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Page 1: Il Mistero

 

OGGIsereno o poco nuvoloso; gelatenotturneanchein pianura.Temperature:minimestazionarie, massime inlieveaumento

DOMANITendenza:condizioni pressochèstazionarie

IL TEMPO

Il governo scarica sui Comuni ilpeso del contributo affitti.Secondo il viceministro UgoMartinat le amministrazionipotrebbero fare ricorso

all’aumento dell’Ici per trovare i soldi. Posizione che è stataduramente contestata dall’assessore allacasa Tea Albini, che inqualitàdi responsabile Anci ha convocato unaassembleaa Romaperdecidere il tipo di rispostada dare al governo.

Ridurre al minimo gli eventualiaumenti dell'Ici, mantenere illivello attuale dei servizi, lanecessità di rilanciare ilcontributo di scopo. Sono questi

i punti del bilancio presentati in giunta da Matulli. "A questopunto - ha spiegato il sindaco Domenici - visto che non è possibilepesare soltanto sui cittadini, diventa essenziale rilanciare ilcontributo di scopo anche nei confronti della Regione Toscana".

BILANCIOAFFITTI

Renzo Cassigoli

Appena t re mesi fa chiudeva la Seeber,sommersa da una pila di miliardi (25, sidice), pagati da Max Mara per impiantarel’ennesimo negozio griffato di via Torna-buoni.

Scompariva così una delle più antichelibreriefiorentine,sopravvisuta alledistru-zioni della seconda guerra mondiale e al-l’alluvione del ‘66. La Seeber non era un alibreria qualsiasi, era un pezzo di storiadell città. «Uno di quei luoghi - scrisse ilcriticoOresteMacrì - nei qualisi raccoglie-va la generazione artistico-letteraria che siformò a Firenze negli anni trenta» e cheavrebbe segnato di sè la cultura italiana edeuropea. Tra quei banchi e quegli scaffalidi ciliegio, che si intravedevano dalle tregrandi vetrine, erano passati letterati, arti-sti,poetidi ogniparte d’Europae delmon-do: da Benedetto Croce a Georgy Lukacs,daGianfranco Contini a Carlo Bo, daGiu-

seppe Ungaretti a Mario Luzi, a EugenioMontale, che proprio alla Seeber fece arri-vare le prime copie di «Ossi di seppia».

Potevi incontrare Romano Bilenchi eValentino Bompiani, Piero Bigonciari eSandro Parronchi, Leone Traverso e ElioVittorini, Giacomo Devoto e GiovanniNencioni, Alessandro Bonsanti e EugenioGarin, Cesare Luporini e Giuliano Toral-do di Francia:insomma la cultura del No-vecento. Pensateche GuerrandoSalvi,unodei primi mitici direttori della Seeber,quand’era ancoraragazzodi bottegacorre-va fino alla libreria Orioli per prendere laprimaedizionede «L’amantedi ladyChat-terley»efarlatrovarea Lawrencechedi lìapoco sarebbe arrivato in libreria.

La Seeber era a Firenze dal 1865, e daalloranon si erapiù mossa dalleaffascinan-ti sale di via Tornabuoni, conservandosempre lo stesso sobrio arredamento. Adaprirla 137 anni fa era stata la famigliaLoerscher. Dopotre lustrila cedette al tede-sco Bernard Seeber che la rese celebre inItalia e in Europa. Quando aprì la Seeber,Firenze aveva appena concluso la breveesperienza di capitale d’Italia e il Poggilavorava ancora ai viali di circonvallazio-ne.

Ha resistito fin che ha potuto, poi hadovuto cedere ai soldi, alla volgarità e almercato.

CAMBIAMOROTTA

Giuseppe Nicoletti *

Il governo scaricail peso sui Comuni

Domenici rilanciala tassa di scopo

Marzocco addio, se ne va un’altra libreria A tutti i dipendenti è arrivata la lettera di licenziamento del curatore fallimentare

Già durante l'ultima gestione (da un paio d'anni aquesta parte) la libreria Marzocco non era più lastessa. Dico la stessa rispetto a quella che in tem-

pi precedenti molti di noi (studenti, prof., studiosi avario titolo e di varie discipline, lettori più o menoonnivori, ecc.) eravamo abituati a frequentare: di sicurola più fornita libreria della regione, una dellem aggiori epiù estese di tutto il territorio nazionale, una libreria,infine, che, con il suo ordinamento prevalentementetematico,permettevain tempirapidi laconsultazione diuna partecospicuadellepubblicazioniancoradisponibi-li su argomenti anche non generalissimi. Ma poi, comesanno tutti i clienti, il patrimonio di una libreria non èfatto soltanto dal parco titoli a disposizione dell'acqui-rente,è dato puredalla competenzae dall'aggiornamen-to dei suoi addetti: ebbene anche in questo la Marzocconon erasecondaa nessuno.Primaancora cheil catalogovenisse informatizzato, l'interrogazione dei mitici Carloe Orazio permetteva di stabilirecon certezza quasiasso-luta, intanto seil titolo richiesto non fosse stato il fruttodi un 'alterata fantasia bibliografica, e in subordine seesso fosseancora disponibilenei varimagazzini( nell'or-dinequello dellastessa libreria, quello del distributore e,ultimaratio, nel caso ilvolumesi fossetrovato "in via diesaurimento", nel magazzino dell'editore). Cose d'altritempi si dirà, forme di un commercio personalizzato edi grana artigianale che non ha più ragion d' essere nelmondo della globalizzazione. Oggisono in voga lelibre-riecheselezionanole lorodisponibilitàsui piccolinume-ri (e n on già su un largo spettro di titoli, il che implicauna dispendiosaimmobilizzazionedi prodotto),libreriegestitecon criterimanagerialie tutt'affattoinformatizza-te,spessoemanazionedei grandieditorio deidistributo-rin azionalicheriesconoa fareprofitticon più spregiudi-cate commistioni merceologiche (caffè-gadgets-giorna-li-riviste-libri-dischi ). Anche per queste ragioni unacittà come Firenze, che fino a pochi anni fa potevavantare una densità di librerie come poche altre città inItalia e in Europa, oggi vede ridursi, e drammaticamen-te, non già in assoluto gli spazi dedicati al commerciolibrario, quanto invece il numero delle librerie presso lequali il particolarissimo ma significativo pubblico deilettorispecializzatisono solitieleggereil propriodomici-lio libresco. Prima della Marzocco, come si sa, hannochiuso i battentila LibreriadellaCondotta, laLibreriadiBorgo degli Albizi, la stessa Seeber...allora, è lecito chie-dersi:non è forse giunto il mom ento di cambiare rotta?e quindi saprà farsi avanti qualche coraggioso libraiocapace di tenere i conti in nero mettendosi alservizio diquel pubblico restato orfano e senza fissa dimora?

* docente universitario

Osvaldo Sabato

Èl’anticamera dellicenziamento. Eanche quelladel-la chiusura. La storica libreria Marzocco, che traOttocento e Novecento è stata ritrovo di scrittori,artisti e poeti, è pronta a fare la fine della Seeber divia Tornabuoni. È di ieri la notizia: i 19 dipendentidella Marzocco hanno in tasca la lettera di mobilitàinviata dal curatore fallimentare, Marco Lombardi,nominato dal Tribunale dopo il fallimento deciso il5 febbraio scorso. Così dop o il Marzocchino - veraminiera di libri e giochi per bambini - chiuso nelsilenzio più assoluto a gennaio e trasferito nella sedeprincipale della libreriadi viaMartelli siavviaveloce-mente ad essere messa sul mercato. Dopo l’esercizioprovvisorio deciso dal Tribunale il rischio che entrola fine del mese si vada alla vendita dell’enormepatrimonio librario,stimato in un milionedi euro, èmolto concreto. Con i suoi 300mila titoli è la piùgrandedellaToscana.Immediatamentesiè messa inmoto lamacchinad ella mobilitazione sindacale,cer-

cando di coinvolgerePalazzo Vecchio,la ProvinciaelaRegionesul futuro dellalibreria in modo da rallen-tare, almeno, la procedura per dare la possibilità adeventuali imprenditori privati di prendere direttaconoscenzad ella situazione patrimonialedello stori-co marchio guidato per decenni dalla famiglia Bem-porad Marzocco, che lo ha ceduto nel1960 a Giulia-no Mugnaiche a suavoltalo havenduto nel2000aduna azienda milanese.

Il consigliere regionale di rifondazione, Giovan-ni Barbaglipropone di acquistareun libro dallaMar-zocco come «segno concreto di attenzione e di de-nuncia per il danno che può subire la città». Pervenerdì è già stato fissato un tavolo di incontro aPalazzo Vecchio al qualeparteciperanno gliassessoriSimoneSiliani (cultura), Marzia Monciatti ( lavoro)e Francesco Colonna (commercio),che fin da subitosisono mossicon tempestivitàp er salvare laMarzoc-co.Tentativo cheal momento sembram olto difficilese è vero, come ha spiegato Siliani, che in base allenormative esistenti il Comune può fare ben poco inquanto «l’immobilen elquale è situatala Marzocco è

nel piano regolatore una zona destinata ad attivitàcommerciali - haspiegato lasettimana scorsa - enonmi risulta che ci siano possibilità di vincolo di tipomerceologico daparte delComune». Asentire lesueparole l’amministrazione avrebbe le armi spuntate.Ledifficoltà nell’evitare qualsiasiform a di speculazio-ne commerciale dietro la scelta della vendita dellalibreria appaionoconcrete. Am eno chePalazzoVec-chio non inseriscanel Prgun vincolo di destinazionecome libreria, sull’immobiledi via Martelli. Lesceltedellaproprietà chen on avrebbefatto nessun investi-mento, denunciano ancora le Rsu della Marzocco,nè una ristrutturazione che avesse un minimo divalenza industriale ha avuto da subito il sapore del-l’allarme.

Ne è servito ilt entativo dell’azienda di salvare lalibreria collegandola al teatro Niccolini. Infatti, lasocietà che è stata dichiarata fallita dal Tribunale diFirenze, circa un anno e m ezzo fa, presentò un pro-getto al Comune con cui si annunciava l’intenzionediunirsia chiavrebbeacquisito lagestionedelteatrocon l’obiettivo di creare nel cuore della città un

unico polo culturale. Qu esta è l’unica progettualità,che come hanno spiegato i dipendenti, sarebbe stataresa pubblica. Non senza perplessità, però, da partedell’amministrazione comunale fiorentina che nonebbe dalla proprietà garanzie sul futuro d ella libre-ria.

Ora sembrache lastoria della Marzoccosia giun-ta all’ultimo atto, come dimostrano le 19 lettere dimobilità.Lemotivazionicon cuiil curatorefallimen-tare chiede il licenziamento, secondo i sindacati, so-no generichee richiamerebberoin toto quellespecifi-cate dalla Società che ha portato i libri in Tribunale.Diminuzione dellavendita di libri a causa della con-correnza che sarebbe aumentata con l’apertura dialtre librerie nel centro (quali?) e nella concorrenzadi supermercati e ipermercati che possono offrirli aprezzipiù bassi avrebbeportato adu na drasticadimi-nuzionedel fatturatodell’azienda. Ilrifiuto delforni-toreprincipale arifornirela libreria «daquila perdi-ta di comp etitività rispetto allealtre librerie...»comeha scritto il curatore fallimentare nella richiesta dimobilità.

 Legrandi pubblicità luminoselasceranno il centro di Firenze esaranno sostituite dallacartellonistica in zone decentrate.

 Ad anunciarloè l’assessorealcommercioFrancesco Colonna. Legrandi insegne luminosechesaranno toltepubblicizzano notimarchi nazionalied internazionali.Perloroè giàprevistonelregolamento lospostamento indeterminate areedellepubblicità sucartelloni di seimetri per tre:sitratta di 16 impianti giàindividuati

 più altri29 che saranno segnalatiinseguito perun totaledi 45 cartelloni

 posti in zoneperiferichedi Firenze.

Unvuotodi quattro ore, unaletteramisteriosamente scomparsa. Resta ancora da chiarire l’esattadinamica deldecessonel lago Trasimeno delmedicoperugino

Mostro, spuntano altri misteri nella morte del dottor Narducci

LaSeeber si arresedopooltre un secolo

i precedenti

Viala pubblicitàluminosa dal centro

La libreria Marzocco di via Martelli

Giorgio Sgherri

L’inchiesta sul medico perugino Francesco Narduc-ci, figlio del primario ginecologico dell’ospedale diFoligno,riservanuovesorpresechesuscitanointerro-gativi ep olemiche fra i difensori della famiglia Nar-duccie della vedova FrancescaSpagnoli.Secondo gliaccertamentidegliinvestigatorinellavitadi Narduc-ci ci sarebbe un vuoto di quattro ore. Il medicosarebbe uscito alle 10,30 dall’ospedale di Folignodove aveva eseguito un endoscopia con un collega.Nelcorso dell’esameNarducciavrebbericevuto unatelefonatache lo preoccupò tanto da costringerlo adabbandonare la visita medica e tornare a casa. Lamogliesostieneche Francescorientrò alle 14,30.Chi

telefonò a Narducci?Checosa ha detto al medico ditanto preoccupante? Dove ha trascorso quelle quat-tro ore? Inoltre ci sarebbe il mistero di una letteralasciata su un tavolo della villa e che secondo lacameriera è scomparsa. Vero o falso? La storia diFrancesco Narducci è misteriosa quanto la vicendadel mostro di Firenze. E le due storie sembranoanche intrecciarsi.

8 ottobre 1985 Narducci, medico gastroentero-logo, docente universitario, alle 15,30 arriva con lasuamoto allavilladi Sant’Arcangelo per una gitasullago Trasimeno. Al proprietario della barca dicech eha poco benzina, ma non ha importanza perché sitratta di un viaggio breve. Alle 20,30 i familiari siallarmano perché il medico non è tornato a casa.Iniziano le ricerche. Il giorno dopo nel canneto di

San Feliciano viene trovato il motoscafo, ma delmedico nessuna traccia.

13 ottobre 1985  Nelleacquedel lago affiorò uncadavere. I familiari del medico lo riconobbero.Niente autopsia. Il caso fu chiuso: disgrazia. Mapochigiorni dopo allaProcura di Firenzecomincia-rono ad arrivarelettereanonime nelle quali sisoste-neva che il medico era stato ucciso perché aveva ache fare con i delitti del mostro di Firenze. L’ultimodei quali era stato commesso l’8 settembre 1985, unmeseprima della scomparsa del dottore. Gliinvesti-gatorifiorentinicercavanoun killersolitario:inocca-sione di uno dei delitti il dottor Narducci era inAmericae lapista fu abbandonata.

20 dicembre 2001   Indagando su un giro diusura, il Pm di Perugia si trovò ad analizzare una

conversazione intercettata:«Tifaremo fare la fine diquel medico Narducci». Chi era lo strozzino cheparlava cos?Secondo quanto emerso sarebbe legatoallacerchiaesotericadei presuntimandantidei delit-tidel mostro.

20 maggio 2002  Il pubblico ministero di Peru-gia, a seguito degli atti inviati dal capo della mobiledi Firenze Michele Giuttari, ordina la riesumazionedella salma. Il medico legale afferma che il dottorNarducciè mortoper disgrazianon escludendol’ipo-tesi del suicidio. I resti, ben conservati, sono delmedico.Ma non corrisponderebbero al cadaverere-stituito il13ottobre 1985 dalleacque delTrasimeno:vi sarebbe stato uno scambio di salme. Anche ildottor Narducci è stato una vittima del mostro diFirenze? Una tesi respinta dal legale della famiglia

Narducci, Bizzioli.21 dicembre 2002 La vedova del medico, Fran-

cesca Spagnoli, condivide la tesi del professor Gio-vanniPierucciche hacompiuto una consulenzame-dicolegale sulcadavere di FrancescoNarducci. L’esa-me indica tra le possibili cause della morte anchequellaper strangolamento:ilprofessoresostiene chela morte di Narducci fu causata dalla frattura di unosso che si trova in una parte protetta del collo ecomunquele condizionidel cadaverenon sarebberostate compatibili con una permanenza in acqua di 5giorni. Ora sono quelle 4 ore che fanno pensare gliinquirenti. Il capo della mobile Michele Giuttari èconvinto che dietro Pacciani, sopra Pacciani, neidelitti delle coppie ci sia stato “secondo livello” checustodiscel’entità delvero mostro.

mercoledì 19 febbraio 2003   I

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