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OGGI sere no o poc o nuvoloso ; ge late notturneanchein pianura. Temperature:minime stazionarie, massime in lie veaumento DOMANI Tendenza:condizioni pressochè stazionarie ILTEMPO Il governo scar ica sui Comuni il peso del contributo affitti. Secondo il viceministro Ugo Martina t le amministrazioni potrebbero fare ricorso all’a umento dell’Ici per trovare i soldi. Posizione che è stata duramente contestata dall’a ssessore allacasa Tea Albini, che in qua litàdi resp onsab ile Anci ha convoca to unaassembleaa Roma perdecidere il tipo di rispostada dar e al gover no. Ridurre al minimo gli eventuali aumenti dell'Ici, mantenere il livello attuale dei servizi, la necessità di rilancia re il contributo di scopo. Sono questi i punti del bila ncio presentati in g iunta da Matulli. " A questo punto - ha spiegato il sindaco Domenici - visto che non è possibile pesare soltanto sui cittadini, diventa essenziale rilanciare il contributo di scopo anche nei confronti della Regione Toscana" . BILANCIO AFFITTI Renzo Cassigoli Appe na t re mesi fa chiudeva la Seeber, sommersa da una pila di miliardi (25, si dice), pagati da Max Mara per impiantare l’ennesimo negozio griffato di via Torna- buoni. Scompariva così una delle più antiche libreriefiorentine,sopravv isuta alledistru- zioni della seconda guerra mondiale e al- l’alluvione del ‘66. La Seeber non era un a libreria qualsi asi, era un pezz o di storia dell città. «Uno di quei luoghi - scrisse il criticoOresteMacrì - nei qualisi racco glie - va la generazione artistico-letterari a che si formò a Firenze negli anni trenta» e che avre bbe seg nato di sè la cultura italiana ed europea. Tra quei banchi e quegli scaffali di ciliegio, che si intravedevano dalle tre grandi vetrine, erano passati letterati, arti- sti,poetidi og niparte d’ Eur opae delmon- do: da Benede tto Croce a Georg y Lukacs , daGianf ranco Contin i a Carl o Bo , daGiu- seppe Ungaretti a Mario Luzi, a Eugenio Montale, che proprio alla Seebe r fece arri- vare le prime copie di «Ossi di seppia». Potevi incontrare Romano Bilenchi e Vale ntino Bompiani, Piero Bigonci ari e Sandro Parronchi, Leone Traverso e Elio Vittorini, Giacomo Devoto e Giovanni Nencioni, Alessandro Bonsanti e Eugenio Garin, Cesare Luporini e Giuliano Toral- do di Francia:insomma la cultura del No- vec ento. Pensateche GuerrandoSalvi,uno dei primi mitic i dire ttori della Se ebe r, quand’e ra ancoraragazzodi bottegacorre- va fino alla libreria Orioli per prendere la primaedizi onede «L ’a mantedi ladyCha t- terle y»efarlatrova rea La wre ncechedi lìa poco sarebbe arrivato in libreria. La Seeber era a Firenze dal 1865, e da alloranon si erapiù mossa dalleaffa sci nan- ti sal e di via Tornabuon i, cons erv ando sempre lo stesso sobrio arredamento. Ad aprir la 137 anni fa era stata la fami gl ia Loe rsche r. Dopotre lustrila cede tte al tede- sco Bernard Seeber che la rese celebre in Italia e in Europa. Quando aprì la Seeber, Firenze avev a appena concluso la breve esperie nza di capitale d’Ital ia e il Poggi lavora va ancora ai viali di circonv allaz io- ne. Ha resistito fin che ha potuto, poi ha dovuto cedere ai soldi, alla volgarità e al mercato. CAMBIAMO ROTTA Giuseppe Nicoletti * Il gov ern o sca rica il peso sui Com uni Domenici rilancia la ta ss a discop o M ar z occo a d d io, se n e v a u n ’a l t r a li b r e r i a  A tu tt i i d ip en denti è arr iv at a la lett er a di li ce nz ia me nt o del curato re f al li me nt ar e G ià durante l'ultima gesti one (da un paio d'anni a questa parte) la libreria Marzocco non era più la stessa. Dico la stess a rispetto a quella che in tem- pi precedenti molti di noi (studenti, prof., studiosi a vario titolo e di varie discipline, lettori più o meno onnivori, ecc.) eravamo abituati a f requentare: di sicuro la più fornita libreria della regione, una dellemaggiori e più estese di tutto il territorio nazionale, una libreria, infine, che, con il suo ordinamento prevalentemente tematico,permettevain tempirapidi laconsultazi one di una partecospicuadellepubblic azioniancoradisponibi - li su argomenti anche non generalissimi. Ma poi, come sanno tutti i clienti, il patrimonio di una libreria non è fatto soltanto dal parco titoli a disposizione dell'acqui- rente,è dato puredalla competenz ae dall'ag giorname n- to dei suoi addetti: ebbene anche in questo la Marzocco non erasecondaa nessuno.Primaancora cheil catal ogo venisse informatizzato, l'interrogazione dei mitici Carlo e Orazio permetteva di stabil irecon certez za quasiasso- luta, intanto seil titolo richie sto non fosse s tato il frutto di un 'alterata fantas ia bibliogra fica , e in subordine se ess o foss eancora disponibi lenei varimagazz ini( nell'or- dinequello dellastessa libreria , quell o del distributore e, ultimaratio, nel caso ilvolumesi fossetrovato "in vi a di esaurimento", nel magazzino dell'editore). Cose d'altri tempi si dirà, forme di un commercio personaliz zato e di grana artigianal e che non ha più ragio n d' ess ere nel mondo della globa lizz azione . Oggisono in vog a lelibre- riecheselezi onanole lorodisponibil itàsui picc olinume- ri (e n on già su un largo spe ttro di titoli, il che implica una dispendi osaimmobilizza zionedi prodotto),librerie ges titecon criterimanage rialie tutt'affattoinformatizz a- te,spessoemanazio nedei grandieditorio deidistributo- rin azio nalicheriesconoa fareprofitticon più spregi udi- cate commistioni merceologiche (caffè-gadgets-giorna- li-riviste-libri-dischi ). Anche per queste ragioni una città come Firenze, che fino a pochi anni fa poteva vantare una densità di librerie come poche altre città in Italia e in Europa, oggi vede ridursi, e drammaticamen- te, non già in assoluto gli spazi dedicati al commercio librario, quanto invece il numero delle librerie presso le quali il particolarissimo ma significativo pubblico dei lettorispeci aliz zatisono solitiele gge reil propriodomici- lio libresco. Prima della Marzocco, come si sa, hanno chiuso i battentila Libre riadellaCondotta, laLibreriadi Borgo degli Albizi, la stessa Seeber...allora, è lecito chie- dersi:non è forse g iunto il mom ento di cambiare rotta? e quindi saprà farsi avanti qualche coraggioso libraio capac e di tenere i conti in nero mettendosi alservizi o di quel pubblico restato orfano e senza f issa dimora? * docente universitario Osvaldo Sabato Èl’antica mera dellicenziame nto. Eanche quelladel- la chiusura. La storica libreria Marzocco, che tra Ottocento e Novecento è stata ritrovo di scrittori, artisti e poeti, è pronta a fare la fine della See ber di via Tornabuoni. È di ieri la notizia: i 19 dipendenti della Marzocco hanno in tasca la lettera di mobilità inviata dal curatore fal limentare, Marco Lombardi, nominato dal Tribunale dopo il fall imento deciso il 5 febbraio scors o. Così dop o il Marzocchino - vera miniera di libri e giochi per bambini - chiuso nel silenzio più assoluto a gennaio e trasferito nella sede principal e dell a libre riadi viaMartell i siavviaveloce - mente ad essere messa sul mercato. Dopo l’esercizio provvisorio deciso dal Tribunale il rischio che entro la fine del mese si vada alla vendita dell’enorme patrimonio l ibrario,stimato in un milionedi euro, è molto concreto. Con i suoi 300mila titoli è la più gra ndedellaTosc ana.Immedia tamentesiè mess a in moto lamacchinad ell a mobilitaz ione sindacale,cer- cando di coinvol gerePalazz o Vecchio,la Provinciae laRegionesul futuro dellalibreri a in modo da ralle n- tare, almeno, la procedura per dare la possi bilità ad eventuali imprenditori privati di prendere diretta conosce nzad ell a situazi one patrimonialedello stori- co marchio guidato per decenni dalla famiglia Bem- porad Marzocc o, che lo ha ceduto nel1960 a Giulia- no Mugnaiche a suavoltalo havenduto ne l2000ad una azienda milanese. Il consigliere regionale di rifondazione, Giovan- ni Barba glipropone di acquis tareun libro dallaMar- zocco come «se gno concreto di attenzione e di de- nuncia per il danno che può subire la città». Per venerdì è già stato fissato un tavolo di incontro a Palazzo Vec chioal qualeparteciperanno gliasses sori SimoneSiliani (cultura), Marzia Monciatti ( lavoro) e Frances co Colonna (commercio),che fin da subito sisono mossicon tempestiv itàp er sa lva re laMarzoc- co.Tentativo cheal momento sembram olto dif fici le se è vero, come ha spiegato Siliani, che in base alle normative esis tenti il Comune può fare ben poco in quanto «l’ immobilen elquale è situatala Marzocc o è nel piano regolatore una zona destinata ad attività commercial i - haspiegato lasettimana scors a - enon mi risulta che ci siano possibi lità di vincolo di tipo merc eol ogi co daparte delComune» . Asentir e lesue parole l’amminis trazione avrebbe le armi spuntate. Ledifficoltà nell’ev itare qualsiasiforma di speculazio- ne commercial e dietro la scelta della vendita della libreri a appaionoconcrete. Am eno chePalazzoVec- chio non inseris canel Prgun vincol o di destinaz ione come libreri a, sull’ immobiledi via Marte lli. Lescelte dellaproprietà chen on avrebbefatto nessun investi- mento, denunciano ancora le Rsu della Marzocco, nè una ristrutturazione che avesse un minimo di valenza industriale ha avuto da subito il sapore del- l’allarme. Ne è servito ilt entativo dell’azienda di salvare l a libreria collegandola al teatro Niccolini. Infatti, la società che è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Firenz e, circa un anno e m ezz o fa, presentò un pro- getto al Comune con cui si annunciava l’ intenzione diunirsia chiavre bbeacqui si to lages tionedelteatro con l’obiettivo di creare nel cuore della città un unico polo culturale . Qu esta è l’unica progettualità , che come hanno spiegato i dipendenti, sa rebbe stata resa pubblica. Non senza perples sità, però, da parte dell’ amministrazi one comunale fiorentina che non ebbe dalla proprietà garanz ie sul futuro d ell a libre- ria. Ora sembrache lastoria dell a Marzoc cosia giun- ta all’ul timo atto, come dimostrano le 19 lettere di mobilità.Lemotivazionicon cuiil curatorefalli men- tare chiede il licenziamento, secondo i sindacati, so- no gener ichee richia merebberoin toto quellespec ifi - cate dalla Società che ha portato i libri in Tribunale. Diminuzione dellavendita di libri a causa dell a con- correnza che sarebbe aumentata con l’apertura di altre librerie nel centro (quali?) e nella concorrenza di supermercati e ipermercati che possono offri rli a prezz ipiù bass i avre bbeportato adu na drasti cadimi- nuzionedel fatturatodell’ azie nda. Ilrifiuto delforni- toreprinci pal e ariforni rela lib reri a «daquila perdi- ta di comp etitiv ità rispetto allealtre libreri e...»come ha scritto il curatore fallimentare nella richies ta di mobilità.  Legrandi pub bli cit à lumino se las cer anno il ce ntro di Fire nze e sar anno sos tituite dalla cartellonistic a in zone decentrate.  Ad anunc iar loè l’ as se ss oreal commercioFrancesc o Colonna. Le gra ndi inseg ne luminoseche sar anno toltepubblicizz ano noti marc hi nazionalied internazio nali. Perloroè giàprevistonel reg olame nto lospostame nto in deter minate areedellepubblic ità su car tello ni di seimetri per tre:si tratta di 16 impianti giàindividuati  più al tri29 ch e sa ran no se gna latiin seg uito perun totaledi 45 car tello ni  pos ti in zoneper ife ric hedi Fir enze. Un vuo to di qua ttr o ore , una lett era mis ter iosa men te scom pars a. Rest a anco ra da chi arir e l’es atta din ami ca del dece sso nel lag o Tras imen o del med ico peru gin o M os tr o, sp u nt an o al tr i m is te ri n el la m o rt e del d o tt or N ar d uc ci L a Seeb er si ar re se do po ol tr e un seco lo i precedenti Via la pub bli cità lum ino sa dal cen tro La libreria Marzocco di via Martelli Giorgio Sgherri L’inchiesta sul medico perugino Francesco Narduc- ci, figlio del primario ginecologico dell’ospedale di Fol igno,rise rvanuovesorpresechesusci tanointerro- gativi ep olemiche fra i difensori della famiglia Nar- duccie dell a vedov a France scaSpagno li.Seco ndo gli acce rtamentidegl iinvestig atorinellavitadi Narduc- ci ci sarebbe un vuoto di quattro ore. Il medico sarebbe uscito alle 10,30 dall’ospedale di Foligno dove aveva eseguito un endoscopia con un collega. Nelcorso dell ’es ameNarducciavrebbericevuto una tele fonatache lo preoccupò tanto da costri ngerl o ad abbandonare la visita medica e tornare a casa. La mogl iesostieneche France scorientrò all e 14,3 0.Chi tele fonò a Narducci?Checosa ha detto al medico di tanto preoccupante? Dove ha trascorso quelle quat- tro ore? Inoltre ci sarebbe il mistero di una lettera lasciata su un tavolo della villa e che secondo la came riera è scompa rsa. Vero o fals o? La storia di Francesco Narducci è misteriosa quanto la vicenda del mostro di Firenze. E le due storie sembrano anche intrecciarsi. 8 ottobre 1985 Narducci, medico gastroentero- logo, docente universitario, alle 15,30 arriva con la suamoto allavilladi Sant’ Arc angel o per una gitasul lago T rasimeno. Al proprietario della barca dicech e ha poco benzina, ma non ha importanza perché si tratta di un viaggio breve. Alle 20,30 i familiari si allarmano perché il medico non è tornato a casa. Inizi ano le ricerc he. Il giorno dopo nel canneto di San Feliciano viene trovato il motoscafo, ma del medico nessuna traccia. 13 ottobre 1985 Nelleacquedel lag o affiorò un cadav ere. I fami liari del medic o lo riconobbero. Niente autopsia. Il caso fu chiuso: disgrazia. Ma pochigiorni dopo allaProcura di Fire nzecomincia- rono ad arrivarelettereanonime nell e quali sisoste- neva che il medico era stato ucciso perché aveva a che fare con i delitti del mostro di Firenze. L’ ultimo dei quali era stato commesso l’8 se ttembre 1985, un meseprima dell a scompa rsa del dottore. Gliinvesti - gatorifiore ntinicercav anoun kil lersolita rio:inocca- sione di uno dei delitti il dottor Narducci era in Ame ricae lapista fu abbandonata. 20 dicembre 2001  Indagando su un giro di usura, il Pm di Perugia si trovò ad analizzare una conve rsazi one interce ttata:«Tifaremo fare la fine di quel medico Narducci». Chi era lo strozzino che parlava cos?Secondo quanto emerso sarebbe legato all acerchiaesoteric adei presuntimandantidei deli t- tidel mostro. 20 maggio 2002 Il pubblico ministero di Peru- gia, a seguito degli atti inviati dal capo della mobile di Firenze Michele Giuttari, ordina la riesumazione della salma. Il medico legale afferma che il dottor Narduc ciè mortoper disg razi anon esc ludendol’i po- tesi del suicidio. I resti, ben conservati, sono del medic o.Ma non corrisponderebb ero al cadav erere- stitui to il13ottobre 198 5 dall eacque delTrasime no: vi sarebbe stato uno scambio di salme. Anche il dottor Narducci è stato una vittima del mostro di Firenze? Una tesi respinta dal legale della famiglia Narducci, Bizzi oli. 21 dicembre 2002 La vedov a del medic o, Fran- cesca Spagnoli, condivide la tesi del professor Gio- vanniPierucc iche hacompiuto una consule nzame- dicolegale sulcadavere di FrancescoNarducci. L’ esa- me indica tra le possibili cause della morte anche quell aper strangol amento:ilprofessoresostie ne che la morte di Narducci fu causata dalla frattura di un osso che si trova in una parte protetta del collo e comunquele condiz ionidel cadaverenon sarebbe ro state compatibili con una permanenza in acqua di 5 giorni. Ora sono quelle 4 ore che fanno pensare gli inquirenti. Il capo della mobile Michele Giuttari è convinto che dietro Pacc iani, sopra Pacciani, nei delitti delle coppie ci sia stato “secondo livello” che custodi scel’enti delvero mostro. mercoledì 19 febbraio 2003  I

Il Mistero

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OGGIsereno o poco nuvoloso; gelatenotturneanchein pianura.Temperature:minimestazionarie, massime inlieveaumento

DOMANITendenza:condizioni pressochèstazionarie

IL TEMPO

Il governo scarica sui Comuni ilpeso del contributo affitti.Secondo il viceministro UgoMartinat le amministrazionipotrebbero fare ricorso

all’aumento dell’Ici per trovare i soldi. Posizione che è stataduramente contestata dall’assessore allacasa Tea Albini, che inqualitàdi responsabile Anci ha convocato unaassembleaa Romaperdecidere il tipo di rispostada dare al governo.

Ridurre al minimo gli eventualiaumenti dell'Ici, mantenere illivello attuale dei servizi, lanecessità di rilanciare ilcontributo di scopo. Sono questi

i punti del bilancio presentati in giunta da Matulli. "A questopunto - ha spiegato il sindaco Domenici - visto che non è possibilepesare soltanto sui cittadini, diventa essenziale rilanciare ilcontributo di scopo anche nei confronti della Regione Toscana".

BILANCIOAFFITTI

Renzo Cassigoli

Appena t re mesi fa chiudeva la Seeber,sommersa da una pila di miliardi (25, sidice), pagati da Max Mara per impiantarel’ennesimo negozio griffato di via Torna-buoni.

Scompariva così una delle più antichelibreriefiorentine,sopravvisuta alledistru-zioni della seconda guerra mondiale e al-l’alluvione del ‘66. La Seeber non era un alibreria qualsiasi, era un pezzo di storiadell città. «Uno di quei luoghi - scrisse ilcriticoOresteMacrì - nei qualisi raccoglie-va la generazione artistico-letteraria che siformò a Firenze negli anni trenta» e cheavrebbe segnato di sè la cultura italiana edeuropea. Tra quei banchi e quegli scaffalidi ciliegio, che si intravedevano dalle tregrandi vetrine, erano passati letterati, arti-sti,poetidi ogniparte d’Europae delmon-do: da Benedetto Croce a Georgy Lukacs,daGianfranco Contini a Carlo Bo, daGiu-

seppe Ungaretti a Mario Luzi, a EugenioMontale, che proprio alla Seeber fece arri-vare le prime copie di «Ossi di seppia».

Potevi incontrare Romano Bilenchi eValentino Bompiani, Piero Bigonciari eSandro Parronchi, Leone Traverso e ElioVittorini, Giacomo Devoto e GiovanniNencioni, Alessandro Bonsanti e EugenioGarin, Cesare Luporini e Giuliano Toral-do di Francia:insomma la cultura del No-vecento. Pensateche GuerrandoSalvi,unodei primi mitici direttori della Seeber,quand’era ancoraragazzodi bottegacorre-va fino alla libreria Orioli per prendere laprimaedizionede «L’amantedi ladyChat-terley»efarlatrovarea Lawrencechedi lìapoco sarebbe arrivato in libreria.

La Seeber era a Firenze dal 1865, e daalloranon si erapiù mossa dalleaffascinan-ti sale di via Tornabuoni, conservandosempre lo stesso sobrio arredamento. Adaprirla 137 anni fa era stata la famigliaLoerscher. Dopotre lustrila cedette al tede-sco Bernard Seeber che la rese celebre inItalia e in Europa. Quando aprì la Seeber,Firenze aveva appena concluso la breveesperienza di capitale d’Italia e il Poggilavorava ancora ai viali di circonvallazio-ne.

Ha resistito fin che ha potuto, poi hadovuto cedere ai soldi, alla volgarità e almercato.

CAMBIAMOROTTA

Giuseppe Nicoletti *

Il governo scaricail peso sui Comuni

Domenici rilanciala tassa di scopo

Marzocco addio, se ne va un’altra libreria A tutti i dipendenti è arrivata la lettera di licenziamento del curatore fallimentare

Già durante l'ultima gestione (da un paio d'anni aquesta parte) la libreria Marzocco non era più lastessa. Dico la stessa rispetto a quella che in tem-

pi precedenti molti di noi (studenti, prof., studiosi avario titolo e di varie discipline, lettori più o menoonnivori, ecc.) eravamo abituati a frequentare: di sicurola più fornita libreria della regione, una dellem aggiori epiù estese di tutto il territorio nazionale, una libreria,infine, che, con il suo ordinamento prevalentementetematico,permettevain tempirapidi laconsultazione diuna partecospicuadellepubblicazioniancoradisponibi-li su argomenti anche non generalissimi. Ma poi, comesanno tutti i clienti, il patrimonio di una libreria non èfatto soltanto dal parco titoli a disposizione dell'acqui-rente,è dato puredalla competenzae dall'aggiornamen-to dei suoi addetti: ebbene anche in questo la Marzocconon erasecondaa nessuno.Primaancora cheil catalogovenisse informatizzato, l'interrogazione dei mitici Carloe Orazio permetteva di stabilirecon certezza quasiasso-luta, intanto seil titolo richiesto non fosse stato il fruttodi un 'alterata fantasia bibliografica, e in subordine seesso fosseancora disponibilenei varimagazzini( nell'or-dinequello dellastessa libreria, quello del distributore e,ultimaratio, nel caso ilvolumesi fossetrovato "in via diesaurimento", nel magazzino dell'editore). Cose d'altritempi si dirà, forme di un commercio personalizzato edi grana artigianale che non ha più ragion d' essere nelmondo della globalizzazione. Oggisono in voga lelibre-riecheselezionanole lorodisponibilitàsui piccolinume-ri (e n on già su un largo spettro di titoli, il che implicauna dispendiosaimmobilizzazionedi prodotto),libreriegestitecon criterimanagerialie tutt'affattoinformatizza-te,spessoemanazionedei grandieditorio deidistributo-rin azionalicheriesconoa fareprofitticon più spregiudi-cate commistioni merceologiche (caffè-gadgets-giorna-li-riviste-libri-dischi ). Anche per queste ragioni unacittà come Firenze, che fino a pochi anni fa potevavantare una densità di librerie come poche altre città inItalia e in Europa, oggi vede ridursi, e drammaticamen-te, non già in assoluto gli spazi dedicati al commerciolibrario, quanto invece il numero delle librerie presso lequali il particolarissimo ma significativo pubblico deilettorispecializzatisono solitieleggereil propriodomici-lio libresco. Prima della Marzocco, come si sa, hannochiuso i battentila LibreriadellaCondotta, laLibreriadiBorgo degli Albizi, la stessa Seeber...allora, è lecito chie-dersi:non è forse giunto il mom ento di cambiare rotta?e quindi saprà farsi avanti qualche coraggioso libraiocapace di tenere i conti in nero mettendosi alservizio diquel pubblico restato orfano e senza fissa dimora?

* docente universitario

Osvaldo Sabato

Èl’anticamera dellicenziamento. Eanche quelladel-la chiusura. La storica libreria Marzocco, che traOttocento e Novecento è stata ritrovo di scrittori,artisti e poeti, è pronta a fare la fine della Seeber divia Tornabuoni. È di ieri la notizia: i 19 dipendentidella Marzocco hanno in tasca la lettera di mobilitàinviata dal curatore fallimentare, Marco Lombardi,nominato dal Tribunale dopo il fallimento deciso il5 febbraio scorso. Così dop o il Marzocchino - veraminiera di libri e giochi per bambini - chiuso nelsilenzio più assoluto a gennaio e trasferito nella sedeprincipale della libreriadi viaMartelli siavviaveloce-mente ad essere messa sul mercato. Dopo l’esercizioprovvisorio deciso dal Tribunale il rischio che entrola fine del mese si vada alla vendita dell’enormepatrimonio librario,stimato in un milionedi euro, èmolto concreto. Con i suoi 300mila titoli è la piùgrandedellaToscana.Immediatamentesiè messa inmoto lamacchinad ella mobilitazione sindacale,cer-

cando di coinvolgerePalazzo Vecchio,la ProvinciaelaRegionesul futuro dellalibreria in modo da rallen-tare, almeno, la procedura per dare la possibilità adeventuali imprenditori privati di prendere direttaconoscenzad ella situazione patrimonialedello stori-co marchio guidato per decenni dalla famiglia Bem-porad Marzocco, che lo ha ceduto nel1960 a Giulia-no Mugnaiche a suavoltalo havenduto nel2000aduna azienda milanese.

Il consigliere regionale di rifondazione, Giovan-ni Barbaglipropone di acquistareun libro dallaMar-zocco come «segno concreto di attenzione e di de-nuncia per il danno che può subire la città». Pervenerdì è già stato fissato un tavolo di incontro aPalazzo Vecchio al qualeparteciperanno gliassessoriSimoneSiliani (cultura), Marzia Monciatti ( lavoro)e Francesco Colonna (commercio),che fin da subitosisono mossicon tempestivitàp er salvare laMarzoc-co.Tentativo cheal momento sembram olto difficilese è vero, come ha spiegato Siliani, che in base allenormative esistenti il Comune può fare ben poco inquanto «l’immobilen elquale è situatala Marzocco è

nel piano regolatore una zona destinata ad attivitàcommerciali - haspiegato lasettimana scorsa - enonmi risulta che ci siano possibilità di vincolo di tipomerceologico daparte delComune». Asentire lesueparole l’amministrazione avrebbe le armi spuntate.Ledifficoltà nell’evitare qualsiasiform a di speculazio-ne commerciale dietro la scelta della vendita dellalibreria appaionoconcrete. Am eno chePalazzoVec-chio non inseriscanel Prgun vincolo di destinazionecome libreria, sull’immobiledi via Martelli. Lesceltedellaproprietà chen on avrebbefatto nessun investi-mento, denunciano ancora le Rsu della Marzocco,nè una ristrutturazione che avesse un minimo divalenza industriale ha avuto da subito il sapore del-l’allarme.

Ne è servito ilt entativo dell’azienda di salvare lalibreria collegandola al teatro Niccolini. Infatti, lasocietà che è stata dichiarata fallita dal Tribunale diFirenze, circa un anno e m ezzo fa, presentò un pro-getto al Comune con cui si annunciava l’intenzionediunirsia chiavrebbeacquisito lagestionedelteatrocon l’obiettivo di creare nel cuore della città un

unico polo culturale. Qu esta è l’unica progettualità,che come hanno spiegato i dipendenti, sarebbe stataresa pubblica. Non senza perplessità, però, da partedell’amministrazione comunale fiorentina che nonebbe dalla proprietà garanzie sul futuro d ella libre-ria.

Ora sembrache lastoria della Marzoccosia giun-ta all’ultimo atto, come dimostrano le 19 lettere dimobilità.Lemotivazionicon cuiil curatorefallimen-tare chiede il licenziamento, secondo i sindacati, so-no generichee richiamerebberoin toto quellespecifi-cate dalla Società che ha portato i libri in Tribunale.Diminuzione dellavendita di libri a causa della con-correnza che sarebbe aumentata con l’apertura dialtre librerie nel centro (quali?) e nella concorrenzadi supermercati e ipermercati che possono offrirli aprezzipiù bassi avrebbeportato adu na drasticadimi-nuzionedel fatturatodell’azienda. Ilrifiuto delforni-toreprincipale arifornirela libreria «daquila perdi-ta di comp etitività rispetto allealtre librerie...»comeha scritto il curatore fallimentare nella richiesta dimobilità.

 Legrandi pubblicità luminoselasceranno il centro di Firenze esaranno sostituite dallacartellonistica in zone decentrate.

 Ad anunciarloè l’assessorealcommercioFrancesco Colonna. Legrandi insegne luminosechesaranno toltepubblicizzano notimarchi nazionalied internazionali.Perloroè giàprevistonelregolamento lospostamento indeterminate areedellepubblicità sucartelloni di seimetri per tre:sitratta di 16 impianti giàindividuati

 più altri29 che saranno segnalatiinseguito perun totaledi 45 cartelloni

 posti in zoneperiferichedi Firenze.

Unvuotodi quattro ore, unaletteramisteriosamente scomparsa. Resta ancora da chiarire l’esattadinamica deldecessonel lago Trasimeno delmedicoperugino

Mostro, spuntano altri misteri nella morte del dottor Narducci

LaSeeber si arresedopooltre un secolo

i precedenti

Viala pubblicitàluminosa dal centro

La libreria Marzocco di via Martelli

Giorgio Sgherri

L’inchiesta sul medico perugino Francesco Narduc-ci, figlio del primario ginecologico dell’ospedale diFoligno,riservanuovesorpresechesuscitanointerro-gativi ep olemiche fra i difensori della famiglia Nar-duccie della vedova FrancescaSpagnoli.Secondo gliaccertamentidegliinvestigatorinellavitadi Narduc-ci ci sarebbe un vuoto di quattro ore. Il medicosarebbe uscito alle 10,30 dall’ospedale di Folignodove aveva eseguito un endoscopia con un collega.Nelcorso dell’esameNarducciavrebbericevuto unatelefonatache lo preoccupò tanto da costringerlo adabbandonare la visita medica e tornare a casa. Lamogliesostieneche Francescorientrò alle 14,30.Chi

telefonò a Narducci?Checosa ha detto al medico ditanto preoccupante? Dove ha trascorso quelle quat-tro ore? Inoltre ci sarebbe il mistero di una letteralasciata su un tavolo della villa e che secondo lacameriera è scomparsa. Vero o falso? La storia diFrancesco Narducci è misteriosa quanto la vicendadel mostro di Firenze. E le due storie sembranoanche intrecciarsi.

8 ottobre 1985 Narducci, medico gastroentero-logo, docente universitario, alle 15,30 arriva con lasuamoto allavilladi Sant’Arcangelo per una gitasullago Trasimeno. Al proprietario della barca dicech eha poco benzina, ma non ha importanza perché sitratta di un viaggio breve. Alle 20,30 i familiari siallarmano perché il medico non è tornato a casa.Iniziano le ricerche. Il giorno dopo nel canneto di

San Feliciano viene trovato il motoscafo, ma delmedico nessuna traccia.

13 ottobre 1985  Nelleacquedel lago affiorò uncadavere. I familiari del medico lo riconobbero.Niente autopsia. Il caso fu chiuso: disgrazia. Mapochigiorni dopo allaProcura di Firenzecomincia-rono ad arrivarelettereanonime nelle quali sisoste-neva che il medico era stato ucciso perché aveva ache fare con i delitti del mostro di Firenze. L’ultimodei quali era stato commesso l’8 settembre 1985, unmeseprima della scomparsa del dottore. Gliinvesti-gatorifiorentinicercavanoun killersolitario:inocca-sione di uno dei delitti il dottor Narducci era inAmericae lapista fu abbandonata.

20 dicembre 2001   Indagando su un giro diusura, il Pm di Perugia si trovò ad analizzare una

conversazione intercettata:«Tifaremo fare la fine diquel medico Narducci». Chi era lo strozzino cheparlava cos?Secondo quanto emerso sarebbe legatoallacerchiaesotericadei presuntimandantidei delit-tidel mostro.

20 maggio 2002  Il pubblico ministero di Peru-gia, a seguito degli atti inviati dal capo della mobiledi Firenze Michele Giuttari, ordina la riesumazionedella salma. Il medico legale afferma che il dottorNarducciè mortoper disgrazianon escludendol’ipo-tesi del suicidio. I resti, ben conservati, sono delmedico.Ma non corrisponderebbero al cadaverere-stituito il13ottobre 1985 dalleacque delTrasimeno:vi sarebbe stato uno scambio di salme. Anche ildottor Narducci è stato una vittima del mostro diFirenze? Una tesi respinta dal legale della famiglia

Narducci, Bizzioli.21 dicembre 2002 La vedova del medico, Fran-

cesca Spagnoli, condivide la tesi del professor Gio-vanniPierucciche hacompiuto una consulenzame-dicolegale sulcadavere di FrancescoNarducci. L’esa-me indica tra le possibili cause della morte anchequellaper strangolamento:ilprofessoresostiene chela morte di Narducci fu causata dalla frattura di unosso che si trova in una parte protetta del collo ecomunquele condizionidel cadaverenon sarebberostate compatibili con una permanenza in acqua di 5giorni. Ora sono quelle 4 ore che fanno pensare gliinquirenti. Il capo della mobile Michele Giuttari èconvinto che dietro Pacciani, sopra Pacciani, neidelitti delle coppie ci sia stato “secondo livello” checustodiscel’entità delvero mostro.

mercoledì 19 febbraio 2003   I

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