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Periodico trimestrale - Anno 2014 - N. 3/2014 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia 30125 Venezia, S. Polo 135 - 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: Editgraf, Venezia - info@editgraf.com Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Lun/Sab 9-12 Un aiuto agli anziani Lun/Ven 9-12 - 16-18 Giovedì 15-16.30 SQUADRA PRIMO SOCCORSO AMBULATORIO per visite di medicina di base e specialistiche gratuite su prenotazione telefonica 3420496484 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 0 04 41 1 2 24 41 10 03 34 47 7 Lun/Sab 9-12 Un sorriso per i bambini SEZ. «ARCOBALENO» 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 0 04 41 1 2 27 77 77 73 36 62 2 IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA

IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA · - Proverbi e detti veneziani a cura di G.M. pag. 45 - L’angolo del poeta: Riflessione di Marta Costa pag. 47 Direttore Responsabile:

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Periodico trimestrale - Anno2014 -N. 3/2014 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma1dcbVenezia30125 Venezia, S. Polo 135 -� 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

Realizzazione: Editgraf, Venezia - [email protected]

Canaletto, San Giacomo di Rialto,1725-30, Gemäldegalerie, Dresden

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sommario n. 3-2014

NEWS SODALIZIO- DOMENICA 5 MAGGIO 2014: ELETTI GLI ORGANI DELL’ARCICONFRATERNITA PER IL QUADRIENNIO 2014-2017 pag. 4

- SABATO 17 MAGGIO 2014: FESTEGGIATO IL 190° ANNIVERSARIODI FONDAZIONE DELLA MISERICORDIA: pag. 5

- VENERDI’ 25 LUGLIO 2014 h. 17.30: FESTA DEI PATRONI S. GIACOMO M. E S. CRISTOFORO M. pag. 5

- VENERDI’ 27 GIUGNO 2014: INCONTRO A SOTTO IL MONTE CON S. EM. REV.MA IL CARD. LORIS FRANCESCO CAPOVILLA, GIA’ SEGRETARIO DI S. GIOVANNI XXIII pag. 6

- LUNEDI’ 29 SETTEMBRE 2014 PARTE IL 10° CORSO DI PRIMO SOCCORSO APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA. pag. 7

- SABATO 18 OTTOBRE 2014 “MISERICORDIA DAY” pag. 8

NEWS SEZIONI INTERNE- Consuntivi 2° trimestre 2014 sezioni interne: “Filo d’Argento”, “Arcobaleno”, “Ambulatorio” e SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO”. pag. 16

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IN QUESTO NUMERO:- Ricordi del Patriarca Emerito Marco Cè a distanza di due mesi dalla sua dipartita di Giuseppe Mazzariol pag. 18

- Una società allo sbando di Maurizio Del Maschio pag. 20- Voglia di scappare? Esiste il seasteading!!! di M.Chiara Klinger Mazzarino pag. 23- “Mala tempora currunt” di Giuseppe Mazzariol pag. 25- Perché Gesù parla in parabole di Franco Sormani pag. 26- L’aliante, questo sconosciuto di Francesco Bergamo pag. 29- L’angolo dello spritz di Giampaolo Contemori pag. 33- La goccia e il vaso di A.Debora Turchetto pag. 35- Il Magistrato alle Acque di Venezia “muore” ancora una volta di G. Mazzariol pag. 35

- Ri-parliamone sottovoce di Luigi Ricci pag. 37- Andar per mostre e musei di M.Teresa Secondi pag. 38- L’angolo del geriatra: Geragogia e droghe di Giancarlo Bottecchia pag. 41- Amministratore di sostegno pag. 44- Le ricette di Nonna Silvana di S. M. B. pag. 45- Proverbi e detti veneziani a cura di G.M. pag. 45- L’angolo del poeta: Riflessione di Marta Costa pag. 47

Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaboratori e grafici di redazione: ROBERTA FALCIER, MARINA MUSACCO

Direzione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745 e-mail: [email protected]: www.misericordiavenezia.org

Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

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4 IL MESSAGGIO N. 2 -2014

NEWS sodalizio

DOMENICA 5 MAGGIO 2014ELETTI GLI ORGANI DELL'ARCICONFRATERNITA

PER IL QUADRIENNIO 2014-2017:

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE:PRESIDENTE MAZZARIOL GiuseppeVICE PRESIDENTE CONTEMORI GiampaoloSEGRETARIO GRIMALDI DanielaPROCURATORE DI CHIESA SCALABRIN LuiginaTESORIERE PITTERI Mario

CONSIGLIERI:FRANCESCONI MaurizioSALVAGNO DarioTERRANOVA MichelangeloZATTEL GiorgiaNella medesima assemblea generale sono stati peraltro eletti i Collegio dei revisori dei contie dei Probiviri, come appresso indicato:

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI:PRESIDENTE DEL COLLEGIO BARADEL AlbertoREVISORE EFFETTIVO GELVASORI FrancescoREVISORE EFFETTIVO VIANELLO MarisaREVISORE SUPPLENTE ROSTEGHIN StefanoREVISORE SUPPLENTE SAMBO Gino

COLLEGIO DEI PROBIVIRI:PRESIDENTE PERUTTO GiovanniPROBOVIRO CATTANEO GiancarloPROBOVIRO LIDIA Rossi BOVO

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NEWS sodalizio

IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 5

SABATO 17 MAGGIO 2014:190° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

SABATO 17 MAGGIO 2014, alle ore 18.00, nella chiesa di S. Giacometto di Rialto, è statacelebrata una Messa solenne presieduta da Mons. Dino Pistolato, Vicario Episcopale eDirettore Caritas Diocesana. La liturgia è stata accompagnata dalla Corale “SalveteFlores” di Canal S. Bovo (TN). E’ seguito un piacevole concerto del Quartetto “ConcentusVenetiae” diretto dal maestro Leandro Pasqualetto

VENERDI’ 25 LUGLIO 2014FESTA DEI SANTI PATRONI S. GIACOMO A.M.

E SAN CRISTOFORO MARTIRE, PATRONI DEL NOSTRO SODALIZIO.

Alle ore 17.30, con una S. Messa nella Chiesa di S. Giacometto, verranno ricordati iSanti Protettori dell’Arciconfraternita, San Giacomo Apostolo Maggiore e SanCristoforo martire.

S. Giacomo “il Maggiore” S. Cristoforo martire

AVVISO AGLI ISCRITTI:

NEI MESI DI LUGLIO E AGOSTO GLI UFFICI AMMINISTRATIVIDELLA MISERICORDIA RIMARRANNO CHIUSI IL SABATO.SARANNO APERTI COMUNQUE DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

DALLE 9.00 ALLE 12.00.

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NEWS sodalizio

6 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

VISITA A SOTTO IL MONTE (BG) DEL PRESIDENTE E DELVICE PRESIDENTE A S.EM. CARD. LORIS FRANCESCOCAPOVILLA, GIA’ SEGRETARIO DI S. GIOVANNI XXIII

di Giampaolo Contemori

Sua Eminenza!Non sono riuscito a chiamarLo così . Per me è e rimanedon Loris, un uomo minuto, un pò ingobbito, dalle lun-ghe dita ossute che corrono sopra la scrivania, sulle bustedelle lettere, sugli articoli dei giornali come su un pia-noforte, quasi a comporre una silenziosa armonia con lapropria voce.L’impressione , al primo acchito, è che sia distratto, presoda chissà quali pensieri, poi ti accorgi della sua attenzione dalla vividezza dei suoi occhi, dacome corrono sui volti degli interlocutori, da come scrutano. Non so il loro colore: diven-tano chiari o scuri a seconda del suo umore, perché l’uomo è di carattere, le sue passionisono forti, ma non lo senti dalle parole, sempre pacate, misurate , dolci, lo senti dal loro tonoda quel colore dell’iride, che si stringe o si allarga a seconda della sua luce interna : l’ iraper l’ignavia , la noncuranza e la furbizia dei potenti, la gioia nel risentire la dolce linguadei campi e delle calli , il rimpianto per gli amici perduti, la felicità di essere cristiano, l’in-dignazione per le trascuratezza dell’uomo verso l’uomo, il desiderio di un’umanità umana.Le sue orecchie impressionano. Anche Papa Roncalli aveva le stesse orecchie, è un desti-no genetico: non sono fatte solo per ascoltare e capire, ti capiscono mentre ascoltano. Nonsono un semplice organo dell’udito. Con don Loris non finisci un discorso, una domanda:a metà ha già compreso tutto, le sue orecchie hanno già elaborato il tuo pensiero, la suamente si è già colorata e arde dal desiderio di concepire. Tu sei convinto che non ti abbiaascoltato, che non ti abbia capito, che stia divagando dietro i suoi pensieri. Ti interrompi esolo allora ti accorgi che ti sta già rispondendo, che , per Lui , sei un’altra pagina aperta nelgrande libro della vita, che ti ha già frugato dentro.Lasciati frugare da quest’uomo, se avrai la fortuna di conoscerlo: improvvisamente ti sen-tirai prendere da un nuovo desiderio di vivere , di fare, di combattere contro furbizie emiserie, ti sentirai pronto per un nuovo sogno, l’ora che avrai passato con Lui ti sembreràun attimo. Solo nel momento di lasciarlo ti renderai conto di aver succhiato vita e gioia eforza da un centenario. Forse ti prenderà un po’ di commozione e di rimorso. Approfittadi questo dono, anche Lui è felice di avere dato.Lo abbiamo lasciato con una banale foto, e un dono di circostanza, noi scamiciati per ilcaldo della giornata, Lui a disagio perchè non aveva trovato la sua giacchetta . Ci teneva afare la sua bella figura con la sua croce sul petto. Un po’ di vanità!Don Loris, scusa! Non L’ho chiamato sua Eminenza! Per quello che mi ha donato, mi pare-va riduttivo.

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SABATO 18 OTTOBRE 2014

“MISERICORDIA DAY”“Dacci oggi il nostro soccorso quotidiano”

Festa del Volontariato per:

XXI ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “FILO D'ARGENTO”XVI ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “ARCOBALENO”

XIII ANNO DI COSTITUZIONE DELL'AMBULATORIO

PROGRAMMAOre 10,00 – 12.00Apertura dell’Ambulatorio in Campo S. Giacometto alla popolazione per controlli glice-mici e misurazione parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca e respiratoria)

Ore 15,30 – 17.00Riapertura Ambulatorio (come sopra);

Ore 16,30Dimostrazioni simulate di primo soccorso da parte dei volontari;

Ore 18,00S. Messa per i volontari, alla presenza di autorità civili e militari, presieduta dal VicarioGenerale Mons. Angelo Pagan e concelebrata dal Correttore delle Misericordie del Nord-Est, Sac. Vittorino Ghenda e dal Rettore ff. di San Giacometto - Don Aldo Marangoni.

Al termine della liturgia saranno consegnati diplomi di benemerenza e medaglie ai volontari.

NEWS sodalizio

8 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

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NEWS sodalizio

IL MESSAGGIO N. 2 - 2014 9

CORSI BLS-D

La scrivente “MISERICORDIA” di Venezia organizza, presso lapropria sede, in accordo con il Centro di Formazionedell’Azienda ULSS 12 Veneziana

CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS-D) per il perso-nale appartenente a varie categorie. Detti corsi hanno lo scopo di fornire le com-petenze e la capacità di portare soccorso efficace a persone colpite da arrestocardio-respiratorio improvviso, contemplando l’uso del defibrillatore semiau-tomatico e scongiurando quindi un sicuro decesso. L’invito è rivolto ad associa-zioni sportive, enti e istituti scolastici in quanto è importante la presenza di per-sone che abbiano questo brevetto, nella considerazione che spesso vi possonoessere circostanze in cui chiunque, inconsapevolmente può trovarsi seriamentecoinvolto. I corsi, della durata di CINQUE ORE, sono diretti dal Dr. LodovicoPietrosanti, già Direttore del Servizio 118 SUEM di Venezia. Il costo di parte-cipazione è di € 100,00= (cento/00) a persona. Verrà rilasciato regolare certifi-cato a norma di legge. Se siete interessati, si può contattare la Misericordia alseguente numero: 041.5224745, tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 12 – e-mail:[email protected]

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10 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

NEWS sodalizio

CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)FRANCESCONI Leda – GINANNESCHI Elisabetta – PREVEDELLO Valeria – NICOLINIGiovanna – PROSTOWA Anastasia -

CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)TREVISAN Sergio - BRUNINI Gabriele – RIZZO Alvise -

NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO(“Dona a loro, Signore, la pace della tua compagnia”)

CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)MARCHETTI Giuseppe – PISANI Giorgio – TORCELLAN Sergio – FALLANIFiorenzo – DE BEI Sergio – GIANOLA Decimo Primo – PEROTTA Gino – ZAN-NINI Mario – CURCIONE Sebastiano -

CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)SASSETTO Amelia – BERTOTTO Giuseppina – D’ECCLESIIS Dina – BERLIN Lionella – MAR-TINO Norina – PLATEO Silviana – NALESSO Bianca – SCARPOA Malvina – ALBERTI Valeria -

CONFRATELLI ISCRITTI IN MORTE(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)-

OFFERTE(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)

DE PIERI Giovanni – MARCHI Rosetta – ALBERTINI Anna in memoria di BETTIOLO Roberto –PENSO Franca –MASCOLO VITALE Anna Maria – TOMASINI Ines – TRAME Attilio e FANTINILuisa – CROVATO Giovanna -

OFFERTA PRO BARCA DEI MORTI(dal 1° aprile al 30 giugno 2014)

PANIZZUTI Claudio – VIDAL Angelo -

SI RICORDA CHE L’IMPORTO DELLA QUOTA ASSOCIATIVAPER IL 2014 RIMANE BLOCCATO A € 25,00

SI PREGANO LE PERSONE ISCRITTE CHE HANNO CAMBIATO INDIRIZZO DI COMUNICARLO IN SEGRETERIA

DELLA MISERICORDIA (tel. 041.5224745)

Chiunque sia felice rende felici anche gli altri. Chi ha coraggio e fede non morirà mai in miseria!

Anna Frank

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 11

NEWS sodalizio

I MEDICI DELLA MISERICORDIA DI VENEZIAOFFRONO VISITE SPECIALISTICHE GRATUITEA PAZIENTI IN DIFFICOLTA’ ECONOMICHEELIMINANDO TEMPI LUNGHISSIMI DI ATTESA.

E’ noto che la città di Venezia, pur essendo prevalentemente una città ricca per le attivitàturistiche e l’attività del terziario, presenta sacche di povertà che le istituzioni pubbliche e divolontariato stentano a controllare dal punto di vista sanitario. D’altra parte è elevato il nume-ro di anziani con pensioni minime che non riescono ad accedere ai servizi sanitari specialisticiper vari motivi, uno dei quali è principalmente il tempo di attesa tra prenotazione ed esecu-zione della visita. Pertanto, il gruppo di Medici Volontari dell’Ambulatorio di San Giacometto,costituito per lo più da medici specialisti o polispecialisti è disponibile ad offrire consulenzespecialistiche per i casi di pazienti indigenti o in difficoltà socio-economica. L’aiuto offerto potrà, per il momento, essere dato per le seguenti specialità:• Medicina interna• Gastroenterologia• Cardiologia• Neurologia• Malattie infettive• Geriatria• Reumatologia• Otorinolaringoiatria• Ginecologia. • Pediatria.• UrologiaIl servizio di consulenza sarà organizzato come segue: le visite dovranno essere prenotatetelefonando alla segreteria della Misericordia e verranno eseguite nell’ambulatorio sito aS. Giacometto concordando data ed ora. Casi di pazienti particolari, valutati caso per caso,potranno essere visitati nell’ambiente del paziente stesso.NON E’ NECESSARIO PRESENTARE DICHIARAZIONE DEI REDDITI OALTRA DOCUMENTAZIONE COMPROVANTE

“IL GUFO” di Asolo, ha gentilmente donato alla Sezione “Arcobaleno” di que-sta Misericordia, alcuni capi di vestiario per bambini da portare nel CARCEREfemminile della Giudecca - Sezione NIDO.Ringraziamenti vivissimi!!!

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12 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

NEWS sodalizio

FUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIA

SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA PER I CONFRATELLI ISCRITTI.

L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contratto sot-toscritto negli uffici amministrativi della sede di Rialto, S. Polo N. 135,dei FUNERALI, una volta che viene a mancare un confratello. Daanni ormai, appoggiata ad un’impresa di pompe funebri cittadine, siprende cura dell’accompagnamento funebre, del funerale nella chiesa

parrocchiale o nella Cappella del cimitero di S. Michele, della cassa, dei fiori, delle epi-grafi, e a seconda della scelta se a terra o in manufatto, viene fatta poi la croce, la pie-tra tombale o le iscrizioni per chi ha già in concessione una nicchia, un ossario o un cine-rario. Possiamo inoltre assegnare un cinerario per chi desidera farsi cremare. Il contratto viene sottoscritto IN VITA e l’importo non subirà modificazioni fino aquando verrà a mancare il confratello o consorella. Per informazioni invitiamo gliiscritti interessati, ma soprattutto tutti coloro che sono soli e che non desiderano dareincombenze a parenti dopo il decesso, a contattare i nostri uffici dal lunedì al sabatodalle 9.00 alle 12.00. Tale contratto vale anche per gli iscritti che abitano fuori città e chedovranno essere trasportati nel camposanto di Venezia.

COMUNICATO PER GLI ISCRITTI IN CASO DI MORTERATORIO S. CRISTOFORO – CIMITERO

I PARENTI DEGLI ISCRITTI CHE DESIDERASSEROCELEBRARE IL FUNERALE NELL’ORATORIO DI SANCRISTOFORO IN CIMITERO, SONO PREGATI DI PREN-DERE CONTATTI CON GLI UFFICI DELL’ARCICONFRA-TERNITA APPENA AVVENUTO IL DECESSO DELLA PER-SONA ISCRITTA.

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 13

NEWS sodalizio

OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA

PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LENOSTRE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO, RICOR-DIAMO I NOSTRI C/C BANCARI E POSTALE:

VENETO BANCA IBAN: IT16Q0503502001084570176956BANCO S. MARCO IBAN: IT09W0518802070000000039153BANCA PROSSIMA IBAN: IT08G033590160010000069033POSTE ITALIANE c/c 18513309 - IBAN: IT35 V 07601 02000 000018513309Intestando le offerte all’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLAMISERICORDIA DI VENEZIA – S. POLO, 135 – 30125 VENEZIA

L’IMPORTANZA DI UN TESTAMENTO O LASCITOA FAVORE DELLA MISERICORDIA

Fare testamento o predisporre un lascito è sempre un atto di granderesponsabilità ed umanità. Non è incompatibile con la tutela deglieredi legittimi: ognuno di noi può lasciare una cifra modesta, unlocale, un magazzino, un alloggio che, “passando a miglior vita” nonverrebbe utilizzato da nessuno e andrebbe magari all’asta ! Per laMisericordia, potrebbe essere utile e determinante per la realizza-zione di un progetto sociale (alloggi per persone non abbienti osenza fissa dimora, mense per diseredati, ecc.). Lasciti e donazionidunque, anche se modesti, possono contribuire a portare a termine dei progetti e farprogredire le iniziative sociali in atto.

ORATORIO S. CRISTOFORO – CIMITEROSI AVVISA

CHE LA S. MESSA DOMENICALEVIENE CELEBRATA ALLE ORE 11.15.

ACCOMPAGNAMENTO FUNEBRE

Da Gennaio 2014 un nostro incaricato sarà sempre presente a tutti i fune-rali che si svolgeranno nelle chiese di Venezia con il labarodell’Arciconfraternita. Avrà cura inoltre di accompagnare i parenti alcampo a terra o al manufatto dove verrà sepolto il loro caro defunto.

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14 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

NEWS sodalizio

SCONTO DEL 10%SU PRODOTTI DI PARAFARMACIA, COSMETICA E ATTREZZATURE

PRESSOFarmacia MORELLI - Dr. Andrea Morelli - Campo S. Bartolomeo-S. Marco, 5310Farmacia “Al Re d’Italia” – Dr. Giovanni Chiaro - Cannaregio, 3823/a – Strada Nova – VeneziaFarmacia “Al CASTORO”Dr. Davide Della Pasqua” - S. Polo, 482 - VeneziaORTOPEDIA GOMIERO – Castello, 6663 – Barbaria de le tole - Venezia

Sulla scia delle convenzioni stipulate da alcune “Misericordie” della Toscana e di altreregioni d'Italia con Farmacie, Parafarmacie e Sanitarie, la scrivente Misericordia diVenezia ha stipulato una convenzione con la Farmacia Morelli, la Farmacia “Al Re ‘Italia”,Farmacia “Al Castoro” e l’Ortopedia Gomiero di Venezia.I confratelli iscritti e i volontari attivi possono usufruire, in caso di acquisto di prodotti diparafarmacia, cosmetica e attrezzature, di uno sconto del 10% (DIECIPERCENTO) suiprezzi praticati al minuto, esibendo il tesserino nominativo che abbiamo allegato in que-sto numero e nel quale l’interessato avrà cura di inserire il proprio nome e cognome. Tenuto conto delle difficoltà economiche che un po' tutti stiamo attraversando in questoperiodo, i nostri iscritti potranno trarne sicuramente un certo vantaggio.

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 15

NEWS sodalizio

DESTINIAMO IL CINQUE PER MILLE

ALLA MISERICORDIA!!!PRESENTI NELLA SOCIETÀ,VICINI A CHI HA BISOGNO.

SOTTOSCRIVI ANCHE QUEST’ANNO IL CINQUE PER MILLE

A FAVORE DELLA NOSTRA ARCICONFRATERNITA:NON TI COSTA NULLA !!!

Anche quest’anno la legge finanziaria ha previsto che si può sottoscrivere il CINQUEPER MILLE dell’imposta sul reddito a favore di un’associazione di volontariato traquelle riconosciute. Anche la nostra Arciconfraternita potrà godere di questo beneficio.Teniamo a precisare che la destinazione del CINQUE PER MILLE non è in alternati-va all'OTTO PER MILLE destinato alle Chiese. Pertanto, si possono sottoscrivereambedue. Per sottoscrivere a favore di questa Arciconfraternita basterà apporre la firmasu uno dei quattro appositi riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione dei reddi-ti: Mod. CUD, Mod. UNICO, Mod. 730 redditi e poi scrivere il nostro

CODICE FISCALE: 80007840277Ringraziamo sin d’ora quanti, iscritti e simpatizzanti, ci indiche-ranno apponendo la loro firma e scrivendo nell’apposito rigo ilnostro codice fiscale su riportato. Ribadiamo ancora una volta che

sottoscrivere questa destinazione non significache le somme risultanti siano a carico del con-

tribuente: esse vanno in detrazione alle entrate dello Stato.Pertanto, il cittadino contribuente non paga alcunché di più !!!

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16 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

NEWS sezioni interne

Sezione “ARCOBALENO” Consuntivo 2° trimestre 2014

A - DIVISIONE PEDIATRICA - OSPEDALE CIVILE DI VENEZIAAssistenza ai bambini in divisione pediatrica ore n. 130Assistenza notturna ore n. 077

B - CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE - GIUDECCAIntrattenimento con i bambini delle detenute ore n. 120

C - CASA FAMIGLIA AURORA Assistenza ai bambini ore n. 090

D - ISTITUTO PROV. S.M. DELLA PIETÀ Assistenza ai bambini in comunità ore n. 110

Sezione “FILO D’ARGENTO” Consuntivo 2° trimestre 2014

A - PUNTO DI ASCOLTO presenze n. 2071. Richieste di informazioni, assistenza e compagnia n. 1842. Telefonate effettuate per comunicazioni e compagnia n. 404

B - SERVIZI EFFETTUATI1. Assistenza e compagnia a domicilio n. 562. Spese a domicilio n. 373. Accompagnamento a visite mediche n. 164. Espletamento pratiche amministrative n. 12

C - ATTIVITÀ PRESSO STRUTTURE PUBBLICHE1. Ospedale Civile – vari reparti presenze n. 5322. Fatebenefratelli: R.S.A. presenze n. 1103. Fatebenefratelli: Hospice presenze n. 864. Case di Riposo presenze n. 439

AMBULATORIO Consuntivo 2° trimestre 2014

Visite ambulatoriali generiche: n. 30Richiesta visite specialistiche: n. 18Richiesta esami radiologici: n. 25Richiesta esami di laboratorio n. 15

SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA su appuntamento pres-so l’AMBULATORIO, telefonando al mattino al 041.5224745.

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IL MESSAGGIO N. 2 - 2014 17

NEWS sezioni interne

SQUADRA DI PRIMO SOCCORSOConsuntivo 2° Trimestre 2014

Presenze:

- -Tutti i sabati dalle h. 21.00 alle 01.00 SAP – Squadraa piedi - zona Rialto-S. Polo

- tutte le domeniche dalle ore 10 alle ore 18 SAP –Squadra a piedi – zona Rialto – S. Polo

- Turnazione presso l’Ambulatorio Turistico di PiazzaS. Marco dal 4 ottobre dalle 10.00 alle 18.00

-Manifestazione “Arsenale Aperto” 25-26-27 aprile 2014

- Special Olympics 26-27-2829-30 maggio 2014

- “La giornata dei mercati a Venezia” – Rio Terà dei Pensieri, 29 maggio 2014

“Chi salva una vita, salva il mondo intero” dal Talmud

Fioreria Popy

Cannaregio, 2665/A30121 Venezia

Tel. 041.72.07.00Fax 041 47.60.671

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18 IL MESSAGGIO N. 2 - 2014

Oggi 8 luglio 2014 il Patriarca emerito,card. Marco Cè, avrebbe compiuto 89anni. A distanza di due mesi dal suo “ulti-mo viaggio” per raggiungere la Casa delPadre, mi sono sentito di scrivere qualchericordo che serbo sulla sua persona. Sì,perché quando lo ricordo mi affioranoalla mente tanti e tanti episodi anche al difuori della sua vita pastorale nella nostradiocesi, episodi privati vissuti prima cheentrasse in Venezia a sedere sul soglio diSan Marco. Dagli anni settanta la miafamiglia possedeva una “villetta”, deno-minata anche sulla facciata “Ciaseta damont” a Someda di Moena in Val di Fassa,proprio dirimpetto alla “Casa per ferie”del Seminario vescovile di Crema. Questaresidenza vescovile era stata voluta e fattacostruire negli anni sessanta dall’alloraRettore del seminario cremasco donMarco Cè, affinché i suoi seminaristipotessero trascorrere nei mesi estivi qual-che giorno di riposo in una località amenae tranquilla, attorniata da boschi di larici,abeti, pini neri e mughi. La mia casa, sullastrada, era l’ultima costruzione e da quelpunto c’era anche il divieto di accederecon automezzi, salvo il passaggio di qual-che carro agricolo per raggiungere i pratilimitrofi o inoltrarsi nel bosco. La frazio-ne di Someda era un’oasi di pace chedistava dal centro affollatissimo di Moenacirca settecento metri. Negli anni settantaSomeda era ancora costituita principal-mente da un nucleo di case con annesserelative stalle, una piazzetta con una tipi-ca pieve montana e un’osteria ove neltardo pomeriggio si incontravano i pochiuomini del paese prima di rintanarsi nelleloro abitazioni. Aveva scelto molto bene

don Marco Cè per i suoi seminaristi! Conil trascorrere degli anni però la primitiva“casa per ferie per seminaristi venneampliata in lungo e in largo tant’è chenegli anni 2000 era diventata una “casaper ferie” anche per la popolazione delladiocesi cremasca. Ma anche tutta Somedaaveva cambiato volto: le stalle erano statechiuse e si incominciava a demolire vec-chi rustici per costruire qualche modernocondominio montano. L’aria non profu-mava più di stallatico misto a latte frescoappena munto con fumo di abete brucia-to. Quando la mia famiglia acquistò que-sto immobile che inizialmente era costi-tuito da un rustico con annesso fienile estalla nel seminterrato e che venneristrutturato pur mantenendo le caratteri-stiche primitive, i primi contatti avvenne-ro proprio con la “casa per ferie del semi-nario”, ove non posso fare a meno diricordare Suor Melania, religiosa addettaalla cucina e sempre piena di attenzioninei nostri confronti e don Antonio Piloni,padre spirituale nel seminario cremasco.E fu durante quei primi contatti che mivenne parlato a lungo dell’allora mons.Marco Cè, già vescovo ausiliare di

RICORDI DEL PATRIARCA EMERITOMARCO CE’ A DISTANZA DI DUE MESIDALLA SUA DIPARTITA di Giuseppe Mazzariol

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Bologna, al fianco del card. Poma, nelgiungo 1970 e che da pochi mesi – esatta-mente dal 30 aprile 1976 – era stato nomi-nato da Papa Paolo VI, assistente eccle-siastico generale dell’Azione CattolicaItaliana. Nel periodo estivo egli solevaconcedersi tutti gli anni un breve soggior-no di riposo proprio in quella “casa perferie”, preferibilmente nel mese di luglioe arrivava quasi sempre o il giorno del suocompleanno (8 luglio) o il giorno appres-so. Soltanto quando venne a Veneziacome Patriarca, fu costretto a posticipareil suo arrivo a Someda per presenziare epresiedere in città alla Festa delRedentore (terza domenica di luglio). ASomeda Marco Cè stava bene e moltovolentieri perché si ritrovava in mezzoalla gente cremasca (egli era nato infatti aIzano, centro agricolo in provincia diCrema). In quella “Casa” si alternavanocon lui altri prelati: l’allora vescovo diCrema mons. Libero Tresoldi e l’anzianovescovo emerito cremasco mons. CarloManziana che morì alla bella età di 95anni e che fin che poté soleva apparire aSomeda, a fianco di qualche seminarista,con il suo bastone di sostegno, che però avolte disdegnava portare con sé e passeg-giare sulla strada davanti a casa mia versoil bosco. Ricordo che un giorno il card. Cème lo presentò e che lui mi raccontò subi-to del periodo della resistenza, cui avevapartecipato intensamente e della sua pri-gionia a Dachau, insieme ad un altrosacerdote, il can. Giuseppe Elli, per 20anni cappellano delle carceri di Crema.Mons. Manziana, uno dei più fervidisostenitori delle riforme della Chiesa,costituiva per Marco Cè quasi un model-lo di vita. Fu proprio mons. Manziana nel1970 a ordinarlo vescovo nella cattedralecremasca di S. Petronio. Nei fine settima-na del periodo estivo o nei brevi giorni diferie quando mi recavo a Someda, nonpassava sera che io attraversassi la strada

e andassi a salutare Marco Cè che siintratteneva con la sua gente nel cortileattiguo o vedendoci in giardino, , nella suapasseggiata dopo cena, non si fermasse acolloquiare semplicemente e cordialmen-te con me e mio cognato. I nostri colloquivertevano generalmente sui fatti dellavita contemporanea e quasi sempre sivoleva informare, soprattutto da me, deiproblemi del lavoro e dei lavoratori.Quando nel gennaio del 1979 iniziò il suoministero nella diocesi di Venezia, si scel-se come segretario un sacerdote che fuper me, negli anni della mia adolescenza,una guida spirituale sicura, don ValerioComin, sacerdote con un carattere un po’riservato, ma che si sentiva a suo agiocompleto insieme ai giovani, amante finoal pericolo della montagna e della bellamusica sinfonica che mi ha fatto apprez-zare sin da giovane. Don Valerio da quel-l’epoca non lasciò più Marco Cè sino allafine dei suoi giorni avvenuta il 12 maggiodi quest’anno. Venne infatti soprannomi-nato il “segretario storico” del card. Cè,perché rimase vicino al suo Patriarcaanche dopo la cessazione della carica perraggiunti limiti dì età, come un fratello,affiancandolo nel ministero, nell’occupar-si della pastorale degli anziani e degliesercizi spirituali diocesani. Indicare tuttele virtù del nostro caro e amato PatriarcaCè è un po’ arduo. Io mi limito a ricor-darlo come un prete umile, modesto,generoso, pieno di amore verso tutti,soprattutto di pudore, una persona chenon voleva apparire, si sarebbe sentito adisagio. Un ultimo aneddoto che mi ricor-da Marco Cè in privato, fa riferimentoagli anni ottanta quando, trovandomi aSomeda, solevo fare delle escursioniinsieme a mia figlia Chiara, allora presso-ché quattordicenne. Rammento che ungiorno decidemmo di raggiungere ilRifugio Paolina nella Val d’Ega. Amezz’ora circa prima di arrivare alla meta

IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 19

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20 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

prefissataci, fummo presi da un improvvi-so temporale con pioggia torrenziale eperfino grandine. Arrivammo al Rifugiomalconci, inzuppati da testa a piedi, mal-grado indossassimo il “k-way” d’ordinan-za entrammo e subito una folata di caloredi legna ardente ci avvolse e mi feceappannare gli occhiali. Ci riprendemmoun attimo e ci dirigemmo verso la salettainterna per prendere posto a un tavolo emangiare qualcosa di caldo. In un angoli-no, davanti a un tavolinetto a due posti,intravvidi il card. Cè con don Valerio chestavano consumando un frugale spuntino.Mi avvicinai, sorpreso ma felice di incon-trare queste due persone a me tanto careed esplosi con “…eminenza che sorpre-sa!”. Il cardinale mi prese la mano e con

l’altra, segnandosi con l’indice le labbra,mi zittì, dicendomi sottovoce: “ per l’amordel cielo non chiamarmi così in questoluogo..”. Capii immediatamente che ilmio improvviso slancio involontario erafuori posto in quel momento e che il car-dinale, vestito come uno di noi, con unpaio di pantaloni scuri e un giubbino blucon appuntata una piccola croce, deside-rava vivere qualche ora da uomo sempli-ce, qual era, godendosi le bellezze dellanatura, senza far trapelare a nessuno cheera un principe della Chiesa. Nel suo testamento spirituale scrive:“Venezia è stata veramente la mia casa e lamia famiglia”. Respexit pauperem” è ilsucco della sua vita: perché Dio ha postolo sguardo sul povero, su di lui…

UNA SOCIETÀALLO SBANDO di Maurizio Del Maschio

La società odierna, in particolare quellaitaliana, appare sempre più preoccupan-te e scandalosa. Non c'è ambito civile,non c'è livello amministrativo che nonmostri segni conclamati di corruzione onon desti almeno sospetti di degradomorale.Dopo gli scandali degli appalti per l'ade-guamento degli impianti sportivi in occa-sione dei campionati di nuoto a Romadel 2009, delle spese folli degli enti loca-li, dell'uso dei finanziamenti pubblici aipartiti (che un referendum aveva abolitoma la casta politica dominante ha bella-mente ignorato) e dell'EXPO 2015 diMilano, ci è toccato assistere alla vergo-gnosa vicenda del MO.S.E. Tutto ciòappare solo come la punta di un iceberg.Non si spiegherebbe altrimenti l'aggra-vamento dell'imposizione fiscale che haraggiunto livelli insostenibili e la con-

temporanea crescita del debito pubblico,che ha raggiunto quota 2.150 miliardi dieuro e non sembra arrestare la sua corsa.Mentre si sbandiera un provvedimento

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 21

discriminatorio come gli 80 euro restitui-ti ad una parte dei contribuenti (neppu-re i più bisognosi), si procede ad un ina-sprimento fiscale vessatorio che aggravaancor più la crisi economica in atto.Mentre gli Italiani erano distratti dallevicende della nazionale del pallone(panem et circences), lo Stato ha escogi-tato un'ulteriore aggravio nei confrontidi chi acquista computers, tablets etelefonini per combattere il fenomenodella pirateria musicale, ossia di chi sca-ricano musica senza pagare i diritti d'au-tore. Ma un simile provvedimento da unlato penalizza pure chi la musica non lascarica neppure legalmente e dall'altronon scoraggerà certo i “pirati”. Infine,come la ciliegina sulla torta, si sta varan-do l'innalzamento delle rendite catastalidegli immobili, con inevitabili inaspri-menti delle imposte sui medesimi cheproprio sulle rendite catastali sono cal-colate. Ma ciò che più inorridisce è checorruzione, concussione e clientelismi divario tipo dilagano indisturbati. Non c'èindagine della magistratura che non rive-li il radicamento di tali piaghe. Per di più,questa casta politica si è creata pure levie d'uscita, se scoperta. Con il cosiddet-to “patteggiamento”, chi è colto in fla-grante può usufruire di pene ridotte chefiniscono per essere dei colpi di spugnasul passato. Come dicono a Napoli, “chiha dato ha dato ha dato, chi ha avuto haavuto ha avuto, scurdammoce 'o passato:simmo 'e Napule, paisà.”La casta assicura che varerà le riformenecessarie alla modernizzazione, allamoralizzazione, al risparmio e allo svi-luppo. Ma ciò che appare all'orizzontenon è conforme alle dichiarazioni. Lariforma del Senato sul piano giuridicosembra portare confusione e discrimina-zione mentre su quello economico nonmigliorerà molto il bilancio dello Stato,attesa la persistenza della pletora di

dipendenti che non si bene cosa faccianoora e ancor meno chiaro è ciò che faran-no dopo. Si aboliscono le province, madipendenti e competenze vanno divisefra regioni e comuni senza alcun appa-rente risparmio. In compenso, si assistead una progressiva erosione della sovra-nità popolare che sarà chiamata ad eleg-gere sempre meno propri rappresentantii quali, scelti fra quelli proposti dai parti-ti in base a criteri di fedeltà, appaionosempre meno idonei a ricoprire gli inca-richi ad essi affidati.Come ebbi modo di sottolineare in altrecircostanze, non tutto ciò che è legale ègiusto, non tutto ciò che è legittimo èmoralmente lecito. “No ghe xe più reli-gion!”, dicevano i nostri padri di fronte afatti di palese ingiustizia. Nella societàcontemporanea la religione è confinatanell'ambito privato, ogni segno pubblicodi religione viene rimosso; l'universalitàè garantita sul piano dei rapporti dalleleggi, dalle regole e dai codici civili epenali e sul piano pratico dalla tecnica,dal mercantilismo e dalla finanza. Lavera religione, oggi, è quella del denaro,del potere e dell'apparenza, mentre dila-gano sempre più il fastidio e l'intolleran-za verso le religioni, a partire da quella incui si è cresciuti, con maggiore indulgen-za verso le religioni altrui. La stessaintolleranza si esercita verso chi nonriconosce i nuovi valori non negoziabili,legati alle nuove “categorie protette”:omo, bi e trans sessuali. Vi sono purereati d'opinione legati a queste categoriee ad alcuni nuovi dogmi storici chehanno sostituito i reati di bestemmia ovilipendio alla religione in vigore nelpassato.Ogni società ha bisogno di principi con-divisi e valori comuni, sanzioni morali ereligiose per chi sbaglia. Se non vivessi-mo nell'epoca dei diritti individuali sepa-rati dai doveri, del delirio della libertà e

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22 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

dall'allucinazione della bramosia,sapremmo distinguere tra la sfera priva-ta dove vige la libertà di esercizio deidiritti individuali nel rispetto di quellialtrui e delle leggi e la sfera pubblicadove devono valere modelli educativi diriferimento, principi comuni, canoni dicomportamento e tradizioni da osserva-re. Nella vita privata si può vivere comesi vuole se non si lede nessuno, unirsi conchi si vuole purché adulto e consenzien-te, credere a ogni culto o non credereaffatto. Ma la sfera pubblica deve tutela-re e promuovere i cardini della civileconvivenza: la famiglia e la comunità, l'a-more di Patria e il senso religioso, la soli-darietà e le tradizioni, la memoria stori-ca e il rispetto della vita, la bellezza e learti, la natura e la cultura. In ciò consistela “civiltà”. Tutto ciò si condensa in unareligione civile che non è alternativa osostitutiva della religione tradizional-mente intesa come rapporto con il tra-scendente, ma trae linfa dai suoi culti, daisuoi simboli e dai suoi riti per dare unabase solida di riferimento per la società.Chi è credente sarà libero di professarela sua fede a viso aperto, non di nascostoe chi non crede sarà libero di non farlo.La religione civile rende coesa unasocietà, trasparenti i suoi principi ededuca alla lealtà i suoi cittadini. La suaassenza determina lo sfacelo generale.Basta riflettere su ciò che i mezzi dicomunicazione ci segnalano quotidiana-mente. Totale disprezzo del valore dellavita, specie di quella umana, egoisticosoddisfacimento delle proprie pulsioniad ogni costo, uso ed abuso del potereper interesse proprio o della propria

parte politica anziché perseguimento delbene comune. Tutto ciò con l'appoggiopropagandistico dei mezzi di comunica-zione allineati, come ai tempi del fasci-smo. E non vado oltre...Non basta legiferare per la difesa delledonne per vedere scomparire, d'incanto,violenze e delitti perpetrati contro diesse. Non bastano leggi antipedofilia persconfiggere le deviazioni psichiche di chivuole usare i bambini per soddisfare ipropri turpi desideri, non bastano leleggi anticorruzione per non indurre intentazione. Neppure pene severe sonosufficienti: chi invoca la pena di morteper i reati più gravi lo fa per impeto emo-tivo, ma non si può non riconoscere chetale pena non ha mai debellato i crimini.L'unico punto d'equilibrio, la sola viad'uscita dal nichilismo, dal cinismo, dalladisperazione, dal lasciarsi vivere è laricomposizione del senso comune, ilritorno ad una piattaforma di valori fon-damentali condivisi, di principi etici emorali comuni che cementano unasocietà di persone libere e umanamentemature. È l'unica via per affrontare ilconfronto di civiltà e religioni nell'eraglobale, sia per accogliere sia, quando ènecessario, per respingere. Quando lapolitica e la cultura capiranno che la bat-taglia più urgente riguarda la tutela delladignità della vita, l'equilibrio tra diritti edoveri, il rispetto del prossimo? IlSessantotto ha fatto tabula rasa dellaTradizione dei valori sociali, sostituendo-li con l'ingannevole miraggio dell'assolu-ta libertà che altro non è che libertini-smo fondata sul nulla, cioè sull'antitesi diquel Tutto che è Dio.

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 23

VOGLIA DI SCAPPARE?ESISTE IL SEASTEADING!!!

di Maria Chiara Klinger Mazzarino

Imu, Tasi, modelliper le tasse spediti acasa, diatribe politi-che, tangenti … e daultimo la nazionaledi calcio esce discena al primoturno dal mondialebrasiliano! Mah …chissà quanti di noipensano quotidia-namente a scappa-re, sperando di tro-vare altrove sere-nità economica, cor-rettezza nellagestione della ‘cosa pubblica’, equa tas-sazione, servizi per il cittadino di altolivello … Utopia? Chissà! Ho letto uninteressante articolo che prende spuntoda un annuncio di freedomship.com eche recita più o meno così: “Vendesi edi-fici galleggianti, uso domestico e com-merciale, costi sul web, vista mare aper-to”. Immagino una nave alta 25 metricon una stazza di 2 milioni e mezzo dipeso, portata in una zona extraterrito-riale … mi solletica l’idea di alloggiareal largo dei continenti come una novel-la Robison Crusoe. … continuo a legge-re l’articolo e così scopro che da qual-che anno i progetti di costruzione dicittà galleggianti sono diventati fatticoncreti: nel 2008 Wayne Gramich ePatri Friedman, nomi noti della SiliconValey, hanno fondato il SeasteadingInstitute, dalla cui esperienza è poi natoanche Blueseed, un’idea che coinvolge1500 imprenditori di 500 startup prove-nienti da più di 70 Paesi in tutto il

mondo. L’isola felice è su una ex imbar-cazione da crociera, ormeggiata a unadistanza tax free da San Francisco.“Steading”, del resto, vuol dire reclama-re una proprietà per viverci in modoindipendente e, in questo caso, definisceuna corta di occupazione in territoriomarino. Cosa fondamentale: tenersi lon-tano dalla terraferma almeno 200miglia, la distanza sufficiente per nondover dipendere da leggi, regole esoprattutto tasse e gabelle. La cittàpalafitta presentata dal Floating CityProject, per esempio, ha trovato postoin Centro America, al largo del Golfo diFonseca, in una zona climatica favore-vole, pronta ad accogliere 50.000 resi-denti (poco meno di Venezia!!!). Lestrutture, che possono variare nelnumero, sono studiate in forme geome-triche componibili con lati di 50 metri.Per tutti questi puzzle immobiliari valeil dictat di essere indipendenti da ognipunto di vista ma, si sa, la libertà ha i

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24 IL MESSAGGIO N. 3 - 2014

suoi costi e per questo gli investimentisono davvero sostanziosi – per non direquasi proibitivi – nell’ordine di milionidi dollari, soprattutto se lo spazio urba-no prevede zone verdi , piscine, pale-stre, scuole ed anche aeroporti, ospeda-li e zone commerciali. Nel blue deglioceani, poi, optional green completanol’offerta. Quando le isole saranno popo-late, si produrrà energia dalla forzadelle onde, da turbine eoliche e dall’in-stallazione di pannelli solari, ed ancheper l’acqua potabile si ricorrerà agliabissi, previa opportuna desalinizzazio-ne. Che dire, l’idea è certamente origi-nale, ma, se andiamo a disturbare qual-che narratore visionario del passato,scopriamo che non è poi così nuova!Nel 1871 Jules Verne in “Una città gal-leggiante” racconta di una vera e pro-pria società in viaggio nell’Atlantico abordo dell’enorme Great Eaastern.Anche la storia recente ci fornisce qual-che precedente, seppur controverso: nel1967 Roy Bates occupò un residuatobellico della II Guerra Mondiale ormaiabbandonato e nacque così, al largodell’Inghilterra, il Principato diSealand, abitato negli anni dall’anarchi-co radioamatore e dalla sua famiglia,per molto tempo contrastati dal gover-no di Londra.Non mancano progetti indipendenti

anche nel Mare Nostrum: nel 1968 l’Ing.Giorgio Rosa ‘prese casa’ in una piat-taforma al largo di Rimini e, ribattez-zandola Isola delle Rose, la proclamòStato Sovrano. Anche per lui i rapporticon la Repubblica Italiana non furono –è proprio il caso di dirlo – rese e fiori,ma ricchi di contenziosi e contrasti lega-li.Cerca che ti ricerca, cos’ altro ho scova-to? Il progetto di Mor Tremor che hacome oggetto il ‘ponte sullo Stretto’:l’architetto israeliano ha proposto,infatti, un prototipo in versione abitabi-le con 3 milioni di metri quadrati dicase, uffici, negozi e non solo. Non par-liamo dei costi che – chi volesse vivere lì– dovrebbe affrontare, in parte perpagare i costi di realizzazione del pro-getto…D’altronde è tempo di aguzzare l’inge-gno: oltre ai vantaggi derivanti dall’abi-tare territori tax free, lo spazio sulnostro pianeta è prezioso e limitato e,visto che il 70% della Terra è compostoda acqua, colonizzarla potrebbe esserela soluzione a molti problemi.Chissà, forse i nostri pronipoti anzichécombattere con il Mose e vivere in lagu-na, si troveranno a bere un’ ombra ouno spritz in mezzo all’oceano su piat-taforme galleggianti … Buona Estate aTutti!!!

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IL MESSAGGIO N. 3 - 2014 25

MALA TEMPORA CURRUNT SED PEIORA PARANTUR di Giuseppe Mazzariol

(Corrono tempi cattivi, ma se ne prepara-no di peggiori - da Cicerone)

Da che mondo è mondo, la storia ce loripete: al tempo dei Greci, dei Romani evia via nei secoli, fino ai nostri giorni, c’èsempre stata corruzione, disonestà, truf-fe, uso indebito di denaro pubblico.L’uomo ha questa tendenza, o meglioquesta tentazione, di incorrere in questicrimini modernamente chiamati con ter-mini generici di reati (peculato, concus-sione, ecc.ecc.). In tuttigli angoli dellaterra si verifi-cano e si ripe-tono questifatti che peròvengono puni-ti in modidiversi da unPaese all’altro.Nei Paesi cosìdetti progredi-ti sono statiinstaurati sistemi giuridici più avanzatiove chi incorre nei sopraccitati reativiene punito con il carcere nelle formecolà previste. Nei Paesi meno evoluti si èrimasti ancora alla pena primitiva aseconda del reato commesso che però siconcretizza con il taglio di una o perfinodi ambo le mani, nei casi gravissimi.Questa premessa l’ho voluto fare perarrivare ai fatti incresciosi che in questigiorni hanno colpito la nostra città,riguardo “il Mose”, (acronimo diModulo Sperimentale Elettromeccanico:progetto in fase di realizzazione per la

difesa di Venezia e della laguna dalleacque alte costituito da schiere di paratoiemobili a scomparsa poste alle bocche diporto - i varchi che collegano la lagunacon il mare e attraverso i quali si svolge ilflusso e riflusso della marea- di Lido, diMalamocco e di Chioggia, in grado diisolare temporaneamente la laguna diVenezia dal mare Adriatico durante glieventi di alta marea). Venezia è stataesposta davanti a tutto il mondo comepolo di una corruzione che da qui espan-

de la propriarete fino aRoma, coin-volgendo mini-stri, presidentidi regioni,assessori e sin-daci. Quandoventidue annifa scoppiò ilbubbone di“tangentopo-li”, si pensavache almeno

parzialmente il mondo della corruzionefosse stato messo alle corde. Purtroppo,in questi giorni, ci stiamo accorgendo cheil fenomeno non è stato estirpato, ma esi-ste ancora, anzi direi che si è consolidato.La rete della corruzione ha invaso un po’tutti gli ambienti, anche quelli che menosi aspettavano venissero intaccati. Il pro-fumo dei soldi facili ha un effetto piùforte della droga e chi si avvicina e loannusa anche per la prima volta non rie-sce più a tirarsi indietro. Sì, sono staticolpiti un po’ tutti gli ambienti, perfinoquelli che hanno la funzione di control-

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Gesù parlava in parabole.Basta scorrere le paginedei Vangeli per averne laprova. E dobbiamo presumereche non lo facesse rara-mente, a giudicare dalnumero di parabole chegli evangelisti ci hannotrasmesso. Alcuni passiinducono addirittura apensare che Gesù nonparlasse alla gente in altromodo che in parabole. Siha l’impressione che Gesù consideras-se questo modo di esprimersi come ilpiù adeguato alla capacità di compren-sione degli ascoltatori e quindi il piùadatto a trasmettere efficacemente ilsuo messaggio. Ma perché privilegiare questo tipo dilinguaggio? Per quale ragione preferirloal linguaggio diretto e esplicito? E qualisono le sue caratteristiche specifiche?

Quali gli obiettivi che consente di rag-giungere? Chi sono, infine, i destinata-ri di questo parlare in similitudini?Interrogativi come questi aprono lastrada a una riflessione di ampiorespiro.Noi ci limiteremo a suggerire qualcheconsiderazione di carattere generale,alla luce dei testi evangelici. Una cosa,in ogni caso, è opportuno precisare sin

PERCHE’ GESU’ PARLA IN PARABOLE? di Franco Sormani (diacono)

lare e reprimere sul nascere questi reati.Non sappiamo più a chi dare fiducia,tanto siamo tutti confusi e frastornati. LaGIUSTIZIA, quella vera a cui i cittadinicredono ancora, dovrà ora fare il suocorso. Ci saranno infine “condannati” e“assolti”, con o senza formula piena,salvo prescrizione perché sarà facile chele cause si protraggano per moltissimianni. Ma la radice verrà estirpata in totoo tra un ventennio si ripeterà un altro“Mose”? Il nostro è un Paese guidato daun sistema giudiziario abbastanzamoderno anche se ha bisogno ancora diessere rivisto con sperabili riforme. Però,

dall’uomo della strada che in questi gior-ni si ha l’occasione di incontrare e di par-lare chiedendogli un suo parere, ci vienedata una rabbiosa risposta: “…le manidovrebbero tagliare a quei delinquenti,come in uso ancora in certi Paesi…”. Maallora, se così fosse, vi immaginate quan-te persone con i moncherini che incon-treremmo per la strada? No, forse no,perché con la tecnica ormai raggiuntadalla chirurgia ortopedico-plastica sifarebbero tutti innestare delle protesi. Eper le “bustarelle”? Come fare?Troverebbero senz’altro altri sistemi,magari usando i piedi.

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d’ora: quella che affrontiamo non èsemplicemente una questione esegetica.La posta in gioco è ben più alta. Dietrola domanda: «Perché Gesù parlava inparabole», sta infatti una questioneattualissima e gravissima: quella del«linguaggio religioso», del come parlareadeguatamente di Dio oggi. Il mondooccidentale sente fortemente questafatica. Spesso il linguaggio usato per parlare diDio è stentato e fiacco, a volte imbaraz-zato, a volte generico; ci si divide facil-mente in tradizionalisti e progressisti, siformulano giudizi che, alla luce delVangelo, risultano perlomeno inadegua-ti. Da qui il bisogno di approfondire, dimettersi alla scuola di Gesù, di lasciarsiguidare da lui alla ricerca di un linguag-gio capace di «dire Dio». Come, dunque, Gesù parlava di Dio? Eperché di solito ne parlava in parabole?Il fine ultimo del ministero di Gesù ful’annuncio dell’evangelo del Regno, lamanifestazione efficace della sovranitàdi Dio, annunciata dalle Scritture, pre-parata dalla storia di elezione di Israelee destinata a tutte le genti. «Il tempo ècompiuto, il regno di Dio si è fatto vici-no; convertitevi e credete all’evangelo»(Mc 1,15): con queste parole il Messia diDio si presenta pubblicamente a Israelee al mondo. Ci attenderemmo a questo punto unadescrizione chiara, accurata, aperta,luminosa del regno di Dio e di Dio stes-so. Come non ipotizzare una predicazio-ne di Gesù esplicita, ordinata, struttura-ta e proprio per questo convincente? Lalettura dei testi evangelici non smenti-sce queste attese, ma neppure le soddi-sfa pienamente. Il modo con cui Gesùproclama il vangelo agli uomini ci riser-va qualche sorpresa. Anzitutto, la figuradi Gesù appare caratterizzata principal-mente dall’agire. In primo piano stanno

le azioni di Gesù, il suo operare effica-ce, potente, carismatico: pensiamosoprattutto alle guarigioni, agli esorci-smi, agli interventi straordinari in favo-re di persone in difficoltà. Il parlare diGesù accompagna il suo agire e lo inter-preta: la signoria di Dio è dimostrataattraverso le opere e illustrata attraver-so le parole. Quanto alla predicazione vera e pro-pria, essa non è sempre diretta e chiara;al contrario, non di rado appare comevelata.Il passo più sconcertante al riguardo ècerto quello di Mc 4,11-12, in cui Gesùgiustifica il suo parlare in parabole pro-prio con la necessità di nascondere larivelazione del Regno, di impedire unaccostamento immediato e diretto. Piùvolte Gesù parlò in modo allusivo edenigmatico, «non apertamente», attra-verso il velo delle similitudini: egli dice-va e non diceva, svelava e nascondeva,manifestava e occultava. Questo è pre-cisamente il punto che ci interessa: per-ché Gesù usava un simile linguaggio?Perché non era più esplicito, non dicevaapertamente e accuratamente tuttoquello che sapeva? Potrà sembrare stra-no, ma per annunciare autenticamenteil Vangelo è necessario in qualche misu-ra velarlo. La constatazione che Gesùnon facesse seguire alle parabole laspiegazione (solo i discepoli ne erano inalcuni casi beneficiati, ma sempre in pri-vato) ci impedisce di considerare leparabole strumenti didattici, esempi checonducono l’ascoltatore a un insegna-mento espresso poi in termini più con-cettuali. La parabola di Gesù non sfociain una spiegazione piana ed esplicita,magari introdotta dalla formula:«Questo racconto ci insegna che...». La parabola di Gesù mantiene tutta lasua carica di enigmaticità, lascia all’a-scoltatore il compito di comprenderla,

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lo interpella e lo costringe a interrogar-si, lo coinvolge in prima persona e loimpegna alla ricerca del senso.L’interpretazione che uno dà alla para-bola svela le intenzioni del suo cuore. L’esortazione che spesso risuona infattiè la seguente: «Chi ha orecchie perintendere, intenda», cioè «chi è in gradodi capire, cerchi di capire». Gesù rac-conta parabole non certo obbedendo aschemi prefissati ma, al contrario, sul-l’onda della sua emozione interiore,sospinto dal bisogno di comunicare ilmistero di Dio a coloro che gli stannodavanti. Le parabole sorgono dal cuore diCristo, dalla sua passione per Dio e dalsuo amore per l’uomo, dal bisognoimpellente di svelare adeguatamente ilvolto del Padre, il segreto della suaopera di salvezza, la potenza del suoRegno e le conseguenze per la vita degliuomini. Abbiamo così toccato il puntoessenziale. La peculiarità del linguaggioparabolico appare fortemente legataalla persona stessa di Gesù. Precisandomeglio, diremo che tale peculiarità deri-va dalla conoscenza di Dio che Gesùpossiede e dalla sua attenzione per l’uo-mo. Nessuno più di lui è abilitato a rive-lare il volto di Dio, la sua potenza, la suavolontà; ma come non tenere contodelle disposizioni d’animo di chi ascol-ta, della situazione personale degli udi-tori, della loro fatica a capire, della lorotendenza a fraintendere? Quando consideriamo le circostanze incui Gesù racconta le parabole, ci accor-giamo di quanto egli sia attento ai suoiuditori. Da un lato, dunque, le parabolesono un vero insegnamento; esse parla-

no di Dio, della sua opera, delle conse-guenze per la vita degli uomini, dellarisposta che Dio si attende; dall’altro, leparabole sono un atto di rispetto dellalibertà degli uomini, di condiscendenza,quasi di tenerezza. Gesù è un vero mae-stro anche per questo. Egli conosce ilcuore degli uomini e perciò non ha fret-ta, sa adeguarsi al passo dell’ascoltato-re, accetta anche che questi faccia faticaa capire, attende che si ricreda e cheriveda alcune posizioni. Intanto si inge-gna di offrire un insegnamento che perlo meno susciti degli interrogativi, chefaccia breccia in cuori induriti e che diaun orientamento sicuro ai cuori incerti esmarriti; un insegnamento, insomma,che permetta di compiere un primopasso e disponga a un cammino succes-sivo. I ritmi della conoscenza che provienedalla fede sono lenti. Per questo la rive-lazione va anche nascosta, velata. La libertà dell’uomo non è in grado direggere tutto il peso della rivelazione diDio. Così le parabole sgorgano dal cuore diGesù sotto la spinta incalzante dell’ur-genza dell’evangelo; esse sono sponta-nee, non artificiali, nascono dalla vitastessa. Le parabole sono, in questa prospettiva,uno dei frutti più belli del mistero del-l’incarnazione, la frontiera cui il lin-guaggio viene spinto dal Figlio di Dio,affinché risulti adatto a comunicare ilmistero del Regno nel rispetto dellaconcreta situazione dell’uomo; ma d’al-tra parte rivelano anche l’orgoglio del-l’uomo di fronte al semplice ed umile“cuore” di Dio.

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L'ALIANTE, QUESTO SCONOSCIUTO di Francesco Bergamo

L'aliante è un aereo che vola senzamotore. Si sente solo il rumore del vento.Si è a contatto con la natura. L'uomo, difatto, mette a frutto tutte le sue poten-zialità e i suoi sensi per governarlo. Pochisanno che l'aliante è un aereo che nellasua semplicità raggiunge la perfezione.Molti, invece, sono convinti che sia puredifficile conseguirne il brevetto di volo avela, ma non è così.L'aliante ha una storia veramente bella,perché è frutto dell'intelligenza dell'uo-mo e dalla costrizione del caso. Un caroamico mi ha invitato a Padova all'aero-porto Gino Allegri, dove ha sede ilGruppo Volovelistico Patavino, pervedere di persona cosa voglia dire volaresu un aliante. L'ambiente è affascinante.Un piccolo ristorantino, Gino's, accogliegli ospiti e gli appassionati. Ambientetranquillo, non si sentono rumori di trop-pi aerei che volano, perché è un aeropor-to secondario, ma da qui durante laPrima Guerra mondiale partivano percombattere gli austriaci. Varcato il can-cello, con addosso la pettorina ad altavisibilità, si entra nel magico regno deglialianti patavini.Sono tutti allineati, belli, lucenti, che sistagliano sull'erba curata. Sembranodegli enormi gabbiani. Eleganti, affuso-lati, muti. Hanno una apertura alare cheva dai 15 ai 18 m per i monoposto e dai18 ai 25 m per i biposto. Sono adagiaticon grazia, sembrano guardarti. Sonoleggeri perché pesano tra i 250 e i 450 kg.Il monoposto pesa dunque quanto trefrigoriferi da cucina. Il loro colore bian-co, eccetto la punta e la parte finale dellacoda, è dovuto al fatto che sono in vetro-resina oppure in fibra di carbonio. Il

bianco riflette la luce dei raggi solari edunque si cuociono meno e la loro strut-tura dura di più. Sembrano fragili masono estremamente sicuri.L'amico Alessandro Fanchin mi spiegacon passione, e non potrebbe esserealtrimenti, che gli alianti hanno visto illoro sviluppo in Germania tra le dueGrandi Guerre. L'uomo di fatto si èingegnato per volare perché in quelperiodo nel paese teutonico non si pote-vano costruire aerei a motore. È una sto-ria bellissima, pur nella sua drammaticitàdovuta ai divieti di allora. I pionieri tede-schi volavano senza uno strumentoessenziale: il variometro. Questo piccolocongegno è quello che permette di capi-re se si sta salendo o scendendo perchéspinti dalle correnti termiche. Fanchin midice che la sua passione è nata con la let-tura di un libro che suo padre gli regalò:“Il primo e l'ultimo” (Die Ersten und dieLetzten) di Adolf Galland .L'aliante oggi viene usato per diverti-mento, ma nella Seconda GuerraMondiale, durante l'OperazioneQuercia, il Duce fu liberato dalla sua pri-gionia in un rifugio del Gran Sasso pro-prio da un commando di tedeschi della2.Fallschirmjagerdivision che usarono glialianti DFS230 per arrivare in cima allamontagna. Erano più capienti, ma lo

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scopo era quello di non farsi sentire.Durante quel periodo e anche preceden-temente gli alianti erano rivestiti di tela.Cose d'altri tempi.Mentre passeggiavamo verso la pagodasituata a bordo della pista erbosa, l'erbapermette agli alianti che decollano eatterrano di non consumarsi tanto quan-to sul cemento, vedo un vecchio aereotraino risalente alla Guerra di Korea. Èuno Stinton L5 Sentinel originale del1946. E' un aeromobile adatto al traino,in quanto è piccolo e con un motorepotente. Arrivo sotto la tenda e faccioconoscenza di alcuni dei 35 soci del club.Ci sono giovani dall'aria sveglia e dina-mica. I loro sguardi sono fieri e determi-nati. Tutti iniziano a spiegarmi che si puòvolare in massima sicurezza. Per volarebasta che ci sia il sole, le correnti deiventi montani, oppure la combinazionedelle due cose o anche il volo d'onda. Ilbrevetto si può conseguire dai sedicianni in poi. Una visita medica, 100 ore dilezione teorica, 40 missioni di volo e 13ore di volo minime concludono la forma-zione. La radio gracchia e la mia attenzioneviene subito catturata da un certo movi-mento all'inizio della pista: l'aereo trainosta prendendo posizione. Un socio delclub aggancia la corda di 40 metri al vec-chio Stinton e al muso dell'aliante. Ilpilota chiude la calottina e fa cenno dilevare la ruota posteriore, perché ci sialza e si atterra con la sola ruota retratti-le posta sotto la fusoliera. Lo Stintonaumenta il numero dei giri. Il pilota facenno di Ok con il pollice, come nei film,e inizia la corsa di 400 metri per il decol-lo. Ecco, questo è l'unico momento che sipossa definire in un certo senso modernoe frenetico. Poi, dopo lo sgancio, cheavviene a 700 m di altezza, salvo diversiaccordi, regna la pace della natura vera.Tutti sono muti e guardano l'aliante che

inizia il suo magico volo.Dopo pochi minuti è il mio turno.Gentilmente mi accompagnano versol'aliante biposto. Luca Libralon è il pilo-ta che mi accompagnerà nel volo a vela.È un nazionale e ha alle spalle 2.000 oredi volo. Un asso, dunque. Mi spieganopoche e semplici cose: come si usa ilparacadute, obbligatorio per legge, ecome devo comportarmi in volo. Nozionisemplici, ma che dimostrano l'assolutaserietà con la quale viene esercitato ilvolo. Mi avvicino al veivolo. Lo guardo.Sembra chiamarmi con lo sguardo timi-do di una bella donna. È invitante.Indosso il paracadute, che trovo moltoleggero e che si adatta bene alla miaschiena. Mi siedo nell'abitacolo sparta-no. Sale il pilota nel posto dietro.Chiudiamo la calotta. Il socio fuoriaggancia la corda. Libralon dà il via.Parto con uno scossone. La velocitàaumenta. Vedo scorrere l'erba sotto dime. All'improvviso l'aliante si alza primadello Stinton. È normale, funziona così.Si sale sempre di più ma non si sentequella fastidiosa sensazione di pressioneche si prova negli aerei di linea al decol-lo. Poi avviene la magia: si sgancia lacorda e si inizia a volare senza motore. Ilvolo a vela è romantico. Sento il rumoredel vento e qualche debole sussultodovuto alle correnti. È un volo dolce.Luca mi spiega che si può volare per ore,basta solo cercare la corrente d'aria giu-sta. Si sale e si scende continuamente.Uno dei sistemi che i piloti usano pertrovare la spinta per salire è quello divedere dove ci sono le rondini. In quelpunto si sale. Incredibile. La cabina nonè pressurizzata ma l'aliante può salirefino a quando il pilota è in grado di respi-rare. Il nazionale inizia con delle evolu-zioni di volo fatte a spirale, planate ecabrate. Le rondini volano attorno a noi.Non hanno paura. Anche due bellissimi

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falchetti ci accompagnano a fianco.Padova è sotto con tutta la sua opulenza,i suoi problemi e il suo caos.Il volo a vela permette di avere una effi-cienza di planata di 50 km per ogni millemetri di dislivello in perdita. Gli aereinormali, quando il motore li pianta, arri-vano tra i 7 e i 10 km. Continuiamo asalire di 3 metri al secondo, con una velo-cità di crociera di 100 km l'ora. Si puòvolare anche 12 ore consecutive. Farsiportare in quota dallo Stinton costa 50euro: uno smacco per chi pensa che ilvolo a vela sia uno sport per soli ricchi.50 euro per ore ed ore di volo sono unprezzo irrisorio.Ora il variometro mi indica che stiamoperdendo un po' quota. Inizia la discesadolce e romantica verso un appuntamen-to in volo con il presidente del GruppoVolovelistico Patavino PierluigiCapuzzo. Vedo il Presidente che ci aspet-ta 200 metri sotto. L'aliante presidenzia-le volteggia lento, maestoso, sicuro dellasua bellezza. Si sente solo il rumore delvento e il bacio del sole. Tutti i miei pen-sieri quotidiani sono svaniti nel nulla. Èuna terapia anti stress davvero efficace.Sono vicinissimo al Presidente e ci met-tiamo in coda. Giriamo un po' in quelloche si può considerare un ballo silenzio-so in aria, quasi fosse un film muto inbianco e nero degli anni Venti. Poi cisalutiamo e il pilota con perizia inizia lamanovra di avvicinamento alla pista diatterraggio. Scambio di battute con latorre di controllo e si torna a terra. Lapista è sempre più vicina. Il grande gab-biano sta per toccare l'erba. Il tempo e lavelocità svaniscono, perché si è ancoranella magia del volo a vela. Due piccoliscossoni e mi sembra di poter toccarel'erba con le mani. Una corsa di qualchecentinaio di metri mi riporta alla realtàfrenetica del mondo moderno.Scendo, ringrazio il pilota. Mi giro e

penso che solo pochi secondi prima mitrovavo in un altro mondo. Questo mirende ancora più curioso e aspetto allapagoda il Presidente: voglio capire alcu-ne cose su questo strano modo di volare.Inizio a farmi l'idea che il volo a vela siacome una partita a scacchi giocata inquota da cavalieri di altri tempi contro lanatura: il pilota cerca di vincere stando ilpiù a lungo possibile in volo.Il presidente Capuzzo è un uomo dimezza età dai modi pacati e calma davendere. Lui di terapia anti stress con ilvolo a vela deve averne fatta molta. Misaluta e mi invita nella sede fisica delgruppo che rappresenta. Una sala spa-ziosa, carte geografiche con le rotte divolo alle pareti, foto e targhe creano ilgiusto ambiente. Adesso voglio capireperché il volo a vela in Italia è pococonosciuto.Presidente, il volo a vela in aliante è unosport da ricchi?«Per carità, sfatiamo questa diceria. Ilvolo a vela non è poi così caro come sipensa. La spesa più importante è il con-seguimento del brevetto, che si aggira sui3.500 euro tra teoria e voli. La licenzapermette di volare in tutta Europa, bastasapere un po' l'inglese».Tutto qui?«No, poi c'è la retta annuale per l'usodegli alianti: 1.300 euro. Possono sembra-re molti, ma a parte il brevetto, non sononé più né meno che il costo di una setti-ma bianca in montagna. Solo che noivoliamo tutto l'anno. Una persona chefuma un pacchetto di sigarette al giornospende in un anno 1.825 euro. Comevede non è eccessivamente costoso comedicono».Ma in Italia quanti sono gli amanti delvolo a vela?«Troppo pochi, purtroppo. Sono circa2.000 soci contro i 20.000 della Francia odella Germania».

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Il motivo è per il costo di acquisto di unaliante?«No, non serve comperarlo, ma se unovolesse può averne uno di usato con20.000 euro. Il vero motivo è che lo Statonon ha mai favorito questo settore, per-ché il volo privato è sempre stato consi-derato di lusso, che in realtà non è».Allora perché?«E' il fatto che il volo a vela è poco cono-sciuto e questo crea una certa diffiden-za».Presidente, che caratteristiche deveavere chi esercita il volo a vela?«Essere amante della natura e averel'avversione per la frenesia. Il volo a velaè formativo per il carattere: si lotta perrimanere in aria il più possibile. E poi ipiloti di questa specialità hanno tutti lacaratteristica di non essere paurosi».Come ci si avvicina al volo a vela e per-ché è importante questo tipo di volo?«Per noi che lo pratichiamo ci dà moltis-simo, perché volare senza il motore èuna cosa molto particolare. Chi prova sirende conto di che cosa significhi saliresenza il motore, cioè sfruttando solo l'e-nergia della natura. Guardi che neglistati esteri il volo a vela viene considera-to uno sport, tanto che doveva entraretra gli sport olimpici. Ma poi non se nefece nulla perché sarebbe stato difficilefar vedere una gara di volo a vela».Chi ha paura del volo può avvicinarsi alvolo a vela?«Dovrebbe provarlo prima di gettare laspugna definitivamente. Guardi, chi nonsopporta il volo a motore può provare avincere la paura con il volo a vela, che tral'altro è estremamente sicuro. È l'impat-to psicologico che cambia, perché saperecome funziona la dinamica del volo,significa anche controllare meglio lapaura. Insomma, può aiutare».Presidente, corre voce che i piloti deglialianti siano piloti di serie B. Che cosa ne

pensa?«Accidenti, questa è bella! Sono duecose diverse. Diciamo che il pilota dialiante sfrutta meglio anche le sue qua-lità personali di sensibilità. Mi sento didire che certe capacità tecniche che ha ilpilota di volo a vela, il pilota di volo amotore non le ha. Insomma, sa sfruttaremeglio tutte le possibilità che offre lanatura». Come viene inquadrato il volo a vela inItalia?«Rientra nel volo della così detta avia-zione generale, dunque aviazione privatainquadrata all'interno delle regole. Gliultraleggeri sono fuori da queste regole,ad esempio».Esiste la possibilità di creare delle strut-ture ricettive per fare un certo tipo diturismo?«Avviene già nei siti più importanti. Perònon è per tutti, soprattutto perché i pilo-ti che lo fanno sono veramente moltobravi. Perché stabilire un certo percorsoe coprirlo con il volo a vela ci sono trop-pe variabili e dunque la tabella di volonon sempre si riesce a rispettare, mentrecon il volo a motore sì».Ringrazio il Presidente e nel frattemposento lo Stinton che decolla portandoper “mano”un altro aliante. SimoneBonini, ad esempio, è un ragazzo fioren-tino caro amico di Fanchin e mio cono-scente. Simone non è socio ma spintodalla curiosità ha voluto fare un minicorso di due giorni di avvicinamento alvolo a vela: l'ha trovato bello perchésilenzioso e perché sfrutta la natura perrisalire. Questa è una ulteriore confermache non è semplicemente una miaimpressione dovuta al momento, ma unaopinione diffusa tra chi ha provato ilvolo a vela. Insomma, è quella che alleelementari di chiamava la prova delnove!Ormai è tardi e devo purtroppo andar-

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mene. Fanchin mi accompagna verso l'u-scita e si congeda ricordandomi che ilvolo a vela è un ottimo sistema antistress perché dà pura adrenalina cere-brale. In effetti devo dire che per le oreche sono stato nel rettangolo magico

degli alianti mi sono dimenticato di tuttoil resto. Ha ragione il filosofo tedescoHans Magnus Henzensberger: uno deibisogni che l'uomo moderno deve difen-dere è la tranquillità. Chissà se il bravofilosofo pratica anche lui il volo a vela?

L’ANGOLO DELLO SPRITZ di Giampaolo Contemori

Spritz del 3aprile Ho undebole per lemammine. Lem a m m i n ehanno qualco-sa di speciale,un brillio negliocchi, unasicurezza nel

portamento , una fermezza nella voce,come a significare una meta conquistata,uno scopo raggiunto, un essere veramen-te e pienamente donna. All’allenamentodel nipotastro , il giovedì sono circonda-to da mammine, mi aspettano come perun accordo segreto, mi salutano e se nevanno , chi al supermercato, chi dal par-rucchiere, chi dove gli pare, sicure che illoro bambino sgambettante sara’ sorve-gliato dal vecchio barbogio a bordocampo, morsicato dalle zanzare ma ingiuggiole per i palleggidell’INSOLENTE. Tutte vanno, tranneuna biondina efebica, deliziosa, con unavocina vibrante, di cui il figlio più grandefa parte del gruppo d’allenamento, men-tre lei accudisce, si fa per dire, il più pic-colo, un moccioso di circa tre anni, chenon sta fermo un attimo. Mentre lamamma si siede sulla mia panchina , ilsoggettino estrae da una borsa piattinicolorati, bicchierini , piccole pentole inplastica, bottigliette, un finto fornellino.

L’efebica è molto contenta di questi gio-chi: a casa, tutti i giorni, vedono Alice,Masterchef, i panettieri e i pizzaioli tele-visivi e il bambino imita. Non più pistole, fucilini, abolita la violenza, la nuovasocietà si sfiderà a colpi di babà, bignè,panzerotti, il un crogiolo di profumi e disapori nella gioia e nella pace universa-le. Il bambino crescerà così , senza vio-lenza , senza odio, in un ambiente serenopresago della Società Nuova. La mam-mina guarda con occhi innamorati il fru-golo che prepara pastasciutte alle mar-gherite, stufati all’erba medica, insalateal trifoglio, strappando a piene manitutto quello che cresce sullo stento prati-cello del campo sportivo, ma ha anche unaltro interesse: scoperta la mia venezia-nità (siamo a Padova) mi racconta, esta-siata , della sua recente visita alleGallerie dell’ Accademia . Tutto ringal-luzzito, mi immergo nei suoi occhi verdi,e comincio ad affabulare su Carpaccio, ledodicimila vergini, Jacopo da Varagine.Mi accorgo ogni tanto che il virgultocerca di interrompermi, cercando difarmi assaggiare grilli e vitalbe , forse perspezzare il cerchio magico che sente for-marsi tra me e la sua mammina. Do tuttome stesso, svolazzo da Cima daConegliano a Cosmè Tura, da Canalettoal Bellotto , alterno variazioni cromati-che a chiaroscuri caravaggeschi in unaimitazione di Sgarbi che sarebbe invidia-

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ta dallo stesso personaggio. Sono cosìpreso nell’ascoltare me stesso che amalapena mi accorgo della piccola pesteche insiste , con una bottiglietta in mano,per farmi assaggiare il suo vino.“Vino Rosso, un Barolo, grazie, - facciopresente, gentile, al frugolo. E’ il colpofinale per entrare nelle grazie dell’affa-scinata ascoltatrice. “ Ho solo bianco!!” risponde l’angiolettopremendo la bottiglietta e schizzandomicon anonima acqua di fosso. Addioincanto! La settimana dopo la biondinami ha salutato da lontano. Il piccolo cor-reva con un revolver in mano, sfogandola sua innata violenza su un branco diimmaginari Apaches nascosti in uno sco-peto. Nell’ultima puntata di Masterchefi cuochi erano venuti alle mani.

Spritz del 30 aprileA Rialto è in atto una rivolta di un sedi-cente comitato dei fruttarioli contro l’i-potesi di un Museo Islamico al grido di“ Il cuor no se vende! “ (le tegoline si !).I macellai non aderiscono!

Spritz del 2 maggioAl Lido una scritta campeggia sul murodell’ormai ex Ospedale al Mare:“ La vera malattia è il lavoro”Per questo in Italia ci sono così tantisani!

Spritz del 10 maggioDalla settimana Enigmistica : “ La pagi-na della sfinge”Cambio d’iniziale.Il settantenne che si è fatto il mazzoÈ più vecchio dell’ottantenne Che non ha mai fatto un …..

Spritz del 20 maggioSi avviciniamo alle elezioni e, come topi-ni affamati, i politici cercano di arraffaredal fondo del barile gli ultimi voti rima-sti.La Meloni è venuta al Porto di Venezia ,sfoderando la sua simpatia dell’ultimaora per Venice Cruise ( si chiama così ilcomitato pro Grandi Navi?). E evidenteche la tapina, dei problemi del Porto edelle Grandi Navi non sa un piffero , magli è stato consigliato di sventolare unabandiera: ha così ammesso candidamen-te che non esiste un ragionamento dietro, ma che se i No TAV sono contro lenavi, Lei non può essere se non a favore(bandiere rosse contro bandiere nere).Ciò a testimonianza della “cretinaggine”imperante: uno scontro tra Titani del-l’imbecillità: da una parte i No-tutto pur-ché si possa far casino, dall’altra iProgressisti, pronti a sventrare e stravol-gere in nome dell’Umano Divenire ( madove andate!?).

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IL MAGISTRATO ALLE ACQUE DI VENEZIA “MUORE” ANCORA UNA VOLTA di Giuseppe Mazzariol

La storia del “Magistrato alle Acque diVenezia” si rifà un po’ alle sortidell’Araba Fenice che di tanto in tantobrucia e muore per poi risorgere. Questaistituzione nacque nel 1501 per far frontealla gestione amministrativa, giurisdizio-

nale e idraulica del territorio dellaSerenissima Repubblica di Venezia. LaSerenissima aveva sempre considerato latutela della laguna di Venezia come unodegli obiettivi politicamente autonomoe aveva potuto promuovere un peculiare

LA GOCCIA E IL VASO di Antonella Debora Turchetto

Si dà tanta importan-za all’ultima gocciache ha fatto trabocca-re il vaso , ma non siriflette mai abbastan-za sulla storia del vasoin se’ e per quale incu-ria si è arrivati a riem-pito pericolosamentefino all’ orlo.Accumuliamo senti-

menti inespressi , compressi dentro di noiche possono esplodere per un nonnulla,magari un semplice equivoco, ma che ci fareagire con violenza non congruente conl’ultimo singolo evento. E’, appunto, “la goc-cia che fa traboccare il vaso”.Quando questo ci succede, noi restiamo piùmortificati di prima e spesso altrettantoinconsapevoli.Ma perché tenersi dentro questi instabili pesi? Come gestirli?Ci sono risentimenti , rancori , dolori o mor-tificazioni che non ricevono mai la nostramaterna attenzione . Dovremmo saperciinterrogare da soli : ” Cossa ti ghà bambin?

Perché sei serio /triste / arrabbiato/ mortifi-cato?” .In altre parole, la consapevolezza dei nostrivissuti, dei nostri sentimenti, dei nostri doloriè un processo attivo, che richiede continuafatica e attenzione ed è assolutamente indi-spensabile. Investiamo tante energie nel mondo esterno, talora in cose inutili , più spesso in coseimportanti , ma non sono previsti momenti diautentico “ascolto” di noi stessi.Bisognerebbe fare ogni tanto “un giro in can-tina” a controllare il livello di riempimentodei nostri contenitori di sentimenti. Se il buio fa paura si può chiedere aiuto aqualcuno che ci accompagni , perché civogliono due menti e due cuori per affronta-re grandi dolori. Questa, per inciso, è la miadefinizione preferita di “psicoterapia” . Inquesto modo potremo imparare a prendersicura di noi stessi e dei nostri sentimenti piùprofondi e meno conosciuti.Alla fin fine dovremo essere grati alla nostraprossima “ultima goccia”, perché potrebbediventare il primo rivolo di una ricchissimafonte.

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sviluppo economico, fondato suattività portuali, commerciali eproduttive legate all’acqua. Conmolteplici e intelligenti inter-venti questa istituzione proseguìla sua opera per circa due seco-li, ovvero sino alla fine del 1700.In seguito alla caduta dellaRepubblica Serenissima nel1797 e ai contestuali rivolgimen-ti politici, il Magistrato alleAcque di Venezia venne sop-presso per essere poi ricostituito duranteil primo periodo di dominazione asburgi-ca (1797-1805). Nel corso del breveRegno d’Italia napoleonico, nel 1806,venne istituito il Magistrato Centrale perle Acque, con le medesime caratteristichedell’antica istituzione. Durante il secondoperiodo di dominazione asburgica (1815-1866) la competenza idraulica delleVenezie venne affidata al ConsiglioAulico delle Fabbriche di Vienna.Durante il primo periodo di governo delRegno Unito d’Italia la CommissioneReale Lagunare venne sostituita, nel1894, da una nuova Commissione nomi-nata dal Ministero dei Lavori Pubblici.Infine, nel 1907, con Legge n. 257 del 5maggio, venne istituito il Magistrato alleAcque per le Province Venete diMantova, come organismo periferico delMinistero dei Lavori Pubblici, oggiMinistero delle Infrastrutture e deiTrasporti. La storia del Magistrato alleAcque ha contribuito, sino ad oggi, adocumentare il complesso e gradualeaffermarsi nella storia italiana del concet-to moderno di gestione del territorio, fon-dato sull’integrazione di competenzepolitiche, giuridiche, amministrative escientifiche. Premessa questa parentesistorica, in questi giorni si apprende che ilConsiglio dei Ministri - a seguito scoppiodi vergognosi scandali di tangenti esploso

in Venezia e che hanno coinvolto enti epersonaggi di spicco cittadini tra cuianche due ex presidenti dell’ente“Magistrato alle Acque di Venezia”, sic etsimpliciter, con un decreto legislativo cheavrà effetto dal 1° ottobre p.v. – ha cassa-to questa storica e secolare istituzione,accorpandola con gli uffici delProvveditorato alle Opere Pubbliche. Inun momento particolare come questo,proprio ora che l’opera denominata“MOSE” sta per essere ultimata, viene acessare il Magistrato alle Acque chedovrebbe essere il “CONTROLLORE”per eccellenza di quest’opera che da piùdi trent’anni è motivo di diatribe e criti-che. Oramai si deve ultimare!!! E’ impen-sabile e insensato che vengano tolti alMagistrato alle Acque, proprio ora, questipoteri di alta sorveglianza e di controllo.Se ogni volta che succede uno scandalo ditangenti (e mi pare che ormai, purtroppo,sia all’ordine del giorno!) invece di perse-guire chi ha sbagliato si dovessero elimi-nare gli enti, da qui a qualche anno ilnostro Paese si troverebbe sguarnito dienti e istituzioni, ma con quali risultati?La storia però ci insegna che “L’ArabaFenice” muore e poi rinasce sulle sueceneri, segno peraltro per i cristiani della“resurrezione” e così speriamo che infuturo un “Magistrato alle Acque perVenezia” possa risorgere.

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Ri-parliamone!… sottovoce di Luigi Ricci

Panem et circenses… Giovenale avevacolto nel segno: il popolo due sole coseansiosamente desidera, il pane e i giochicircensi, si riferiva alla folla affamatadell’Urbe, la quale veniva tenuta a badacon le razioni di pane e gli spettacoli alcirco. Francamente detesto il calcio(Borges diceva che il calcio è popolare per-ché la stupidità è popolare), ma mi sembradi vivere a Roma durante il I secolo quan-do Giovenale scriveva le sue satire. InBrasile i problemi sono innumerevoli e divaria natura, primo fra tutti quello dellapovertà diffusa, e non riesco a farmi unaragione di come si siano investiti miliardidi dollari per costruire gli stadi per lacoppa del mondo, piuttosto che investiregli stessi soldi per aiutare la popolazione indifficoltà, innumerevole: penso solo agliabitanti delle metropoli brasiliane. Il restodel mondo “democratico”, il mondo dellaparità-dei-diritti che cosa sta facendo? Ame sembrano tutti incollati alla TV. Qui aVenezia, come altrove, i locali si sono dota-ti di maxischermi per permettere ai pas-santi di sostare e guardare la partita, egarantisco che è proprio sgradevole senti-re gente che urla per Strada Nuova fino atarda sera; i giornali riportano notizieassurde, per esempio come sono vestite le

mogli e le fidanzate dei giocatori, stilano leclassifiche del giocatore più sexy e viadicendo. Qualcuno potrebbe obiettare cheil mondiale è un evento (ma in Brasile c’èsempre gente affamata, e, ricordo, chequalcuno ha parlato di stadi non propriosicuri); ma in Italia? Non si parla d’altro senon di calcio, dal primo gennaio al 31dicembre, perfino quando il campionato èsospeso si parla di calciomercato (come igladiatori, a proposito di Giovenale, ven-duti come schiavi); i calciatori si sonoimposti come nuovi modelli, in tutto; laloro “professione” è la più ambita da gio-vani e giovanissimi che purtroppo non sirendono conto che costoro non possonofare altro oltre a tirare calci ad un pallonee hanno avuto molta fortuna nella vita, manon si può contare sempre sulla fortuna…sarebbe meglio immaginare di fare il den-tista. Alla fine questo è il Paese in cui perun equivoco, a detta della stampa ufficiale,Genny ’a cargona ha meritato tutte leprime pagine dei quotidiani, un perfettonessuno, con vari precedenti penali, di cuisi è continuato a parlare per settimane. Nelfrattempo si piange Ciro Esposito, proprioquel Ciro coinvolto negli scontri in occa-sione della finale di Coppa Italia quando èemerso Genny, il capo ultrà napoletano.Vittima di un sistema, di una cultura dallaquale troppi traggono vantaggio ma chenon lascia scampo ai più deboli. Panem etcircenses.

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ANDAR PER MOSTRE E MUSEI di Maria Teresa Secondi

Appuntamento al Caffè FlorianIn una delle magni-fiche sale del CaffèFlorian, in PiazzaSan Marco, dove“l’arte è semprestata di casa” comescrive il PresidenteAndrea FormilliFendi, oggi c’è unospazio, la Sala

Cinese, dedicato a “Serenissima Babel” diMatteo Pugliese. Lettere dell’alfabeto esco-no dalle pareti della Sala in un disordine daBabele, ma con un messaggio di pace. E’serenissima questa Babele. Si rivolge al pas-sato e alla frequentazione a Venezia di innu-merevoli mercanti, turisti, visitatori, prove-nienti da tutte le parti del mondo e si rivol-ge al futuro perché ciò continui in buonaarmonia. Scrive Stefano Stipitivich, criticod’arte, “La Sala Cinese, trasformata daMatteo Pugliese, diventa una camera iper-barica all’interno della quale imparare arespirare in maniera diversa, depurando inostri polmoni, ma soprattutto il nostro cer-vello, da intolleranze e luoghi comuni che ciimpediscono di accettare i “foresti” di unmondo globalizzato, per imparare a essere,una volta per tutte, come diceva Einstein,moderni e tolleranti “cittadini del mondo”.L’artista, nato a Milano nel 1969, ha dimo-strato fin da piccolo la passione per il dise-gno e la scultura formandosi come autodi-datta. Laureato in lettere moderneall’Università Statale di Milano, ha datocorso alla sua passione dedicandosi all’artetanto amata. I suoi lavori oggi sono esposti,riscuotendo gran successo, in varie galleriein Italia e in altri Paesi. L’installazione alFlorian ci mostra un volto pensoso, gliocchi chiusi, dalla testa escono le lettere di

tanti alfabeti. Così racconta Pugliese:“Serenissima Babel/ Da secoli, paziente esilenzioso, me ne sto tranquillo./ Osservo eascolto, più che altro, e non mi annoio mai./Avrà pure i suoi vantaggi essere nella piùinverosimile delle città, con l’acqua/ al postodelle strade e gente di ogni paese che sbar-ca ogni santo giorno/…/ Le sentite? Levedete?/ Tutte quelle voci, tutte quelle sto-rie sono ancora nell’aria/. Il bel catalogo acura di Stipitivich racconta la storia delFlorian, aperto il 29 dicembre 1720, daFloriano Francesconi, sotto le ProcuratieNuove in Piazza San Marco, frequentato dauomini illustri e grandi artisti. Allora comeoggi. Belle immagini mostrano l’artistamentre crea le sue opere d’arte.

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Biennale Danza 20149.Festival Internazionale di DanzaContemporanea “Mondo novo – gestoluogo comunità” Direttore Virgilio Sieni. Venezia è stata piacevolmente invasa dalladanza dal 19 al 29 giugno, nei teatri, dalMalibran al Teatrino di Palazzo Grassi, dalPiccolo Arsenale al Teatro alle Tese; a Ca’Giustinian, al Conservatorio BenedettoMarcello. nei campi e campielli (Pisani,Novo, San Maurizio, Sant’Angelo). Trenta icoreografi provenienti da tutto il mondo inun percorso artistico di spettacoli e perfor-mance. Sei le sezioni in cui è stata articolata:Vita Nova, Aura, Agorà, Aperto,Invenzioni, Prima Danza, in cui si sonocreate opere per Venezia e per la Biennale.

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Biennale College ha proposto i cicli Vita.Una segnalazione : “Vangelo secondoMatteo” coreografia di Virgilio Sieni. Sono sei i palchi alle Corderie dell’Arsenaleall’interno della Biennale di Architettura.Nella Sala d’Armi, restaurata, il presidentePaolo Baratta , ha spiegato, con evidenteorgoglio, dato il successo delle varie iniziati-ve, che si tratta di attività che affiancanoArchitettura ma sono anche integrate nellaMostra. Danza, Musica, Teatro e Cinemarappresentano elementi della vita e dellarealtà storica e spazi in cui può essere pen-sata l’architettura. “La danza porta il sensodella vitalità, completa l’architettura”. Passeggiando per Venezia si potevanoincontrare i danzatori , osservarne i movi-menti, esserne coinvolti, riflettere sulladanza contemporanea.

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Biennale di architettura 2014 a cura di RemKoolhaas.Titolo “Fundamentals”.Se si ha voglia di lasciarsi prendere dallafantasia e dalla creatività, bisogna visitare laBiennale e andar per Padiglioni e nei sug-gestivi antichissimi luoghi dell’Arsenale.Spazi dedicati: Giardini; Arsenale(Corderie, artiglierie, isolotto, sale d’armi). Giunta alla 14^ edizione la MostraInternazionale di architettura è articolata intre eventi complementari: “absorbingmodernity” la storia della propria evoluzio-ne dal 1914 al 2014. Sono 66 i Paesi che con-dividono questo tema della sopravvivenzanonostante le guerre, le distruzioni, i muri ele divisioni. “Elements of architecture: nel padiglionecentrale vengono presentati glielementi architettonici qualiporte, finestre, pavimentazione,toilette.“Monditalia” alle Corderie pro-pone alcuni aspetti della realtàitaliana attraverso danza, musi-

ca, cinema, teatro: costruzioni mai termina-te, grandi opere non utilizzate, i bombarda-menti su Milano; spezzoni di 82 film; sei pal-chi in cui si svolgono performance di teatro,danza, musica sul palcoscenicodell’Arsenale. L’insieme di tutto ciò porta auna “verifica” e a delle domande , spiegaRem Koolhaas, “che cosa abbiamo?” “comesiamo giunti a questo punto?”, “ora checosa possiamo fare e da qui dove andia-mo?” Interrogativi semplici e chiari che sti-molano la riflessione per il futuro. Che sispera di pace e armonia. Circa tremila igiornalisti accreditati. La mostra è la realiz-zazione di un progetto di ricerca messo inatto dal curatore che ha riservato un temaspecifico per ogni padiglione. Dei 66 Paesipartecipanti, 10 sono presenti per la primavolta. Si entra attraverso un arco scintillan-te di luci e di dibattiti, incontri, discussioniche riempiranno sei mesi di apertura e visi-bilità. Dunque, una biennale di ricerca nonsolo contenitore di idee altrui, come ha spie-gato il presidente Paolo Baratta. Nel Padiglione Italia, all’Arsenale.“Innesti/grafting” è intitolata la mostra acura di Cino Zucchi. Opere che dialogano espaziano lungo tutta lo stivale, antico e con-temporaneo.Una struttura polifunzionale aperta tuttol’anno, contiene la biblioteca della biennale(istituita nel 1928 oggi conta 130mila volumiin 1.400 mq) è rivolta a studenti, ricercatori,visitatori. Completa l’ASAC (archivio stori-co delle arti contemporanee). A ottobre èprevisto il 3^ Convegno Internazionale . La Biennale rimarrà aperta fino al 23novembre 2014 (chiuso il lunedì).

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Palazzo CiniIn quella parte di Venezia che si trova nelsestiere di Dorsoduro, vi è un concentratodi arte antica e contemporanea che nessu-no al mondo può vantare: Le Galleriedell’Accademia, Punta della Dogana, laCollezione Peggy Guggenheim, oggi anchePalazzo Cini. La Galleria Cini, la casa-museo a San Vio, è stata riaperta al pubbli-co il 24 maggio, una casa che la figlia, YanaCini Alliata di Montereale donò allaFondazione Cini nel 1984.All’inaugurazione erano presenti il figlioGiovanni Alliata, il presidente Bazoli, ilSegretario Pasquale Gagliardi, il presidentedelle Assicurazioni Generali GabrieliGelateri di Genola, main partner, che hacontribuito al finanziamento del restauro.Doppia la ricorrenza da celebrare, itrent’anni della prima apertura al pubblico,e i sessant’anni della fondazionedell’Istituto di Storia dell’Arte. Una splen-dida scala a chiocciola porta da un piccoloingresso a sale dalla dimensione familiare,raccolte, che conservano lo spirito di chi leha abitate, merito di alcune menti genialiche hanno saputo valorizzarle. Innovativo ilprogetto di illuminazione della Galleria checonsente di vedere i dipinti nella loro lucepiù naturale, una “illuminazione prototipo”presentata per la prima volta. Ricchissima e preziosa la collezione dicapolavori di pittura toscana e ferrarese, daltrecento al Rinascimento. Vi si ammirano: il“Ritratto di giovane con liuto” (1532-1534)del Bronzino che raffigura il poeta musici-sta Giovanni Battista Strozzi, esempio dimanierismo, proveniente dalla Galleriadegli Uffizi, che sarà esposto fino al 20luglio. In questa data tornerà a casa il“Doppio ritratto di amici” del Pontormo,attualmente esposto nella mostra a PalazzoStrozzi intitolata “Pontormo e RossoFiorentino. Divergenti vie della ‘maniera”.Un’operazione di prestiti “L’ospite a

Palazzo” che continuerà nel tempo. Il direttore dell’Istituto di Storia dell’arteCini , Luca Massimo Barbero, ha definito ilPalazzo “luogo straordinario, nascosto inevidenza” e illustrato il restauro conservati-vo di sculture e dipinti. Percorriamo insieme le sale. L’Anticamerao Sala della portantina. Si segnalano: Lacroce processionale attribuita a GiuntaPisano, attivo nella prima metà del XIIIsecolo. Cristo crocifisso di LorenzoMonaco, (1370-1425). Crocifissione diPietro di Giovanni Ambrosi (1409-1449).Smalti databili dal XIII al XVII secolo. Unaportantina napoletana della seconda metàdel Settecento. Sala dei Primitivi o Sala delle Maestà. Tra lealtre: una scultura lignea trecentesca diNino Pisano; “Ascensione” del Guariento;opere della bottega di Giotto. Sala Polittici e Sala da pranzo ovale. La salasi affaccia su Campo San Vio. Vi si ammira-no il polittico con San Paolo in trono eSanti, e Annunciazione della bottega diOrcagna (1363).Sala del Rinascimento o salotto per gli ospi-ti. Il Giudizio di Paride di Botticelli e botte-ga. Madonna con il Bambino e due angeli diPiero di Cosimo; la tavola di Piero dellaFrancesca. Sala dei Ferraresi. Alcune preziose tavolet-te, pannelli di Ercole de’ Roberti, i tre capo-lavori di Ludovico Mazzolino (1480-1528).Merita una visita approfondita. Se ne usciràappagati da tanta bellezza e buon gusto.

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GERAGOGIA e DROGHE.

L’argomento potrebbe apparire tiratoper i capelli. Ma se si vuole veramentedare una valenza operativa, per ottenererisultati ottimali, alla geragogia nel signi-ficato che riveste questa branca dellageriatria, non va trascurata alcuna possi-bilità di intervento. Si è visto infatti, neimiei precedenti articoli, che la geragogiava intesa come momento pedagogicodella prevenzione anti senile, e cioècome vera e propria educazione all’in-vecchiamento, ma anche al giovane,come sia possibile invecchiare con suc-cesso. Ed è necessario partire dall’adole-scenza. Infatti, adolescenza e giovinezzadovrebbero, ma raramente lo sono, esse-re sinonimo di serenità e spensieratezza.Recentemente l’OrganizzazioneMondiale della Sanità ha lanciato unallarme: fra i giovanissimi tra i 10 e i 19anni la principale causa di malattia è ladepressione. E’ la prima volta che l’OMSconcentra l’attenzione sulla fragile con-dizione psicologica dell’adolescenza ed irisultati della ricerca sono preoccupanti,anche perché, viene sottolineato dagliesperti, fino ad ora non è stata dedicataabbastanza attenzione alla salute dei gio-vanissimi, per quanto riguarda il disagiomentale, in prospettiva futura. Gli studidimostrano che metà delle persone chein età adulta svilupperà gravi patologiementali mostra i primi sintomi già in gio-vane età e la patologia è correlata a com-portamenti devianti nell’adolescenzacome l’abuso di fumo, alcool e droghe.L’adolescenza è il periodo più importan-te per costruire le fondamenta di unabuona salute da adulti. In definitiva, sot-tolinea il rapporto dell’OMS, un cattivo

stile di vita da adole-scente verrà poi pagatopesantemente in etàadulta. Gli effetti del-l’alcool e del fumo disigaretta sono ben notied affrontabili, ecomunque oggetto di interessamentocostante da parte del sistema socio sani-tario nazionale. Il problema maggiore èquello delle droghe, tenuto conto anchedel fatto che, oltre a quelle tradizionali(eroina, cocaina, anfetamine, cannabis)ne compaiono continuamente sul merca-to di nuove altrettanto pericolose e allevolte letali. Nell’ultimo anno in Europane sono state identificate 73 e al momen-to attuale il catalogo ne conta ben 280,secondo i dati del DipartimentoPolitiche Antidroga della Presidenza delConsiglio dei Ministri. L’analisi del com-portamento dei consumatori di sostanzestupefacenti negli ultimi 12 mesi riferitialla popolazione nazionale dai 15 ai 64anni, ha evidenziato che la sostanza piùutilizzata è la cannabis (marijuana) conprevalenza pari al 4,01% (seguita dallacocaina 0,60%, dagli allucinogeni con lo0,19% e dagli stimolanti, 0,13%) dei sog-getti. La fascia d’età in cui si concentra ilmaggior consumo della cannabis è quel-la fra i 15 e i 24 anni. E a questo punto ènecessario affrontare il problema sul-l’opportunità di distinguere le droghe fraleggere e pesanti perché le droghe sonodroghe ed è erroneamente deleterio con-siderarne alcune (le cosiddette leggere)scarsamente pericolose. In particolare lacannabis (marijuana) che, come abbiamovisto, è la sostanza più usata dai giovani(anche per il costo più accessibile) nonpuò essere considerata una droga legge-

L’ANGOLO DEL GERIATRA di Giancarlo Bottecchia

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ra. Infatti gli studi portati avanti anchedal Dipartimento delle politiche antidro-ga che ho già citato, hanno messo in evi-denza l’estrema pericolosità di questasostanza, erroneamente ritenuta inno-cua. D’altronde molti scienziati si sonochiesti come sia possibile legalizzare, equindi favorirne l’accessibilità e il consu-mo, una sostanza stupefacente che haeffetti così pesanti sulla regolare matura-zione del cervello degli adolescenti. Lericerche statistico-scientifiche, inoltre,hanno dimostrato che la pericolositàdella marijuana varia e aumenta anchein base alle caratteristiche dell’individuoche la assume, alla concentrazione delprincipio attivo contenuto, alla frequen-za dell’uso, al periodo di assunzione eaumenta anche in base all’assunzione dialtre sostanze stupefacenti o alcooliche.Tuttavia è evidente che oggi esistonoprove scientifiche tali da impedirci diconsiderare la cannabis come una drogaleggera anche per la sua funzione, rico-nosciuta, di facilitazione all’approccioalle micidiali cocaina ed eroina. E’ notoche il principio attivo della cannabis è ingrado di interferire pesantemente con ilsistema endocannabinoide alterando lesue importanti funzioni relative allo svi-luppo del sistema nervoso centrale e diquello immunitario anche per quantoriguarda l’azione antineoplastica.Secondo il Prof. Giovanni Serpelloni,direttore del Dipartimento delle politi-che antidroga della Presidenza delConsiglio dei Ministri, l’assunzione pro-tratta del principio attivo della cannabis(THC) provoca anche alterazioni epige-netiche e la frammentazione del DNAdei neuroni dell’ippocampo per cui èfacile comprendere perché non sia piùaccettabile un atteggiamento superficia-le nei confronti dell’uso di questa sostan-za da parte dei giovani, ma anche dei nonpiù giovani. E’ noto comunque che il

tetraidrocannabinolo (THC) non creauna mortalità diretta, e ciò rende ancorapiù pericoloso il suo uso perché la mor-talità rappresenterebbe un buon deter-rente al suo uso, ma certamente non puòessere sottovalutato l’incremento dimortalità indiretto dovuto all’aumentodella probabilità di incidenti stradali,lavorativi, domestici. Il suo uso aumentala criminalità e ha gravi conseguenze sul-l’attenzione e sulla stabilità psichica inrelazione sia agli stati depressivi chedemotivazionali che è in grado di creare,non mancando anche altre patologiementali, non escluse paranoia e schizo-frenia. Altri studi avevano già in passatomesso in evidenza che chi utilizza la can-nabis quotidianamente è affetto dadisturbi d’ansia e depressivi e, quindi,risulta più esposta a un maggior rischiodi suicidio e di aggressività verso gli altri,E’ necessario quindi prevenire e sospen-derne l’uso, perché rendere più disponi-bile e socialmente accettato l’uso dellamarijuana significherebbe incrementareun grave problema di sanità pubblicaesponendo in particolare i giovani vulne-rabili a rischi e danni in grado di minareil loro futuro e la loro vita. E’ evidenteche la geragogia non può ignorare il pro-blema se vuole svolgere appieno il ruoloche si è prefisso. Ma quid agendum? Glistudiosi americani dell’UniversitàColumbia di New York hanno analizzatoi dati raccolti tra il 1976 e il 2007 nel-l’ambito di un progetto statunitenseriguardante il “Monitoraggio del futu-ro”. Il progetto ha valutato l’uso disostanze stupefacenti tra studenti adole-scenti americani nelle scuole superioriattraverso la somministrazione di que-stionari, poi elaborati. Sono stati esami-nati gruppi di studenti nati nello stessoanno e seguiti negli anni successivi, perun totale di quasi un milione di soggetti.I risultati hanno evidenziato un forte

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effetto significativo provocato dalladisapprovazione della marijuana nel pre-dire il rischio individuale dell’uso. Dalconfronto fra i gruppi di studio è emersoche dove il livello di disapprovazione eraalto (90%), l’uso di marijuana era del17% mentre dove il livello di disappro-vazione era basso (47%) l’uso della stes-sa droga era stato del 49%. Dunque,dove la disapprovazione sociale all’usoera stata bassa, la probabilità di consu-marla si è verificato essere 3,53 volte piùelevata. Rispetto a studi precedenti neiquali furono analizzati i fattori indivi-duali quali fattori di rischio o predittividel consumo di marijuana, l’analisi haposto l’accento sull’importanza del ruolo

della società nel prevenire l’uso di que-sta sostanza, essendo stato provato cheun livello elevato di disapprovazione delconsumo di marijuana durante l’adole-scenza determina una minore probabi-lità di farne uso. Ne discende la necessitàdi proseguire nell’azione di contrastoalla droga, che non va considerata “leg-gera”, per tutelare e salvaguardare lasalute delle persone e, soprattutto, deipiù giovani, che diventeranno così piùfacilmente dei vecchi mentalmente sani,contribuendo sempre meno a incremen-tare la cronaca nera relativamente ai sui-cidi e alla violenza cruenta e omicida neiconfronti dei più deboli.

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AMMINISTRATOREDI SOSTEGNOl’attenzione alla persona

L’amministratore di sostegno è una figura istitui-ta per quelle persone che, per effetto di un’infer-mità o di una menomazione fisica o psichica, sitrovano nell’impossibilità, anche parziale o tem-poranea, di provvedere ai propri interessi. Glianziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, i tossico-

dipendenti, le persone detenute, i malati terminali possono ottenere, anche inprevisione di una propria eventuale futura incapacità, che il giudice tutelarenomini una persona che abbia cura della loro persona e del loro patrimonio.Per richiedere l’amministrazione di sostegno si deve presentare un ricorso. Il ricor-so può essere proposto:• dallo stesso soggetto beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato• dal coniuge• dalla persona stabilmente convivente• dai parenti entro il quarto grado• dagli affini entro il secondo grado• dal tutore o curatore• dal pubblico ministero.

Nella scelta della persona da nominare amministratore di sostegno, il giudicetutelare preferisce, se possibile:• il coniuge che non sia separato legalmente• la persona stabilmente convivente• il padre, la madre• il figlio• il fratello o la sorella• il parente entro il quarto grado• il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrit-tura privata autenticata.Non possono ricoprire le funzioni di amministratore di sostegno gli operatori deiservizi pubblici o privati che hanno in cura o in carico il beneficiario.

L’Avv. Nicoletta BORTOLUZZI: Venezia - Cannaregio, 5917 (vicino alponte dei giocattoli) tel. 041.2777904, con il suo STUDIO propone per gliiscritti al nostro sodalizio una tariffa convenzionata per la proposizione delricorso per la nomina di amministratore di sostegno.

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BRICIOLE CON PERE E CIOCCOLATO

Ingredienti:

200 gr. di farina

30 gr..di semolino

150 gr. di zucchero di canna

3 cucchiai di cioccolato amaro

150 gr. burro morbido

panna montata q.b.

noci q.b.

Per le pere:

una noce di burro, 50 gr. di zucchero di

canna, 2 pere, pepe lungo q.b.

(facoltativo)

Esecuzione:Pulire le pere, tagliarle a pezzetti e passarle inpadella con lo zucchero ed il burro finchésaranno morbide. Grattugiare un po’ dipepe. In una ciotola unire farina, semolino,zucchero, cacao e burro e lavorare un po’, seserve aggiungere un po’ d’acqua. Imburrareuna pirofila quadrata, fare uno strato di bri-ciole, poi di pere e noci sbriciolate, coprirecon la restante pasta. Infornare a 80° per 30minuti. Servire con ciuffi di panna montata.

Le ricette di nonna Silvana di S.M.

COTTO, ASSAGGIATO E POI MANGIATO….

Megio el tacon del sbrego

Debito sputanà, debito pagà

Chi roba se fa siori

No se impresta né libri né muger, se non se va a Ca’ Donà e a Ca’ Corner

Bravure da zovani, dogie da veci.

Far da mona par no pagar el dazio

Megio un vero amigo che çento parenti

Se le parole pagasse dazio, quante demanco che se ne diria.

Meglio la toppa dello strappo.

Debito rivelato a tutti, è come fosse pagato.

Chi ruba diventa ricco.

Non si prestano né libri némoglie, altrimenti sirischia di perdere i libri come se fossero statidonati e la moglie che ti metta le corna.

Bravate giovanili, dolori e acciacchiin vecchiaia.

Fingersi stupido per non pagare (in senso lato)

Meglio un vero amico che cento parenti.

Se le parole pagassero“dazio”quante in menose ne direbbero.

PROVERBI E DETTI VENEZIANI a cura di G. M.

Dalla notte dei tempi.....Proverbi e detti veneziani

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IL MESSAGGIO N. 2 - 2014 47

L’angolo del Poeta

Riflessionedi Marta Costa

Spesso veniamo colti da momenti

di sconforto,

e la vita ci sembra buia e confusa.

Ed è proprio in questi momenti di sconforto, bui,

che dobbiamo cercare la luce

per non perdere la speranza.

A volte ci arrabbiamo così tanto

che vediamo tutto nero.

Ed è in questi momenti che dobbiamo

imparare a gestire i nostri sentimenti…

Non è, di certo, facile ma contando fino a dieci

e facendo un respiro profondo, ma molto profondo…

possiamo essere padroni di noi stessi,

non perdere la calma,

e cercare di ritrovare la serenità

e maturare pensieri più positivi.

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