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S tupisce un po' osservare og- gi, nel campo della sinistra, la tiepidezza politica e so- prattutto la flebile mobilitazione organizzativa che accompagna una rilevante iniziativa politica. Mi riferisco alla raccolta di firme per una proposta di iniziativa po- polare di revisione costituzionale, al fine di cancellare l'introduzio- ne del principio di pareggio di bi- lancio nella nostra Costituzione. Si ricorderà che il 22 settembre 2014 un comitato promotore, composto da giuristi come Stefa- no Rodotà e Gaetano Azzariti, da Maurizio Landini, da parlamenta- ri di Sel, Giulio Marcon e Giorgio Airaudo, e del Pd, Pippo Civati e Stefano Fassina, ha depositato la proposta di legge in Cassazione. Da allora, il dibattito su quel te- ma è stato languente e soprattut- to non si è vista l'attivazione dei comitati per un ampio coinvolgi- mento dei cittadini. A fine genna- io Sel l'ha rilanciato a Milano, con il convegno Human Factor ( per- ché in inglese, francamente, non si capisce), ma il fuoco della mobi- litazione stenta ancora ad accen- dersi. Eppure si tratta di una ini- ziativa politica di prima grandez- za, non dissimile per molti aspet- ti, dalla battaglia per l'acqua bene comune. Intanto per la potenzia- le ampiezza del consenso che es- sa può raccogliere. Il fallimento delle politiche di austerità, la devastazione sociale e l'arretramento sul piano dei di- ritti che esse stanno generando in Europa appare sempre più evi- dente alla maggioranza dei cittadi- ni. E le forze che sanno opporsi in maniera credibile alla stupida fe- rocia di questa politica, alla cultu- ra che la sorregge, raccolgono consensi da ogni parte. Dicono qualcosa a tutti noi il successo di Syriza in Grecia e di Podemos in Spagna. Ma dovrebbe dirci qual- cosa anche l'avanzata e la prolife- razione delle formazioni di de- stra, che si alimentano di una poli- tica antiausterità, anche se antieu- ropea. E' evidente ormai che i go- verni in carica non rappresenta- no l'opinione pubblica dei paesi dell'Unione, si reggono sull'asten- sionismo di massa e sulla disper- sione delle opposizioni.Ma toglie- re dalla Costituzione lo stupido sfregio del principio del pareggio di bilancio ha per noi un significa- to che va al di là del piano costitu- zionale e dei diritti. Quella nor- ma, inserita il 20 aprile del 2012, rappresenta una scelta pianificata del declino italiano. CONTINUA |PAGINA 11 SINISTRA/2 L’alternativa alla prova della sfida regionale Tommaso Nencioni RAI Renzi apre il mercato, Mediaset resta in campo È il mercato, bellezza, e bisognerà «abituar- si a prendere le operazioni di mercato per quello che sono». Il messaggio che Matteo Renzi invia a Silvio Berlusconi da palazzo Chigi, durante la conferenza stampa con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, non somi- glia affatto a una controffensiva dopo una di- chiarazione di guerra. L’Opas lanciata da Ei Towers, la società delle torri di trasmissione del segnale tv controllata da Mediaset, su Raiway, l’omologa società controllata dall’azienda di ser- vizio pubblico, va presa per quello che è, un’ope- razione di mercato, appunto, e «le regole del mercato vanno rispettate». BONGI |PAGINA 4 5 STELLE |PAGINA 4 «Grazie presidente». Il nuovo corso di Grillo e Casaleggio con il Quirinale C. L. L a sfida portata dal renzismo è a tutto campo, e a poco serve la denuncia, è più che mai urgente la ridefinizione del campo dell’alternativa. Magari comin- ciando, in prossimità di un’importante tor- nata di elezioni amministrative, proprio dal livello locale. Il potere esercitato dal par- tito unico delle classi dirigenti, e dai suoi ca- cicchi, sugli enti locali è infatti uno dei pun- telli principali del nuovo assetto del potere centrale. Da lì si esercita l’arte del bastone e della carota. Il potere esercitato dal parti- to unico delle classi dirigenti, e dai suoi ca- cicchi è uno dei puntelli del nuovo assetto del potere centrale. CONTINUA |PAGINA 2 TELEVISIONE La sfida vincente è afroamerican GIULIA D’AGNOLO VALLAN l PAGINA 8 L’uso La tarantella regionale in Campania fa ballare i candidati del Pd e butta fuori pista l’ex Sel, Gennaro Migliore. Rissa continua anche in Veneto tra il governatore Zaia e il sindaco Tosi mentre Salvini si prepara alla sua marcia su Roma PAGINE 2, 3 CINA, PARTITO COMUNISTA I «4 complessivi» del presidente Xi SIMONE PIERANNI l PAGINA 16 BIANI regione In Spagna il 22 marzo prima prova elettorale di popolari e socialisti, con la novità dell’an- no, rappresentata da Podemos. Ma nel discorso in parlamento, sullo stato della nazione, il pre- mier Rajoy fa, di fatto, partire la campagna elettorale. Tutti guar- dano alla Grecia. Portogallo compreso, all’Eurogruppo allea- to di Berlino ADINOLFI, GROSSO |PAG. 8 SI AGGIRA PER L’UE L’«incubo» di Syriza su Madrid e Lisbona SINISTRA/1 Il "Fronte pop" è una buona idea Gallegati, Pianta, Notarianni, Stramaccioni L’ articolo di Giorgio Airaudo e Giulio Marcon "Un Fronte Pop" (martedì su manifesto e sbilanciamoci.info) si pone le domande giuste: come possiamo costruire in Italia una forza politica analo- ga a Syriza e Podemos? Come può nascere una forza che riunifichi protesta sociale e azione politica con un’agenda di cambia- mento? Sono domande non nuove, i tenta- tivi di risposta in questi anni sono stati di- versi e mai risolutivi – l’ultimo è stata la Li- sta "Un’altra Europa con Tsipras" alle ele- zioni europee, che ha avuto il merito di al- largare l’orizzonte all’alternativa rappresen- tata da Syriza. CONTINUA |PAGINA 11 PAREGGIO DI BILANCIO Una battaglia dimenticata Piero Bevilacqua Israele conta di costruire miglia- ia di case per coloni in Cisgior- dania e a Gerusalemme Est. Netanyahu si prepara a partire per Washington dove il 3 mar- zo, davanti al Congresso, pro- nuncerà un controverso discor- so contro l'accordo sul program- ma nucleare iraniano al quale sta lavorando l'Amministrazione Obama GIORGIO |PAGINA 7 ISRAELE/PALESTINA Netanyahu: nuove colonie e scontro con Obama «Fin qui Mediaset era un pachi- derma che pescava da cataloghi anni 80. Con Rai way guadagne- rà un sacco di soldi». Parla Carlo Freccero, esperto di tv e già diri- gente Rai e Fininvest. «Berlusconi torna protagonista della tv. Me- diaset guarda molto lontano. Tramite Telecom punta alle con- vergenze. E cerca soci per sfidare Sky» PREZIOSI |PAGINA 4 RAI WAY E ALTRI GUAI Freccero: «Rai sempre più piccola, Silvio sfiderà Sky» LUCIANO FABRO, ITALIA D’ORO 1971 della ALL’INTERNO “Sbilanciamo l’Europa” ANNO XLV . N. 50 . VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015 EURO 1,50 CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 2,00 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013

Il Manifesto Del 27 Febbraio 2015

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  • S tupisce un po' osservare og-gi, nel campo della sinistra,la tiepidezza politica e so-prattutto la flebile mobilitazioneorganizzativa che accompagnauna rilevante iniziativa politica.Mi riferisco alla raccolta di firmeper una proposta di iniziativa po-polare di revisione costituzionale,al fine di cancellare l'introduzio-ne del principio di pareggio di bi-lancio nella nostra Costituzione.Si ricorder che il 22 settembre2014 un comitato promotore,composto da giuristi come Stefa-no Rodot e Gaetano Azzariti, daMaurizio Landini, da parlamenta-ri di Sel, Giulio Marcon e GiorgioAiraudo, e del Pd, Pippo Civati eStefano Fassina, ha depositato laproposta di legge in Cassazione.Da allora, il dibattito su quel te-

    ma stato languente e soprattut-to non si vista l'attivazione deicomitati per un ampio coinvolgi-mento dei cittadini. A fine genna-io Sel l'ha rilanciato aMilano, conil convegno Human Factor ( per-ch in inglese, francamente, nonsi capisce),ma il fuocodellamobi-litazione stenta ancora ad accen-dersi. Eppure si tratta di una ini-ziativa politica di prima grandez-za, non dissimile per molti aspet-ti, dalla battaglia per l'acqua benecomune. Intanto per la potenzia-le ampiezza del consenso che es-sa pu raccogliere.Il fallimento delle politiche di

    austerit, la devastazione socialee l'arretramento sul piano dei di-ritti che esse stanno generando inEuropa appare sempre pi evi-dente allamaggioranza dei cittadi-ni. E le forze che sanno opporsi inmaniera credibile alla stupida fe-rocia di questa politica, alla cultu-ra che la sorregge, raccolgonoconsensi da ogni parte. Diconoqualcosa a tutti noi il successo diSyriza in Grecia e di Podemos inSpagna. Ma dovrebbe dirci qual-cosa anche l'avanzata e la prolife-razione delle formazioni di de-stra, che si alimentanodi una poli-tica antiausterit, anche se antieu-ropea. E' evidente ormai che i go-verni in carica non rappresenta-no l'opinione pubblica dei paesidell'Unione, si reggono sull'asten-sionismo di massa e sulla disper-sione delle opposizioni.Ma toglie-re dalla Costituzione lo stupidosfregio del principio del pareggiodi bilancio ha per noi un significa-to che va al di l del piano costitu-zionale e dei diritti. Quella nor-ma, inserita il 20 aprile del 2012,rappresenta una scelta pianificatadel declino italiano. CONTINUA |PAGINA 11

    SINISTRA/2

    Lalternativa alla provadella sfida regionale

    Tommaso Nencioni

    RAI

    Renzi apre il mercato,Mediaset resta in campo il mercato, bellezza, e bisogner abituar-si a prendere le operazioni di mercato perquello che sono. Ilmessaggio cheMatteoRenzi invia a Silvio Berlusconi da palazzo Chigi,durante la conferenza stampa con il segretariogenerale della Nato Jens Stoltenberg, non somi-glia affatto a una controffensiva dopo una di-chiarazione di guerra. LOpas lanciata da EiTowers, la societ delle torri di trasmissione delsegnale tv controllata da Mediaset, su Raiway,lomologa societ controllata dallazienda di ser-vizio pubblico, va presa per quello che , unope-razione di mercato, appunto, e le regole delmercato vanno rispettate. BONGI |PAGINA 4

    5 STELLE |PAGINA 4

    Grazie presidente.Il nuovo corsodi Grillo e Casaleggiocon il Quirinale

    C. L.

    L a sfida portata dal renzismo a tuttocampo, e a poco serve la denuncia, pi che mai urgente la ridefinizionedel campo dellalternativa. Magari comin-ciando, in prossimit di unimportante tor-nata di elezioni amministrative, propriodal livello locale. Il potere esercitato dal par-tito unico delle classi dirigenti, e dai suoi ca-cicchi, sugli enti locali infatti uno dei pun-telli principali del nuovo assetto del poterecentrale. Da l si esercita larte del bastonee della carota. Il potere esercitato dal parti-to unico delle classi dirigenti, e dai suoi ca-cicchi uno dei puntelli del nuovo assettodel potere centrale. CONTINUA |PAGINA 2

    TELEVISIONE

    La sfida vincente afroamericanGIULIA DAGNOLO VALLAN l PAGINA 8

    Luso

    La tarantella regionale in Campania fa ballare i candidati del Pde butta fuori pista lex Sel, GennaroMigliore. Rissa continua anche in Veneto

    tra il governatore Zaia e il sindaco Tosimentre Salvinisi prepara alla suamarcia su Roma PAGINE 2, 3

    CINA, PARTITO COMUNISTA

    I 4 complessividel presidente XiSIMONE PIERANNI l PAGINA 16

    BIANI

    regioneIn Spagna il 22 marzo primaprova elettorale di popolari esocialisti, con la novit dellan-no, rappresentata da Podemos.Ma nel discorso in parlamento,sullo stato della nazione, il pre-mier Rajoy fa, di fatto, partire lacampagna elettorale. Tutti guar-dano alla Grecia. Portogallocompreso, allEurogruppo allea-to di BerlinoADINOLFI, GROSSO |PAG. 8

    SI AGGIRA PER LUE

    Lincubodi Syrizasu Madride Lisbona

    SINISTRA/1

    Il "Fronte pop" una buona idea

    Gallegati, Pianta, Notarianni, Stramaccioni

    L articolo di Giorgio Airaudo e GiulioMarcon "Un Fronte Pop" (martedsu manifesto e sbilanciamoci.info)si pone le domande giuste: come possiamocostruire in Italia una forza politica analo-ga a Syriza e Podemos? Come pu nascereuna forza che riunifichi protesta sociale eazione politica con unagenda di cambia-mento? Sono domande non nuove, i tenta-tivi di risposta in questi anni sono stati di-versi e mai risolutivi lultimo stata la Li-sta "Unaltra Europa con Tsipras" alle ele-zioni europee, che ha avuto il merito di al-largare lorizzonte allalternativa rappresen-tata da Syriza. CONTINUA |PAGINA 11

    PAREGGIO DI BILANCIO

    Una battagliadimenticata

    Piero Bevilacqua

    Israele conta di costruire miglia-ia di case per coloni in Cisgior-dania e a Gerusalemme Est.Netanyahu si prepara a partireper Washington dove il 3 mar-zo, davanti al Congresso, pro-nuncer un controverso discor-so contro l'accordo sul program-ma nucleare iraniano al qualesta lavorando l'AmministrazioneObama GIORGIO |PAGINA 7

    ISRAELE/PALESTINA

    Netanyahu:nuove coloniee scontrocon Obama

    Fin qui Mediaset era un pachi-derma che pescava da cataloghianni 80. Con Rai way guadagne-r un sacco di soldi. Parla CarloFreccero, esperto di tv e gi diri-gente Rai e Fininvest. Berlusconitorna protagonista della tv. Me-diaset guarda molto lontano.Tramite Telecom punta alle con-vergenze. E cerca soci per sfidareSky PREZIOSI |PAGINA 4

    RAI WAY E ALTRI GUAI

    Freccero: Raisempre pipiccola, Silviosfider Sky

    LUCIANO FABRO, ITALIA DORO 1971

    della

    ALLINTERNOSbilanciamolEuropa

    ANNO XLV . N. 50 . VENERD 27 FEBBRAIO 2015 EURO 1,50

    CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 2,00Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamentopostale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013

  • pagina 2 il manifesto VENERD 27 FEBBRAIO 2015

    Sebastiano Canetta, Ernesto MilanesiVENEZIA

    L a Liga sempre una sicurezza: prima leguerre intestine, poi il Veneto. E para-dossalmente si capir domani a Romalesito del braccio di ferro fra il governatoreLuca Zaia e il sussidiario sindaco di VeronaFlavio Tosi. In 48 ore Matteo Salvini si giocala faccia nella capitale e la leadership nelgran consiglio, che dovr mettere fine allaguerra del Nord Est.Si vota a maggio per le Regionali, ma le

    grandi manovre nel centrodestra partonodallimplosione di Forza Italia orfana di Gian-carlo Galan (ai domiciliari per lo scandaloMose). Se davvero esplodesse anche la Lega,si riaprirebbe lo scenario politico dopo unventennio. Ci conta Alessandra Moretti chegi batte a tappeto ogni angolo del Veneto: ilPd di Renzi ha lambizione di replicare il mo-dello Serracchiani, tanto da imbarcare perfi-no gli autonomisti di Franco Rocchetta.Ma la vera partita si sta giocando a Vene-

    zia. Il 15 marzo sono fissate le Primarie delcentrosinistra: in lizza per la candidatura asindaco lex pm e senatore dissidente Feli-ce Casson, il giornalistaNicola Pellicani e lul-tr renziano Jacopo Molina. Sullaltro fronte,invece, domani mattina allhotel Russott diMestre rompe gli indugi Francesca Zaccariot-to: Il nostro domani inizia oggi lo slogansu sfondo arancio e grigio dellex presidente(ed ex leghista) della Provincia. la maratona elettorale che mette in palio

    la poltrona di Ca Farsetti con lingombranteeredit di Giorgio Orsoni (a processo semprecausaMose, uno spettro che si allunga sullin-tero vertice Pd di fede bersaniana). Intanto il

    Carnevale ha regalato il corteo inCanal Gran-de di maschere, barche allegoriche e velespiegate contro le lobby che cannibalizzanola laguna. Il Comitato No Grandi Navi nonmolla, anzi. E alla presentazione di Se Vene-zia muore di Salvatore Settis si registratoun significativo pienone.La citt-cartolina da sogno sembra inghiot-

    tita dal buco nero di affari & politica. Il Mose- la grande opera della Repubblica per anto-nomasia, con 5,5miliardi di euro solo di lavo-ri pubblici scivolato ai margini del circomediatico. Come se larchitettura della fattu-razione parallela (messa a punto fra la sededel Consorzio Venezia Nuova a Castello2737/f e la succursale di Piazza San Lorenzoin Lucina 26) non fosse stata clonata altrove.Venezia come nel 1630, allepoca della pe-

    ste nera: certificato dalla Procura alle presecon un sistema che spazia dalle autostradeai nuovi ospedali, dalle bonifiche allurbani-stica. Intanto, il Comune sopravvive nellin-

    terregno dellordinaria amministrazione. Ilcommissario straordinario Vittorio Zappalor-to consegner un bilancio pesante, nonostan-te lamannaia da 47milioni abbattutasi su ser-vizi sociali e buste paga dei dipendenti. Gli af-fari, per, non si fermano. Cera una volta ilnuovo palazzo del cinema: vero e proprio bu-co al Lido, costato 40 milioni. E Zappalortoha messo in vendita Villa Hriot alla Giudec-ca (10milioni), con annessa opportunit ditrasformarla in albergo.In attesa del voto, ogni lobby lavora a pie-

    no regime. Lo testimonia in modo inequivo-cabile la relazione della Guardia di Finanzache riproduce la mobilitazione in vista del-lo scavo del canale Contorta. la mini-Gran-de opera indispensabile a dirottare le gigante-sche navi da crociera. Amarzo 2014, Piergior-gioBaita (ex presidenteMantovani Spa, appe-na scarcerato) insieme ad Attilio Adami (pre-sidente di Protecno Srl di Noventa Padovana)si attiva con Mazzacurati del Cvn affinchPaolo Costa (presidente dellAutorit portua-le) assegni il cantiere alle imprese del giroMose. Intercettazioni agli atti.In terraferma, invece, si vola. Nel quadran-

    te Tessera si profila la seconda pista dellaero-porto caldeggiata dal presidente di Save Enri-coMarchi,ma ilmasterplan rulla su ben altrerotte. Contempla un tunnel per il Tav e addi-rittura lametropolitana sublagunare; contabi-lizza oltre 3 milioni di metri cubi di cementonelle stesse aree salvate dal piano comuna-le; fa scattare limbonimento delle bareneper interesse pubblico. Infine, si ricicla lExpocon il padiglione Antares a ridosso del ParcoVega.Michele De Lucchi, larchitetto del pa-diglione zero di Milano, replica in laguna lastruttura polifunzionale realizzata daCondot-te Immobiliare. Una rigenerazione a Mar-ghera che vale 30milioni. Ma si conta sullar-rivo di 156milioni che il governodeve aggiun-gere in tre anni per la nuova fiera del NordEst. A gestirla fino al 2027 sar Expo Venice,Spa a cavallo fra istituzioni, categorie econo-miche e privati.Dal Mose allExpo, dunque: Venezia doget?

    Riccardo ChiariFIRENZE

    S inistra in Toscana. Con una solalista unitaria in aperta concorren-za al renzianissimo Pd locale.Con lobiettivo di passare pi che age-volmente il quorum del 5%, ed entrarenella futura assemblea regionale - disoli 40 consiglieri - con un numero dieletti sufficiente per dare battaglia poli-tica contro unazione di governo sem-pre pi allineata alle direttive naziona-li. La decisione, che assicura tre mesidi tempo a una campagna elettoraleappassionante, statapresa insieme da Sel edai comitati dellAltra Eu-ropa, Rifondazione co-munista e numerose li-ste di cittadinanza, Pcdie Sinistra Anticapitalista.Insieme: In alternativaallausterity e alle politi-che liberiste, per unEuro-pa e una Toscana dei di-ritti di tutti e dei beni co-muni.La riunione finale, quasi un segno

    del destino, si svolta allindomani del-la (s)vendita di Ansaldo Breda, fabbri-ca simbolo di Pistoia e per lintera in-dustria toscana. Una cessione che, se-condo i non pochi critici, dar il via auna progressiva perdita delle capacitprogettuali e di ricerca, in ambito ferro-viario e ferrotramviario, che sono van-to dello stabilimento di via Ciliegiole.A riprova, alla benedizione dei verticidel Pd toscano hanno fatto da contral-tare le richieste della Rsu di conoscereal pi presto, dai nuovi padroni diHita-chi, i piani industriali.Mentre il sostanziale silenzio della

    Cgil Toscana, a fronte delle critiche diCorso Italia, d il segno di quanto le

    elezioni di maggio siano gi banco diprova anche nel pi grande sindacatodella regione.Se il lavoro al primo posto nelle

    preoccupazioni e nel disegno alternati-vo delle forze politiche, associative e dibase che hanno dato vita al polo unita-rio di sinistra, la natura e le caratteristi-che deimovimenti sociali toscani apro-no la strada a una campagna elettoralea 360 gradi. Dallacqua che resta semi-privata - e forse in vendita - alle grandiopere sempre pi contestate (Tav sot-to Firenze, aeroportoVespucci, Autotir-renica), dallo sfruttamento delle risor-

    se naturali (marmo, geo-termia) a una sanit sem-pre pi sussidiarizzataverso il privato, per finirecon il governodi un terri-torio sempre pi a ri-schio idrogeologico, nonmancano certo argomen-ti, competenze e idee, inun rassemblement cheunisce i comitati locali ele loro reti ambientaliste

    alle realt di cittadinanza gi operantiin gran parte della Toscana: da Siena aPrato, dallEmpolese Valdelsa a Pisa, fi-no a Firenze.Per parte loro, le forze partitiche or-

    ganizzate - come Sel e Rifondazionecomunista - sono gi rodate dallespe-rienza comune con lAltra Europa perTsipras. I cui comitati toscani hannofatto da lievito a unoperazione politi-ca che vedr come candidato presiden-te regionale uno storico attivista deimovimenti sociali, il fiorentino Tom-maso Fattori di Transform!. Scelto perla sua storia - Forum sociali europei emondiali, Movimenti per lacqua pub-blica, apprezzata candidatura nella Si-nistra Europea - e per lesperienza dellavoro in rete maturata in ventanni dilavoro di base.

    Adriana Pollice

    O ggi la presentazione dei candidatirimasti in gara, domenica il voto:le primarie Pd sembrano un realityshowdove i concorrenti vengono elimina-ti e le rese dei conti interne finiscono inpasto al pubblico.In lizza per sfidare il governatore uscen-

    te, Stefano Caldoro, sono rimasti per i de-mocrat il sindaco 'emerito' (ma decadu-to) di Salerno Vincenzo De Luca e l'euro-deputatoAndreaCozzolino, per il PsiMar-co Di Lello e per Idv Nello Di Nardo, cheieri per ha rimesso la candidatura al par-tito e quindi potrebbe sfilarsi. Un percor-so accidentatissimo con i gazebo riman-dati tre volte (la prima data fissata risaleall'anno scorso) con cordate di maggio-renti in contrattazione continua fino alloshowdawndimercoled, quando l'eurode-putato Massimo Paolucci ha annunciatol'addio al Pd e Gennaro Migliore (l'ex Selapprodato tra i renziani) ha deciso di riti-rarsi, decisione ufficializzata ieri dopo uncolloquio con il premier a Roma.Il braccio di ferro per le regionali di pri-

    mavera va avanti dall'estate, nessuno de-gli schieramenti in campoha voluto trova-re un accordo perch i sondaggi dannoCaldoro sconfitto con tutti i candidatitranne Di Nardo. Ognuno insomma vuo-le giocare la partita per vincere, anche acosto di trascinare il partito in una lottaall'ultimo colpo. De Luca ha sul capo lacondanna in primo grado per il termova-lorizzatore di Salerno che ha fatto scatta-re la legge Severino ( eleggibile ma nonpu entrare in carica), ma anche un eser-cito di sostenitori molto organizzato. Iviaggi continui da Salerno a Romanon so-

    no serviti a farlo desistere tuttavia tra lesue fila le defezioni sono state inevitabili,a cominciare dal consigliere regionale,grande collettore di voti, Mario Casillo.AndreaCozzolino un ex pupillo di An-

    tonio Bassolino, su di lui pesano le prima-rie del 2011 per la carica di sindaco di Na-poli vinte e poi annullate. Unpezzo di par-tito non lo vuole, un altro non lo preferi-sce ma ci dialogherebbe. Potrebbe esserelui il vincitore domenica, sempre che sivoti. Paolucci andato via (per ora) sbat-tendo la porta proprio in polemica conl'ex amico, con cui ha condiviso una lun-ga stagione politica. Probabilmente i duenon hanno trovato un accordo, l'esito fi-nale sono state le accuse di connivenzacon Fi nel casertano: Tutti, a Napoli e aRoma, sanno che le nostre prossime pri-marie saranno un grande revival di ForzaItalia. Tutti vedono le fotografie riportatedai giornali. Tanti, navigando sulla rete,hanno 'scoperto' fotografie imbarazzanti.Tanti sanno che le nostre prossimeprima-rie saranno un replay peggiore di quellesvolte nel 2011. Le foto fatte girare ritrag-gonoCozzolino conMichele Ferraro eNi-cola Turco, due cosentiniani. Del resto sia

    l'eurodeputato che De Luca non hannomai nascosto i loro contatti nelle linee ne-miche, il senatore di Gal Vincenzo D'An-na non famistero dell'intenzione di vota-re uno del Pd piuttosto che Caldoro pre-vio, certo, un accordo politico. Le elezioniinCampania si vincono conquistandoNa-poli e Caserta, come insegnava anche Bas-solino.Renziani, dalemiani e lettiani hanno

    provato a cancellare le primarie ma han-no fallito loccasione a settembre, quan-do venne organizzata la Fonderia. Inte-stardirsi, anche fuori tempo massimo, haportato alla guerra di firme (apparse,sconfessate e poi scomparse) per annulla-re i gazebo fino a bruciare siaGennaroMi-gliore che il presidente del Cnr, GinoNico-lais, come candidati di superamento. Lasegreteria nazionale avrebbe dovuto im-porli sul locale ma i due plenipotenziaridi Renzi, Lorenzo Guerini e Luca Lotti,non hanno fatto l'ultimo miglio. Alla finelo schieramento antiprimarie si scioltolasciando sul campo la lettera aperta diMigliore: Con Renzi si posta la questio-ne del ricambio generazionale, della lottaalle rendite di posizione, dello sguardosulla politica estraneo alle vecchie litur-gie. Ed ancora aperta. Oggi pi che maidobbiamo lavorare per una Campania li-berata: da Caldoro, dal cosentinismo edal post cosentinismo. Non vi scrivo perfarmi da parte, ma per fare meglio la miaparte.Facce felici a sinistra del Pd: Sel, Pdci,

    Prc, Partito del Lavoro e Sinistra in movi-mento ieri hanno sottoscritto un docu-mento in cui chiedono all'assessore delcomune di Napoli alla cultura, Nino Da-niele, di dare la propria disponibilit co-me candidato di una lista comune.Danie-le stato sindaco di Ercolano, dal Pci ap-prodato ai Dsmanon ha la tessera demo-crat: potrebbe attrarre voti dal Pd e fareda pontiere con gli ex colleghi di partito.

    Andrea Colombo

    D ire Caporetto poco. Quel-la che fu la potente coalizio-ne di centrodestra si avviaalle prossime elezioni regionali pisgangherata di comenon si pu. Ie-ri mattina sembrava che si fosseaperto uno spiraglio nel braccio diferro tra la Lega di Salvini e ForzaItalia, soprattutto grazie alla nondi-sinteressata intercessione diMaro-ni, il governatore lombardo che te-me una rappresaglia azzurra ovein Veneto si arrivasse alla rottura.Poi Salvini ha gelato l'entusiasmo:A oggi un accordo con Berlusconinon c. Lui sta con la Merkel, noicon Marine LePen. Certo,quellal momento lascia apertivarchi, e infatti il leghista aggiungeche in Fi c' un dibattito, chi vivrvedr. Per le porte sono sicura-mente chiuse per chi al governocon Renzi come Alfano. Ed eccoche si torna al punto di partenza.Berlusconi non si pu permette-

    re dimollare Alfano. Non in questeRegionali. Non con la Campania,unica regione in mano ai forzisti,in bilico. A Salvini ha gi concessola garanzia che non si alleer conTosi, il ribelle con un piede e mez-zo fuori dal Carroccio, ove questidecidesse di candidarsi per silura-re l'ancora compagnodi partito go-vernatore Zaia. Cos il gran capo af-fida a Toti la missione di bloccareil nordico, con tanto di minaccia:Vogliamo costruire un'esperienza

    di centrodestra vincente, ma nonsiamo disposti a farci prendere ingiro. E una mancata alleanza inVeneto metterebbe in discussio-ne anche l'esperienza della Lom-bardia. Se la temperatura tra Car-roccio e Arcore questa, figurarsinella Lega. Tosi assicura che a la-sciare il partito non ci pensa perniente, ma non ce n uno che glicreda. E Salvini, proprio come stafacendoBerlusconi nel suo partito,cerca come pu di spingerlo allaporta: Chi crea difficolt a Zaia siaccomodi fuori dalla Lega.Il quadroparla da s: Tosiminac-

    cia il segretario del suo partito ri-schiando di far perdere al Carroc-cio la roccaforte veneta. Salvini,

    che dallomonimo di palazzo Chigiha imparato a seguire sempre la li-nea pi intransigente, boccia ognidialogo con i centristimettendo co-s ancor pi a rischio la Campania.Berlusconi, adirato, vagheggia rap-presaglie che affonderebbero il go-verno di destra in Lombardia. Sul-lo sfondo prosegue, senza nessu-nissima schiarita, la guerra senzaquartiere tra lex Cavaliere e il vice-r della Puglia, la cui riconquista di-venta cos assai meno probabile.Uno sfacelo.Eppure Berlusconi non affatto

    nero come sarebbe lecito attender-si da un leader politico che vede ilproprio partito e la propria ex coali-zione andare in frammenti non ri-

    componibili. Omeglio, il suomalu-more non da questo deriva. I fattidegli ultimi giorni chiariscono in-fatti quale logica abbia guidato ne-gli ultimi mesi Berlusconi, dallac-cettazione di una legge elettoraleche lo mette con le spalle al muroalla reazione, in realt molto piquieta di quanto avrebbero volutoi duri azzurri, dopo lo sgambettodellelezione di Mattarella. Non che ci siano clausole segrete delpatto del Nazareno. solo che gida un pezzo Berlusconi sta risalen-do da quel campo nel quale eradisceso nel 1994. Basta con la poli-tica o quasi basta, che una certaforza parlamentare conviene sem-pre averla. Limprenditore scesoin politica per salvare le proprieaziende vuole ora tornare impren-ditore a tempo pieno. Il patto delNazareno, certo, lo ha aiutatomol-to, ma non in virt di accordi in-confessabili. Solo perch gli ha re-stituito una credibilit molto pispendibile nellarena degli affariche in quella politica.Da questo punto di vista, le cose

    gli vanno benone. Il 49% di RaiWay era quello a cui mirava sindallinizio, dalmomento che lo ren-de padrone delletere a pari meritocol servizio pubblico, dunque in-toccabile, al sicuro da brutte sor-presenella riformaRai. I libri saran-nopresto un suomonopolio. I con-ti di Mediaset vanno molto meglioche in passato e con lacquisto deidiritti della Champions sbaraglierSky. Mediolanum corre. Tutto an-drebbe bene, con o senza Fitto eSalvini., se non ci fosse quel Ru-by-ter che allimprovvisominacciadi diventare la grana pi grossa del-la sua vita. Ancora una volta, in-somma, a guastargli lumore nonsono i politici. Sono i magistrati.

    LENTE LOCALE PUNTELLO DEL PARTITO UNICO RENZIANO

    La sinistra alla prova regionaleDALLA PRIMATommaso Nencioni

    Da l si esercita lartedel bastone e della ca-rota.

    Il bastone delle privatizza-zioni, degli appalti anti-econo-mici, della precariet e dellesue forme estreme, che Anto-nioBevere di recente riformu-lava come nuove schiavit (il"lavoro gratis"). E la carotadel clientelismo, della "consu-lenza"maxi emini come scor-ciatoia alla ri-creazione di unblocco sociale in via di pro-gressivo sfarinamento. Ancheapprofittandodel battagepub-blicitario delle "archistar" ami-che, chiamate a dar lustro alregime tramite opere di dub-bio impatto sociale.Troppoa lungo le forzedi al-

    ternativa si sono illuse di poterlucrare un qualche vantaggiodalla partecipazione subordi-nataalla gestione localedel po-tere, amenodi considerare ta-li le rendite di posizione dimi-

    ni-apparati burocratici autore-ferenziali. La riscoperta del va-lore popolare e contestativodelle autonomie locali dovreb-be entrare di diritto a far partedi un pi vasto disegno di ri-presa dellalternativa politica.E s che la storia del movi-

    mento operaio del nostro Pae-se sarebbe in tal senso ricca difermenti da riproporre, aggior-nati alla nuova stagione di lot-te. Non solo di "buona ammi-

    nistrazione" si sta qui parlan-do. Anche di questo, certo:lorgoglio che anche i subalter-ni potessero dar prova di sa-pienza amministrativa, ap-prendendo a farsi classe diri-gente attraverso la palestradel "comune democratico",

    costitu una potente leva peril municipalismo socialista epoi comunista. Ed un profon-do rinnovamento del persona-le amministrativo si rende ne-cessario ancor oggi, a frontedel pi sfrenato trasformismoe dellinfeudamento dei grup-

    pi dirigenti locali al parti-to-dello-Stato e agli interessidelle lite economico-finan-ziarie che lo sostengono. Ma,pi in generale, la teorizza-zione delle autonomie localicome contro-potere a prestar-si ad unopera di attualizzazio-ne. Oggi come allora infatti,per usare le parole di FilippoTurati, lente locale appareservodello Stato, qualche vol-ta servo riluttante e nonmai ri-belle; precettore, amministra-tore, poliziotto, in gran parteper conto dello Stato, quasi te-nesse il potere per tolleranzadi questo; non reagisce n in-fluisce sul governo, non sentebisogno di autonomie, nonlotta per la propria libert.Se poi dal Comune di passa

    alla Regione, il giudizio sugliindirizzi perseguiti nellattua-le stagione varia di poco. Sem-pre stata viva, a sinistra, lapreoccupazione che listitutoregionale si configurasse co-me una sommatoria di buro-crazie meramente sovrappo-ste a quelle dello Stato centra-

    le. Per ovviare a questi rischi,la battaglia regionale fu da su-bito legata da un lato a quellaper la pianificazione economi-ca e territoriale - fu in questosenso il Pli di Malagodi il piaspro e conseguente avversa-rio del varo delle regioni;dallaltro ad una esigenza dimaggiore partecipazione po-polare - significativo che alleregioni si arrivi al culmine del"secondo biennio rosso"(1968-1969). Il rovesciamentoa cui oggi assistiamo in questicampi totale: i consigli regio-nali ridotti a casse di compen-sazione per un ceto politicoipertrofico e desideroso dibanchettare sulle spoglie del-lo Stato; deregulation econo-mica ed urbanistica promos-sa in concerto tanto dallo Sta-to centrale quanto dalle am-ministrazioni periferiche; leg-gi elettorali regionali che inmolti casi mortificano la libe-ra espressione della volontelettorale, ben oltre i limiti giscandalosi del modello nazio-

    nale su cui vengono ricalcate.Non basta tuttavia ispirarsi

    alla lettera della lezione dellastoria per invertire le attualitendenze regressive; ndenun-ciare moralisticamente lo sta-to di cose esistente. E la stessariflessione critica sul passatodel nostromovimento operaioa consegnarci unaduplice ere-dit, da tener di conto ora piche mai. Gli avanzamenti delpotere popolare a livello loca-le, infatti, sempre sono stati inconnessione con lo sviluppodelle grandi mobilitazioni so-ciali, e con lemergere di grup-pi dirigenti nuovi in simbiosicon le aspirazioni emerse dalconflitto. E sempre si sono rile-vati assai fragili, in assenza diuna strategia nazionale al cuiinternopotessero essere inqua-drati.Ancor oggi, i rischi dellirri-

    levanza politica e del rifugionel localismo procedono dipari passo. La dialettica tra ilmomento locale e quello na-zionale nella sfida politica dialternativa pu assumere pe-r contorni virtuosi, a pattoche si incarni in una serie dicandidature legate a movi-menti di resistenza concreta-mente dispiegati sui territori,ed allo stesso tempo unificateda un disegno complessivo dicambiamento politico.

    LUSO DELLA REGIONE Regionali, a poche ore dallapertura dei gazebo Gennaro Miglioresi ritira. Contro Caldoro restano in lizza De Luca e Cozzolino

    LUSO DELLA REGIONE Lex potente coalizione di Berlusconi rischia di perdere ovunque. Intanto ilCavaliere guarda altrove e si concentra sugli affari. Con lincubo del Ruby-ter

    Primarie Pd, semprepi reality showLex dirigente di Sel approdato allacorte di Renzi annuncia la decisionedopo un incontro con il premier.Decisiva lostilit del partitopartenopeo. La sinistra brinda

    Toscana/ SEL, PRC, LALTRA EUROPA E PCDI

    Lista rossa e unitaria,alle urne contro lausterity

    LA CONFERENZA STAMPA DI MATTEO SALVINI LAPRESSE

    DESTRA Salvini: niente accordo se c Alfano. Gli azzurri: ora rischia Maroni

    La Lega ha quasi rotto

    La decisionepresa

    allindomanidella svenditadellAnsaldo

    Bredadi Pistoia

    Veneto / DESTRA NEL CAOS PER LE REGIONALI. LA POSTA IN GIOCO PER VENEZIA

    Il 15 la Laguna cerca un sindaco,la carta Casson sotto i gazebo Pd

    GENNARO MIGLIORE IL GIORNO DEL TESSERAMENTO LAPRESSE

    Destra

    Trasformismoe infeudamentoallombra degliscontri dei gruppidirigenti locali

    PD, BERSANI DISERTA E AVVERTE RENZINon ci penso proprio. Mi inchino alle esigenze dellacomunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbanodiventare figuranti di un film non ci sto. Per Luigi Bersani nonci sar alla riunione dei parlamentari interessati convocatada Renzi oggi nella sede del Pd su Scuola, Fisco, Ambiente eRai, unora per ogni argomento, dalle 14 alle 18. Come lexsegretario anche altri rappresentanti della minoranza internahanno rifiutato linvito. Prima di fare altri inviti Renzi prenda in

    considerazione le posizioni che il suo gruppo all'unanimit havotato sul Jobs act. Di occasioni di presa in giro ne ho avuteabbastanza, ha detto Stefano Fassina. E come lui AlfredoDAttorre non parteciper. Ma - in unintervista al quotidianoAvvenire pubblicata oggi - Bersani aggiunge al rifiuto unavvertimento: Il combinato disposto tra la nuova leggeelettorale e la riforma costituzionale rompe l'equilibriodemocratico. Se la riforma della Costituzione va avanti cos ionon accetter mai di votare lItalicum.

    Campania

  • VENERD 27 FEBBRAIO 2015 il manifesto pagina 3

    Sebastiano Canetta, Ernesto MilanesiVENEZIA

    L a Liga sempre una sicurezza: prima leguerre intestine, poi il Veneto. E para-dossalmente si capir domani a Romalesito del braccio di ferro fra il governatoreLuca Zaia e il sussidiario sindaco di VeronaFlavio Tosi. In 48 ore Matteo Salvini si giocala faccia nella capitale e la leadership nelgran consiglio, che dovr mettere fine allaguerra del Nord Est.Si vota a maggio per le Regionali, ma le

    grandi manovre nel centrodestra partonodallimplosione di Forza Italia orfana di Gian-carlo Galan (ai domiciliari per lo scandaloMose). Se davvero esplodesse anche la Lega,si riaprirebbe lo scenario politico dopo unventennio. Ci conta Alessandra Moretti chegi batte a tappeto ogni angolo del Veneto: ilPd di Renzi ha lambizione di replicare il mo-dello Serracchiani, tanto da imbarcare perfi-no gli autonomisti di Franco Rocchetta.Ma la vera partita si sta giocando a Vene-

    zia. Il 15 marzo sono fissate le Primarie delcentrosinistra: in lizza per la candidatura asindaco lex pm e senatore dissidente Feli-ce Casson, il giornalistaNicola Pellicani e lul-tr renziano Jacopo Molina. Sullaltro fronte,invece, domani mattina allhotel Russott diMestre rompe gli indugi Francesca Zaccariot-to: Il nostro domani inizia oggi lo slogansu sfondo arancio e grigio dellex presidente(ed ex leghista) della Provincia. la maratona elettorale che mette in palio

    la poltrona di Ca Farsetti con lingombranteeredit di Giorgio Orsoni (a processo semprecausaMose, uno spettro che si allunga sullin-tero vertice Pd di fede bersaniana). Intanto il

    Carnevale ha regalato il corteo inCanal Gran-de di maschere, barche allegoriche e velespiegate contro le lobby che cannibalizzanola laguna. Il Comitato No Grandi Navi nonmolla, anzi. E alla presentazione di Se Vene-zia muore di Salvatore Settis si registratoun significativo pienone.La citt-cartolina da sogno sembra inghiot-

    tita dal buco nero di affari & politica. Il Mose- la grande opera della Repubblica per anto-nomasia, con 5,5miliardi di euro solo di lavo-ri pubblici scivolato ai margini del circomediatico. Come se larchitettura della fattu-razione parallela (messa a punto fra la sededel Consorzio Venezia Nuova a Castello2737/f e la succursale di Piazza San Lorenzoin Lucina 26) non fosse stata clonata altrove.Venezia come nel 1630, allepoca della pe-

    ste nera: certificato dalla Procura alle presecon un sistema che spazia dalle autostradeai nuovi ospedali, dalle bonifiche allurbani-stica. Intanto, il Comune sopravvive nellin-

    terregno dellordinaria amministrazione. Ilcommissario straordinario Vittorio Zappalor-to consegner un bilancio pesante, nonostan-te lamannaia da 47milioni abbattutasi su ser-vizi sociali e buste paga dei dipendenti. Gli af-fari, per, non si fermano. Cera una volta ilnuovo palazzo del cinema: vero e proprio bu-co al Lido, costato 40 milioni. E Zappalortoha messo in vendita Villa Hriot alla Giudec-ca (10milioni), con annessa opportunit ditrasformarla in albergo.In attesa del voto, ogni lobby lavora a pie-

    no regime. Lo testimonia in modo inequivo-cabile la relazione della Guardia di Finanzache riproduce la mobilitazione in vista del-lo scavo del canale Contorta. la mini-Gran-de opera indispensabile a dirottare le gigante-sche navi da crociera. Amarzo 2014, Piergior-gioBaita (ex presidenteMantovani Spa, appe-na scarcerato) insieme ad Attilio Adami (pre-sidente di Protecno Srl di Noventa Padovana)si attiva con Mazzacurati del Cvn affinchPaolo Costa (presidente dellAutorit portua-le) assegni il cantiere alle imprese del giroMose. Intercettazioni agli atti.In terraferma, invece, si vola. Nel quadran-

    te Tessera si profila la seconda pista dellaero-porto caldeggiata dal presidente di Save Enri-coMarchi,ma ilmasterplan rulla su ben altrerotte. Contempla un tunnel per il Tav e addi-rittura lametropolitana sublagunare; contabi-lizza oltre 3 milioni di metri cubi di cementonelle stesse aree salvate dal piano comuna-le; fa scattare limbonimento delle bareneper interesse pubblico. Infine, si ricicla lExpocon il padiglione Antares a ridosso del ParcoVega.Michele De Lucchi, larchitetto del pa-diglione zero di Milano, replica in laguna lastruttura polifunzionale realizzata daCondot-te Immobiliare. Una rigenerazione a Mar-ghera che vale 30milioni. Ma si conta sullar-rivo di 156milioni che il governodeve aggiun-gere in tre anni per la nuova fiera del NordEst. A gestirla fino al 2027 sar Expo Venice,Spa a cavallo fra istituzioni, categorie econo-miche e privati.Dal Mose allExpo, dunque: Venezia doget?

    Riccardo ChiariFIRENZE

    S inistra in Toscana. Con una solalista unitaria in aperta concorren-za al renzianissimo Pd locale.Con lobiettivo di passare pi che age-volmente il quorum del 5%, ed entrarenella futura assemblea regionale - disoli 40 consiglieri - con un numero dieletti sufficiente per dare battaglia poli-tica contro unazione di governo sem-pre pi allineata alle direttive naziona-li. La decisione, che assicura tre mesidi tempo a una campagna elettoraleappassionante, statapresa insieme da Sel edai comitati dellAltra Eu-ropa, Rifondazione co-munista e numerose li-ste di cittadinanza, Pcdie Sinistra Anticapitalista.Insieme: In alternativaallausterity e alle politi-che liberiste, per unEuro-pa e una Toscana dei di-ritti di tutti e dei beni co-muni.La riunione finale, quasi un segno

    del destino, si svolta allindomani del-la (s)vendita di Ansaldo Breda, fabbri-ca simbolo di Pistoia e per lintera in-dustria toscana. Una cessione che, se-condo i non pochi critici, dar il via auna progressiva perdita delle capacitprogettuali e di ricerca, in ambito ferro-viario e ferrotramviario, che sono van-to dello stabilimento di via Ciliegiole.A riprova, alla benedizione dei verticidel Pd toscano hanno fatto da contral-tare le richieste della Rsu di conoscereal pi presto, dai nuovi padroni diHita-chi, i piani industriali.Mentre il sostanziale silenzio della

    Cgil Toscana, a fronte delle critiche diCorso Italia, d il segno di quanto le

    elezioni di maggio siano gi banco diprova anche nel pi grande sindacatodella regione.Se il lavoro al primo posto nelle

    preoccupazioni e nel disegno alternati-vo delle forze politiche, associative e dibase che hanno dato vita al polo unita-rio di sinistra, la natura e le caratteristi-che deimovimenti sociali toscani apro-no la strada a una campagna elettoralea 360 gradi. Dallacqua che resta semi-privata - e forse in vendita - alle grandiopere sempre pi contestate (Tav sot-to Firenze, aeroportoVespucci, Autotir-renica), dallo sfruttamento delle risor-

    se naturali (marmo, geo-termia) a una sanit sem-pre pi sussidiarizzataverso il privato, per finirecon il governodi un terri-torio sempre pi a ri-schio idrogeologico, nonmancano certo argomen-ti, competenze e idee, inun rassemblement cheunisce i comitati locali ele loro reti ambientaliste

    alle realt di cittadinanza gi operantiin gran parte della Toscana: da Siena aPrato, dallEmpolese Valdelsa a Pisa, fi-no a Firenze.Per parte loro, le forze partitiche or-

    ganizzate - come Sel e Rifondazionecomunista - sono gi rodate dallespe-rienza comune con lAltra Europa perTsipras. I cui comitati toscani hannofatto da lievito a unoperazione politi-ca che vedr come candidato presiden-te regionale uno storico attivista deimovimenti sociali, il fiorentino Tom-maso Fattori di Transform!. Scelto perla sua storia - Forum sociali europei emondiali, Movimenti per lacqua pub-blica, apprezzata candidatura nella Si-nistra Europea - e per lesperienza dellavoro in rete maturata in ventanni dilavoro di base.

    Adriana Pollice

    O ggi la presentazione dei candidatirimasti in gara, domenica il voto:le primarie Pd sembrano un realityshowdove i concorrenti vengono elimina-ti e le rese dei conti interne finiscono inpasto al pubblico.In lizza per sfidare il governatore uscen-

    te, Stefano Caldoro, sono rimasti per i de-mocrat il sindaco 'emerito' (ma decadu-to) di Salerno Vincenzo De Luca e l'euro-deputatoAndreaCozzolino, per il PsiMar-co Di Lello e per Idv Nello Di Nardo, cheieri per ha rimesso la candidatura al par-tito e quindi potrebbe sfilarsi. Un percor-so accidentatissimo con i gazebo riman-dati tre volte (la prima data fissata risaleall'anno scorso) con cordate di maggio-renti in contrattazione continua fino alloshowdawndimercoled, quando l'eurode-putato Massimo Paolucci ha annunciatol'addio al Pd e Gennaro Migliore (l'ex Selapprodato tra i renziani) ha deciso di riti-rarsi, decisione ufficializzata ieri dopo uncolloquio con il premier a Roma.Il braccio di ferro per le regionali di pri-

    mavera va avanti dall'estate, nessuno de-gli schieramenti in campoha voluto trova-re un accordo perch i sondaggi dannoCaldoro sconfitto con tutti i candidatitranne Di Nardo. Ognuno insomma vuo-le giocare la partita per vincere, anche acosto di trascinare il partito in una lottaall'ultimo colpo. De Luca ha sul capo lacondanna in primo grado per il termova-lorizzatore di Salerno che ha fatto scatta-re la legge Severino ( eleggibile ma nonpu entrare in carica), ma anche un eser-cito di sostenitori molto organizzato. Iviaggi continui da Salerno a Romanon so-

    no serviti a farlo desistere tuttavia tra lesue fila le defezioni sono state inevitabili,a cominciare dal consigliere regionale,grande collettore di voti, Mario Casillo.AndreaCozzolino un ex pupillo di An-

    tonio Bassolino, su di lui pesano le prima-rie del 2011 per la carica di sindaco di Na-poli vinte e poi annullate. Unpezzo di par-tito non lo vuole, un altro non lo preferi-sce ma ci dialogherebbe. Potrebbe esserelui il vincitore domenica, sempre che sivoti. Paolucci andato via (per ora) sbat-tendo la porta proprio in polemica conl'ex amico, con cui ha condiviso una lun-ga stagione politica. Probabilmente i duenon hanno trovato un accordo, l'esito fi-nale sono state le accuse di connivenzacon Fi nel casertano: Tutti, a Napoli e aRoma, sanno che le nostre prossime pri-marie saranno un grande revival di ForzaItalia. Tutti vedono le fotografie riportatedai giornali. Tanti, navigando sulla rete,hanno 'scoperto' fotografie imbarazzanti.Tanti sanno che le nostre prossimeprima-rie saranno un replay peggiore di quellesvolte nel 2011. Le foto fatte girare ritrag-gonoCozzolino conMichele Ferraro eNi-cola Turco, due cosentiniani. Del resto sia

    l'eurodeputato che De Luca non hannomai nascosto i loro contatti nelle linee ne-miche, il senatore di Gal Vincenzo D'An-na non famistero dell'intenzione di vota-re uno del Pd piuttosto che Caldoro pre-vio, certo, un accordo politico. Le elezioniinCampania si vincono conquistandoNa-poli e Caserta, come insegnava anche Bas-solino.Renziani, dalemiani e lettiani hanno

    provato a cancellare le primarie ma han-no fallito loccasione a settembre, quan-do venne organizzata la Fonderia. Inte-stardirsi, anche fuori tempo massimo, haportato alla guerra di firme (apparse,sconfessate e poi scomparse) per annulla-re i gazebo fino a bruciare siaGennaroMi-gliore che il presidente del Cnr, GinoNico-lais, come candidati di superamento. Lasegreteria nazionale avrebbe dovuto im-porli sul locale ma i due plenipotenziaridi Renzi, Lorenzo Guerini e Luca Lotti,non hanno fatto l'ultimo miglio. Alla finelo schieramento antiprimarie si scioltolasciando sul campo la lettera aperta diMigliore: Con Renzi si posta la questio-ne del ricambio generazionale, della lottaalle rendite di posizione, dello sguardosulla politica estraneo alle vecchie litur-gie. Ed ancora aperta. Oggi pi che maidobbiamo lavorare per una Campania li-berata: da Caldoro, dal cosentinismo edal post cosentinismo. Non vi scrivo perfarmi da parte, ma per fare meglio la miaparte.Facce felici a sinistra del Pd: Sel, Pdci,

    Prc, Partito del Lavoro e Sinistra in movi-mento ieri hanno sottoscritto un docu-mento in cui chiedono all'assessore delcomune di Napoli alla cultura, Nino Da-niele, di dare la propria disponibilit co-me candidato di una lista comune.Danie-le stato sindaco di Ercolano, dal Pci ap-prodato ai Dsmanon ha la tessera demo-crat: potrebbe attrarre voti dal Pd e fareda pontiere con gli ex colleghi di partito.

    Andrea Colombo

    D ire Caporetto poco. Quel-la che fu la potente coalizio-ne di centrodestra si avviaalle prossime elezioni regionali pisgangherata di comenon si pu. Ie-ri mattina sembrava che si fosseaperto uno spiraglio nel braccio diferro tra la Lega di Salvini e ForzaItalia, soprattutto grazie alla nondi-sinteressata intercessione diMaro-ni, il governatore lombardo che te-me una rappresaglia azzurra ovein Veneto si arrivasse alla rottura.Poi Salvini ha gelato l'entusiasmo:A oggi un accordo con Berlusconinon c. Lui sta con la Merkel, noicon Marine LePen. Certo,quellal momento lascia apertivarchi, e infatti il leghista aggiungeche in Fi c' un dibattito, chi vivrvedr. Per le porte sono sicura-mente chiuse per chi al governocon Renzi come Alfano. Ed eccoche si torna al punto di partenza.Berlusconi non si pu permette-

    re dimollare Alfano. Non in questeRegionali. Non con la Campania,unica regione in mano ai forzisti,in bilico. A Salvini ha gi concessola garanzia che non si alleer conTosi, il ribelle con un piede e mez-zo fuori dal Carroccio, ove questidecidesse di candidarsi per silura-re l'ancora compagnodi partito go-vernatore Zaia. Cos il gran capo af-fida a Toti la missione di bloccareil nordico, con tanto di minaccia:Vogliamo costruire un'esperienza

    di centrodestra vincente, ma nonsiamo disposti a farci prendere ingiro. E una mancata alleanza inVeneto metterebbe in discussio-ne anche l'esperienza della Lom-bardia. Se la temperatura tra Car-roccio e Arcore questa, figurarsinella Lega. Tosi assicura che a la-sciare il partito non ci pensa perniente, ma non ce n uno che glicreda. E Salvini, proprio come stafacendoBerlusconi nel suo partito,cerca come pu di spingerlo allaporta: Chi crea difficolt a Zaia siaccomodi fuori dalla Lega.Il quadroparla da s: Tosiminac-

    cia il segretario del suo partito ri-schiando di far perdere al Carroc-cio la roccaforte veneta. Salvini,

    che dallomonimo di palazzo Chigiha imparato a seguire sempre la li-nea pi intransigente, boccia ognidialogo con i centristimettendo co-s ancor pi a rischio la Campania.Berlusconi, adirato, vagheggia rap-presaglie che affonderebbero il go-verno di destra in Lombardia. Sul-lo sfondo prosegue, senza nessu-nissima schiarita, la guerra senzaquartiere tra lex Cavaliere e il vice-r della Puglia, la cui riconquista di-venta cos assai meno probabile.Uno sfacelo.Eppure Berlusconi non affatto

    nero come sarebbe lecito attender-si da un leader politico che vede ilproprio partito e la propria ex coali-zione andare in frammenti non ri-

    componibili. Omeglio, il suomalu-more non da questo deriva. I fattidegli ultimi giorni chiariscono in-fatti quale logica abbia guidato ne-gli ultimi mesi Berlusconi, dallac-cettazione di una legge elettoraleche lo mette con le spalle al muroalla reazione, in realt molto piquieta di quanto avrebbero volutoi duri azzurri, dopo lo sgambettodellelezione di Mattarella. Non che ci siano clausole segrete delpatto del Nazareno. solo che gida un pezzo Berlusconi sta risalen-do da quel campo nel quale eradisceso nel 1994. Basta con la poli-tica o quasi basta, che una certaforza parlamentare conviene sem-pre averla. Limprenditore scesoin politica per salvare le proprieaziende vuole ora tornare impren-ditore a tempo pieno. Il patto delNazareno, certo, lo ha aiutatomol-to, ma non in virt di accordi in-confessabili. Solo perch gli ha re-stituito una credibilit molto pispendibile nellarena degli affariche in quella politica.Da questo punto di vista, le cose

    gli vanno benone. Il 49% di RaiWay era quello a cui mirava sindallinizio, dalmomento che lo ren-de padrone delletere a pari meritocol servizio pubblico, dunque in-toccabile, al sicuro da brutte sor-presenella riformaRai. I libri saran-nopresto un suomonopolio. I con-ti di Mediaset vanno molto meglioche in passato e con lacquisto deidiritti della Champions sbaraglierSky. Mediolanum corre. Tutto an-drebbe bene, con o senza Fitto eSalvini., se non ci fosse quel Ru-by-ter che allimprovvisominacciadi diventare la grana pi grossa del-la sua vita. Ancora una volta, in-somma, a guastargli lumore nonsono i politici. Sono i magistrati.

    LENTE LOCALE PUNTELLO DEL PARTITO UNICO RENZIANO

    La sinistra alla prova regionaleDALLA PRIMATommaso Nencioni

    Da l si esercita lartedel bastone e della ca-rota.

    Il bastone delle privatizza-zioni, degli appalti anti-econo-mici, della precariet e dellesue forme estreme, che Anto-nioBevere di recente riformu-lava come nuove schiavit (il"lavoro gratis"). E la carotadel clientelismo, della "consu-lenza"maxi emini come scor-ciatoia alla ri-creazione di unblocco sociale in via di pro-gressivo sfarinamento. Ancheapprofittandodel battagepub-blicitario delle "archistar" ami-che, chiamate a dar lustro alregime tramite opere di dub-bio impatto sociale.Troppoa lungo le forzedi al-

    ternativa si sono illuse di poterlucrare un qualche vantaggiodalla partecipazione subordi-nataalla gestione localedel po-tere, amenodi considerare ta-li le rendite di posizione dimi-

    ni-apparati burocratici autore-ferenziali. La riscoperta del va-lore popolare e contestativodelle autonomie locali dovreb-be entrare di diritto a far partedi un pi vasto disegno di ri-presa dellalternativa politica.E s che la storia del movi-

    mento operaio del nostro Pae-se sarebbe in tal senso ricca difermenti da riproporre, aggior-nati alla nuova stagione di lot-te. Non solo di "buona ammi-

    nistrazione" si sta qui parlan-do. Anche di questo, certo:lorgoglio che anche i subalter-ni potessero dar prova di sa-pienza amministrativa, ap-prendendo a farsi classe diri-gente attraverso la palestradel "comune democratico",

    costitu una potente leva peril municipalismo socialista epoi comunista. Ed un profon-do rinnovamento del persona-le amministrativo si rende ne-cessario ancor oggi, a frontedel pi sfrenato trasformismoe dellinfeudamento dei grup-

    pi dirigenti locali al parti-to-dello-Stato e agli interessidelle lite economico-finan-ziarie che lo sostengono. Ma,pi in generale, la teorizza-zione delle autonomie localicome contro-potere a prestar-si ad unopera di attualizzazio-ne. Oggi come allora infatti,per usare le parole di FilippoTurati, lente locale appareservodello Stato, qualche vol-ta servo riluttante e nonmai ri-belle; precettore, amministra-tore, poliziotto, in gran parteper conto dello Stato, quasi te-nesse il potere per tolleranzadi questo; non reagisce n in-fluisce sul governo, non sentebisogno di autonomie, nonlotta per la propria libert.Se poi dal Comune di passa

    alla Regione, il giudizio sugliindirizzi perseguiti nellattua-le stagione varia di poco. Sem-pre stata viva, a sinistra, lapreoccupazione che listitutoregionale si configurasse co-me una sommatoria di buro-crazie meramente sovrappo-ste a quelle dello Stato centra-

    le. Per ovviare a questi rischi,la battaglia regionale fu da su-bito legata da un lato a quellaper la pianificazione economi-ca e territoriale - fu in questosenso il Pli di Malagodi il piaspro e conseguente avversa-rio del varo delle regioni;dallaltro ad una esigenza dimaggiore partecipazione po-polare - significativo che alleregioni si arrivi al culmine del"secondo biennio rosso"(1968-1969). Il rovesciamentoa cui oggi assistiamo in questicampi totale: i consigli regio-nali ridotti a casse di compen-sazione per un ceto politicoipertrofico e desideroso dibanchettare sulle spoglie del-lo Stato; deregulation econo-mica ed urbanistica promos-sa in concerto tanto dallo Sta-to centrale quanto dalle am-ministrazioni periferiche; leg-gi elettorali regionali che inmolti casi mortificano la libe-ra espressione della volontelettorale, ben oltre i limiti giscandalosi del modello nazio-

    nale su cui vengono ricalcate.Non basta tuttavia ispirarsi

    alla lettera della lezione dellastoria per invertire le attualitendenze regressive; ndenun-ciare moralisticamente lo sta-to di cose esistente. E la stessariflessione critica sul passatodel nostromovimento operaioa consegnarci unaduplice ere-dit, da tener di conto ora piche mai. Gli avanzamenti delpotere popolare a livello loca-le, infatti, sempre sono stati inconnessione con lo sviluppodelle grandi mobilitazioni so-ciali, e con lemergere di grup-pi dirigenti nuovi in simbiosicon le aspirazioni emerse dalconflitto. E sempre si sono rile-vati assai fragili, in assenza diuna strategia nazionale al cuiinternopotessero essere inqua-drati.Ancor oggi, i rischi dellirri-

    levanza politica e del rifugionel localismo procedono dipari passo. La dialettica tra ilmomento locale e quello na-zionale nella sfida politica dialternativa pu assumere pe-r contorni virtuosi, a pattoche si incarni in una serie dicandidature legate a movi-menti di resistenza concreta-mente dispiegati sui territori,ed allo stesso tempo unificateda un disegno complessivo dicambiamento politico.

    LUSO DELLA REGIONE Regionali, a poche ore dallapertura dei gazebo Gennaro Miglioresi ritira. Contro Caldoro restano in lizza De Luca e Cozzolino

    LUSO DELLA REGIONE Lex potente coalizione di Berlusconi rischia di perdere ovunque. Intanto ilCavaliere guarda altrove e si concentra sugli affari. Con lincubo del Ruby-ter

    Primarie Pd, semprepi reality showLex dirigente di Sel approdato allacorte di Renzi annuncia la decisionedopo un incontro con il premier.Decisiva lostilit del partitopartenopeo. La sinistra brinda

    Toscana/ SEL, PRC, LALTRA EUROPA E PCDI

    Lista rossa e unitaria,alle urne contro lausterity

    LA CONFERENZA STAMPA DI MATTEO SALVINI LAPRESSE

    DESTRA Salvini: niente accordo se c Alfano. Gli azzurri: ora rischia Maroni

    La Lega ha quasi rotto

    La decisionepresa

    allindomanidella svenditadellAnsaldo

    Bredadi Pistoia

    Veneto / DESTRA NEL CAOS PER LE REGIONALI. LA POSTA IN GIOCO PER VENEZIA

    Il 15 la Laguna cerca un sindaco,la carta Casson sotto i gazebo Pd

    GENNARO MIGLIORE IL GIORNO DEL TESSERAMENTO LAPRESSE

    Destra

    Trasformismoe infeudamentoallombra degliscontri dei gruppidirigenti locali

    PD, BERSANI DISERTA E AVVERTE RENZINon ci penso proprio. Mi inchino alle esigenze dellacomunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbanodiventare figuranti di un film non ci sto. Per Luigi Bersani nonci sar alla riunione dei parlamentari interessati convocatada Renzi oggi nella sede del Pd su Scuola, Fisco, Ambiente eRai, unora per ogni argomento, dalle 14 alle 18. Come lexsegretario anche altri rappresentanti della minoranza internahanno rifiutato linvito. Prima di fare altri inviti Renzi prenda in

    considerazione le posizioni che il suo gruppo all'unanimit havotato sul Jobs act. Di occasioni di presa in giro ne ho avuteabbastanza, ha detto Stefano Fassina. E come lui AlfredoDAttorre non parteciper. Ma - in unintervista al quotidianoAvvenire pubblicata oggi - Bersani aggiunge al rifiuto unavvertimento: Il combinato disposto tra la nuova leggeelettorale e la riforma costituzionale rompe l'equilibriodemocratico. Se la riforma della Costituzione va avanti cos ionon accetter mai di votare lItalicum.

    Campania

  • pagina 4 il manifesto VENERD 27 FEBBRAIO 2015

    Micaela Bongi

    il mercato, bellezza, e bi-sogner abituarsi a pren-dere le operazioni dimer-cato per quello che sono. Ilmes-saggio che Matteo Renzi invia aSilvio Berlusconi da palazzo Chi-gi, durante la conferenza stampacon il segretario generale dellaNato Jens Stoltenberg, non somi-glia affatto a una controffensivadopo una dichiarazione di guer-ra. LOpas lanciata da Ei Towers -la societ delle torri di trasmissio-ne del segnale tv controllata daMediaset - su Raiway, lomologasociet controllata dallaziendadi servizio pubblico, va presa perquello che , unoperazione dimercato, appunto, e le regoledel mercato vanno rispettate.Certo, il presidente del consiglio

    aggiunge che bisogna rispettareanche le regole stabilite dal gover-no, in questo caso quelle che ri-guardano il 51% di Raiway, chedeve restare pubblico, mentre Eitowers vuole acquisire almenoil 66,67% della societ delle torriRai.Manon si tratta di unopera-zione politica e punto, tagliacorto Renzi.Nessun Nazareno delle tv, in-

    somma. Eppure il riconoscimen-to da parte del premier del grup-po di Silvio Berlusconi come pro-tagonista della partita delle tele-comunicazioni, che va oltre quel-

    la, comunque importantissima,dellinfrastruttura di rete, a Colo-gno non passa inosservato. E co-munque la stessa partita delle tor-ri resta aperta, nonostante Renziribadisca il paletto del 51% in ca-po alla Rai, il che significa che EiTowers potrebbe comunque arri-vare fino al 49 acquisendo il re-stante 14%del capitale non collo-cato quotato in borsa. Del resto ilcda di Ei Towers ha gi spiegatoche le condizioni poste perchlOpas vada abuon fine (comeap-punto quella sul 66,67%) posso-no essere modificate o annullate.

    Per decidere la societ aspettache la Rai batta un colpo. Il presi-dente di Raiway Camillo Rossot-to spiega che il consiglio dammi-nistrazione convocato durgenzaper ieri pomeriggio dopo le ulti-me notizie servito per il mo-mento solo a informare i consi-glieri, ma nessuna decisione stata presa. E prematuro, haspiegato Rossotto, anche parlaredella nomina di un advisor, e re-sta almomento inprogrammaso-lo la prossima riunione del 12marzo, gi prevista primadel lan-cio dellOpas. Lattenzione resta

    anche puntata sui titoli azionari:Raiway, dopo il balzo dimercole-d, ha perso il 2,86%; viene regi-strata invece ancora favorevol-mente, con un leggero rialzo(+0,54% per Ei Towers, +0,25%perMediaset), la recente aggressi-vit del Biscione sul mercato.Ieri si riunito anche il cda del-

    la Rai, nella sedemilanese di cor-so Sempione. Una seduta fiumedi oltre 7 ore durante la quale si preso atto dellOpas su Raiwayed stato approvato amaggioran-za il piano del direttore generaleLuigi Gubitosi sulla riorganizza-

    zione dei tg, con la creazione diduenewsroomcondue soli diret-tori: in una confluiranno Tg1,Tg2 e Rai Parlamento, nellaltraTg3, Tgr e RaiNews. Ogni testatamanterr il suo logo e per la scel-ta dei direttori dovr essere pub-blicato sul sito dellazienda un av-viso pubblico rivolto sia ai dipen-denti che agli esterni. Dopo 35anni cade un muro invisibile mastorico - commenta Gubitosi -contiamo di poter risparmiare 70milioni lanno. E il dg si lancianel paragone con la Bbc. Ma nelgoverno tale paragone sembra az-zardato, perch si ritiene che si

    possa fare molto di pi.Nei prossimi giorni Renzi infat-

    ti spinger lacceleratore sulla ri-forma della governance di vialeMazzini. Lidea del decreto sta-ta accantonata, nonostante Fran-cesca Puglisi, responsabile scuo-la del Pd, non trovi di meglio, persostenere la validit di una similesoluzione, che citare il preceden-te del decreto salva Retequat-tro approvato a fine 2003 dal go-vernoBerlusconi dopo cheCiam-pi aveva rinviato alle camere ilddl Gasparri. Il disegno di leggedel governo dovrebbe arrivare inconsiglio dei ministri entro duesettimane. La partita, tanto percambiare, intende giocarla il pre-mier in prima persona. E nellop-posizione cresce il timore dellaprossima nascita di Tele Matteo.

    Daniela Preziosi

    M ai come adesso Mediaset stava vi-vendo come un pachiderma, comeuna televisione che riprende pro-grammi da un catalogo della tv commerciale or-mai vecchio, antico, per nostalgici degli anni 80:lIsola dei famosi, il Karaoke che andr in ondapi in l. Invece, con questaOpa, diventa unnuo-vo competitore delmercato. Carlo Freccero, uo-modi tv e di comunicazione, nella sua lunga car-riera stato dirigente Rai e Fininvest. Ragionasullopa di Mediaset su Rai way, linfrastrutturadelle torri Rai. Qualcosa non gli torna. Cos Me-diaset si scrolla di dosso limmobilit permuover-si con sicurezza sul mercato. Perch?.Perch, Freccero?Mediaset da tempo ha perso la battaglia dei

    contenuti perch i nostri prodotti non possonocompetere con i colossi americani. Og-gi il prodotto vince sulla tv generalista.Ora quindi si muove su altri fronti. Sedavvero il patto del Nazareno rotto,Berlusconi lascia la politica e torna ilprotagonista della tv. LOpa sulla strut-tura, quelle che io chiamo le autostra-de della comunicazione, un modoper dire: almeno controller il pedag-gio ai nuovi che arrivano. Di pi: io,cioMediaset, mi aggiorno su un fattocruciale, la convergenza. La nuova tvlavora sulla convergenza fra tv telefo-nia e internet.La tv generalista per da noi va anco-ra forte.Perch viviamo in unpaese domina-

    todallAuditel, che fatto in quota pro-prio come le torri. Ma ormai, nel nuo-vo scenario, il prodotto vince sulla li-nea editoria. E quindi chi non ha lapossibilit di aggiornarsi cercaunapre-senza massiccia sulle autostrade. Eguadagna un sacco di soldi. E poi canche un piano B.Qual il piano B?Credo che Mediaset abbia in testa

    un patto con Telecom. Anche Tele-com hamesso in vendita i suoi siti e lesue torri. E in Telecom c il gruppoBollor che a sua volta azionista diHavas, colosso della comunicazione.Che a sua volta azionista di CanalPlus, che si occupa di contenuti. Eccola furbizia: far concorrenza a Murdo-

    ch, il vero nemico di Pier Silvio Berlusconi. An-che perchMurdoch sta per scendere dal satelli-te sul free, perch lItalia ha un tetto di abbonatioltre in quale non si pu andare. Lo ha gi fattocon linformazione. E la Rai per Berlusconi non un avversario, neanche un alleato: ha unaudien-ce vecchia. Berlusconi deve trovarsi un alleato. ECanal Plus il nemico acerrimo di Murdoch.Mediaset punta dunque a fare concorrenza aMurdoch. E la Rai?Da tutto questo il servizio esce completamen-

    te ridimensionato. Vede, nel capitalismo le crisiperiodiche hanno la funzione specifica di ripuli-re il mercato dei rentier dalla rendita parassitariae riportare tutte le risorse sul mercato degli inve-stimenti. Oggi la crisi ha un compito diverso: pri-vatizzare, tagliare ogni risorsa al pubblico per ri-versare tutte le risorse sul mercato. Non a caso aipaesi in crisi si offrono finanziamenti in cambio

    di privatizzazioni, vedi la Grecia. Ilmodello euro-peo del secolo scorso aveva come valori lo statosociale, il servizio pubblico anche radiotv, lascuola pubblica.Oggi invece il pubblico diven-tato sinonimo di spreco, casta, di abuso della po-litica. Quindi anche i governi che si proclamanodi sinistra vogliono privatizzare, tagliare. Il pianoper la Rai tagliare i tg e cio il pluralismo. Ma ilpluralismoun elemento creativo, era lunica co-sa che rimaneva alla Rai. La verit che la Rai vie-ne dimensionata, e la politica di Renzi la priva-tizzazione.Ma modello Bbc, di cui si parla oggi, plurali-sta ma anche senza sprechi.Ho letto che Milena Gabanelli propone difare

    come la Bbc. Ma tu ce li vedi i giornalisti entratiper clientela che si trasformano in giornalisti in-glesi? Non che con un corso di inglese fanno laBbc. Mi sembra utopia.

    Come si dovrebbero nominare i ver-tici Rai? inutile che io dia suggerimenti a

    Renzi, so chemanda sms ai suoi ami-ci e solo quelli legge. Vedo che vuoletrasformare la Rai nellistituto Trecca-ni. Una Rai che gi non conta nienteverr ancora ridotta.Scusi, ma proprio lei che stato al-lontanato dalle reti Rai sostieneche lattuale Rai pluralista?Se dovessero dare a me la riforma

    della Rai, inizierei potenziando il plu-ralismo. La tv ci condiziona, ci pla-sma. Molte ricerche dicono che chi esposto di pi a certi programmi tv -cronaca, nera - pi esposto alla pau-ra e allinsicurezza. Questa tv spinge adestra: il successo di Salvini il tipicoprodotto della nostra tv localistica egeneralista. Invece oggi pi che maiserve un una tv critica, che difenda lospettatore dalla manipolazione, che il vero tema della comunicazione. Ininternet il vero e il falso sono lo stes-so. E lamanipolazione passa per gli al-goritmi di internet. Serve una tv checrei spettatori avvertiti, quindi intelli-genti. E infatti la fiction dei grandi co-lossi americani fiction di critica,cheti fa vedere per esempio che la giusti-zia uno strumento in mano ai piforti. Cosa vuol fare Renzi della Rai?Dice parole vaghe: la bellezza, larte.Puttanate. Vuole solo privatizzare.

    INTERVISTA Freccero: Renzi vuole una tv pubblica come la Treccani, il Biscione punta lontano

    Piccola Rai, Mediaset sfider Murdoch

    LA DIRETTRICE DEL TG3 BIANCA BERLINGUER E MAURIZIO MANNONI FOTO LAPRESSE

    Lazienda di vialeMazzini prendeatto dellofferta.Ei Towers aspettale prossime mosse

    NAZARENO TV Il presidente del consiglio sullOpas per Raiway: E il mercato, abituatevi. Ma il 51% resta pubblico

    Renzi non butta Berlusconi dalla torre

    Il cda Rai d il vialibera al pianoGubitosi sui Tg.Ma il premiervuole di pi

    ROMA

    S i parlato anche di Rainellincontro che Beppe Gril-lo e Gianroberto Casaleggiohanno avuto ieri con il capo delloStato. E le cose dette dai due lea-derCinquestelle a SergioMattarel-la fanno sperare Pd e governo sul-la possibilit di unintesa con ilM5S per quanto riguarda la rifor-ma della televisione pubblica. Enecessaria unaccelerazione dellariforma dellinformazione del ser-vizio pubblico volta a evitare spre-chi e a promuovere sinergie, han-no spiegato Grillo e Casaleggio alcapo dello Stato, con il quale sonotornati a sottolineare come per ilmovimento sia prioritario faremaggior ricorso alle professionali-t interne allazienda, nonch pro-cedere con trasparenzanelle nomi-nedei direttori e avviare una razio-nalizzazione delle risorse. Oltre,ovviamente, a fare in modo che siarrivi a una completa autonomiadella Rai dai partiti.Tutti punti sui quali una conver-

    genza sarebbe possibile e chenon sono sfuggiti al Pd e allo stes-soMatteo Renzi. molto interes-sante l'apertura di Beppe Grillosulla Rai, non dimentico che luidalla Rai fu cacciato. Se c' un ar-gomento su cui ascolterei volen-tieri Grillo proprio questo, dicein serata il premier aprendo a suavolta al dialogo con lex comico. Eunulteriore conferma arriva an-che da Roberto Fico. Sulla rifor-ma della Rai il M5S pronto a dia-logare con tutte le forze politichepresenti in parlamento e con lamaggioranza di governo, confer-ma il presidente della commissio-ne di Vigilanza Rai.In attesa di sviluppi, Grillo non

    haperso loccasione per trasforma-re lincontro con il capo dello Sta-tao in u pretesto per stupire e divi-dere il Movimento. Come annun-cato ad arte per creare attesa, il lea-der si infatti presentato al Quiri-nale con una ragazza siciliana di18 anni,Maria Teresa, definita dal-lo stesso Grillo come la pi giova-ne attivista del M5S. Una sceltanon compresa dagli attivisti cheavrebbero preferito veder salire alColle i capigruppo di Camera e Se-nato in rappresentanza dei lavoso-tr svolto da deputati e senatori Cin-questelle, e il vicepresidente dellaCamera Luigi Di Maio. Tutti rima-sti invece fuori la porta senza tan-te spiegazioni. Messa comunqueda parte qualche frase poco genti-le inviata da Grillo allindirizzo diMattarrella nelle scorse settimane,il duo di fondatori si detto soddi-sfattodellincontro, al punto da au-gurarsi di poter replicare in futuro.Rai a parte, con Mattarella Grilloha toccato alcuni punti fondamen-tali per ilM5S. Come tutte le oppo-sizioni ha chiestomaggior rispettoda parte del governo verso il parla-mento, ricordando leccessivo ri-corso alla decretazione durgenzafatto da Renzi. Il governo ha sino-ra presentato alle Camere 28 de-creti legge (media 2,3 al mese) eha posto 34 questioni di fiducia(media 2,8 al mese), scritto neldocumeto lasciato al capo delloStato. E poi la lotta a mafia e cor-ruzione e labolizione dei vitaliziparlamentari per i condannati,ma anche una valutazione del pre-sidente sulla legge elettorale chedisciplina lelezione soltanto diuna Camera. Infine hanno chie-sto la discussione del ddl presen-tato dalM5S sul reddito di cittadi-nanza, attualmente in commissio-ne Lavoro del Senato ma non an-cora calendarizzato.Alla fine Grillo e Casaleggio se

    sono ripartiti senza riferire ai parla-mentari del colloquio, e la cosanon stata gradita. Al di l dei maldi pancia interni, lincontro ha se-gnato comunque una netta inver-sione di rotta dei rapporti avuti fi-nora con il Quirinale, quando ca-podello Stato eraGiorgioNapolita-no. Vogliamo ringraziare il presi-dente per l'incontro e per la simpa-tia, stato il commento fatto daGrillo eCasaleggio primadi imboc-care la strada di casa. c.l.

    POLITICA

    Berlusconi abbandona la politica e tornaprotagonista della televisione, con le torrisi guadagnano molti soldi. Viale Mazzinicome la Bbc? Non basta fare un corso di

    inglese ai giornalisti assunti con le clientele

    L'Italia ormai il pi importantepunto di ingresso di migranti inEuropa: nel 2014 sono arrivativia mare 170mila richiedenti asi-lo, rifugiati e migranti e gli arriviall'inizio del 2015 si sono intensi-ficati. La situazione in Libia fapresagire un flusso sempre mag-giore: nessun altro Stato mem-bro ha mai affrontato un tale nu-mero di persone che attraversa-no in modo irregolare le frontiereesterne dell'Unione. Molte di que-ste persone sono rifugiati: lo scor-so anno l'Italia ha ricevuto 64mi-la domande d'asilo e ben il 60%di persone ha ricevuto una formadi protezione. Sono i dati illu-strati dal Cir - Consiglio Italianoper i rifugiati, che ha organizzatoa palazzo Chigi la tavola rotondaIl Sistema Dublino e il Principiodi Solidariet intra-Ue, per pro-muovere il superamento del Si-stema Dublino. Il Sistema Dubli-no - sostiene il Cir - oltre ad es-sere inumano, anche ineffica-ce: i dati relativi al Sistema Dubli-no, che ha un pesantissimo im-patto sia sulla vita delle personenonch sui costi che gli Statidebbono sostenere, ha un impat-to numerico veramente molto li-mitato.

    MIGRANTI

    Il Cir: Regolamentodi Dublino ormaisuperato, lUedeve modificarlo

    5 STELLE

    Grillo al Colleper parlare di tv.E Renzi approva

  • VENERD 27 FEBBRAIO 2015 il manifesto pagina 5

    Antonio Sciotto

    S ul men di McDo-nalds c unevasioneda un miliardo di dol-lari: laccusa viene da una coa-lizione di sindacati e associa-zioni europee e statunitensi,che ieri ha presentato un cor-poso dossier a Bruxelles. Il tito-lo dello studio Unhappy Me-al. Lelusione fiscale di McDo-nalds in Europa e lalleanza an-ti-Mac raccoglie il consorzio disindacati del comparto pubbli-co europeo (Epsu) e degli Usa(Seiu), quelli del turismo e delsettore alimentare (Effat), la le-ga di lavoratori americanaChange to win, e infine la onginglese War on Want, che sibatte contro la povert.Il rapporto riferisce che Mc

    Donalds sarebbe gi sotto in-dagine da parte della Commis-sione europea per un sistemadi evasione che, come per tan-te altre multinazionali, finiscedritto in Lussemburgo. E se direcente il consorzio internazio-nale di giornalisti ICIJ ha porta-to alla luce il dossier Luxleaks,che hamesso sotto accusa ben300 grandi aziendeper i loro ac-cordi con il piccolo stato nelcuore dellEuropa - tra cui Pep-si, Ikea e FedEx - dallaltro latoBruxelles ha gimessonelmiri-no colossi comeAmazon, Goo-gle, Apple e litaliana Fca/Fiat.Levasione di McDonalds,

    in particolare, su cui lalleanza

    di sindacati e associazioni orachiede ufficialmente di indaga-re, si formerebbe attraverso ilmeccanismodelle royalties, ov-vero i diritti che i punti venditain franchising (il 73% del totalein Europa) devono alla casamadre: non solo il 5% sulle ven-dite, ma spesso anche laffittodei locali, visto che la societdei due archi dorati ha in ma-no anche un discreto patrimo-nio immobiliare.McDonalds, secondo il dos-

    sier, convoglierebbe le sue ro-yalties in una controllata lus-semburghese, la McD EuropeFranchising Srl, istituita nel2009, cos da evitare di pagarele tasse nei singoli paesi dovele raccoglie. Cifre non da poco:dal 2009 al 2013 le royalties eu-ropee sarebbero state pari a3,7 miliardi di euro, peraltro increscita costante anno dopoanno. Se si fossero mantenutiquesti diritti nei diversi stati eu-

    ropei, e fossero stati tassati co-me profitti, si sarebbe avutanei cinque anni analizzatiunentrata nei bilanci di ben1,06miliardi di euro. Una bellasomma sottratta al fisco.E dire che la struttura lus-

    semburghese ha solo 13 impie-gati, mentre sempre nel 2009la McDonalds spostava il suoquartier generale europeo aGi-nevra. Un meccanismo che hapermesso di sottrarre gettito fi-scale non solo ai paesi europei,ma perfino agli Usa. Risibili letasse pagate dalla McDonaldsnei cinque anni analizzati: solo16 milioni di euro. E ancorapi incredibili quelle versatenel 2013 al Lussemburgo, tan-to che lo studio le definiscestupefacenti: 3.335,33 euro.Cifra talmente bassa che la

    coalizione ipotizza addiritturaun patto tra la multinaziona-le e le autorit lussemburghesi,per uno sconto ulteriore rispet-to alla tassazione standard.Negli anni della grande crisi,

    mentre McDo incrementavaprofitti e royalties (la crescitadelle vendite del 20% dal2007-2008)), venivano sottratterisorse che gli stati avrebberopotuto investire in welfare.Certo, il secondodatore di la-

    voroprivato delmondo (1,9mi-lioni di addetti) dovrebbe porsiforse anche qualche problemaetico: Mc Donalds ha 36 milapunti vendita in tutto il globo,e 7.850 in Europa. Nel nostro

    continentenel 2013 ha realizza-to vendite per 20,3 miliardi dieuro, quasi il 40% dei suoi gua-dagni mondiali. Ma al contra-rio, si sa che inmolti casi i lavo-ratori risultano precari o sotto-pagati, spesso con cos pocheore a settimana (a volte anchezero) da non poter mettere in-sieme pranzo e cena.Pesante anche levasione im-

    putata alle attivit italiane: coni suoi 500 locali, il McDo no-strano ha incassato secondo ildossier ben 4,6miliardi di euronel periodo 2009-2013 (e oltre1 miliardo nel solo 2013), do-vendo royaltiespari a 237,8mi-lioni. Levasione sarebbe di74,7 milioni, che sommati ai149,3 di eventuali sanzioni fa-rebbero ben 224 milioni sot-tratti al fisco. Cifra notevole,che avremmo potuto investireper la cassa in deroga, ad esem-pio, o per la sanit.In Italia il dossier stato ri-

    preso da Fp e Filcams Cgil: Sichiede alla Direzione europeasulla concorrenza - dicono idue sindacati in una nota - diindagare e approfondire il ca-so Mc Donald's, alla stregua diquanto si iniziato a fare perimprese quali Amazon, Fca,Apple o Google. Lobbiettivo allargare il fronte. Il governoitaliano dovrebbe avere tuttolinteresse a scoraggiare prati-che di questo tipo e a farsi par-te attiva in Europa.McDo ha replicato: Rispet-

    tiamo tutte le regole fiscali ap-plicabili: oltre a pagare le tassesui profitti, versiamo significati-vi contributi sociali dei dipen-denti, le imposte di proprietsugli immobili, e tutte le altretasse richieste dalla legge.

    D ue tra le principali causeallorigine della lunga cri-si economica italiana fan-no riferimento ad alcune deci-sioni portate avanti dai governidi centro- sinistra negli anni no-vanta. Da allora in poi, in buonaparte, sia pure conqualche oscil-lazione, andato male landa-mento del pil, degli investimen-ti, della produttivit, delle spesein ricerca e sviluppo.Tra queste decisioni ricordia-

    mo, da una parte, il nuovo ap-proccio ai temi del lavoro, pri-ma con gli accordi diconcertazione governo- im-prese- sindacati, poi con la leg-ge Treu del 1997, che inaugurala stagione del lavoro flessibile;dallaltra, lavvio dei processi diprivatizzazione.Il primo tipo di provvedimen-

    ti ha portato adun aumento rile-vante dei profitti delle imprese,chenon sonoper stati usati, co-me era necessario, per ammo-dernare lapparato industrialedel paese, ma invece per gonfia-re gli impieghi speculativo-fi-nanziari e alimentare il traspor-to del denaro, almeno in parte,al di l delle Alpi. Si aperta pa-rallelamente la via al precariato.Per quanto riguarda il secon-

    do tipo di decisioni, va ricorda-

    to che le imprese pubbliche,con tutti i loro difetti, facevanoinvestimenti, garantivano di fre-quente unoccupazione qualifi-cata, spendevano in ricerca esviluppo, contribuendo a soste-nere il paese. Una volta privatiz-zate tutto questo venuto so-stanzialmente e in larga misuraa cessare.Le liquidit rilevanti ottenute

    dalla vendita delle imprese so-no quasi immediatamentescomparse nelle voragini dellaspesa pubblica improduttivadei governi che si sono succedu-ti al comando, a partire da quel-li Berlusconi-Tremonti. Inoltrele cessioni hanno in alcuni casicontribuito a creare degli oligo-poli privati si pensi alle auto-strade, che dal momento dellaprivatizzazione in poi hanno vi-sto aumentare a dismisura i pe-daggi-, in altri hanno dato luo-

    go ad operazioni politiche di-struttive si ricordi il caso Alita-lia- ed in altri ancora, comenellesempio di Telecom Italia,ad un affossamento delle pro-spettive di sviluppo aziendale.

    Mentreper il lavorodaallora inpoi stata tutta una sequenza ul-teriore di provvedimenti - con iljob-act ultimo e decisivo passo inmateria-, che hanno contribuitoadaffossare leprospettivedelloc-cupazione, per le privatizzazionisi era ad un certo punto smessodi pensarci ulteriormente.

    Ma ecco che si ricomincia.Dopo la cessione, qualcheme-

    se fa, di una quota rilevante diRai Way e quella pi recente diAnsaldo Energia e di AnsaldoTrasporti a societ asiatiche va-rie, la notizia di ieri che si da-ta mano alla privatizzazione diuna quota del 5,74% dellEnel,mentre sono in pista, a vari sta-di di avanzamento, quella del40% delle Poste e delle Ferrovie.Per quanto riguarda lEnel, il

    Tesoro possedeva il 31,2% dellasociet, mentre adesso, incas-sando 2,2 miliardi, scender al25,5%. In teoria il governo po-trebbe mantenere il controllodel gruppo anche con tale per-centuale, anche perch lo statu-to dellazienda prevede che nes-sun privato possa detenere pidel 3%.Ma tale clausola potreb-be essere cambiata, o, comun-que, alcuni gruppi di imprendi-

    tori si potrebbero coalizzareper cercare di prendere il co-mando.Intanto si sta lavorando ala-

    cremente sulle Poste, societche dovrebbe essere quotatain borsa fra qualche mese e dicui dovrebbe essere cedutoper il momento solo il 40%del capitale.La vendita di una quota di ca-

    pitale di entit percentuale simi-le per le Ferrovie invece perlanno prossimo.In complesso, il nostro amabi-

    le governo si impegnato a ven-dere con lobiettivo di incassare10 miliardi allanno tra oggi e il2017. Naturalmente il traguardonon sar interamente raggiun-to, ma speriamo comunque chei guasti che si faranno al nostrosistema industriale e finanziariosiano inferiori a quelli dellonda-ta di privatizzazioni precedenti.Sul fronte finanziario i proventiEnel magari serviranno a fare laguerra alla Libia, azione di cuitutti sentiamo il bisogno, o ma-gari a comprare gli indispensabi-li F-35. Chiss. Che servano inve-ce, comeufficialmente dichiara-to, a ridurre il debito pubblico,pari oggi a pi di 2100 miliardidi euro, appare in ogni caso po-co plausibile.

    Massimo Franchi

    I eri mattina - come da tradizione - stato presentato alministero del Lavo-ro il Rapporto annuale dellattivit divigilanza in materia di lavoro e legislazio-ne sociale. I numeri non si discostanomolto dagli ultimi anni e delineano unpa-ese dove il lavoro nero e le irregolarit so-no la regola.Ma il rischio reale che il rap-porto sia lultimo attendibile. Il decreto de-legato che istituir lAgenzia unica, accor-pando molte delle funzioni ora espletateda Inps e Inail, per i sindacati ridurr forte-mente i controlli.Nel 2014 sono state ispezionate 221.476

    aziende, di cui sono risultate irregolari142.132, il 64,1 per cento (con il picco chesi conferma nei cantieri edili), tasso in li-nea con quello dellanno precedente.L'ammontare dei contributi e dei premievasi nel 2014 pari a 1,508miliardi di eu-ro, in aumento del 6,1 per cento rispettoal 2013 (1,421 miliardi di euro). In media,guardando agli anni precedenti la metviene poi effettivamente incassato.I lavoratori in nero rappresentano co-

    munque il 42,61% di quelli irregolari, per-centuale significativa se confrontata conquella rilevata nellanno 2013 (pari al36,03%) e che registra, dunque, un incre-mento di quasi 7 punti percentuali. Undato - sottolinea il rapporto - sintomati-

    codella completa assenza della sia purmi-nima attenzione ai diritti e alle tutele fon-damentali dei lavoratori, nonch ai con-nessi profili della salute e della sicurezza.Lelusione contrattuale soprattutto uti-lizzo abusivo di forme contrattuali flessibi-li volte a dissimulare veri e propri rapportidi lavoro subordinato: ben 9.428 casi rile-vati, con il picco nel terziario (7.618 casi).Le sospensioni di attivit adottate si rife-

    riscono quasi esclusivamente (6.836)alloccupazionedi lavoratori innero,men-

    tre soltanto 2 provvedimenti sono per gra-vi e reiterate violazioni sulla tutela della sa-lute e sicurezza. In fatto di appalti, sub-bappalti e voucher si registra un vero eproprio boom in agricoltura: pi 85 percento rispetto al 2013. Ancora presente lapiaga del lavorominorile: 172 casi rilevati.Presentando i dati assieme al direttore

    per lAttivit ispettiva, Danilo Papa, il mi-nistro Giuliano Poletti ha confermato cheil decreto sar portato alla discussione inconsiglio deiministrimarted, appena do-po il tavolo convocato la mattina stessacon i sindacatimentre lUsb ha gi annun-ciato uno sciopero che dar seguito allamanifestazione di domani a Milano a cuiparteciperanno gli ispettori di Inps e Inail.Vogliamo lavorare - ha spiegato Poletti -essenzialmente in una logica di tutela deilavoratori, di mantenimento della corret-ta concorrenza fra imprese e di limitazio-ne delle truffe ai danni dello Stato e delleistituzioni. Faremo questo - ha concluso -concentrandoci sulle violazioni sostanzia-li. Si tratta della "dottrina Renzi" in fattodi controlli (e di fisco): Non pu esistereche unimpresa subisca controlli conti-nui: ci deve essere un controllo unico chevalga per tutti e per anni.Una dottrina che il prodromo dellil-

    legalit legalizzata - attacca SalvatoreChiaramonte, segretario nazionale FpCgil - cos come il rapporto del ministero lultimo che ha un senso. Lagenzia uni-ca infatti la realizzazione del sogno diSacconi che da ministro parlava diunagenzia unica con un trattamento piattento alle esigenze delle imprese allin-terno di un patto di governo con lNcd. Eil decreto delegato far proprio questo:chiuder tutte le Direzioni territoriali delministero sul territorio, rafforzer il con-trollo politico sulla filiera e toglier il coor-dinamento fra Inps, Inail e ministero. Laratio del provvedimento viene totalmentecontestata dalla Cgil: Si dice che si vuoleevitare la doppiezza delle funzioni e deicontrolli ma in molte regioni questo pro-blema gi superato dal cosiddetto coor-dinamento delle agende: con i database sievita che dove andata lInps, arrivi dopopoco lInail o il ministero. In realt poi letre istituzioni gi oggi avrebbero compitibendiversi: ilministero si occupadei con-trolli sui contratti, le altri due Inps e Inaildovrebbero verificare la posizione contri-butiva e gli infortuni.La protesta dei sindacati ha gi blocca-

    to il blitz del governo - il decreto dovevaessere presentato assieme alle tipologiecontrattuali venerd scorso - ma Cgil, Cisle Uil non si fanno illusioni. Puntano a ri-durre il numero dei lavoratori - ora quasi1.800 - che verranno spostati (con il soloscopo di risparmiare 15-20milioni) dopoaver cancellato dalla legge di stabilit legi poche assunzioni di ispettori previste,appena 200.

    La denuncia diuna coalizione di

    sindacati eassociazioni:

    vizio comunea tanti altri big,

    da Fca ad Apple

    SCUOLA Anief: ai neoassunti stipendio bloccato per 12 anni

    ECONOMIA

    FOTO REUTERS

    Per finanziare le 140mila assunzioni nella scuola, il Governo pensa di bloccare per 12anni gli stipendi dei neo immessi in ruolo. Lo afferma il sindacato Anief che annuncia unavalanga di ricorsi. Si sta pensando di allungare ulteriormente il primo "gradone" (ora di 9anni) e di raffreddare le ricostruzioni di carriera, rinviandole magari a tempi migliori. E gisi parla di una nuova riduzione del fondo di istituto gi adesso del tutto insufficiente a re-munerare il maggiore impegno dei docenti e del personale ATA spiega il sindacato. Secon-do questa indiscrezione, non diversa da quelle pubblicate dal governo sulla stampa negliultimi giorni, la Buona Scuola sar una riforma a costo zero, che si finanzier con il lavo-ro dei docenti neo-assunti (125 mila? 148 mila?), danneggiandoli ancora una volta. Primadi un vertice a Palazzo Chigi, il ministro dellIstruzione Giannini ha detto: Questo non ilprovvedimento dei precari: non abbiamo pensato di far ripartire la scuola, per cominciare amigliorare anche le condizioni culturali della nostra societ, pensando solo a precari.

    Lo Stato ha vendutoper 2,2 miliardi il5,74%, abbassando lasua quota al 25,5%: arischio il controllo

    Boom del nero,specie in agricoltura.Marted il decreto.Cgil: controlli caleranno il sogno di Sacconi

    VERSO LAGENZIA UNICA I sindacati: ridurr i controlli

    Lultimo rapporto sul lavoro:irregolare unazienda su due

    DOSSIER Il re dei panini avrebbe evaso tasse per 1 miliardo in Europa, 75 milioni in Italia

    E cos i profittiMcDonaldsscappano inLussemburgo

    ENEL

    Privatizzare per fare cassa,guastando il nostro sistema industriale

    Vincenzo Comito

  • pagina 6 il manifesto VENERD 27 FEBBRAIO 2015

    Michele GiorgioGERUSALEMME

    I l governo israeliano, se riconferma-to dal voto del 17 marzo, conta dicostruire in Cisgiordania 48 miladei 279 mila appartamenti previsti daiprogetti che tiene pronti nei cassetti.Altre 15 mila unit abitative sarannoedificate nella zona araba (Est) di Geru-salemme, non certo per gli abitanti pa-lestinesi. unimmensa colata di ce-mento in un territorio occupato, incontinuit con il 2014, lanno-recordin cui il governo israeliano ha lanciatopi gare dappalto, nellultimo decen-nio, per espandere le colonie.Con in tasca questo regalo del mini-

    stro delledilizia Uri Ariel, uno dei su-perfalchi del governo, il 3marzoNetan-yahupronuncer il suo controverso di-scorsodavanti al CongressoUsa. Il pre-mier israeliano aWashingtonnonpun-ta solo a condannare la linea del dialo-go con Tehran portata avanti da Oba-ma. Lappuntamento che rischia di farprecipitare al punto pibasso le gi dif-ficili relazioni tra il presidente america-no e il primoministro israeliano (quel-le strategiche tra Usa e Israele restanoben salde), servir a Netanyahu per ri-volgersi allopinione pubblica israelia-na. Anche a scopo elettorale, dramma-tizzer la minaccia iraniana (che dueanni fa lo stesso servizio segreto israe-liano Mossad aveva fortemente ridi-mensionato, secondo gli Spycables)per presentarsi come lunico garantedella sicurezza di Israele.Per Netanyahu fondamentale tor-

    nare a casa da vincitore, come quelloche le ha cantate adObama a casa sua,il leader dal pugno di ferro pronto adattaccare militarmente lIran sfidandoanche Washington. Il premier crede diottenere, in questomodo, i voti di quel20% di israeliani ancora indecisi chepotrebbero dargli la vittoria alle legisla-tive del 17 marzo. I sondaggi indicanosempore un testa a testa tra il Likud, ilpartito di Netanyahu, e Blocco sioni-sta, lo schieramento centrista guidatodal leader laburista IsaacHerzog. Il pre-mier convinto di farcela ma sulla suastrada apparsa lemergenza-casa sul-la quale ora batte il suo principale riva-le. Un rapporto presentato qualchegiorno fa dal Controllore dello Stato(una sorta di Corte dei Conti), affermache da quando al potere, sei anni fa,Netanyahu e i suoi ministri hanno fat-to poco per soddisfare la richiesta di ca-se, provocando cos il forte aumentodel costo delle abitazioni. emerso quello che in verit era

    chiaro a tutti: Netanyahu ha costruitotanto per motivi ideologici, migliaia emigliaia di case per coloni nei Territorioccupati e ben poco per i cittadini chevivono in Israele. Netanyahu parla so-lo dellIran, tutti i giorni, mentre do-vrebbe spiegare cosa intende fare perdare pi case agli israeliani e far scen-dere il costo delle abitazioni. Se diven-

    ter premier, per prima cosa mi occu-per del problema-casa, ha promessoieri Herzog inserendo definitivamentequesto tema nella campagna elettora-le. Tuttavia il leader di Blocco Sioni-sta non ha detto che le case per deci-ne di migliaia di famiglie lui le costrui-r tutte in Israele. E nonhamai annun-ciato di voler sospendere la colonizza-zione.Qualche giorno fa ha spiegato che

    dar altre case solo ai coloni che vivo-nonellemaggiori concentrazioni di in-sediamenti israeliani in Cisgiordania,ossia in quella Area C del territoriopalestinese che qualsiasi governo, dicentrodestra o di centrosinistra, pensadi annettere tutta o in parte a Israele.Per ora procede la colonizzazione or-dinaria, comunque da record. Secon-do uno studio dellassociazione PeaceNow, i bandi per le nuove costruzionisono triplicati dal 2013 rispetto al pre-cedente governo, sempre guidato daNetanyahu. Sono state fatte 4.485 garedappalto nel 2014 e 3.710 nel 2013(2007 erano statemenodi 900). Lincre-mento demografico annuale dei colo-

    ni di circa il 5,5%, contro l1,7% deglialtri israeliani.A nulla sono servite le condanne sta-

    tunitensi degli ultimi progetti israelia-ni di colonizzazione. Hanno solo con-fermato la tensione quasi esplosivache c tra Obama e il premier israelia-no. Il discorso al Congresso non po-chi parlamentari democratici, snobba-ti da Netanyahu che non li incontrer,hanno annunciato che non sarannopresenti in aula ha avvelenato il cli-ma, spingendouna convinta sostenitri-ce di Israele, il Consigliere per la sicu-rezza nazionale Susan Rice, a definire,in unintervista, larrivo negli States delprimo ministro una mossa infelice edistruttiva per il tessuto delle relazio-ni tra Usa e Israele.Una stoccata al premier arrivata

    dal Segretario di stato Kerry che hacondannato le dichiarazioni, a suo di-re poco informate, di Netanyahu sulcontenuto dei colloqui con lIran. Oba-ma ha fatto sapere che non riceverNetanyahu e si comporter allo stessomodo il suo vice Joe Biden. Kerry inve-ce il giorno del discorso sar allestero.

    Chiara Cruciati

    J ihadi John ha solo 26 anni.Cos era stato ribattezzatodai media internazionali ilboiadellIsis, il frontmandeivi-deo delle esecuzioni speditenel mondo via web. A identifi-carlo sono stati i servizi segretiinglesi: si tratterebbe diMohammed Emwazi, cittadi-no britannico, nato in KuwaitmacresciutoaLondra,aLance-fieldStreet,quartiereamaggio-ranzamusulmana, case popo-lari, gang e traffico di droga.Di nuovo un foreign fighter,

    un combattente straniero, a ri-provadidove il califfatovaape-scare, tra i giovani musulmanieuropei spesso marginalizzatieconomicamenteesocialmentenelvecchiocontinente,orecchiopronteperlesireneislamiste:se-condo lintelligence Emwazi,unalaureaininformaticaallUni-versit di Westminster, sarebbearrivato inSirianel2012.Luomo che giustizi il pri-

    mo ostaggio Usa, James Foley,e poi Sotloff, Haines, Henning,Kassig e i giapponesi Yukawa eGoto, fu arrestato nel 2009 inTanzania durante una vacan-za: detenuto epoi deportato inGranBretagna, fu accusato daiservizi segreti di SuaMaest divolerentrareillegalmente inSo-malia per unirsi ai qaedisti dial-Shabab. Gli ufficiali tentaro-nopoidi reclutarlocomeinfor-matore.Emwazi rifiut, si avvi-cinagruppi islamisti estremi-stiequalchetempodoposi tra-sforminJihadi John.Lintelli-gencebritannicasistematica-mente impegnata nel vessaregiovanimusulmani, rende lorolavita imposs