio aprirà ufficialmente le porte al piano terra della cooperativa il prossimo gennaio e costituirà un vero e proprio punto d’in- contro tra esigenze di cittadini ed aziende ed erogatori di ser- vizi di welfare. Apre lo sportello Welfare Point “Welfare Net vuole essere un nuovo modello di svilup- po territoriale, contrattuale e aziendale – ha esordito Mar- co Palazzo, direttore dell’Ente Bilaterale Veneto – vuole pro- muovere il concetto di sussi- diarietà circolare, in cui ogni attore coinvolto può giocare diversi ruoli generando siner- gie, innovazione e benessere per tutti”. Dopo aver partecipato al primo progetto come organiz- zazione con servizi di welfare aziendale per i propri dipen- denti, Cooperativa Margherita con il Welfare Point quest’anno diventa attore attivo, condivi- dendone i principi ispiratori e l’importanza di un’idea di benessere condivisa nel ter- ritorio. “Cooperativa Margherita promuove ed eroga servizi alla persona e al territorio da più di 30 anni – ha sottolineato Sonia Stefanovich, respon- sabile progettazione e sviluppo dell’organizzazione – e l’idea di attivare questo servizio rispon- de proprio all’esigenza di un welfare più comunitario e ter- ritoriale”, concetto ribadito dal presidente Marica Scremin e

Il libro… che ora c’è Un libro per Sandrigo: scrigno di memoria...Leonardo Pianezzola, nel terzo volume, ha affrontato la materia della storia degli ultimi duecento anni, dalle

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Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30"

Anno XXXIX - n° 1 Gennaio 2018

Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46)art. 1, comma 1, NE/VI - Contiene I.P.

[email protected] www.sandrigo30.lindaver.org

continua a pag. 2

continua a pag. 2

Biblioteca gremita per l’attesis-sima presentazione al pubblico di “Sandrigo: storia, arte, natura”, lo scorso 14 dicembre. Opera ponde-rosa già nei numeri: tre volumi, 1144 pagine, centinaia di foto e mappe, migliaia di documenti consultati. Presenti tutti gli autori (Giordano Dellai, France-sco Mezzalira, Francesca Rizzo e Leonardo Pia-nezzola) tranne uno: Leonardo Carlotto, ideato-re e primo moto-re propulsore del progetto. “L’idea del libro nasce dall’incontro con L e o n a r d o n e l l o n t a n o 1 9 9 3 , q u a n d o e r o appena arrivato a Sandrigo” ci rac-conta Giordano Dellai, coordina-tore dell ’opera “Il seguito fu una lunga e laboriosa gestazione: dall’abbozzo del piano dell’opera, alla consultazione biblio-grafica di monografie e ricerche docu-mentali negli archivi, alla scrittura vera e propria, son passati quasi cin-que anni. Fondamentale il lavoro di squadra, nella correzione reciproca delle bozze e nella collaborazione alle ricerche, sempre sotto l’occhio vigile di Leonardo, che ha fatto somma opera di lettura rigorosa e severa dei nostri scritti e ci ha spinto ad esigere sempre qualcosa di più dalle nostre pagine”.

La scrittura è piana e deriva da un approccio diretto alle fonti archivi-stiche: lo stile è divulgativo, ma non approssimativo né sommario. C’è il

Il libro… che ora c’è

Un libro per Sandrigo: scrigno di memoriagiusto grado di approfondimento che può spingere i più curiosi ad indagare su alcuni punti e i ragaz-zi delle scuole a fare ricerche sul territorio in cui vivono. Si è attinto allo sterminato archivio fotografico del Comune (buona parte costitu-ito grazie all’apporto di Leonardo

Carlotto, ndr). Sempre Dellai: “I documen-t i n o n s o n o stati relegati nell’appendice documentaria, ma integrati n e l n a r r a -to. Le note a p i è p a g i n a s e r v o n o a d impreziosire e sviluppare un determinato a r g o m e n t o. L’indice anali-tico compren-de i nomi di luogo e di per-

sona, per più rapida consultazione del testo”.

Inizia Francesco Mezzalira: “Nel primo volume l’obiettivo era deline-are in chiave storica il territorio, l’am-biente, il paesaggio, tentando cioè di illustrare come la famigliare natura che ci circonda sia mutata nel tempo. Si approfondisce inoltre l’analisi della flora e della fauna locale, dell’idrogra-fia (fiumi, torrenti e rogge), degli inse-diamenti urbani e delle infrastrutture, delle tecniche di caccia e pesca del passato: il tutto impreziosito da splen-dide mappe inedite e dettagliate”. Le foto non sono solo completamento estetico, ma corredo storiografico: ogni immagine, infatti, è accompa-

gnata, in didascalia, dalla dicitura della data e del luogo in cui è stata scattata. Paesaggi ormai scompar-si e paesaggi che ancora ci sono: il genius loci, il riconoscersi in una identità locale, nasce anche da qui, dalle rogge e dai campi della nostra infanzia, dalle angolazioni di luce e dalla fauna che riecheggiano nella nostra memoria.

Sempre nel primo volume, Fran-cesca Rizzo ha curato la parte sulla storia dell’arte del nostro paese. Sandrigo è il comune col maggior numero di beni storico artistici cata-logati della provincia, e per farceli conoscere Francesca si è lanciata in una dinamica attività di documen-tazione fotografica (supportata da immagini d’archivio e dalle nume-rose foto scattate da Leonardo), utilizzando anche un drone per immortalare da ogni angolazione

il Duomo o addirittura sorvolando l’abitato e le ville del circondario con un ultraleggero (grazie al pilota Simone Dellai). Studiando ha fatto scoperte interessanti, che hanno impreziosito il volume di curiosità ed aneddoti: come il giusto nome ai due profeti a lato dell’altare mag-giore del Duomo o la paternità di un affresco. Ci dice Francesca: “Ho cercato di rendere giustizia ad un’ar-te minore, i capitelli: per catalogarli abbiamo girato tutti i paesi. L’ultima parte è quella dell’arte per il pubblico: il municipio, le decorazioni di esso, i monumenti per i caduti, le piazze, per finire con le scritte dei coscritti sui muri”.

Il secondo volume, dedicato alla storia antica, è ad opera di Giordano Dellai. Ci appassiona col racconto delle lontanissime origini della “motta del diavolo” (ad Ancignano),

del sarcofago di Macrina di età tar-do romana (ora visibile lungo corso Palladio, sotto il porticato della Ca’ D’oro), di una ipotesi sull’origine del nome Sandrigo (fundus cintericus, cioè fondo di Cinterio, ricco possi-dente romano), dell’insediamento longobardo (che lasciò tracce nella piccola necropoli in località Tombe, attuale via Camazzane), della truce figura di Ezzelino Terzo da Romano, che qui, proprio in località Soella, aveva 24 campi. “Negli archivi ho trovato il documento che più mi ha emozionato: è l’atto di acquisto di 464 lotti, tra case ed appezzamenti, tutti a Sandrigo, da parte di Ugolino ed Azzone Sesso, che li acquistarono dai fratelli padovani Filippo ed Albertino da Peraga (nel 1347). Un passaggio di consegne che portò in loco i Sesso facendoli diventare ricchi latifondisti. La testimonianza materiale di uno spartiacque epocale per la nostra sto-ria”. Non manca la narrazione del passaggio di Carlo V a Sandrigo, ospitato dalla vedova di Bernardi-

In fase di definizione le aper-ture settimanali, di cui alme-no una sarà in orario serale a Sandrigo. E’ stato presenta-to nella sede di Cooperativa Margherita il nuovo servizio Welfare Point, sportello infor-mativo territoriale per i servizi di welfare nato all’interno di Welfare Net, progetto dell’En-te Bilaterale Veneto. L’ufficio aprirà ufficialmente le porte al piano terra della cooperativa il prossimo gennaio e costituirà un vero e proprio punto d’in-contro tra esigenze di cittadini ed aziende ed erogatori di ser-vizi di welfare.

Apre lo sportello Welfare Point“Welfare Net vuole essere

un nuovo modello di svilup-po territoriale, contrattuale e aziendale – ha esordito Mar-co Palazzo, direttore dell’Ente Bilaterale Veneto – vuole pro-muovere il concetto di sussi-diarietà circolare, in cui ogni attore coinvolto può giocare diversi ruoli generando siner-gie, innovazione e benessere per tutti”.

Dopo aver partecipato al primo progetto come organiz-zazione con servizi di welfare aziendale per i propri dipen-denti, Cooperativa Margherita con il Welfare Point quest’anno

diventa attore attivo, condivi-dendone i principi ispiratori e l’importanza di un’idea di benessere condivisa nel ter-ritorio.

“Cooperativa Margherita promuove ed eroga servizi alla persona e al territorio da più di 30 anni – ha sottolineato Sonia Stefanovich, respon-sabile progettazione e sviluppo dell’organizzazione – e l’idea di attivare questo servizio rispon-de proprio all’esigenza di un welfare più comunitario e ter-ritoriale”, concetto ribadito dal presidente Marica Scremin e

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E’ un periodico informativo - politico - culturale dell’Associazione P.S.

«Sandrigo 30» fondato nel 1974

diretto daarnaldo pozzato

Direttore Responsabileelena guerra

Capo Redattoregiuseppe savio

Edito da: Associazione P.S. "Sandrigo 30"

Presidentegiuseppe savio

Sede e Redazione: Piazza Garibaldi, 5 - 36066 Sandrigo (VI)Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 798 del 23 maggio 1994 (1^ autorizzazione n. 311 del 04 settembre 1974)Tipografia: G.N.G. srl - SandrigoSpedizione in Abbonamento Postale Pubblicità inferiore al 45% - Taxe PerçueConto Corrente postale: N° 13982368Codice Iban: IT 32 U 07601 11800 000013982368 Per pubblicità: 0444 659858Gli articoli firmati rispecchiano il pensiero dell’autore e non coinvolgono in alcun modo la redazione e la proprietà della testata.

Ai sensi del D.L. 196/2003, informiamo i nostri lettori che i loro dati in nostro possesso saranno utilizzati esclusivamente per inviare il nostro giornale. Questi dati saranno custoditi presso i nostri archivi informatici. I nostri lettori hanno il diritto di accedere liberamente alle informazioni che li riguardano per aggiornarle o modificarle rivolgendosi al responsabile o presso la sede.

Tiratura 3.600 copieSandrigo, Gennaio 2018

www.sandrigo30.lindaver.org

Un libro per Sandrigosegue da pag. 1

Apre lo sportello Welfare Pointsegue da pag. 1

no Sesso e raffigurato al patronato Ruffini. Forte di anni di scrupolosa ricerca, Giordano Dellai affronta, nella sezione linguistica, l’indagine toponomastica di alcune contrade nonché l’antroponomastica, ovve-ro l’origine e significato dei nomi propri e dei cognomi. Alla fine del volume la carrellata dei nostri per-sonaggi illustri. Tra questi: Tiberio Tonolli, Pietro Roi, Bortolo Galletto, Sebastiano Tecchio, Michele Bene-tazzo, Piero De Pellegrini e Leonardo Carlotto,

Leonardo Pianezzola, nel terzo volume, ha affrontato la materia della storia degli ultimi duecento anni, dalle guerre napoleoniche al secondo dopoguerra. La mole docu-mentale da passare al vaglio è stata vastissima: si è compiuta una grossa opera di scrematura. “Ho trascorso tre mesi con Leonardo (Carlotto, ndr) in archivio comunale (facendo anche lavoro di riordino e catalogazione, ndr), e alla fine ho deciso di riportare solo i fatti a mio parere più avvincenti, che vanno dall’aneddotica spicciola alla grande storia. La storia del sepol-

creto Zannini, per esempio, o la siste-mazione degli argini dell’Astico dopo la devastante alluvione del 1882. E poi: la costruzione dell’attuale munici-pio, il tribunale militare istallato nella canonica durante la grande guerra, l’aggressione fascista di tre sacerdoti nel ventennio e i tre martiri partigiani qui assassinati, la lunga gestazione del progetto del ponte sull’Astico, le bizzarre varianti della “circonval-lazione”, fortunatamente mai rea-lizzate. Molte le mappe pubblicate, provenienti dall’archivio comunale

dalla collega Fabiana Chiap-perini, responsabile servizi domiciliarità.

Da gennaio, quindi, grazie alla sinergia di una pluralità di soggetti come enti pubbli-ci, associazioni no profit, parti sociali, aziende, Enti Bilaterali, lavoratori e altri cittadini del territorio, sarà possibile acce-dere a una rete di servizi locali, la cui qualità verrà monitorata e garantita da sistemi innovati-vi simili a portali web che pub-

blicano recensioni degli utenti.Grazie ai Welfare Point

anche piccole e medie aziende potranno chiedere consulenza sull’attivazione di piani di wel-fare aziendale, notoriamente vantaggiosi sia in termini di benessere dei lavoratori, che di deduzioni fiscali e produttività.

“E’ vitale fare rete e usare insieme strumenti come que-sto per raccogliere le esigen-ze dei cittadini e dare nuove risposte” – ha sottolineato l’assessore alle politiche socia-li di Sandrigo Marica Rigon, d’accordo con l’omologa di Dueville, Elena Lionzo: “Le amministrazioni tendono ad erogare pacchetti standard di servizi; esperienze come queste ci fanno ricordare l’esigenza di rispondere a bisogni reali del territorio, in questo caso con una nuova modalità e con un nuovo attore seduto ai nostri tavoli che è il mondo delle aziende. La sostenibilità di questi progetti verrà garan-tita proprio dalla rete”.

Gli imprenditori, che già stanno aderendo al progetto, hanno condiviso l’importan-za di un sostegno qualificato all’attivazione dei piani di wel-fare aziendali, “cosa che vede-vamo un po’ ostica dal punto di vista organizzativo”. Crucia-le quindi il ruolo del Welfare Point per sostenere le aziende che virtuosamente decidono di aderire rispondendo a biso-gni di benessere e conciliazio-ne vita-lavoro, “continuando comunque a garantire la nor-male capacità contributiva del dipendente e fornendo un ser-vizio che dev’essere pensato certamente come vantaggioso per l’azienda, ma aggiuntivo”, ha concluso Silvia Gasparot-to, consulente del lavoro dello studio Vesco Giaretta.

e dall ’archivio di Stato di Vicenza e di Venezia. Notevole approfondimento, alla fine, sull’asso-ciazionismo, di cui il nostro paese è fortu-natamente ricco”.

Q u e s t ’ o p e r a necessaria e centra-le per attingere alle radici e conoscere la nostra storia mille-naria, è stata possi-

bile grazie all’incrollabile sostegno dell’Amministrazione Comunale e il contributo della Pro Loco, “e di molte altre disponibilità incontrate lungo il cammino: i sacerdoti dell’unità pasto-rale che hanno aperto le porte degli archivi parrocchiali, i proprietari di ville e rustici, le ditte e i privati che ci hanno sostenuto con le prenotazioni, Diego Urbani e Sandrigo’30”, conclu-de Giordano Dellai.

Se la storia è la memoria di un popolo, ed è costituita nella tra-

ma dei grandi fatti e nell’ordito di migliaia di storie minute di vite silen-ziose, questo libro è la nostra storia. Lo spirito dei luoghi ci ha reso ciò che siamo diventati. È successione interrotta di fotogrammi, ma vista di veloce di seguito diventa memoria. È mosaico, costellazione di ricordi, colori: culla segreta, imprigionata in noi, per tutta la vita.

Cinzia Benetazzo

* * *« Piano dell’opera »

Volume 1 di L. Carlotto, F. Mezza-lira, F. Rizzo- Storia del territorio, ambiente e paesaggio- L’arteVolume 2 di G. Dellai- Storia civile: dalla Preistoria al XVIII secolo- Località, famiglie e personaggi di SandrigoVolume 3 di L. PianezzolaStoria civile: i secoli XIX e XX

Il cofanetto con i tre volumi è acquistabile al costo di 45 € presso: Cartoleria Oliveti, Edicola Centrale, Edicola Stazione, Punto Contabile.

Accantonata per un giorno l’atmosfera del Natale alle porte, il 18 novem-bre scorso l’erboristeria Soleluna è stata addobbata con palloncini e festoni per celebrare il quindicesimo anniversario di attività.

Era il 2002 quando una giovane neolaureata in Tecniche erboristiche, Cristina Avancini, scelse il nostro paese per realizzare il desiderio di aprire un negozio tutto suo. Non sapeva se avrebbe funzionato, ma l’obiettivo le era ben chiaro: voleva fare in modo che la sua erboristeria diventasse un punto di riferimento per chi cercava rimedi naturali. L’impatto iniziale non fu semplice, soprattutto perché Cristina aveva deciso di lanciarsi in questa avventura in un paese che non era il suo. Lei, infatti, era di Vicenza, non conosceva Sandrigo e nemmeno i suoi abitanti, si sentiva un’estranea. Questo, però, non riuscì a scoraggiarla. «Se ci penso non so come ho fatto all’inizio, ma la grinta che mi contraddistingue l’ho tirata fuori anche in quell’occasione», ha detto la stessa Cristina. Partire da zero, come spesso accade, fu una sfida, ma la stima e l’affetto della clientela non tardarono ad arrivare, così come le prime soddisfazioni.

Nel tempo l’erboristeria è cresciuta, ha ampliato la sua clientela e il suo personale, e anche la formazione della stessa Cristina Avancini si è perfezionata Ad oggi, infatti, si occupa di consulenza come naturopata e gestisce un blog, Erbette Follette, dedicato ai bambini e alla loro edu-cazione alla natura, alla botanica e all’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente. Tramite questo blog, vengono organizzati laboratori di cucina per bambini, ma anche ecoriciclo e camminate in mezzo alla natu-ra per far scoprire ai più piccoli le piante e le loro caratteristiche. Come sottolinea la stessa Cristina Avancini, l’attività del blog la appassiona molto, ma il negozio a Sandrigo rimane sempre il suo primo amore. Per questo ha deciso di celebrare in grande il traguardo dei quindici anni, rendendo partecipi tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono ogni giorno alla crescita di Soleluna, dalle colleghe con cui condivide passione e lavoro, ai clienti affezionati che sono passati per un saluto, un augurio e che hanno partecipato al rinfresco allestito per l’occasione.

Maria Pozzato

15° compleanno Soleluna

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pag. 3 - Gennaio 2018

Medici e infermieri dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, coadiuvati da un bel gruppo di musicisti e cantanti, sono tornati sul palcoscenico del Teatro Arena di Sandrigo per dare vita alla 20^ edizione del “Festival del San Bortolo”. Uno spettacolo di beneficienza costruito tutto con le attitu-dini artistiche del personale sanitario e con la disponibilità gratuita di artisti locali sotto il coordinamento vigile della signora Ivana Gechelin, stori-ca segretaria della Cardiologia ma, nel caso specifico, soprat-tutto “l’inventrice” di questo show palpitante di impegno generoso e passione genuina!

Da sempre i destinatari dei fondi raccolti sono stati i reparti del nostro Ospedale, all’interno dei quali è pos-sibile toccare con mano le apparec-chiature acquistate e le migliorie effet-tuate grazie all’impegno generoso del Territorio.

Parliamo di Territorio perché, nel caso ad esempio del Comune di San-drigo, il contributo non è venuto sola-mente dai Cittadini che hanno acqui-stato il biglietto e hanno partecipato

Festival del San Bortoloallo spettacolo, ma anche dall’Asso-ciazione Commercianti che, tramite il suo Presidente, non solo ha curato la

vendita dei biglietti, ma ha pure rea-lizzato una vera e propria colletta. Ai Commercianti poi si sono uniti alcuni imprenditori locali che hanno sostenu-to l’iniziativa sia tramite la pubblicità, sia attraverso erogazioni liberali.

Insomma l’Ospedale San Bortolo chiama e i Cittadini rispondono, con-sapevoli che adeguate condizioni di lavoro garantiscono adeguate presta-zioni sanitarie a vantaggio di tutti, ma soprattutto di chi è in una condizione di fragilità e sofferenza.

L’impegno degli organizzatori è grande: stiamo parlando di medici e infermieri che, smessi camici e divi-

se, si mettono in gioco con la loro voce, la loro fisicità e il loro umorismo non per un tornaconto personale, ma per migliorare la struttura sanita-ria locale che è di tutti e quin-di la qualità e la sicurezza di quanti ne usufruiscono. Ma parliamo anche di artisti locali e non che, a titolo gratuito, danno una marcia in più alla manifestazione.

Questo impegno gratuito va corrisposto con la nostra partecipazione e il nostro

personale contributo che può essere individuale, ma ancora meglio dell’as-sociazione o del Comune a cui appar-teniamo.

L’Ospedale San Bortolo chiama. I Vicentini rispondano: Comuni, Asso-ciazioni, Cittadini, ciascuno secondo le proprie forze.

Penserà il Festival del San Bortolo poi ad intrecciarle nella certezza che uniti l’obiettivo si centra prima e meglio!

Grazie!

« GENNAIO 2018 »S a b at o 1 3 g e n n a i o o re

10.30/11.30 - L’ORA DELLE STORIE: letture ad alta voce per bambine e bambini. A cura del Gruppo Fiabe.

Lunedì 15 gennaio ore 20.45 – BIBLIOTECANDO: tra tradizio-ne ed innovazione, scopriamo cosa ci offre la nostra biblioteca nel 2018 e non solo. Interverran-no il direttore Carlo Maculan e la dott.ssa Maria Salbego.

Lunedì 22 gennaio ore 20.45 – INCONTRO CON L’AUTORE: Sofia Los presenta il libro “Car-retera Central” di Massimo Bri-gidi. Seguirà conversazione con l’autore.

Giovedì 25 gennaio ore 20.45 – In occasione della “Giornata della memoria”, LEGGI RAZZIA-LI, INTERNAMENTO E DEPOR-TAZIONE: gli ebrei a Sandrigo durante il secondo conflitto mondiale, a cura di Leonardo Pianezzola.

Lunedì 29 gennaio ore 20.45 – LE TRAME DI GIORGIONE, capolavori della storia dell’arte e del tessuto riuniti in Casa Gior-gione. Incontro propedeutico alla visita della mostra in atto a Castelfranco Veneto (TV), a cura

Incontri in Bibliotecadella dott.ssa Francesca Rizzo.

« FEBBRAIO 2018 »S a b a t o 2 f e b b r a i o o r e

10.30/11.30 – L’ORA DELLE STORIE: letture ad alta voce per bambine e bambini. A cura del Gruppo Fiabe.

Lunedì 12 febbraio ore 20.45 – IL BIOTESTAMENTO: presenta-zione e spiegazione della nuova legge che regolamenterà il “fine vita”. Relatori: Piero Furlan, un consulente legale e un medico.

Giovedì 15 febbraio ore 20.30 – INCONTRO CON L’AUTORE: serata con il prof. Giovanni Gocci che presenta il suo ultimo libro “Appunti di viaggio nel territorio dell’anima”.

Tutti gli eventi sono ad ingres-so libero.

Biblioteca Comunale D. Pittari-ni – V.le Ippodromo, 1 - Sandrigo (VI)

Per informazioni: 0444 461680 [email protected]

Programma realizzato dal Comi-tato per le attività culturali della Biblioteca, col sostegno del Comu-ne di Sandrigo.

Ora che si è chiuso il cer-chio economico di una serie di azioni e previsioni per il 2018, se avessimo la possibilità di scrivere una letterina a Babbo Natale e chiedere qualcosa di concreto per i nostri cittadini, vorremmo fosse scritto…

Caro Babbo Natale, per 2018 vor-rei una Sandrigo:

- dove l’amministrazione lotta per un’acqua davvero pubblica e non per le fusioni tra SPA;

- dove lo SPRAR (Sistema di pro-tezione per richiedenti asilo e rifu-giati) venga richiesto ed attuato rispettando l’essere umano come individuo e non come merce di scambio politico/economico o ral-lentato a causa di “credo politici”;

- dove il rifiuto diventa risorsa economica, come il riciclo dei pan-nolini dimostra, e non combustibile da bruciare o materiale per riempire le buche del Veneto;

- dove la mobilità elettrica diven-

Movimento 5 Stelle

Lettera a Babbo Nataleta la priorità della nostra ammini-strazione, riducendo così gli inqui-nanti che respiriamo, introducendo colonnine per la ricarica, hub per bici elettriche per collegare le fra-zioni con il centro;

- dove il centro e le frazioni sono luoghi vivi grazie ad eventi promossi dall’amministrazione e non lasciati alla buona volontà dei cittadini;

- dove le scuole diventano di clas-se A e dove le palestre si mettono a norma prima di fare nuovi palaz-zetti, e non dopo;

- dove il terreno è una risorsa che cresce e non dove il cemento aumenta e le promesse di boschi e risorgive sono parole che si scon-trano con il fatti;

- dove il bilancio può diventare partecipato;

- dove l’accesso ai luoghi pubblici non viene vietato dal sindaco, ma promosso grazie alle strutture che valorizzano i punti verdi del terri-torio.

Caro Babbo Natale, potrei conti-

nuare ancora, ma ci rimangono altri 4 anni di governo per Sandrigo e se davvero qualcosa può succedere, speriamo tu ci aiuti a realizzarlo perché i sandricensi hanno biso-gno di un futuro diverso per pensare diverso, per fare figli, per far crescere la nostra splendida Comunità.

Gruppo Cons ig l iare de l Movimento 5 Stelle:Diego Pozzato, Paolo Dagli Orti, Andrea Tosato, Margherita Vivaldi

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in Italia, referenziata e auto-munita, offresi come assisten-za anziani, baby sitter, lavori domestici.

Tel. 328 7469138.

Venerdì 8 dicembre, alle ore 17.30 in piazza SS. Filippo e Giacomo, il Sindaco ha salutato la cittadinanza e ha dato il via al Natale con l’accen-sione dell’Albero e delle luminarie. Il Gruppo Alpini ha gentilmente offerto cioccolata calda, brulè, panettone ai tanti cittadini accorsi per la serata.

A seguire la SS. Messa in Duomo al termine della quale è stato fatto come di consueto il Concerto di Natale organizzato dalla Pro Loco con la colla-borazione e partecipazione del Coro “LA VOSE DEL TESENA” di Sandrigo.

A seguire la consegna del Premio “Impegno Sociale 2017” consegnato a GIOVANNI VOLTAN, membro del gruppo Alpini da molti anni che con passione e dedizione cura anche il bosco del Tesena e segue la manutenzione del verde pubblico di Sandrigo, fa volontariato ai disabili e all’Ipab di Sandrigo. Voltan, in ben due occasioni ha inoltre salvato la vita a due persone che avrebbero rischiato di morire senza il suo intervento e quello della moglie.

Di seguito riportiamo la dicitura che è stata riprodotta nella targa:

PREMIO IMPEGNO SOCIALE 2017 A GIOVANNI VOLTAN

Per l’impegno profuso con umiltà e passione verso il proprio Paese e per il coraggio di salvare la vita al prossimo come fosse la Sua.

Con vivo riconoscimento.

Festa dell’Immacolata

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nel ‘59 contro il Cascina di Pisa e, purtroppo, persa per 2-1.

L’Hockey Sandrigo sta facendo un campionato davvero strepito-so. La retrocessione patita lo scor-so anno dalla A1 (quest’anno è in

A2), ha dato più esperienza ai ragazzi e con il nuovo allena-tore Alberto Vidale, la squadra sembra aver preso più consa-pevolezza della propria forza e delle proprie doti, sia tecniche che agonistiche. L’Hockey San-drigo al giro di boa è in testa al campionato con 30 punti, seguito dal Vercelli a quota 26. Lo stesso Andrea Brendolin, con il tecnico Vidale, ha tro-vato la giusta collocazione in pista ed è in testa alla classifica marcatori con 41 reti segnate alla fine del girone di andata in A2. A completare la bella annata sportiva, la squadra si è qualificata il prossimo 24 - 25 febbraio alla fase finale della coppa Italia 2017/18. La semifinale verrà giocata con-tro il Montebello, mentre l’al-tra semifinale vedrà il Vercelli

contro Roller Bassano.Domenico Barbiero

Sguardo bambinoLibri per osservare il mondo con curiosità e meraviglia

Isaac è un bambino ebreo strappato alla famiglia e deportato, durante la seconda guerra mondiale, in un campo di concentramento dove incontra Rasìm, uno zingaro che si prende cura di lui. Il ricordo del ciliegio in fiore, che ammirava insieme con il nonno nel giardino di casa, lo aiuterà a sopravvivere. La guerra finisce. Isaac è uno dei pochi che ritorna e può raccontare, perché non si dimentichi, l’immane tragedia della shoah. Pianta un giovane ciliegio accanto a quello del nonno, gli dà il suo nome e chiama l’altro, antico e forte, Rasìm, come lo zingaro che gli ha salvato la vita. I due ciliegi assumono, quindi, un profondo

valore simbolico. La soavità e il tenue colore dei loro petali sono luci che squarciano le tenebre dell’intolleranza e del pregiudizio. L’intreccio di rami e di foglie, di fiori e di frutti è forte come il monito a non dimenticare il passato se vogliamo costruire un futuro di pace. Il vecchio e il giovane ciliegio rappresentano la volontà di cooperare, di superare le barriere dell’odio e le divisioni di culture e di razze. I loro nomi diventano testimonianza, una concreta lezione di vita. In questo racconto intenso e toccante, la delicatezza delle parole e la poesia delle immagini, create dall’illustratrice vicentina Anna Pedron, si fondono armonicamente. Chiaro e incisivo è il messaggio alle nuove generazioni: siamo tutti parte di un’umanità che deve trovare la sua essenza nella solidarietà, nel rispetto della diversità e nel coraggio di vivere con gli altri e per gli altri. La levità della narrazione accarezza la mente di chi ricorda e commuove l’animo di chi, ora, ha in mano il testimone da trasmettere ai figli e ai nipoti. Per non dimenticare. Lorenza Farina, Il ciliegio di Isaac, illustrazioni di Anna Pedron, Edizioni Paoline, 2017, pp. 32, € 14,00 (dagli 8 anni)

Lorenza Farina

Con la sosta sportiva per le feste di Natale e capodanno, si è concluso anche il girone di andata del cam-pionato di calcio per l’Azzurra e del campionato di hockey su pista per l’Hockey Sandrigo.

L’Azzurra quest’anno ha fatto un avvio di campionato da vera protagonista, peccato che nelle prime partite si sia infortunato Daniel Kamara e dovrà salta-re tutto l’anno. Un attaccante che prometteva molto bene e vedeva (come si dice in gergo calcistico per un giocatore che segna) la porta avversaria come pochi. Di sicuro ci auguriamo di rivederlo l’anno prossimo. La classifica vede la nostra squadra al secondo posto, un secondo posto che se mantenuto fino alla fine del torneo ci dà la certezza del passaggio in Promozione. Da tifoso di questa squadra, mi dispiace che se ne sia andato Daniele Contro, non solo perché era il capitano e la bandiera del-la squadra, ma perché in mezzo al campo era un giocatore che si batteva per rubare palla agli avversari e nello stesso tempo sape-va costruire ed anche finalizzare il

Azzurra e Hockey Sandrigo a metà campionato

gioco in avanti. Adesso in zona cen-trale mi sembra non ci sia nessuno con le sue caratteristiche ed il gioco è più improvvisato e, a mio parere, confusionario. Ripeto, è un parere da tifoso che ricorda la finale per il

titolo nazionale tricolore Dilettanti, giocata allo stadio Flaminio a Roma

Daniel Kamara, il giocatore che si è infortunato all’inizio del campionato

Campionato Nazionale Nuoto Pinnato

Pordenone 03/12/17. Partecipazione finale nei 50 mt. di Giovanni Sasso, secondo da sinistra, arrivato 3°.

Le Agenzie Educative accol-gono, cercando di stimolarne e coordinarne le attività, le asso-ciazioni che a vario titolo fanno formazione, nel nostro paese. Dall’anno scorso hanno uno statuto e un direttivo composto dai rappresentanti del Comu-ne, dell’Istituto Comprensivo, della Parrocchia, della Bibliote-ca Civica e del Comitato Geni-tori dell’I.C. Zanella.

L’ultimo tema su cui hanno riflettuto è partito da alcune riflessioni sul modo con cui

Sportivamente insiemesocietà sportive e genitori vivo-no il rapporto con lo sport dei loro figli. E’ emerso il problema delle aspettative dei genitori, ma più in generale del mon-do adulto, sui ragazzi e sulle ragazze.

Per parlare di sport o di scuola o, più diffusamente, di comunità che forma, che fa stare insieme, che fa crescere anche attraverso i fallimenti, le Agenzie Educative quest’an-no propongono di celebrare attraverso un evento sportivo

la “Giornata dello sport”, pro-posta dalla Regione del Veneto a tutte le scuole del territorio, dal 15 al 17 febbraio 2018.

Il giorno 16 febbraio infat-ti, al mattino, presso l’aula magna dell’I.C. Zanella, gli stu-denti della scuola secondaria inferiore incontreranno quattro atleti: Martina Dogana (triatle-ta), Luca Rigoldi (pugile), Simo-ne Salvagnin (free climber) e Andrea Stella (velista).

Alle 20.30 l’incontro con gli atleti sarà aperto a tutta la cittadinanza, sempre presso l’aula magna dell’I.C. Zanel-la. Parteciperanno Martina Dogana (triatleta), la famiglia Bramati (ciclo cross), Simone Salvagnin (free climber) e Giu-seppe Margiotta (calciatore).

Sabato 17 febbraio (ritrovo alle 8.30 e conclusione attorno alle 13.00) presso il palazzet-to dello sport di via Capitel-lo, per gli allievi della scuola secondaria inferiore, ci sarà la mattinata “Sportivamente Insieme” con giochi a squadre per appassionarsi allo sport.

L’idea è di muoversi in com-pagnia con percorsi di abilità e giochi di un tempo per il gusto dello stare assieme diverten-dosi.

«Burraco»Presso il centro giovanile Arena di Sandrigo, “l’Associazione Noi” organizza il

Gruppo Del BurracoCi sarà a disposizione una stanza per giocare, imparare e stare insieme per divertirci.Ci si incontrerà al giovedì e alla domenica a partire dalle ore 15,00.Chi è interessato all’iniziativa, può informarsi presso il bar del centro giovanile o chiamando i numeri: 3381105598 Gabriella Saugo - 3332867635 Sergio Pezzin.Una volta al mese si organizzerà un torneo.

AUGURIDal Sud Sudan padre Francesco Chemello (Comboniano) manda a tutti noi il suo personale augurio di Buone Feste.

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Gocce di... Storia dell’ArteL'altare di Giovanni Battista nel Duomo di Sandrigo

La ricchezza storico artistica del ter-ritorio di Sandrigo, con Ancignano e Lupia, è talmente estesa ed interessan-te che si potrebbe proporre un santo, un ricordo, per ogni giorno dell'anno.

Il 7 gennaio 2018, per esempio, la liturgia ricorda il Battesimo di Cristo al fiume Giordano.

Tra le cappelle laterali del lato destro del duomo di Sandrigo possiamo tro-vare l’altare dedicato a San Giovanni Battista proveniente dall'antica chiesa parrocchiale. La tela esposta al centro è stata realizzata da un pittore di Scuola Veneta della metà del Seicento di cui purtroppo non conosciamo il nome ma ne apprezziamo le doti. L’iconografia

è classica: Gesù si trova umilmente inginocchiato in primo piano, il torso nudo, la veste bianca arrotolata sui fianchi, una mano al petto mentre il Battista gli versa sul capo l’acqua.

Giovanni, essendo il precursore di Cristo ed ultimo profeta del Vecchio Testamento, tiene un’esile croce fatta di verghe ed è accompagnato da un agnello che ricorda le parole pronunciate alla vista di Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio”. Il pittore della tela usa con maestria la luce creando delle zone d’ombra in opposizione a quelle di luce: al bagliore proveniente dall’Onnipotente si contrappone infatti la massa scura delle rocce e del tronco secco del primo piano. Questo espediente, oltre a suggerire maggiore forza all’episodio sacro, ne esalta la profondità.

Questa ed altre storie dell'arte nel libro Sandrigo. Storia Arte Natura.Francesca Rizzo

LETTERE AL GIORNALE

ComunicatoIl gruppo promotore della petizione sulla regolamentazione dei richie-

denti asilo per l’istituzione dello Sprar, informa che la raccolta firme ha prodotto più di 1700 adesioni pertanto ringrazia sentitamente i cittadini di Sandrigo per il risultato ottenuto.

Confidiamo che l’amministrazione con il supporto della petizione, possa procedere all’accoglienza e integrazione cosi come previsto dal progetto Sprar. Sarà nostra cura tenervi informati su ulteriori sviluppi.

Comitato promotore raccolta firme

Gentile Redazione di Sandrigo 30,tramite il vostro giornale volevo rispondere alla let-tera di ringraziamento pub-

blicata da voi a dicembre 2017, scritta dalla Persona anziana che assisto, che mi è molto cara.

Da quando ho iniziato ad assistere questa Signora Speciale, è più quello che ho ricevuto da lei, dai suoi figli e dai suoi nipoti che quello che ho dato.

Questa assistenza per quel che mi riguarda è un piacere più che un lavoro.

Prometto che continuerò ad assistere questa Persona Speciale con tutto il mio affetto perché se lo merita.

Ringrazio di cuore chi mi ha per-messo di conoscere questa Signora e la sua Famiglia.

Lettera Firmata

Spett. le Redazione,scrivo proprio oggi, pri-

mo giorno dell’anno, la lettera inviata al prefetto di Vicenza il 20 novem-

bre scorso con richiesta di pubblica-zione. È il mio punto di vista sulla “petizione al prefetto per regolamentare la presenza dei richiedenti asilo negli hotel di Sandrigo”. Finora la stampa ha dato voce soltanto a chi ha pro-posto e promosso la raccolta firme. I promotori, semplicisticamente, han-no fatto credere alla cittadinanza che, firmando, si sarebbe fatto pressione sul prefetto, attivando così il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati – Sprar a partire da marzo. A quel punto, soltanto una trentina di richiedenti protezione internazionale sarebbero rimasti in paese, senza più nessuno negli hotel. Ma le cose sono molto più complesse. È impossibile immaginare l’adesione alla rete Sprar per marzo, come è impossibile imma-ginare che i richiedenti asilo possano essere allontanati dagli hotel, in barba a contratti regolarmente stipulati dalle cooperative. In mancanza degli spazi attualmente a disposizione a Sandrigo, sarebbe molto più probabile l’aper-tura a Dueville di un HUB da 1000 posti stile Cona. Questo però non è

stato detto ai sandricensi. Per fortuna, nonostante le imponenti risorse messe a disposizione dall’amministrazione (raccolta firme due mattine alla setti-mana in piazza, in biblioteca durante gli orari di apertura, volantini in tutti i locali pubblici del paese), le firme raccolte sono state soltanto 1.500, molte meno delle 8.000 immaginate dal consigliere Mariano Chemello.

Ringrazio dell’attenzione, mentre colgo l’occasione per augurare a tutti un anno colorato di Pace, serenità e condivisione.

Maria Rosaria Baldin* * *

Sandrigo, lì 20.11.2017Egregio signor Prefetto,Le scrivo perché mi riesce intollera-

bile l’idea di essere associata a coloro che, a Sandrigo, hanno avviato una raccolta firme per cacciare i richie-denti protezione internazionale dai due hotel in cui sono ospitati.

Le ultime settimane sono state uno stillicidio quotidiano di articoli ed interviste che mi hanno fatta profon-damente vergognare di essere italiana e sandricense. Ho letto falsità, pres-sapochismo, incompetenza. Ho visto l’uso distorto della parola “accoglienza”, uso che sottendeva, in realtà, soltanto l’intenzione di mandar via da Sandrigo persone che hanno, come unica colpa, quella di essere nate nel luogo sbagliato. L’accoglienza diffusa di cui tutti par-lano, ma che pochi hanno il coraggio di mettere in pratica, diventerà realtà solo per chi deciderà di superare paure, egoismi e chiusure; credo che, nel frat-tempo, sia fondamentale far funzionare al meglio quello che c’è.

Da anni i nostri amministratori soffiano sul fuoco della paura, dipin-gendo i richiedenti asilo come portatori di malattie, pericolosi per la sicurezza, potenziali delinquenti da cui guardarsi, troppo numerosi per il paese. Così, gran parte della cittadinanza è giunta a per-cepirli come un gravissimo e insolubile problema. Ci sono persone che telefo-nano allarmate ai vigili appena vedono un profugo camminare per strada. Lo stesso sindaco, in una recente intervista a Schio&Thiene Week, ha dichiarato che

“le cooperative li lasciano liberi di bighel-lonare per il territorio comunale”, come se camminare liberamente fosse un rea-to. Oltretutto, l’isteria collettiva che si è generata in paese, porta a situazioni paradossali nelle quali cittadini sandri-censi con la pelle scura, o immigrati che vivono e lavorano in zona da decenni, sono considerati da molte persone “pro-fughi degli hotel”. In realtà i richiedenti protezione internazionale non hanno mai creato problemi (le pallonate sul-le auto e qualche innocua partitella di calcio non sono certo problemi).

Dopo il ritiro delle mai presentate dimissioni da parte del vicesindaco Giovanni Rigoni e dopo l’appello di Prima Noi, gruppo fascista estraneo a Sandrigo di cui non abbiamo certo bisogno in paese, si fa ancora più evi-dente la spinta dell’attuale amministra-zione a una “cacciata del profugo”, che sta aprendo la strada a scenari preoccu-panti per la comunità.

Ritengo che l’attuale situazione sia stata causata dalla voluta inazione del sindaco e della giunta durante questi anni; essi, infatti, non hanno partecipato agli incontri proposti a suo tempo e si sono rifiutati di firmare il protocollo d’intesa con la Prefettura. È un po’ tardi adesso per dire: “Aderia-mo allo Sprar, ma voi dovete svuotare gli hotel”.

Invece che pensare ai problemi reali del paese, l’amministrazione perde tem-po con una questione profughi costruita a tavolino e ampliata con un’operazione di marketing, purtroppo ben riuscita.

Vivo a Sandrigo dalla nascita, ma mi sono sempre sentita cittadina del mondo e ho come valori fondanti del-la vita la costruzione di un mondo di Pace e giustizia, la tutela del diritto, il rispetto e la piena attuazione della nostra Costituzione. Proprio pensando all’articolo 10, sento il bisogno di far sentire la mia voce forte e chiara, in un momento che considero di profonda regressione sociale, culturale e civile per il mio paese. So anche di non essere l’unica sandricense a vivere il profondo disagio causato dal clima di razzismo e rifiuto dell’Altro che si respira in paese a partire, purtroppo, dalle istituzioni, che dovrebbero calmare gli animi, anziché attizzarli. Sono solo una normale citta-dina qualunque, ma non voglio essere in alcun modo collegata a questa ver-gognosa petizione solo perché abito a Sandrigo, pertanto, con la presente, desidero rendere esplicito e pubblico il mio dissenso.

La ringrazio della cortese attenzione, mentre colgo l’occasione per porgerle i miei auguri per un lavoro fruttuoso e proficuo.

In fedeMaria Rosaria Baldin

TESSERAMENTO 2018

Dal 15 gennaio e fino a esaurimento (comunque non oltre il 30 agosto) saranno disponibili le nuove tessere, valide anche come Unpli Card 2018!I soci avranno diritto a beneficiare di agevolazioni e sconti negli esercizi convenzionati indicati nel sito www.tesseradelsocio.itLa tessera associativa darà diritto a partecipare alle manifestazioni riservate ai soci, alla precedenza nelle iniziative dell’Associazione, alle gite e alle serate sociali.- Tessera giovani (fino ai 18 anni): Euro 8,00- Tessera famiglia: Euro 13,00 la prima - Euro 10,00 le successive- Tessera adulti: Euro 13,00

“La Vose del Tesena”Il 3 febbraio prossimo il coro la “Vose del Tesena”, alle ore 20,30 in

Patronato nella sala Arena, dedicherà una serata in ricordo di Antonio Manfrin, più conosciuto come Toni Botonaro anche per la sua simpatica goliardia. In quell’occasione verrà riproposto il miglior repertorio del coro.

Lo spettacolo sarà affidato alla generosità dei sandricensi con un’offerta libera, raccolta dall’associazione Onlus “Team for Children” ed il ricavato sarà devoluto in favore del reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. In questa serata sarà presente anche la promotrice del gruppo. Buon divertimento a tutti.

Pro Sandrigo

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giostre sono nuove, ma anche se in posti diversi, riconosco ancora il vec-chio scivolo, le barre ginniche e una giostrina che gira su di un perno e che se spinta vorticosamente dai volontari di turno, dava a chi c’era sopra la sen-sazione, dopo scesi, di essere ubriachi senza aver bevuto un goccio d’alcol. Bel risparmio no?

Ma ecco! Adesso mi è venuto in mente cos’era la prima cosa da fare appena entrati: la “TRAVERSATA DEGLI ALBERI”, dalla parte opposta del campo da calcio vedo ancora la fila di piante che costeggia la mura di recinzione dell’area parrocchiale dai famigerati campi di “Fintassia”, leggenda vuole che chi osava scaval-carla per prendere il pallone finito nella sua proprietà, rischiava l’impal-linamento con la sua pistola a sale...mah! Comunque sia funzionava così: si saliva sul primo albero a sinistra e tramite l’intersecazione dei rami più alti si passava, non senza rischi, a quel-la successiva e così via fino all’ultima pianta a destra per la discesa finale. Avevamo già inventato l’acropark e senza cinture di sicurezza.

Dai andiamo avanti dritti all’ora-torio, quello di quegli anni non era molto dissimile da questo. A parte la disposizione dei locali che è tut-ta cambiata, c’è tutto: bar, tavolini, ping-pong, calcetto, perfino il flipper, anche se elettronico e pure il biliardo, più altri giochi giustamente adeguati ai tempi. Noto con piacere che man-cano le macchinette mangiasoldi, neanche a quei tempi c’erano, anche perché coi soldi che ci giravano in tasca allora, avrebbero avuto le ragna-tele.

Ed ora di corsa al pezzo grosso: il cinema teatro Arena. Qui, a parte la biglietteria che era un “gabbiotto” di legno, bello comunque, mi sembra veramente tutto uguale, pure le ten-de all’ingresso sembrano le stesse, le apro ed eccomi tornato ragazzino in una qualsiasi delle domeniche della mia infanzia quando entrando nella sala, non si è mai capito perché, si doveva correre nel perimetro attorno alle sedie della platea, praticamente l’immagine era di un vortice di ragaz-zini che si rincorrevano all’impazzata, mentre le ragazzine più sagge stavano

Signòre, dame i fossi de ‘na vol-ta. E’ noto a tutti ormai il sogno di Leonardo Carlotto, che lo scorso 22 novembre avrebbe compiuto 76 anni. Ed è proprio in occasione del suo compleanno che quella stessa sera, in Biblioteca, si è tenuto un momento in memoria del nostro compianto concittadino. Una sera-ta fatta di ricordi, di racconti anche esilaranti, come certamente Leonar-do avrebbe voluto, condotta dalle persone che più hanno collaborato con lui negli ultimi tempi, a partire dai coautori dell’imponente opera di recente pubblicazione “Sandrigo. Storia Arte Natura”.

Dopo i saluti dell’Amministrazione Comunale, il prof. Giordano Dellai ha introdotto la serata presentando gli ospiti: il prof. Francesco Mezzali-ra, Leonardo Pianezzola e Francesca Rizzo (autori del summenzionato libro assieme allo stesso professor Dellai), il sig. Bruno Fabris e una col-laboratrice del gruppo Nisoria, di cui Leonardo faceva parte.

Per primo prende la parola un commosso Bruno Fabris, che ripor-ta alla mente alcuni ricordi di cac-cia: quasi una contraddizione, ci fa notare, se pensiamo al rispetto che Leonardo osservava per la natura in tutte le sue manifestazioni. Eppu-re questo rispetto, questo amore, nasce in giovane età proprio gra-zie alla pratica venatoria, esercitata sempre con grande attenzione e cura per l’ambiente.

Francesca Rizzo considera Leonar-do un suo maestro. E’, infatti, anche grazie a lui che nasce la sua passio-ne per l’arte, in particolare quella locale. Un maestro, come racconta al folto pubblico presente, che le ha insegnato fin da ragazzina a percor-rere le vie del paese rigorosamente a piedi o in bici, per vivere davvero i luoghi, osservarne le peculiarità artistiche, innamorarsene. Un mae-stro anche per Christian Rossato, che attraverso un portavoce ha ricordato di quando da bambino ha conosciuto Leonardo e quando poi si sono ritrovati a collaborare per la scuola ambientale di Lupia.

Ciò che caratterizzava Leonardo era un rapporto fisico con l’am-biente cittadino, di una fisicità che si rifletteva anche nel rapporto con l’ambiente naturale, come sotto-linea il prof. Mezzalira: “Leonardo sapeva davvero entrare in contatto

Biblioteca Civica

Sala studio intitolata a Leonardo Carlotto

con la Natura, toccarla con mano; non l’ammirava da fuori ma la viveva da dentro, sapeva prendersene cura.”

Una cura che si spingeva addirit-tura al recupero di animali apparte-nenti a specie rare, che trovavano nel giardino di Leonardo un ambien-te idoneo per il loro sviluppo, come ci spiega la collaboratrice del grup-po Nisoria.

Non sono mancati, infine, i raccon-ti di Leonardo Pianezzola, coautore di diverse pubblicazioni sulla storia di Sandrigo, che da Leonardo Carlot-to riceveva telefonate che iniziavano puntualmente con “Ciao Leonardo, so’ Leonardo chealtro!”, con quel-la vena di ironia che non l’ha mai abbandonato.

Una serata dedicata alla memoria di un personaggio illustre di San-drigo com’era Leonardo Carlotto non poteva che concludersi con un gesto che rendesse imperitura questa memoria: l’intitolazione a lui della sala studio della Biblioteca.

Dopo un breve discorso dell’asses-sore alla cultura Marica Rigon tocca alla figlia di Leonardo, Silvia, togliere il drappo rosso e scoprire l’immagi-ne del padre sorridente immerso nella natura con sotto una targa a lui dedicata. Un momento di gran-de commozione per la famiglia e di grande valore per la cittadinanza perché riconoscimento dell’impor-tanza della ricerca, dello studio e dell’amore per il proprio territorio.

Al primo volume del libro “San-drigo. Storia Arte Natura”, nel primo capitolo curato proprio da Leonar-do Carlotto assieme a Francesco Mezzalira, gli autori riportano una citazione di Filippo Pigafetta, uomo di grande cultura, che “in giovane età era vissuto a Soella, presso la villa dei suoi parenti, della famiglia Chiericati” (cit. p. 17). A conclusione di questa citazione c’è una preghie-ra che viene evocata dal Pigafetta: “O siati Iddio in custodia suolo del-la mia fanciullezza ricetto” (O Dio, custodisci il luogo che ha accolto la mia fanciullezza). Credo che questa sia stata la preghiera di una vita di Leonardo, e che ieri come oggi stia lavorando per esaudirla.

Alessandro Garziera

Se c’è un posto a Sandrigo che dagli anni della mia infanzia non ha risentito, né del passare del tempo, né dell’evoluzione urbanistica, questo è “IL PATRONATO”, intendendo con questo termine tutta la zona dietro alla chiesa comprendente: i campi sportivi (calcio, pallavolo/pallaca-nestro e hockey), il parco giochi, l’oratorio col cinema teatro Arena e annessi piazzali. Sì va beh... qualche lifting c’è stato, il più importante la copertura del campo di hockey, qual-che giostra in più nel parco giochi e poco altro, ma non è una critica anzi, devo ringraziare questa immagine di cristallizzazione del tempo che mi si è presentata davanti domenica scor-sa varcando il cancello a fianco della chiesa ed entrandoci dopo tanti anni, se mi sono ritrovato di colpo indietro nel tempo, quando in questo luogo, assieme a quelli della mia generazione, dai primi calci al pallone, alle prime sigarette e ai primi amori, iniziavamo la nostra formazione.

“Andiamo al patro”! Questa era la frase classica che si usava a quel tem-po e allora forza, andiamo insieme; intanto a fianco del cancello è sparito il bagno pubblico, non ci ho mai visto

Ricordi

Il Patronatonessuno frequentarlo, ma l’odore che emanava mi convinse che sbagliavo i tempi e che la gente ci andava quan-do io non c’ero. Noi comunque di quel manufatto in cemento usavamo solo il tetto piano: ci si arrampicava e seminascosti dalle fronde di un sali-ce piangente che cadevano proprio lì sopra, avevamo un luogo perfetto per chiacchierare, fumare, o progettare scorrerie.

Ora ho attraversato il cancello e cammino nel vialetto che divide il campo da calcio dal parco giochi e conduce, con un ultimo strappo finale in salita, al campo di pallavolo/pal-lacanestro. Quello lì si faceva in bici, “sparato”, così da avere la rincorsa per il salto finale sulla rampa in cemento, non vi dico gli atterraggi perché meri-terebbero un capitolo a parte. A pro-posito, volete sapere come parcheg-giavo la bici a quei tempi? Ero molto democratico, io scendevo al volo e lei era libera di schiantarsi dove voleva, a volte rovinava a terra lì vicino, altre volte mi stupiva e vagava zigzagando per un po’ prima di mettersi quieta. Comunque ora le bici non le fanno più entrare.

Ma andiamo avanti, molte delle

sedute composte. Tutto questo durava fino al primo abbassamento di luci ed allora tra fischi e urla si prendeva posizione, i più audaci si appiccica-vano alle miss del paese, gli altri in ordine sparso, poi il buio totale, la sala si ammutoliva e si veniva rapiti dal grande schermo.

I film proiettati che mi ricordo era-no perlopiù commedie con Totò, o Louis De Funes, western con Teren-ce Hill, o John Wayne, gli indimen-ticabili “Fantomas” e “Godzilla” e l’immancabile“Pantera rosa”, nonché tutte le varie serie di Kung fu, questi i più pericolosi, perché all’uscita dalla sala c’era sempre qualcuno che tentava di emulare le mosse di Bruce Lee, con conseguenze tragicomiche (a volte catastrofiche), per sé e per gli altri.

Altro momento topico era l’in-tervallo tra i due tempi del film, lì c’era lo scatto simultaneo di tutta la ciurma pagante per correre al bar a rifornirsi di “FIORE” (pop corn) e “SPAGHI” (rotolini di liquirizia che srotolati davano l’idea appunto di uno spago). Tenendo conto che, salvo poche eccezioni, la paga domenicale standard di quei tempi era di 100 £ e che 50 £ andavano per l’ingresso al cinema, 30 £ per i “fiore” e 20 £ per 2 “spaghi”, si conclude che al rientro per il 2° tempo il tuo badget era già finito, ma comunque nessuno ne faceva un problema.

Esco nel piazzale dell’oratorio, ancora un turbinio di ricordi di cata-ste di biciclette e motorini rigorosa-mente “truccati”, con più saldature che acciaio e di gruppi di ragazzi che giocano a “bala a un salto” e di altri che “spacciano” figurine doppie rico-noscibili dalla inossidabile cantilena: “gò...gò...manca...” e altro ancora che meriterebbe un capitolo a parte e qui io invece devo accorciare, altrimenti non mi pubblicano più niente. Quin-di che dire, per quelli della mia età e oltre, fatevi un giro ogni tanto al patronato, vi ringiovanisce di più di qualsiasi trattamento estetico. Per i più giovani spero sia e resti un punto di riferimento e luogo di formazio-ne come lo è stato per me. Anche se adesso con gli smartphone ed i social network la vedo dura.

Pispi