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1 PERCORSO E Il mondo del lavoro Lezione 3 Lavorare nel settore turistico 1. I contratti a termine in Europa Nelle legislazioni statali dell’Unione europea sono presenti diversi modelli di disciplina del contratto di lavoro a termine. Vediamone i più significativi. Francia. In Francia il contratto di lavoro a tempo indeterminato rappresenta la forma normale e genera- le del rapporto di lavoro a tempo subordinato ma la legge prevede che è possibile stipulare il contrat- to a tempo determinato (contrat de travail à durée determinée) nei casi previsti dalla legge ed esclu- sivamente per l’esecuzione di compiti precisi e temporanei. Inoltre tale tipo di contratto può essere stipulato per un unico motivo: l’eventuale compresenza di due o più motivi inficia l’apposizione del termine e converte il contratto a termine in contratto a tempo indeterminato. In particolare, è possi- bile ricorrere all’apposizione del termine per sostituire un lavoratore assente o il cui rapporto di la- voro sia sospeso (es. malattia, infortunio ecc.), per far fronte ad un temporaneo incremento dell’atti- vità produttiva o per impieghi a carattere stagionale e per quelli in cui sia uso costante non ricorrere a contratti a tempo indeterminato. Germania. In Germania, diversamente che in Francia, è possibile stipulare un contratto a termine senza motivo obiettivo o ragione tecnica, a condizione che la durata del rapporto di lavoro non superi i due anni. Inoltre il datore di lavoro può stipulare un contratto a termine con finalità di prova, che deve risultare nel contenuto del contratto e che non può superare i sei mesi. Irlanda e Regno Unito. La legge non prevede una serie di ipotesi in cui è possibile apporre un termine (fixed-term work), rimettendo tale individuazione all’autonomia delle parti. Precisa solo due limiti: il primo riguarda l’inutilizzabilità del contratto a termine per finalità di formazione professionale o di apprendistato; l’altro stabilisce che l’apposizione del termine deve essere indicata per iscritto. Spagna. Qui sono previste tre macro ipotesi di apposizione del termine: compimento di un’opera speci- fica (contrato para obra o servicio determinados), incremento di attività (contrato eventual por cir- custancias de la produccìon) e sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto (contrato de interinidad). Anche la legge spagnola prescrive la forma scritta che specifichi il motivo obiettivo dell’apposizione del termine. e Il mondo del lavoro

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1percorso e • Il mondo del lavoro

Lezione 3Lavorare nel settore turistico

1. I contratti a termine in EuropaNelle legislazioni statali dell’Unione europea sono presenti diversi modelli di disciplina del contratto di lavoro a termine. Vediamone i più significativi.

Francia. In Francia il contratto di lavoro a tempo indeterminato rappresenta la forma normale e genera-le del rapporto di lavoro a tempo subordinato ma la legge prevede che è possibile stipulare il contrat-to a tempo determinato (contrat de travail à durée determinée) nei casi previsti dalla legge ed esclu-sivamente per l’esecuzione di compiti precisi e temporanei. Inoltre tale tipo di contratto può essere stipulato per un unico motivo: l’eventuale compresenza di due o più motivi inficia l’apposizione del termine e converte il contratto a termine in contratto a tempo indeterminato. In particolare, è possi-bile ricorrere all’apposizione del termine per sostituire un lavoratore assente o il cui rapporto di la-voro sia sospeso (es. malattia, infortunio ecc.), per far fronte ad un temporaneo incremento dell’atti-vità produttiva o per impieghi a carattere stagionale e per quelli in cui sia uso costante non ricorrere a contratti a tempo indeterminato.

Germania. In Germania, diversamente che in Francia, è possibile stipulare un contratto a termine senza motivo obiettivo o ragione tecnica, a condizione che la durata del rapporto di lavoro non superi i due anni. Inoltre il datore di lavoro può stipulare un contratto a termine con finalità di prova, che deve risultare nel contenuto del contratto e che non può superare i sei mesi.

Irlanda e Regno Unito. La legge non prevede una serie di ipotesi in cui è possibile apporre un termine (fixed-term work), rimettendo tale individuazione all’autonomia delle parti. Precisa solo due limiti: il primo riguarda l’inutilizzabilità del contratto a termine per finalità di formazione professionale o di apprendistato; l’altro stabilisce che l’apposizione del termine deve essere indicata per iscritto.

Spagna. Qui sono previste tre macro ipotesi di apposizione del termine: compimento di un’opera speci-fica (contrato para obra o servicio determinados), incremento di attività (contrato eventual por cir-custancias de la produccìon) e sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto (contrato de interinidad). Anche la legge spagnola prescrive la forma scritta che specifichi il motivo obiettivo dell’apposizione del termine.

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Lezione 3 • Lavorare nel settore turistico

2. Nuove figure professionali del turismo: voyage designer e travel manager

Innanzitutto intraprendenza, passione per i viaggi, capacità di relazionarsi con i clienti, propensione alla vendita e all’attività di consulenza, poi ottime conoscenze geografiche in generale e preferibilmente una precedente esperienza nel settore. Sono i requisiti che caratterizzano il voyage designer, il cosiddetto stilista dei viaggi, incaricato a soddisfare il cliente attraverso la ricerca dello stile di una vacanza tailor made. È un personal shopper in grado di proporre, organizzare e soddisfare le richieste dei propri clien-ti, offrendo i migliori prodotti presenti sul mercato e creando itinerari su misura per rendere il viaggio adatto alle sue esigenze.Il voyage designer è una figura dinamica e flessibile che può svolgere la sua attività full o part-time, adattandosi alle esigenze del cliente. Caratteristica di questo profilo sono la mobilità e l’elasticità nella gestione degli appuntamenti: è un consulente che si reca presso il cliente senza vincoli di orario. Questa figura professionale nasce negli Stati Uniti dove è già molto ben radicata, in Italia invece è ancora in fase di sviluppo ma con potenzialità di crescita notevole.«Parlare di viaggi tailor made è tanto più vero quando si parla di un viaggio incentive o formativo», spiega Stefania Trallori, manager del settore meeting ed eventi in Italia di Carlson Wagonlit Travel, so-cietà specializzata nel business travel management. «È chiaro infatti che in questo caso ogni evento è un caso a sé, in termini di target e di obiettivi che l’azienda committente si prefigge e pertanto non è repli-cabile. Il punto di partenza è naturalmente l’ascolto attento delle esigenze del cliente attraverso il brief e la comprensione del ritorno dell’investimento atteso dal cliente che talvolta coincide con gli obiettivi dell’evento stesso. Solo a questo punto, dopo una puntuale analisi del target dei partecipanti e delle loro attese, è possibile proporre delle destinazioni che siano in linea con quanto richiesto dall’azienda clien-te, ma anche percorribili da un punto di vista di reale fattibilità, e si può definire il concept dell’evento che deve bilanciare attività ricreative, emozionali, motivazionali e/o di studio, nel rispetto anche dei tempi di ogni singolo partecipante. La creatività è un elemento fondamentale per lo sviluppo del pro-gramma che dovrà essere un mix di soluzioni attese, ma anche proposte inconsuete, studiando di con-certo sia la parte logistica che quella di comunicazione che devono essere totalmente integrate e raffor-zarsi a vicenda. Perché un evento abbia successo, infine, deve essere pianificato anche nei più piccoli dettagli, massimizzando l’impatto del messaggio che si vuole lasciare ai partecipanti, con una totale sincronia e coerenza interna tra le diverse fasi e una regia capace di catalizzare l’attenzione dall’inizio alla fine. Un esempio di viaggio su misura che abbiamo organizzato riguarda il Perù: un tour del Paese creato e organizzato per opinion leader, stampa e operatori del settore di protezione delle culture e delle scienze ambientali: un viaggio improntato allo studio della terra e della coltivazione agricola, guidato da uno staff locale esperto in agronomia», aggiunge Stefania Trallori. «Il catalogo viaggi è più un punto di partenza che una serie di pacchetti predefiniti», dice Giancarlo Brunamonti, direttore divisione outgoing di King Holidays, tour operator. «Il catalogo, infatti, una volta assolveva quasi il ruolo di guida turistica, oggi invece è una proposta. Ovviamente il tailor made non viene costruito esclusivamente sulle destina-zioni da noi programmate; siamo in grado di gestire il viaggio a Londra individuale con jet privato ma anche di mandare un gruppo sulle tappe di un viaggio tematico negli Stati Uniti; il nostro ufficio gruppi e di incentive svolgono spesso queste attività ad hoc fuori listino. Negli anni, certamente, le richieste sono cambiate e registriamo meno profondità culturale e più ricerca di comfort ed esclusività», conclude Brunamonti.Oltre al voyage designer, un’altra figura richiesta nel settore turistico è il travel manager, uno speciali-sta che si occupa di governare i processi di approvvigionamento, di gestione e di controllo relativi alle spese di viaggio e rappresentanza, di monitorare le tariffe negoziate e di implementare le strategie che razionalizzano i costi. Il travel manager, negli ultimi anni, ha acquisito un crescente rilievo strategico anche in Italia, sulla scorta di quanto accaduto da tempo all’estero. È un consulente di direzione che

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3percorso e • Il mondo del lavoro

Lezione 3 • Lavorare nel settore turistico

disegna una politica centrata sugli obiettivi e aumenti del margine operativo lordo e sulla soddisfazione dei viaggiatori.Tra le principali leve che questa figura professionale può utilizzare a questo scopo vi sono quindi l’otti-mizzazione della spesa alberghiera, la razionalizzazione dei processi di prenotazione, anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia, nonché il miglioramento della travel policy e del suo rispetto. In questo contesto, il contributo che questo professionista può fornire, in termini di controllo dei costi e di identificazione delle opportunità di risparmio, che si traducono in un immediato aumento del margine operativo lordo dell’azienda, è determinante.Nella maggior parte delle aziende, l’organizzazione dei viaggi d’affari è regolata da precise normative: infatti, la mansione principale del travel manager è il controllo del rispetto della travel policy, ovvero l’insieme di regole che il dipendente in viaggio deve rispettare, come per esempio l’alloggio in una de-terminata categoria alberghiera. Per svolgere con efficacia il suo ruolo, il travel manager necessita di ampie competenze tecniche e professionali, come l’elevata capacità di analisi e di negoziazione, oltre a una profonda conoscenza dei meccanismi del settore e a caratteristiche personali di autorevolezza.Occorre anche facilità di comunicazione che gli consentano di rapportarsi al meglio con i suoi clienti e stringere una fitta rete di rapporti con i più diversi interlocutori. Per svolgere questa funzione bisogna inoltre saper negoziare le tariffe con vettori aerei e catene alberghiere, per cui precedenti esperienze nel settore turistico sono preferibili. Per diventare travel manager è preferibile aver effettuato studi che im-plementino le scienze turistiche e economiche. Infine ha bisogno anche di un partner affidabile che, oltre a farsi carico della gestione tecnico-operativa del viaggio, sia in grado di affiancarlo come consulente esperto del settore e di supportarlo con un’ampia serie di servizi.

VoyaGe deSIGneR: l’IdentIkItMansioni principali Competenze Studi e prospettive

È incaricato a soddisfare il clien-te attraverso la ricerca dello stile di una vacanza tailor made

Intraprendenza, passione per i viaggi, capacità di relazionarsi con i clienti, propensione alla vendita e all’attività di consulenza

Preferibilmente una laurea in di-scipline economiche o umanistiche

Ottime conoscenze geografiche, preferibilmente una precedente esperienza nel settore

Questa figura nasce negli Stati Uniti dove è già molto ben radi-cata, in Italia invece è ancora in fase di sviluppo ma con potenzia-lità di crescita notevole

Si occupa di proporre, organizza-re e soddisfare le richieste dei propri clienti, offrendo i migliori prodotti presenti sul mercato e creando itinerari su misura

(Di R. Hassan, Italia Oggi)

3. Marketing, tecnologie e lingue. Skill per lavorare nel turismo Addetti al booking o alla reception, responsabili marketing e comunicazione, consulenti di viaggio e anche professionisti free lance, che girano l’Italia e il mondo per costruire allettanti pacchetti turistici o per accompagnare gruppi in paesi che si conoscono come le proprie tasche. Secondo i dati INPS elabo-rati da Federalberghi e Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), oggi in Italia il turismo occupa quasi il 5% della forza lavoro dipendente: gli addetti del comparto sono circa 926mila (di cui il 58,4% donne) e quasi 160mila sono le aziende tra strutture ricettive, imprese di ristorazione e di intrattenimen-to, agenzie di viaggio e tour operator. Un mondo ricco di professionalità — alcune tradizionali, altre in via di trasformazione —, in grado di offrire ancora numerose opportunità lavorative. Nonostante la crisi, infatti, per piacere o per dovere si viaggia sempre e sempre di più: secondo l’ultimo rapporto della Ban-

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4 percorso e • Il mondo del lavoro

Lezione 3 • Lavorare nel settore turistico

ca d’Italia, nel 2009 sono stati oltre 72 milioni i turisti stranieri in Italia (+1,1% rispetto al 2008) e sono cresciuti, seppur di poco (quasi 58milioni, +0,6%) anche i viaggi all’estero degli italiani, con un giro d’affari complessivo di 48 miliardi di euro.«Il numero dei viaggiatori è sostanzialmente stabile, anche se da qualche anno si fanno viaggi più brevi ma più frequenti», spiega Maurizio Di Marco, direttore del Centro studi Cts, l’organizzazione, con sede a Roma e da pochi mesi anche a Catania, specializzata nell’alta formazione per il turismo e l’ambiente. Ma non solo il turismo è diventato «mordi & fuggi», è proprio cambiato il modo di viaggiare: dove an-dare, come muoversi, dove alloggiare sono sempre più diventate scelte emozionali, d’impulso, dettate dalle voglie e dagli interessi del momento. Una tendenza che spiazza un po’ l’industria turistica, che preferirebbe avere target chiari e definiti.E se il turismo cambia, cambiano anche le competenze richieste a chi con il turismo vuole lavorare. «Sono necessarie nuove figure professionali — continua Di Marco —, che abbiano un nuovo modo di approc-ciarsi. Bisogna imparare ad avere una capacità imprenditoriale anche se si è dipendenti, sviluppare nuove idee, essere orientati al futuro, essere proattivi e veloci nel cogliere i cambiamenti. I requisiti fondamentali per iniziare? Buone conoscenze tecniche e una spiccata capacità di relazione».Saper maneggiare le tecnologie e sfruttare le potenzialità della rete è necessario anche per intercettare quella quota di italiani che prenota i propri viaggi attraverso internet. «Il sistema on line ha però dimostra-to di non poter soppiantare la rete fisica, anzi spesso ne cerca la collaborazione. Finché c’è da acquistare un volo low-cost internet va bene, così come va bene per avere informazioni sui posti che si andranno a visitare, ma quando è il momento di prenotare spesso si cerca ancora chi può dare garanzie. E più il viag-gio è lungo e costoso, più c’è bisogno di un agente di viaggio che sia un vero e proprio consulente».Aggiornato, competente e in grado di soddisfare i desideri della clientela, l’agente di viaggio, che lavo-ri in un’agenzia fisica oppure on line, è ancora la figura di riferimento nel mondo del turismo. Resistono, ma stanno cambiando, anche le professioni più romantiche, come il programmatore turistico, che viaggia per scoprire nuove mete e costruisce pacchetti che poi i tour operator devono proporre alle agenzie. Per diventare programmatore servono cultura e curiosità, una formazione umanistica non guasta, ma va abbinata al marketing. Perché un viaggio può essere bello quanto si vuole, ma ci deve essere poi qual-cuno che lo voglia acquistare.Un altro lavoro romantico è quello dell’accompagnatore turistico, che gira il mondo «scortando» gruppi più o meno numerosi. Come la guida. Attenzione, però, a non confondere le due figure. La guida turisti-ca è «stanziale», spesso opera nella sua città d’origine, di cui è un vero cultore. Nel suo lavoro raramen-te si trova a dover affrontare imprevisti: basta studiare la storia e l’arte e avere un minimo di facilità nel rapportarsi con gli altri. L’accompagnatore, che in genere è un libero professionista che collabora con tour operator e grandi agenzie, deve essere altrettanto preparato culturalmente e spesso si specializza per aree geografiche, ma soprattutto deve saper gestire dinamiche di gruppo meno prevedibili e risolvere tutti quei problemi che possono sorgere durante un viaggio.Nel settore alberghiero, invece, rimane centrale il lavoro di reception. «È da lì che deve partire chi vuo-le fare carriera negli alberghi, perché è al front office che si impara l’importanza da dare ai clienti e come funzionano tutte le attività di un hotel». All’inizio, però, bisogna avere una certa disponibilità a fare i turni di notte e la domenica e sapere bene almeno una lingua straniera, che è fondamentale per superare la prima selezione.E nel futuro, quali settori offriranno più opportunità? «Per come la vedo io, fare previsioni a lungo ter-mine è difficile. Certo, ragionando per grandi numeri, ci possono essere maggiori possibilità nelle agen-zie, nel settore alberghiero e nelle direzioni commerciali dei tour operator. È meglio, però, pensare a sviluppare competenze trasversali, anche perché le aziende tendono sempre più a fare efficienza affidan-do più compiti alla stessa persona. Già oggi, per esempio, il programmatore non può limitarsi a costrui-re itinerari, deve fare attenzione alla sostenibilità ambientale, all’accessibilità. Deve essere un product manager e i viaggi deve saperli anche vendere».

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5percorso e • Il mondo del lavoro

Lezione 3 • Lavorare nel settore turistico

Flessibilità, capacità di negoziare e rapportarsi con gli altri, curiosità e voglia di tenersi sempre aggior-nati. Per avviare una carriera nel mondo del turismo è bene anche saper già conoscere i programmi di gestione più utilizzati nelle agenzie, nei tour operator e negli hotel. Un grande aiuto nell’essere prepara-ti e competenti lo possono offrire le scuole di formazione. «Al Centro studi Cts - conclude Di Marco - organizziamo sia corsi tecnici specialistici, che in genere durano almeno due mesi, sia master che offro-no un percorso più ampio di conoscenze e preparano a più figure professionali».

(di M. LipaRoti, MoJob, La Repubblica)

4. Turismo - Il futuro del lavoro è nel web 2.0 e nelle startup inno-vative

Esperti di web marketing che sappiano spingere su internet un marchio, un pacchetto, un itinerario. Co-noscitori dei social network che riescano a far diventare virali dei contenuti e a creare delle tendenze. Sono queste le figure professionali che il settore del turismo cerca in Italia. Ma non solo: nel nostro Pa-ese manca ancora la gestione diffusa delle prenotazioni sul web. Molti piccoli e medi hotel non sono dotati di un servizio di «booking»: bisogna creare delle piattaforme moderne, aggiornate, che consenta-no ai visitatori di prenotare con pochi click. […] «Il turismo nel nostro Paese rappresenta l’11% del Pil e dà lavoro a oltre tre milioni di persone, ma ci sono delle debolezze di sistema che non ci permettono di svilupparne tutte le potenzialità - spiega Carlo Radaelli, commissario straordinario dell’Agenzia nazionale per il turismo (Enit) nominato lo scor-so luglio dal ministro Dario Franceschini – Il risultato è che mentre il mercato mondiale è in espansione, la quota riservata all’Italia si è contratta». Che cosa non va? «Ci sono problemi strutturali, dal servizio aereo poco sviluppato, agli hotel al di sotto degli standard internazionali. E poi poca promozione turistica mirata: oggi non basta più dire che l’Italia è bella, perché la concorrenza è agguerrita. Bisogna individuare pacchetti specifici, dall’enogastronomia al cicloturismo, dalla cultura al relax. E spingerli sul web». Per questo c’è bisogno di nuovi professionisti della comunicazione: «A cercare queste risorse sono le nuove agenzie di promozione turistica e commerciale come Travel advisor, Netcomm, Quite people che usano i social network per lanciare destinazioni e creare tendenze – spiega Marina Ambrosecchio, presi-dente di Uet, Scuola universitaria europea per il turismo –. I ragazzi oggi devono sapere benissimo l’in-glese e saper usare il web, dai social network alle tecniche seo (search engine optimization), per indiciz-zare meglio sui motori di ricerca siti e pacchetti. La cosa importante da capire è che non esiste più il turi-smo generico, ma tanti turismi molto mirati con una serie di esigenze specifiche che vanno anticipate».Tante le idee imprenditoriali innovative legate al turismo, come Map2App, che crea app di guide turisti-che in tempi brevi e a costi super economici (800 euro contro i 10-15 mila di mercato). L’idea è venuta a Pietro Ferraris, 36 anni, insieme a Michele Orsi e Simone Biagiotti un paio d’anni fa: «Ci siamo ac-corti che gli alberghi italiani cercavano di diventare promotori delle città in cui si trovavano, senza però riuscire a dare ai turisti informazioni strutturate, che andassero oltre il materiale informativo cartaceo. Allora abbiamo pensato di realizzare una piattaforma in cui il cliente (hotel, istituzione pubblica, parco…) carica i propri contenuti con una procedura guidata molto facile. Poi noi creiamo un’app e la mettiamo online. Il servizio è partito molto bene, con oltre 500 app all’anno. Abbiamo clienti in tutto il mondo, da De Agostini e Mondadori all’ente California state parks».

(A. Dal Monte, Il Sole24ore)