PASQUALE BALDOCCI

I l �lo d’oro

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PASQUALE BALDOCCI

Il filo d’oro

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Questa pubblicazione di Pasquale Baldocci è stampata in duecentoesemplari numerati da � a �00

COPIA

N° /200

PAsquAle BAldOCCI

Il filo d’oro Perugia: Guerra Edizioni, �0�5pp. 48; �4x��

© �0�5 by Guerra EdizioniÈ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata com-presa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.

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Il filo d’oro

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Alla memoria dei miei genitorie dell’avo Francesco Baldocci,onorifico Generale dell’ImperoOttomano, poeta faceto e conviviale

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BOSCO DI PRIMAVERA

Cuspidali CIPRESSI,saettanti gioiosicome vele a controvento,

Saggi, contorti,nodosi ULIVI,rivestiti d’anticoargento, danzantinelle brezze lievie capricciose d’Aprile,

QUERCE contemplantiin solenne maestàle colline ondeggiantinel verdeazzurrodella precoce Primavera,

Eleganti CILIEGI,dal tronco variegatodi teneri colori,

Austeri COTOGNI,dai frutti penduli, come silenti campane,

Vetusti GELSI,dai frutti bianchi

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e neri, maestosidecani del frutteto,

TUIE nostalgichedell’avita Terrasanta,

E voi, TIGLI profumati,ospitali araldi di assolatecalure estive,

Siete le voci assortenell’argento silenziosodi queste amate LAME,dove sereno trascorropensoso e trasognatoquesto lento tramonto,cullato dalla solaritàdei vostri mistici canti.

Lodate l’Altissimo Signoreper avermi donato con graziaeccelsa tanta quietudinenell’attesa di Coleiche sa farsi annunciaresciogliendo con dita delicatei nastri colorati e sottilidi un vivere fiorito e celestiale.

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“Arianne, ma soeur! de quel amour blesséeVous mourûtes aux bords où vous fûtes laissée!”

JeAN RACINe, PhèdRe

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LAMENTO DEL MINOTAURO

Tendo a te senza lottare,indomito Teseo, il mio largoe possente collo taurino:liberami, di graziada una ignobile vitadi scherno e di vergogna!Padre e figlio innocenti,vittime della perversalussuria della Sovranae della collera insulsadello Scuotitore del vindice,triforcuto tridente.Ma trai in salvo, ti prego,l’infelice Arianna travoltae oppressa dai materni vizie dalla debolezza del padre.Pietosamente gentile,ella mi compianse con occhitrasognati e verdi, riflessodei flutti del suo mare.Non sacrificare anche lei, ineffabile fanciulla solitariae negletta fra le oscuree gelide mura della reggia.Offrile in dono nuzialeamore e libertà!

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IL FILO D’ORO

Arianna, sorella mia,rincuora il mio ricordodi te, del tuo umiliatodeluso infausto amore,della tua morte innocente,precoce e solitaria.Un filo d’oro si addipanatenace, lungo i giornii mesi gli anni. Strettonella mano tengo il bandoloevitando nodi o recisioni.Non sapremo mai quantolontano ne sia il capo,mentre avvolgiamo stanchiil filo intatto e luminoso.

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CLESSIDRE E LABIRINTI

Fra le sue dita di vetrola clessidra imperturbabileconta i granelli di sabbia,il tempo invano inseguendonella sua corsa incontrollabile.L’affanno poi nasconde esaustaripartendo da zero con faticosoimpegno e mitico senso del dovere.Fino a quando riusciremo noia capovolgere l’ampolla,che può sfuggire di manoed al suolo perduta infrangersi?

Diversamente il labirintomalignamente ci seducecon voluttuoso anelito a smarrirciper poi l’uscita riscoprireallo spuntare lento dell’aurora.

Per Dedalo altro non erail labirinto che un giocodi specchi senza fine per ingannareogni sovrano anelito alla conquistadi fragile e indifesa libertà.

Labirinti di perfezione,da esorcizzare primache ci confondano inganninoe disperdano in oscurimeandri che riportano a zero.

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CANTO ANTICO

Aprile, lieve stormirenel verde tenerodi nascenti foglie.È giunta ancor oggiper noi la Primavera,“bella fanciullacoperta di veli,il capo adornodi rose bianche”:così cantaval’infante estatico,mentre tuonavanobagliori di guerrae la sconfitta ultimaera ormai certa.

Tre quarti di secolo,appena uno squarciodi eternità, mentrenell’aere indifferente,una veglia inesaustanella vita di un uomo,un vegliardo fanciullosoavemente ricorda.

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Per TePROFILO DI J.

Sei come il mareriflesso azzurro del cielosereno e senza nubiinvitante e accoglientenel suo sereno chiarore.Quando si leva il ventoti increspi e rombipiù scura e scapigliatadei tuoi capelli di ebano.Poi piove e un’alba nuovarisplende nei tuoi occhichiari e mestamente ridentie scoppia un riso di cristallosquillante come tromba angelica:da sempre così ti amo e ti chiedodi non cambiare.

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Pour MaudSOUHAITS PRINTANIERS

Où en sommes-nous, ma chère,sur cette route inconnueet pénible qui a soudainréuni nos chemins?Le vie oublie tout âgeet se pare de jeunessepar gratitude vers qui l’aimesans regrets ni remords.Procédons fermement donc,en goûtant avec déliceaux joies que tout instantnous offre en dépit des malheursqui jalousement nous guettent.

Sii quindi persuasa,cara e amata cuginané più temere, poichéabbiamo ormai doppiatoogni delicato frangente.

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AI FIGLI

Mentre declinava il giornoma splendevano raggi di lucevoi giungeste, come d’incantoe noi vi offrimmo quantocredevamo fosse il più verodi noi, del nostro intenso amore,del nostro culto della vita.Inconsci o quasi accogliesteil dono con spontaneo slancio.Fu certo cosa giusta,ancor che incompiuta.

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ANGELI FESTOSI

Per CarlaAd ali ripiegatedanzano gli angeliin girotondo,fra qualche piumapresa nel vortice,al suono di trombedi cristallo e ottoneche assorti cherubiniintonano estasiati.Questo è il felicerisveglio che il solesplendidamenterischiara e benedice.

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ROSE PER PETRA

A te, Amicaoffro questi fioridal profumo tenue,non ancor spentoné offuscato dal tanfodi un mondo smarritonell’odio e nel rancore.Non sentirti sola, né dimenticata:l’oblio scomparenei meandri del cuore,mentre l’Angelo dell’amiciziaschiude le sue ali di piumead un cielo terso e cristallinoche non conosce tramonti esi ammanta di vivide lucie di smaglianti colori.

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AMAZZONI

Per Susa

Trecce alte levatedal vento del futuro,nuove amazzoni cavalcanoi destrieri focosi del Tempo,impavide risolute e vincenti.Largo al loro incedere arditodi regine redentrici e madridi nuova liberata umanità.

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NAUFRAGIO

Per Anna

Scampato alla furiadi procellosi secoli,alle devastazionidi folli, iconoclasteperversità elettroniche,nuoto e mi fermo frascogli inabbordabilie secche ingannatrici,stretto ad un relittodella MARIS STELLA,che più non rischiaracon il suo lieto nomele cupi notti dell’oceano.Dove approdare?Non posso immaginarloe nuoto, nuoto ancoraconsumando alacreogni latente energiae ripetendo nel cuorel’appello accoratodi fede e di speranzaSave Our Souls.

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LA TERZA PASQUA

Alla memoria di Francesco D. P.

Come è mai possibilecelebrare solo una Pasqua?Cosa penserà il Cristose così noi limitiamola Sua immortalità?Una terza Pasqua,dedicata a lor soli,sosterrebbe i sofferentia loro consentendodi attendere con serenitàil Giudizio che noi tuttiindistintamente assolveràin una aureolata nubedi fratellanza e amore.SIMPLICITER SIC siadunque un AMEN finale,senza mai più dibatteresul credere o non credere.

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CONVIVIO

Per ricordare una cena in affettuosa compagnia, all’ombra tutelare dei cedrie delle palme, in casaBignami a Bologna,l’8 luglio �0�4

A te, MILENA,architrave portanteche regge il tempiocon la forza della volontà,degli anni e del rimpianto,ti sian rese grazieper la tua indomitatenace e fedele costanza.

LAURA, il cui nomerichiama eleganzafervore e dedizionead una fede nel Signore,Padre dell’universo,a te va il mio ricordodella tua nascita, cheallietò i miei difficilianni di tirocinio all’Est,mentre la gioia dei genitori

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risplendeva in antica amicizianata dallo studio comune e appassionato.

Rallegrati, lietae sorridente BEATRICEdi offrire l’immaginesacra della Vergine Maria,che interviene incessanteper unire i Cristianinel culto del Signoree del suo Volto divino.

ANGELICA,madre discretadi geniali promesseche confermano comela nostra sia ancorauna terra favoritadallo Spirito creatore.

DUDI(e perché no Dulcinea,nel segno cervantesedel “Señor de los tristes”?)diffondi il tuo riso gioioso,campanella squillantedi festosa allegrezza.

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SCIPIONE imperterrito,come colui di cui porti il nome,tu chiudi il corteo felicecon la precisione dovutaalle opere compiutecon avveduta perfezione.

E su tutti e tuttolo spirito beneficonel proteggere e ispiraredi colui che rese incisivii miei anni smarritiin un ateneo che ancornon commetteva l’impudenzadi definirsi “Sapienza”,consesso di politici inettie di retorica impunita.A te, LIBEROoffro questi ricordidi luminoso cristallonel progredire per l’ertavia che hai allietatocon salda, generosae inalterabile amicizia.

Finale, per il nume tutelare dei luoghi:

Né tu saiquale sia la tua fortuna,affettuoso ed amabileCRUCCO

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di rallegrare,con gioioseeffusionie scuri occhiumidi di bontà,un piccologrande mondocosì unitoe concorde.

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UNA CUCINA NUOVA

Per l’importanza che il nutrimento riveste nella vita sociale la Cucina è un ambiente nel quale si forma e si afferma una componente non minore del vivere civile e della

cultura.Una nuova Cucina è un laboratorio di ricerca, di scoperta e di creazione che ricorda le botteghe dei grandi artisti, dove nascevano opere d’arte e si educavano allievi insigni che sovente superavano i maestri (Leonardo fanciullo lavorò presso Verrocchio e venne preso a modello per l’ineffabile David). L’accoglienza ispiratrice dell’ambiente è quindi essenziale per la riuscita delle opere, che ne attingono fantasia ed immaginazione.

Gioiosa Cucina,ospitale accoglientesorridente consolatricebottega infaticabiledi profumi saporiumori di vita presenteporta del buongustodesco di fiorenti grazieservite in coppedai luminosi baglioridi colorati cristallisquillanti come il toccoargentino del cembalonon già offerti a Deiimbronciati o assenti

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ma ad alacri minatoriche dalla terra estraggonosterminati tesori insospettati.Non porgeteci aurei vassoio calici soffiati nel vetroma rossoneri crateridi ceramica atticadal vellutato impastolieve come petali d’asfodelirisorti nell’allegrezza sobriadi un cantico al Supremo Fattore.Ingiusto sarebbe respingerei doni profusi con letiziae benefico slancio in un giocosoed esaltante sogno di vita.

Sii sempre felice nel tuo piccoloma sconfinato e sufficiente reame,o mia Sovrana e Regina.

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L’ANGE IVOIRIEN

Dans ton regard enfantin et rieur,Ange aux ailes sombres, je revoismon Afrique bien-aimée aux mille visages:l’éléphant majestueux et sage,le guépard chassant la gazelle,la lionne traquant le zèbre apeuré,le léopard prudent cachant sa proiesur un arbre, près d’un lion endormi,une pleine lune surgissant de l’océanet revêtant subitement la mer d’une cape d’argent,tandis que la marée montante fait s’envolerune foule de grands oiseaux marins.J’espère revoir enocre cette Afrique,berceau du genre humain, qu’il m’est offertaujourd’hui de retrouver dans tes cheveuxd’ébène et tes yeux pleins d’alléresse,Ange du bonheur et de la joie de vivre.

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A IGOR STRAVINSKY

Alla memoria diThéodore Stravinsky

Una rosa per Vera, una per tenel meriggio di questa tardae incerta primavera,come le dissonanti armonieche tu riproponesti a noi,in latino dissotterrando Edipoed esaltando biblici versetti,oppur narrando di fiabeschi eroiin una terra d’incantoe di miracoli salvificidi redenzione dal maledi esseri crudeli e folli.Ed a ritroso nel tempohai riscoperto i ritmi possentisommersi nell’oblio di remotestagioni che custodiamonegli abissi più oscuridi subconscie nostalgie.Ti sian rese grazie per averciguidati con ritmi inattesie dissonanti accordialle origini di un’attonitaumanità incredula e smarrita:in te noi ritroviamo le chiavidi un codice incautamente personella quotidiana monotonia.

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A JOHANN SEBASTIAN BACH

Suonano a stormole campane del bellonel misurato silenziofra la voce del Padree l’estatico sussurrodegli angeli infantiche schiudono ad un volodi sovrana allegrezzale loro fragili e timideali dai colori smaglianti.Tutto tu sei per noi:“der Anfang und das Ende”,Maestro sommo di inni,di gioia esultante e di lodea un paradiso di memoriee di fulgente luceche non si oblia mai più,Cantor di tutti i tempi,Signore di generosa immediatezza.

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RADU ALDULESCU Per Galia e Rodica

L’arco accoratodel tuo violoncellotesse una trama di mesti rimpianti.A quali angelicimusici porgi orail tuo sereno lirismo?Non mi consola ascoltartisenza il conforto intensodel tuo sguardo affabiledi luce e di fervoreche spontaneo effondevicon animo ardente e generoso.

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? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? Per Carla e Gino

Ogni parola è pregnadi segni celati e arcaniracchiusi nella rigiditàdi un mallo impenetrabile:suono muto o disegno lieveda cui si affeanca savioed orgoglioso l’ideogrammadel civile antico Oriente.Prima l’astratta musica,la povera parola poi:lo sa soltanto l’animache silenziosamente canta.

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SAINT-JOHN PERSE

Le symbolisme de Sain-John Perse annule et recrée le sens traditionnel de la parole, en opérant une fusion dont elle émerge régénérée et enrichie de valeurs nouvelles qui dépassent les symboles. Enfermer ce langage en regroupements historiques le diminuerait: il adviendrait cela si cette résurrrection était définie “post-symbolisme”. J’imagine alors la PAROLE s’adressant au poète en ces termes:

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Poète de l’enchantement,au langage séducteurqui revêt mon indigenced’un voile éblouissantà l’éclat sans pareil,étanchant ma soifde nouveau en miraged’eau claire et pure,vision plus que réelle,synthèse de mouvementde musique et de forme,mon souverain désirde révolte contrel’enlisement du verbeimmuable dans le cristalde l’espace et du temps.

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FRANCIS PONGE

En plein contraste avec l’auteur d’ “Exil”, Francis Ponge propose une réaction convaincante à la tension de la parole. “La cruche” offre un exemple de son rétablissement parfait dans son contour géométrique et ses valeurs étymologiques. Cette finalisation du terme en soi et pour soi pourrait ainsi exprimer sa gratitude au poète:

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La précision du verbeet du détail suprêmerétablit les valeurs d’un langage géométriquesurvivant à l’espritde finesse que le tempsparachève dans le culted’une raison souveraine,ancrée dans tout saoirhumain qui énoncede sa voix hauteson long poème.

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LETARGO D’EUROPA

Arcangelo senza più alil’Europa preferisce il sonnoalla vergogna degli inettiche la governano, ciechisenza onore né pudore, all’ombra di campanilisbrecciati e pencolanti.

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E per concludere ho chiesto al collega e amico Andrea Bardi, poeta e letterato per diletto ma diplomatico per lunga professione, di riassumere in versi la congiuntura attuale, a confusione e vergogna degli inetti nemici dell’Europa, dei suoi detrattori e disertori ancor peggiori. Egli ha così risposto:

UTOPIA FELIX

In pericolo di vitaè l’Europa nostra,affetta dal morbo abiettodel populismo, odiernasindrome del risorgentearcaico nazionalismo,intossicata da drogheseducenti a forti dosiper rendere più certala fatale agonia.

L’ “exception française”,succeduta alla esangue“grandeur” e confortatadall’ “esprit citoyen”,dogma di repubblicano laicismoelevato a nuova teologia;l’insolente britannica insularità;l’ortodossia teutonica dei bilanciin pareggio e la superficialitàdella querula e demagogica

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italica eloquenzasono le tattiche insulsecontro una globalitàinsorgente e redentrice: né miserere ipocritio penitenti litanierisveglieranno l’Europadal suo languore, ma il ricordo di quantoella offerse generosaalle genti del mondoe delle sue virtù attea riaccendere ceneri non ancor spentee rinnovare valori di alta civiltànel cuore profondodei suoi popoli antichi,laboriosi e geniali.

Andrea Bardi Firenze, �5 marzo �0�5, LVIII anniversario dei Trattati di Roma

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POSTFAZIONE

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Come quelli precedenti, questi versi riassumono un’esistenza impegnata in missioni diplomatiche e incarichi consolari, collaborando sovente con paesi che si vorrebbero emergenti, anche se offrono valori reconditi a chi voglia scoprire in passate civiltà motivi di alta ispirazione.

Ritornando al mitico filo di Arianna e all’intento di rendere omaggio a grandi personalità della cultura, l’autore si è sentito in dovere di ricordare la vocazione poeticia dell’ambiente dal quale proviene, riportando alla luce componimenti dimenticati da oltre un secolo. Come si riscoprono intatti petali di viole serrati fra le pagine di vecchi volumi, egli ha ritrovato due manoscritti provenienti da ascendenti di una famiglia toscana stabilitasi in un’antica Reggenza dell’Impero ottomano, tradizionalmente aperta all’influenza della vecchia Europa.

Il primo Francesco Baldocci, nato nel 1821 nel vecchio porto di Goletta, era un poeta conviviale invitato ad agapi ufficiali e famigliari per improvvisare, al levare delle mense, versi di circostanza per celebrare avvenimenti da commemorare. Di questa sua inclinazione letteraria, spesso ilare e giocosa, si è conservato questo sonetto per festeggiare l’onomastico della sorella Adelaide, il 16 dicembre 1842.

Il secondo Francesco, padre dell’autore e nipote de precedente, morì in giovane età nel 1931 lasciando qualche appunto, custodito fra quaderni scolastici, oltre a queste quartine, tema proposto da un docente di letteratura del liceo che frequentava a Lione nel 1915.

Andrea Bardi

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SONETTO

Per il giorno onomastico 16 dicembre 1842 della Signora Adelaide Baldocci

Veloce scorre il tempo e a noi conduce il giornoChe il tuo bel nome in lui porta fastoso;Dar ti vorrei di fior bel mazzo adornoMa nol poss’io, son poco danaroso.

Né basterebbe ch’io dessi i miei occhiPer comprarti un mazzetto bello e buono;Cara sorella mia dunque perdono,Contentati di quattro scarabocchi.

Mille di questi giorni io ti desìo,Lieti, contenti, e senza danni e mali;E che ti accordi lunga vita Iddio.

Se i voti ascolta lui, di noi mortaliAccoglierà benigno il pregio mio.Allegra statti, i voti miei son tali.

Francesco Baldocci (1821-1888)

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IL SOGNO DI SERA

Se geme a tarda notte il lumicinoMentre mi cullo con un mesto cantoMi sembra di vederti a me vicino,Mi sembra di vederti a me d’accanto.

Sento nel mio cervello pigro e tardoIl fuoco e lo splendore del tuo sguardo.Da te mi scende f ’in fondo al cuoreUn’onda giovanil di vita e ardore.

Da questa mia stanzetta cupa e neraVorrei vederti dolce ed amorosa,Vorrei baciarti sulla fronte alteraSussurrandoti t’amo o cara sposa.

E odo la voce tua fremer lontano.Io t’amo tanto non sospire invano.Spegnesi il lumicino poi c’ho sognatoLa tua visione gentile e innamorata.

Francesco Baldocci (1895-1931)

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Indice

� Bosco di primavera�� Lamento del Minotauro�� Il filo d’oro�� Clessidra e labirinti�4 Canto antico�5 Profilo di J.�� Souhaits printaniers�� Ai figli�8 Angeli festosi�� Rose per Petra�0 Amazzoni�� Naufragio�� La terza Pasqua�� Convivio�� La cucina nuova�� L’ange ivoirien�0 A Igor Stravinsky�� A J. S. Bach�� Radu Aldulescu�� ? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? ! ? �4 Saint-John Perse�� Francis Ponge�8 Letargo d’Europa�� Utopia felix4� Postfazione

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Stampato e rilegato nel mese di Luglio �0�5da Legatoria Umbra s.a.s. Bastia Umbra - Perugiaper conto di Guerra Edizioni Edel srl - Perugia