26
Lezione 2 Ideologia, riti e pratiche funerarie nel mondo etrusco italico Traquinia, Tomba dei Tori, agguato di Achille a Troilo (540-530 a.C.)

Lezione 2 Ideologia, riti e pratiche funerarie nel mondo ... 2 - Gli... · Nella mitologia etrusca, Charun (o Charu) era colui che conduceva le anime nell'aldilà del mondo sotterrano

Embed Size (px)

Citation preview

Lezione 2

Ideologia, riti e pratiche funerarie nel mondo etrusco italico

Traquinia, Tomba dei Tori, agguato di Achille a Troilo (540-530 a.C.)

Due aspetti al centro dell’interesse degli archeologi

Rapporto tra abitati e aree funerarie

Divisione tra incinerazione e inumazione

Roselle, necropoli

Orvieto, Necropoli di Crocifisso del Tufo (da VI a.C.)

Inumazione

Tomba a fossa da Canino, Viterbo (VIII sec. a.C.)Valle del Sarno, necropoli protostorica IX-VIII a.C.

Incinerazione

Veio, Grotta Gramiccia: esempi di tombe a pozzetto semplice

Tomba villanoviana a pozzetto, Volterra (VIII secolo a.C.)

Esempio di un’urna a capanna da Tarquinia, Poggio Selciatello (VIII a.C.) Pisa, via Marche, tombe a pozzetto con dolio (VIII a.C.)

Riti Funerari nell’Età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.)

Urna a capanna da Pontecagnano (IX a.C.)

Potecagnano: un insediamento etrusco di frontiera

necropoli

IX sec. a.C. (prima metà) Incinerazione maschi adulti, inumazione donne (indigene?)

950-850 a.C. Si afferma per tutti la cremazione

da metà VIII a.C. L’inumazione riprende il sopravvento

Le differenze nei corredi e nelle strutture tombali aumentano nell’VIII a.C.

VII a.C. Affermazione del modello del “condottiero aristocratico”

Tomba dei Flabelli, Populonia

Tomba delle Pissidi, PopuloniaPopulonia, dal Tumulo dei Carri

Cortona, tumulo del Melone II

Tomba Regolini-Galassi, Cerveteri (VII secolo a.C.)

Consta di un corridoio d'accesso in pendenza, di una cella allungata centrale, separata mediante un parziale setto di blocchi di tufo dalla cella di fondo. Ai lati si aprono due celle laterali simmetriche di pianta ovale, scavate nel tufo. Nella tomba erano state sepolte sicuramente due persone: una donna di rango principesco, inumata nella cella di fondo, e un uomo incinerato, deposto nella cella di destra.

Tumulo di Borgorose nel Lazio (VII-VI a.C)

Non solo Etruria

Necropoli di Campovalano in Abruzzo (Teramo)

Per influsso dell’urbanistica, a partire dal VI secolo a.C., le necropoli assumono una sistemazione più razionale: le tombe, sempre più simili esternamente alle abitazioni vengono ora disposte ordinatamente lungo le vie sepolcrali, ricalcando la planimetria ortogonale utilizzata nei centri urbani.

Necropoli della Banditaccia, Cerveteri

L’evoluzione dell’architettura funeraria

Nel corso del VI secolo a.C. le tombe diventano completamente simili alle abitazioni: lo spazio interno è suddiviso in più ambienti collegati da vere e proprie porte; spesso le pareti ed i soffitti sono affrescati o scolpiti. Questo tipo di sepoltura appartiene in genere alle famiglie gentilizie, le quali utilizzano il sepolcro per diverse generazioni; alle persone meno abbienti sono invece dedicati sepolcri molto più semplici, spesso a camera singola.

Tomba dei Rilievi, Cerveteri (IV sec. a.C.)

Tombe ad edicola, Populonia (VI-V sec. a.C.)

Si diffondono le tombe a dado (a corpo quadrangolare, costruite a blocchi in tutto o in parte, con accesso direttamente sulla via sepolcrale) e le tombe ad edicola (costruite in blocchi di calcare, con tetto a doppio spiovente ed ambiente di deposizione unico, simile ad un piccolo tempio).

Tombe a cassone (VI-V a.C.)

ed altre tipologie più modeste

Nella zona di Sovana, Norchia e Castel d’Asso sono diffuse dal VI al III secolo a.C. le tombe scavate nelle pareti di tufo; queste tombe presentano il prospetto scolpito con elementi architettonici, fino ad arrivare negli esempi più tardi ad una vera e propria facciata “a tempio”.

Tomba Ildebranda, Sovana (III sec. a.C.)

Tomba della Sirena, Sovana (III sec. a.C.)

Ipogeo dei Volumni, Perugia (III secolo a.C.)

Ambiente principale e tablinum

Rilievo laser-scanner

Populonia, necropoli delle Grotte IV-III a.C.

Affermazione di tendenze isonomiche dal VI a.C.

Forme tombali più modeste e corredo ridotto

Fenomeni di acculturazionee mutamenti tra Grecia ed Etruria Corredi da mensa e tema simposiale

In area laziale accentuazione di provvedimenti suntuari

Neve aurum addito. at cui auro dentes iuncti escunt. Ast in cum illo sepeliet uretve, se fraude esto

Tabula X

“Nessuno deve aggiungere oro (a una pira funebre). Ma se i suoi denti sono tenuti insieme dall'oro e sono seppelliti o bruciati con lui, l'azione sia impunita.”

Se guardiamo le pitture funerarie di Tarquinia tra il VI e il V secolo a.C., i loro temi preferiti erano scene tratte dalla vita di tutti i giorni, come quelle gioiose e spensierate della Tomba della Caccia e della Pesca (530 a.C.), raffigurazioni di banchetti (Tomba dei Leopardi, 475-450 a.C., Tomba del Triclinio, 480-470 a.C.), di danze (Tomba delle Leonesse, 525-500 a.C.), di giochi in onore del defunto (Tomba degli Auguri, 530 a.C.).

Tomba della Caccia e della Pesca, Tarquinia (VI secolo a.C.)

Scena di banchetto, Tomba dei Leopardi Tarquinia (V sec. a.C.)

Cosa emerge dall’analisi iconografica dei dipinti funerari

Nella Tomba della Quadriga Infernale (IV sec. a.C.), scoperta nel 2003 a Sarteano(SI), compare un demone che conduce un carro con una quadriga formata da due leoni e due grifi, rivolto verso l’esterno della tomba, evidentemente dopo aver lasciato il defunto al limite dell’Ade.

Sulla sinistra, nella camera di fondo, è dipinto un grande serpente a tre teste (una specie di idra), simbolo dei mostri che dovevano popolare l’interno dell’Ade secondo le credenze etrusche.

Tomba François di Vulci

La Tomba François di Vulci è uno dei piùcelebri monumenti etruschi, scoperta nel 1857 da Alessandro François. Si tratta di un grandioso sepolcro del IV secolo scavato nella roccia, appartenente alla famiglia dei Saties, illustri esponenti dell’aristocrazia di Vulci.

Il complesso è articolato in sette camere funerarie disposte intorno all’atrio e al tablino, che costituiscono un unico grande vano centrale a forma di “T” rovesciata.

Ecco come il socio del François, DesVergers, descrive l’interno della tomba:

“Tutto era nello stesso stato del giorno in cui era stato murato l’ingresso, e l’antica Etruria ci apparve come al tempo del suo splendore.

Sui letti funebri guerrieri in completa armatura parevano riposarsi dalle battaglie combattute contro i romani ed i galli.

Per alcuni minuti vedemmo forme, vesti, stoffa, colori: poi, entrata l’aria esterna nella cripta dove le nostre fiaccole tremolanti minacciavano di spegnersi, tutto svanì.

Fu come lo scongiuro del passato, il quale era durato lo spazio di un sogno e poi sparito, quasi a punirci della nostra sacrilega curiosità”

Vel Saties e il figlio Arntha

Vi si narra dell'assalto di un gruppo di guerrieri etruschi, di cui fanno parte Mastarna,ed Aulo Vibenna, che coglie di sorpresa un gruppo di altri guerrieri, romani e loro alleati, sopraffacendoli.

Mastarna diventerà poi re di Roma con il nome di Servio Tullio.

Sulla parete lunga di sinistra è raffigurata l’uccisione, da parte di Achille, dei prigionieri troiani in onore della memoria di Patroclo. Qui compaiono i due demoni etruschi Charun, dalla pelle blu, rappresentato con un lungo martello e Vanth dalle ali variopinte.

Nella mitologia etrusca, Charun (o Charu) era colui che conduceva le anime nell'aldilà del mondo sotterrano chiamato Ade. È il nome equivalente della figura della mitologia greca Caronte. Secondo alcuni Charun è solamente una guida per i morti, similmente alla mitologia greca, mentre per altri aveva anche il ruolo di divinità che punisce la malvagità.

Charun era fondamentalmente differente dalla sua controparte greca: era un demone che proteggeva l'entrata agli inferni, con un naso d'avvoltoio, degli orecchi aguzzi, dei serpenti attorno alle braccia e a volte con ali enormi. Uno dei suoi attributi è il martello con cui fissa il chiodo che rende definitivo il destino.È spesso accompagnato dalla dea Vanth, una dea alata anch'essa associata al mondo sotterraneo.

Charun, affresco della tomba degli Anina, Tarquinia (fine III secolo a.C.)

Charun assiste al sacrificio dei prigionieri troiani, Vulci, tomba François (fine del IV sec. a.C.)

Nella mitologia etrusca, Vanth èuna divinità del mondo degli inferi. È alata e messaggera di morte per gli uomini ed assiste i malati in fin di vita. Nell'arte viene rappresentata con serpenti, torce e chiavi, e spesso si accompagna al demone Charun.

Vanth, affresco della tomba degli Anina, Tarquinia (fine III secolo a.C.)

Un altro demone era Tuchulcha, con lunghe orecchie d’asino e volto e zampe da rapace. Nelle mani reggeva viscidi serpenti.

Tuchulcha e Teseo, Tarquinia, Tomba dell’Orco (fine IV secolo a.C.)

Una delle ultime tombe dipinte tarquiniesi è detta del Tifone e si data tra il II e il I secolo a.C.

Prende il nome dalla raffigurazione di un gigante alato, le cui gambe oltre il ginocchio si trasformano in serpenti.

Era quindi un destino tristissimo quello che attendeva l’uomo alla fine della sua vita terrena. Sembra, però, che potesse essere in qualche modo evitato grazie ai riti di salvazione contenuti nei "Libri acheruntici".

Riti particolari, con sacrifici cruenti a divinità infere compiuti presso le tombe, avrebbero potuto trasformare le anime dei defunti in divinità di rango inferiore, le "anime divine".

In epoca tardo-ellenistica le sepolture subiscono l’influsso delle tipologie romane: accanto agli ipogei gentilizi etruschi (Perugia e Volterra), sempre piùspesso le sepolture della popolazione comune prendono l’aspetto dei colombari romani, dove le urnette fittili e le semplici olle contenenti le ceneri sono collocate entro piccole nicchie disposte in più file sulle pareti degli ambienti tombali o lungo vere e proprie vie sepolcrali.

Tomba dei Colombari, Sovana (I sec. a.C.)