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09 L’informatica al servizio del paziente settembre 2017 Cure di qualità e pazienti più informati grazie alla sanità elettronica 6-13 Il magazine dell’Ospedale Ticino presente ente al presente Esami radiologici: EOC pioniere in Ticino con un software rivoluzionario per il monitoraggio. 4 graficamente Un inserto infografico staccabile sul tumore del colon e lo screening per ridurre la mortalità. 15 ente al presente Avere quattro figli ed esercitare la professione di medico? Certo, grazie al jobsharing. 20

Il magazine dell’Ospedale Ticino - eoc.ch · 2017-09-18 · presente 0 settembre 2017 4 ente al presente. cate cui ricorre oggi la radiologia. La rivoluzione di questo software,

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09

L’informatica al servizio del paziente

settembre 2017

Cure di qualità e pazienti più informati grazie alla sanità elettronica6-13

Il magazine dell’Ospedale Ticino

presente

ente al presenteEsami radiologici: EOC pioniere in Ticino con un software rivoluzionario per il monitoraggio.4

graficamenteUn inserto infografico staccabile sul tumore del colon e lo screening per ridurre la mortalità. 15

ente al presenteAvere quattro figli ed esercitare la professione di medico? Certo, grazie al jobsharing.20

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Impressum

presente magazine per i collaboratori dell’EOC e per chi si interessa di sanità

Pubblicazione3 edizioni all’anno, disponibili sul sito www.eoc.chEditoreEnte Ospedaliero CantonaleDirezione generaleRedazioneServizio di comunicazione EOCResponsabileMariano [email protected]

Hanno partecipato alla redazione di questo numeroAnna Covino, Lorenza Hofmann, Mariano Masserini, Paolo Rossi CastelliFotoAlain Intraina Stellanova Foto&Studio, archivio EOCOM, Jacqueline Haener Atelier 212IllustrazioniHUG (screening del colon)Grafica e impaginazionemhi, identity&design, LuganoStampaFontana Print SA, Lugano-PregassonaTiratura10’300 esemplari© EOC - CH-6500 BellinzonaRiproduzione autorizzata citando la fonte

09settembre2017

Sommario

editoriale 3

ente al presente• Una prima nel monitoraggio degli esami radiologici 4

ben presente• L’EOC pioniere della sanità elettronica 6

servizi al presente • L’esperto dei lipidi 14

graficamente• Tumore del colon - screening per ridurre la mortalità 15

ente al presente• Area di supporto, per una consulenza a largo raggio 18• Oggi tu, domani io 20

• «Io ho fatto la mia scelta… e tu?» 22

ente e dintorni• Tornare al lavoro dopo le terapie oncologiche 24

presente ricerca• La battaglia contro Parkinson e Alzheimer 26

attimo presente • Non solo attualità 28

presente relax• Un torneo che unisce 30

esser presente• Il tempo che vola 31

eventi al presente 31

passato - presente 32

presente 09 settembre 2017

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Un occhio pesto

Se la sono cavata proprio così molti ospedali: con un occhio pesto. Soprattutto in Gran Bretagna, le attività di ospedali e cliniche qualche mese fa sono rimaste paralizzate durante un lungo weekend in se-guito all’attacco di un virus informatico. “Wanna Cry” - in italiano “Voglio Piangere” - ha bloccato i Pronto Soccorso, provocato il rinvio di operazioni, impedi-to l’accesso ai dati di pazienti e spento i telefoni. La Svizzera, questa volta, è stata risparmiata, ma in futu-ro anche il nostro paese potrebbe essere nel mirino di questi attacchi che, secondo gli specialisti, sono in aumento e minacciano sia i grossi centri ospedalieri che le piccole strutture sanitarie. Oggi, un ospedale senza informatica è impensabile. Apparecchiature, operazioni, dati dei pazienti, controllo della qualità o fatturazione: tutto dipende dall’informatica, la cui pre-senza capillare contribuisce al miglioramento delle cure, ma nel contempo rende le strutture sanitarie un obiettivo interessante per la criminalità digitale. Oggi puntiamo i riflettori sull’Area che gestisce e protegge i sistemi informatici degli ospedali dell’EOC.

Lo spirito del motto “Fare di più non significa curare meglio” è alla base di “Choosing Wisely”, l’iniziativa venuta dagli Stati Uniti per una medicina con cure ap-propriate e di buona qualità per tutti i pazienti. Questo approccio, che pone al centro il paziente e che vede l’EOC assumere un ruolo di pioniere a livello svizzero, si ritrova anche nel nuovo software che per la prima volta in Ticino, negli ospedali pubblici, permette il mo-nitoraggio dei dati relativi a tutti gli esami radiologici di un paziente.

Mariano Masserini responsabile del Servizio di comunicazione

Per tutte le vostre osservazioni:

[email protected]

presente 09 settembre 2017

editoriale 3

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«Che lo vogliamo o no, tutti noi assorbiamo radiazioni», ci dice il professore Rolf Wyttenbach, coordinatore delle radiologie EOC e primario di radiologia dell’Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli (ORBV). «La maggior parte delle radiazioni ionizzanti (raggi X) cui è esposta la popolazione non è però causata dagli esami medici, ma dal radon, un gas presente nei locali abitativi e di lavoro. E questo gas è la maggior causa di tumori polmonari dopo il fumo.» Dal can-to suo, la diagnostica medica espone il paziente complessivamente a solo la metà delle radiazioni rispetto al radon. Siamo poi esposti anche ad altre fonti di radiazione naturale, che comprendono, oltre alla radioattività terrestre, quella cosmica e quella - minima - dovuta all’assorbimento del nostro organismo di sostanze radioattive me-diante ingestione (cfr. grafico a pag. 5).

Per quanto riguarda la diagnostica medica, ovvero tutti gli esami cli-nici che implicano un’esposizione del paziente ai raggi X, bisogna sottolineare che parlare di «esposizione media» può risultare ingan-nevole, perché chi si sottopone a un esame radiologico, spesso ne

ha già subiti altri e dunque può risultare molto più esposto della me-dia. Per questo è importante conoscere la dose di radiazioni che un paziente ha già ricevuto.

Un software rivoluzionario«Avevamo già rilevato manualmente alcuni dati relativi alle radiazioni ionizzanti cui sono sottoposti i pazienti in occasione del nostro primo simposio su Choosing Wisely», rileva il professor Luca Gabutti, pri-mario di medicina interna dell’ORBV e responsabile del Dipartimento di medicina EOC. «Ma lo strumento di cui disponiamo oggi è davve-ro rivoluzionario.»

Il software, operativo dal 1° gennaio scorso, sarà connesso en-tro fine anno con tutti gli apparecchi che emettono radiazioni negli ospedali dell’EOC: registra le attività di TAC, apparecchi per la ra-diografia, per l’angiografia, tomografi o archi C per la fluoroscopia in sala operatoria ecc. Finiti i fastidiosi rilevamenti a mano, un’attività da amanuense in stridente contraddizione con le tecnologie sofisti-

Una prima nel monitoraggio degli esami radiologici Per la prima volta in Ticino un nuovo software centrale permette il monitoraggio e l’analisi continua dei dati relativi a tutti gli esami radiologici effettuati negli ospedali dell’EOC. L’obiettivo è di offrire ai pazienti interventi diagnostici e terapie di valore in un settore della medicina dove l’indicazione appropriata è particolarmente importante a causa delle radiazioni assorbite durante gli esami.

di Mariano Masserini

presente 09 settembre 2017

4 ente al presente

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cate cui ricorre oggi la radiologia. La rivoluzione di questo software, precisa il dottor Stefano Presilla, responsabile del Servizio di fisica medica EOC, sta nel fatto che «ci permette di dettagliare le dosi rice-vute da ciascun paziente, di analizzare le dosi per tipo di intervento, per ospedale, per medico o per periodo temporale.» E molto altro ancora. Ad esempio, grazie al nuovo software è possibile esaminare i protocolli in vigore e poi, se necessario, migliorarli. Permette anche un paragone fra i vari istituti dell’EOC, oltre che un confronto con gli ospedali del resto della Svizzera, «per vedere dove ci situiamo e per posizionarci con il tempo su valori virtuosi, come raccomandano le autorità federali.»

Una medicina prudenzialeLa tecnologia ha fatto grossi balzi in avanti negli ultimi anni, permet-tendo di affinare, controllare e ridurre l’esposizione dei pazienti ai raggi X. Eppure, l’esposizione media ha continuato ad aumentare, perché il numero di esami di TAC prescritti è “esploso”. Ciò si spiega con le potenzialità diagnostiche molto interessanti offerte da questa tecnologia. Anche il numero sempre più alto di apparecchiature ha favorito l’aumento degli esami di questo tipo. «Il medico, soprattutto in Pronto Soccorso, è tentato di ricorrere alla TAC per una diagnosi a colpo sicuro - riconosce il professor Gabutti - perché comprensibil-mente molti medici scelgono una medicina garantista, che permette loro di evitare diagnosi sbagliate o incomplete.»

Il confine tra il troppo e il troppo poco non è tuttavia sempre facile da riconoscere e una riflessione si impone quando ad esempio si chie-de una TAC completa (cerebrale, colonna cervicale, torace, addome

e regione pelvica) in Pronto Soccorso per incidenti non maggiori. «È una dose significativa, soprattutto per un paziente giovane, che risulta più sensibile ai potenziali effetti negativi dei raggi X», fa notare il professor Wyttenbach.

Non solo i pazienti, ma anche i medici vanno sensibilizzati affinché ci sia una valutazione individualizzata del rapporto fra rischio e benefi-cio per ciascun paziente; qui il nuovo software può fornire un contri-buto interessante. «L’approccio di Choosing Wisely è proprio quello di offrire al paziente una diagnostica e una terapia di alto valore», sottolinea il professor Gabutti. «Una parte delle risorse che abbiamo a disposizione per la sanità vanno perse in esami e terapie inutili, con importanti costi finanziari, in termini di effetti secondari e di rischio per il paziente. Questo mi preoccupa tantissimo.» In questo senso, uno strumento di raccolta di dati e di analisi come il nuovo software è un passo importante verso un futuro possibile “passaporto dosime-trico”, da integrare nella cartella elettronica del paziente.

• Troppe radiazioni possono favorire l’insorgere di tumori secondari (in particolare tumori dei globuli bianchi come leucemie e linfomi) anche dopo 15-20 anni.

• Più il paziente è giovane, più va protetto dalle radiazioni.

• Una radiografia del torace espone un paziente alla stessa quantità di radiazioni come quelle assorbite durante un viaggio in aereo da Zurigo a New York.

• Una TAC provoca una quantità di radiazioni fino a 50 volte superiore a quella di una radiografia.

• Il sievert (Sv - dal nome dello scienziato svedese Rolf Sievert) è l’unità di misura della radiazione

• Radiazione naturale media in Svizzera: circa 5 mSv/anno • Radiografia al torace: 0,02 mSv • TAC addominale: 8 mSv • Tomografia: 5 - 20 mSv • Inizio limite rischio: 100 mSv.

presente 09 settembre 2017

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L’EOC pioniere della sanità elettronicaLe tecnologie della comunicazione e dell’informazione concorrono ad assicurare le migliori cure al paziente nella più ampia garanzia di protezione della sfera privata.

di Lorenza Hofmann

ICT nell’Ospedale multisito• 6’800 utenti

• 4’800 posti di lavoro informatizzati (PC, notebook, tablet) in rete

• 8’000 caselle di posta elettronica

• 500 server virtuali e 100 server fisici (nessun server esterno all’EOC)

• 35 servizi IT “Core” (Datacenter, rete informatica, internet, backup, dischi di rete, Sharepoint, ecc. )

• 170 servizi IT “business” (cartella clinica del paziente - GECO, intranet aziendale, prescrizione farmacologica, rilevamento prestazioni, agenda sale operatorie e ambulatori, ecc.)

• Oltre 500 applicazioni aziendali

presente 09 settembre 2017

6 ben presente

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Nel 1999 gli ospedali pubblici dell’EOC sono stati fra i primi in Sviz-zera a dotarsi della cartella informatizzata del paziente. Oggi, l’O-spedale multisito continua a profilarsi pioniere: gestione coordina-ta del dossier elettronico del paziente, prescrizione farmacologica elettronica, tablet in corsia e al letto del paziente, mobilità coniugata a prossimità, ecc.. Nessun ambito d’attività è sfuggito alla digita-lizzazione gestita e governata, secondo metodologie internazionali, dall’Area ICT - tecnologie della comunicazione e dell’informazione.municazione e dell’informazione. L’informatica al servizio delle cureTutto converge a creare i presupposti per l’erogazione di cure di alta qualità al paziente. In un contesto di digitalizzazione imperante, la sfida permanente sta nell’orientare i servizi informatici (IT) all’utenza e alle fi-nalità delle prestazioni, garantendo la sicurezza del sistema informatico e la protezione della privacy dei pazienti e dei collaboratori. Una settan-tina di specialisti dell’Area ICT lavora in questa direzione e si avvale della collaborazione interprofessionale a 360 gradi per sviluppare, program-mare, testare e implementare applicativi ed erogare servizi informatici mirati all’attività clinica, aziendale e di ricerca. L’incontro di figure profes-sionali diverse, con competenze specialistiche ed esperienze maturate nell’EOC, produce intelligenza collettiva che si traduce in funzionalità, dinamicità e innovazione a livello di progetti e di servizi IT. L’approccio di squadra, auspicato dalla cultura aziendale, è pienamente sperimentato e valorizzato nel campo delle ICT.

Sicurezza e privacyL’attività ospedaliera genera giornalmente dati digitali anagrafici, clinici e immagini mediche che una vasta rete di fibre ottiche riversa in un battibaleno nel Datacenter EOC. Dalla generazione del dato alla sua archiviazione occorre garantire la sicurezza informatica e la protezio-ne del patrimonio di dati. L’EOC mette in atto tutto quanto è possibile allo stato attuale delle conoscenze. La funzionalità vitale del sistema è garantita attraverso la ridondanza, ossia tramite parti duplicate per assi-curare continuità in caso di guasto. Tutto il sistema è blindato per impe-dire intrusioni malevoli (e-mail infette, software nocivi su internet, ecc.) e cyber-attacchi. Tuttavia, nell’era della criminalità informatica, il rischio non può essere totalmente escluso anche se nulla è lasciato al caso. L’Area ICT è preparata per gestire scenari di crisi dolosi o accidentali e anche l’eventualità di un crash del sistema informatico per cause fisiche (incendio, recisione di cavi) o informatiche (virus o hackeraggio). Tutti gli utenti/collaboratori sono invitati ad utilizzare la rete con consapevolezza e responsabilità e a prestare attenzione a comportamenti a rischio (pro-teggere la password dentro e fuori dall’EOC, non lasciare ID Key, PC o portatili in posti incustoditi, ecc.).

Ogni paziente beneficia dei vantaggi dell’informatica sanitaria nella massima protezione della sua sfera privata: efficienza, tempestività, economicità nella presa in carico multidisciplinare in tutti gli ospedali dell’EOC.

Reportage realizzato grazie alla collaborazione di Marco Bosetti, capo Area ICT; Fabio Bettosini, ICT Governance; Daniele Binsacca, ICT Operations, Datacenter; Luigi Ca-oduro, capo settore infermieristico ORBV; Carlos Garcia, Applicazioni e integrazione; Michele Marazza, Sviluppo Processi ICT; Tina Mattei, ICT Financial.

presente 09 settembre 2017

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Pronto Soccorso (PS) dell’Ospedale San Giovanni. Arriva un papà con un bambino ferito in fronte. L’addetto all’accoglienza registra e verifica le generalità del paziente, stampa e consegna le etichette d’identificazione, annuncia l’arrivo del bambino ferito al PS pediatrico.

Papà e bambino sono accolti nel box di triage del PS pediatrico. L’infermiere, in presenza del genitore, parla al piccolo paziente per tranquillizzarlo, accerta il bisogno di cure e lo stato di salute.

L’infermiere accosta la sua ID key al computer ed esegue il login. Crea la cartella elettronica del paziente. Attraverso una procedura guidata immette le informazioni basilari per definire con quale priorità il paziente accederà alle cure.

All’entrata in vigore il 1° aprile 2017 della Legge federale sulla car-tella informatizzata del paziente, l’EOC aveva già da tempo attuato nei suoi ospedali la Gestione Coordinata (GECO) delle informazioni anagrafiche, cliniche e amministrative riguardanti il paziente. Questo progetto di sanità elettronica (e-Health) è predisposto per entrare in rete con gli altri attori sanitari attivi sul territorio. Infatti, l’EOC annove-ra già un buon numero di clienti e partner: Cardiocentro Ticino, Rete riabilitativa REHA TICINO, Federazione Cantonale Ticinese Servizi Ambulanze, Ospedale Malcantonese, Associazione dei direttori delle case per anziani della Svizzera italiana e ospedali universitari svizzeri. Inoltre, l’EOC è partner di e-Health Ticino, comunità di riferimento per lo sviluppo della condivisione dei dati - previo consenso del pa-ziente - fra gli attori della rete sanitaria cantonale, ai sensi della legge federale.

Per informare il lettore su come l’informatica supporta la presa in carico del paziente ci è stato concesso di consultare una versione vergine della cartella informatizzata del paziente. Attivata all’ammis-sione, in essa sono registrate tutte le prestazioni in degenza e fino alla dimissione. Il valore aggiunto è cresciuto a livello progettuale grazie all’interazione del sapere specialistico di informatici e curanti

e continua a crescere nella collaborazione interprofessionale. È così stato implementato uno strumento unico, con zone di accesso li-mitato all’attività funzionale - medica, infermieristica, amministrativa - orientato alla condivisione di informazioni sulla presa in carico del paziente. Ad ogni login, l’utente abilitato in base alla sua funzione ac-cede alle informazioni di base - valutazione iniziale, status, anamne-si, allergie, intolleranze - può prenotare esami diagnostici (laborato-rio, radiologia) e consultare l’esito anche a distanza (nella rete EOC), prescrivere medicamenti e altre terapie, inserire rapporti operatori, accedere a modelli di lettere per la dimissione o il trasferimento ad altra struttura. La fruizione di servizi ICT in mobilità permette di con-sultare specialisti nelle varie sedi, di tenere riunioni multidisciplinari in videoconferenza, di accedere in esterno e a distanza alla rete EOC in modo sicuro.

Il percorso digitale del paziente

Solo chi ha una relazione terapeutica può visualizzare i dati del paziente

presente 09 settembre 2017

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Il bambino e il suo papà passano al box di cura. L’infermiere si logga su un altro PC e ritrova la videata precedente. Può inserire tutte le informazioni di sua competenza, in modo sicuro e senza perdita di tempo. E così farà ogni curante, identificandosi con ID key personale.

I pazienti degenti e dell’ospedale di giorno indossano il braccialetto identificativo, introdotto nel 2012: nome cognome, data di nascita, sesso. L’identità del paziente è verificata ad ogni esame o intervento. Il codice consente di attivare la registrazione di determinate prestazioni direttamente nella cartella elettronica del paziente. Per esempio, l’elettrocardiogramma.

Tablet in corsia: è la novità per la rilevazione dei dati al letto del paziente. Supera problemi di leggibilità delle prescrizioni manuali, evita errori ed è a prova di abuso perché funziona solo all’interno del reparto.

Il passaggio dai documenti cartacei a quelli digitali ha indubbi vantaggi sia per gli operatori sia per i pazienti. In particolare, consente una condivisione più rapida per consulti medici specialistici interni all’EOC o esterni.

Che il paziente non si senta minacciato dall’informatica! Ogni con-sultazione, immissione o modifica di informazioni nella cartella elet-tronica del paziente è tracciata; ogni utente è riconosciuto attraver-so un codice. Solo persone con ruoli specifici possono infrangere la barriera d’accesso a condizione di motivare le ragioni, in genere, dovute a situazioni d’urgenza. Ogni informazione inserita nella car-tella clinica è elaborata ed epurata dai dati sensibili e resa disponibile per l’elaborazione della fatturazione da parte dei servizi amministra-tivi dell’EOC. L’Ente è garante della protezione della sfera privata dei pazienti: accessi e limitazioni ai dati personali sono stati stabiliti con la consulenza dell’Incaricato cantonale della protezione di dati.

L’informatica ospedaliera si rivela un indispensabile supporto alla qualità e alla sicurezza delle cure. La cartella elettronica del paziente mette fine ai tempi delle prescrizioni quasi illeggibili, del passaggio di informazioni verbali, riduce il rischio di incomprensioni e di errori nella terapia. Un esempio: grazie al modulo GECO PrescoFarm è possi-bile avere una gestione infermieristica e medica della prescrizione farmacologica mediante una visualizzazione giornaliera o per turno e rilevare l’avvenuta somministrazione o la modifica della dose. Un salto di qualità rispetto alla cartella cartacea!

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presente 09 settembre 2017

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ben presente

Ogni dato immesso in un computer dell’EOC è registrato in pochi millisecondi nel Centro dati a Biasca grazie a una rete di 650 km di fibre ottiche noleggiate presso le aziende elettriche. Il Datacenter ha uno spazio disco lordo di 1 Petabyte (1015 byte). Ogni giorno, sono salvati circa 7 Terabyte di dati.

In una struttura centralizzata, appositamente concepita, sicura e cu-stodita, 500 server virtuali e 100 server fisici (tutti interni all’EOC) conservano i dati immessi da ogni utente della rete informatica EOC, da quelli relativi alle prestazioni di cura al paziente a quelli attinenti all’attività aziendale.

Per la criticità della sua funzione, il Datacenter è un sorvegliato spe-ciale: monitoraggio e manutenzione ne garantisco la funzionalità continua; speciali misure di sicurezza proteggono la sede, la strut-tura e l’ingente patrimonio di dati dell’EOC. A breve, sarà attivato un secondo Datacenter nel Bellinzonese, un investimento che ottimiz-zerà ulteriormente la sicurezza del sistema informatico EOC.

L’infrastruttura di Biasca, costruita nel 2009, è caratterizzata da solu-zioni innovative ed ecosostenibili per garantire il funzionamento ottima-le e la massima protezione. Una tecnologia brevettata riduce il tasso di ossigeno nei locali (dal 21 al 17% e, se necessario, al 15%) assi-curando la prevenzione attiva degli incendi. Un sistema free-cooling sfrutta l’aria fredda invernale per raffreddare i server consentendo un risparmio energetico. Due gruppi di continuità (UPS) e un generatore ad attivazione automatica sono predisposti per sopperire a cali o interruzioni di corrente elettrica.

Servizi dell’Area ICTICT Governance. Referente per l’implementazione di metodologie e di strumenti per la gestione di servizi, progetti, rischi ed eventuali crisi in ambito informatico. Garante dell’allineamento dei sistemi alle finalità dell’attività, in un’ottica di generazione di valore per l’EOC e in un contesto di miglioramento continuo. In particolare per la gestione di Servizi IT di qualità utilizza la metodologia ITIL® - Information Te-chnology Infrastructure Library.

ICT Security Office. Implementa e promuove tecnologie atte a ga-rantire la sicurezza informatica.

ICT Operations. Implementa e mantiene l’infrastruttura sistemistica ICT (server, client, storage, mainframe) nel parco macchine. Esegue la manutenzione, i backup ed eventuali ripristini. Monitorizza l’evoluzione tecnologica dei sistemi, la loro ottimizzazio-ne e l’aggiornamento. Valuta e suggerisce nuovi investimenti. Forma apprendisti informatici.

Applicazioni e integrazioni. Sviluppa e integra applicazioni. Gesti-sce progetti interni ed esterni all’EOC; fra i più importanti: cartella informatizzata del paziente, prescrizione farmacologica elettronica.

Sviluppo processi. Gestisce le tecnologie di comunicazione: rete informatica, wireless, sistemi di videoconferenza, telefonia, tablet nonché piattaforma Sharepoint per condivisione di informazioni e documenti. Segue modifiche e miglioramenti della cartella informa-tizzata, discute i processi di cura con medici, infermieri e segretariati.

Datacenter: la “cassaforte” dell’EOC

presente 09 settembre 2017

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Gestisce software specifici (gestione del personale; agenda delle sale operatorie e degli ambulatori, gestione fatturazione, ecc.).

Business Intelligence. Il patrimonio aziendale costituito dai dati raccolti è valorizzato da questo servizio in grado di standardizzarli e trasformarli in informazioni da fornire ai vari ambiti dell’EOC alfine di effettuare le analisi strategiche.

Service Owner. Sono i referenti per le Aree e gli Istituti EOC dei vari servizi IT erogati. Si occupano di applicare le metodologie di gestione dei servizi (service management) in ottica di miglioramento continuo dei servizi IT erogati.

Service Desk Team di supporto all’utente in caso di malfunzionamento o guasto. Gli addetti trattano mensilmente un migliaio di richieste.• Compilare il ticket via programma Service Desk ICT. Il Service

Desk se ne occupa secondo priorità nei giorni feriali dalle 07.30 alle 17.30.

• Telefonare al 1330: per richieste urgenti o fuori orario (nei giorni feriali, dalle 17.30 alle 07.30; sabato, domenica e festivi).

• Ad ogni chiusura di ticket, il collaboratore è invitato a partecipare

al sondaggio (Survey) e quindi allo sviluppo della qualità del ser-vizio ICT erogato.

• Per richieste aggiuntive (abilitazione di un applicativo, nuovo hard-ware, riservazione videoconferenza, ecc.), consultare il catalogo dei servizi e inoltrare l’ordinazione online (con processo d’evasione e di approvazione).

1 Petabyte (1015 byte) di spazio disco lordo

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presente 09 settembre 2017

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www.melani.admin.ch

Le buone regole per l’utilizzo sicuro della rete

Password• Usare password di lunghezza

minima di 8 caratteri.• Creare password facili da

memorizzare così da non scriverle sul classico post-it:

es: M3m0r1zzar3!• Utilizzare password diverse per

ogni servizio online.• Modificare regolarmente la

password.

E-mail• Diffidare delle e-mail di cui non si

conosce il mittente: non aprire allegati o selezionare link indicati.

• Aprire unicamente e-mail provenienti da fonti affidabili.

• Attenzione ai nomi di file provvisti di due estensioni, es. picture.bmp.vbs.

• Aggiornare sempre l’anti-virus ed il software dei programmi e-mail.

Spam• Prudenza nel comunicare il

vostro indirizzo e-mail e solo per corrispondenza importante.• Definire un secondo indirizzo

e-mail per la compilazione di moduli web o abbonamenti a newsletter.

• Non rispondere MAI ad e-mail spam.

Rete• Non scaricare programmi sconosciuti

ed interrompere eventuali download che partono da soli.

• Scaricare gli aggiornamenti dei software soltanto dalle pagine del produttore.

• Aggiornare sempre l’anti-virus ed il software dei programmi e-mail.

Comportamenti• Prudenza nel trasmettere informazioni

personali quali nomi utenti, password, numeri di telefono, ecc. Nessun offerente di servizi serio le richiede mai via e-mail. In caso di dubbi rivolgersi prima di tutto all’offerente stesso telefonicamente.

• Verificate la serietà dell’offerente, usare le informazioni della carta di credito solo su pagine che usano la cifratura dei dati (appare un lucchetto in basso a sinistra del navigatore).

• Evitare di inserire dati personali nei moduli web.

• Prudenza nell’inserire commenti in newsgroup o forum, questi restano per anni online.

• Evitare di lasciare il monitor dei PC o portatili aperti con dati sensibilli visibili a persone non autorizzate (es. dati clinici, ecc) - eseguire sempre un logout (disconnettere la sessione).

• Per inviare foto o qualsiasi altro dato EOC non utilizzare mezzi privati Smartphone, Tablet, ecc. Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza

dell’informazione MELANI della Confederazione

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presente 09 settembre 2017

ben presente

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Il futuro è già oggi

Le prossime sfide? «La sfida di sempre - risponde Marco Bosetti, dottore in informatica a capo dell’Area ICT - consiste nell’aumentare il valore aggiunto per i collaboratori: mobilità, ef-ficienza, far guadagnare loro tempo, rendere sempre più sempli-ce l’uso dei supporti IT.» Attualmente, sono in corso 30 progetti informatici: un impegno costante per l’innovazione nelle attività già implementate e in quelle che verranno, come per esempio le interazioni con la Master Medical School. «Per creare e gestire innovazioni servono da subito risorse e nuove figure per soste-nere ancora meglio la ricerca clinica e valorizzare il patrimonio dei dati aziendali. Così si pongono le basi per un sistema di supporto alle decisioni che contribuisca all’analisi dei cosiddetti “big data” applicati in casi concreti come ad esempio lo sviluppo della medicina personalizzata.»

L’orientamento alla pratica e il miglioramento continuo dei ser-vizi IT, grazie alla collaborazione interprofessionale, l’approccio proattivo, l’implementazione della mobilità, la costante vigilanza sulla sicurezza e sulla protezione della sfera privata producono

efficienza e tempestività nella presa in carico multidisciplinare del paziente. L’informatica agevola anche la comunicazione fra medico e paziente - come dimostra la foto di copertina - favo-rendo la consapevolezza della persona nel percorso terapeutico. Un’efficiente sanità elettronica concorre alla relazione di cura e alla qualità delle cure negli ospedali dell’EOC.

2.5 miliardi di informazioni al giorno disponibili per analisi strategiche

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colesterolo alto

colesterolo alto

trattamentotrattamento

medicamenti

medicamenti

grasso

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iperlipidemia

infarto

miocardico

infarto

miocardico

infarto miocardico

statine

ereditarietà

ered

itarie

prevenzione

prevenzione

stile

di vit

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stile di vita

ictus

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ictus

ictus

dieta

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mortalità

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alimentazione

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cizi

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vasi sanguigni

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trigliceridi

lipidi

lipidi

enzimi

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ipercolesterolemia

famigliare

ipercolesterolemia

Da marzo è attivo all’EOC il Servizio di consulenza in lipidologia, l’unico in Tici-no. A condurlo è il professor Alexandre Fredenrich, me-dico specializzato in endo-crinologia e consulente negli Ospedali Regionali di Bellinzo-na e Locarno.

La consulenza è indirizzata in particolare ai pazienti degenti e am-bulatoriali che hanno disturbi dei lipidi non comuni e che spesso i medici curanti o i cardiologi fanno fatica ad individuare e a trattare efficacemente. Come afferma il professor Fredenrich infatti «capita sovente che i pazienti non gravi vengano curati con terapie troppo forti, mentre altri che avrebbero bisogno di un intervento più incisivo ricevano cure blande.» Il nuovo Servizio di lipidologia vuole essere un aiuto per identificare meglio tali situazioni e riuscire a prevenire così pericolose evoluzioni.

Il consulto specialistico avviene in particolare in caso di ipercoleste-rolemia (eccesso di colesterolo nel sangue) famigliare che colpisce una persona su 300 in Svizzera, 1’300 in Ticino. È una malattia ge-netica spesso sottovalutata e scoperta tardi, dopo un infarto o un ictus. Se viene invece curata nella fase iniziale della vita si possono evitare gravi danni alle arterie nell’età adulta. Altri ambiti di consulen-za si riferiscono a pazienti che hanno sviluppato intolleranze verso le terapie per abbassare i lipidi (tramite statine) e a casi di presenza simultanea di più patologie, come per esempio l’ipercolesterolemia severa abbinata ad altri disturbi cardiovascolari.

Il Servizio si inserisce all’interno di un progetto pilota della durata di un anno, al termine del quale l’EOC valuterà se estenderlo anche alle altre sedi.

Ospedale Regionale di Bellinzona e Valligiovedì dalle 8h30 alle 11h30CH-6500 BellinzonaTel. +41 (0)91 811 84 65

Ospedale Regionale di Locarnomercoledì pomeriggioCH-6601 LocarnoTel. +41 (0)91 811 49 08

L’esperto dei lipidiOggi la maggior parte dei disturbi legati alla presenza dei lipidi nel sangue (comunemente detti grassi) può essere trattata dal medico di famiglia o dal cardiologo. In alcuni casi però c’è bisogno dell’intervento di uno specialista.

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A livello internazionale e svizzero diversi programmi di screening del tumore colorettale sono stati introdotti nel corso degli ultimi anni e anche in alcuni Cantoni svizzeri questi programmi sono già attivi. L’EOC ha iniziato un programma di screening del tumore colorettale a partire da marzo 2017.

Sfruttando le competenze delle varie figure professionali (gastroen-terologi, tecnici di laboratorio, chirurghi, oncologi medici, radio-on-cologi, infermieri,...), l’EOC propone ai suoi pazienti o ex pazienti di sottoporsi a una delle metodiche oggigiorno ritenute standard per lo screening del tumore colorettale: la colonscopia oppure la ricerca del sangue occulto nelle feci mediante test immuno-chimico.

Nell’inserto staccabile che vi proponiamo nelle due pagine seguenti sono riassunte e illustrate le principali informazioni sul tumore del colon e sulle metodiche di screening.

Tumore del colon - screening per ridurre la mortalità

Servizi di gastroenterologia EOC

Ospedale Regionale di Bellinzona e ValliDr. med. Alberto FasoliDr. med. Claudio GaiaDr. med. Rocco GrignoliTel. +41 (0)91 811 87 [email protected]

Ospedale Regionale di LocarnoDr. med. Franco RavettaDr. med. Alberto FasoliTel. +41 (0)91 811 47 [email protected]

Ospedale Regionale di LuganoDr.ssa. med. Vera Kessler BrondoloDr. med. Massimo MaffeiTel. +41 (0)91 811 61 [email protected]

Ospedale Regionale di MendrisioPD Dr. med. Florian BihlDr. med. Emanuele MeroniDr.ssa med. Alessandra CarlinoTel. +41 (0)91 811 32 [email protected]

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graficamente

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ente al presente

«L’Area di supporto, lo dice la parola stessa, intende sostenere le scelte strategiche aziendali e fungere da collante fra la Direzione ge-nerale, le direzioni locali e quelle operative.» Adriana Degiorgi rias-sume con queste parole le finalità della nuova Area di supporto, che dirige dal 1° gennaio 2017. Sette servizi (vedi grafico a pag. 19), già presenti nell’organizzazione precedente, sono ora raggruppati nella nuova Area. Dotati di collaboratori con competenze specialistiche variegate, sono in grado di assicurare consulenza e supporto alle Aree della Direzione generale e agli organi operativi (Ospedali, Istituti, Cliniche, Servizi) nella gestione dell’attività ordinaria e del cambia-mento e nella definizione dell’inquadramento normativo. «Siamo a disposizione per ricevere richieste di supporto e ci attiviamo per

offrirlo, così da favorire i flussi di comunicazione da e verso la Direzio-ne generale e la presa in carico di tematiche specifiche.» Per guidare l’azienda ospedaliera in un contesto sanitario cantona-le e nazionale in continua evoluzione e sempre più complesso, la nuova organizzazione dell’EOC vuole favorire l’interazione di tutte le risorse e delle rispettive competenze specialistiche, con l’intento di rafforzare una cultura proattiva.

La nuova Area si doterà a breve pure di un supporto amministrativo, che fungerà da riferimento anche per il Consiglio di direzione azien-dale e per la Direzione generale.

Area di supporto, per una consulenza a largo raggioNata con il nuovo modello organizzativo dell’EOC, la nuova Area riunisce sotto un unico cappello competenze specialistiche che erano già presenti all’interno dell’EOC, mettendole a disposizione della Direzione generale e delle entità operative.

Un gruppo motivato, dalle competenze specifiche molto diversificate, a disposizione della Direzione generale, delle direzioni locali e dei servizi operativi.

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Servizio giuridico e legale*Marco Aschwanden

Qualità e sicurezza pazienti*Adriana Degiorgi

Collaboratore/trice amministrativo/a

(vacante)

Collaboratrice scientifica Dr.ssa med.

Valentina Bianchi-Galdi

Area di supporto Adriana Degiorgi

Comunicazione* Mariano Masserini

Sicurezza - security Fabio Scardino

Sviluppo aziendaleMarzio Della Santa

Organizzazione processi e informazioni

Alan Valnegri

Sostegno al cambiamentoIva Bolgiani

EOQUALIl Servizio qualità e sicurezza dei pazienti promuove e sostiene la clinical governance. In altre parole, pone al centro della program-mazione e della gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini e valorizza il ruolo e la responsabilità dei medici e degli operatori sani-tari in un’ottica di miglioramento continuo della qualità. Si propone come supporto metodologico e facilitatore. Responsabile: Adriana Degiorgi.

EOSICIl Servizio sicurezza e security è il referente interno all’EOC e verso le autorità di vigilanza per la sicurezza sul lavoro, la salute sul posto di lavoro e la sicurezza ambientale. Le misure di security sono di sua competenza. Responsabile: Fabio Scardino.

Organizzazione processi e informazioniQuesto servizio si occupa di governance delle informazioni (raccolta di dati consistenti, affidabili, utili e necessari al governo dell’azienda), di attuare e gestire i registri clinici (data management) e di re-inge-gnerizzazione dei processi aziendali (standardizzazione e ottimizza-zione) per perseguire l’efficienza. Responsabile: Alan Valnegri.

Sostegno al cambiamentoFornisce gli strumenti per la gestione di progetti e supporta l’attua-zione del cambiamento. Coordina le attività attinenti alla gestione dei rischi e quelle di miglioramento individuate dalle revisioni interne. Responsabile: Iva Bolgiani.

EOLEGALIl Servizio giuridico funge da riferimento per tutti gli aspetti di rilevan-za giuridica all’interno dell’EOC. Il suo compito consiste nel valutare le conseguenze legali delle decisioni aziendali, nel seguire e dirimere

contenziosi, nel tradurre le esigenze giuridiche nella regolamenta-zione interna all’EOC e nel fornire assistenza e consulenza legale alle entità operative e gestionali interessate. Responsabile: Marco Aschwanden. EOCOMIl Servizio gestisce la comunicazione interna, con l’informazione ai collaboratori, e quella esterna (informazione ai cittadini). Tempestività, trasparenza e coerenza sono i suoi principi di base. Funge da consu-lente per Ospedali, Istituti e Cliniche, da punto di contatto con i me-dia ed è il custode dell’immagine aziendale. Responsabile: Mariano Masserini.

EOSVIIl Servizio sviluppo aziendale supporta la Direzione generale nello sviluppo e nella ridefinizione dell’offerta sanitaria e nell’accesso a nuovi mercati. Svolge ricerche e analisi di mercato per identificare e promuovere opportunità di sviluppo futuro coerenti con l’offerta e il contesto aziendale dell’EOC. Responsabile: Marzio Della Santa.

Il punto di vista clinicoL’Area di supporto si avvale inoltre della collaborazione scientifica di un medico, nella persona della Dr.ssa med. Valentina Bianchi-Galdi. «Il punto di vista clinico su progetti e attività non può e non deve mancare!», precisa Adriana Degiorgi. «È prezioso per l’analisi del-le conseguenze dal punto di vista clinico (mortalità, complicazioni, riammissioni, ecc.) e umano (soddisfazione dei pazienti). È utile per considerare l’impatto economico dei risultati in un’ottica di migliora-mento continuo e di governance.»

I servizi contrassegnati con * si occupano, attualmente, di attività correlate alla gestione della relazione con il paziente per migliorare:• il coordinamento e

l’integrazione della gestione dei reclami con possibile risvolto di responsabilità civile e/o penale;

• la relazione con i pazienti;• i contatti con le autorità

competenti.

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Essere medico significa dedicarsi al paziente, considerare lunghi percorsi formativi, accollarsi pesanti turni di lavoro, con urgenze all’ordine del giorno e un importante carico emotivo quotidiano. Quanto tempo resta a un medico per la sua vita privata, per i figli? La risposta di Jennifer Gächter (a sinistra della fotografia) e Michela Scarpaci, entrambe medici assistenti in ginecologia all’Ospedale di Locarno, è incoraggiante, perché hanno scelto di condividere il po-sto di lavoro.

Le due dottoresse hanno avuto un ruolo di pioniere all’EOC, perché sono state tra le prime ad avere adottato il modello lavorativo di job-sharing (JS). Si tratta di fatto della condivisione di un posto di lavoro a tempo pieno tra due o più persone con delle attività interdipendenti e una responsabilità comune.

«Dopo la nascita del mio quarto figlio non sarei potuta tornare a lavo-rare se non così», ci confessa la dottoressa Gächter. «Oltre a dedica-re tempo alla mia bimba riesco a ritagliarmi dei momenti anche per lo studio», continua dal canto suo la dottoressa Scarpaci. Alla base di questa scelta c’è quindi la necessità di meglio equilibrare la vita lavorativa con quella privata; un’impresa molto ardua quando l’organizzazione dell’azienda manca di flessibilità. «Ci sono ancora pregiudizi da parte dei superiori, soprattutto quelli di vecchia genera-zione», ci confessano le due dottoresse. «La nostra presenza limitata sul posto di lavoro non significa disinteresse per la professione, ma piuttosto il contrario; proprio perché vogliamo dare continuità ai no-stri studi e svolgere il lavoro che più ci piace, è importante per noi trovare una via che ci permetta di combinare al meglio i nostri ruoli di medico, studentessa, moglie e mamma.»

Oggi tu, domani ioAvere quattro figli ed esercitare la professione di medico? All’EOC è possibile, grazie al jobsharing.

di Anna Covino

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uomo / donna8%

Le coppie del jobsharing in Svizzera

uomo / uomo2%

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Verso un nuovo modo di lavorareL’EOC ha sostenuto uno studio sul tema condotto dalla Scuola universita-ria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).

Sebbene in aumento, il JS è ancora una forma di lavoro poco diffusa in Ticino così come in tutta la Svizzera. Recenti studi a livello nazionale mostrano che solo il 27% dei datori di lavoro attua il JS nella propria azienda. Secondo Da-nuscia Tschudi, co-autrice del rapporto della SUPSI, stiamo assistendo a im-portanti cambiamenti sociali. «È in cor-so un ricambio generazionale», precisa la ricercatrice, «che porta con sé una visione della vita sempre più incentrata sul tempo libero e la famiglia. Il lavoro e la carriera restano importanti, non solo per gli uomini, ma devono trovare un giusto equilibrio con la vita privata.» Le richieste di riduzione del tempo di lavoro aumentano e le imprese devono potere offrire modelli lavorativi più flessibili per i propri collaboratori. Un adeguamento tra nuova cultura del lavoro e struttura organizzativa che richiederà sicuramente del tempo.

In questa prospettiva l’EOC si prepara per inizio 2018 ad introdurre modelli lavorativi alternativi soprattutto per le funzioni mediche. La crescente femminilizzazione della professione e il ricambio genera-zionale saranno le sfide cui anche l’EOC sarà confrontato nei pros-simi anni.

Vantaggi non solo per i collaboratoriLe maggiori reticenze verso modelli lavorativi come il jobsharing ri-guardano il possibile sovraccarico di lavoro in termini di coordina-mento e la qualità delle cure; preoccupazioni smentite però dallo studio e dalle dottoresse stesse. «In realtà, non abbiamo notato un

aumento della mole di lavoro dovuto al passaggio di consegne», precisano entrambe «Il lavoro è invece diventato ancora più accurato e puntuale.» Del-lo stesso parere la ricercatrice della SUPSI: «L’autonomia lavorativa acqui-sita con il JS sembra essere l’elemento essenziale per evitare rischi psicosociali del lavoro, come lo stress.» Studi di-mostrano inoltre che il JS aumenta la produttività e favorisce l’efficacia della presa di decisione.

Solo un’esigenza femminile?Secondo Danuscia Tschudi, il bisogno di conciliare lavoro e famiglia è ritenuto ancora una faccenda principalmente femminile, anche se gli uomini iniziano sempre più a far sentire la loro voce. Chiediamo alle nostre dottoresse come

hanno regolato la questione con i loro mariti, anch’essi medici: «Se per una donna che fa questa professione è difficile ottenere un tem-po di lavoro ridotto, per un uomo è quasi impossibile. I nostri mariti lo vorrebbero e in passato hanno provato a farne richiesta, ma questa non è mai stata accettata.»

Jobsharing e lavoro di teamFiducia, dialogo e stessa filosofia di cura sono gli elementi fonda-mentali sui quali si basa il rapporto tra chi lavora in JS. «È tutta una questione di coordinamento tra noi e i nostri colleghi», ci dice la dot-toressa Scarpaci confidandoci che tra lei e la dottoressa Gächter è nata nel tempo una bella amicizia.

Dalla ricerca svolta dalla SUPSI emerge infatti che il JS si inserisce più facilmente nei reparti organizzati in un’ottica di team. Per meglio implementare questo modello di lavoro, oltre alle abilità personali è quindi fondamentale anche il sostegno dei medici quadri.

Jobsharing: un’opportunità organizzativa per la gestione del tempo di lavoro in ospedaleDanuscia Tschudi, Angelica Lepori, Roberto Raveglia e Emiliano Soldini. SUPSI. 2017.

Teilzeitarbeit und Jobsharing in der Schweiz ErgebnisberichtNathalie Amstutz e Annette Jochem. Fachhochschule Nordwestschweiz, Hochschule für Wirtschaft. 2014.

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L’Unità di Medicina intensiva dell’ORL registra cinque-sei donatori di organi all’anno. Il Prof. Dr. med. Paolo Merlani, responsabile me-dico, e Andreina Bocchi, referente infermieristica, puntualizzano: ogni persona può donare post mortem diversi organi e tessuti - fra cui cuore, polmoni, fegato, reni, intestino tenue, pancreas, cornee - e salvare la vita o migliorare la qualità di vita a molti pazienti in attesa di trapianto.

Nel 2016, a livello nazionale, a fronte di 111 donatori in stato di mor-te cerebrale o deceduti a seguito di arresto cardiaco, più di 1’500 persone erano in lista d’attesa per un trapianto. Con un tasso di 13,3 donatori ogni milione di abitanti, la popolazione svizzera dona meno di altri paesi come la Spagna (35.9), la Francia (25,3), l’Italia (23,1) e riceve più attribuzioni estere di quante ne dia in assenza di destinatari compatibili indigeni.

La legislazione svizzera permette il prelievo di organi solo su consen-so esplicito. Secondo un sondaggio di Swisstransplant, l’85% degli Svizzeri è favorevole al dono di organi ma non mette nero su bianco la sua volontà che, senza consenso documentato, è più difficile da attuare. Nell’ambito del Piano d’azione del Consiglio federale “Più organi per i trapianti”, l’Ufficio federale della sanità pubblica e i par-tner attivi nella donazione di organi hanno promosso la campagna nazionale “La donazione di organi: parliamone!” per motivare la po-polazione a parlare e discutere della questione con le persone care. Esplicitare chiaramente la propria scelta - consenso o rifiuto - con un gesto di autodeterminazione come la tessera di donatore solleverà i famigliari dal dover prendere una decisione in un momento emotiva-mente gravato dalla morte.

«Io ho fatto la mia scelta… e tu?» L’Ospedale Civico è centro di riferimento in Ticino per il dono di organi e gli espianti post mortem. L’équipe medico-infermieristica dedicata è partner della Rete nazionale di donazione e di Swisstransplant, la Fondazione nazionale svizzera per il dono e il trapianto di organi.

Comunicare la propria volontà• Tessera cartacea di donatore• Documento “Direttive anticipate” • App Medical ID con tessera di donatore digitale

e funzione bluetooth per l’attivazione nel raggio d’azione di un Pronto Soccorso ospedaliero provvisto della tecnologia Emergency ID

La collaborazione fra Swisstransplant, le Reti regionali di donazione (ospedali universitari, cantonali e regionali) e le équipe degli ospedali locali consente di definire standard comuni, di ottimizzare l’identifi-cazione, la segnalazione e la presa in carico dei donatori e dei loro famigliari, di trovare il paziente ricevente, predisporre il trasporto de-gli organi e il trapianto. È un coordinamento indispensabile per non compromettere l’organo: per il cuore sono a disposizione quattro ore, per il fegato e i polmoni tra le sei e le otto ore, per il rene al massimo 24 ore.

L’Ospedale Civico fa parte del Programma latino del dono di organi (PLDO), una delle sei Reti regionali, comprendente un territorio di 2.5 milioni di abitanti nei Cantoni di Friburgo, Ginevra, Vaud, Neu-châtel, Giura, Ticino e Vallese. L’Unità di Medicina intensiva prepo-

Obiettivo nazionale: 20 donatori per milione d’abitanti

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Non c’è dono senza consenso Il dono di organi è regolato dalla Legge federale sul trapianto di organi, tessuti e cellule e dalle relative ordinanze. • È consentito effettuare prelievi di organi, tessuti o

cellule da persona deceduta che ha documentato il suo consenso e dopo accertamento della morte cerebrale.

• In mancanza del consenso o in assenza del rifiuto espliciti della persona deceduta, sono interpellati gli stretti congiunti per appurare l’esistenza di una dichiarazione di volontà relativa alla donazione.

• In assenza di tale dichiarazione, il prelievo di organi è subordinato al consenso dei famigliari.• La volontà della persona deceduta prevale sulla

volontà dei congiunti.• Se la persona deceduta ha delegato la decisione

a una sua persona di fiducia, questa subentra agli stretti famigliari.

• Il prelievo non è consentito se non vi sono famigliari o non sono raggiungibili.

Chi può donare• Non vi è alcun limite massimo di età. Contano lo

stato di salute, la funzionalità dei singoli organi e la qualità della catena di salvataggio.

• Sono esclusi coloro che sono affetti da una patologia tumorale attiva, da una malattia da prioni (es. morbo di Creutzfeldt-Jakob) o da un avvelenamento del sangue non curabile e le persone decedute in casa.

www.swisstransplant.org/it

www.vivere-condividere.ch

sta al dono d’organi è il punto di riferimento, 24 ore su 24, per tutto il Cantone.

L’infermiera Andreina Bocchi e i suoi colleghi sono formati per seguire la famiglia prima, durante e dopo la decisione di donazione, nel rispet-to della legge e delle norme deontologiche. Nessuna situazione è da manuale. Le implicazioni etiche sono onnipresenti, in una tensione fra la morte di una persona-paziente e il dono che può dare speranza e qualità di vita a un’altra persona. «Come medico lotti per salvare la vita al paziente e quando ti rendi conto che non è più possibile devi pensare se è possibile aiutare un’altra persona. Il dono d’organi può salvare un’altra vita!», conclude il professor Merlani, membro di direzione del PLDO, della Commissione nazionale di etica e di COMEC, la Commis-sione di etica clinica dell’EOC.

Una quarantina di persone ha corso a favore del dono d’organi alla StraLugano 2017, indossando la maglietta «Io ho fatto la mia scelta… e tu?». L’iniziativa dell’équipe medico-infermieristica del Civico contribuisce a diffondere la cultura del dono di organi, in sintonia con la campagna nazionale “La donazione di organi: parliamone!”.

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Cecilia, degente all’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI), provata dalle tera-pie, è angustiata dalle conseguenze della malattia su altri aspetti della sua vita. Teme di perdere il lavoro, sua unica fonte di reddito. Un colloquio con l’assistente sociale dell’ospedale le permette di attenuare l’inquietudine: ora sa che può e potrà contare su consulenze d’accompagnamento e su prestazioni assicurative e sociali. Alberto, invece, non ha sconfitto il tumore e torna allo IOSI per terapie finalizzate a ritardare la ricaduta. Beneficia di buone coperture assicurative e ha un datore di lavoro molto comprensivo. Però, la sua qualità di vita è minata da una persistente spossatezza, un fattore “non misurabile” che limita la sua capacità lavorativa. E questo lo disturba - non vuole essere considerato “un simulante” - e lo intristisce, perché vorrebbe essere progettuale come lo è sempre stato.

Diagnosi precoci e trattamenti personalizzati, mirati al tipo di tumore e allo stadio della malattia e meno debilitanti consentono di curare o controllare il tumore e di non esclu-dere il malato dal mondo del lavoro. Come Cecilia e Alberto, il 70% dei malati di cancro in Svizzera appartiene alla fascia d’età fra i 20 e i 69 anni: 64 mila persone attive profes-sionalmente confrontate con l’assenza parziale o completa dal posto di lavoro e con il reinserimento dopo le terapie. Il 62% dei pazienti oncologici riprende a lavorare ma quasi la metà con una capacità lavorativa ridotta.

Stress psicologicoGli effetti secondari e prolungati delle terapie condizionano i tempi del ritorno alla vita attiva. L’aspetto fisico ne risente. Lo stress psicologico della malattia non si cancella con un colpo di spugna. La fragilità del sistema immunitario richiede prudenza. L’insorgere di neuropatie periferiche (formicolii) incide sulla qualità di vita. E la spossatezza accom-pagna le giornate. Inoltre, le reali possibilità di tornare a lavorare dipendono dall’età, dal profilo e dallo specifico contesto professionale. Il lavoro richiede forza fisica? Si svolge in situazioni ambientali particolari? Implica il contatto con clienti, utenti o persone vulne-rabili? Tutti questi elementi sono valutati prima di sciogliere l’inabilità al lavoro e durante l’accompagnamento individuale, riabilitativo e sociale post-degenza.

Un approccio di reteL’inclusione nel mondo del lavoro - caposaldo dell’Assicurazione Invalidità (AI) - è per-seguita attraverso una rete di servizi. L’approccio di rete poggia su due premesse: il consenso della persona a comunicare informazioni sul suo stato di salute a terzi (in particolare al datore di lavoro); la valutazione della situazione soggettiva rispetto alla ma-lattia, alle risorse personali e all’ambito professionale. Il percorso prende avvio in ospe-dale, con l’équipe curante e il supporto del Servizio sociale interno. Essi attivano la rete sociale esterna, pubblica e privata, che prende in carico il paziente dopo la degenza, lo accompagna nella definizione di un percorso di reinserimento lavorativo concordato con il datore di lavoro e/o di prestazioni AI (provvedimenti riabilitativi e d’integrazione) volti a scongiurare l’insorgere di un’invalidità.

Tornare al lavoro dopo le terapie oncologicheServizi di consulenza e prestazioni assicurative e sociali accompagnano il paziente nel percorso di progressivo reinserimento lavorativo.

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Se il malato è collaboratore dell’EOC Il cancro è la terza causa di lunghe assenze dal lavoro. Una realtà che conosce anche l’EOC con i suoi oltre 5 mila collaboratori e che affronta con responsabilità sociale. Il Servizio risorse umane valuta la situazione personale del collaboratore, coinvolgendo la medicina del personale e il superiore diretto, alfine di ricercare la miglior soluzione in considerazione del ruolo e della sua collocazione nel team. Dovendo garantire in modo imprescindibile l’erogazione di cure sicure e di qualità al paziente, la valutazione considera le risorse fisiche ed emotive che il collaboratore può effettivamente mettere in campo, tenendo conto degli sforzi altrettanto importanti richiesti dalle cure. In determinate situazioni, si opta per l’assegnazione temporanea del dipendente a compiti che non richiedono prestazioni al letto del paziente o meno impegnative dal punto di vista fisico o di concentrazione. Questa opzione va a vantaggio anche del dipendente convalescente che può godere di condizioni di lavoro più flessibili e favorevoli al suo recupero psico-fisico, senza doversi confrontare con la relazione di cura di altri malati.

Una rete per il reinserimentolavorativo• Equipe curante IOSI • Servizio sociale ORBV-IOSI• Equipe curante della Clinica di Riabilitazione EOC• Medico curante o di famiglia• Lega ticinese contro il cancro: infermiera della

riabilitazione e assistente sociale• Assicuratore indennità giornaliera in caso di

malattia: case manager• Ufficio dell’Assicurazione Invalidità: medico

dell’AI, consulente del servizio integrazione AI• Datore di lavoro• Ufficio regionale di collocamento (se il paziente è

senza lavoro)

Contatti utili Per i pazienti Servizio sociale ORBV-IOSITel. +41 (0)91 811 91 97

Lega ticinese contro il cancro Tel. 0800 11 88 11

Per i datori di lavoroCoaching telefonico della Lega svizzera contro il cancro Tel. 0848 114 118

Professionisti della riabilitazione oncologica della Clinica di Novaggio, in collaborazione con gli specialisti dello IOSI, assicurano al paziente un percorso personalizzato di recupero del benessere fisico, psicologico e sociale. Anche in questa fase - a livello ambulatoriale, day hospital o stazionario - l’assistente sociale interviene per accompagnare la persona verso un reinserimento professionale.

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«Stiamo cercando di capire, in particolare - spiega il professor Alain Kaelin, direttore del Neurocentro della Svizzera Italiana - quali siano i “percorsi” di alcuni tipi di proteine alterate che, in persone predisposte, quando si accumulano nel cervello provocano, dopo anche 20 o 30 anni, la distruzione delle cellule nervose, e malattie, appunto, come il Parkinson o l’Alzheimer. Vogliamo anche capire se è possibile trovare le tracce di questi “grumi” di proteine, prima che arrivino a danneggiare i neuroni. Uno dei progetti in corso all’LBN è “mirato” sulla presenza, nella pelle, dell’alfa-sinucleina, la proteina fondamentale del Parkinson. Riuscire a identificarla con semplici prelievi di frammenti della cute, e capire in quali casi potrà dare il via davvero al Parkinson, è il nostro obiettivo.» L’LBN ha sede a Torricella-Taverne, all’interno dell’Istituto Svizzero di Medicina Rigenerativa, creato dal Cardiocentro Ticino, e condivide gli spazi con i ricercatori di questa struttura. «Quello degli spazi è sempre stato un nostro problema», sottolinea il professor Kaelin.

L’LBN, che sta lavorando per ottenere l’affiliazione all’Università della Svizzera italiana, nell’ambito della nuova Facoltà di biomedicina, è nato come sviluppo di un primo, piccolo laboratorio creato all’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona.

Una ventina di ricercatoriLo staff dell’LBN è composto di una ventina di ricercatori, medici e biologi coordinati dal dottor Paolo Paganetti, studioso locarnese di grande esperienza, che ha lavorato a lungo al di fuori del Ticino e in particolare negli Stati Uniti. Il Laboratorio ospita anche alcuni dottorandi in scienze naturali, iscritti alle Università di Zurigo, Berna e Basilea.

L’EOC ha finanziato i primi quattro anni di attività (2014-2017) con 2.9 milioni di franchi. Grazie al valore degli studi condotti, i ricercatori dell’LBN sono riusciti a ottenere altri 3 milioni da donatori e finanziatori

La battaglia contro Parkinson e Alzheimer Scoprire i meccanismi più nascosti all’origine delle malattie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer) e trovare un modo per riconoscerli presto, prestissimo, in modo da poter intervenire efficacemente e frenare i processi patologici: su questi temi importanti lavorano i gruppi di ricerca del Laboratorio di Neuroscienze Biomediche (LBN) creato dall’EOC nel 2014. Il fronte della guerra contro queste due malattie che imperversano nella società moderna passa anche dal Ticino.

di Paolo Rossi Castelli

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esterni, tra cui il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica.

«Abbiamo anche un rapporto di collaborazione con un’importante fondazione americana per la ricerca sul Parkinson - dice il dottor Paganetti - che ci ha affidato il compito di verificare l’accuratezza di un test molto avanzato per diagnosticare in forma precoce la presenza di alfa-sinucleina alterata, attraverso l’uso di anticorpi monoclonali.» Come funziona questo test? Gli anticorpi monoclonali, che non sono prodotti naturalmente dall’organismo e vengono ottenuti in laboratorio grazie a tecniche di ingegneria genetica, sono in grado di individuare l’alfa-sinucleina e di “agganciarsi”, rendendola visibile. «Per misurare anche piccolissime quantità di questa molecola - spiega Paganetti - dobbiamo poi utilizzare ulteriori sistemi molto sofisticati: per esempio, particolari laser, che permettono di misurare le singole molecole, migliorando enormemente la sensibilità.»

Questi anticorpi monoclonali hanno soltanto uno scopo diagnostico, ma ne sono in sperimentazione anche altri che sembrano invece in grado di curare le malattie neurodegenerative. «Al Neurocentro siamo coinvolti - conferma il dottore - in uno studio internazionale che prevede l’uso di anticorpi monoclonali capaci di distruggere la proteina beta-amiloide alterata (la molecola, cioè, che forma le placche dell’Alzheimer). Verranno “arruolate” migliaia di persone, ma i primi risultati sui pazienti con una forma precoce della malattia appaiono già molto positivi. Spero che vengano confermati. Lavoro da trent’anni a questi studi!»Nel Laboratorio di Neuroscienze Biomediche ci si occupa anche di tumori cerebrali. Più precisamente, il gruppo del professor Michael Reinert, primario di neurochirurgia, è impegnato nella

difficile ricerca di nuovi marcatori per identificare al meglio le cellule cancerose all’interno del cervello, in modo da poter poi asportare chirurgicamente, nel modo più completo ed efficace possibile, la neoplasia.

Infine, un quarto gruppo di ricerca, diretto da Salvatore Galati, medico capoclinica specialista nei disturbi del movimento, studia le funzioni neuronali che regolano i movimenti involontari e scoordinati (le discinesie) indotte dal Levodopa, un farmaco molto usato contro la malattia di Parkinson.

Questo gruppo di ricercatori dell’LBN ha contribuito a un’impor-tante scoperta scientifica che permette di spiegare il ruolo cru-ciale di una proteina nel decorso della Sclerosi laterale amiotro-fica (SLA, una malattia neurodegenerativa). L’importanza della scoperta è confermata dalla pubblicazione di un articolo in “Natu-re Communications”, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo. Da sinistra: Nicolò Pernigoni, stagista; Giona Pedrioli, dottorando Uni Basilea; Sandra Pinton, tecnica di laboratorio; Giorgio Ulrich, dottorando Uni Zurigo; Stéphanie Papin, collaboratrice scientifica; Paolo Paganetti, responsabile LBN; Agnese Salvadè, collaboratrice scientifica; Chiara Foglieni, dottoranda Uni Zurigo; Martina Sola, studentessa di Master Uni Insubria.

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L’Istituto di Scienze Farmacologiche dell’EOC decolla

Il traguardo del certificato

I membri del nuovo Istituto di Scienze Farmacologiche della Svizzera Italiana, diretto dal dottor Alessandro Ceschi, in occasione del primo incontro ufficiale lo scorso maggio all’Ospedale Regionale di Lugano. Intanto, il dottor Ceschi è stato nominato esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità per il programma che mira a ridurre del 50% entro i prossimi 5 anni a livello mondiale i danni severi prevenibili connessi con i medicamenti.

Alcuni dei 28 apprendisti che quest’anno hanno portato a termine con successo all’EOC la loro prima formazione professionale.

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I film di maggior successo mostrano sempre più scene in cui i protagonisti fumano. Lo dice l’ul-timo rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention americani. Rispetto al 2010, il numero di scene in cui si fuma è aumentato del 72%. Ciò lascia supporre che la tendenza regi-strata negli anni alla scomparsa di scene con sigarette, sigari, pipe, tabacco da tiro e sigaret-te elettroniche si sia interrotta. Tra il 2005 e il 2010, l’industria cinematografica aveva ridotto costantemente il numero di scene con attori fumatori, ma negli anni seguenti la tendenza si è attenuata. Si ritiene che i giovani più spesso confrontati con scene di film in cui i protagonisti fumano corrano un rischio tre volte più elevato di cominciare a fumare. Da notare che di im-magini di alcool e tabacco sono pieni anche la maggior parte dei clip musicali proposti oggi da youtube ai giovani.

Un lungo viaggio per dare una mano

Ciac, si fuma!

Calorie per tuttiDal Sondaggio nazionale sull’a-limentazione menuCH è emer-so che in Svizzera la popolazio-ne di età compresa tra 18 e 75 anni assume in media pro ca-pite giornalmente 2’232 kcal di energia. I giovani consumano in percentuale un po’ più carboi-drati e proteine, nonché un po’ meno lipidi e alcool rispetto alla popolazione più in là negli anni. Nella Svizzera tedesca l’appor-to energetico giornaliero risulta del 12% più elevato che nella Svizzera italiana.

La contraccezione in SvizzeraL’80% delle persone sessual-mente attive, dai 15 ai 49 anni, utilizza dei metodi contraccet-tivi. I più utilizzati sono il pre-servativo e la contraccezione ormonale, mentre è raro l’uso della pillola del giorno dopo. In Svizzera si ricorre alla contrac-cezione più frequentemente ri-spetto ad altri paesi.

L’alimentazione in tenera etàUna corretta alimentazione è importante per un sano svilup-po del bambino, soprattutto nei primi anni di vita. I genitori e le persone di riferimento hanno un ruolo di guida, devono dunque essere ben informati. Come iniziare lo svezzamento? Quali cibi possono essere introdotti e quali evitati? Meglio cibi fat-ti in casa o acquistati? Queste e altre risposte nell’opuscolo “Alimentazione dei lattanti e dei bambini in tenera età” pubbli-cato dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare.

FLASH

www.blv.admin.ch

Una nuova piattaforma sulle mutilazioni genitali femminili è disponibile su Internet. Famiglie, donne e ragazze minacciate o già colpite da questa barbara pratica hanno a disposizione infor-mazioni e contatti. La piattaforma è accessibile anche in italiano, somalo e tigrino. In Svizzera, chi pratica le mutilazioni genitali femminili viola i diritti umani ed è punibile tramite l’Articolo 124 del Codice penale.

Mutilazioni

www.mutilazioni-genitali-femminili.ch

È partito il 10 maggio dall’Ospedale San Giovanni di Bellinzona un container carico di materiale sa-nitario diretto in India. Un viaggio lungo 24 giorni attraverso terra e mare per portare all’ospedale rurale di Jamkhed tutto l’occorrente per operare le mani di decine di pazienti, in particolare bambini. Una donazione da parte degli Ospedali Regionali di Bellinzona e Lugano che comprende materia-le non più usato o donato da ditte fornitrici, come letti operatori, ventilatori, garze, tubi endotracheali, maschere e altro ancora. A organizzare il trasporto è il Gruppo internazionale di chirurghi amici della mano (GICAM). Sotto la sua egida partiranno a ot-tobre, per la stessa destinazione e per operare i pazienti, i chirurghi dell’EOC Cesare Fusetti, Ste-fano Lucchina e Marco Guidi. Alla volta dell’In-dia andranno anche diversi medici, infermieri spe-cialisti e due ergoterapisti sia dell’Ente che di altri istituti ticinesi. Nella foto Dr. med. Gianmarco Lepri, direttore generale di GICAM (a sinistra) e Antonio Lo Piccolo, infermiere specializzato in anestesio-logia, ORBV.

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Un torneo che unisceDa Faido a Mendrisio, i collaboratori dell’EOC insieme alla Giornata sportiva e ricreativa. Un evento dove lo spirito è decisamente quello dell’Ospedale cantonale multisito.

In giugno si è svolta al Centro sportivo all’Isola di Sementina la tredi-cesima Giornata sportiva e ricreativa dell’EOC. Baldi giocatori, tifosi e curiosi visitatori, di tutte le età, funzioni e sedi dell’Ente, con qual-che ospite esterno, si sono incontrati come ogni anno sul campo di gioco e attorno ai tavoli allestiti per l’occasione. Una gara all’ultima pallonata che ha visto vincitori nel calcio gli sportivi dell’Ospedale Regionale di Locarno, per 3 a 2 contro quelli del Cardiocentro Ticino. Nella pallavolo, la squadra del San Giovanni si è imposta per 25 a 20 su quella del Dipartimento di Medicina di Laboratorio. Il tutto in un clima allegro pur con una giusta dose di sano agonismo.

“La Giornata si apre di solito nel primo pomeriggio con l’inizio dei tornei per poi concludersi in tarda serata dopo una buona grigliata accompagnata da musica dal vivo”, spiega Franco De Gottardi co-organizzatore insieme a Sacha Robyr e a Luigi Vignola. “Il pri-mo torneo si svolse nel 2003 al Centro Gioventù e Sport di Bellinzo-na, da allora è diventata una tradizione per l’EOC”, continua De Got-tardi. Dalla prima edizione infatti ne sono seguite altre 13, passando dai circa 150 partecipanti iniziali agli oltre 900 di quest’anno.

“L’evento è nato per volontà dell’allora direttore Carlo Maggini, come un momento di convivialità e soprattutto di unità” ricorda De Got-tardi. “Maggini si ispirò al piccolo torneo di calcio che l’Ospedale di Mendrisio organizzava ogni anno.” Un’ottima occasione insomma per incontrarsi fuori dall’orario di lavoro e conoscere colleghi sen-titi solo per telefono o via email. Anche i famigliari sono coinvolti; a fianco delle attività sportive infatti non mancano mai gonfiabili, tram-polini elastici, spettacoli di intrattenimento e zucchero filato per i più piccoli.

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Qualche cifra del torneo 2017• Partecipanti all’evento: ca. 1’000• Squadre iscritte: 15 calcio, 15 pallavolo

• Pasti distribuiti: 637

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Capo Area

45 Anni•Bedulli Daniela, OBV

35 Anni•Alijevic-Marsetti Paola, ORBV•Napoli Eliana, ODL•Jukic-Beljan Vera, ORBV•Natale Cavalera Beatrice, ORL

30 Anni•Beltraminelli Daniele, EOC•Charles-Berchier Hélène, ORL•Ferreira Maria Fatima, ORL•Franchi-Ferrari Manuela, OBV•Manzi Giuseppe, OBV•Massaro Guido, ODL•Pedruzzi Graziella, ORL•Trbovic Ana, ORBV

25 Anni•Adamo-Testa Lodovica, ORL•Alvites-Da Costa Maria Antonia, OBV•Bernardoni Flavia, ORL•Brentini Manuela, CREOC

•Curkovic Robert, ORBV•Egloff Monika, ORBV•Gil Barbara, ODL•Giovanettina Eugenio, EOC•Limonta Adriana, ORL•Lurà Elena, OBV•Manamel Kochurani, ODL•Manzocchi Lorenza, CREOC•Meiza Milena, ORBV•Schmocker Sonia, ORBV

20 Anni•Altin Edip, ORL•Boschetti Francesca, CREOC•Gallo Katia, EOC•Grignola Dorothea, ORL•Matteazzi Spaeni Rosalia, CREOC•Morawietz Mechthild, ORBV•Speziali Annalisa, EOC•Valsangiacomo Alberti Michela, ORL

Anzianità considerate fino ad agosto 2017

Speak up - Quando tacere è pericolosoSerata pubblica In collaborazione con la Fondazione sicurezzadei pazienti svizzera 21 settembre 2017, ore 18h00Ospedale Regionale di Lugano,Civico - Aula magna

Screening del tumore colorettaleInformarsi per capirne l’importanzaSerata pubblica26 settembre 2017, ore 19h00Ospedale Regionale di Mendrisio, Auditorio

Simposio REHA TICINOIl ruolo della riabilitazione in Europa: quali prospettive per la Svizzera?10 anni REHA TICINO5 e 6 ottobre 2017Palazzo Sopracenerina, Locarno

La multi-professionalità e il “buon uso del sangue”Una giornata di riflessione sul mondo della trasfusione, rivolta in particolare agli infermieri, ai medici e al personale di laboratorio.27 ottobre 2017, ore 9h00Ospedale Regionale di Lugano, Civico - Aula magna

Congresso di H+Mensch und Technologie: Digitale Dynamik ohne Grenzen?Homme et technologie: la marche irrésistible du numérique?8 novembre 2017, ore 09h00Kursaal Bern, Kornhausstrasse 3, Berna

Forum prostata - Meeting annuale30 novembre 2017Sessione aperta al pubblico dalle 10h00 alle 12h30Sessione per gli specialisti dalle 13h30 alle 18h45Hotel Coronado, Mendrisio

Il tempo che vola...

Per tutte le vostre osservazioni: [email protected]

Save the date

Prof. Dr. med. Pietro Majno-HurstServizio di chirurgiaORL

Capo Dipartimento e primario

Nomine del Consiglio di amministrazione (maggio-agosto 2017)

www.eoc.ch

www.eoc.ch

www.eoc.ch

www.eoc.ch

www.hplus-kongress.ch

www.rehaticino.ch

Prof. Dr. med. Paolo FerrariArea medicaEOC

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31esser presente & eventi al presente

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Colpo d’occhio sull’evoluzione delle apparecchiature informatiche. Dagli anni Novanta ad oggi: meno ingombro, più mobilità e operatività in rete, implementazione capillare dell’informatica e utenti più formati e ben supportati da specialisti ICT.

1990

2017

passato - presente