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U NIVERSITÀ D EGLI S TUDI D I C AGLIARI FACOLTÀ DI S CIENZE DELLA F ORMAZIONE C ORSO DI L AUREA IN S CIENZE DELLA F ORMAZIONE P RIMARIA IL METODO EDUCATIVO DELLO SCOUTISMO PER I BAMBINI: IL LUPETTISMO Relatore: Prof. ENRICO EULI Tesi di Laurea di: ANGELA PAOLA MELONI Anno Accademico 2010/2011

IL METODO EDUCATIVO DELLO SCOUTISMO PER I BAMBINI: … metodo educativo dello scoutismo - Angela Paola...Libro della giungla di Kipling: un’ambientazione in cui il bambino è in

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

FA C OLT À D I SC IE N Z E DE L L A FO RM A Z IO N E

C O R S O D I LA U R E A I N S C I E N Z E D E L L A F O R M A Z I O N E P R I M A R I A

IL METODO EDUCATIVO DELLO SCOUTISMO PER I BAMBINI:

IL LUPETTISMO

Relatore:

Prof. ENRICO EULI

Tesi di Laurea di:

ANGELA PAOLA MELONI

Anno Accademico 2010/2011

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Ad Andrea,

che mi ha trasmesso la passione per lo scoutismo,

e che sarà sempre nel mio cuore.

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INDICE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 1

IL METODO EDUCATIVO DELLO

SCOUTISMO PER I BAMBINI:

IL LUPETTISMO.

CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE

Introduzione .................................................................................................... 4

CAPITOLO 2 – CENNI SULLO SCOUTISMO

Cenni sullo scoutismo ........................................................................................ 7

2.1 Baden Powell e la nascita dello scoutismo .......................................... 8

2.2 Lo scoutismo in Italia ........................................................................... 19

2.3 Lo scoutismo nel mondo ..................................................................... 23

2.4 Le branche dello scoutismo .................................................................. 25

CAPITOLO 3

IL LUPETTISMO

Il Lupettismo ..................................................................................................... 30

3.1 Il metodo ................................................................................................ 33

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INDICE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 2

3.2 Il libro della giungla di Rudyard Kipling ............................................. 38

3.2.1 Il racconto giungla .................................................................... 45

CAPITOLO 4

LA MORALE PER TIPI

La morale per tipi ............................................................................................. 49

4.1 Tipi positivi ........................................................................................... 52

4.2 Tipi negativi .......................................................................................... 58

CAPITOLO 5

I GIOCHI GIUNGLA

I giochi giungla ................................................................................................ 62

5.1 Tipologie di giochi ................................................................................ 63

5.2 Le storie di Mogli: giochi per ogni racconto ........................................ 71

5.2.1 I fratelli di Mowgli ...................................................................... 71

5.2.2 La caccia di Kaa ........................................................................... 73

5.2.3 Come venne la paura ................................................................... 75

5.2.4 Il fiore rosso ................................................................................. 80

5.2.5 La tigre! La tigre! ........................................................................ 84

5.2.6 L’invasione della giungla ............................................................ 88

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INDICE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 3

5.2.7 L’ankus del re .............................................................................. 91

5.2.8 I cani rossi ................................................................................... 94

5.2.9 La corsa di primavera .................................................................. 98

5.3 Le danze giungla ................................................................................ 101

CAPITOLO 6 – CONCLUSIONI

Conclusioni .................................................................................................. 110

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ............................................................... 113

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INTRODUZIONE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 4

INTRODUZIONE

uesto lavoro nasce da una grande passione, quella per lo

scoutismo, e dalla convinzione che ancora oggi, dopo cento anni

dalla sua nascita, il metodo educativo ideato da Baden Powell sia

attuale ed efficace, e questo è confermato dal fatto che ancora le sue idee e

i suoi principi sono radicati in ogni parte del mondo e uniscono milioni di

persone in una grande fratellanza scout.

Alle fondamenta del Movimento scout sta la branca Lupetti, la cui unità

base è il Branco.

Il Branco accoglie bambini e bambine di età compresa tra i 6-8 e i 10-

12 anni (l’età di ingresso di uscita dall’unità varia a seconda delle

associazioni), più o meno l’età della Scuola Primaria, ed è per questo che,

nonostante sia l’ultima delle branche scout ad essere stata ideata (nel 1916,

quando già il primo campo sperimentale per esploratori si era svolto nel

1907), è sicuramente la più importante, perché coinvolge l’individuo nel

periodo in cui si forma la sua coscienza e il carattere, momento delicato e

fondamentale perché i bambini di oggi saranno i cittadini di domani.

Il bambino a quest’età esce di casa e allarga la sua cerchia sociale (con

la scuola). Ha già chiaro il concetto di bene e di male, non come concetto

astratto, etico o religioso, ma come qualcosa di concreto che si manifesta

nelle azioni (“faccio da bravo” o “da cattivo”).

Q

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INTRODUZIONE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 5

Siamo nella fase in cui la fantasia regna sovrana, in cui ogni spunto

può essere buono per costruirsi un gioco o una situazione di fantasia (ad

esempio può parlare con un personaggio immaginario, trasformare una

scopa in un cavallo, ricreare una situazione familiare con le bambole,

simulare una battaglia con i soldatini, ecc.).

Il gioco è, in questa fascia d’età, un modo per rapportarsi con il mondo

esterno e per crescere.

La forza del Lupettismo sta nel fatto che è basato su ciò che

caratterizza la vita del bambino, su quello che a lui piace e che fa parte del

suo mondo: il gioco e la fantasia. Questi sono gli strumenti principali

attraverso cui la branca Lupetti persegue i suoi obiettivi educativi, che

sono: la crescita psicologica, anche in rapporto al mondo esterno, la

crescita morale, lo sviluppo psico-fisico e lo sviluppo del senso di

responsabilità del lupetto.

Tutto nel branco è posto sotto forma di gioco, ovvero si impara giocando.

Le attività presentate non sono pure e semplici, ma ambientate.

L’ambientazione principale scelta da Baden-Powell è quella fantastica del

Libro della giungla di Kipling: un’ambientazione in cui il bambino è in

grado di identificarsi in Mowgli, il cucciolo d’uomo, mentre l’adulto

impersona quei personaggi che nel racconto sono i conduttori del branco o

comunque le figure di esperienza, forza, astuzia, e cioè Akela, Bagheera,

Baloo, ecc. L’adulto entra a far parte integrante del gioco in maniera

naturale e non imposta.

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INTRODUZIONE

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 6

L’elaborato si apre con la presentazione dello Scoutismo, del suo

fondatore e dello sviluppo del Movimento in Italia e nel mondo (cap.2).

Il cap.3 è stato dedicato al Lupettismo e alla metodologia del Branco, con i

suoi strumenti.

Negli ultimi due capitoli (capp. 4 e 5) sono stati approfonditi due

strumenti fondamentali sui quali si basa il metodo, e cioè la morale per tipi

e i giochi giungla.

In Branco non si fa morale diretta, ma si agisce sempre

indirettamente. L’ambientazione fantastica ha una morale consona allo

sviluppo morale ed etico dei lupetti. I personaggi che si raccontano sono

sempre buoni o cattivi, e sono modelli da imitare o da evitare, in base alla

simpatia o all’antipatia che ispirano nei bambini.

Nei giochi giungla si trasferisce l’ambientazione fantastica di Kipling,

fermo restando lo scopo del gioco. L’ambientazione giungla offre infiniti

spunti, a partire dai racconti - che in ogni loro parte racchiudono idee,

concetti, e strumenti da utilizzare - sino ad arrivare alle caratteristiche dei

personaggi e dei luoghi, che possono diventare nuove fonti di ispirazione.

Si ha inoltre la possibilità, attraverso i giochi, di ripassare e approfondire

episodi, tematiche e concetti presenti nel racconto. Nell’ultima parte di

questo lavoro sono riportati diversi esempi di giochi collegati ai racconti

delle Storie di Mowgli.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 7

CAPITOLO 2

CENNI SULLO SCOUTISMO

Lo scoutismo è nato in Gran Bretagna nel 1907, da un’idea geniale di Lord

Baden Powell.

Con il termine “Scouting” (scoutismo) si intendono l’opera e le qualità

dei pionieri, degli esploratori e dei soldati di frontiera.

Dando ai ragazzi i primi elementi di questo insegnamento, noi mettiamo a loro

disposizione un sistema di giuochi e di attività che va incontro ai loro desideri e ai

loro istinti, ed al tempo stesso ha un’efficacia educativa.

Dal punto di vista dei ragazzi, lo scoutismo è attraente perché li riunisce in

bande basate sulla fraternità, che rappresentano poi la loro organizzazione

naturale, sia che si tratti di giocare, o di combinare imprese delittuose, o di

bighellonare; lo scoutismo dà loro un uniforme che piace ed un equipaggiamento;

parla alla loro fantasia e al loro senso romantico; e li impegna in una vita attiva

all’aperto.

Dal punto di vista dei genitori, lo scoutismo è ben accolto perché assicura ai

loro figlioli buona salute e sviluppo fisico; insegna loro la tenacia, sveglia

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 8

l’ingegnosità e l’abilità manuale, dà ai ragazzi disciplina, coraggio, cavalleria ed

attaccamento alla comunità in cui vivono; in una parola ne sviluppa la personalità

che è più necessaria di ogni altra cosa all’uomo per farsi strada nella vita.

Il metodo scout sveglia nel ragazzo il desiderio di imparare da sé, e non gli

inculca per forza le cognizioni.

Dal punto di vista nazionale il nostro scopo è quello di avere, dalle nuove

generazioni, dei bravi cittadini.

Nei riguardi della religione del ragazzo, noi lo incoraggiamo a praticare quella alla

quale appartiene.

*…+

Lo scoutismo attira i ragazzi di ogni condizione sociale, e può essere fatto tanto

nelle città come in campagna.1

§ 2.1. Baden Powell e la nascita dello scoutismo.

Robert Stephenson Smith Powell nacque a

Londra il 22 Febbraio 1857. Era di famiglia

antica ma non nobile, non si chiamava allora

nemmeno Baden-Powell. Soltanto nel 1902 un

rescritto reale autorizza il secondo cognome. Era

figlio di un pastore Protestante, reverendo J.

Powell e di Henriette Grace, dodicesimo di

quattordici figli, settimo maschio di quella bella tribù. A soli tre anni,

1 R. BADEN-POWELL, Spiegazioni sullo scoutismo da Scoutismo per ragazzi, Ancora,

Milano, 1991.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 9

rimase orfano del padre e la madre, donna eccezionale, restò sola a tirar su

quel battaglione di figliuoli. A 12 anni, grazie ad una borsa di studio,

iniziò a frequentare il collegio di Charterhouse, ma non eccelleva negli

studi, anzi potremmo dire che si applicava molto poco allo studio. Infatti

amava molto di più scorrazzare nei boschi vicino al collegio: in essi

cominciò a conoscere, amare e vivere a contatto con la natura. Fu

sprannominato dai suoi compagni “B.P.” che trovavano il suo cognome

“Baden-Powell” troppo lungo, ed è così che ancora oggi lo chiamiamo.

Nel 1876, a 19 anni, concluse i suoi studi e si pose il problema della

strada da intraprendere. Dopo qualche incertezza, si presentò, con scarse

speranze (date le sue non brillanti note scolastiche) ad un concorso per

entrare nell'esercito. Su 700 candidati si classificò secondo in cavalleria e

quarto in fanteria. L’11 Settembre dello stesso anno ebbe la nomina a

sottotenente del 13° Reggimento Ussari. Il Reggimento era in India e il

giovane ufficiale giunse a Bombei il 6 Dicembre 1876. Rimase in India otto

anni, densi di pace e di guerra. Il suo coraggio e l’abilità d’esploratore gli

permisero di avere una carriera molto rapida. Nel 1883 fu nominato già

Aiutante Maggiore e Capitano. L’anno dopo il 13° Ussari, i famosi

“Dragoni verdi”, s’imbarcano per fare rientro in patria.

Le sue missioni, continuarono in Africa e in India, gli Zulu, Ashanti,

Matabele, gli danno il soprannome di M'HLALA PANZI, cioè “ l'uomo che

si sdraia per uccidere ” per l'abilità con la quale si apposta per cacciare e di

IMPEESA, cioè “ il lupo che non dorme mai”.2

2 F. JANOVITZ, B.P. e la grande avventura dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 10

L’assedio di Mafeking

Nel 1899, in Sud Africa, durante la guerra Anglo-Boera, B.P. installò

il suo quartier generale, con circa 1.000 uomini, presso la cittadina di

Mafeking3, dove venne assediato dai 9.000 Boeri del generale Cronje.

L’assedio durò 217 giorni, e durante tutto questo tempo B.P. si diede da

fare per trovare sempre nuove idee per convincere i nemici che gli uomini

sotto il suo controllo erano molto numerosi e che la città era difesa più di

quello che non fosse in realtà.

Tra tutte le trovate ci fu quella di utilizzare i ragazzi di età superiore

ai sette anni, per svolgere funzioni di ausiliari: portare messaggi,

consegnare la posta e fare turni di sentinella. Li divise in gruppi di cinque-

sei ciascuno, capitanati da un ragazzo che essi stessi sceglievano tra di

3 Mafeking (oggi Mafikeng parte di Mmabatho, in Sudafrica) all'epoca era una cittadina

di coloni inglesi nel remoto confine nord orientale fra la Colonia del Capo e la

repubblica boera del Transvaal, nodo ferroviario e capoluogo amministrativo.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 11

loro. Col tempo il corpo di cadetti di Mafeking fu ufficialmente

riconosciuto come parte integrante della difesa della città.

Anni dopo, Baden-Powell si sarebbe ricordato di loro. I cadetti gli

avevano dimostrato che anche ai ragazzi si potevano affidare compiti di

responsabilità. Il corpo dei cadetti fu un anello importantissimo della

catena che, alla fine, avrebbe portato alla fondazione dell'organizzazione

scout mondiale.

Il lungo assedio di Mafeking si concluse la sera del 16 maggio 1900.

La Regina Vittoria telegrafò personalmente a B.P., congratulandosi

per il successo del suo comando. Baden-Powell divenne un’eroe e fu

promosso al grado di Maggior Generale. Re Giorgio V gli conferì il titolo

di Lord.

B.P. Scoprì inoltre che nel frattempo il suo manuale d'addestramento

per i soldati Aids to Scouting aveva avuto un grande successo e che era

stato adottato da insegnanti e da associazioni giovanili.4

La formazione del carattere

Durante i suoi numerosi anni trascorsi nell’ambiente militare gli

passarono per mano centinaia di giovani che erano il prodotto tipico

dell’educazione media impartita dalla scuola in quei tempi. Fu proprio

con questi ragazzi che ebbe modo di iniziare un certo metodo educativo

finalizzato a correggere alcuni difetti del loro carattere e colmare le lacune

4 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 12

lasciate dalla scuola, sviluppando in essi le varie qualità necessarie per

farne uomini su cui si potesse contare. Occorreva far nascere svariate

qualità non enunciate dai manuali scolastici, come il coraggio personale,

l’intelligenza, lo sviluppo di iniziativa, lo spirito d’avventura. E lo

facevano, non attraverso l’addestramento in ordine chiuso o una

istruzione imposta, ma tramite il ritorno alla natura e alla scienza

dell’uomo del bosco, riportandoli il più possibile alle condizioni di vita

primitiva, per far loro imparare a seguire una traccia, a osservare il

terreno, di notte come di giorno, ad appostarsi e nascondersi, a

improvvisare un riparo, a nutrirsi e a cavarsela da soli.

Questo programma si rivelò così interessante ed entusiasmante che

non mancavano mai i volontari per l’addestramento. Ben presto i risultati

di tale addestramento sui giovani mostrò che si era ottenuto qualcosa di

più, infatti i ragazzi avevano acquistato una certa fierezza del proprio

lavoro, fiducia in se stessi, un senso di responsabilità, di lealtà, di

affidabilità e rispetto di se stessi.5

A seguito di tali esperienze (tra cui l’importante lezione offerta dai

cadetti di Mafeking), Baden-Powell buttò giù qualche idea per la

formazione dei ragazzi, sulla falsa riga di quella data agli esploratori

militari. Si rese conto che l’obiettivo di questa proposta educativa poteva

facilmente essere convertito dalla guerra alla pace, giacchè la sua base era

costituita dallo sviluppo del carattere, la salute, l’impegno civile,

altrettanto necessarie al cittadino e al soldato.

5 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 13

E’ in questo periodo che Baden Powell inizia a scrivere un libro specifico

per i ragazzi.

Il campo sperimentale di Brownsea (1907)

Prima di pubblicare il progettato libro, volle sperimentare

pienamente il programma tramite l’organizzazione di un apposito campo.

Il primo campo scout della storia si svolse nell’Isola di Brownsea, nella

baia di Poole (nel Dorset), dal 1 agosto al 9 agosto 1907 con una ventina di

ragazzi provenienti da ogni ambiente sociale, mescolati insieme, e già

questa fu un’idea rivoluzionaria.

I ragazzi furono divisi in quattro “Pattuglie” da cinque, che

prendevano il nome di un animale, con il ragazzo più anziano di ciascuna

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 14

a fare il Capo pattuglia. Nel complesso tutte le pattuglie assieme

formavano un “Reparto”.

L'uniforme era di color cachi con sopra il distintivo del giglio scout,

la prima volta in cui fu usato questo emblema. Ciascuno portava un nodo

colorato sul proprio fazzolettone con i colori della pattuglia. Il capo

pattuglia portava un bastone con la bandierina dipinta con il disegno del

proprio animale.

Quest’organizzazione fu il segreto del successo riscosso. Ad ogni

capo pattuglia venne data piena responsabilità per il comportamento della

sua pattuglia in ogni momento, nel campo e sul terreno di gioco. La

pattuglia rappresentò l’unità base del campo e ogni pattuglia era

accampata in un punto diverso. Sui ragazzi si faceva affidamento affinchè

eseguissero gli ordini sul loro “onore”. In tal modo il campo era impostato

sull’affidamento di responsabilità e sulla rivalità competitiva delle

pattuglie, assicurandosi così un buon livello di progresso di tutto il

Reparto di giorno in giorno.

Al Reparto venivano proposte gradualmente le varie tecniche scout,

il programma della settimana infatti prevedeva: vita all’aperto,

osservazione, natura, cavalleria, salvare una vita, patriottismo, giochi6.

La nascita dello scoutismo

Baden-Powell ritenne il test sufficiente a dimostrare la bontà delle

sue idee, pertanto si dedicò alla stesura di queste in un libro dal titolo

6 M. SICA, Brownsea – Il primo campo scout, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 15

Scouting for boys (Scoutismo per ragazzi). Il libro vide la luce, in sei

fascicoli quindicinali, nel gennaio del 1908 e fu un successo. Lo scautismo

era nato e si sviluppò in tutta la Gran Bretagna. Nel settembre dell’anno

dopo ad un raduno al Crystal Palace di Londra c’erano circa 11.000 di

scout!

Fu proprio in quell’occasione che una ragazzina di 11 anni annunciò

che esistevano anche le “Girl Scout”: la presenza e l’entusiasmo di queste

ragazze aprirono gli occhi a Baden-Powell sul fatto che si presentava la

possibilità di un’ulteriore applicazione del metodo scout ai fini della

formazione del carattere e della crescita personale. Così si creò, accanto al

Movimento degli Esploratori un Movimento per le ragazze che chiamò

“Guide”.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 16

Il Movimento si sviluppò automaticamente e velocemente in tutti i paesi

del mondo.

Nel 1910 Baden-Powell diede le dimissioni dall’Esercito, per potersi

occupare soltanto del Movimento scout, cosa che fece sino alla fine della

sua vita terrena7.

Nel 1912 partì per il suo primo giro del mondo, a bordo dell'Arcadie,

notò una giovane donna di nome Olave St. Soames, si presentò e la

sbalordì iniziando a parlare così: “Due anni fa lei passò vicino alla caserma

di Knightsbridge a Londra, accompagnata da un cane spagnolo bianco e

bruno. Fin da quel giorno avrei gradito parlare con lei, signorina.” Lo

stesso anno, nonostante i 30 anni che li separassero, deciderono di

sposarsi. B.P. divenne un marito assai felice, allietato dalla nascita di tre

figli: Peter, Heather e Betty. Lady Olave fu anche compagna preziosa nella

grande impresa e divenne capo e animatrice del Movimento Scout

Femminile Mondiale.

Giwell

Nel 1919 il Signor Maclaren donò all’Associazione la tenuta di Giwell

Park. La sua intenzione era di mettere a disposizione dei ragazzi delle

classi più povere un terreno di campo che fosse facilmente accessibile da

Londra; poiché nella tenuta vi erano vari edifici adatti, si accolse la

proposta di stabilirvi anche un campo scuola per Capi, iniziativa che B.P.

considerò di estrema importanza per lo sviluppo del Movimento.

7 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 17

Fu proprio grazie a questa scuola e al suo programma di formazione

che il metodo scout è stato compreso perfettamente e applicato non solo in

Gran Bretagna, ma in tutti i paesi del mondo: i paesi stranieri infatti

inviarono i loro rappresentanti al campo scuola di Giwell affinchè

ricevessero l’opportuna formazione e tornassero poi nella loro patria a

organizzarvi lo stesso sistema di formazione8.

Jamboree Mondiale di Olympia (1920)

Dopo la guerra fu organizzato a Londra un grande incontro di Scouts

di tutti i paesi per unire le nazioni per mezzo dello Scoutismo e per

festeggiare la pace.

Era qualcosa più di un raduno, perciò fu chiamato “Jamboree”, il primo

della storia, che letteralmente significa

"marmellata di ragazzi", dall'unione della

parole inglesi jam e boy. Baden-Powell gli

diede questo nome perché voleva che tutti

gli scout del mondo si incontrassero per

fare un campo insieme e quindi una

"marmellata" di colori e usanze.

Esso ebbe luogo all’Olympia e durò dieci

giorni. Vi presero parte circa 12.000

Esploratori. L’ultimo giorno i

8 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 18

rappresentanti di tutti i paesi stranieri si riunirono ed elessero B.P. Capo

Scout del Mondo.

Nel 1929, per celebrare il ventunesimo anniversario del Movimento, si

tenne a Arrowe Park, vicino a Birkenhead, uno Jamboree a cui

parteciparono ben 56.000 Scouts di 54 paesi del mondo.

Gli ultimi anni

Nell’ottobre 1938, le forze improvvisamente abbandonarono B.P., in

viaggio per il Sudafrica. Fu costretto a sbarcare in Kenya, dove viveva da

qualche anno suo figlio Peter, in una casa ai piedi del monte Kenya. B.P.

trascorse qui gli ultimi anni. Laggiù la radio gli portò, nell'autunno del

1939, la notizia tristissima della seconda guerra mondiale. Ai "suoi" scouts

veniva un'altra volta comandato di imbracciare il fucile per uccidersi a

vicenda.

Morì nel gennaio del 1941, alla vigilia del suo 84° compleanno.

L'ultimo messaggio che mandò da quella zona sperduta dell'Africa agli

Scout di tutto il mondo mentre ancora infuriava la guerra, fu una parola di

speranza: "La mia vita è stata molto felice, e quindi desidero che ognuno di voi

abbia una vita altrettanto felice. Cercate di lasciare il mondo un po' migliore di

come lo avete trovato. E quando sarà la vostra ora, potrete morire sereni nel

pensiero che avrete fatto del vostro meglio9”.

9 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 19

§ 2.2. Lo scoutismo in Italia

Lo scoutismo, sotto la spinta di Baden Powell, ebbe un rapido

sviluppo in Inghilterra e non tardò a varcare i confini britannici per

arrivare anche in Italia.

Il primo esperimento italiano di scautismo fu fatto nella primavera del

1910 a opera di sir Francis Vane, baronetto di Hutton, e si tenne a Bagni di

Lucca. Il 12 luglio 1910, con l'aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, il

baronetto fondò ufficialmente un primo reparto di scout col nome di

“Ragazzi Esploratori” (noti su molta carta stampata come Boy Knight,

Ragazzi Patrioti, Piccoli Esploratori della Pace, Giovani Esploratori, Piccoli

Cavalieri del Mondo), da cui presero origine i “Ragazzi Esploratori

Italiani” (REI), sezione italiana degli inglesi British Boy Scouts. Il 6

novembre 1910 il reparto fu presentato a re Vittorio Emanuele III, che

villeggiava nella vicina tenuta di San Rossore.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 20

A Genova un giovane maestro, Mario Mazza, aveva in precedenza

(nel 1905) fondato una piccola associazione giovanile chiamata “Juventus

juvat”, composta da altri quattro giovani universitari che si dedicavano

all'educazione di un gruppo di ragazzi denominato «Gioiosa». Alla notizia

delle iniziative scout di Vane, Mazza gli scrisse una lettera di adesione.

Quegli gli rispose di prendere contatto con il suo connazionale, il dottor

James Richardson Spensley.

Spensley, medico di varie società inglesi di navigazione e popolare

sportivo, fu uno dei principali promotori del gioco del calcio in Italia,

entrando nel 1896 nel Genoa Cricket and Athletic Club. Nell'estate del

1910, in Inghilterra, aveva conosciuto Baden-Powell, che gli aveva donato

una copia autografata del libro Scouting for Boys. Tornato a Genova,

Spensley aveva iniziato a pensare al modo di introdurre lo scautismo in

Italia e, venuto a conoscenza della prima iniziativa di sir Francis Vane, con

cui era in contatto, lo invitò a Genova per tenere una conferenza sullo

scautismo.

Il 13 novembre 1910 Vane tenne la conferenza sullo scautismo nella

città ligure. Dopo la conferenza di Vane, si costituì, per iniziativa di

Spensley un comitato per fondare una sezione dei REI. Il consiglio

direttivo della sezione di Genova era composto, oltre che da Spensley in

qualità di commissario, dal colonnello Ottavio Reghini come presidente e

da Mario Mazza come segretario.

La prima associazione scout in Italia a diffusione nazionale e

riconosciuta nacque nel 1912 ad opera del dottor Carlo Colombo. Nel

gennaio del 1912, Colombo terminò di scrivere lo statuto del suo

movimento, diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 21

rispettivamente “Corpo dei giovani esploratori” e “Unione delle

giovinette esploratrici”, con lo scopo d'essere strumento educativo per

tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Con un gruppo di giovani della Società

Sportiva “Podistica Lazio”, Colombo compì un esperimento, conclusosi

nell'ottobre del 1912, ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e

da quell'iniziativa ebbe origine, all'interno della società, la quarta sezione,

dedicata “all'istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi

esploratori”. Quando si sentì pronto, Colombo si staccò dalla società

sportiva dando vita al “Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori d'Italia”

(CNGEI), ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913. Nel Corpo

Nazionale confluirono gran parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori

Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout,

usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio

col motto “Sii preparato”.

Nel novembre del 1914 risulta già costituita, a Roma, sempre a cura

di Colombo, la sezione femminile che accolse le girl scouts, anche se i

primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913.

Nel 1916 fu costituita l’ASCI, Associazione Scautistica Cattolica Italiana -

Esploratori d'Italia, ad opera del conte Mario di Carpegna, Guardia nobile

del Papa. L'associazione ebbe ben presto l'approvazione pontificia ed il

primo Commissario generale fu lo stesso Mario di Carpegna. Uno dei

punti fondamentali della nuova associazione scout cattolica fu la catechesi.

Lo scoutismo si diffuse in Italia, ma nel 1927 il governo fascista istituì

l'Opera Nazionale Balilla e soppresse tutte le associazioni giovanili,

comprese quelle scoutistiche, che prima avevano visto riconosciuti i propri

meriti dal governo. Ma non tutti gli scout si rassegnarono a questa

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 22

soppressione e diedero vita in varie parti d'Italia ad associazioni

clandestine che continuarono a riunirsi e svolgere minimamente alcune

attività. Questo periodo detto "Giungla Silente" vedeva parecchi gruppi,

alcuni dei quali sono rimasti famosi: le "Aquile Randage" dell'ASCI a

Milano, i Lupi, le Aquile, i Galli a Roma. Ma non appena cadde il regime,

nel 1944 nel Meridione e nel 1945 in tutta Italia, i gruppi si ricostituirono e

ricominciarono le attività.

In quel periodo nacque in Italia anche il guidismo (lo “scoutismo

femminile") che prese corpo nelle associazioni UNGEI (Unione Nazionale

Giovinette Esploratrici Italiane) e AGI (Associazione Guide Italiane).

L'ASCI e il CNGEI formarono la FEI (Federazione Esploratori Italiani) e

l'AGI e la UNGEI formarono la FIGE (Federazione Italiana Guide

Esploratrici), entrambe riconosciute a livello mondiale rispettivamente

dalle associazioni mondiali dello scoutismo e del guidismo (odierne

WOSM e WAGGGS)10.

Nel 1965 nacque l’ASSORAIDER (Associazione Italiana di

Scautismo Raider), associazione completamente nuova nell’applicazione

della metodologia, la cui conformazione pervenne ad essere Metodo

10 G. DELL’OGLIO, Alere Flamman – Breve storia dello scautismo in Italia, Lampi di Stampa,

Milano, 2007.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 23

Assoraider, con l’arricchimento di esperienze diverse, attraverso continui

studi e confronti tra ex esponenti ASCI ed AGI, GEI e UNGEI, che di

nuovo propone in particolare uno scautismo per adulti, il Raiderismo.

Nel 1974 ASCI e AGI si fondarono per creare l'AGESCI (Associazione

Guide E Scout Cattolici Italiani). Due anni dopo anche il CNGEI operò una

fusione con l'UNGEI. Nello stesso periodo però alcuni capi dell'AGESCI

più tradizionalisti, che non erano rimasti convinti di quella unione si

staccano e formano l'FSE (Federazione dello Scoutismo Europeo).

Negli anni ’80 continuarono a formarsi nell’ambito dello scoutismo

italiano numerose frammentazioni con la creazione – attraverso piccoli

gruppi, spesso locali – di altre associazioni: alcune di esse sono

attualmente riunite in sigla nella FEDERSCOUT11.

§ 2.3. Lo scoutismo nel mondo

Nel mondo esistono al 2009 almeno 540 associazioni (nazionali o regionali)

con più di 28 milioni di scout e 10 milioni di guide, giovani ed adulti,

maschi e femmine, in 216 differenti paesi e territori.

Le organizzazioni mondiali che raccolgono il maggior numero di

associazioni affiliate e di iscritti sono:

l'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM, nota

anche come OMMS) e l'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici

(WAGGGS, nota anche come AMGE), rappresentanti originariamente

11 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 24

la parte maschile e femminile del movimento rispettivamente.

Tuttavia, l'originale distinzione si è fatta col tempo meno rigida, molte

associazioni scout accolgono anche ragazze, e addirittura molte

associazioni europee sono affiliate contemporaneamente ad entrambi i

movimenti. WOSM e WAGGGS sono anche le uniche organizzazioni

mondiali che risalgono direttamente allo stesso Baden-Powell.

La Union Internationale des Guides et Scouts d'Europe – Fédération

du Scoutisme Européen (UIGSE-FSE) è una federazione scout

internazionale che opera a livello europeo e raccoglie esclusivamente

associazioni scout di fede cristiana.

La World Federation of Independent Scouts (WFIS) è

un'Organizzazione Scout Internazionale per gli scout indipendenti,

nata con lo scopo principale di favorire l´incontro e lo scambio

mediante campi, corsi di formazione, Jamboree e non solo. La WFIS

nasce nel 1996 a Laubach (Germania) con l'obiettivo di creare una

Federazione per gli scout che non fanno parte di altre organizzazioni

internazionali e per offrire la possibilità di instaurare contatti a livello

europeo e mondiale.

Resiste, quasi fantasma, la prima Organizzazione scout dissidente: The

Order of World Scouts; fondata nel 1911 da Sir Francis Vane, lo stesso

Vane che fondò lo scautismo in Italia nel 1910. L'OWS conta un

numero irrisorio di iscritti ed è ancora presente in Inghilterra,

Australia, Polonia, Italia, Perù, Jamaica, Messico, Argentina, Brasile,

Uruguai, Bolivia, Cile, Repubblica Dominicana.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 25

Una curiosità: la più antica organizzazione scout internazionale attiva

ininterrottamente è la Skolta Esperanto Ligo, fondata nel 1918. Essa

riunisce singoli membri di associazioni scout nazionali (non è dunque

in "concorrenza" con le altre associazioni scout) e promuove la

dimensione internazionale dello scautismo attraverso l'uso della lingua

esperanto, come auspicato da Baden-Powell12.

§ 2.4. Le Branche dello scoutismo

Il movimento scout si suddivide secondo tre fasce d’età. Ciò

permette ai bambini, ragazzi, adolescenti di essere stimolati e valorizzati

secondo le loro necessità ed interessi particolari della loro età.

A seconda delle associazioni ci possono essere delle leggere variazioni

nell’ingresso e nel passaggio da un’unità all’altra, ma i caratteri generali e

le metodologie rimangono le stesse.

BRANCA LUPETTI/LUPETTE (in alcune associazioni BRANCA

LUPETTI/COCCINELLE): la Branca Lupetti fu ideata nel 1916 da

Baden Powell per venire incontro al desiderio di un gran numero di

bambini che volevano divenire Scout, ma erano ancora troppo piccoli

per essere Esploratori, e ne fissò il metodo nel “Manuale dei lupetti”.

Accoglie bambini e bambine dai 6/8 ai 10/11 anni. In ogni realtà

12 D. SORRENTINO, Storia dello scautismo nel mondo, Nuova Fiordaliso, Roma, 1997.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 26

associativa locale i bambini/e vengono raggruppati e formano il

BRANCO, guidato da più Vecchi Lupi, educatori maggiorenni.

L’intera attività del Branco è calata nella fantastica ambientazione de

“Il Libro della Giungla” di Rudyard Kipling (in alcune associazioni le

bambine, che vengono chiamate “coccinelle”, sono riunite nell’unità

chiamata CERCHIO e svolgono attività ambientate in base al racconto

“Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, ma in questo contesto

non andremo nello specifico di questa variante). La Giungla è lo

strumento principale che l’educatore ha a disposizione per “entrare”

nel mondo del bambino e fargli vivere un’esperienza di vita formativa

ed assolutamente divertente, il tutto nell’atmosfera accogliente e

galvanizzante della Famiglia Felice.

Il gioco (o meglio la “caccia”) è lo strumento attraverso il quale si

impara e si cresce, mettendosi alla prova. Tutto ciò che viene proposto

al singolo bambino e all’intero gruppo è, difatti, impostato sotto forma

di gioco: è questo sicuramente il modo migliore per coinvolgere ed

impegnare il bambino nelle varie attività.

Gli obiettivi del Metodo scout, e di conseguenza anche di quello

Lupettistico, sono la crescita psicologica, morale e fisica del bambino.

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 27

Egli viene di continuo stimolato a fare del proprio meglio (come detta

il Motto dei Lupetti) e così facendo, pur non sapendolo (convinto del

fatto di vivere un “grande gioco”), sviluppa la propria morale, il

proprio carattere. Viene responsabilizzato ed incoraggiato ed ogni

qualvolta “in caccia” dimostra di essersi impegnato e di aver rispettato

la Legge gli vengono riconosciuti i propri meriti.

BRANCA ESPLORATORI/ESPLORATRICI o ESPLORATORI/GUIDE:

la seconda branca, con la quale è nato lo scoutismo, accoglie ragazzi e

ragazze dai 11/12 ai 15/16 anni, che svolgono attività che mirano a

preparare se stessi mediante uno stretto contatto con la natura. Questa

branca porta l’esploratore a vivere

organizzato con gli altri e, attraverso

attività/avventura, gioco,

superamento di prove, adeguati allo

sviluppo psicofisico proprio dell’età

evolutiva considerata, ad ottenere la

migliore formazione del carattere,

della personalità e dei sentimenti.

Con il “sistema delle pattuglie” viene

richiesto agli esploratori un certo personale impegno gradualmente

reso complesso dagli stessi programmi di gruppo. Il gruppo degli

esploratori/trici si chiama REPARTO.

BRANCA ROVER/SCOLTE: e' la terza delle quattro Branche delo

scoutismo, e ne fanno parte i ragazzi e le ragazze dai 15/16 ai 18/21

anni. Fu istituita nel 1919, dopo la guerra. Baden Powell scrisse allora il

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 28

libro “La strada verso il successo” che ne definisce la metodologia. Ciò

che caratterizza la Branca è il passaggio dall'essere ragazzo ancora

voglioso di giocare, al diventare uomo iniziando a ricoprire nella

società una più impegnativa presenza e partecipazione ai problemi -

unitamente alla alla consapevolezza di esserne parte attiva anche per

la loro risoluzione.

La vita di Branca è basata su una tipica e

più impegnativa attività scaut; ma anche

ad una maggior presa di coscenza di ciò

che sono i problemi di tutti i giorni.

Questo percorso viene sviluppato

all'interno del gruppo, chiamato

COMPAGNIA o CLAN (a seconda delle

associazioni) analizzando, discutendo, ed

impegnandosi sui problemi della vita e

della società, e soprattutto sul servizio, imparando, nel libero dibattito,

a rispettare sempre più gli altri, ad aiutarli e a forgiare proprie idee. Le

attività basilari della vita della Compagnia sono le imprese, che si

svolgono durante tutto l'anno e possono essere le più varie ed a volte

frutto della fantasia dei ragazzi stessi. Il motto della compagnia è

SERVIRE.

In Italia l’associazione ASSORAIDER ha anche una quarta branca,

quella RAIDER, che accoglie adulti dai 19 ai 30 anni, che offre la

possibilità ai ragazzi, una volta terminato il loro percorso in branca R/S

e qualora non diventino a loro volta capi nelle unità giovanili, di

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CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 29

continuare a fare scautismo, in modo più responsabile, più maturo,

attraverso imprese che si svolgono in seno alla società, scelte in base

alle proprie inclinazioni e specializzazioni. L’attività della branca

Raider si concentra in gruppi chiamati Raid dove l’interesse personale

diventa comune e permette, semiprofessionalmente, di essere utili a se

stessi, all’associazione e alla società. La quarta branca è una peculiarità

dell’Assoraider, fondata nel 1965 da un ex dirigente del CNGEI, Aldo

Marzot13.

13 ASSORAIDER, Aldo Marzot 1904-1976 Scritti sullo scautismo, Arcobaleno edizioni,

Cagliari, 2004.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 30

CAPITOLO 3

IL LUPETTISMO

La data ufficiale della nascita dello scoutismo si fa risalire al 1907

quando nell’isola di Brownsea si tenne il primo campo scaut.

Da allora la grande fratellanza crebbe come nessun altro gioco per ragazzi

era mai cresciuto.

Da questa famiglia erano esclusi tutti i ragazzi di età inferiore ai 12

anni che ormai da tempo premevano sui Capi Reparto per entrare a farne

parte.

I dirigenti dello scoutismo del tempo fecero presente della nuova e

pressante situazione che si stava prospettando a B.P. il quale rispose in

modo semplice e geniale con la famosa frase: «Fate che si preparino a

diventare scaut; fateli Lupetti e riuniteli in branchi». Era il 19161.

1 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 31

A capo dei Branchi ci sono degli adulti educatori chiamati Vecchi

Lupi che prendono il nome dei personaggi positivi principali del Libro

della giungla di Rudyard Kipling, tra cui Akela, che è il Capo Branco, e uno

o più vice, come Baloo e Bagheera.

B.P. non impose nessuno schema preordinato ma si limitò a subire

l’irresistibile pressione del ragazzo che chiedeva che ci si occupasse di lui,

che gli si desse la possibilità di divertirsi, che gli si volesse bene.

Venne fornito tutto questo con semplicità attraverso il gioco, tramite il

quale venivano posti i rudimenti del metodo scaut. Ci si accorse che la

fascia di età interessata avvertiva la necessità di identificarsi in un

immaginario fantastico, pertanto fu proposto un mondo e un linguaggio

nuovo, la giungla, nella quale venivano facilmente giustificati agli occhi

del bambino le figure degli educatori. Grazie alla presenza della giungla

come immaginario fantastico venne introdotta la morale indiretta, e la

pista che avrebbe accompagnato il lupetto nella sua graduale crescita.

Si venne così delineando il Metodo del Lupettismo, nel quale si

precisavano le necessità del Branco.

Negli anni, grazie all’apporto degli scaut di tutto il mondo, furono

apportate delle modifiche e degli aggiustamenti al modo di fare Branco,

mantenendo salda la radice della proposta educativa tracciata da B.P. che

è racchiusa nel Manuale dei Lupetti.

Riconosciuta l’importanza dell’educazione nell’età esploratore e il

valore rilevante del roverismo, B.P. sottolineò e non solo lui, come il

periodo di gran lunga più importante per lo sviluppo formativo di un

individuo fosse quello al di sotto dei 12 anni .

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 32

Il bambino in questa età potrebbe essere paragonato a una tela bianca

sulla quale si cominciano a intravedere i lineamenti di uno schizzo, sta al

capo unità con la sua opera, in collaborazione con la famiglia e le

istituzioni come la scuola, far si che quello schizzo appena accennato

possa diventare negli anni il capolavoro di un Uomo.

E’ compito di un capo branco iniziare il bambino alla formazione di

se stesso tramite la libera espressione della propria personalità.

In sintesi dunque lo scopo del Lupettismo è quello di fondare le basi

del ragazzo che diventerà un domani uomo.

Compito di Akela e dei Vecchi Lupi è di valorizzare i lati positivi del

carattere del bambino attenuandone i negativi seguendo il metodo.

La vita del bambino si svolge in tre capisaldi:

FAMIGLIA

SCUOLA

TEMPO LIBERO

Se i tre punti su citati fossero tra loro coordinati, se ci fosse una

collaborazione reciproca, si otterrebbe un risultato formativo ottimale.

Il Lupettismo quindi si propone come metodo pedagogico attuale e

d’avanguardia applicabile in quel lasso di tempo che la scuola e la

famiglia lasciano vuoti ovvero il tempo libero.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 33

§ 3.1. Il metodo

L’età dei lupetti è l’età della fantasia e del gioco, e sono proprio questi

ultimi gli strumenti di apprendimento che B.P. propone per il Branco. Si

utilizza cioè qualcosa che attrae il bambino, che è per lui naturale,

assecondando le sue necessità e immergendolo in un ambiente a lui

consono.

L’attività dunque è basata su giochi, gare amichevoli, rappresentazioni

mimiche, racconti, danze e lavori manuali. Giocare insieme, lavorare

insieme e anche scherzare o cantare insieme, vuole essere lo stimolo verso

l’ottenimento di una catena di rispetto ed affetto che leghi

indissolubilmente i lupetti gli uni agli altri, e permetta al bambino di

crescere e raggiungere tappe importanti del suo sviluppo psico-fisico in

serenità e condivisione.

Gli obiettivi principali del metodo sono:

- la crescita psicologica in rapporto al mondo esterno: obiettivo del

Branco è far crescere e sviluppare il senso di gruppo del bambino,

fargli vivere le meccaniche di socializzazione in un ambiente che più si

avvicina a quello naturale con la costante e vigile attenzione dell’adulto

che si integra;

- la crescita morale: si propongono dunque al bambino costantemente

degli esempi positivi, si premiano i suoi sforzi al miglioramento; la

giustizia, la lealtà, l’amicizia, sono vissuti come realtà e non come

concetti astratti e filosofici;

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 34

- lo sviluppo psico-motorio: si propongono attività, giochi, gare, trofei

dove l’abilità fisica, manuale, atletica, sono incentivate e premiate;

- la responsabilizzazione: il lupetto non viene trattato da bambino, ma

da essere capace, entro i naturali limiti, di badare a se stesso; a lui viene

chiesto di eseguire anche degli incarichi che richiedono in maniera

crescente responsabilità e autonomia; i Vecchi Lupi controllano il suo

operato lasciando che lui creda di agire indipendentemente,

intervenendo solo se strettamente necessario.2

I mezzi principali del metodo sono:

1. La fantasia

2. Il gioco

3. La Famiglia felice

4. La giungla

5. La morale per tipi

6. La morale indiretta

7. La pista

1. La fantasia: le attività presentate non sono pure e semplici, ma

ambientate. L’ambientazione principale è quella fantastica della

giungla di Kipling, ma temporaneamente, solo per alcune

attività che iniziano e finiscono in un determinato momento o

2 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 35

giornata, possono essere usati altri tipi di ambientazioni

fantastiche.

2. Il gioco: tutto nel branco è posto sotto forma di gioco, ovvero si

impara giocando. Se per esempio un Vecchio Lupo insegna a

tenere in ordine lo zaino, alla spiegazione seguirà un gioco che

richiama quello che è stato spiegato.

3. La Famiglia Felice: è l’ambiente più adatto ad accogliere un

bambino fino all’età di 10/12 anni, è una comunità piena di

gioia, nella quale ci si sente tutti fratelli. Per questo B.P. definisce

il branco una famiglia ed aggiunge ‚una famiglia felice”. Che non

significa che si vivono situazioni al limite della realtà o solo

felici, ma definisce un ambiente in cui le cose belle e le cose

anche un po’ meno belle vengono vissute con serenità e

naturalezza, e dove il bambino si sente sicuro e protetto.

4. La Giungla: è l’ambiente fantasioso in cui tutto il branco è

immerso, ambiente che B.P. ha scelto ricalcando Le storie di

Mowgli dal Libro della giungla di Rudyard Kipling. La

giungla è il filo conduttore di tutta la vita del branco e insieme

alla famiglia felice è l’atmosfera necessaria all’applicazione del

metodo. Il bambino è in grado di identificarsi nel cucciolo

d’uomo Mowgli, e nell’insieme, come gruppo, nel branco dei

lupi di Seeonee nel quale viene accolto Mowgli, mentre l’adulto

impersona quei personaggi che nel racconto sono i conduttori

del branco o comunque le figure di esperienza, forza, astuzia e

altre doti positive, cioè Akela, Baloo, Bagheera, ecc.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 36

Anche l’ambiente in cui si svolgono le attività del branco (la

tana) deve riprendere le immagini della giungla, con disegni,

richiami alla legge della giungla, massime, e il linguaggio usato

nel chiamare o parlare ai lupetti prende spunto da brani,

esempi, citazioni del Libro della giungla.

5. La morale per tipi: l’ambientazione fantastica ha una morale

consona allo sviluppo morale ed etico dei lupi. I personaggi che

si interpretano o si raccontano sono sempre buoni o sempre

cattivi, rappresentano il bene e il male, in maniera netta3.

6. La morale indiretta: in branco non si fa mai morale diretta, ma

si agisce sempre indirettamente. Non si farà quindi, per

esempio, un discorso su quello che è la lealtà come concetto

astratto o la bontà, bensì col racconto giungla si esporrà una

storia in cui le qualità positive sono premiate e quelle negative

frustrate, senza però spiegarlo, lasciando che siano i lupi stessi a

tirare le somme. Si premierano gli atteggiamenti validi e si

squalificheranno quelli non validi. La stessa condotta dei vecchi

lupi è di esempio costante per loro.

7. La pista: per pista si intende il graduale progredire del Lupetto

nel superamento delle varie prove atte a stimolare il suo

sviluppo psicofisico. Le tappe:

- Il bambino ammesso nel Branco, su domanda dei genitori ed

accettata da Akela, viene chiamato cucciolo .

3 Per approfondimenti si rimanda al capitolo dedicato alla Morale per tipi.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 37

- Una volta che è ammesso a pronunciare la Promessa, previo

superamento di prove specifiche, egli potrà fare il saluto e

diventare un lupetto.

- Qualora abbia dimostrato la sua buona volontà applicando la

Legge nella vita quotidiana, in Branco e fuori, e superando le

prove previste, il lupetto potrà divenire lupetto ad una stella.

Comincia così ad ‚aprire il primo occhio nella Giungla‛.

- Dopo alcuni mesi dal conferimento della Prima Stella il

Lupetto, dando prova di Lealtà, di Disciplina, di Abilità e di

Spirito di iniziativa, può passare a lupetto a due stelle. Ciò

equivale a riconoscere che egli ormai ha ‚entrambi gli occhi

aperti nella Giungla‛.

- Segue il conferimento del Lupo anziano .

- La treccia gialla non fa parte della pista ma viene riconosciuta

al lupetto dai vecchi lupi per meriti speciali4.

La progressione, stimolando l’ego e la competizione positiva, serve

da premio agli sforzi che il lupetto compie, e funge da stimolo a

migliorarsi e a crescere.

4 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,

Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 38

§ 3.2. Il libro della giungla di Rudyard Kipling

E’ la raccolta di racconti, divisi in due parti, dello scrittore inglese

Rudyard Kipling (1865-1936), pubblicata

nel 1894-1895.

L'opera comprende numerosi racconti

indipendenti l'uno dall'altro, legati da

un comune denominatore: gli animali e

l'ambiente naturale entro il quale essi

vivono, una delle profonde foreste

dell'India Settentrionale.

Il nucleo centrale dei racconti è

costituito da quelli che hanno per

protagonista Mowgli e che, nel loro

insieme, propongono la storia del

ragazzo.

Mowgli è un piccolo bimbo trovato abbandonato nella giungla da Babbo

Lupo e Mamma Lupa (Raksha) che lo portano nella loro tana, lo nutrono

insieme ai loro cuccioli e lo proteggono da Sher Khan, una tigre zoppa, in

cerca di un facile pasto. E’ grazie alla sua nuova famiglia, ad Akela che lo

accoglie nel branco dei lupi, all’orso buono e saggio Baloo che gli insegna

la legge della giungla, e alla pantera Bagheera che gli trasmette la sua

esperienza nella caccia, che Mowgli riesce a sopravvivere nella giungla e

impara il linguaggio degli animali.

La vita nella giungla, però, non è per niente facile, c’è sempre una

trappola in agguato e il ‚cucciolo d’uomo‛ si trova ad affrontare ogni

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 39

giorno le insidie della natura: viene rapito dalle scimmie, per un periodo

vive con gli umani e non smette mai di lottare contro la tigre che voleva

ucciderlo.

Questo straordinario insieme di animali anima la giungla, la vivifica

organicamente.

Una legge governa questa società eterogenea, una legge diversa e

tuttavia analoga a quella che governa le società umane; essa permette

l'esplicarsi della libertà individuale, senza la quale non vi sarebbe

sopravvivenza, tuttavia ne limita la portata a favore della società stessa:

‚Questa è la legge della Giungla, vecchia e vera come il cielo: il lupo che la

osserverà avrà vita prospera, ma quello che la infrangerà dovrà morire. Come la

liana che cinge il tronco dell'albero, la Legge corre avanti e indietro… Poichè la

forza del Branco è nel Lupo e la forza del Lupo è nel Branco”, “Ricorda che il lupo

è un cacciatore: vai per la giungla, e da solo conquista la tua preda”, “Quando ti

batti con un Lupo del Branco, devi farlo da solo e lontano; perchè gli altri non

prendano parte alla lite e il Branco non esca diminuito dalla lotta”, “La tana del

lupo è sua casa e rifugio…”, “Puoi uccidere per te, per le compagne e per i cuccioli

finchè ne hai bisogno e finchè hai forze, ma non farlo per il solo piacere di uccidere;

e sette volte, te lo ripeto, mai dovrai uccidere l'Uomo”, “Il diritto del branco è il

diritto del più debole…”, “Nei confronti di ogni cosa che la legge non precisa, la

parola del tuo capo è per te la legge, lupo: per la sua età e per la stretta che non

molla, per la zampa sua possente”5. Questo principio della legge emerge

dall'opera di Kipling come il centro, l'asse portante della sua filosofia.

5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, pp. 107-109.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 40

Mowgli è divenuto il signore della giungla perchè ha aderito alle sue leggi

pur salvando la propria indipendenza entro il limite e il cerchio della

natura che lo ospita.

Alla fine dell’ ‘800 e all'inizio del ‘900, il problema di un nuovo

imperio si proponeva alla mente degli uomini; il mondo della macchina

offriva all'uomo le sue immense possibilità, ma insieme gli imponeva le

sue esigenze; una certa morale può trarsi da questo Libro della giungla: se

l'uomo saprà aderire, cioè servirsi del mondo della macchina, usare le sue

offerte, e riuscirà tuttavia a mantenersi dominante, al di sopra di esse, a

conservare cioè la libertà delle scelte, allora egli potrà percorrere un nuovo

cammino. Questa morale è attuale per le azioni dell'uomo di oggi, al quale

la macchina, e tutti i suoi derivati, continuano a offrire nuovi mezzi di cui

servirsi o da cui essere sopraffatto.

Perché mai B.P. ha scelto l’opera di Kipling escludendone ogni altra delle

pur tante che ce ne sono state e ce ne sono di analoghe?

L’opera di Kipling rivela un complesso di elementi favorevoli, che

(se pur presenti in qualche misura anche in altre opere analoghe) in

nessuna raggiungono una così alta concentrazione positiva.

Brevemente, Le storie di Mowgli:

1) si possono facilmente raccontare (non solo leggere) e facilmente

capire. Gli elementi del dramma (cioè l’evoluzione

dell’accadimento) emergono da dialoghi vivaci e coloriti, che

consentono una vera e propria ‚recita‛ della vicenda,

accompagnandone i crescendo o i calando con il variare delle

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 41

voci e dei toni, più che con il solo rinforzo del ritmo e della

narrazione;

2) sono adeguate all’età dell’uditorio lupetto: il tema e la trama

propongono una tesi (il farsi uomo di un piccolo bambino) che

pur attraverso il fantastico abbandona il fiabesco e si arricchisce

di riferimenti concreti, che avviano all’impatto con la definitiva

realtà della vita;

3) presentano insegnamenti morali fondamentali in via indiretta,

mediante la proposizione di situazioni vicine al reale inserite nel

racconto, di guisa che la regola di condotta deve essere scoperta

e fatta emergere dall’uditorio, più che essere direttamente

insufflata dal narratore;

4) sono incisivamente disegnate, animatamente condotte ed in

breve felicemente risolte: pur presentando un logico sviluppo,

consistono di tanti episodi circoscritti e conclusi per cui il

raccontare è finalizzato in tempi brevi, senza trascinare lunghe

vicende a lontani traguardi;

5) presentano ricchezza e concretezza di tipi stabili e di situazioni

univoche, a contrasto netto e definito, senza indulgere in quel

‚gioco delle parti‛ che può essere indispensabile in una più

sfumata narrazione per adulti;

6) non solo commuovono, ma anche stimolano, esaltano,

entusiasmano, portano i bambini a dire: ‚Farò anch’io così<

voglio essere così anch’io!‛. E pur considerando l’intero loro

ciclo, non sono esaustive, ma storie ‚aperte‛ (alle quali, cioè,

sono possibili altri rapporti, come: canti, racconti nel racconto,

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 42

recitazioni, scenette, ecc.), che possono essere ‚percorse‛ (cioè

rivissute) più volte e più volte assaporate, approfondite, meglio

comprese;

7) presentano o propongono (o almeno consentono che ci si ricavi)

un certo schema di evoluzione e di maturazione valido anche

per l’Uomo, in una prospettiva di arricchimento progressivo, di

esperienze personali e di gruppo, che da livello di natura si

elevano alla sfera intellettuale, morale, sociale, tecnica tipica

dell’Uomo di domani, che dobbiamo vedere nel bambino di

oggi;

8) prestano agli educatori un accorgimento psicologicamente felice

come quello della favola antropomorfa, usato con rigore ed

attenzione. L’obiettivo del racconto infatti sono la figura ed il

ruolo superiore dell’Uomo, con chiarezza di distacco dalle bestie

del racconto, per simpatiche che siano. Il suggerimento è

educare (=sviluppare) un ragazzo (=piccolo Uomo) mettendo a

frutto le sue possibili esperienze nel mondo degli animali:

educare un ragazzo TRA gli animali, non COME gli animali,

attraverso la ‚appropriazione‛ delle doti che il narratore inventa

come proprie degli animali condotte ad un alto livello di

idealizzazione. Perciò Le storie di Mowgli presentano anche il

personaggio di un bambino ‚tutto Uomo‛, insieme a quelle

degli animali antropomorfi, proprio perché i bambini che

ascolteranno il racconto non siano coinvolti nella equazione

‚uomo=animale‛ e viceversa. L’idea base non è quella di porre

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 43

un animale a misura ed esempio di Uomo, per quanto sottile sia

l’arte del narratore6.

Qual è la relazione fra Il libro della giungla e il Lupettismo?

Nel Lupettismo, la ‚giungla‛ è il mezzo che permette di

raggiungere i fini essenziali del Metodo:

a) scegliere un tema di gioco, condizione per avere l’adesione del

bambino;

b) presentare l’ideale attraverso ‚tipi‛ concreti, per una maggiore

immediatezza di comprensione;

c) usare un linguaggio nuovo, per non deludere, ma anzi

affascinare e avvicinare il bambino;

d) giustificare la presenza degli adulti nel Branco.

Le relazioni tra ‚Il libro della giungla‛ da un lato e ‚la giungla‛ del

Lupettismo dall’altro sono quindi strettissime: come tra la parte e il

tutto, in quanto dal libro si traggono in massima parte le attività

giungla del Branco, pur essendo possibile attingere da altre fonti.

Le attività di Branco che si possono direttamente o indirettamente

inquadrare e ambientare anche nel clima giungla sono quindi

infinite: racconti, giochi, lavoretti, disegni, canti, danze, scene

mimiche, ecc.

Per quanto riguarda queste attività possiamo considerare Il libro

della giungla come una delle tante sorgenti di ispirazione, con facoltà

quindi di attingere anche altrove altri esempi, altri spunti, altri temi

(lo stesso B.P. quando nel Secondo morso del Manuale dei lupetti

6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, pp. 9-10.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 44

vuole dare un’idea delle ‚esperienze‛ di un lupo si riferisce a Zanna

Bianca di Jack London).

Dove invece il Libro della giungla di Kipling è la sola, unica e

insostituibile fonte di ispirazione è nella creazione del tono del Branco

(parole maestre7, grande urlo8, linguaggio giungla, figura dei Vecchi

Lupi, ecc.), di quel tono, cioè, che è il solo a permetterci di realizzare

i fini or ora indicati. Qui non sono ammesse libertà, eccezioni,

sovrapposizioni o accostamenti di sorta: questa parte è e deve

essere la giungla di Kipling. La giungla di B.P. è quella di Kipling9.

Qual è l’esatta utilizzazione del libro?

Su questo punto occorre fare qualche precisazione ancora.

Considerati sotto l’aspetto psicologico, i personaggi dei racconti di

Kipling solo di rado mostrano sentimenti o personalità complessa.

Quasi sempre anzi sono tipi, assai più che individui: ne Il libro

della giungla poi, rappresentano solo incarnazioni di vizi o di virtù,

7 Le parole maestre sono espressioni che richiamano un valore di riferimento, ne

stimolano l'adesione, suggeriscono un comportamento, incentivano un modo di

vivere, e sono tratte direttamente dal Libro della giungla. I vecchi lupi le mettono in

evidenza in particolari situazioni che si vivono in Branco. Nella mente del bambino

ognuna trasmette un'importante messaggio. Alcuni esempi : “Sii pulito perchè la

forza si riconosce dalla lucentezza del suo pelo”, ‚Cuor leale e lingua cortese ti faranno fare

molta strada nella giungla”, “Zampe che non fanno rumore, occhi che vedono nell’oscurità,

orecchi che odono il vento dalle tane e denti bianchi e taglienti”, “Non lasciare che

richiamo, canto o segnale ti distolgano dalla tua traccia”. 8 E’ il saluto che tutti i lupetti rivolgono ad Akela e col quale ciascuno afferma di

voler fare del proprio meglio per mantenere fede alla promessa (si rifà al modo di

fare dei lupi nel Libro della giungla che, quando Akela prendeva posto sulla rupe,

stavno accucciati in cerchio col muso in aria e urlavano il loro benvenuto) . Il modo

di eseguire il Grande Urlo è indicato da B.P. nel Manuale dei Lupetti (Primo

morso). 9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 11.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 45

ai quali l’individuo appartiene interamente o totalmente, senza

‚zone grigie‛ o incertezze tra il prevalere dei primi e delle seconde.

Tra i personaggi de Il libro della giungla dunque la simpatia ispirata

dagli uni è presupposto per la loro catalogazione tra i buoni; la

ferocia, la viltà, la stupidità di altri sono altrettanti passaporti per il

regno dei cattivi.

Questa evidente esteriorizzazione della morale, in Kipling è, sotto

il profilo pedagogico-strumentale, una idea di notevole pregio,

perché rende possibile nei bambini una assoluta, immediata

corrispondenza tra nozione e comprensione10.

§ 3.2.1. Il racconto giungla

Il momento in cui tutti i lupetti si siedono vicino ad Akela per

ascoltare il racconto delle storie di Mowgli è uno dei momenti più forti e

importanti della vita di Branco.

Il racconto è una validissima forma di comunicazione e di

trasmissione di notizie, contenuti, valori, emozioni, idee, perché il

‚raccontare‛contiene assai più mezzi espressivi che non i suoni che

vengano resi mediante le lettere dell’alfabeto.

Il bambino in età da lupetto convive con l’immaginazione, sogna ad

occhi aperti ed è capace di costruire con la sua fantasia preziosi mondi, che

gli adulti non sono più in grado di immaginare. Grazie al racconto si può

10 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 13.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 46

entrare in questa dimensione fantastica e riuscire ad interagire col

bambino in maniera completa, utilizzando il suo codice comunicativo:

l’immedesimazione fantastica. In questa maniera siamo in grado di far

recepire al Lupetto ogni messaggio in maniera immediata.

Bisogna innanzi tutto coinvolgere i Lupetti favorendo la loro

identificazione e creando l’atmosfera voluta. Se all’inizio del racconto c’è

confusione un buon accorgimento è quello di far nascere il desiderio di

ascoltare, mettendosi a parlare sottovoce con gesti espressivi.

L’ideale è interiorizzare il racconto, memorizzarlo e raccontarlo

perché è difficilissimo leggere senza generare monotonia e noia. Infatti in

alcuni punti ci sono delle ‚tirate‛ descrittive magnifiche dal lato letterario

ma che sul piano del ‚racconto orale al bambino‛ non rendono e rischiano

di disperdere il fascino della storia.

È importante immedesimarsi: come se si stesse raccontando la

propria storia.

E’ bene che il racconto si svolga possibilmente in cerchio, in un luogo

che non porti i Lupetti a distrarsi facilmente. Per questo motivo si

sconsiglia di raccontare in luogo aperto a un Branco numeroso (tranne

qualche eccezione, ad esempio nelle Vacanze di Branco11) in quanto il

Lupetto si distrae con facilità. Basta una farfalla, un fiore, un filo d’erba e

la sua fantasia lo trasporta lontano da dove si trova.

Ci si può servire, ad esempio, per creare l'ambientazione di una luce

speciale in un punto della stanza (senza esagerare, perché ad alcuni Lupi il

racconto concilia il sonno!), utilizzare dei "costumi di scena" per facilitare

l'immedesimazione, creare delle "scenografie".

11 Il campo estivo dei lupetti, che dura solitamente circa una settimana.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 47

I bambini devono essere seduti comodamente, devono tutti vedere il

narratore e devono tutti poter chiaramente ‚sentire‛ la voce di Akela.

Il narratore deve essere seduto nel cerchio, non al centro.

Il racconto va fatto con un linguaggio semplice, alla portata dei

bambini. Si dovrebbe evitare l’uso frequente di intercalari tipo

‚diciamo‛,‚dunque‛,‚cioè‛, ‚appunto‛. La storia deve essere narrata in

maniera facile, non ampollosa, e con un certo accompagnamento

drammatico: la voce acuta di una donna, la voce stridula dello sciacallo, la

voce ringhiosa della tigre.

Occorre che i gesti siano naturali, sobri, ma espressivi: la mimica

delle mani per illustrare lo strisciare del serpente, o i pugni del

combattente messo fuori combattimento. Non vanno esagerati

arbitrariamente, altrimenti l’attenzione dei bambini rischia di spostarsi

dalle parole ai gesti.

Gli psicologi affermano che l’arco di concentrazione nell’ascolto in

un adulto ha un ciclo di durata medio di 8 minuti, ampliabile a 15 per gli

argomenti di un certo interesse.

Oltre questo tempo vi é una parabola instabile, con momenti di

concentrazione alternati a momenti di distrazione.

Per il bambino mediamente si consiglia di non superare la soglia dei

10 minuti. Il termine (eccezionale) da non superare dovrebbe essere

comunque 20 minuti.

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CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 48

Generalmente é bene suddividere ogni racconto in almeno tre parti,

interrompendolo quando é ancora vivo l’interesse, magari in un punto che

genera attesa per la continuazione12.

I Lupetti talvolta, pur continuando ad ascoltare, si mettono a

giocherellare con qualcosa che hanno in mano, ma si tratta di un loro

modo di essere attenti; le loro azioni sono meccaniche e di solito non

interferiscono con l’attenzione.

12 ASSORAIDER, Comunicare con il Racconto Giungla a cura della Scuola Capi

Assoraider, Pomezia, 2005.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 49

CAPITOLO 4

LA MORALE PER TIPI

‚Predicare il ‘questo non si deve fare’ è incitare a compiere il male.

Infondiamo piuttosto il giusto spirito.

La polvere sta allo sparo come lo spirito sta all’azione‛. (B.P.)

B.P. intuì fin dall’inizio che proporre una morale fatta di “non fare quello”

o “devi essere più buono” – una morale diretta per intenderci – avrebbe

avuto ben poco successo, specialmente con i bambini; ecco dunque l’idea –

forza dello scoutismo in età da lupetto – di proporre una serie di

esperienze e di figure di riferimento che potessero suscitare l’adesione

spontanea del ragazzo a comportamenti orientati secondo i valori (atti

morali)1.

I tipi proposti dalla Giungla di Kipling sono categorici, sempre

uguali a loro stessi. Unico essere dinamico è Mowgli che incarna il lupetto

che cresce giorno per giorno sino a diventare "uomo"2.

I comportamenti umani, riscoperti nelle vicende degli animali, ricevono

un giudizio preciso e netto.

Questa modalità nel presentare i valori crede nella possibilità di una

vita spirituale del bambino che, passato il momento dell’emozione

fantastica, aiutato dall’azione di sintesi dell’adulto, entra in una riflessione

1 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 57. 2 E in quel momento lascerà il branco per andare al villaggio degli uomini. Anche il

lupetto, una volta cresciuto, lascia il Branco per passare in Reparto.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 50

semplice ed immediata e conclude dentro di sé: anch’io voglio o non

voglio essere, voglio o non voglio fare come tale animale.

Nel bambino l’esperienza morale non è ancora centrata

primariamente sul “perché” dell’agire, ma piuttosto sull’imitazione.

Nasce così l’atto morale, che è l’atto decisionale di fronte alla scoperta di

quella che si giudica essere la verità, e il bambino cerca di sintetizzare

nella sua mente e di verbalizzare poi questa sua decisione usando le

espressioni nobili dei suoi amici (le parole maestre), o i discorsi vacui dei

suoi nemici3.

La forza pedagogica della Giungla consiste in questa capacità della

poesia di Kipling di offrire un’emozione profonda e una sintesi razionale

di un’esperienza valida nella vita. La grande intuizione di B.P. è stata

quella di aver reso possibile il gioco di questa avventura, di aver tradotto

il contenuto morale e poetico di Kipling in esperienza pedagogica.

La complessa problematica morale è presente nel Libro della giungla nelle

situazioni di vita degli animali, nei loro comportamenti e nei loro

sentimenti.

Le virtù e i vizi, le cattive e le buone intenzioni, le chiarezze o le

ambiguità dell’agire umano, sono presentati secondo quell’intreccio che è

la vita reale di ogni uomo e società: amore, lealtà, dedizione eroica, libertà

– come conquista, comunità, convivenza democratica, ascolto della vita,

impegno – ma anche: superficialità, qualunquismo, indifferenza, paura,

pigrizia, prepotenza, impostura4.

3 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider, 2005. 4 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, 1989, pp. 70-71.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 51

I tipi della giungla si possono suddividere in positivi e negativi; ci

sono alcuni personaggi che potremmo definire neutri, cioè con

caratteristiche non ben definite o comunque non totalmente positive o

negative, ma sono personaggi minori, che nel racconto vengono nominati

e descritti solo in alcuni episodi e che non sono determinanti per lo

sviluppo della storia.

I principali personaggi sono (divisi in base alle loro caratteristiche):

POSITIVI NEGATIVI

Akela: il capo del branco;

Baloo: l’orso, il maestro della

legge;

Bagheera: la pantera, esperta

della vita nella giungla;

Kaa: il pitone, la saggezza e la

forza;

Chil: l’avvoltoio, il messaggero

della giungla;

Hathi: l’elefante, il Signore

della giungla;

Raksha: Mamma Lupa;

Fratel Bigio: fratello di tana di

Mowgli;

Mowgli: il protagonista, il

cucciolo d’uomo;

Shere Khan: la tigre, mortale e

dichiarato nemico di Mowgli;

Tabaqui: lo sciacallo, vigliacco

e meschino;

Bandar-log: il popolo delle

scimmie, popolo senza legge.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 52

Il Popolo Libero: lupi,

esempio ideale della società

NEUTRI

Tutti gli altri personaggi minori

§ 4.1. Tipi positivi

AKELA: lupo solitario, capo del branco dei lupi di Seeonee, figura alla

quale Kipling attribuisce dignità e moralità profonde, decisamente

umane; è il garante della legge che, anche a costo della vita, intende

difendere e ricordare con coraggiosa saggezza. Legato a Mowgli da un

amore quasi paterno, proprio per la sua esperienza ed il suo valore che

mette al servizio dei lupi, rimarrà fino in fondo guida anche spirituale del

branco.

‚Akela, il grande e grigio lupo solitario,

che guidava il branco con la forza e l’astuzia…‛5

5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 47, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 53

BALOO: l'orso bruno, maestro della legge, che parlò in favore di Mowgli

la notte della sua accettazione nel branco: “Io stesso gli insegnerò”. Parla

per lui e se ne assume la responsabilità. Guida saggia e sincera, insegna la

legge ai cuccioli del branco e conduce Mowgli nelle sue prime esperienze e

conoscenze nella giungla. Giustamente orgoglioso per quanto il cucciolo

d'uomo impara, nutre nei suoi confronti un affetto intimo e profondo.

‚…«Chi parla per questo cucciolo?» chiese Akela. «Chi parla, del Popolo

Libero?». *…+ Allora il solo altro essere che è ammesso alla Rupe del

Consiglio…Baloo, l’orso bruno sonnacchioso che insegna ai lupacchiotti la legge

della giungla: il vecchio Baloo, che va e viene dove vuole perché si nutre soltanto

di bacche, radici e miele… si alzò sulle zampe posteriori e brontolò: «Il cucciolo

d’uomo… il cucciolo d’uomo?» disse. «IO parlo in favore del cucciolo d’uomo.

Non c’è nulla da temere in un cucciolo d’uomo. Non ho il dono di saper dire belle

parole; però dico la verità. Lasciatelo correre con il branco e sia accettato insieme

agli altri. Io stesso gli insegnerò».‛6

BAGHEERA: la pantera nera, astuta, audace e forte, ma nello stesso

tempo dolce e cortese, riscatta con un toro grasso Mowgli alla Rupe del

6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 52, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 54

Consiglio. Esperta della vita, con saggi consigli guida il cucciolo d'uomo

nella vita della giungla. Terribile per la forza che la sorregge, è però nello

stesso tempo padrona dell'enorme energia che racchiude in sé.

‚…Bagheera, la pantera nera, nera dappertutto come l’inchiostro, ma con le

caratteristiche macchie, che appaiono e scompaiono a seconda della luce come

quelle della seta marezzata. Tutti conoscevano Bagheera e nessuno osava

attraversargli la strada, perché era astuto come Tabaqui, audace come il bufalo

selvaggio e terribile come l’elefante ferito. Ma aveva una voce dolce come il miele

selvatico che sgocciola da un albero, ed una pelliccia più morbida di una piuma.‛7

KAA: il pitone delle rocce, uno dei più fedeli compagni di caccia di

Mowgli. Anche se non intrattiene rapporti col branco dei lupi, essendo

della giungla di mezzo, Kaa è una delle figure più importanti dei Libri della

giungla: accompagna infatti Mowgli in molte delle sue avventure, fino ad

essere uno dei pochi che lo saluterà alla Rupe del Consiglio dopo la Corsa

di Primavera. Di lui risaltano l'amore per Mowgli e la disponibilità ad

aiutarlo in ogni occasione, la forza e la saggezza.

7 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 55, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 55

‚Kaa non era un serpente velenoso *…+ ma la sua forza consisteva nella stretta, e

una volta che si fosse afferrato con le sue enormi spire attorno a qualcuno, non

c’era più niente da dire.‛8

CHIL: il migliore degli avvoltoi, il messaggero della giungla. Anche se in

tutto il contesto delle storie di Mowgli appare come figura di secondo

piano, sta a rappresentare un esempio efficace di disponibilità, aiuto e

cortesia.

‚Chil, l’avvoltoio che planava e volteggiava sorvegliando la Giungla…‛9

HATHI: l'elefante selvaggio, detto il silenzioso, autorevole custode della

legge. È allo stesso tempo: signore della giungla, guardiano della pace,

giudice inflessibile e giustiziere temibile. Stupendo per il senso di calma,

sicurezza e forza che emerge dalla sua figura.

8 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 65, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 56

‚…Hathi, l’elefante selvaggio, che vive cento anni e più…‛10

RAKSHA: Mamma Lupa della tana, detta anche la “diavola”, che per

prima prese le difese di Mowgli. Anche se poco presente nei vari racconti,

è un personaggio che per le sue qualità di passione, tenacia e spirito di

fratellanza, ha una sua efficacia ed importanza nella morale per tipi.

‚ (rivolta a Shere Khan) «E sono io, Raksha (la diavola), che ti rispondo. Il

cucciolo d’uomo è mio *…+ e non sarà ucciso. Vivrà per correre con il branco e con

il branco cacciare; ed alla fine, stai bene attento, cacciatore di piccoli cuccioli

nudi… *…+ darà la caccia a te!»‛11

10 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par.22, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 11 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 39, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 57

FRATEL BIGIO: fratello di tana di Mowgli. Segue il cucciolo d’uomo nelle

sue cacce, aiutandolo particolarmente contro Shere Khan, rivelando

fedeltà e costante amicizia.

MOWGLI: il ranocchio, o il cucciolo senza pelo, che fu accolto e accettato

dai lupi. E’ allo stesso tempo realtà e idealità della vita di ogni bambino

che vuole vivere in Branco. Figura centrale attorno alla quale si sviluppano

le principali storie dei Libri della giungla, segna con le sue avventure e la

sua crescita le tappe principali della progressione di ogni lupetto. In

particolare nel racconto si mette in risalto come Mowgli, vivendo tra il

Popolo Libero sotto la legge della giungla, acquisisca quelle virtù e quelle

capacità che lo renderanno, alla fine, Signore della Giungla, dimostrando

così con completezza la sua umanità, che lo porterà ad abbandonare

questo mondo per vivere definitivamente tra gli uomini.

‚Proprio di fronte a lui, sorreggendosi ad un ramo basso, stava un piccolo bimbo

bruno tutto nudo, che sapeva appena camminare… La creatura più morbida e

grassottella che mai sia giunta di notte ad una caverna di lupi. Il bimbo guardò in

su, dritto negli occhi di Babbo Lupo, e rise.‛12

12 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 27, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 58

IL POPOLO LIBERO: appellativo del Branco di Seeonee. Popolo Libero in

quanto rispetta la legge e da essa trae gli insegnamenti per cacciare e

vivere “libero”. Come tutti i popoli ha dei momenti di difficoltà e

sbandamento, ma il racconto si conclude con il branco di nuovo unito

intorno al nuovo capo. La vita di Mowgli si intreccia continuamente con

quella del branco, che, dal canto suo, stimola costantemente, nel bene e nel

male, la crescita del cucciolo d’uomo. Rappresenta l’esempio ideale della

società (in contrapposizione al Popolo delle Scimmie).

‚Conoscete la legge… conoscete la legge.

Guardate bene, o lupi!‛13

§ 4.2. Tipi negativi

SHERE KHAN: la tigre dalla grande testa quadra è il mortale nemico di

Mowgli e del Popolo libero. Superba e prepotente, Shere Khan vorrebbe

tutti ai suoi piedi, anche se lei trasgredisce sempre la legge. E’ il simbolo

degli aspetti negativi che il Branco ed ogni singolo lupetto devono vincere

13 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 47, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 59

e sottomettere, come Mowgli, sia in sé che nella società. Nel racconto tale

figura è completata con altri difetti: la malvagità, l’imprevidenza e

l’incontinenza.

‚«La mia preda. Un cucciolo d’uomo è venuto da questa parte», disse Shere Khan.

«*…+ Datemelo. *…+. Il cucciolo è mio e sotto i miei denti dovrà cadere alla fine

[…]!»‛14

TABAQUI: lo sciacallo, detto anche il leccapiatti. E’ vigliacco e incapace di

cacciare e procurarsi il cibo da solo. Solitamente vive nella sporcizia ed è

capace di ogni umiliazione e adulazione per ricavare un misero utile

personale, godendo del male che procura. Rappresenta gli aspetti

degenerati degli istinti a cui tutti possiamo arrivare, la vigliaccheria, la

meschinità, il servilismo.

‚Era lo sciacallo – Tabaqui, il leccapiatti – ed i lupi dell’India disprezzano

Tabaqui, perché questi corre in giro a combinare guai, a raccontare frottole e

mangiando stracci e brandelli di pellami nei mucchi d’immondizie presso i

14 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 34, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 60

villaggi. Ma hanno anche paura di lui, perché Tabaqui, più di chiunque altro nella

giungla, è predisposto a diventar pazzo, perché la pazzia è la cosa più brutta che

possa capitare ad una creatura selvaggia.‛15

BANDAR-LOG: il popolo delle scimmie, popolo senza legge. Stupide,

pettegole, vanitose. Rappresentano la degenerazione di chi non vive

secondo una legge. Vengono utilizzate per esprimere simbolicamente tutti

i comportamenti negativi di chi non è capace di controllare se stesso.

‚…Le scimmie chiamavono questo posto16 la loro città, e ostentava disprezzo per il

popolo della giungla che viveva nella foresta. E tuttavia non erano mai riuscite a

capire per quale scopo tutte quelle costruzioni fossero state fatte e nemmeno

sapevano servirsene. *…+ correvano dentro e fuori dalle case senza tetto *…+.

Combattevano e strillavano in turbe tumultuanti, per poi improvvisamente

disperdersi a giocare su e giù per le terrazze del giardino del re *…+. Andavano a

bere alle cisterne ma ne intorbidivano l’acqua e poi vi si azzuffavano attorno,

finchè tutte si precipitavano assieme in massa parlando: «Non c’è nessuno nella

15 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 2, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 16 Una città abbandonata in cui vivono le scimmie, chiamata dagli abitanti della giungla

Tane fredde.

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CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 61

giungla tanto saggio e buono e bravo e forte e gentile come il Bandar-log»17. *…+

Allora Mowgli comprese di essere arrivato in un luogo davvero assai brutto.

«Tutto ciò che Baloo ha detto del Bandar-log è proprio vero», pensò tra di sé.

«Non hanno legge, né richiamo di caccia, né capi… null’altro che sciocche parole e

piccole mani rapaci da ladri.18»‛

17 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 106, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 18 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 109, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 62

CAPITOLO 5

I GIOCHI GIUNGLA

L’utilizzazione della Giungla non si esaurisce con il racconto e con

l’uso di un determinato linguaggio; è nel gioco – inteso innanzitutto come

libera creazione e autonoma sistemazione individuale delle emozioni

connesse all’immaginario collettivo fondato sul racconto – che diventa

possibile utilizzare in modo educativo gli innumerevoli temi insiti nelle

Storie di Mowgli.

Soprattutto giocandola è possibile vivere la

Giungla, consentendo così ad essa di divenire un

vero ambiente di vita per il Branco ed ogni

singolo lupetto.

Tutta la Giungla è giocabile e va giocata:

sono infinite le circostanze, le situazioni, le

occasioni offerte dal racconto che meritano di

essere tradotte in giochi. Spetta ai Vecchi Lupi,

alla conoscenza che hanno del testo e alla

fantasia di cui dispongono, rintracciare

all’interno delle Storie di Mowgli gli spunti da

inserire nelle attività o giungere ad inventarne di

nuovi.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 63

§ 5.1. Tipologie di giochi

Possiamo classificare i giochi giungla, come tutti i giochi, in diverse

tipologie a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Di seguito le diverse tipologie e alcuni spunti tratti dalle Storie di Mowgli:

a) Giochi di movimento e staffette:

- Tabaqui e la dewanee1;

- camminando a quattro zampe afferrare degli oggetti con la bocca;

- staffetta con le andature degli animali;

- erbivori rincorsi dai carnivori;

- staffetta dei bufali che rientrano al villaggio;

- Raksha difende Mowgli;

- corsa del Bandar-log trasportando un peso;

- percorso a ostacoli o con tracce sulla pista di Bagheera;

- Shere Khan tenta di entrare nella tana di Babbo Lupo;

- i cani rossi2 inseguono Mowgli.

1 E’ così che gli abitanti della giungla chiamano la pazzia. Si cita nel primo racconto delle

Storie di Mowgli intitolato I fratelli di Mowgli. 2 I cani rossi del Dekkan, chiamati anche Dhole, invadono la giungla di Seeonee. Scortesi e

prepotenti, hanno tutti gli aspetti negativi dei violenti. E’ in combattimento contro di loro

che Akela, ormai vecchio, perde la vita. L’episodio è narrato nel racconto delle Storie di

Mowgli intitolato I cani rossi.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 64

b) Giochi di formazione fisica:

- “Babbo lupo si accucciò sulle zampe posteriori pronto al balzo”3:

esercizi per la ginnastica del mattino;

- “Si precipitarono giù per la collina alla ricerca del toro”4: corsa per

trovare il toro di Bagheera;

- “Il ragazzo sapeva arrampicarsi quasi tanto bene quanto sapeva

nuotare e nuotare quasi tanto bene come correre”5: ginkana di prove

fisiche;

- “< ma la sua forza consisteva nella stretta<”6: sollevare da terra o far

uscire dal cerchio l’avversario prendendolo per i polsi;

- “< Bagheera si precipitò avanti col veloce galoppo morbido delle

pantere”7: corse di inseguimento e percorsi fisici;

- “< ogni giorno bisogna lavarsi dalla punta del naso fin giù alla punta

della coda”8: staffetta della pulizia, con un sapone in mano e in

costume da bagno ogni lupetto deve correre ad un catino a lavarsi;

3 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 25, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 4 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 62, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 65, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 7 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 100, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 8 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, La legge della giungla, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996,

p.107.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 65

- “< Mowgli percorse la strada del villaggio seduto sulla groppa di

Rama”9: percorso in spalla;

- “L’ankus10 volò scintillando e andò a seppellirsi a trenta yarde di

distanza”11: giochi di lancio in distanza e precisione;

- “< era in grado di fermare un giovane daino nel mezzo del galoppo e

di gettarlo di lato”: giochi di forza e di lotta.

c) Giochi di abilità manuale:

- “Sapeva intrecciare insieme ramoscelli al riparo dal vento”:

costruzione di tane e capanne nel bosco;

- “Chil, l’avvoltoio che planava e volteggiava sorvegliando la Giungla”12:

costruzione di acquiloni;

- “Ebbe il suo posto alla Rupe del Consiglio13”: costruire una testa di

lupo in legno da mettere sul proprio sgabello nel cerchio o da

appendere in tana nel proprio angolo;

- “La valle si apriva a formare una larga pianura cospara di rocce e

solcata da burroni”: costruzione del plastico della giungla con materiali

naturali;

- “Intrecciano cestini d’erba; infilano collane di bacche rosse e nere;

fanno castelli di fango con figurine d’uomini, di cavalli, di bufali<”14:

9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 34, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 10 Ferro ricurvo usato per guidare gli elefanti. 11 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto L’ankus del re, par. 101, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 12R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 13 luogo in cui si raduna il Branco di lupi di Seeonee.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 66

costruzione di cestini di vimini, di collane o di altri oggetti con

materiale naturale, lavoretti in creta, gesso o altro;

- “Osserva la mia traccia”15: calchi di tracce e orme di gesso;

- “S’insinuarono dentro l’apertura e si trovarono in un vasto

sotterraneo..”: costruzione degli oggetti nominati nel racconto L’ankus

del re.

d) Giochi di espressione:

- “A Mowgli fu insegnato anche il grido di caccia degli stranieri<”16:

imitazione dei versi degli animali;

- “La Giungla ha molte lingue e io le conosco tutte”17: giochi di

espressione vari, scioglilingua, canti, ecc.;

- “Chil l’avvoltoio< sorvegliando la giungla”18: disegni della giungla

vista dall’alto;

- “Ikki è pieno di storie udite a metà e molto mal ripetute”19: invenzione

di storie e loro rappresentazione, comprendere il significato di un

mimo;

14 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 39, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 15 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 45, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 16 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 17 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 11, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 18 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 19 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 80, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 67

- “Mowgli non aveva mai visto prima di allora una città indiana e gli

parve splendida e meravigliosa”20: disegni di cose caratteristiche della

città;

- “Kaa può rendersi così simile ad un ramo morto o a un ceppo

marcio<”21: gara di travestimento;

- “Verso monte, alla curva della pigra pozza attorno alla roccia della

pace stava Hathi< un poco al di sotto di lui stava l’avanguardia dei

daini<”22: scene mimiche degli episodi della giungla;

- “Cantano lunghe cantilene”23: invenzione di canti;

- “Mowgli compose una canzone danzando su e giù nella pelle”: canti e

danze giungla o inventati sulla natura, le stagioni.

e) Giochi natura:

- “Il vecchio Baloo che va e viene dove vuole perché si nutre soltanto di

bacche, radici e miele”24: caccia alle prede di Baloo consegnando ciò che

lui indica;

- “Baloo, il maestro della Legge, gli aveva insegnato le leggi del bosco e

dell’acqua”25: giochi di scoperta e osservazione di ambienti;

20 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 105, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 21 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 122, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 22 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par. 22, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 23 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 39, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 24 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 52, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 68

- “Fu Baloo a dirgli che la Legge era come la liana gigante che si stringe

addosso a tutti”: giochi di osservazione sulle liane e sui rampicanti del

sottobosco (trovare la liana più lunga, quella che avvolge il maggior

numero di alberi, la più grossa<); giochi con le liane: tiro alla fune,

costruzione di lazzi, intrecci<;

- “Dobbiamo vedere come fiorisce la mowha26”27: giochi di osservazione

nelle diverse stagioni; controlare periodicamente la fioritura di un

pezzo di prato;

- “< da qualche parte laggiù nei boschi sottostanti un uccello provava e

riprovava con voce fioca e aspra le poche note nuziali del suo canto di

primavera”28: ascolto degli uccelli, registrazioni, osservazioni<;

- “< questo è il rumore della primavera<”29: i segni della primavera

(gara tra i lupetti che scoprono per primi i segni della primavera in

arrivo);

- “una lieve pioggia di primavera passò sulla giungla”30: osservazioni

con la pioggia (come cambia il posto: luci, rumori, animali<);

25 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 26 Pianta della giungla dai fiori dolci. 27 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par. 6, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 28 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 10, Nuova

Fiordaliso, Roma, 1996. 29 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 25, Nuova

Fiordaliso, Roma, 1996. 30 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 31, Nuova

Fiordaliso, Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 69

- “Le stelle si fanno più rade – disse Fratel Bigio, fiutando il vento

dell’alba”: attività di osservazione dell’alba e delle stelle alle vacanze di

Branco per i lupetti anziani.

f) Giochi di allenamento sensi:

- “Babbo Lupo si mise in ascolto”31: giochi di Kim32, rumori;

- “Di quando in quando un lupo anziano si avvicinava silenziosamente

ad un cucciolo, lo guardava con attenzione e tornava al suo posto con

passi che non facevano rumore”33: avvicinarsi ad un cucciolo bendato

in mezzo al cerchio senza farsi sentire;

- “Zampe che non fanno rumore; occhi che vedono nell’oscurità;

orecchie che odono il vento dalle tane e denti bianchi e taglienti”34:

percorsi di Kim;

- “La giungla ha molte lingue e io le conosco tutte”35: giochi di messaggi

cifrati;

- “Questo è il mio messaggio”36: giochi con messaggi da portare o

ricordare;

31 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par.15, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 32 I giochi di Kim sono giochi che sviluppano i cinque sensi (Kim è il protagonista

dell’omonimo racconto di Rudyard Kipling). 33 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par.47, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 34 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 35 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 11, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 70

- “< che sa scivolare lungo i rami non facendo più rumore del muschio

che cresce”37: percorso del silenzio, giochi di avvicinamento;

- “Di notte verremo nelle terre coltivate per giocare con te”: utilizzo dei

sensi di notte;

- “Come si spiega tutto questo?”: tracciodromo, saper ricostruire ciò che

è avvenuto utilizzando le tracce lasciate sul terreno;

- “La traccia di Won-tolla38”: giochi e percorsi di tracce;

- “C’è una stella bassa laggiù – guardò meglio facendosi riparo agli occhi

con le mani”: giochi di osservazione e di avvistamento, attività sulle

costellazioni.

g) Giochi di tecnica:

- “Chil trasmetteva l’avvertimento con i suoi fischi”: giochi di

segnalazione;

- “Mowgli non aveva mai visto prima di allora una città indiana e gli

parve splendida e meravigliosa”39: giochi di esplorazione di paesi o

città;

- “Vide la moglie dell’uomo alzarsi nel corso della notte e alimentarlo

con zolle nere; vide il figlio dell’uomo prendere un recipiente di vimini

36 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 92, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 37 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 122, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996. 38 Il lupo che vive lontano da qualsiasi branco, ma che nonostante ciò conosce e accetta la

legge. 39 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 105, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 71

foderato all’interno di argilla, riempirlo di pezzi ardenti di carbone di

legna”: accensione ed uso del fuoco;

- “Aspettami nel burrone vicino all’albero del Dhâk40”41: giochi di

orientamento;

- “Annodò insieme tre o quattro liane e se ne stava a dondolarsi su

un’amaca”: giochi con i nodi e le corde.

§ 5.2. Le storie di Mogli: Giochi per ogni racconto

In questa parte riporterò alcuni esempi di giochi collegati ai racconti delle

Storie di Mowgli, anticipati da una breve presentazione di ogni racconto.

5.2.1. I fratelli di Mowgli

E’ il racconto dell’incontro di Mowgli con

i lupi e della sua presentazione alla Rupe

del Consiglio del Popolo Libero; si

conclude con l’accettazione del cucciolo

d’uomo nel Branco, grazie alla parola di

Baloo che si impegna ad insegnargli la

Legge e a Bagheera, che offre un toro. In

questo racconto si ha la presentazione dei più importanti personaggi della

giungla (Akela, Baloo, Bagheera, Mowgli, Shere Khan, Tabaqui, Babbo

40 Albero della giungla dai fiori rossi. 41 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 38, Nuova Fiordaliso,

Roma, 1996.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 72

Lupo e Mamma Lupa) che hanno la funzione di introdurre la morale per

tipi, fondamentale nell’azione educativa di questa età (come ho

sottolineato nel capitolo precedente). Viene altresì presentato il popolo dei

lupi, la sua organizzazione e la sua vita sociale libera e democratica (Rupe

del Consiglio)42.

SHERE KHAN E MOWGLI

Babbo Lupo, Mamma Lupa e tutti i piccoli lupi formano una catena uno

dietro l’altro, con Mowgli, il più piccolo, come ultimo. Ognuno tiene per la

vita colui che lo precede.

Ed ecco che arriva Shere Khan, la tigre. Cerca di acchiappare Mowgli, ma

Babbo Lupo gli si pone continuamente davanti e glielo impedisce e tutta la

catena di lupi si tiene rigida dietro di lui, cercando di proteggere Mowgli

che è in coda.

Mowgli ha un fazzoletto che sporge dal suo maglione come una coda, e se

Shere Khan riesce ad impadronirsi di esso nel tempo di tre minuti ha

vinto, altrimenti hanno vinto i lupi.43

BALOO INSEGNA LA LEGGE

Dividere il Branco in due parti che si fronteggiano. Baloo sta tra i due

gruppi. Baloo fa delle domande e chi sa la risposta va a dirgliela. Il primo

che risponde esattamente guadagna un pelo di Baloo (filo di lana), ma se

42 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 169. 43 R. BADEN-POWELL, Manuale dei lupetti, Editrice Ancora Milano, 1989, p. 29.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 73

sbaglia la risposta i componenti del gruppo avversario cercheranno di

acchiapparlo e se ci riusciranno saranno loro a guadagnare un pelo di

Baloo.

I LUPI DI SEEONEE OSSERVANO I NUOVI CUCCIOLI

Il Branco è in cerchio. Ogni lupetto tiene in mano, ben visibile, un dato

oggetto; poi gli oggetti vengono tutti posati ai piedi del Vecchio Lupo;

questi, via via, chiama un lupetto e gli mostra uno degli oggetti; il lupetto

deve ricordare il nome del compagno che aveva in mano tale oggetto.

I FRATELLI DI MOWGLI

Ginkana in tana o all’aperto:

1. Partenza: asse di equilibrio

2. Babbo Lupo esce dalla tana: passaggio stretto

3. I salti di Babbo Lupo: ostacoli vari da saltare

4. Babbo Lupo porta il cucciolo d’uomo in tana: trasporto di qualcosa

5. Tabaqui sale la collina: arrampicata di un piano inclinato

6. Tabaqui entra nella tana di Babbo Lupo: passaggio stretto

7. Tabaqui cerca di prendere gli ossi: pesca

8. Raksha difende il cucciolo da Shere Khan: tiro al bersaglio

9. Mowgli gioca con i cuccioli in tana: giochi di equilibrio

10. Arrivo: asse di equilibrio

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 74

5.2.2. La caccia di Kaa

Mowgli va alla scoperta del significato della Legge (che gli insegna

Baloo) come fondamento della vita della giungla e del Branco. Conoscere

la Legge e rispettarla è il primo dovere di ciascun lupetto44. L’essenzialità

del racconto è proprio nella presentazione della Legge come principio

morale cui fare riferimento e dal quale derivare il proprio comportamento.

In questo racconto abbiamo la presentazione del Bandar-log (le

scimmie), il popolo senza legge, che si contrappone radicalmente al Branco

dei lupi; le scimmie rapiscono Mowgli e lo portano alle Tane Fredde (una

città abbandonata in cui vivono). Un’altra nuova conoscenza è Kaa, il

pitone delle rocce, che aiuterà Baloo e Bagheera a liberare Mowgli; anche

Chil, l’avvoltoio (che è un personaggio minore) fa la sua parte portando il

messaggio di Mowgli ai suoi amici. Importante in questo racconto è anche

la scoperta delle parole maestre dei diversi popoli della giungla, da

utilizzare nel Branco e da recepire nel linguaggio corrente dei Vecchi Lupi

e dei lupetti.

LA BANDAR45 ANZIANA

Viene fatto uscire dal cerchio il giocatore prescelto e, mentre questi è

fuori, si nomina una bandar anziana.

Rientrato il giocatore nel cerchio, la bandar anziana comincia a fare dei

gesti, subito imitata da tutti gli altri.

44 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 35. 45 Scimmia.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 75

Il giocatore deve indovinare tra tutte le bandar chi è quella

“anziana”, cioè chi dirige i gesti. E’ quindi necessario che tutti siano molto

pronti a imitare le mosse della scimmia anziana. E’ anche opportuno che i

giocatori non puntino lo sguardo su chi dirige perché altrimenti sarebbe

troppo facile indovinare.

LA CODA DI KAA

I giocatori sono in fila e si danno la mano. Il primo, la testa di Kaa,

deve prendere l’ultimo giocatore, la sua coda, senza che la catena si

rompa. La cosa non è poi tanto facile; il gioco si fa interessante se vi

partecipano almeno 12 giocatori.

Quando la catena si spezza, si invertono le parti.

LA CORSA VERSO LE TANE FREDDE

I lupetti sono divisi in tre squadre: Bagheera, Baloo e Kaa.

Su una serie di percorsi paralleli a staffetta, ciechi seguendo un filo

ad occhi bendati, accidentati nei boschi, ecc., le tre squadre corrono per

vedere chi arriva per primo al traguardo delle Tane Fredde.

KAA MANGIA LE BANDAR

Tutte le bandar fuggono con un solo piede. Kaa le insegue. Quando una

bandar è stata toccata, Kaa la salta alla cavallina, escludendola dal gioco.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 76

5.2.3. Come venne la paura

E’ la storia raccontata da Hathi in occasione della tregua dell’acqua

(l’ordine di non uccidere ai luoghi di abbeveratura durante la siccità). Fu

dichiarata per la prima volta in tempi remotissimi da Tha, il primo

elefante, e in questo periodo tutti gli animali della Giungla non si cacciano

più tra di loro, vivono in pace, mangiando ciò che mette a disposizione

madre natura e dissetandosi tutti insieme della poca acqua rimasta nella

Waingunga46.

Solo un animale non rispetta la tregua ed è la tigre Shere Khan. Nel

racconto Shere Khan caccia ugualmente le sue prede, sporcando col

sangue la poca acqua presente nel fiume.

Hathi racconta anche come avvenne che la morte e la paura entrarono

nella Giungla.

Nel Branco questo racconto può essere utilizzato per rilanciare il tema

della Legge o per presentare ai bambini concetti difficili quali: il male, la

morte, la paura e anche il volto vero, a volte realisticamente duro, della

natura che occorre conoscere e rispettare47.

LA LIANA

Tutti i giocatori si schierano ad un estremo del cortile, mentre la liana,

scelta tra i più veloci, li attende in mezzo al cortile per farne preda.

46 Fiume che scorre tra le colline di Seeonee. 47 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 210.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 77

Ad un fischio del capo gioco tutti corrono verso l’estremo opposto del

campo, cercando di sfuggire alla liana.

Quelli che risulteranno “presi”, tenendosi per mano si uniranno alla

liana, formando una catena mano a mano più lunga.

Sempre al fischio del capo gioco i liberi fuggiranno da un estremo all’altro

del cortile, in ondate successive, facendo in modo di evitare di capitare

sulla catena che diventerà sempre più insidiosa.

E’ permesso ai liberi di urtare e rompere la catena oppure di passare

sotto di essa, mentre i compagni incatenati ne ostruiranno il varco, per dar

tempo e modo agli estremi di ripiegare sui rastrellati, prenderli e farli

prigionieri.

La catena spezzata, finchè non si rinsalda, non può fare prigionieri.

L’ultimo rimasto “libero” vince.

ABBEVERATA NELLA WAINGUNGA

Tracciare un cerchio piuttosto ampio nel mezzo del quale da un

mocchio di sassi di terra spuntano delle strisce di carta (l’acqua rimasta

vicina alla Roccia della Pace48). Il Branco diviso in cervi, caprioli e cinghiali

va a dissetarsi alla Waingunga insieme a Shere Khan, sicuro di essere

protetto dalla Legge e da Hathi. Hathi è un lupetto che sta vicino alla

Roccia della Pace (il mucchio di sassi) munito di una corda appesantita da

una palla di stracci (proboscide).

48 Pietra che affiora al centro della Waingunga nei periodi di siccità e che annuncia la

Tregua dell’acqua.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 78

Iniziato il gioco tutti vanno ad abbeverarsi e Shere Khan, non appena

un abitante della giungla si china (e solo allora) per prendere una striscia

di carta, cercherà di azzannarlo (scalpo49). Hathi allora azionerà la sua

proboscide su Shere Khan che, se colpita, ritornerà innocua, mentre se

sfugge al colpo si avventerà sui lupetti che cercheranno scampo al di là del

cerchio. Gli scalpati si pongono ai limiti della Waingunga rappresentando

gli alberi della giungla.

I lupetti che scappano dalla Waingunga devono passare tra le gambe

dei lupetti-alberi.

Vincono gli abitanti della giungla se portano via tutte le strisce, vince

Shere Khan se riesce a scalpare metà dei lupetti.

TRACCE

Materiale: alcune strisce di cartoncino alte 3 o 4 cm., un vecchio

pennello da barba, una scatola di latta pe conservare il gesso a pronta

presa, una peretta o un contagocce, queche spilla o fermaglio, una

borraccia, una mezza palla di gomma.

Per ricavare l’impronta: pulire molto bene il terreno. Mettere intorno alla

traccia una striscia di cartoncino fermata con uno spillo o fermaglio.

Preparare il gesso in giusta densità e colarlo lentamente entro il cerchio

fatto col cartone in modo da riempirlo interamente.

49 Lo scalpo è una delle tecniche di gioco più comuni fra gli scout. Lo scalpo è un

fazzolettone o qualsiasi un pezzo di stoffa inserito nei pantaloni con un estremo che

pende dietro per almeno 20 cm. Scopo del gioco è togliere lo scalpo all’avversario senza

prima essere scalpati.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 79

Appena il gesso è rappreso e asciutto, con un coltello scavare intorno alla

colata in modo da togliere, insieme al calco di gesso, molta terra.

Conservare per un giorno e poi lavare accuratamente.

Si ottiene così l’impronta al negativo.

Se si vuole ottenere quella positiva il procedimento è semplice:

levigare bene i bordi del blocco di gesso e mettere la solita striscia di

cartoncino, molto più alta del blocco stesso, intorno allo stampo;

cospargere di olio l’impronta ed il cartone; preparare il gesso e fare la

colata come è stato fatto per il negativo; attendere qualche ora finchè il

tutto sia asciutto; togliere il cartone, separare il negativo dal positivo. Se

tutto è stato fatto bene, le due forme si staccheranno facilmente.

Le impronte possono essere in seguito dipinte con acquerelli,

lasciando la traccia in bianco o colorando solo questa. Sul retro del

blocchetto di gesso scrivere il nome dell’animale, data e luogo del

prelievo.

LA CAVERNA DELLA PAURA

La tana (se grande) o uno stanzone, è la “Caverna della Paura50”,

immersa nell’oscurità della notte (la stanza buia).

Dentro la caverna entrano i lupi (una parte del Branco) e la esplorano;

poco più tardi etra la “Paura”, gli uomini (altra parte del Branco), che

prima di addormentarsi vuole assicurarsi che la caverna sia libera; i lupi

rimarranno fermi cercando di non farsi prendere dagli uomini; gli uomini

esploreranno (sempre al buio) la loro caverna cercando di prendere i lupi.

50 In questo racconto gli animali identificano la Paura con l’Uomo.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 80

Si gioca due volte invertendo le parti. Vince la squadra che prende

più prigionieri.

Dare un segno distintivo (es. un fazzoletto al braccio) ai lupi.

5.2.4. Il Fiore Rosso

Il Fiore Rosso è il fuoco, che tutti gli animali della giungla non osano

pronunciare col suo vero nome.

E’ il racconto che evidenzia come il male, irrispettoso di ogni legge e

dignità umana, divide e sgretola la comunità.

Shere Khan si manifesta qui con tutta la sua malvagità che, come tale,

spesso si maschera in atteggiamenti adulatori e spavaldi. A questa figura

negativa si contrappongono la forza di chi cammina nella legge (Mowgli)

e l’umanità pronta al sacrificio che si impernia sulla dignità morale di una

guida sincera (Akela). Mowgli si prepara ad affrontare, per la prima volta

frontalmente, la Tigre Zoppa ora più forte per il seguito di non pochi lupi

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 81

che è riuscita con l’adulazione a conquistare. Giunto il momento della

lotta, Mowgli, avvalendosi del potere quasi magico del Fiore Rosso, si

ripropone come vero signore della giungla, ponendosi a garante di quella

Legge che Akela ormai vecchio e allo stremo delle forze non può che

ricordare ma non può più difendere.

La malvagità di Shere Khan si manifesta nella sua più vera natura

dimostrando viltà e timor panico nel momento più decisivo da lei stessa

voluto. Il cucciolo d’uomo rimarrà alla Rupe con i fratelli e gli amici fedeli

al branco per poi incamminarsi “incontro a quegli esseri misteriosi che

chiamano uomini”51.

SHERE KHAN CONTRO IL BRANCO

Terreno di gioco: un cortile cintato di circa 40 m. per 20 m. Nel centro del

cortile segnare un quadrato di qualche metro di lato.

Materiale: una palla.

Il Branco è diviso in due squadre di cui una è circa un terzo dell’altra (es. 6

contro 18). La squadra meno numerosa rappresenta Shere Khan e i

Tabaqui suoi seguaci. L’altra rappresenta i lupi.

Scopo della squadra di Shere Khan e i Tabaqui: cercare entro un

tempo determinto di colpire con la palla un certo numero di volte gli

appartenenti alla squadra dei lupi (es. 25 colpiti in 20 minuti). Scopo della

squadra dei lupi: cercare di non farsi colpire e ostacolare il gioco.

Vince la squadra di Shere Khan se entro 20 minuti fa 25 centri.

Viceversa vince la squadra dei lupi.

51 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 111.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 82

Regole: Shere Khan e i Tabaqui si possono passare la palla ma non

possono muoversi con la pala in mano; la squadra dei lupi può difendersi

solo con le mani; non è permesso colpire la faccia e la testa; quando uno

della squadra dei lupi si impossessa della palla può lanciarla lontano

oppure può cercare di portarla entro il quadrato segnato al centro del

terreno di gioco e, se ci riesce, può scegliere uno dei Tabaqui che deve

considerarsi ferito; la squadra di Shere Khan deve cercare di impedire che

il lupetto in possesso della palla arrivi al quadrato centrale toccandolo; in

questo caso il lupetto deve cedere la palla alla squadra di Shere Khan; la

squadra dei lupi non può passare la palla tra i propri componenti; tutti gli

appartenenti alla squadra dei lupi colpiti devono considerarsi feriti; tutti i

feriti possono ritornare in gioco dopo aver superato delle prove alle quali li

sottopongono i Vecchi Lupi.

IL FURTO DEL FIORE ROSSO

Ci sono due squadre, i lupi e i boscaioli, in linea ad una certa distanza.

Al centro un pallone che rappresenta il fiore rosso.

Al via i lupi partono in blocco per rapire il fuoco. Non appena uno di loro

tocca il pallone, subito scattano i boscaioli che cercano di riprenderlo.

Il pallone si deve passare e deve essere lanciato oltre la propria linea

di fondo.

Vince chi porta più volte il fiore rosso dalla propria parte.

IL GIOCO DEL FIORE ROSSO

I lupetti sono divisi in due campi delimitati: i lupi e gli Shere Khan.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 83

Il campo dei lupi possiede il fiore rosso, rappresentato da un fiammifero

spento. Ciascun campo ha un capo. I lupi hanno i pugni chiusi e in uno di

essi si trova il fiammifero.

Al fischio del capo degli Shere Khan, i lupi e gli Shere Khan devono

camiare di campo. Gli Shere Khan hanno diritto, durante la traversata, di

prendere un lupo e il capo degli Shere Khan gli ordina di aprire una mano,

una sola per traversata. Se il fiore rosso non è in quella mano, si continuano

le traversate finchè il fiammifero non viene trovato.

A questo punto, i lupi diventano Shere Khan e gli Shere Khan lupi.

Fino al ritrovamento del fiammifero le mani che sono state aperte devono

rimanere tali. Si dà la vittoria alla squadra che è riuscita a scovare il fiore

rosso in meno colpi.

MOWGLI BRUCIA SHERE KHAN

Luogo: in tana o in cortile.

Materiale: un rotolo di giornali (il fiore rosso); un cesto di carta colorata (il

vaso del fiore rosso); un cerchio segnato nel terreno (la Rupe del Consiglio).

Mowgli è dentro il cerchio e custodisce il vaso del fiore rosso. In

mano ha il rotolo di giornali che rappresenta il bastone acceso del fiore

rosso. Al di fuori del cerchio ci sono i quattro fratelli di tana di Mowgli

con lo scalpo rosso (a seconda del numero del Branco se ne possono

aggiungere degli altri).

Intorno alla Rupe ed ai quattro fratelli tutti gli altri lupetti fanno i

ribelli e hanno con loro Shere Khan e portano lo scalpo azzurro. Mowgli e

Shere Khan sono senza scalpo.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 84

I lupi lottano tra di loro (i quattro fratelli contro i ribelli) allo scalpo.

Shere Khan scalpa i quattro fratelli senza poter essere scalpato da loro,

mentre Mowgli colpisce con il bastone (rotolo) e manda così fuori gioco i

ribelli che gli capitano a tiro.

I ribelli devono cercare di prendere il vaso del fiore rosso senza essere

scalpati o colpiti da Mowgli, e lo stesso deve fare Shere Khan.

Quando Mowgli colpisce Shere Khan con il fiore rosso vince perché

Shere Khan bruciato e dolorante fugge via dalla Rupe seguito da tutti i

lupi ribelli.

Si può prevedere di ridare la vita.

5.2.5. La tigre! La tigre!

Il racconto mostra con chiarezza l’intelligenza e l’astuzia di Mowgli,

che riesce ad avere ragione di Shere Khan, grazie anche alla poca

accortezza della tigre e dell’aiuto di Fratel Bigio e di Akela.

Scacciato dal branco Mowgli va a vivere tra gli uomini; viene accolto

da Messua e poi messo a guida dei bufali del villaggio perché li sorvegli

mentre pascolano.

Dopo aver ucciso la tigre, viene però scacciato anche dagli uomini,

che non riescono a comprendere la schiettezza del suo comportamento e

così torna tra i lupi; ma per cacciare solo con i quattro fratelli di tana,

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 85

poiché il branco è disperso e non ancora in grado di vivere nuovamente

unito52.

AL PASCOLO I BUFALI

Il terreno è cosparso di buche, rappresentate da cerchi tracciati per

terra.

I bufali stanno (bendati) in riga sulla linea di partenza. Davanti a loro

stanno i loro Mowgli, rappresentati da altrettanti giocatori, che li tengono

al guinzaglio (un lungo spago).

I Mowgli evono condurre i loro bufali il più rapidamente possibile,

dalla partenza alla linea di arrivo, evitando che mettano il piede nelle

buche.

QUADRETTI CON IL RISO

Materiale: tavolette di legno, tazzine, colla vinilica, un pennello largo,

colori ad anilina, pinzette.

Preparare per prima cosa il riso colorato mettendolo nelle tazzine in

cui è stato sciolto del colore ad anilina (o a tempera), mescolarlo e lasciarlo

asciugare bene.

Eseguire su una tavoletta di legno il disegno desiderato, e spalmarla

di colla vinilica diluita. Riempire il disegno con i chicchi di riso colorati,

che dovranno essere disposti per lo stesso verso, al fine di evitare

disuguaglianze nelle leggere trame degli incastri. Per disporre i chicchi

52 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 131.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 86

con ordine senza spostare gli altri già messi a posto è bene usare un paio

di pinzette.

Asciugandosi la colla vinilica precedentemente distesa sulla

tavoletta, i chicchi aderiranno in modo compatto al legno, senza più

staccarsi.

In tal modo si preparano dei simpatici quadretti.

IL MESSAGGIO SOTTO L’ALBERO

Terreno: un bosco, non accidentato, con ampia radura e possibilità di

nascondigli.

Materiale: due messaggi diversi, scritti a caratteri grandi, che devono

essere attaccati a due alberi in due diverse radure; alcune matite e carta da

scrivere per ciascuna squadra.

Numero dei giocatori: sedici e più, divisi in due squadre.

Durata del gioco: da venti a trenta minuti.

Scopo: ciascuna squadra dovrà sia cercare di copiare il messaggio che si

trova nella radura difesa dalla squadra avversaria, sia impedire che

quest’ultima, penetrata nella propria radura, riesca a copiarvi il

messaggio.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 87

Ciascuna squadra è divisa in due gruppi: gli attaccanti, aventi il

berretto come scalpo, e i difensori, che hanno alla cintola il fazzoletto come

scalpo.

Regole del gioco: i difensori non possono abbandonare la radura del proprio

campo; un attaccante non può combattere con un altro attaccante e così

pure (cosa impossibile se viene osservata la prima regola) un difensore

non può attaccare un altro difensore.

Ciascuna squadra deve designare due o tre elementi (sconosciuti

all’altra squadra) che, pur giocando come attaccanti o difensori, avranno il

compito di trascrivere il messaggio, raccogliendo le informazioni loro

recate dagli attaccanti della propria squadra o utilizzando ciò che essi

stessi, se attaccanti, hanno potuto vedere.

Vince la squadra che, al termine del gioco, è riuscita a ricopiare il più

esattamente possibile il messaggio appeso all’albero del Dhâk nella radura

avversaria.

BULDEO SPARA A MOWGLI

Scopo: osservare il lancio e la presa della palla a distanza variabile di un

determinato numero di lupetti (la squadra di Buldeo).

Terreno di gioco: un cortile.

Giocatori: due squadre, una rappresentante Buldeo e gli abitanti del

villaggio (in un numero limitato, 4 o 5), l’altra rappresentante Mowgli e i

bufali (il resto del Branco).

Uno dei lupetti della prima squadra è Buldeo, tutti i lupetti di questa

squadra sono Buldeo a turno (ogni 5 tiri si cambia). Uno dei lupetti della

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 88

seconda squadra è eletto Mowgli all’insaputa dei lupetti dell’altra

squadra.

Solo il Buldeo di turno può colpire con la palla gli altri della seconda

squadra. I lupetti della squadra di Buldeo non possono muoversi con la

palla in mano, quindi devono eseguire passaggi.

Vincono i Buldeo se Mowgli viene colpito entro un certo tempo.

L’arbitro deve essere a conoscenza di chi è Mowgli.

5.2.6. L’invasione della giungla

Nella tradizione del Lupettismo italiano

questo racconto non è molto utilizzato,

perché non aggiunge nulla al contenuto

centrale delle Storie di Mowgli, non offre

precisazioni sulle figure principali, non si

presta a particolari attività da fare col Branco,

ed evidenzia un Mowgli vendicativo che, pur

pervaso dal senso di giustizia, non coincide esattamente con la figura che

si vuole proporre a lupetti.

E’ il racconto infatti della vendetta di Mowgli contro gli uomini del

villaggio: nella prima parte Mowgli, dopo che è venuto a sapere che

Messua e suo marito sono in pericolo di vita per avergli concesso

ospitalità, con l’aiuto dei suoi amici li libera e li salva. Succesivamente, a

causa dei maltrattamenti che ha visto subire da Messua, chiede di

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 89

allontanare gli uomini da quel territorio e, con l’aiuto di Hathi e dei suoi

tre figli, di distruggere il villaggio, sopra il quale ritorna la giungla53.

IL TRACCIODROMO

Il tracciodromo è un’ attività all’aria aperta che impegna fantasia e

attenzione.

Materiale necessario: una zona di terra umida e battuta, di neve non troppo

bagnata, o di sabbia compatta.

Preparazione: si decide un episodio da tradurre in “tracce” sul suolo. Il fatto

deve essere abbastanza semplice da risultare chiaramente ad una “lettura”

del terreno.

Per esempio: si può realizzare un incidente in bicicletta: un lupetto,

Claudio, attraversa in bicicletta il tracciocromo, da ovest ad est; non si

accorge che un vecchio zoppicante (un altro lupetto, Fiorenzo, che si

appoggia ad un bastone) sta venendo verso di lui, e lo urta con la

bicicletta, provocando una caduta generale; subito Claudio si rialza,

chiede scusa all’investito ed esce dalla scena accompagnandosi a lui, e

conducendo la bici per mano. Il linguaggio del tracciodromo è silenzioso

ma chiarissimo: le ruote della bicicletta che vanno incontro ai passi brevi

del vecchietto accompagnati dai buchi del puntale el bastone; la pozza

confusa della caduta, e l’uscita della coppia: i passi affiancati (tracce vicine

e leggere del vecchio, tracce sicure e distanziate del giovane)

accompagnati dal segno della ruota della bicicletta e del bastone.

53 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 165.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 90

Svolgimento: i partecipanti sono divisi in due gruppi. Ogni gruppo

prepara un “quiz” per l’altro, costruendo un tacciodromo con episodio. I

gruppi si scambiano e cercano di interpretare i segni lasciati dall’altra

squadra nel minor tempo possibile.

IL GUIZZO DI SOLE

Alcuni lupetti e/o Vecchi Lupi sono nascosti con alcuni specchi che

devono far brillare esonendoli al sole.

Il Branco, in un tempo prestabilito, deve cercare di trovare coloro che si

sono nascosti.

LA CACCIA AL VILLAGGIO

Si riferisce al tratto della distruzione del villaggio. Nella tana, nel

cortile o nell’edificio in cui il Branco ha la sua tana, si nascondono tante

piccole capannine fatte di carta. Gli animali della giungla (i lupetti) vanno

a caccia delle capanne.

Vince il lupetto o la squadra che trova più capanne.

ABBATTERE I MACHANS54

Materiale: legni ben squadrati o birilli (per fare i machans), una pala di

gomma, un campo ben delimitato.

Nelle Terre Arate55 (campo da gioco) ci sono i machans fatti con i birilli

o i legni piantati o poggiati per terra e con sopra una traversa a formare

una pi greca.

54 Piattaforme da cui gli uomini sorvegliavano i campi.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 91

I lupetti che fanno gli uomini all’interno del cerchio e difendono con

le mani i machans che i lupetti che sono fuori (e rappresentano Mowgli,

Hathi ed i suoi figli) cercano di abbattere con la palla.

Un machan abbattuto può essere ricostruito, ma al momento in cui

tutti i machans sono a terra il villaggio ha perduto.

Si può giocare a tempo, facendo alternare le squadre e contando, al

momento del segnale di fine, quanti machans sono ancora in piedi.

5.2.7. L’ankus del re

Il racconto non ha alcun aggancio con il resto delle Storie di Mowgli. Si

tratta tuttavia di una magnifica parabola sull’avidità umana e sui suoi

effetti morali, con riflessi e considerazioni sull’essenzialità e sul valore

delle cose.

La storia è divisa in due parti: la prima narra come Mowgli sottrae un

ankus al tesoro delle Tane Fredde, malgrado la vigilanza di un cobra

55 Nome che gli animali della giungla davano al territorio in cui sorgeva il villaggio degli

uomini.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 92

bianco; la seconda narra le vicende della mortale contesa intrecciatasi

intorno al possesso dell’ankus, fino alla sua restituzione al cobra custode56.

NELLA CAVERNA DEL COBRA BIANCO

Si prepara una stanza molto ingombra di ostacoli (panche, seggiole,

tavoli, ecc.) e in questo groviglio di oggetti viene tracciato con un gomitolo

di spago un percorso ala fine del quale sono posti dei cartellini, tanti

quanti sono i lupetti.

Al Branco si fa osservare la stanza ben bene, poi i lupetti escono e viene

spenta la luce. Si introduce un lupetto alla volta, il quale cerca nel più

breve tempo possibile di percorrere il tracciato di “spago” (gli viene

consegnato il capo) e raggiungere i cartellini.

Vince il lupetto che impiega meno tempo a impadronirsi di un cartellino.

IL CAPPUCCIO BIANCO57

Viene scelto un giocatore (o anche due o tre contemporaneamente) a

cui vengono bendati gli occhi. Egli sta nel mezzo del cerchi. Ad un tratto

un componente del cerchio si alza dal suo posto e attraversa lo spazio in

mezzo al cerchio, curando di non farsi sentire dal giocatore dagli occhi

bendati.

Questi dovrà tendere l’orecchio ad ogni minimo rumore di passi, ad

ogni più piccolo fruscìo, per indovinare quante persone stanno

56 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 213. 57 Appellativo del cobra bianco.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 93

passeggiando nel cerchio. Infatti possono camminare in silenzio anche

due, tre, cinque persone, confondendo le idee a chi deve indovinare.

Questo gioco va svolto nel più assoluto silenzio, anche da parte degli

spettatori del cerchio.

L’ANKUS DEL RE

Questo gioco può essere usato per illustrare e rendere più familiare ai

lupetti il racconto L’ankus del re.

Ci sono due campi, A e B, uno diretto da Mowgli, l’altro da Kaa. I

lupetti devono andare a cercare l’ankus e le pietre preziose (C) sorvegliate

dal cobra bianco (D). questi non può entrare in C ma cerca di acchiappare i

lupetti nel terreno libero. Quando un lupetto è preso (al tocco), il cobra

bianco lo porta nella sua grotta.

Il prigioniero può essere liberato se un lupetto riesce a toccarlo senza

essere preso dal cobra bianco.

Si conta un punto per squadra per ogni pietra preziosa e dieci punti

per chi prende l’ankus.

Il lupetto catturato con un oggetto in mano lo deve rimettere in C e adare

nella grotta D.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 94

Il gioco termina quendo non c’è più nessun oggetto. Si contano allora gli

oggetti presi da ciascuna squadra.

C D

A B

L’ANKUS CHE PORTA LA MORTE

Due squade, A e B, in fila su due righe (distanti a seconda dell’abilità

del Branco nel giocare con la palla). Dietro la squadra A un giocatore della

squadra B; dietro la squadra B un giocatore della squadra A. Due basi

disposte agli altri due lati opposti del campo.

Le squadre cercano di far prendere la palla dal giocatore dietro la

squadra avversaria; se questo la prende al volo, grida: “Presa!” e la

squadra avversaria scappa verso la propria base, inseguita dall’altra

squadra che dve cercare di prendere i componenti al tocco.

Si contano i presi e si continua il gioco.

5.2.8. I cani rossi

In questo racconto il branco riunito è il protagonista assoluto –

insieme a Mowgli – nella lotta dura e vincente contro i cani invasori del

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 95

Dekkan. Il branco si batterà per la difesa della vita, del territorio di caccia,

delle tane e dei cuccioli e sarà, inoltre, uno strenuo baluardo a tutela della

Legge della giungla58.

In combattimento morirà Akela (già affiancato nella guida del branco

da Phao). Per questo motivo questo racconto viene usato solitamente

quando il Branco cambia Akela (Capo Branco).

INVASIONE DEI CANI ROSSI

Si suddividono i giocatori in due gruppi di pari abilità, cani rossi (C) e

lupi (L).

La squadra C si colloca su una linea estrema del campo e la squadra L

sulla linea opposta, in attesa del “via”; a tutti si bendano gli occhi.

Ad ognuna delle due linne di partenza rimarranno fermi due incaricati, i

quali ogni tanto daranno un segno di fischietto.

Orientati dai due suoni distinti, i giocatori avanzeranno piano piano

e con cautela, gli uni verso gli altri, con l’intento di raggiungere incolumi

la linea dei rispettivi avversari. Cammineranno in silenzio allo scopo di

avvertire, da ogni possibile indizio (rumore dei passi, respiro, ecc.), la

presenza degli avversari, per non urtarli.

Chi urta un giocatore smette di giocare e si porta ai lati del campo,

per non ingombrare nessuno; se l’urto è reciproco, tutti e due escono dal

gioco ed attendono fuori, fino alla ripresa.

58 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 294.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 96

L’invasione reciproca dei due campi avversari deve avvenire entro un

limite di tempo prestabilito dal capo: due, tre minuti, secondo il caso.

Finito il tempo fissato, ad un cenno convenuto, tutti smettono di

avanzare. Sarà vittoriosa quella squadra che avrà spinto più giocatori oltre

l’estrema linea avversaria, attratti dal fischietto rispettivo.

Il gioco può ripetersi in successive riprese.

IL PICCOLO POPOLO59 E IL CERVO

Ci sono due squadre, A e B; il campo di circa dieci metri per cinque è

diviso a metà. Le due squadre si dispongono ciascuna in una metà campo.

Al via un lupetto A oltrepassa il confine centrale e cerca di toccare quanti

più B gli è possibile, facendo il verso delle api “zzz” senza mai fermarsi a

riprendere fiato sin quando non è rientrato nella propria metà campo. La

squadra B cerca di bloccarlo e di trattenerlo nel confine finchè il lupetto A

non smette di fare “zzz” con la bocca.

59 Le api nere dell’India, che uccidono parte dei cani rossi.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 97

Se A riesce a tornare nel proprio campo senza riprendere fiato, si

contano i B da lui toccati. Se invece viene bloccato nel campo avversario o

smette di fare “zzz”, torna nel proprio campo come se non avesse toccato

nessuno.

Poi si invertono i ruoli. Vince la squadra che totalizza più punti.

GRAZIE ALL’AGLIO60

Si strofina su una mano di un lupetto dell’aglio all’insaputa degli altri.

Si dovrà cercare di scoprire, annusando, chi ha la mano con l’odore

dell’aglio.

Naturalmente colui che ha l’odore dell’aglio nella mano dovrà

fingere di cercare anche lui.

Vince chi lo scopre.

I LUPI, I CANI ROSSI E IL PICCOLO POPOLO

Si divide il Branco in tre parti: i lupi, i cani rossi e il Piccolo Popolo.

Ogni gruppo avrà degli scalpi di colore differente; detti scalpi vanno

portati, senza annodare, al braccio sinistro di ogni lupetto.

Ogni lupetto è munito di un bastoncino di legno o di un pezzo di

carta colorata che dovrà deporre nella tana degli avversari. Ogni giocatore

può portare un solo bastoncino o un solo pezzo di carta colorata.

La neutralizzazione dell’avversario avviene mediante asportazione

dello scalpo.

60 Mowgli in questo racconto riesce a salvarsi dalle api perché si sfrega dell’aglio nelle

mani, e il suo odore le tiene lontane.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 98

Chi è scalpato perde la vita e dovrà abbandonare sul posto il bastone

o la carta colorata in suo possesso. Si può portare un solo bastoncino o

pezzo di carta, perciò dopo aver scalpato un avversario si dovrà correre a

deporre il proprio per poi, in un secondo tempo, tornare a riprendere

quello del giocatore vinto.

Chi ha perso la vita la può riavere dopo aver superato una prova che

gli proporrà un Vecchio Lupo.

I bastoncini lascaiti in terra possono essere raccolti da qualsiasi

giocatore purchè non ne possegga nemmeno uno e sia ancora vivo.

Vince la squadra che riuscirà a piazzare tutti i bastoncini o pezzi di carta

in suo possesso più quelli eventualmente persi dagli altri, oppure quella

che ad un determinato momento ne avrà di meno.

5.2.9. La corsa di primavera

Tradizionalmente questo è il racconto che viene riservato ai lupetti e

alle lupette che si accingono a lasciare il Branco per passare in Reparto. Il

motivo è semplice e la tradizione è ampiamente giustificata dal contenuto

della storia: si narra dell’ultima caccia di Mowgli al termine della quale

abbandonerà la giungla per tornare dagli uomini61.

La Corsa si primavera è il racconto di un grande, inevitabile

cambiamento. Si colloca in un periodo, la primavera, che ogni anno vede

61 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni

scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 307.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 99

cambiamenti evidenti: la vegetazione rinnova il suo abito, gli abitanti della

giungla vestono nuove piume e nuove pellicce per la “parlata nuova62”.

Per Mowgli questa primavera si differenzia da tutte le altre, perché la sua

natura di uomo lo spinge fuori dalla giungla che non avrebbe mai pensato

di poter lasciare63.

LA FORZA DI MOWGLI

Si divide il campo in due parti. Da una parte si schiera tutto il Branco,

dall’altra un lupetto che farà Mowgli. Al fischio, tutto il Branco dovrà

raggiungere il limite esterno dell’altra parte.

Mowgli dovrà riuscire a prendere e sollevare un lupetto, che a sua

volta resterà nel centro e aiuterà Mowgli.

62 Canto degli animali a primavera. 63 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 289.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 100

COLLEZIONE DI BOSCO

Acquistiamo in una cartoleria alcuni fogli di carta da pacchi.

Dividiamoli in otto parti e con un punteruolo facciamo due fori su un lato

per il passaggio del cordoncino che fisserà i fogli. L’albo è pronto.

Sistemazione dei fiori e delle foglie: recidiamo i fiori con l’uso delle forbici

lasciando 4 o 5 cm di gambo; pieghiamo la corolla e adagiamola fra due

fogli di carta assorbente; poniamo sui fogli di carta assorbente due libri

pesanti; lasciamoli così per tre o quattro giorni in modo che il fiore possa

liberarsi delle sostanze acquose; fissiamo il fiore sulla pagina dell’albo con

pezzi di carta gommata trasparente.

Usiamo lo stesso procedimento per la raccolta e la sistemazione delle

foglie.

Disponiamo fiori e foglie con un certo gusto, accompagnando ogni

esemplare con notizie più ampie possibile (nome della pianta,

caratteristiche, eventuali usi farmaceutici, nome scientifico, famiglia di

appartenenza, ecc.)

Si prepara così un erbario. Ma si possono fissare foglie e fiori su un

cartellone murale; incollando le foglie su cartoncini colorati, con vetro e

carta gommata colorata, si possono preparare dei bellissimi quadretti

montati all’inglese.

Semi volanti di acero, rami di robinia, felci, foglie di olmo possono

servire ottimamente per cornici (fatte in cartoncino e rifinite con vetro e

nastro colorato gommato).

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 101

LOTTA DI COCCODRILLI

Si formano delle coppie di lupetti che impersonano i coccodrilli, questi

di dispongono a 2carriola”, con un lupetto A che si sorregge da terra con

le braccia, sostenuto per le gambe da un compagno B.

Gli A hanno lo scalpo infilato al collo della maglia, dalla parte destra.

Devono cercare di togliere lo scalpo dal collo dell’avversario prendendolo

con la bocca.

Variante: anziché lo scalpo, si cerca di prenedere il berretto dalla testa

dell’avversario.

IN EQUILIBRIO

I due giocatori si tengono con la mano sinistra la caviglia del piede

sinistro, mentre con la mano destra prendono il polso dell’avversario.

Vince colui che, attirando verso di sé l’avversario, lo fa cadere.

§ 5.3. Le Danze Giungla

Fra gli strumenti più originali e coinvolgenti che il Lupettismo mette

a disposizione per la creazione di quella particolarissima atmosfera

giungla, che è la nota determinante di tutto il metodo del branco, un posto

predominante lo occupano certamente le Danze Giungla64.

Baden Powell nella sua esuberante capacità creativa aveva progettato

tutte queste danze ispirandosi alle danze sacre delle tribù africane e di altri

popoli primitivi. Quindi gesti cadenzati ritmici evocativi, e alla fine il

64 E. CALVO, Danze giungla, Nuova Fiordaliso, Roma, 1999.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 102

risultato è un qualcosa di diverso da una danza vera e propria o da un

qualsiasi banalissimo bans65. Il risultato è una forma espressiva vera e

propria, una drammatizzazione che ha lo scopo di creare situazioni di

personificazione dei vari tipi giungla e della rappresentazione di

determinati episodi della vita del branco. Il lupetto rivive così in prima

persona il racconto appena ascoltato: comportandosi come il protagonista

dell'episodio assimila subito il valore o il difetto che gli viene proposto.

Senza contare che come per una danza anche in questo il bambino

acquista una maggiore padronanza corporea, un migliore senso del ritmo

e dell'equilibrio.

Le danze vanno sapute utilizzare. Il momento più opportuno sarebbe

appena terminato il racconto giungla in questione o magari dopo una

caccia particolarmente importante. E a parte questo bisogna sottolineare

che ogni danza va preparata bene perchè ogni gesto assuma il suo più

vero significato. Non è semplice, soprattutto quando si ha a che fare con

branchi numerosi, ma il risultato è davvero stupefacente se ben riuscito.

Qui di seguito riporterò le danze descritte da Baden Powell nel Manuale dei

lupetti.

65 I bans sono dei balli animati, da fare in gruppo. Solitamente si canta una canzone

orecchiabile e facile da imparare e si accompagna con i gesti, e in alcuni casi si ripete più

volte con delle variazioni (di volume, di velocità, ecc.).

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 103

LA DANZA DI TABAQUI

Nella danza di Tabaqui il Branco si divide in due parti: una metà

rappresenta i Tabaqui ed il loro capo sarà Shere Khan, l'altra metà

rappresenta i lupi e fra loro Mowgli.

Mentre i lupi stanno seduti tranquillamente in un angolo, i Tabaqui e

Shere Khan fanno la loro parte con Shere Khan che si pavoneggia

orgoglioso al centro del cercho formato dagli sciacalli. Il lupetto che

rappresenta Shere Khan infatti si vanterà di sè stesso e del suo valore

ripetendo “Io sono Shere Khan la Tigre Reale” invitando tutti a sfidarlo,

mentre gli sciacalli si muovono in cerchio rispettosamente e mormorando

“Sciacallo, sciacallo”.

Ad un tratto uno degli sciacalli si stacca dagli altri

e striscia fino a Shere Khan prostrandoglisi ai

piedi. Naturalmente la tigre con fare tipico del

prepotente gli allunga un calcio. Lo sciacallo si

inchina quasi a ringraziare e corre al suo posto,

ma una volta giunto, non visto da Shere Khan gli

fa le boccacce.

Dopo un poco i lupi si muovono piombando

addosso ai Tabaqui ed ogni lupo si porta via uno

di loro (che naturalmente si arrendono subito per viltà). In mezzo a tutto

questo trambusto Shere Khan non si muove ma dimostra una certa

preoccupazione e quando si trova al centro del cerchio formato ora dai

lupi tuona “Io sono Shere Khan, la Tigre Reale” quasi a voler convincere

di ciò tutti gli abitanti della giungla.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 104

Ma Mowgli non si fa di certo intimorire e va incontro alla tigre con l'indice

puntato guardando negli occhi la bestia che non può sostenere il suo

sguardo e quindi lo abbassa. Continua a ripetere la stessa frase ma con

sempre minore convinzione (mentre Mowgli resta fermo davanti a lui con

il dito puntato) e si accuccerà pian piano fino a sdraiarsi.

A questo punto la danza è finita.

LA DANZA DI BALOO

Baloo era l'orso che insegnava la legge ai lupetti ed era tanto grosso

quanto bonaccione.

Perciò quando il Capo darà l'ordine “Baloo” ogni lupetto si girerà e

seguirà il Capo marciando lentamente e rigidamente, con il petto gonfio in

fuori, i gomiti allargati e pugni sui fianchi, mento all'aria guardando con

aria importante a destra e a sinistra. Facendo ciò in coro si ripeterà la legge

con un tono ed un ritmo adatto.

DANZA DI BAGHEERA

Nella danza di Bagheera ogni lupetto diventa una pantera.

Il Branco è in cerchio; ogni lupetto si muove in giro stando accucciato,

guardando a destra e a sinistra se scorge selvaggina. Improvvisamente la

elvaggina è in vista. Ogni lupetto si getta a terra, voltando la testa e

guardando fissamente verso il centro del cerchio, dove deve immaginare

ci siano delle antilopi al pascolo.

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 105

Per non essere visto, egli si mette silenziosamente a quattro zampe,

volgendosi verso il centro, indietreggia quindi cautamente di alcuni passi,

per allontanarsi di più dalle antilopi e non spaventarle.

Ogni lupetto comincia poi a strisciare lentamente verso il centro. E

man mano che si avvicinano, tuti si appiattiscono di più contro il terreno e

strisciano ancora più lentamente.

Quando sono vicini, tutti giacciono immobili, schiacciati a terra, fino

a che il capo dice: “Ora” e tutti balzano avanti sulle antilopi immaginarie

con un grido, le afferrano e le fanno a pezzi. Ciascuno torna saltando di

corsa a riprendere il suo posto nel cerchio, portando con sé e addentando

pezzi immaginari di carne di antilope.

Durante tutta la danza ogni lupetto deve fare attenzione ai gesti che

fa il capo ed istantaneamente imitarlo.

LA DANZA DELLA FAME DI KAA

Un lupetto sarà la testa di Kaa ed il resto del Branco sarà la coda dietro

di lui, tenendosi ognuno con le mani sulle spalle del precedente, e

seguendo la testa dovunque essa vada, muovendosi il più lentamente

possibile, e tenendo il passo regolandosi sul lupetto che precede.

La testa scivolerà silenziosa, descrivendo un grande otto, ed infine si

arrotolerà in un cerchio sempre più stretto, volgendosi da ultimo in senso

inverso per svolgersi di nuovo, descrivendo una figura a spirale.

Ogni lupetto, durante tutta questa manovra, manda un leggero sibilo, e

camminerà nella punta dei piedi senza fare il minimo rumore, in modo

che tutta la fila sembri proprio il corpo di un serpente che strisci tra l’erba,

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 106

emettendo di quando in quando un sibilo più acuto, che è il modo del

serpente di chiamare i suoi amici.

Quando Kaa si è arrotolato e quindi srotolato, il capo comanda:

“Bandar-log” ed immediatamente il serpente si spezza ed ogni lupetto

scappa, chi qua e chi là a piacere, imitando le scimmie. Uno correrà in una

certa direzione come chiamato da un affare urgente, ed improvvisamente

si fermerà, si metterà a sedere, guardando il cielo. Un altro si metterà a

danzare a quattro zampe, girando intorno senza alcuno scopo. Un altro

cercherà di acchiapparsi la coda. Altri cercheranno di arrampicarsi su

alberi immaginari, sui quali si fermeranno a grattarsi. Uno descriverà,

correndo, una figura di otto, ripetendola all’infinito, ecc. Insomma devono

fare ogni sciocchezza che possano fare le scimmie, senza interessarsi

minimamente di quello che fanno gli altri.

Durante tutti questo tempo si deve lanciare il grido delle scimmie. Ci

sarà quindi gran confusione, perché ciascuno fara senza scopo cose

stupide e tutti lanceranno continuamente il grido delle scimmie:

“Gurrruuk, gurruuk, hau, hau garruuk”.

D’un tratto il capo grida “Kaa”. Le scimmie rimangono pietrificate dallo

spavento, perché sanno fin troppo bene che cosa farà di loro il terribile

nemico.

Il lupetto che forma la testa di Kaa sta dritto con le braccia stese in

avanti, la testa bassa e lentamente oscilla con il corpo a destra e a sinistra.

Egli sibila ancora e tutte le scimmie fanno controvoglia un passo in avanti.

Egli indica una di loro. La vittima terrorizzata striscia verso di lui, gli

passa tra le gambe “inghiottita” e si mette alle sue spalle, come nella prima

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 107

parte della danza. Passano così forse una dozzina di scimmie, una dopo

l’altra, e si forma di nuovo il corpo di Kaa. Quando tutti sono al loro posto,

il serpente si muove pesantemente in cerchio, e quindi si sdraia giù e si

mette a dormire dopo il lauto pasto. Questo si fa mettendosi giù uno dopo

l’altro a cominciare dalla coda. Appena la testa di Kaa ha chiuso un

cerchio abbastanza stretto, ogni lupetto deve fare passi cortissimi. L’ultimo

lupetto della coda si abbassa molto lentamente fino a sdraiarsi, la

pressione delle sue mani nelle spalle del lupetto che lo precede, costringe

anche questi ad abbassarsi e così fino a che tutto il corpo di Kaa è

abbandonato a terra, meno i tre di testa. Questi tre, guidati dalla testa di

Kaa, esitano per un momento, la testa gira di qua e di là, guardandosi

attorno, poi si stendono guù anch’essi per riposare.

LA DANZA DELLA MORTE DI SHERE KHAN

Prima il Branco forma un cerchio, e volgendosi a sinistra cammina in

cerchio, cantando queste parole sull’aria di Fra Martino:

“Mowgli è a caccia

Mowgli è a caccia

Uccide Shere Khan

Uccide Shere Khan

Scuoia lo striato

Scuoia lo striato

(grido) Rah, rah, rah,

rah, rah, rah!”

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 108

Si fa un passo ad ogni verso, e la canzone si ripete immediatamente

facendo dietro front e camminando in direzione opposta.

Le azioni sono queste: 1° verso, ci si muove in avanti con il piede

destro e la mano destra viene portata a far ombra agli occhi

nell’atteggiamento di chi scruta l’orizzonte. 2° verso, ripetere con la mano

sinistra. 3° verso, fare un movimento violento con la mano destra come

per pugnalare la tigre. 4° verso, ripetere. 5° verso, entrambe le mani alzate

alla fronte, imitando l’azione di scuoiare, tirando giù la pelle. 6° verso,

ripetere. 7° verso, danza in un tondo a destra agitando il braccio sopra la

testa. 8° verso, ripetere.

Per la seconda parte, i lupetti si mettono giù a quattro zampe, faccia

al centro del cerchio, mentre chi comanda si tiene fuori. Questa parte

consiste in una serie di invettive lanciate da chi comanda contro la tigre

morta, ed il Branco risponde ad ogni invettiva brontolando e restringendo

un po’ di più il cerchio. Si fanno quettro invettive in tutto. Sia le invettive

che i brontolii si cominciano piano ed aumentano gradualmente in

intensità e forza. Non deve esserci alcun rumore o gesto del Branco tra un

brontolio e l’altro. Le quattro invettive sono: “Lungri (zoppo)”,

“mangiatore di ranocchi”, “bestia bruciata della giungla”, “cacciatore di

cuccioli d’uomo nudi”!

Si comincia allora la terza parte della danza inginocchiandosi seduti

all’indietro sulle gambe, le braccia abbandonate liberamente lungo il

corpo.

Il capo raggiunge gli altri in cerchio, si mette sulle ginocchia come gli

altri, alza entrambe le mani sopra la testa e dice, in too lento e drammatico:

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CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 109

“Shere Khan è morta”. Il Branco alza le braccia nella stessa posizione, e

prendendo il tempo dal capo tendendo le mani come lui, si chinano in

avanti per tre volte dicendo: “Morta, morta, morta”. Allora tutti saltano su

e gridano: “Evviva” con gran forza per tre volte, e piombano a terra, come

fulminati a mezz’aria. Rimangono così in silenzio di morte per circa 5

secondi, dopo di che ci si alza al segno del capo e la danza della morte è

finita.

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CAPITOLO 6: CONCLUSIONI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 110

CAPITOLO 6

CONCLUSIONI

a Giungla è una meravigliosa, unica ed irripetibite invenzione

pedagogica una delle più rilevanti del secolo XX, lanciata nel

mondo con il Manuale dei Lupetti da B.P. che sin dalle prime

parole ringrazia Kipling per avergli permesso “di far mio il suo inimitabile

Libro della Giungla”.

Ma in cosa consiste la scoperta? Tutti coloro che si sono occupati di

psicologia e pedagogia dell’età evolutiva sono giunti alla conclusione

dell’importanza della fascia d’ eta 6/8 - 10/12 anni caratterizzata dal gioco

e dalla fantasia. Contemporaneamente hanno rilevato l’estrema chiusura

ed impermeabilità del mondo del bambino dall’intimo del quale restano

sostanzialmente esclusi i vari tipi di educatori che lo circondano e che

interagiscono con lui. Proprio questo apparentemente insuperabile

ostacolo viene eliminato ed il problema radicalmente risolto con la

Giungla nel metodo per i Lupetti. Perché la comunità nella quale viene

loro proposto di vivere e giocare è immersa totalmente nell’atmosfera

della storia di Mowgli.

I suoi personaggi vivono ed agiscono e sono accettati dal bambino

perché sono indispensabili al suo Grande Gioco. Non si può immaginare

la storia senza di loro, perché non sono attori su un palcoscenico che ha la

scenografia della giungla con gli alberi e gli animali disegnati in modo da

creare un ambiente fantastico il quale sarebbe mutevole ed intercambiabile

come gli spettacoli d’un normale teatro che offre storie recitate al pubblico

L

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CAPITOLO 6: CONCLUSIONI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 111

che così assiste e partecipa. L’atmosfera giungla è ben altra cosa: per la

fantasia del bambino diventa la vita ed il Branco il suo mondo ed Akela,

Baloo e gli altri personaggi la vivono con lui e sono quindi dentro in pieno

nel suo mondo.

Ed è questa certo una meravigliosa esperienza che vive ogni Vecchio

Lupo che dedica il suo tempo nel Branco ai piccoli fratellini Lupetti. E

tante volte un Akela si sente dire da un genitore: “Come fate ad essere così

ascoltati da mio figlio che torna a casa e dice: “L’ha detto Akela e basta”.

Circa l’unicità e l’irripetibilità della Giungla di Kipling bisogna

valutare l’eccezionalità del testo scelto da B.P. Non un romanzo qualsiasi

per l’infanzia, ma un capolavoro sul quale sono stati scritti dai più grandi

critici e studiosi bellissimi ed interessantissimi saggi.

La lettura a più livelli ha fatto notare che i personaggi rappresentano

categorie immutabili del Bene e del Male. Così nessuno può immaginare

Shere-Khan buona ed altruista o un Baloo malvagio. Ciò consente nel

Lupettismo quell’altro geniale aspetto della morale per tipi trasmessa a

bambini che ancora non possono comprendere come attuare slogan tipo

“devi sempre fare il Bene non devi fare il Male”.

Ed ancora va notato che mentre i personaggi sono categorie

immutabili, l’unico essere che cresce, si sviluppa, sbaglia e viene corretto

(basti pensare all’avventura con il Bandar-Log), è Mowgli che rappresenta

l’uomo nell’età evolutiva.

La morale per tipi consente al bambino di comprendere il bene ed il

male, secondo la sua misura ed identificare i singoli aspetti etici positivi e

negativi, valori e disvalori. L’ideale positivo da raggiungere è per lui

chiaro e concreto.

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CAPITOLO 6: CONCLUSIONI

Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 112

Sul piano personale occorre aiutare il bambino a liberarsi dal

soggettivismo e dall’egocentrismo; la famiglia naturale e la scuola spesso

non bastano, secondo l’analisi di B.P. Ed ecco allora il Branco, una

comunità, vero inizio d’una vita sociale. Ma il bambino ha in sé un grande

desiderio di gioia, di vivere nella gioia. La risposta di B.P. è “Non siate

solo una famiglia, ma una Famiglia Felice!”1.

1 R. BADEN-POWELL, Manuale dei lupetti, Editrice Ancora Milano, 1989.

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Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 113

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http://www.scoutsanbenedetto.it/scautismo-in-italia.html

www.tuttoscout.org

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Ringraziamenti…

al Prof. Enrico Euli, per la sua disponibilità e la fiducia nel mio lavoro;

alla mia docente Supervisore Maria Rosaria Cocco, che è stata un esempio di passione

e dedizione al mestiere dell’insegnante, di grande sensibilità e disponibilità, e che

sono sicura che anche dall’alto ci guarda e ci guiderà sino al traguardo finale;

alla Dott.ssa Clara Ligas, che ha accolto noi orfani di tutor e ci ha permesso di

concludere il percorso iniziato;

ad Antonio Mancarella, Commissario Centrale alla Branca L/L Assoraider, per i

consigli preziosi sulle fonti da consultare per il mio lavoro;

alla mia amica Giovanna e alla sua famiglia, per l’accoglienza e la disponibilità

dimostrata in qualsiasi momento ne avessi bisogno, e per avermi fatto sempre sentire

“a casa”;

alle mie amiche storiche per esserci sempre, e in particolare a Fabiana e Francesca che

mi hanno sostenuto e aiutato - anche materialmente – in quest’ultima parte del mio

percorso di studi;

a Nadia, che invece negli ultimi mesi, in previsione della sua partenza, mi ha

distratto spesso e volentieri, ma sempre piacevolmente, dai miei studi! …ma che mi è

stata vicina e mi sostenuto nei momenti difficili di quest’ultimo anno…

ad Antonio, amico speciale che c’è sempre per aiutarmi quando ne ho bisogno e per

gioire insieme a me dei miei traguardi, per la disponibilità e l’affetto che ogni giorno

mi dimostra, per il suo aiuto tecnico, per il cammino scout che da anni

condividiamo…

agli Scout, che mi hanno riempito la vita e fatto diventare quella che sono oggi…

ai miei genitori e a mio fratello, che ancora mi sopportano, mi mantengono e mi

sostengono…

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a tutte le persone che ho incontrato nel mio percorso di studi: i colleghi del tirocinio,

le compagne di viaggio, gli sconosciuti con i quali ho condiviso gli esami… perché i

sacrifici, il tempo e la stanchezza vengano a tutti ripagati col lavoro che sognamo…