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di Roma e del Lazio MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015 numero 41 anno I - 1 euro Il Nuovo Corriere Nuovo Corriere Il A gosto, politica mia non ti conosco.. Arrivederci a set- tembre. Le ondate di caldo che hanno fatto piombare in letargo gli italiani sono un’autentica àncora di salvezza per molti politici. Na- zionali (vero Matteo Renzi?). O lo- cali, come il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Il famoso hashtag @staisereno dedicatogli alcune set- timane fa dal premier-segretario del partito democratico, continua ad essere sospeso sul collo del “mar- ziano”; e la lama della ghigliottina politica manovrata dall’ex sindaco di Firenze potrebbe da un momento all’altro abbattersi con violenza sul sindaco-dem. Il rimpasto della Giunta capitolina della fine di lu- glio non deve ingannare: Renzi non farà regali a Marino. L’esito del loro “scontro” è destinato ad una fine obbligata. O Marino è in grado di diventare un vero primo cittadino della Capitale, un Rudolph Giu- liani di casa nostra capace di resti- tuire alla Città Eterna la bellezza che ha via via perduto trasforman- dosi in una capitale mediterranea, oppure se ne va. In entrambi i casi il vero vincitore sarà il premier. Se Marino dovesse diventare un vero “Signor Sindaco”, tutti attribui- ranno il merito del suo cambia- mento – quello da marziano ad amministratore – alla struttura, ed agli assessori espressione del Pd, che Renzi gli ha affiancato. Che vanno dal prefetto Gabrielli, “testa poli- tica” del Comune per quel che ri- guarda l’imminente Giubileo, al senatore Esposito, l’assessore anti no-tav che appena un paio di mesi fa aveva chiesto l’intervento del- l’esercito a Ostia, il municipio di Roma che entro questa settimana potrebbe essere sciolto per mafia dal ministro dell’interno Angelino Al- fano. Sorte che non toccherà a Roma, in virtù di una scelta politica del premier, preoccupato di non dare in pasto al mondo un comune di Roma etichettato come “ma- fioso”. Che questa sia però la realtà vera, lo sanno tutti, almeno in Ita- lia. O Marino fa il miracolo o se ne va In ogni caso vince Renzi SCENARI Roma: gestione straordinaria per incapacità (e interesse) a pagina 3 IL CASO La ciclabile di Porta Portese? Un inutile percorso ad ostacoli a pagina 6 T attica disperata per restare al posto di comando: ha fatto fuori Paolo Masini e con lui tutta l’area zingarettiana. Ha diviso la corrente renziana, chiamando con sé due parlamentari, Stefano Esposito e Marco Causi, non proprio fedelissimi del premier. Ha terremotato l’alleanza con Sel, Infine ha depotenziato il suo nuovo vice, Causi. Per lui niente deleghe sulle municipalizzate. Ha anche scontentato Sabella, che si trova al suo fianco la Buarnè anche come responsabile Integrità e Tra- sparenza. Tutto Marino “divide ed impera”, a costo di trovarsi isolato a pagina 2 C on 1,6 miliardi La sfida del M5S in una città in crisi ma con un potenziale di sviluppo enorme – il porto, l’autostrada il turismo - viziata dal rapporto perverso con la Centrale del- l’Enel e la difficoltà di arrivare ad una buona amministrazione. “Difficile fare accettare le nuove regole, rispetto delle regole. CIVITAVECCHIA STRATEGIE a pagina 5 segue a pagina 2 D uecento milioni per tenere in vita una giunta. Sono i soldi che il governo Renzi ha deciso di concedere all’ammini- strazione Marino: buttare giù un sindaco a pochi mesi dal Giubileo non si può, queste risorse sono come un respiratore a cui è attaccato un malato in fin di vita. Se dopo l’Anno Santo, che prenderà il via tra quattro mesi, il primo cittadino non avrà dato una sferzata a Roma, allora sarà il momento di sfrattare dal Campidoglio l’attuale inquilino. Non prima. Per evitare problemi, quei finanziamenti saranno gestiti direttamente dal nuovo asses- sore al Bilancio, Marco Causi, defraudato delle deleghe sulle mu- nicipalizzate e sul personale. Ma esperto di piani di rientro. Pochi fondi, ma che dovrebbero arrivare a breve dopo il pressing del Vaticano. Che ha lanciato il suo grido d’allarme sui ritardi cau- sati dalle beghe interne al centrosinistra, fiaccato dall’inchiesta su Mafia Capitale. Altra certezza: quei soldi non saranno suffi- cienti. Perché, secondo le stime di palazzo Senatorio, servirebbe al- meno mezzo miliardo. Necessari per mettere a punto quel pro- getto mirato di riqualificazione di strade e piazze, soprattutto in periferia. All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 41 ANNOI MERCOLEDÌ5 AGOSTO2015 LA MAPPA DEL POTERE SANITA’&RICERCA Terremoto in arrivo ai vertici aziendali, poltrone in marcia a pagina 8 a pagina 9 Come ti misuro il carico mentale del chirurgo o del pilota in azione O gni impresa che si rispetti, con una attività consolidata, dei dipen- denti, degli utenti di riferimento, chiude ogni anno i bilanci, ana- lizza il consuntivo e avanza un piano di previsione per l’anno successivo; tante spese, tanti incassi (quelli fissi, strutturali, e gli extra), tante variabili da ammortizzare. Saranno poi l’abilità dei manager e le evoluzioni del mercato a fare la differenza. Ma questo scenario, per le strutture sanitarie accreditate del Lazio, è una chi- mera, un’utopia. Rientrare nel novero degli accre- diti significa solo apparentemente approdare alla Serie A, alla tranquillità finanziaria: significa di fatto rientrare nell’elenco delle aziende alle quali la Regione riconosce e paga una quota di presta- zioni fornite agli utenti. Sono i cosiddetti budget annuali, oggetto di dibattito in Commissione regio- nale Sanità nei giorni scorsi. In sostanza la strut- tura sanitaria sa che potrà contare su una determinata cifra, su quella farà i suoi conti e mo- dellerà il respiro della sua attività, attrezzature, personale, investimenti, etc. Ma tutto questo fun- ziona se, correttamente, la Regione comunica per tempo, a fine anno, quali saranno i termini della “collaborazione”per l’anno successivo. Ma se ciò non accade - come è tradizione e come è stato ri- scontrato nella già citata riunione - sono guai. La verità è che il privato accreditato è ostaggio della Regione, dei suoi dirigenti, dei suoi funzionari, per dirla tutta. Ed è uno dei motivi della crisi della sa- nità laziale, al di là dei trionfalismi dei conti zin- garettiani. C’è un’area grigia che alla faccia della tanto sbandierata trasparenza ancora resiste . La linea adottata – e non da oggi – dalla Regione è in- sieme perversa, malvagia, punitiva. I “cambi” di direzione e di strategia in corsa sono all’ordine del giorno, i ritardi nella attribuzione dei budget man- dano all’aria le aziende più deboli. Il “pubblico” va in qualche modo salvato, il “privato” solo se serve, se vale la pena . Nulla di ideologico, per carità, molto di pratico, di grigio. Meglio ancora di “opaco”, un termine che oggi va per la maggiore. Primo esempio. Nel quadro di programmazione sa- nitaria regionale la Cabina di Regia decide che quell’azienda accreditata debba fornire (per avere il budget) quel tipo di prestazioni con quelle attrez- zature. Gli amministratori comprano, assumono, convertono per adeguarsi, e scoprono poi, a cose fatte, che la Regione ha già cambiato idea,che quelle prestazioni non servono più perché è cam- biata la strategia, è cambiata la collocazione della azienda in questione sullo scacchiere generale. Ma il cambio di rotta è stato comunicato per tempo? Non necessariamente. E i lavoratori assunti? Affari loro . E con due scherzi di questo tipo si va falliti, ed è accaduto. Secondo esempio, classico. La defi- nizione del budget non è un fatto automatico, tec- nico, basato su parametri specifici. E non avviene nei tempi giusti, dal primo gennaio, si è detto. In- tanto l’azienda comincia, al buio, assicura le pre- stazioni, si programma, lavora. Prende anticipi, tarati sul budget dell’anno precedente, si organizza, programma spese e investimenti. Poi dopo sei, sette mesi (quando va bene) arrivano le decisioni e come puntualmente accade il budget viene tagliato del 15, 20%.(quest’anno del 30%). L’azienda si ade- gui, si arrangi. Ma con quegli stanziamenti le pre- stazioni sono coperte fino ad a agosto, a settembre, poi si lavorerà in perdita, gratis, fino a fine anno. Protestare è inutile. Si può sempre scegliere di re- stare nel privato-privato, rinunciando al rapporto con la Regione. Fin qui lo scenario. Se la sanità soffre è anche per queste distorsioni del sistema. Se ne discute ma si accetta. Proprio la scorsa settimana il sub commis- sario governativo Giovanni Bissoni è stato ascoltato in commissione regionale sanità sull’argomento. Ha illustrato i criteri alla base del decreto 332 adottato lo scorso 13 luglio (appunto) sulla definizione del livello massimo di finanziamento per l'anno 2015 alle strutture pubbliche e private accreditate e l'in- troduzione di un monitoraggio dell'attività svolta da ciascuna struttura sulla base dei volumi e degli esiti degli interventi. Attenzione centrata su cinque indicatori già individuati per tutte le strutture pub- bliche: colecistectomia laparoscopica, intervento chirurgico per frattura di femore, infarto miocar- dico acuto, bypass aorto-coronarico, angioplastica coronarica percutanea. È stato stabilito inoltre che le strutture che nel 2014 hanno fatto registrare meno di 500 parti non potranno svolgere attività ostetriche a partire dal secondo semestre 2015, con conseguente mancata contrattualizzazione. Tra gli allegati del decreto, la Regione Lazio propone un proprio modello di analisi per la revisione delle so- glie di durata di degenza dei ricoveri di riabilita- zione ospedaliera basata sulla ricostruzione del percorso individuale del paziente e sulla classifica- zione delle patologie riscontrate. Gli interessati na- turalmente non sono stati informati ufficialmente, anche se qualche “dritta”agli amici può essere arri- vata. Il dato tecnico è complicato e ha già fatto ve- nire i brividi agli addetti ai lavori e ai manager delle strutture sanitarie accreditate, contenziosi ed este- nuanti trattative in vista. I conti opachi della sanità di Zingarei DIETRO I FATTI di Giulio Terzi segue a pagina 9 Il sindaco Cozzolino: «Governare senza i ricai della politica» di Carlo Rebecchi di Giovanni Santoro IL PUNTO Renzi apre i cordoni della borsa per il Giubileo. Ma quei soldi non basteranno PONTINO Anzio e Sabaudia litigano sul progetto di ampliamento del porto a pagina 11 Duecento milioni per tenere in vita una giunta segue a pagina 3

IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

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Periodico diretto da Giovanni Tagliapietra www.corrierediroma-news.it www.facebook.com/corrierediromaedellazio

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Page 1: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

di Roma e del Lazio MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015numero 41 anno I - 1 euro

IlNuovoCorriereNuovoCorriereIl

A gosto, politica mia non ticonosco.. Arrivederci a set-tembre. Le ondate di caldo

che hanno fatto piombare in letargogli italiani sono un’autentica àncoradi salvezza per molti politici. Na-zionali (vero Matteo Renzi?). O lo-cali, come il sindaco di Roma,Ignazio Marino. Il famoso hashtag@staisereno dedicatogli alcune set-timane fa dal premier-segretario delpartito democratico, continua adessere sospeso sul collo del “mar-ziano”; e la lama della ghigliottinapolitica manovrata dall’ex sindacodi Firenze potrebbe da un momentoall’altro abbattersi con violenza sulsindaco-dem. Il rimpasto dellaGiunta capitolina della fine di lu-glio non deve ingannare: Renzi nonfarà regali a Marino. L’esito del loro“scontro” è destinato ad una fineobbligata. O Marino è in grado didiventare un vero primo cittadinodella Capitale, un Rudolph Giu-liani di casa nostra capace di resti-tuire alla Città Eterna la bellezzache ha via via perduto trasforman-dosi in una capitale mediterranea,oppure se ne va. In entrambi i casiil vero vincitore sarà il premier. SeMarino dovesse diventare un vero“Signor Sindaco”, tutti attribui-ranno il merito del suo cambia-mento – quello da marziano adamministratore – alla struttura, edagli assessori espressione del Pd, cheRenzi gli ha affiancato. Che vannodal prefetto Gabrielli, “testa poli-tica” del Comune per quel che ri-guarda l’imminente Giubileo, alsenatore Esposito, l’assessore antino-tav che appena un paio di mesifa aveva chiesto l’intervento del-l’esercito a Ostia, il municipio diRoma che entro questa settimanapotrebbe essere sciolto per mafia dalministro dell’interno Angelino Al-fano. Sorte che non toccherà aRoma, in virtù di una scelta politicadel premier, preoccupato di nondare in pasto al mondo un comunedi Roma etichettato come “ma-fioso”. Che questa sia però la realtàvera, lo sanno tutti, almeno in Ita-lia.

O Marinofa il miracolo

o se ne vaIn ogni casovince Renzi

SCENARIRoma: gestionestraordinaria per incapacità(e interesse)

a pagina 3

IL CASOLa ciclabile diPorta Portese?Un inutile percorso ad ostacoli

a pagina 6

Tattica disperata per restare al posto dicomando: ha fatto fuori Paolo Masinie con lui tutta l’area zingarettiana. Ha

diviso la corrente renziana, chiamando consé due parlamentari, StefanoEsposito e Marco Causi, non

proprio fedelissimi del premier.Ha terremotato l’alleanza con

Sel, Infine ha depotenziato il suonuovo vice, Causi. Per lui niente

deleghe sulle municipalizzate. Haanche scontentato Sabella, che si

trova al suo fianco la Buarnè anchecome responsabile Integrità e Tra-

sparenza. Tutto

Marino “divide ed impera”, a costo di trovarsi isolato

a pagina 2

Con 1,6 miliardi La sfida del M5S in una cittàin crisi ma con un potenziale di sviluppoenorme – il porto, l’autostrada il turismo -

viziata dal rapporto perverso con la Centrale del-l’Enel e la difficoltà di arrivare ad una buonaamministrazione. “Difficile fare accettare le nuoveregole, rispetto delle regole.

CIVITAVECCHIASTRATEGIE

a pagina 5

segue a pagina 2

Duecento milioni per tenere in vita una giunta. Sono i soldiche il governo Renzi ha deciso di concedere all’ammini-strazione Marino: buttare giù un sindaco a pochi mesi

dal Giubileo non si può, queste risorse sono come un respiratorea cui è attaccato un malato in fin di vita. Se dopo l’Anno Santo,che prenderà il via tra quattro mesi, il primo cittadino non avràdato una sferzata a Roma, allora sarà il momento di sfrattare dalCampidoglio l’attuale inquilino. Non prima. Per evitare problemi,quei finanziamenti saranno gestiti direttamente dal nuovo asses-sore al Bilancio, Marco Causi, defraudato delle deleghe sulle mu-

nicipalizzate e sul personale. Ma esperto di piani di rientro.Pochi fondi, ma che dovrebbero arrivare a breve dopo il pressingdel Vaticano. Che ha lanciato il suo grido d’allarme sui ritardi cau-sati dalle beghe interne al centrosinistra, fiaccato dall’inchiestasu Mafia Capitale. Altra certezza: quei soldi non saranno suffi-cienti.Perché, secondo le stime di palazzo Senatorio, servirebbe al-meno mezzo miliardo. Necessari per mettere a punto quel pro-getto mirato di riqualificazione di strade e piazze, soprattuttoin periferia.

All’internol’inserto

di Sanitàdel Lazio

LazioLazio

ladel

anitàSSNUMERO 41 ANNO I MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015LA MAPPA DEL POTERESANITA’&RICERCA

Terremoto in arrivoai vertici aziendali,poltrone in marciaa pagina 8

a pagina 9

Come ti misuro il carico mentale del chirurgo o del pilota in azione

O gni impresa che si rispetti, con unaattività consolidata, dei dipen-denti, degli utenti di riferimento,chiude ogni anno i bilanci, ana-lizza il consuntivo e avanza un

piano di previsione per l’anno successivo; tante

spese, tanti incassi (quelli fissi, strutturali, e gli

extra), tante variabili da ammortizzare. Saranno

poi l’abilità dei manager e le evoluzioni del mercato

a fare la differenza. Ma questo scenario, per le

strutture sanitarie accreditate del Lazio, è una chi-

mera, un’utopia. Rientrare nel novero degli accre-

diti significa solo apparentemente approdare alla

Serie A, alla tranquillità finanziaria: significa di

fatto rientrare nell’elenco delle aziende alle quali

la Regione riconosce e paga una quota di presta-

zioni fornite agli utenti. Sono i cosiddetti budget

annuali, oggetto di dibattito in Commissione regio-

nale Sanità nei giorni scorsi. In sostanza la strut-

tura sanitaria sa che potrà contare su una

determinata cifra, su quella farà i suoi conti e mo-

dellerà il respiro della sua attività, attrezzature,

personale, investimenti, etc. Ma tutto questo fun-

ziona se, correttamente, la Regione comunica per

tempo, a fine anno, quali saranno i termini della

“collaborazione”per l’anno successivo. Ma se ciò

non accade - come è tradizione e come è stato ri-

scontrato nella già citata riunione - sono guai. La

verità è che il privato accreditato è ostaggio della

Regione, dei suoi dirigenti, dei suoi funzionari, per

dirla tutta. Ed è uno dei motivi della crisi della sa-

nità laziale, al di là dei trionfalismi dei conti zin-

garettiani. C’è un’area grigia che alla faccia della

tanto sbandierata trasparenza ancora resiste . La

linea adottata – e non da oggi – dalla Regione è in-

sieme perversa, malvagia, punitiva. I “cambi” di

direzione e di strategia in corsa sono all’ordine del

giorno, i ritardi nella attribuzione dei budget man-

dano all’aria le aziende più deboli. Il “pubblico” va

in qualche modo salvato, il “privato” solo se serve,

se vale la pena . Nulla di ideologico, per carità,

molto di pratico, di grigio. Meglio ancora di

“opaco”, un termine che oggi va per la maggiore.

Primo esempio. Nel quadro di programmazione sa-

nitaria regionale la Cabina di Regia decide che

quell’azienda accreditata debba fornire (per avere

il budget) quel tipo di prestazioni con quelle attrez-

zature. Gli amministratori comprano, assumono,

convertono per adeguarsi, e scoprono poi, a cose

fatte, che la Regione ha già cambiato idea,che

quelle prestazioni non servono più perché è cam-

biata la strategia, è cambiata la collocazione della

azienda in questione sullo scacchiere generale. Ma

il cambio di rotta è stato comunicato per tempo?

Non necessariamente. E i lavoratori assunti? Affari

loro . E con due scherzi di questo tipo si va falliti,

ed è accaduto. Secondo esempio, classico. La defi-

nizione del budget non è un fatto automatico, tec-

nico, basato su parametri specifici. E non avviene

nei tempi giusti, dal primo gennaio, si è detto. In-

tanto l’azienda comincia, al buio, assicura le pre-

stazioni, si programma, lavora. Prende anticipi,

tarati sul budget dell’anno precedente, si organizza,

programma spese e investimenti. Poi dopo sei, sette

mesi (quando va bene) arrivano le decisioni e come

puntualmente accade il budget viene tagliato del

15, 20%.(quest’anno del 30%). L’azienda si ade-

gui, si arrangi. Ma con quegli stanziamenti le pre-

stazioni sono coperte fino ad a agosto, a settembre,

poi si lavorerà in perdita, gratis, fino a fine anno.

Protestare è inutile. Si può sempre scegliere di re-

stare nel privato-privato, rinunciando al rapporto

con la Regione.Fin qui lo scenario. Se la sanità soffre è anche per

queste distorsioni del sistema. Se ne discute ma si

accetta. Proprio la scorsa settimana il sub commis-

sario governativo Giovanni Bissoni è stato ascoltato

in commissione regionale sanità sull’argomento. Ha

illustrato i criteri alla base del decreto 332 adottato

lo scorso 13 luglio (appunto) sulla definizione del

livello massimo di finanziamento per l'anno 2015

alle strutture pubbliche e private accreditate e l'in-

troduzione di un monitoraggio dell'attività svolta

da ciascuna struttura sulla base dei volumi e degli

esiti degli interventi. Attenzione centrata su cinque

indicatori già individuati per tutte le strutture pub-

bliche: colecistectomia laparoscopica, intervento

chirurgico per frattura di femore, infarto miocar-

dico acuto, bypass aorto-coronarico, angioplastica

coronarica percutanea. È stato stabilito inoltre che

le strutture che nel 2014 hanno fatto registrare

meno di 500 parti non potranno svolgere attività

ostetriche a partire dal secondo semestre 2015, con

conseguente mancata contrattualizzazione. Tra gli

allegati del decreto, la Regione Lazio propone un

proprio modello di analisi per la revisione delle so-

glie di durata di degenza dei ricoveri di riabilita-

zione ospedaliera basata sulla ricostruzione del

percorso individuale del paziente e sulla classifica-

zione delle patologie riscontrate. Gli interessati na-

turalmente non sono stati informati ufficialmente,

anche se qualche “dritta”agli amici può essere arri-

vata. Il dato tecnico è complicato e ha già fatto ve-

nire i brividi agli addetti ai lavori e ai manager delle

strutture sanitarie accreditate, contenziosi ed este-

nuanti trattative in vista.

I conti opachi della sanità di Zingaretti

DIETRO I FATTI

di Giulio Terzi

segue a pagina 9

Il sindaco Cozzolino: «Governare senza

i ricatti della politica»

di Carlo Rebecchi

di Giovanni Santoro

IL PUNTO Renzi apre i cordoni della borsa per il Giubileo. Ma quei soldi non basteranno

PONTINOAnzio e Sabaudia litigano sul progetto diampliamento del porto

a pagina 11

Duecento milioni per tenere in vita una giunta

segue a pagina 3

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PRIMO PIANO mercoledì 5 agosto 2015 pagina 2

Dividi et impera.Ecco la strategiadi Ignazio Ma-rino per restaresul ponte di co-

mando del Campidoglio. Haspaccato il suo partito, il Pd, fa-cendo fuori Paolo Masini dallagiunta e con lui tutta l’area zinga-rettiana. Ha diviso la correnterenziana, chiamando con sé nellasala delle Bandiere due parla-mentari, Stefano Esposito eMarco Causi, non proprio fede-lissimi della prima ora del pre-mier. Ha terremotato l’alleanzacon Sel, facendo fuori dalla squa-dra di governo il vendolianoLuigi Nieri. L’ultimo tassello,della sua tattica di difesa, è statoquello di depotenziare il suonuovo vice, Causi. Per lui nientedeleghe sulle municipalizzate,che furono dell’ex assessore alBilancio, Silvia Scozzese. Re-sponsabilità che il sindaco prefe-risce tenere per sé. Percontinuare a dare l’aria del mar-ziano, che non ha paura di nulla.Ma che in realtà mostra il timoredi perdere lo scranno più alto dipalazzo Senatorio.Per questo neanche il tempodella foto di gruppo, per il terzovalzer di poltrone in poco più di

due anni alla guida di Roma, chele prime scintille rischiano discatenare il rogo. E mandare afuoco tutti gli arazzi della stanzain cui si prendono le decisionicapitali. Lui non vuole passareper il ventriloquo di Matteo Or-fini, il commissario dem e presi-dente nazionale del Pd, che ha

occupato tutti gli spazi possibilinella Capitale. Il chirurgo vuolemostrare autonomia. Nessuncommissariamento da palazzoChigi.Così se Renzi punta sul prefettoFranco Gabrielli per la gestionedel Giubileo e su Causi per le ri-sorse relative all’Anno Santo, il

primo cittadino si tiene le dele-ghe – pesanti – sulle municipa-lizzate. Per i piddini filorenziani,e non solo, una sorta di dispetto.Depotenziare l’assessorato al Bi-lancio del deputato democrat hail sapore della vendetta: così ilcontrollo strategico delle societàe degli enti partecipati resta nelle

sue mani. Una mossa, ovvia-mente, non concordata. Cheneppure può essere spiegata conla voglia di essere sollevato daqualche incarico, considerando ildoppio impegno tra Roma e Par-lamento. Anche perché quelleresponsabilità erano funzionalial famoso piano di rientro volutodal governo e che, nelle inten-zioni, proprio a lui doveva essereaffidato.Alla fine, Causi non si occuperàanche del personale capitolino edel rinnovo del contratto per ilsalario accessorio. Era una ca-sella in capo all’ex vicesindaco,Nieri, andranno al neo segretariogenerale del Campidoglio. Saràinfatti Serafina Buarnè ad occu-parsi di loro e, soprattutto, del-l’operato dei dirigenti. Altradecisione che ha generato scon-tento. A saltare sulla sedia, leg-gendo l’ordinanza sindacale,stavolta è stato Alfonso Sabella.Il super magistrato, cacciatore dimafiosi, si era ritrovato al suofianco la Buarnè anche come re-sponsabile Integrità e Traspa-renza. L’unità tanto sbandierataè utile per le photo opportunity,non per una strategia di ammini-strazione. Marino ha già scelto lastrada da seguire: dividi e co-manda. Anche a costo di trovarsiisolato.

di Giovanni Santoro

IL SINDACO SI VENDICA DEL PD CREANDO IL CAOS AL SUO INTERNOSTRATEGIE

Marino "divide ed impera",a costo di trovarsi isolato

Tattica disperata per restare al posto di comando: ha fatto fuori Paolo Masini e con lui tutta l’area zingarettiana. Ha diviso la corrente renziana, chiamando con sé due parlamentari, Stefano Esposito e Marco Causi, non proprio fedelissimi del premier. Ha terremotato l’alleanza con Sel, infine ha depotenziato il suo nuovo vice, Causi. Per lui niente deleghe sulle municipalizzate. Ha anche scontentato

Sabella, che si trova al suo fianco la Buarnè anche come responsabile Integrità e Trasparenza. Tutto questo funzionerà?

D’altra parte Renzi potrà pre-sentarsi a tutti gli italianicome “l’uomo del cambia-

mento”, di chi “fa pulizia”, anche se Ma-rino non riuscisse a cambiare registro e,nonostante la nuova Giunta, si andassead elezioni la primavera prossima. Benspendo però che Marino, per quantogrande sia la sua incapacità di gover-nare Roma, sarebbe il caprio espiatoriochiamato a pagare, con l’uscita di scena,per colpe non sue; e, soprattutto, sa-pendo che cambiando Marino, ma la-sciando grosso modo inalterati i livellidi comando e di responsabilità, e l’in-treccio politico economico della capitale,Roma continuerà ad essere quella“Mafia Capitale” per la quale il procu-ratorte capo Pignatone chiede senzasuccesso al governo lo scioglimento del

Comune.Per Marino, una gabbia senza apparen-temente vie d’uscita. Che è anche, perlui, la possibilità – nel caso riesca ad evi-tare le dimissioni – di un’uscita di scenaonorevole. Che il “marziano” sembra co-munque ricercare. Lo si vede dai tenta-tivi che sta facendo per non lasciarsicondizionare dal partito democratico.Renzi, per non aggravare ulteriormentei contrasti con gli oppositori all’internodel suo stesso partito, non ha imposto aMarino nessun filo-renziano dichiarato,come erano gli assessori usciti di scena,Improta e la Scozzese. I quali sono statisostituiti in un ruolo chiave – quello divicesindaco e assessore al bilancio – daun esponente del PD romano comeMarco Causi, voluto proprio da RenziUn “regalo avvelenato”, per una Giunta

che dovrà fare una “spending review”durissima per far quadrare il bilanciocapitolino: Causi è stato infatti uno deipromotori della “finanza creativa” , aitempi del sindaco Veltroni, che ha rico-perto Roma di debiti (sette miliardiquando è diventato sindaco Alemanno,che poi per non sfigurare ha fatto del suomeglio per ingigantire il buco). Ora,proprio il tentativo di Marino di limi-tare i “poteri” del nuovo vice-sindaco eassessore al bilancio sembrerebbero in-dicare la sua intenzione di non seguirein tutto e per tutto la linea del Pd, che èstata da anni, e anche nei primi dueanni di governo di Marino, quella di ri-cercare una “pace sociale” capace diportare voti, ma che spesso ha fatto apugni con una rigorosa gestione del per-sonale e delle aziende comunali. Signi-

ficativa, da questo punto di vista, lascelta di Marino di tenere per sé, sottra-endola a Causi, la delega del personalecapitolino. E anche la decisione di Ma-rino di gestire personalmente la strate-gia relativa alle municipalizzate e allepartecipate, altra delega sottratta alnuovo vice-sindaco, potrebbe significare– se si tradurrà nell’ingresso dei privatiin alcune delle municipalizzare , a co-minciare dall’Atac – una rottura fonda-mentale con il passato, per Roma unpunto di svolta addirittura epocale. Sequesta è la strada che intende percor-rere, troverà certamente nel governoRenzi un alleato in grado di dargli unamano; e potrebbe essere la strada per ilrilancio della Capitale. Altrimenti l’esitoè già scritto.

Carlo Rebecchi

segue dalla prima pagina

O Marino fa il miracolo o se ne va. In ogni caso vince Renzi

Matteo Orfini, Maria Elena Boschi e Ignazio Marino

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PRIMO PIANOmercoledì 5 agosto 2015 pagina 3

A poco più di quattro mesi dal-l'apertura del Giubileo dellaMisericordia, in Campidoglio siaccorgono che la stazione Ter-mini fa schifo, che questa infra-

struttura - che ogni anno assiste a 150 milionitra arrivi e partenze - non è in grado di reggereall'onda l'urto dei pellegrini stimati. Vengonoipotizzati oltre 30 milioni di fedeli, se anchedovessero prendere solo un treno andata e ri-torno a testa altri 60 milioni di utenti mande-rebbero in tilt il sistema già evidentemente insovraccarico. E quindi alla vigilia di agosto siè pensato bene di annunciare un tradizionalepiano straordinario con lavori che vengono an-nunciati e programmati per settembre (il checoincide con la ripresa dell'attività ordinaria ela riapertura delle scuole, proprio una trovatageniale), per l'incredibile cifra di 4, forse 6 mi-lioni di euro. Il che tradotto per i 30 milioni dimaggiori utenti fa appena un investimento di10 centesimi a passeggero.Roma Termini fa schifo non da quando è arri-vato Ignazio Marino, e neppure da quandoc'erano Alemanno, Veltroni o Rutelli. Faschifo perché se ci si limita ogni volta a inter-venti straordinari è chiaro che si cade nel di-menticatoio quando l'evento straordinario èconcluso. La responsabilità di investimenti a così scarsorespiro - una volta tanto - non è imputabile aquesto povero chirurgo che rimane attaccatoalla poltrona per testardaggine ma anche perorgoglio. Avrà fatto poco e male, ma quantomeno ha dilapidato pochi quattrini (forseanche perché è capitato in un momento di

crisi e taglio al bilancio). Magari anche Marino- come il fantasmagorico cinefilo, come il bel-loccio ex Radicale, come il sindaco con i rialzi- avrebbe voluto lasciarci un segno della suapresenza. Come facevano gli imperatori del-l'antica Roma al ritorno da una campagna mi-litare vittorioso si facevano prestare i soldi dalSenato per un bell'arco di trionfo, qualche ba-rile di vino e libagioni per i centurioni super-stiti. Oggi i sindaci - per fortuna - non hanno più daspendere e spandere. Già a fatica riescono a farquadrare le tante tasse che ci mitragliano ad-dosso con gli scarsi servizi che dovrebbero of-frirci. Dopo mesi di appelli da parte deiminisindaci in Campidoglio ci si è resi contoche i continui tagli avevano messo a rischio gli

interventi sociali sul territorio.E così - nella solita maratona notturna per va-rare l'assestamento di bilancio di fine luglio -sono saltati fuori 3,5 milioni per interventi so-ciali, tra cui anche la rimessa in servizio di al-cuni parchi pubblici.Va bene tutto: ma che c'entrano altalene e fio-riere con il sociale resterà un mistero. Il pro-blema - il filo comune delle amministrazioni -e la gestione unicamente delle emergenze . Ma la gestione ordinaria. Corrono appressoall'ultimo evento accaduto e non riescono aprogrammare nulla di ordinario.Ne vogliamo analizzare un'altra di situazioniparadossali? Ebbene l'Ama - al centro da annidi una raffica di scandali - ha scoperto chepotrà mettere a spazzare le strade 300 dipen-

denti impiegati fin ad ora in funzioni non es-senziali. Tradotto si era imbucati così beneche la nuova dirigenza non riusciva a scovarli.Trecento persone abbandonate magari a far laguardia in qualche deposito sperduto inveceche in giro con pala e ramazza. Bizzarro no?Possibile che i nostri amministratori abbianola faccia tosta di annunciarci come un successola rimessa in servizio di 300 operatori ecolo-gici. Avrebbero dovuto quantomeno dirci cheera stato punito (se non licenziato) il superioreche aveva permesso di imboscarsi. Invece no:300 a spazzare e nessuno paga per i mesi, forsegli anni in cui questi signori sono stati a pren-dere aria (e stipendio) alla faccio nostra cheviviamo con i cassonetti che traboccano e lestrade che somigliano ad una cloaca indiana. Possibile che in questa città non ci sia mai nes-suno che paghi per colpe e responsabilità? Aprendersi gli onori sono sempre in prima filae chissà quanti ne vedremo alle cerimonie peril Giubileo fare la ruota di pavone a favore ditelecamera. Ma gli oneri mai. Da quegli rifug-gono. Sia mai gli tocchi pagare pegno. Anchesolo chiedere scusa.L'ultima notizia è che lacittà americana di Boston ha saggiamente riti-rato la candidatura per gestire le olimpiadi del2024. Gli amministratori locali hanno fattodue conti e scoperto che rischiavano di finirein bancarotta. Con il pragmatismo protestanteche li caratterizza hanno declinato gentilmentel'invito: non ce lo possiamo permettere. Danoi è tutto un tripudio di attese e programmi.Riusciamo a fatica a spostarci da Termini aFiumicino, figurarsi accogliere e predisporrele strutture per far giocare gli atleti olimpici.Non ce li possiamo permettere questi baloc-chi.

I LIMITI STRUTTURALI DI UNA CITTÀ SGOVERNATA DA TROPPO TEMPOSCENARI

Roma: gestione straordinaria per incapacità (e interesse)

Il Campidoglio si accorge - a 5 mesi dal Giubileo - che Termini fa schifo e va potenziata. L'Ama scova 300 spazzini e li rimette al lavoro. Perché l'ordinaria amministrazione è sempre un evento eccezionale

per questa città? C'è solo da sperare che Roma declini (o perda) la candidatura per le Olimpiadi del 2024.Boston ha rinunciato (temendo il default), noi invece andiamo avanti. Ma ne siamo capaci?

Senza dimenticare trasportie accoglienza. Il premierRenzi, però, ha deciso: nes-

sun risorsa aggiuntiva dello Statoandrà a Roma. Tradotto: cavate-vela da soli. Perché il presidentedel Consiglio non si fida più e nonè disposto a dare coperture politi-che e finanziarie a chi vorrebbefar fuori alla prima occasioneutile.Marino non si cura di loro, del gi-glio magico, e va avanti: prontoa chiedere lo sblocco del patto distabilità. Per dimostrare che lacittà può contare sui propri soldie sulle proprie forze. Ma bisognachiudere un occhio. L’ultimo tas-sello per arrivare alla cifra pre-ventivata è un anticipo di 150

milioni di euro dalla gestionecommissariale, quella attivatacon la maggiorazione Irpef perrientrare dal debito monstre. Capitolo cantieri. Tutti hanno inmente le immagini delle proce-dure d’urgenza, con lavori affi-dati in via diretti. E molti finitinelle grinfie delle cupola delMondo di Mezzo e di mafia ca-pitale. Ecco che, adesso, l’ipotesipiù in voga è di stilare una shortlist di imprese, già accreditatecon la pubblica amministra-zione. Quindi già dotate del cer-tificato antimafia e che sidovranno occupare degli inter-venti più urgenti. Che sarannocoordinati direttamente dal pre-fetto Franco Gabrielli. Intanto

però è stata rinviata la gara perl’acquisto di 700 nuovi bus, pro-messi dal sindaco. L’affidamentoper i nuovi mezzi Atac, infatti, èandato deserto nonostante itempi fossero stati prolungati.Adesso un ulteriore rinvio a set-tembre. Se tutto andasse secondoi piani, l’appaltatore a questopunto inizierebbe a costruire iveicoli a ottobre. Saltando così ladata indicata da Marino per ve-dere gli autobus in strada: gen-naio 2016. La colpa?Dell’azienda dei trasporti e delsuo rischio fallimento.Tutti soldi sul groppone dei ro-mani. Come quelli dei Puntiverde qualità. Perché il primo cit-tadino esulta per aver riportato

nella disponibilità del Comune11 strutture e incolpa la prece-dente gestione targata Ale-manno. Quello che non dice,però, è che il conto salatissimoanche stavolta lo pagheranno icittadini. Oltre cento milioni dieuro i debiti accumulati con ilcredito sportivo e la Bcc. Con cuil’amministrazione aveva garan-tito fidejussioni per il 95%. Forseil marziano riuscirà a non farsicommissariare e a portare a ter-mine il Giubileo. Senza conoscereil suo destino, che dipende dal Pde da Renzi. Il futuro dei buchi daripianare, invece, prende lastrada dei conti correnti dei ro-mani.

Giovanni Santoro

segue dalla prima pagina

Duecento milioni per tenere in vita una giunta

di Leonardo Giocoli

Page 4: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

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Page 5: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

CRONACHEmercoledì 5 agosto 2015 pagina 5

PARLA IL SINDACO ANTONIO COZZOLINO

Civitavecchia è una realtàpoliticamente, social-mente ed economica-mente complessa,difficile da gestire. La

sinistra ha governato a lungo ma nonha saputo cogliere le occasioni per ildecollo della città. Potenzialmentericca grazie al porto – tra i più impor-tanti del mediterraneo - all’autostrada,porta privilegiata per il turismo dellacapitale, quello dell’aria etrusca, dellaTuscia. In un momento di drammaticacrisi economica e politica è arrivata lasvolta, inattesa: un sindaco grillino.Antonio Cozzolino tra mille difficoltàe contro tutti sta cercando di imporreun nuovo modo di fare politica, di am-ministrare. Lo abbiamo intervistato

Come si fa a far quadrare iconti di un bilancio comunalein una città complessa comeCivitavecchia stretta tra set-tore portuale da sviluppare ecrisi economica?

La situazione economica di Civitavec-chia è assai difficile da spiegare al-l'esterno. Per anni la centrale Enel haerogato fondi straordinari, prima per lasua riconversione, poi in base a con-tratti, poi in base a nulla. Tutti questisoldi non sono stati spesi in investi-menti ma sono stati messi a spesa cor-rente. Questo ha fatto si che oggi citroviamo ad amministrare una città incui i fondi straordinari Enel non ven-gono più erogati, non essendoci titologiuridico, ma la spesa corrente è mo-struosamente più elevata del necessa-rio. È un paradosso: abbiamo serviziscadenti, che costano troppo al citta-dino, e neanche ce li possiamo permet-tere. Se a questo ci aggiungiamo i taglidel governo Renzi, il riaccertamentodei residui, la creazione del fondo digaranzia per i crediti di dubbia esigibi-lità, debiti fuori bilancio rimasti neicassetti per 5 milioni di euro...capireteche la situazione economica a Civita-vecchia è drammatica. E ad un civita-vecchiese questo fa rabbia due volte:abbiamo una centrale Enel che è pre-senza assai ingombrante dal punto divista ambientale, ma il benessere eco-nomico che ne sarebbe dovuto scatu-

rire è finito nelle tasche di pochi. LaCorte dei Conti si è pronunciata in ma-niera molto pesante, ora sta a noi ten-tare di riequilibrare questa assurdasituazione.

Come state affrontando ilnodo servizio idrico, ed ilrapporto con Acea?

L'acqua a nostro avviso deve rimanerepubblica, non c'è neanche da discutere.I cittadini si sono espressi con un refe-rendum chiaro e vogliamo rispettarlo.Insieme ad altri Comuni abbiamo fattoopposizione e vogliamo mantenere laproprietà del servizio. Certo, anchequesto è un settore in grossa difficoltàe che in tutti questi anni non solo nonha visto investimenti, ma neanche lapiù normale manutenzione. E' unadelle nostre priorità e quindi Civita-vecchia tornerà ben presto a spenderesoldi, e bene, su questo fondamentaleaspetto.

A che punto è l’operazione re-lativa alla trasformazione delporto in scalo principale delcentro Italia e meta dellecompagnie di crociera?

Civitavecchia negli ultimi anni si è tro-vata ad essere un grosso riferimentocrocieristico ma il Comune, anche qui,non si è fatto trovare pronto. Abbiamotrovato una situazione in cui i turistiscendevano ed erano assediati da abu-sivi, sotto ogni forma. Il turista in que-sti anni non è stato visto come risorsaa cui vendere servizi, ma come il polloda spennare.

Noi, in sinergia con l'Autorità Portuale,stiamo provvedendo a creare un termi-nal, Largo della Pace, dove il turistapossa trovare con calma e tranquillitàtutte le informazioni che desidera, siaper quanto riguarda i trasporti sia perquanto riguarda mete da visitare. Ci sa-ranno stalli per taxi, NCC, ape cales-sini ed ovviamente i pullman di linea,con la nuova tratta Porto - Stazione fer-roviaria da noi instaurata e che haavuto subito un grosso successo. Abreve installeremo anche una cartello-nistica a loro dedicata, per guidarli nelloro passeggiare in città.

Quali sono le maggiori resi-

stenze che avete incontratonel processo di cambiamentorispetto a quanto lasciatodalle precedenti amministra-zioni?

Il cambiamento più difficile da accet-tare è in primis nella visione del Sin-daco: non più uno Zar che tutto può etutto vuole, al di sopra delle leggi e delvivere comune, ma un normale primocittadino che amministra la cosa pub-blica secondo le leggi ed il buon senso,senza fare favoritismi verso nessuno.Accettare che il politico di turno noninterceda e saltando questa o quellalegge è assai difficile da metabolizzare.Cambiare la mentalità della gente èuno dei nostri obiettivi principali

Il M5S non fa alleanze connessuno. Senza i ricatti dellapolitica si può raggiungereuna tranquillità di gestione oserve anche altro?

A Civitavecchia i famosi soldi dell'Enelhanno accecato la politica. Ogni qualvolta si parla di un problema, la solu-zione che ci viene proposta è sempre"andate a chiedere i soldi all'Enel".Manca ed è mancata una visione poli-tica a più ampio raggio, con idee inno-vative e prospettive diverse.Dall'opposizione arrivano per la mag-gior parte critiche strumentali, volte adesasperare gli animi e cavalcare il mal-contento. Si vive in perenne campagnaelettorale, ancora non si è accettato cheil M5S ha vinto le elezioni e che peraltri 4 anni governerà. La nostra forza

è l'assoluta compattezza, che ci mandaavanti senza titubanze anche nei mo-menti difficili e senza essere costretti acedere a nessun ricatto. Esattamenteciò che ci voleva a Civitavecchia, dovele maggioranze assai raramente hannoconcluso i cinque anni di mandato.

Quale è il suo rapporto con ladirigenza del comune di Civi-tavecchia?

Anche i dipendenti hanno faticato nonpoco a capire il diverso approccio cheabbiamo posto verso la pubblica am-ministrazione, e c'è chi si è messo pro-fessionalmente a disposizione e chiinvece ha fatto qualche resistenza. I di-rigenti oggi sono 7, assai meno di ieriche erano 13. Questo comporta chehanno settori più vasti da coordinare eci sono difficoltà.Il Comune che abbiamo trovato eradecisamente sbilanciato, con un ufficioambiente e quello di innovazione tec-nologica inesistente tanto per fare unesempio. Abbiamo messo ordine se-condo quella che è la nostra visionepolitica, ma il blocco delle assunzioniin attesa del riordino delle Province cista creando un danno non da poco. IlComune di Civitavecchia fra le altrecose avrebbe anche bisogno di alcuniinnesti, giovani e motivati, in partico-lari settori, come per esempio nella Po-lizia Locale. Con le assunzioni bloccatesi va avanti ma con molta fatica.

Come vede Civitavecchia nelfuturo?

La vedo profondamente diversa: unacittà che si allontana dalle energie fos-sili ma passa alle energie rinnovabili,un centro di passaggio moderno e con-fortevole per i turisti di passaggio, unacittà che ascolta la sua vocazione estivaricreativa/balneare, una città che fadello sport e del turismo sportivo unodei suoi punti di forza. Importante saràil ruolo che reciterà l'università, chestiamo rilanciando, e l'educazione deipiù giovani. Civitavecchia può fare ungrosso salto di qualità ma a volerlo nondeve essere solo il M5S ma tutta la cit-tadinanza. Un cambio di visione glo-bale di tutti, ci farà essere una cittàdecisamente migliore sia per chi cipassa sia per chi la vive.

Civitavecchia, governaresenza i ricatti della politica

L’INTERVISTA

La sfida del M5S in una città in crisi ma con un potenziale di sviluppo enorme – il porto, l’autostrada il turismo -viziata dal rapporto perverso con la Centrale

dell’Enel e la difficoltà di arrivare ad una buona amministrazione. “Difficile fareaccettare il cambiamento, nuove regole e buon senso”. “Opposizione sempre all’attacco, si vive in perenne campagna elettorale, ancora non si è accettato che il Movimento ha vinto le elezioni e che per altri quattro anni governerà”

Intorno alla vicenda umana ed ideale diGiuseppe Dossetti molto è stato scritto,all'inizio ed alla fine dell’unità del movi-mento politico dei cattolici in Italia. Si scopre ora -grazie al bel volume di Luigi Giorgi, “Ermanno Dos-setti, impegno civile, fede e libertà”, Il Margine ed.,2015 - che in almeno due momenti, in cui quel mo-vimento crebbe e prosperò, suo fratello espresseuna posizione importante nella storia della Demo-crazia cristiana.Nell’immediato secondo dopoguerra, Ermanno Dos-setti affrontò il problema della concertazione delCLN, soprattutto nelle “regioni rosse”. Mezzo se-colo di “non expedit” ed un ventennio di dittaturaavevano diseducato la cultura cattolica alla fiducianei confronti dello Stato. Rinvigorite e legittimatedalla parallela democratizzazione - decisa in As-semblea costituente, unitariamente, da tutte leforze politiche - le sue posizioni si rivelano il mezzoper inverare gli imperativi dell’impegno del cattolico

nella vita pubblica; grazie ad esse,la DC passa all’offensiva e sbara-glia i suoi avversari il 18 aprile1948.Il secondo momento è l’incuba-zione di quel disagio giovanile chesarebbe esploso nel 1968: gli anniSessanta sono tutti percorsi dallostraniamento derivante dalla con-sapevolezza che, per la prima voltanella sua storia, l’umanità disponedei mezzi per l’autodistruzione.Nella cultura cristiana, ne nasceuna genuina ricerca - tra i fonda-menti dell’elaborazione teologica -del modo per conciliare i doveri delfedele con quelli del cittadino. Anche allora, l’accu-

rata ricerca storiografica di Giorgici consente di apprezzare il ruolodel “fratello di Dossetti” al di fuoridelle facili quanto falsanti letturemilitanti: l’obiezione di coscienza,il documento dei parlamentari sulVietnam, la guerra dei Sei giorni,sono per Ermanno tutti momentiper riaffermare una peculiaritàdell’offerta politica della DC, cheintercetta i moventi profondi delPaese.L’ultimo discorso di Aldo Moro agruppi parlamentari, a fine feb-braio 1978, è apparso a molti il do-lente canto del cigno di una classe

politica che si rivolgeva ancora al Paese cercando

di comprenderne i bisogni e di corrispon-derne. Leggendo l’ottima, ispirata e do-cumentata ricerca storiografica su

Ermanno deputato, ci accorgiamo invece chequello era il “modus operandi” di un ben precisoprodotto dell’elaborazione culturale del cattolice-simo democratico. Il fatto che quell’occasione siaandata perduta non può essere soltanto il fruttodella degenerazione della gestione quotidiana delpotere: è anche un portato della repulsione che,nel familismo amorale della massa dei connazio-nali, ha ispirato l’austero rigorismo di quella com-plessa formazione intellettuale.I mille canali profondi di quell’universo politico-cul-turale meritano di essere sondati con l’acribia, l’at-tenzione e la cura con cui Luigi Giorgi ha saputoporgerci materiale inedito: non mancheranno, nesiamo certi, ulteriori, interessanti sorprese, atte asfidare i luoghi comuni del dominante pensierounico.

La lezione politica dell’altro DossettiLA RECENSIONE

Antonio Cozzolino, sindaco di Civitavecchia

Page 6: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

mercoledì 5 agosto 2015 pagina 6CRONACHE

Iciclisti ro-mani, la pre-sidente delXII Munici-pio, Cristina

Maltese, gli ingegneridel traffico che hannomesso il loro sapere alservizio dell’opera, cidevono perdonare seesprimiamo un parere(interessato). Non saràpolitically correct maalla prova dei fatti lapista cliclabile diPorta Portese, enfatizzata coma leprima opera “europea” di questotipo nella capitale si dimostra ungrande pasticcio. Con tanti compli-menti ai tecnici che l’hanno conce-pita e all’amministrazione che hamesso i soldi. Basta enfatizzare ilfatto che quei sei-ottocento metrisono concepiti con i criteri più mo-derni, come si deve, con i ciclisti“protetti” nella loro corsa dallemacchine parcheggiate? No, nonbasta. Ed è effettivamente l’unicopregio, l’unico aspetto positivo, bi-sogna ammetterlo, di un’opera stra-dale disperante. Perché il resto, vadetto, fa proprio disperare. Sembraun brutto scherzo, una cosa lasciataa metà sviluppata senza riflettere.A cominciare da una carreggiatatalmente ridotta che in alcunipunti basta nulla per dover proce-dere a senso alternato. E quel nullasi manifesta spesso, a Roma, nellesembianze di una macchina che siferma in doppia fila. Ma quel trattodi Portuense è arteria essenziale dicollegamento, con traffico veloce(una volta ormai) in entrambi isensi, non si può permettere stroz-zature supplementari Bisogna pas-

sarci accanto tutti i giorni a quellapista ciclabile, per rendersi contodei problemi che crea in rapportoai virtuali benefici che rappresenta.Bisogna rischiare il frontale (è ca-pitato) nell’ultimo tratto in dire-zione della porta solo perché chiviene nell’altro senso non è messosul chi vive da segnaletica adeguatae si trova di fronte due file di mac-

chine, una di vetture parcheggiatee una in marcia in mezzo alla vec-chia carreggiata. Inutile dirlo, il pe-ricolo è reale, ma nessuno ci hapensato. Con la carreggiata ristrettadi un paio di metri chi entra dallaporta si trova di fronte ad una cor-sia sfalsata: le macchine parcheg-giate sembrano ferme al semaforo,quelle in direzione opposta sem-

brano in sorpasso nella corsia sba-gliata. Ma è mai possibile? Su You Tube circola un video im-pietoso che ripercorre metro dopometro la ciclabile di Porta Portese, pochissimo frequentata dai cicli-sti, tra l’altro, che giustamente evi-tano di complicarsi la vita in unaginkana pericolosa e indecorosa.Perché se è vero che le macchine

parcheggiate da en-trambi i lati proteg-gono, è anche veroche per forza di cosela ciclabile è piena diostacoli: i popolaririvenditori dellastrada ( ricambi,ruote, biciclette, ca-

schi, catene e altro)piazzano la mercesulla corsia rossa esat-tamente come face-

vano prima sullastrada e sul marcia-

piede. Le macchine parcheggianotranquillamente all’estremità dellapista e dal lato dei locali (tutti infila in direzione piazza EttoreRolli) la ciclabile è un parcheggiodi riserva governato la sera dai par-cheggiatori abusivi. Dimentica-vamo, in più punti i ciclisti piùsfortunati possono trovarsi diversesquadre di cassonetti, slalom assi-curato, Non tutti amano le bici-clette e molti automobilisti nonsopportano i ciclisti, ma le de-nunce, le lamentele, le critiche ven-gono anche da BiciRoma. E alloraci si chiede se inserire per un trattodi strada così breve il discorso dellaciclabile nel restyling di Porta Por-tese abbia avuto un senso, se siastato un atto di presunzione intel-lettuale, o che altro. Una pista ciclabile dovrebbe essereuna soluzione rilassante, tonifi-cante, non una fettuccia di stradain mezzo al traffico. E non do-vrebbe essere chiusa la domenica,giorno dedicato alle biciclettate incompagnia. Ma a Porta Portese c’èil mercato…. Insomma, un flopimbarazzante per il sindaco ciclistae per i suoi seguaci

di Giulio Terzi

PESANTI CRITICHE ANCHE DAL MONDO DELLE DUE RUOTE CAPITOLINOIL CASO

La ciclabile di Porta Portese?Un inutile percorso ad ostacoliAncora un imbarazzante scivolone per il sindaco ciclista. Un’opera sostanzialmente

incompiuta brutta, scomoda e pericolosa. Praticamente inutilizzata

Quello italiano sarà pure uno dei migliori ser-

vizi sanitari del mondo, ma quello che si

vede oggi nei Pronto Soccorso degli ospe-

dali italiani grida vendetta, o almeno un “non ci

sto”. Vi racconto un’esperienza personale di que-

sti primi giorni d’agosto. Su consiglio del mio me-

dico curante, dopo una settimana di febbre alta

che nessun antibiotico riusciva a stroncare o ab-

bassare, mi presento al Pronto Soccorso del Po-

liclinico Gemelli. Siamo in tanti, ma - grazie alle

ferie che hanno portato fuori Roma tanti cittadini

- davanti al Triage non sono schierate le consuete

legioni di pazienti. Mi danno un codice verde. Ed

è giusto così: in fondo io ho solo una febbre alta

e persistente di incerta origine. Mi danno un nu-

mero compreso tra 150 e 200. Capisco subito che

ci sarà da aspettare, anche se nessuno al Triage

mi sa dire quanto. Alla fine saranno sette ore,

passate su una barella del Pronto Soccorso.

L’esperienza al Pronto Soccorso per i codici verdi

è allucinante: perdi la concezione del tempo e

ogni volta che l’infermiere ti porta da qualche

parte, in barella (come nel mio caso) oppure in

sedia a rotelle, è una liberazione. Basta un’eco-

grafia, spesso, per sottrarti alla monotonia del-

l’attesa e all’angoscia dell’incontro con gli

sguardi della disperazione o del

dolore di altre persone scono-

sciute. Almeno all’inizio. Perché

poi alla fine si solidarizza con chi

soffre e ha problemi più grossi dei

tuoi. Ed è proprio su questo che un

ospedale come il Gemelli, per di

più cattolico, dovrebbe fare di più.

Non è possibile, chiedo, creare un

percorso ad hoc, separato, per

quelli che arrivano a bordo delle

ambulanze? In quelle sette ore ho

visto di tutto, e - quel che è peggio

- quello che ho visto io lo hanno

visto anche i bambini. Sangue, fe-

rite, pallori mortali, concitazione,

paura di parenti e portantini di non

fare in tempo a salvare vite umane. Restituiamo

un po’ di privacy ai pazienti e rendiamo più vivi-

bile l’ambiente del Pronto Soccorso.

S.T. - RomaInvitiamo i cittadini di Roma e del Lazio

a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo:

[email protected]

Pronto Soccorso: al Gemelli si può fare di più

Page 7: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 41 ANNO I MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015

LA MAPPA DEL POTERE SANITA’&RICERCATerremoto in arrivoai vertici aziendali,poltrone in marcia

a pagina 8 a pagina 9

Come ti misuro il carico mentale del chirurgo o del pilota in azione

Ogni impresa che si rispetti, con unaattività consolidata, dei dipen-denti, degli utenti di riferimento,chiude ogni anno i bilanci, ana-lizza il consuntivo e avanza un

piano di previsione per l’anno successivo; tantespese, tanti incassi (quelli fissi, strutturali, e gliextra), tante variabili da ammortizzare. Sarannopoi l’abilità dei manager e le evoluzioni del mercatoa fare la differenza. Ma questo scenario, per lestrutture sanitarie accreditate del Lazio, è una chi-mera, un’utopia. Rientrare nel novero degli accre-diti significa solo apparentemente approdare allaSerie A, alla tranquillità finanziaria: significa difatto rientrare nell’elenco delle aziende alle qualila Regione riconosce e paga una quota di presta-zioni fornite agli utenti. Sono i cosiddetti budgetannuali, oggetto di dibattito in Commissione regio-nale Sanità nei giorni scorsi. In sostanza la strut-tura sanitaria sa che potrà contare su unadeterminata cifra, su quella farà i suoi conti e mo-dellerà il respiro della sua attività, attrezzature,personale, investimenti, etc. Ma tutto questo fun-ziona se, correttamente, la Regione comunica pertempo, a fine anno, quali saranno i termini della“collaborazione”per l’anno successivo. Ma se ciònon accade - come è tradizione e come è stato ri-

scontrato nella già citata riunione - sono guai. Laverità è che il privato accreditato è ostaggio dellaRegione, dei suoi dirigenti, dei suoi funzionari, perdirla tutta. Ed è uno dei motivi della crisi della sa-nità laziale, al di là dei trionfalismi dei conti zin-garettiani. C’è un’area grigia che alla faccia dellatanto sbandierata trasparenza ancora resiste . Lalinea adottata – e non da oggi – dalla Regione è in-sieme perversa, malvagia, punitiva. I “cambi” didirezione e di strategia in corsa sono all’ordine delgiorno, i ritardi nella attribuzione dei budget man-dano all’aria le aziende più deboli. Il “pubblico” vain qualche modo salvato, il “privato” solo se serve,se vale la pena . Nulla di ideologico, per carità,molto di pratico, di grigio. Meglio ancora di“opaco”, un termine che oggi va per la maggiore.Primo esempio. Nel quadro di programmazione sa-nitaria regionale la Cabina di Regia decide chequell’azienda accreditata debba fornire (per avereil budget) quel tipo di prestazioni con quelle attrez-zature. Gli amministratori comprano, assumono,convertono per adeguarsi, e scoprono poi, a cosefatte, che la Regione ha già cambiato idea,chequelle prestazioni non servono più perché è cam-biata la strategia, è cambiata la collocazione dellaazienda in questione sullo scacchiere generale. Mail cambio di rotta è stato comunicato per tempo?

Non necessariamente. E i lavoratori assunti? Affariloro . E con due scherzi di questo tipo si va falliti,ed è accaduto. Secondo esempio, classico. La defi-nizione del budget non è un fatto automatico, tec-nico, basato su parametri specifici. E non avvienenei tempi giusti, dal primo gennaio, si è detto. In-tanto l’azienda comincia, al buio, assicura le pre-stazioni, si programma, lavora. Prende anticipi,tarati sul budget dell’anno precedente, si organizza,programma spese e investimenti. Poi dopo sei, settemesi (quando va bene) arrivano le decisioni e comepuntualmente accade il budget viene tagliato del15, 20%.(quest’anno del 30%). L’azienda si ade-gui, si arrangi. Ma con quegli stanziamenti le pre-stazioni sono coperte fino ad a agosto, a settembre,poi si lavorerà in perdita, gratis, fino a fine anno.Protestare è inutile. Si può sempre scegliere di re-stare nel privato-privato, rinunciando al rapportocon la Regione.Fin qui lo scenario. Se la sanità soffre è anche perqueste distorsioni del sistema. Se ne discute ma siaccetta. Proprio la scorsa settimana il sub commis-sario governativo Giovanni Bissoni è stato ascoltatoin commissione regionale sanità sull’argomento. Haillustrato i criteri alla base del decreto 332 adottatolo scorso 13 luglio (appunto) sulla definizione dellivello massimo di finanziamento per l'anno 2015

alle strutture pubbliche e private accreditate e l'in-troduzione di un monitoraggio dell'attività svoltada ciascuna struttura sulla base dei volumi e degliesiti degli interventi. Attenzione centrata su cinqueindicatori già individuati per tutte le strutture pub-bliche: colecistectomia laparoscopica, interventochirurgico per frattura di femore, infarto miocar-dico acuto, bypass aorto-coronarico, angioplasticacoronarica percutanea. È stato stabilito inoltre chele strutture che nel 2014 hanno fatto registraremeno di 500 parti non potranno svolgere attivitàostetriche a partire dal secondo semestre 2015, conconseguente mancata contrattualizzazione. Tra gliallegati del decreto, la Regione Lazio propone unproprio modello di analisi per la revisione delle so-glie di durata di degenza dei ricoveri di riabilita-zione ospedaliera basata sulla ricostruzione delpercorso individuale del paziente e sulla classifica-zione delle patologie riscontrate. Gli interessati na-turalmente non sono stati informati ufficialmente,anche se qualche “dritta”agli amici può essere arri-vata. Il dato tecnico è complicato e ha già fatto ve-nire i brividi agli addetti ai lavori e ai manager dellestrutture sanitarie accreditate, contenziosi ed este-nuanti trattative in vista.

I conti opachi della sanità di ZingarettiDIETRO I FATTI

di Giulio Terzi

segue a pagina 9

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Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE mercoledì 5 agosto 2015 pagina 8

Terremoto in arrivoai vertici aziendali,poltrone in marcia

Dopo mesi di stallo terremoto in arrivo nella mappa del poteredella sanità laziale. Non sarà un'unica scossa, ma un lento mo-vimento tellurico che troverà pace solo entro fine anno. Prima

di tutto il governatore Zingaretti ha comunicato che il direttore generaledella Asl di Frosinone (Mastrobuono) si sposterà allo Spallanzani: saltala fusione con l'Ifo (ci sono obiettivi problemi sul piano normativo) equindi contestualmente ci vorrà un manager anche all'Irccs di Spina-ceto. Sarà Marta Branca, da poco nominata commissario di entrambigli istituti? Oggi sono unificate le due direzioni sanitarie e amministra-tive, c'è un direttore amministrativo di nomina ancor più fresca, Gu-glielmo di Balsamo. Cosa accadrà, torneranno autonome? Non si sa.Quindi virtualmente ci potrebbero essere cinque+una (Frosinone) pol-trone da assegnare. Secondo quadrante, quello della fusione Asl RmAe Asl RmE. Oggi c'è un commissario nella prima, Angelo Tanese, che èanche dg della Asl di San Pietro (e del S.Filippo Neri, retrocesso a pre-sidio ospedaliero). L'operazione fusione è in corso, le quattro poltrone(direzione sanitarie e amministrative) saranno ovviamente accorpate,chi perderà il posto? Infine la progettata fusione tra Asl RmC e RmB:decreto firmato, meccanismo in corso, manca la nomina del commis-sario straordinario. A quel punto saranno in discussione sei poltrone.Lo scenario più accreditato prevede che resti al comando da solo il ma-nager della Asl RmB., De Salazar, mentre il suo collega Saitto (conte-stato da tutti in questo momento) dovrebbe andare in Regione con unnuovo incarico. Ovviamente gli altri quattro posti sono una grossa inco-gnita: chi verrà confermato e perché? Le note vicende giudiziarie hannodecapitato il Policlinico S.Andrea; il direttore sanitario Lorenzo Som-mella fa le funzioni di direttore generale. Ma è una soluzione di emer-genza. Altre teste sono a rischio mannaia, vedi i vertici della RmG, dellaAsl di Viterbo e di quella di Latina. Il Borsino dà a rischio il manager del-l'Ares 118 ( deciderà il Giubileo) mentre in ascesa sembra quello dellaAsl RmF.

Asl Roma A CENTRO STORICOCommissario Angelo DaneseDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Vittorio Amedeo Cicogna Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Marina CapassoDirettore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Flavia Simonetta PirolaDirettore Amministrativo Paolo Farfusola

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Domenico BraccoDirettore Amministrativo Daniele Aguzzi

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Narciso MostardaDirettore Amministrativo Francesca Merli

Asl ViterboCommissario LUIGI MACCHITELLA

Direttore sanitario Antonio BrayDirettore Amministrativo Daniela Donetti

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO ???Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Alfredo CordoniDirettore Amministrativo Vania Rado

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Lorenzo Sommella ffDirettore sanitario Lorenzo SommellaDirettore Amministrativo Paola Longo

San Filippo NeriCommissario Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro GolettiDirettore Amministrativo Maria Luisa Velardi

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Antonio D’UrsoDirettore sanitario Francesco CorteseDirettore Amministrativo Alessandro Cipolla

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo VACANTE

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Marilina ColomboDirettore Amministrativo Manuel Festuccia

SpallanzaniDirettore Generale Branca / Mastrobuono ???Direttore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Guglielmo di Balsamo

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Francesco Malatesta

IfoDirettore Generale Marta Branca ???Direttore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Guglielmo di Balsamo

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Laziola delSSanità LazioCRONACHEmercoledì 5 agosto 2015 pagina 9

In specifici ambienti operativi, dove la si-curezza è un problema di primaria im-portanza, il fattore umano è la variabiledi rischio meno controllabile e, allostesso tempo, tra le principali cause di

pericolo. Ciò è dovuto ad una sottostima dell’ef-fettivo carico mentale dell’operatore. Infatti, piùaumenta il carico mentale e più diventa difficilemantenere, durante l’esecuzione di un compito,le prestazioni all’interno di un margine accetta-bile, ovvero laddove il livello di sicurezza nonpossa essere compromesso.Il carico di lavoromentale (mental workload) può essere definitocome la misura di quella porzione di capacità ce-rebrali per l’elaborazione di informazioni utiliz-zata per eseguire un particolare compito.Unelevato carico mentale potrebbe richiedere piùrisorse cognitive di quelle disponibili nel cervelloumano, causando una flessione negativa in ter-mini di prestazioni ed inducendo l’operatore adun alta probabilità di commettere errori. L’uso dimisurazioni oggettive del carico mentale, basatesu analisi di segnali neurofisiologici, è stato pro-posto in diversi studi per l’interazione in temporeale uomo-macchina, in modo da minimizzareil numero di errori commessi, e per una gestioneappropriata del livello del carico mentale in si-tuazioni critiche. Per esempio, diversi studihanno investigato gli indici neurofisiologici con-nessi agli stati mentali dell’utente in applicazionicritiche per quanto riguarda la sicurezza, per de-terminare le prestazioni e gli stati di disatten-zione

Pilotare un aereo o far parte di una missione spa-ziale rappresentano altresì situazioni in cui è richie-sta la gestione simultanea di numerosi strumenti,per cui mantenere un alto grado di concentrazionediventa fondamentale. Da qui l’utilità di un sistemache consenta di monitorare costantemente lo statopsicofisico e che contemporaneamente fornisca alsoggetto canali di comunicazione/controllo ag-giuntivi. Le interfacce cervello-computer (BrainComputer Interface - BCI) nascono con lo scopodi fornire un canale di comunicazione alternativoche non dipende dai normali canali periferici qualinervi e/o muscoli. L’elevata risoluzione temporale

e la relativa economicità rendono l’elettroencefa-logramma (EEG) il segnale di controllo più usatonei sistemi BCI.In un ambiente sanitario è possibile individuaresituazioni operative in cui l’interazione uomo-macchina e la cooperazione tra gli operatori di-venta fondamentale sia per la corretta esecuzionedell’attività che per il mantenimento del livellodi sicurezza. A tal proposito, è sufficiente pensareai medici chirurghi, che durante particolari ope-razioni si avvalgono di specifici Robot che, tra itanti vantaggi (incremento di risoluzione spa-ziale e precisione associata alla minima invasi-

vità) introducono gradi di libertà aggiuntivi ri-spetto a quelli disponibili in una classica opera-zione “hands-only”.La ricerca svolta in collaborazione tra l’IRCCSFondazione Santa Lucia e la spin-off BrainSignsSrl, diretta dal Prof. Fabio Babiloni, ha comeobiettivo quello di sviluppare un dispositivo por-tatile in grado di fornire informazioni in temporeale relative al carico mentale dell’operatore du-rante un periodo di addestramento (apprendi-mento nell’utilizzazione di un nuovostrumento), durante lo svolgimento di particolariattività lavorative (intervento chirurgico assi-stito) oppure informazioni relative allo stato co-gnitivo del paziente durante terapie diriabilitazione (quando il carico mentale del pa-ziente raggiunge un livello troppo elevato, questopotrebbe non essere più in grado di svolgerlo inmodo corretto). Inoltre, una ulteriore applica-zione di tale ricerca deriva da esperimenti svolticon piloti professionisti in cui l’obiettivo è statoquello di confrontare diverse tecnologie avioni-che in termini di richiesta di carico mentale sti-mato dalle analisi delle loro attività cerebraliAllo stesso modo, anche nell’ambito sanitariopossono presentarsi situazioni in cui è necessariauna metrica per il confronto e selezione di mac-chinari sanitari, ad esempio per interventi chi-rurgici. L’idea è quella di stimare il livello delcarico mentale degli operatori durante lo svolgi-mento di uno stesso intervento chirurgico utiliz-zando diversi macchinari ed individuare, quindi,quello che permette una corretta esecuzionedell’operazione richiedendo il minor livello di ca-rico mentale.

UNO STUDIO DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA IRCSS IN COLLABORAZIONE CON LA SPIN-OFF BRAINSIGNS SRL, DIRETTA DAL PROF. FABIO BABILONISANITA’&RICERCA

Come ti misuro il carico mentaledel chirurgo o del pilota in azione

Dove la sicurezza è determinante il fattore umano è la variabile di rischio meno controllabile e tra le principali cause di pericolo. Ciò è dovuto ad una sottostima dell’effettivo carico mentale dell’operatore. Più aumenta e più diventa

difficile mantenere, durante l’esecuzione di un compito, le prestazioni all’interno di un livello di sicurezza. Allo studio lo sviluppo di un dispositivo portatile in grado di fornire a questo proposito informazioni in tempo reale

di Marco De Leo

Esperimenti di stima del carico mentale durante voli reali e controllo del traffico aereo. I sistemi sviluppati da BrainSigns sono in grado i stimare in tempo reale il livello di carico mentale dell’operatore,

durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, attraverso l’analisi della loro attività cerebrale

Aquesto proposito va inserita unariflessione. L’avvocatura dellaRegione lavora da anni a pieno

ritmo, ricorsi e controricorsi si rincor-rrono a centinaia. E sono centinaia i mi-lioni che l’amministrazione dell’Ente,soccombente, deve versare ai ricorrenti.Un peso rilevantissimo. Ma queste uscitesono comprese nei conti rassicuranti cheZingaretti presenta alla stampa e all’opi-nione pubblica? O sono tenuti nell’om-bra, contabilizzati a parte, mascherati?Propendiamo per la seconda ipotesiIl dato politico è inquietante, fa drizzarei capelli. Il commissario fa e disfa a pia-cere suo e non comunica alla Commis-sione e al Consiglio le sue scelte, edenunciare, come ha fatto il grillino Da-vide Barillari, che la definizione del bud-get 2015– attraverso dei nuovi criteri divalutazione - arrivi a luglio, quando seimesi di prestazioni sono stati già erogati,è inutile. Un gran pasticcio, un festivaldell’arbitrarietà. E ancora più pericolosa

la chiosa finale del presidente della Com-missione Lena, che marca ancora di piùil distacco tra la politica e la realtà sani-taria. Se da un lato sottolinea l'impor-tanza del privato accreditato che,insieme al pubblico contribuisce a garan-tire il funzionamento del Sistema sanita-rio regionale di qualità, nel contempoammonisce i privati che, in sostanza, de-vono accettare le regole del gioco senzaavere la garanzia delle strutture pubbli-che di una rete di salvataggio: “Bisognasempre tutelare il personale, perchè rap-presenta il cardine essenziale del sistema,la forza lavoro attraverso la quale si ero-gano servizi, talvolta di eccellenza – diceLena - I budget però non devono essereconsiderati un'entrata fissa, stabile, pe-renne nel tempo da ciascuna struttura. Enon è giusto che siano i lavoratori a pa-gare eventuali tagli di budget che in fu-turo auspico saranno determinati dallarevisione del fabbisogno sociosanitario,nonchè da una migliore armonizzazione

territoriale delle prestazioni a carico delServizio Sanitario Regionale”. In parolepovere gli imprenditori del privato accre-ditato se sono in difficoltà non devono ri-farsi sui dipendenti, licenziandoli. Siarrangino in altro modo. E su questoconcetto si ripiomba nell’area grigia,nella opacità. E’la Regione stessa chespinge i privati accreditati ad “arran-giarsi”, a trovare vie d’uscita, a trovareaccomodamenti di qualsiasi genere. Il li-mite, il confine tra lecito e illecito è spessosfumato. I lettori ci facciano caso. Se ilquadro che abbiamo disegnato è reali-stico, se il settore privato è alle corde masolo pochi mandano in piazza i dipen-denti ed espongono gli striscioni, non puòsignificare che molti altri - pur costrettidalle circostanze – si arrangiano, aggiu-stano in qualche modo le cose per soprav-vivere? Sono i più forti, i più furbi. Inquesto mondo i più deboli chiudono. Insilenzio.

Giulio Terzi

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I conti opachi della sanità di Zingaretti

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CRONACHEmercoledì 5 agosto 2015 pagina 11 Litorale Pontino

I l nuovo porto di Anzio, se equando verrà realizzato, aggraveràil fenomeno dell’erosione che staletteralmente mangiando, giornodopo giorno la famosa spiaggia di

Sabaudia? Sta crescendo con una certa vi-rulenza uno strano contenzioso tra le duecittà costiere del Pontino, un contenziosopolemico, politico, se le cose non venis-sero incanalate nel verso giusto, potrebbesfociare addirittura in un braccio di ferrogiudiziario. Litigano e si provocano sin-daci, assessori, uomini politici, intellet-tuali e tecnici, in una incredibile guerradei nervi preventiva. In realtà che l’am-pliamento del porto neroniano possacreare nel medio termine “a valle”, chepossa incidere sul delicatissimo equilibriod quel tratto di tombolo dunale tra Anzio

ed il Promontorio di Circe, un unicumbiologico a livello planetario, è cosa giàpaventata da tempo. E’ stato addiritturauno dei motivi della bocciatura del pro-getto da parte della Regione. Quel pro-lungamento del molo per quattrocentometri avrebbe potuto avere un effetto de-vastante, si diceva. Ma ad Anzio se la sonolegata al dito da allora, a quel “no” è statoattribuito un valore politico, e l’ammini-strazione ci ha riprovato più avanti neltempo. Ora la questione si ripresenta, gli anziotiquell’ampliamento lo vogliono perché loritengono volano essenziale di sviluppo,il Comune ha comprato anche le quotedei privati nella società preposta alla rea-lizzazione dell’opera e ha annunciato la ri-presa delle procedure dell’appalto. ASabaudia l’hanno presa malissimo e ilconsiglio comunale ha dichiarato guerra

ad Anzio promettendo battaglia. E Anzioha risposto, bordate su bordate. I timoriche l’opera faraonica possa sconvolgere lespiagge da Terracina a Sabaudia, al Cir-ceo,uno dei tratti di costa più belli delLazio è fondata? Il molo con le opere con-nesse andrebbe a condizionare negativa-mente le correnti, già impietose neiconfronti del litorale Sud? I comuni coin-volti, con la importante copertura delParco Nazionale del Circeo, possono gio-care un ruolo? Meglio spazi dedicati a bar-che e maxi yacht o la tuteladell’ecosistema sabaudiano inserito nelpatrimonio Mab Unesco? Ci mancavaquesto tormentone estivo per complicareuna stagione già abbastanza vivace. Perfortuna c’è chi sta con i piedi per terra edevita di alimentare la polemica. Nel solitobar centrale di Sabaudia un paio di im-prenditori balneari pieni di buon senso af-

fermano che sarebbe anti-storico ed anti-economico far subire agli anzioti quel cheviene fatto subire ai sabaudiani, e cioè laparalisi di ogni ipotesi di sviluppo per unasterile difesa dell’ambiente (vedi le storiedel Lago, dei cantieri, delle attività pro-duttive). Se l’ampliamento del porto èutile, ebbene che si faccia. E quindi lastoccata; oggi l’erosione c’è, è terribile, eil famoso molo non è ancora stato co-struito. Ma nessuno ha pensato seria-mente di intervenire per difendere laspiagge sotto le dune con opere moderneed efficaci. Anni di promesse, zero inter-venti conservativi e difensivi. In ogniparte del mondo la tecnologia ha fatto mi-racoli, difese sommerse sofisticatissimefavoriscono il rinascimento senza nullatogliere al paesaggio e all’ambiente. Ma aSabaudia si è più realisti del re, non sideve toccare nulla e sperare nei miracoli.

MONTA LA POLEMICA TRA LE DUE CITTÀ COSTIEREIL CASO

di Giulio Terzi

Le baruffe pontineAnzio e Sabaudia litigano sul progetto di ampliamento del porto neroniano, quel molo di quattrocento metri avrà effetti devastanti

sulle spiagge delle dune incrementando il fenomeno dell’erosione? Si riaccende una polemica politica che si trascina da anni. Ma oggi quell’opera non ancora non c’è e le correnti si stanno mangiando la sabbia anno dopo anno. La tecnologia fa miracoli, in questi

contesti, ma sulle rive del lago di Paola nessuno pensa seriamente di adottare difese efficaci. Lamentarsi è più facile e costa meno

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CRONACHE mercoledì 5 agosto 2015 pagina 12Litorale Pontino

RIAPRIRE LA FONTE E GLI STABILIMENTI NON È UN SOGNO IMPOSSIBLE. OGNI TANTO QUALCUNO CI PENSAL’INCHIESTA

Una miniera d'oro sotto casa

Per i più anziani sono unsogno, per i più giovaniuna realtà virtuale. Inqualunque modo si defi-niscano, le Terme di Fo-

gliano, a Latina, sono tali soltanto dinome. In realtà non esistono, anche sesono presenti sul sito di Federterme:peccato che ad ogni voce corrispondala medesima risposta: “non disponi-bile”. In qualunque altro paese, la storiache stiamo per raccontare sarebbe si-nonimo di ricchezza. In Italia, nelLazio, le Terme di Fogliano sono in-vece un pozzo ormai richiuso, nascostoda un’incannucciata. Un pozzo senzafondo, che si mangia ogni anno centi-naia di migliaia di euro di chi paga le

tasse, e che si porta dietro un “debito”di sette milioni di euro nei confronti diuna grande azienda, la Condotte. Unavicenda a prima vista incredibile mache ha una sua logica: nate a metà deglianni Cinquanta per iniziativa di un pri-vato che le ha portate al successo,quelle di Fogliano sembravano desti-nate a diventare il parco termale piùvasto del Lazio, dopo le terme diFiuggi. Ma l’imprenditore privatomorì, il Comune si accaparrò la ge-stione e niente ha più funzionato. Pro-prio come troppo spesso accade inItalia. Con i cittadini costretti a fare sa-crifici per “tappare i buchi” aperti daamministratori preoccupasti più di ge-stire il proprio potere che di sostenereiniziative capaci di creare posti di la-voro e ricchezza.

Le Terme di Fogliano debbono la loronascita nientedimeno che a EnricoMattei, quello della Supercortemag-giore, oggi Eni. Si era nell’immediatodopoguerra e nelle paludi della costadi Latina si cercava gas o petrolio. Dauna trivellazione scesa fino a poco piùdi mille metri, scaturì invece un sof-fione di acqua caldissima – 57 gradi -che puzzava di zolfo e uovo marcio.Un’acqua salsobromoiodica ottima,dissero subito i ricercatori dell’univer-sità La Sapienza, per curare le malattiedella pelle. Su questa base fu redatto unprogetto per la Regione, che finanziò

le Terme di Fogliano con 19 miliardidi lire. Nacque la Società italiana acqueminerali (Siam) e i primi due anni,1955-56, furono un successo. La mortedell’imprenditore che la guidava, Sal-vatore Cimaglia, ha cambiato tutto. So-prattutto perché, sparito Cimaglia, letermine sono andate in gestione al Co-mune. E da allora non solo non hannopiù funzionato, ma si sono susseguiticause, polemiche, sprechi, processi cheil Comune di Latina (fatalità?) ha sem-pre perduto. Nel 2004, l’allora sindacoZaccheo nominò un liquidatore. Ma leTerme sono ancora, oggi, a carico del

Comune.Nei primi anni di gestione pubblica, iprogetti erano grandiosi. Si pensò adun parco tematico sull’acqua, che perònon è mai diventato realtà. Per realiz-zarlo, intanto, il Comune si era rivoltoalla società Condotte, per lo scavo didue pozzi. Lavoro mai pagato, ragionper cui la società ha ottenuto lo scorsoanno una sentenza, in appello, che l’au-torizza ad appropriarsi dei beni delleTerme, che oltre ai pozzi (richiusi) diacqua solforosa consistono in 74 ettaridi terreno e 180.000 metri quadrati dicubature. Il Comune ha anche cercatodi vendere le terme (la richiesta, loscorso anno, era di 17 milioni di euro)ma senza successo. “E io pago”, direbbeTotò. Il Comune di Latina, infatti, con-tinua a pagare i due dipendenti delleterme (sui 90.000 euro l’anno), il liqui-datore e tutte le altre spese relative alle“terme che non ci sono”. Un costo nonda poco, che varia da alcune centinaiadi migliaia di euro fino a 800.000 eurol’anno. In attesa di staccare l’assegnopiù “salato”, i setti milioni che spettanoalle Condotte. Sulla “vicenda terme diFogliano”, la Corte dei Conti ha apertouna serie di accertamenti e non èescluso che alcune “sviste” del comuneche hanno provocato spese considere-voli siano state del tutto casuali. Per ilmomento, uno chiamato a pagare c’ègià: un ex presidente, Salvatore Apo-stolico, dovrà pagare 100.000 euro per“danno erariale”.

Quando si dice, avete una miniera d’oro in casa, ma non ve ne rendeteconto o non sapete sfruttarla. Nel Pontino, a due passi da capoluogo Latina,

c’è un piccolo gioiello naturale, il Borgo di Fogliano costituito da un com-plesso di edifici storici, realizzati alla fine del settecento.Fu per lungo

tempo un possedimento della famiglia dei Caetani che provvide anche al-l’allestimento dell’orto botanico, in cui vennero riunite numerose specie di

piante provenienti da varie parti del mondo. Al suo interno è stato realiz-zato un percorso visitabile solo su prenotazione, contattando la Direzione

del Parco; il resto dell’area è invece liberamente fruibile. Compare sullecarte, sui depliant, ma su questo angolo di paradiso nonsi è investito sul

piano del maketing turistico. Ed è un peccato. Ma quel che molti, chetroppi non sanno, è che Fogliano significa ache Terme, un’occasione di svi-

luppo eccezionale per il territorio. Ma non se ne fa niente. Per sciatteria,forse, o per motivi inconfessabili e sconosciuti che la politica ha addiritturasmesso di analizzare. Proviamo a spiegarvi cosa c’è dietro una sconcertante

storia tutta italiana.

di Carlo Rebecchi

E le Terme di Fogliano che fine hanno fatto? Storia di un affare tramontato per motivi inconfessabili. Ma che potrebbe ripartire ecostituire un volano importante di sviluppo per un ampio segmento di litorale pontino. Ora è solo un costo per il comune di Latina

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CRONACHEmercoledì 5 agosto 2015 pagina 13

♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)Venere, Giove e Mercurio, nel segno amicodel Leone, vi rendono felici e contraccambiatinegli affetti; soltanto Marte, ancora negativo,vi ostacola creandovi qualche difficoltà lavora-tiva; magari vorreste viaggiare e andarvene inferie e invece non potete. Fate partire intanto ivostri cari. Tra poco li raggiungerete!

♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio) Vorreste starvene in ozio, perché tanti pianetiin questa stagione del solleone vi innervosi-scono, mentre avete voglia di riposare e di nonpensare a nulla, ma i figli e il partner recla-mano ad alta voce la vostra presenza. Allorache fare? Siate bravi e pensate a loro.

♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno)Venere, tornata in Leone il 1° agosto, e laLuna in Acquario favoriscono la vostra par-tenza anche per spiagge lontane. Sono pos-sibili nuove amicizie e chi è solo, presto nonlo sarà più. Nessuno degli amici si è dimenti-cato di voi: il cellulare non fa che vibrare.

♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio)Marte vi vuole all’opera e proprio ora che vor-reste godervi un po’ di meritato riposo, vispinge a cercare nuove intese commerciali e,se possibile, anche nuovi investimenti: vabene che si tratta del futuro della vostra fami-glia, ma sarebbe anche ora di pensare un po’a voi stessi e a un meritato riposo. Siate bravie pazientate!

♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto)Continua la stagione del vostro compleanno;uniti al Sole nel vostro segno ci sono anche,oltre naturalmente allo splendido Giove, Mer-curio e Venere che vi procurano incontri congli amici e gioie dai vostri figli; perciò non te-nete il muso a nessuno e godetevi questeferie.

♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre)Venere ha fatto una breve comparsa nel vo-stro segno e ora che è tornata nel segno delLeone vi invita a non fantasticare e a starecon i piedi piantati per terra; del resto, il vostrosegno è sempre molto razionale, quindi sapràbenissimo cosa fare perché Mercurio - vostropianeta protettore - vi ispirerà e vi aiuterànegli affari.

♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)Una bella Luna in un segno amico vi invita acoltivare le amicizie e a mettervi in contattocon chi vi ama; Venere e Giove fanno di tuttoper sistemare le questioni affettive; dovrestepensare di più a riposare, ma si sa che voiamate il lavoro e Marte vi impone attenzionead alcune pratiche un po’ fastidiose.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)Venere, che dal 1°Agosto è in aspetto nega-tivo, tende a rendervi gelosi e sospettosi e nonè solo colpa di Saturno, che ora è nel vostrosegno. Cercate di pensare al futuro con ottimi-smo e godetevi le ferie; se penserete agli altripiù che a voi stessi, supererete tutto!

♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)Sole, Mercurio, Giove e Venere sono vostri al-leati e vi esortano a uscire dalla vostra attivitàe a godervi una meritata vacanza, con la fa-miglia e gli amici; poi, a metà settembre, Sa-turno tornerà nel vostro segno e richiamerà lavostra attenzione su questioni impegnative, incui potrete dare il vostro intelligente contributo.

♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio)Se l’opposizione di Marte ha minato un po’ levostre energie e ha preteso troppo sul pianolavorativo, si preparano per voi nuove oppor-tunità; adesso potrete contare sull’appoggio diMercurio, che il giorno 7 entra nel segno amicodella Vergine e vi fa sentire più affascinanti, masoprattutto molto amati e corrisposti non solodal partner, ma anche da figli e nipoti.

♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio)Una settimana un po’ difficile per l’opposizionedei pianeti, in ferie per dimenticare, ma solo perun po’, i fastidi del lavoro; anche in amore vi sirichiede pazienza, perché Mercurio e Venere virendono poco affettuosi con il partner e a volteintrattabili con gli altri. Cercate di essere piùcalmi: intanto ne guadagnerete anche in salute!

♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo)La vostra forza è accresciuta da un Marteamico, che vi regala tanta energia per il vostrolavoro; la Luna vi mette in contatto con per-sone importanti e vi rende irresistibili. Appar-tenete al segno più affascinante dello Zodiaco.Il vostro pianeta protettore è Nettuno, che in-dica la Fede.

LE MANIE ASTROLOGICHEdi Patrizia Tamiozzo Villa

con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po'maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente

(5-12/agosto 2015)

Volete preparare un antipasto leggero e fre-sco per una cena con amici e non sapeteche fare. Vi aiuto io, proponendo due pic-

cole ricette con l'uso delle zucchine a crudo: sitratta di un carpaccio di zucchine e di involtini dizucchine e mozzarella. Vediamo subito come pre-parare la prima ricetta.

Carpaccio di zucchine, ingredienti per 4 persone:8 fettine di zucchine olio di oliva limonescaglie di granarucolaorigano e salvia seccasale e pepe quanto bastaPrendete delle zucchine, tagliatele a fet-tine molto sottili, conditele con dell'oliodi oliva, del sale, pepe, aromi e unaspruzzatina di mezzo limone. Mettete infrigo nella parte superiore e lasciate ma-rinare per circa un’oretta. Dopo di chedeponete le zucchine in un piatto di por-tata con sopra un po’ di sughetto della

marinatura; se lo gradite aggiungete due cucchiainidi aceto balsamico, un po’ di scaglie di grana pa-dano, un po’ di rucola e il nostro carpaccio èpronto.

Involtini di zucchine e mozzarella, ingredienti per 4 persone8 fettine di zucchine 8 fettine di cacio mozzarellaolio di oliva origano e salvia seccasale e pepe quanto bastaPrendete delle zucchine, tagliatele a fette di circamezzo dito e riscaldatele in padella con un po’ diolio di oliva e un pizzico di sale. Quando sonocotte, mettetele da parte, fatele raffreddare e poiarrotolatele con la cacio mozzarella o con il cacioRicotta tipici della Sila. Chiedete con uno stuzzi-cadenti e deponete gli involtini all'interno di unpiatto, condite con l'olio di oliva, l’origano e la sal-via. Si tratta di un piatto fresco, adatto all’estate,ma molto gustoso.

PAROLA DI CHEF

Zucchine come antipasto:crude o cotte, scelta vincente

DUE RICETTE FRESCHE E FACILI DA PREPARARE

di Piero Cantore

Il ristorante si trova vicino aiMusei Vaticani e a pochipasso dal mercato Trionfale.Le materie prime quindi sonosempre freschissime e perquesto motivo il menu cambiaquotidianamente. Tra le varieportate, molto buoni gli gnoc-chi, fatti in casa, se ne pos-sono scegliere 6 tipi.Ambiente molto familiare e in-formale, massima cura per icommensali, a disposizione45 coperti.

Non rinunciare ad una cena fuori...il Sistorante propone

il menù light Carpaccio di spigola

Vermicelli al pomodoro fresco basilico e scampi

oppureGamberoni grigliati accompagnati

da pinzimoniotagliata di ananas e kiwi

un calice di vino bianco chardonnayEuro 25 a persona

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PreparazioneMettere a scaldare in una padella dell'olio e poi unire i pomodorini tagliati e lasciare cuocere perpochi minuti aggiungendo un pizzico di sale. Unire quindi i gamberi dopo averli lavati. Lasciare an-dare sul fuoco ancora qualche minuto e nel frattempo cuocere i tagliolini un acqua salata. Scolarlied unirli nella padella saltandoli a fuoco spento, unendo la rucola precedentemente tagliata. Buonappetito!

Ingredienti per 4 persone500 Gr. di tagliolini all'uovo; 500 Gr. Gamberi rossi di Mazzara del Vallo;200 Gr di pomodori datterini;un mazzetto di rucola;olio quanto basta

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mercoledì 5 agosto 2015 pagina 14RUBRICHE

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IN PRIMA FILA

GIARDINI FILARMONICAIl CastelloTratto dal romanzo di Kafka, il 9agosto nell’ambito della rasse-gna “I Solisti del teatro” va inscena “Das Schloss”, con regia edrammaturgia di Francesca Ca-prioli. Lo spettacolo mostra cosasignifica lottare da soli per sestessi contro qualcuno che nonci accetta, per raggiungere unpremio che non esiste. Kafkiano. Biglietti da € 13 a € 15; info 06 3240098

ALL’OMBRA DEL COLOSSEOLuciano Lembo show

E’ un contenitore di gag ispiratealla vita di tutti i giorni, per ren-

dere comico ogni lato umano,ma senza trascurare quel pizzico

di riflessione che rende ogni ri-sata più ricca di significato, lo

spettacolo che Luciano Lemboporta in scena, il 7 agosto, al-

l’Ombra del Colosseo, al Parcodel Celio. Luciano sul palco

scherza, ride, canta e incanta, enon perde occasione per improv-visare col suo pubblico come ad

una festa in casa di amici. Biglietti da € 17; info 366

4188060

I LOVE COMICOMax GiustiNell’ambito della rassegna “Ilove comico”, in corso a VillaAda,venerdì 7 agosto il palcosce-nico sarà tutto per Max Giusti,che proporrà il suo “30 anni dipersonaggi” con la partecipa-zione della SuperMax Band eSarah Jane Olog. Info 34924303868

arte visiva con 300 artisti provenienti da Italia, Fin-landia, Argentina, Svizzera, Spagna, Colombia,

Messico, Venezuela, Slovenia, Malta, Macedonia eCroazia in rappresentanza di gemellaggi realizzatinegli scorsi anni dal Comune di Tolfa. In occasionedel TolfArte 2015, il gemellaggio culturale coinvol-gerà la Norvegia ospitando artisti dalla città di Ne-sodden. Ad inaugurare il festival venerdì 7 agostosarà la band Ku Tso; sabato 8 agosto imperdibile laperformance mozzafiato di danza aerea verticaledella compagnia Il Posto, realizzata lungo le paretidi uno dei palazzi del centro storico; appuntamentoclou di domenica 9 agosto è invece lo spettacolo diDario Vergassola, che chiuderà ufficialmente il fe-stival. Il programma completo può essere consultato suwww.tolfarte.it

Torna nella città di Tolfa, dal7 al 9 agosto, il “TolfArte”,festival internazionale

dell’arte di strada e dell’artigianatoartistico, quest’anno alla sua undi-cesima edizione. L’ottimo successodi quelle precedenti ha di fatto con-sacrato l’appuntamento come unodei più attesi e importanti del Lazioin termini di proposte artistiche edi presenze, trasformando Tolfa inun unico grande palcoscenico dalle18 a tarda notte. Sono ben 80 glispettacoli in programma, tutti adingresso gratuito, lungo un per-corso di 1500 metri tra strade, vi-coli, piazze, angoli e palazzi storicitrasformati in straordinarie sceno-grafie con materiali di riciclo. Sipotrà così assistere a concerti, spet-tacoli di teatro e di danza, giocole-rie, reading di poesie, clownerie, djset, vj set, giochi di fuoco. Nato nel 2005 come momento diincontro tra la tradizione artigia-nale e artistica locale, l’arte distrada e l’arte contemporanea esperimentale, il TolfArte ha man-tenuto le sue peculiarità con unacrescita esponenziale, arrivandonel 2014 alle 40.000 presenze cheper 3 giorni hanno inondato unpaese di circa 5200 abitanti. Comesempre eclettico e ricco il cartel-lone artistico: 80 performance dimusica, teatro, poesia, arti circensie

Mentre alcune manifestazioni hanno ter-minato la loro programmazione con lafine di luglio (Roma Incontra il Mondo

a Villa Ada) ed altre si fermano per un periodo dipausa (Postepay Rock in Roma) Eutropia, il festi-val in svolgimento al Testaccio- Città dell’AltraEconomia, continua la sua programmazioneanche nei primi giorni di agosto, con appunta-menti musicali di spessore e notevole interesse eaccoglie sul suo palco (mercoledì 5 agosto, bi-glietto € 8) una delle principali realtà del reggaeromano e nazionale: la band Radici nel Cemento.Formatosi nel 1993 sul litorale capitolino (preci-samente a Fiumicino) il gruppo ha sempre messoin evidenza, attraverso canzoni pervase dal ritmoprofondo e contagioso del reggae, tutte le ingiu-stizie del mondo trasmettendo quella sensazionedi unità e forza propria di chi crede che la musicanon sia solo e soltanto moda o intrattenimentofine a se stesso. Spesso i Radici nel Cementohanno inserito nei loro testi parole e atteggiamentiche appartengono alla cultura romana più popo-lare e autentica e non a caso sono stati tra i primia prendere posizione contro la deriva omofobicache ha macchiato la scena reggae giamaicana degliultimi anni. Quella dei Radici nel Cemento è unastoria, ormai lunga e importante, che è partita dalbasso (non a caso lo strumento fondamentale delreggae) e che continua su quel percorso attraversoalbum come “7”, il loro ottimo e maturo ultimo la-

voro, che verranno a presentare sul palco di Eutro-pia.Altrettanto interessante la serata di giovedì 6 ago-sto, denominata “A.F.A. Capitale”, che riunirà per-sonaggi del mondo musicale indie capitolinocome Piotta, Muro del Canto, Bestie Rare e pre-vede anche la presenza di special guest (biglietto10 €). Un’occasione per apprezzare dal vivo Tom-maso Zanello (vero nome di Piotta) ed anche laspeciale sinergia creatasi tra il rapper romano e laband capitolina Il Muro del Canto, con cui ha re-centemente realizzato “7 Vizi Capitale”- primo efortunato estratto del nuovo album “Nemici”- ot-tavo della sua carriera. Un lavoro che rappresentala naturale evoluzione di quel mix di rap, rock ereggae che Piotta ha maturato negli ultimi anni,frutto anche di un’intensa attività live e dell’incon-

tro con musicisticome Brusco, IlMuro del Canto oi Modena CityRamblers. Espe-rienze che hannodato vita ad unarinnovata linfaproduttiva neinuovi brani, valo-rizzati, inoltre,dalla produzionedi Ra B e dallapresenza di ospitiinternazionali del

calibro di Afrika Bambaataa o di Captain Sensible,con il quale ha realizzato il sequel di “Wot !”. E per concludere segnaliamo caldamente anche laserata gratuita di venerdì 6 agosto con la misceladi rock, canzone d’autore e world music abilmenteelaborata dai valdostani L’Orage, interessante en-semble formatosi nel 2009 sulla base delle alchi-mie sonore sperimentate dal cantautore AlbertoVisconti e dal polistrumentista Remy Boniface edoggi composto da ben sette elementi.

Eutropia FestivalIngresso principale:

Lungotevere Testaccio Ingresso secondario:

Largo Dino FrisulloInfo: 391 4373768 o

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A EUTROPIA DUE SERATE CON GLI AUTORI E I GRUPPI INDIE CAPITOLINISCELTI PER VOI

di Tonino Merolli

TolfArte, ovvero ottanta spettacoli in tre giorniDAL 7 AL 9 AGOSTO AD INGRESSO GRATUITO

La poesia è la protagonista della serata del 10 agosto nel San-tuario di Ercole Vincitore, nell’ambito del Tivoli Festival. E chepoesia, visto che parliamo dei sonetti di Giuseppe Giacchino

Belli, che nessuno oggi esita ad annoverare tra i massimi poeti del XIXsecolo, al pari di Leopardi e di Foscolo e del milanese Carlo Porta. Va-stissima fu la produzione di Belli, ben 2279 sonetti, per un totale di32 mila versi, vale a dire il doppio dui queli che compongono la DivinaComemdia. Per dare almeno un’idea di una simile produzione, Mas-simo Popolizio (fra i più celebri attori italiani) e Valerio Magrelli (scrit-tore, traduttore, docente universitario) leggeranno e commenterannoalcuni fra i suoi capolavori.E’ una vera e propria “commedia umana” quella che vive nei sonettidi Belli, ambientati tutti in una Roma ostaggio di una nobiltà arrogantee gretta, divisa fra una casta di intoccabili e un popolino condannatoalla fame, schiacciata da una tirannia senza speranza, preda di una

teocrazia retta sulla tortura e sulla pena di morte. In una situazionedel genere, cosa poteva mai pensare di Dio, il nostro “facitore” di so-netti? L’ha spiegato Marcello Teodonio: “Belli credeva e basta”, e talescelta, allontanandolo dall’ateismo di Leopardi, lo proiettava neldramma tragicomico della vita e della morte. Ecco perché, praticandouna “verità sfacciata”, i suoi versi suonano ancora oggi implacabili eattuali. Come tutti gli appuntamento del Tivoli Festival, anche la seratadel 10 agosto sarà ad ingresso gratuito, previo ritiro voucher, pressoil CTS di Tivoli, in piazza Palatina 2. I biglietti, al massimo due a per-sona, possono essere ritirati dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 19,30,dal lunedì al venerdì.

I sonetti di G.G. BelliLunedì 10 agosto 2015, h 21

Santuario di Ercole Vincitore Villa d’Este, TivoliIngresso gratuito Info: 0774 311608

IL 10 AGOSTO NEL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE A TIVOLI

I sonetti di Belli e la Roma di oggi

Radici nel Cemento e A.F.A Capitale:reggae, rap e folk parlano romano

I Ku Tzo

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mercoledì 5 agosto 2015 pagina 15

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Page 16: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - SABATO 1° AGOSTO 2015

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