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IL NEOREALISMO E LA LETTERATURA DELLA RESISTENZA Per una lettura di Beppe Fenoglio Una questione privata

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IL NEOREALISMO E LA LETTERATURA DELLA

RESISTENZA

Per una lettura di Beppe Fenoglio

Una questione privata

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IL CONTESTO STORICO

Cenni storici sul Ventennio fascista (1922-1943).

La deposizione di Mussolini, i 45 giorni di Badoglio.

L’8 settembre, il dibattito storiografico.La nascita della RSI, l’occupazione

tedesca, la “Linea gotica” e la Resistenza.

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LA RESISTENZA come

Guerra di liberazione (patriottica vs la morte della patria, cfr. Galli della Loggia)

Guerra civileGuerra di classe

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LA GUERRA PARTIGIANA

La costituzione del CLN (PCI, PSI, Partito d’Azione, DC, PLI)

Le Brigate Garibaldi (PCI) Le Brigate Matteotti (PSI) Le Brigate Giustizia e libertà (PdA) I “bianchi” (DC) e i badogliani Secondo alcune stime, furono alcune centinaia

di migliaia i partigiani attivi al di sopra della Linea Gotica; ne morirono 44.000.

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I PARTIGIANI

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. »(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)

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LA LIBERAZIONE

Il 25 aprile 1945.I conti con il passato: l’amnistia Togliatti.Il referendum del 2 giugno 1946, il voto

alle donne e la nascita della RepubblicaLa Costituzione, 1 gennaio 1948.Le elezioni del 1948 in un mondo bipolare:

l’Italia sotto l’“ombrello” della NATO

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IL NEOREALISMO

È un movimento culturale che si sviluppa soprattutto a livello cinematografico e letterario subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

È l’occasione che ebbero gli intellettuali italiani per uscire dal torpore della cultura fascista, per compiere un esame di coscienza, per analizzare quanto accaduto.

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IL NEOREALISMO

Il fenomeno coinvolge in maniera rilevante tutta la cultura artistica italiana negli anni compresi tra il 1945 e il 1955-’56.

L’apertura del movimento è data dalla fine della guerra, che permette una ripartenza della vita culturale della nazione, imbrigliata negli anni della dittatura fascista. Ricompaiono i giornali e le riviste, sulle quali si aprono diverse discussioni sul passato e sulla funzione dell’intellettuale («Il Politecnico» e il dibattito Vittorini-Togliatti).

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IL NEOREALISMO

Per quanto riguarda il termine finale, si può datare al 1956 per due motivi:

- il dibattito che si scatena dopo l’uscita del libro Metello di Vasco Pratolini;

- il XX congresso del PCUS e l’invasione dell’Ungheria da parte dell’URSS, che scatenano una crisi interna alla cultura marxista.

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LA MEMORIA “VISIVA” DEL NEOREALISMOIl Neorealismo si caratterizza per la coincidenza di

esperienze artistiche, letterarie, figurative e cinematografiche.

Fu proprio grazie alla sua natura “visiva” che il Neorealismo italiano si diffuse oltre i confini italiani, grazie ai film di Rossellini (Roma città aperta, Paisà, 1945), De Sica (Ladri di biciclette, Umberto D) e Visconti (La terra trema) e ai disegni di Guttuso ispirati alle stragi naziste, raccolti sotto il titolo Gott mit uns (“Dio è con noi”, il motto delle SS).

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IL “MOVIMENTO”

Il Neorealismo non fu né una scuola né un movimento di avanguardia, ma un semplice movimento, inteso come una confluenza di una grande quantità di spunti, posizioni, tentativi artistici e letterari che si riconoscono come fenomeno unitario per ragioni MORALI e STORICHE.

Il collante del Neorealismo fu infatti l'ANTIFASCISMO, inteso non come programma politico, ma come esigenza morale.

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L'ANTIFASCISMO NEOREALISTA

L'antifascismo era inteso come volontà di uscire dalla grigia esperienza della dittatura, come gioia per la ritrovata libertà e esigenza di costruire il nuovo, in modo che i vecchi mostri non potessero risorgere.

Dopo il '45 i tanti partecipanti al neorealismo si schierarono su posizioni politiche molto differenziate, ma ciò non impedì che per alcuni anni rimanesse viva la sensazione di partecipare ad un'impresa esaltante.

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UNA “SMANIA DI RACCONTARE”

La coscienza di aver vissuto anni tremendi durante la guerra e di vivere ancora un momento “storico” costituì un elemento fondamentale per il Neorealismo.

Da qui nasceva l'esigenza di un'arte e di una letteratura che fossero TESTIMONIANZA, che sapessero riportare in primo piano la vita della nazione, per anni sotto una dittatura. Si sviluppò un impulso irrefrenabile a scrivere, filmare, dipingere.

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LA VEROSIMIGLIANZA

La volontà di testimoniare e raccontare nasceva dalla partecipazione a fatti che avevano riguardato tutti: la guerra, la Resistenza, la fine del fascismo costituiscono la base comune agli intellettuali e alla gente, noti a tutti, quindi da trattare con l'obbligo morale della VEROSIMIGLIANZA.

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NEOREALISMO ED ENGAGEMENTQueste esigenze portavano alla scelta di un

realismo narrativo, rafforzata da motivazioni culturali e ideologiche:

a) la volontà da parte degli scrittori di prendere le distanze dal modo di scrivere diffuso in epoca fascista, contro l'ermetismo e la torre d'avorio rifugio degli intellettuali;

b) la volontà di dare voce attraverso la letteratura alle masse, al popolo, alla gente, i nuovi protagonisti della storia (populismo e marxismo).

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LA QUESTIONE LINGUISTICA

Per fare parlare il popolo, i narratori neorealisti scelsero di utilizzare un linguaggio infarcito di regionalismi e dialettalismi, secondo il presupposto che ogni episodio fosse degno di essere raccontato perché vi si ritrovava un valore universale, che riguardava tutti gli uomini. Ognuno quindi scrisse della propria terra.

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I LIMITI

Il Neorealismo assunse spesso posizioni viziate di populismo: l'intellettuale si sente l'unico capace di cogliere la positività e il ruolo progressivo delle masse e si schiera con loro nella lotta sociale, spesso vergognandosi della sua origine borghese. A livello letterario ciò si tradusse spesso in costruzione artificiosa di trame esemplari, con la creazione di “eroi” positivi improbabili.

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I PROTAGONISTI

Tra i protagonisti del Neorealismo troviamo autori già attivi tra le due guerre, dagli anni '30, come VITTORINI, PAVESE, BILENCHI e PRATOLINI, e dagli anni '40, come BASSANI e CASSOLA.

Tra i giovani intellettuali che si fanno conoscere nel dopoguerra spiccano Italo CALVINO e Beppe FENOGLIO.

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LA CRISI DEL NEOREALISMO

La crisi esplose negli anni '50 per:- la sfiducia nella possibilità di rendere

operanti gli ideali antifascisti in Italia;- l'incapacità di inserirsi nella realtà

contemporanea e la crisi della visione unitaria emersa durante gli anni della lotta partigiana.

Una fondamentale avvisaglia della crisi si ebbe con le elezioni del 18 aprile 1948.

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BEPPE FENOGLIO (1922-1963)

Beppe Fenoglio nasce ad Alba, il centro maggiore delle Langhe, dove passerà quasi tutta la vita.

Nel liceo della città incontra professori che per lui sono modelli di vita: Leonardo Cocito e Pietro Chiodi gli insegnano a guardare con diffidenza e ostilità la retorca del fascismo. Entrambi furono poi partigiani e Cocito, catturato dai tedeschi, finì impiccato.

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LA CULTURA INGLESE

Proprio sui banchi di scuola incomincia a nutrire una fortissima passione per la cultura inglese, impara la lingua e comincia a tradurre testi letterari. Iscritto all'Università di Torino, non riesce a conseguire la laurea in Lettere perché richiamato a Roma. Dopo l'8 settembre riesce a ritornare ad Alba e intraprende la lotta armata nelle file dei badogliani. Al termine della guerra vive una doppia esistenza: impiegato in un'azienda vinicola e scrittore.

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UNA BREVE ESISTENZA

Nonostante non sia scrittore di professione, in lui non c'è traccia di dilettantismo. La letteratura fu sempre la reale ragione della sua esistenza. Volontariamente chiuso nell'ambiente di Alba e delle Langhe, rimane estraneo al mondo letterario, anche se – per ragioni editoriali – conosce Vittorini, Calvino, Bertolucci e Citati.

Nei primi anni '60 è già ammalato e muore nel 1963.

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I VENTITRÉ GIORNI DELLA CITTÀ DI ALBA

I ventitré giorni della città di Alba appare nel 1952 presso Einaudi. Si presenta come una raccolta di dodici racconti, sei relativi alla guerra partigiana e sei ambientati nel mondo contadino delle Langhe. Quest'opera mette in evidenza quelli che saranno gli unici due grandi temi affrontati da Fenoglio nella sua narrativa.

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UNA QUESTIONE PRIVATA

Una questione privata appare qualche mese dopo la morte di Fenoglio, nel 1963. Si tratta di un romanzo breve o di un racconto lungo che affronta il tema della guerra partigiana senza alcuna retorica.

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IL GIUDIZIO DI ITALO CALVINO

Una questione privata è costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'Orlando furioso, e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era, di dentro e di fuori, vera come era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere. Ed è un libro assurdo, misterioso, in cui ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché.

Dalla prefazione al Sentiero dei nidi di ragno, 1964