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35 di questo genere e hanno consegnato alla visione di specialisti e di appassionati rico- struzioni di macchine e tecnologie antiche effettuate sulla base di puntuali studi scien- tifici e su confronti con i più recenti ritro- vamenti. Alcuni di questi apparati installati sulle navi antiche, sono stati resi disponibili in prima persona per i visitatori che hanno po- tuto verificarne l’efficienza e la capacità si sollevamento, da parte di una sola persona, fino a 10 l di acqua al secondo. Organizzate all’interno della mostra sono state previste anche conferenze e attività di ricerca parallele come una campagna di ri- cognizioni archeologiche subacquee svolte all’interno del porto di Civitavecchia, nel- l’area del molo Lazzaretto, coordinate dai soci della A.S.S.O. in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale. M.M. Il pannello introduttivo della mostra. Ricordare il passato e progettare il futuro: la A.S.S.O. compie 25 anni ASSOCIAZIONI In occasione del venticinquesimo della fondazione della A.S.S.O. onlus (Archeo- logia Subacquea Speleologia e Organizza- zione) vengono ripercorsi i lavori svolti da parte del team di tecnici che opera al ser- vizio del patrimonio culturale sommerso. L’Associazione e le principali prerogative La A.S.S.O. nasce nel 1990 ad opera di un gruppo di pochi soci che fecero confluire di- verse professionalità maturate in variegati settori lavorativi e l’interesse per le aree som- merse. Basata su un numero estremamente contenuto di soci (Mario Mazzoli direttore generale e rapporti esterni; Marco Vitelli re- sponsabile archivio fotografico; Bernardino Rocchi responsabile tecnico, Massimo D’Alessandro responsabile network e cine- matografia; Maria Teresa Pilloni produtto- re esecutivo e topografia; Stefano Barbare- si responsabile tecnico immersioni e archi- vio video) e contemporaneamente su una va- sta rete di contatti, l’Associazione si occu- pa di esplorazioni speleologiche e fornisce assistenza alle ricerche archeologiche costiere e subacquee. Ha acquisito nel tempo una buona esperienza supportata dalla passione e dalla tenacia degli operatori che sono ri- masti costantemente in contatto con gli specialisti maturando una serie di compe- tenze specifiche. Importante nel programma operativo del team è stato infatti quello di aprirsi alle conoscenze e lavorare senza “bar- riere” culturali in maniera interdisciplinare fino a diventare un riferimento per diversi enti come le Soprintendenze, le Università, i Comuni e riuscendo anche ad intrecciare rapporti con i Nuclei Subacquei della Guar- dia di Finanza, il Corpo dei Vigili del Fuo- co e i Carabinieri. L’archeologia subacquea in Italia necessita di una complessa ri-or- ganizzazione e di un approccio interdisci- plinare che sappia anche guardare ad una pro- ficua collaborazione con i volontari che de- vono essere chiaramente diretti in maniera scientifica (un ottimo esempio di collabo- razione proficua tra volontari e professionisti, svolta presso la costa nord-ovst della Sco- zia, è rappresentato dal The Sound of Mull Archaeological Project; vd. L’archeologo su- bacqueo, 45, 2009, p. 19). L’esperienza pratica maturata in ambito cantieristico archeologico ha consentito, inoltre, di realizzare supporti tecnici fina- lizzati a migliorare le operazioni di rilievo sia nel corso di scavi sia per il survey su- bacqueo; sono stati anche realizzate sorbo- ne potenziate, attrezzature per aumentare la qualità delle riprese foto-video, equipaggiate per migliorare l’assetto in immersione e mu- nite di ulteriori fonti di illuminazione. Que- sti strumenti sperimentali sono stati realiz- zati in bottega dagli stessi soci perché o poco disponibili sul mercato o per applicare una politica di abbattimento di costi proibitivi. Particolare attenzione è stata assegnata an- che ai supporti informatici e all’attuazione di iniziative di comunicazione e di divul- gazione attraverso mezzi tradizionali (con- vegni, pubblicazioni, mostre, servizi gior- Anno XXI-XXII, 61-64 n.s., 2015-2016

Il pannello introduttivo della mostra. M.M. Ricordare il passato la … · tecniche dei cantieri, dei rilievi e delle esplorazioni. Poco prima della fondazione ufficiale, tra il 1986

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Page 1: Il pannello introduttivo della mostra. M.M. Ricordare il passato la … · tecniche dei cantieri, dei rilievi e delle esplorazioni. Poco prima della fondazione ufficiale, tra il 1986

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di questo genere e hanno consegnato allavisione di specialisti e di appassionati rico-struzioni di macchine e tecnologie anticheeffettuate sulla base di puntuali studi scien-tifici e su confronti con i più recenti ritro-vamenti.Alcuni di questi apparati installati sullenavi antiche, sono stati resi disponibili inprima persona per i visitatori che hanno po-tuto verificarne l’efficienza e la capacità sisollevamento, da parte di una sola persona,fino a 10 l di acqua al secondo.Organizzate all’interno della mostra sonostate previste anche conferenze e attività diricerca parallele come una campagna di ri-cognizioni archeologiche subacquee svolteall’interno del porto di Civitavecchia, nel-l’area del molo Lazzaretto, coordinate daisoci della A.S.S.O. in collaborazione con laSoprintendenza Archeologia del Lazio edell’Etruria Meridionale.

M.M.Il pannello introduttivo della mostra.

Ricordare il passatoe progettare il futuro:

la A.S.S.O. compie 25 anni

ASSOCIAZIONI

In occasione del venticinquesimo dellafondazione della A.S.S.O. onlus (Archeo-logia Subacquea Speleologia e Organizza-zione) vengono ripercorsi i lavori svolti daparte del team di tecnici che opera al ser-vizio del patrimonio culturale sommerso.

L’Associazione e le principali prerogative

La A.S.S.O. nasce nel 1990 ad opera di ungruppo di pochi soci che fecero confluire di-verse professionalità maturate in variegatisettori lavorativi e l’interesse per le aree som-merse. Basata su un numero estremamentecontenuto di soci (Mario Mazzoli direttoregenerale e rapporti esterni; Marco Vitelli re-sponsabile archivio fotografico; BernardinoRocchi responsabile tecnico, MassimoD’Alessandro responsabile network e cine-matografia; Maria Teresa Pilloni produtto-re esecutivo e topografia; Stefano Barbare-si responsabile tecnico immersioni e archi-vio video) e contemporaneamente su una va-

sta rete di contatti, l’Associazione si occu-pa di esplorazioni speleologiche e fornisceassistenza alle ricerche archeologiche costieree subacquee. Ha acquisito nel tempo unabuona esperienza supportata dalla passionee dalla tenacia degli operatori che sono ri-masti costantemente in contatto con glispecialisti maturando una serie di compe-tenze specifiche. Importante nel programmaoperativo del team è stato infatti quello diaprirsi alle conoscenze e lavorare senza “bar-riere” culturali in maniera interdisciplinarefino a diventare un riferimento per diversienti come le Soprintendenze, le Università,i Comuni e riuscendo anche ad intrecciarerapporti con i Nuclei Subacquei della Guar-dia di Finanza, il Corpo dei Vigili del Fuo-co e i Carabinieri. L’archeologia subacqueain Italia necessita di una complessa ri-or-ganizzazione e di un approccio interdisci-plinare che sappia anche guardare ad una pro-ficua collaborazione con i volontari che de-vono essere chiaramente diretti in manierascientifica (un ottimo esempio di collabo-

razione proficua tra volontari e professionisti,svolta presso la costa nord-ovst della Sco-zia, è rappresentato dal The Sound of MullArchaeological Project; vd. L’archeologo su-bacqueo, 45, 2009, p. 19).L’esperienza pratica maturata in ambitocantieristico archeologico ha consentito,inoltre, di realizzare supporti tecnici fina-lizzati a migliorare le operazioni di rilievosia nel corso di scavi sia per il survey su-bacqueo; sono stati anche realizzate sorbo-ne potenziate, attrezzature per aumentare laqualità delle riprese foto-video, equipaggiateper migliorare l’assetto in immersione e mu-nite di ulteriori fonti di illuminazione. Que-sti strumenti sperimentali sono stati realiz-zati in bottega dagli stessi soci perché o pocodisponibili sul mercato o per applicare unapolitica di abbattimento di costi proibitivi.Particolare attenzione è stata assegnata an-che ai supporti informatici e all’attuazionedi iniziative di comunicazione e di divul-gazione attraverso mezzi tradizionali (con-vegni, pubblicazioni, mostre, servizi gior-

Anno XXI-XXII , 61-64 n.s . , 2015-2016

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tecniche dei cantieri, dei rilievi e delleesplorazioni.Poco prima della fondazione ufficiale, trail 1986 e il 1988, un campo di sperimen-tazione del gruppo è stato quello realizza-to presso l’isola di Ponza sullo scavo del-l’oneraria del I sec. a.C. individuata pres-so la Secca dei Mattoni; a questo primo in-tervento seguì nel 1991 lo scavo di un’al-tra imbarcazione datata al I sec. d.C., ubi-cata all’interno del porto della stessa isola.Sempre a Ponza importante fu la collabo-razione allo scavo del ninfeo sommersonoto come le “Grotte di Pilato” (1990-1997) che consentì al gruppo di collabora-re anche alle indagini sulle antiche struttu-re portuali (vd. L’archeologo subacqueo,10, 1998, pp. 11-12).Tra gli interventi presso le isole sono da an-noverare quelle effettuate presso SantoJanni a Maratea e a Ventotene (1987) men-tre ad Ustica (2003-2005), in collabora-zione con l’Università degli Studi di Foggiae della Soprintendenza ai Beni Archeologicidella Sicilia, è stato realizzato lo scavo delgiacimento portuale di Cala Santa Maria(vd. L’archeologo subacqueo, 27, 2003, pp.8-9) e del relitto Grotta Azzurra 1 (vd. L’ar-cheologo subacqueo, 32, 2005, pp. 12-14).Tra le più recenti esplorazioni e verifiche disiti sommersi ci sono quelle effettuatepresso Palmarola e Zannone.Tra il 1989 e il 1993 sono state effettuateanche operazioni nelle acque interne:presso il fiume Garigliano, il Lago di Ne-mi, il Lago Albano, Lago di Scanno per loscavo e la documentazione di strutture erecupero di manufatti marmorei, fino ai re-

nalistici, filmati ecc.) e strumenti multime-diali e telematici. La A.S.S.O. ha precorsoi tempi anche in tema di web, progettandoe attivando nel 1990, un nodo internet(www.assonet.org) nel quale ancora oggi con-fluiscono notizie, relazioni ed informazionilegate all’archeologia e alla speleologia su-bacquee.Non è stato trascurato inoltre il settore del-le riprese aeree per la documentazione deicontesti paesaggistici e di interesse archeo-logico costiero: a partire dal 2011 l’Asso-ciazione, infatti, si è infatti dotata di droni.Questa esperienza ha consentito di attivarecon successo Cloud Cam (www.cloud-cam.it) per ricerche in ambienti sotterranei,come è avvenuto ad esempio presso la Do-mus Aurea a Roma, le antiche Cave di TorFiscale e in diversi cunicoli ed acquedotti an-tichi e Drone Solution che ha impiegato ae-romobili a pilotaggio remoto (APR) anchea lungo raggio.

La A.S.S.O. e l’archeologia subacquea

Il gruppo A.S.S.O. in questi venticinqueanni ha avuto modo di affiancare équipe diprofessionisti impegnati in ricerche speci-fiche come gli scavi di relitti, il survey inaree costiere di ancoraggio, la documenta-zione di reperti isolati, il rilievo di struttu-re sommerse, manufatti architettonici e ar-tistici, operando sia in contesti marittimisia in acque interne come i laghi e fiumi.Molte iniziative sono state concepite come“accordi quadro” attraverso i quali allaA.S.S.O. sono state affidate le conduzioni

centi sondaggi effettuati nel Lago di Bol-sena (2013).Gli insediamenti costieri sono quelli piùnumerosi: San Felice Circeo dove laA.S.S.O. ha effettuato il rilievo del relittodi IV-III sec a.C. insieme al posiziona-mento e recupero di ceppi di ancora e didolia (1999- 2006); a Baia (1989-1991 e2013); presso Punta Licosa per lo scavo diuna oneraria (1992 e 1995); nel mare diAnzio per sondaggi e rilievi di aree som-merse (1994-1995). Ha inoltre effettuato lacopertura fotografica finalizzata al rilievodella nave Fiumicino 1 presso il Museodelle Navi di Ostia (vd. L’archeologo su-bacqueo, 7, 1997, pp. 16-17) e collabora-to con la Soprintendenza del Lazio in unaserie di interventi mirati (Foceverde, San-ta Severa, Tor Caldara, Ladispoli, Sper-longa, Santa Marinella, Civitavecchia).Tra le esperienze all’estero aticolato è statoil supporto offerto durante lo svolgimentodel Progetto Liburna. Archeologia subac-quea in Albania, svolto presso la Baia diPorto Palermo (2007), la Baia di Valona, ilPromontorio del Karaburun (2008-2009) enel golfo di Durazzo (2010) (vd. L’archeo-logo subacqueo, 41-42, 2008, pp. 216; 46,2010, pp. 5-18; 47, 2010, pp. 5-11; 51,2011, pp. 14-17; 52, 2012, pp. 12-17).L’interesse verso i relitti navali “storici” èstato inoltre incrementato da immersioni ascopo esplorativo si sono aggiunte quellecon finalità documentaristica che il teamA.S.S.O. ha effettuato impiegando rebrea-ther. Un esempio è stato lo svolgimentodel Progetto Dedalo - condotto nell’apriledel 2009 come attività parallela al Proget-

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I soci della A.S.S.O.

Setaccio della sorbona ad aria progettato e rea-lizzato da Bernardino Rocchi.

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l’Accademia delle Scienze di Albania el’Ambasciata Italiana in Albania.Nel 2013, sulla scia di questo filone - a se-guito degli accordi con la Capitaneria diPorto - Guardia Costiera e la Soprinten-denza Archeologica per l’Etruria Meridio-nale per il rilevamento e l’emissione diprovvedimenti di tutela archeologica diaree costiere Lazio Settentrionale e di si-curezza nelle immersioni - è stata condot-ta una vasta operazione congiunta, che haregistrato anche la partecipazione del Nu-cleo Subacquei dell’Arma dei Carabinieri,finalizzata all’esplorazione e documenta-zione fotografica e filmata di due relitti na-

to Liburna - sul relitto della nave ospeda-le Po, silurata nel 1941 nelle acque dellaBaia di Valona (vd. L’archeologo subac-queo 46, 2010, p. 18). In quell’occasioneè stato avviato un rapporto di collabora-zione con il Nucleo di Frontiera Marittimadella Guardia di Finanza di stanza in Al-bania e con la RAI in modo da poter rea-lizzare un dossier per la TG2 intitolato “Latragedia della nave bianca”. Con approc-cio analogo sono stati documentati nume-rosi relitti navali affondati o semi affonda-ti, risalenti al periodo del regime comuni-sta dell’Albania, in collaborazione anchecon l’Istituto Nazionale Archeologico del-

vali affondati presso Civitavecchia, le na-vi Asia e Adernò.

Speleosubacquea

Una ulteriore componente delle ricerchecondotte dalla A.S.S.O. riguarda il mondospeleosubacqueo. Le finalità sono preva-lentemente esplorative, di conoscenzaidrogeologica e di documentazione ar-cheologica e paleontologica. Le grotte diorigine marina sono mediamente di mode-sta estensione e con dislivelli ridotti men-tre quelle occupate da acque marine si pre-sentano con sviluppi complessi e profon-dità importanti, divenute tali a causa del-l’innalzamento del livello eustatico (nelMediterraneo circa 100 m negli ultimi20.000 anni) che ha finito per interessaregrotte che precedentemente si erano for-mate al disopra - spesso a decine e decinedi metri - dell’antico livello del mare. Sitratta di ambienti molto particolari in cuila sicurezza degli operatori dipende quasiesclusivamente dalla loro preparazionespecialistica, dal livello tecnico e adegua-tezza quantitativa e qualitativa delle at-trezzature e dalle procedure di progressio-ne utilizzate.Il sottosuolo e le cavità sotterranee dellenostre città costituiscono, inoltre, una ulte-riore “quarta dimensione” che viene fre-quentata dall’Associazione. Vengonoesplorati sotterranei, catacombe, acquedot-ti, cave, cripte, cunicoli, fogne, pozzi, ci-sterne, rifugi, cavità naturali, zone di se-poltura, mitrei, camminamenti e fortifica-

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Il recupero di una statua di età romana daifondali del Lago Albano.

Giacimento di reperti ceramici e di un elememento ligneo a Tripot nel Golfo di Valona (ProgettoLiburna 2008). Ripresa foto-video con supporti per l'illuminazione progettati dalla A.S.S.O.

Ultime misurazioni propedeutiche al fotomosaico della nave del porto di Ponza.

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zioni militari. Alcune di queste aree sonooggi sommerse e viene rischiesta l’espe-rienza speleosubacquea, come quella mes-sa in pratica nel 2014 nell’antico emissa-rio sotterraneo sommerso del lago Albano,del quale Tito Livio pone la realizzazioneall’inizio del IV secolo a.C. (Livio, Ab Ur-be condita, VII, 15-21), durante l’assediodi Veio. Sembra che l’opera fu realizzatadai Romani dopo una esondazione del la-go e in risposta alle richieste delle divini-tà interpretate presso l’oracolo di Delfi eda un aruspice veiente. Anche altri storicie letterati (Dionigi di Alicarnasso, Cicero-ne, Valerio Massimo, Plutarco e DiodoroSiculo) riferiscono gli stessi avvenimenti

in modo sostanzialmente simile. Tecnica-mente lo scopo dell’opera, lunga più di1400 m, era di evitare le oscillazioni ecce-zionali del livello del lago consentendo ilsorgere di abitati e di coltivazioni lungo lerive. Dopo un primo intervento di rimo-zione della frana che ostruiva il primo poz-zo, che ha consentito l’abbassamento dicirca 80 cm del livello dell’acqua per tut-ta la lunghezza del cunicolo, sono state uti-lizzare tecniche speleosubacquee per su-perare due occlusioni calcaree che sbarra-vano la strada anche se l’esplorazione è stapoi interrotta difronte a un muro di fangoliquido.La conduzione di progetti integrati ha con-

sentito di incontrare rilevanti sinergie tec-niche come per esempio quella intrecciatacon le organizzazioni no profit EGERIACentro Ricerche Sotterranee e ROMASOTTERRANEA, che ha permesso di av-viare la fondazione di un nuovo organo,HYPOGEA, una federazione di gruppi spe-leologici del Lazio per le cavità artificiali(www.hypogea-web.blogspot.it/) che, tral’11 e il 17 marzo, ha organizzato presso ilC.N.R. a Roma un congresso internazio-nale (Hypogea 2015).

Didattica, divulgazione e archeologiasperimentale

È capitato spesso che la A.S.S.O. si sia ci-mentata nella formazione sul campo e ladivulgazione. Diverse conferenze temati-che sono state tenute presso Università,Circoli e Federazioni subacquee, CentriCulturali, Associazioni, Scuole, Comuni eOrganizzazioni di Stato come molteplicisono gli articoli di stampa oltre alla espo-sizione presso l’annuale Big Blu Fiera In-ternazionale del Mare, della Nautica e del-la Subacquea. A questo si aggiungono lacomunicazione attraverso i documentari eil sito web, che ha visto rispettivamenteprotagosisti due soci, Marco Campolungo(scoparso nel 2006, vd. L’archeologo su-bacqueo, 36, 2006, p. 9) e MassimoD’Alessando.I siti sommersi o sotterranei, i fondali ma-rini o lacustri, soprattutto quelli ad altaprofondità, le grotte e cavità artificiali so-no ambienti che risultano di difficile ac-cessibilità o che possono essere documen-tati solo a costi proibitivi da troupe spe-cializzate. È per questo che costituisconoil principale ambito documentaristico incui l’Associazione opera ottenendo imma-gini, spesso di difficile realizzazione, gra-zie all’impiego di apparecchiature digitalidi ultima generazione. Grazie alla specifi-ca esperienza maturata sono stati prodottidiversi servizi video e documentari di ri-cerca: “Albania: la storia sommersa”;“Cosa c’è sotto?! Mondi sommersi e sot-terranei” (vd. L’archeologo subacqueo,50, 2011, p. 20); “Panta Rei … tutto scor-re”; “Santa Severa tra leggenda e realtàstorica” (Vincitore del “Capitello d’Argen-to” 2009 al Festival Internazionale del ci-nema Archeologico di Roma); “I Signoridel Ferro, Cumbida Prantas”; “Su Gologo-ne: dove la terra si spacca”; “Ustica soprae sotto il mare”; “Il Mistero di San Nilo”;“Dai relitti alle grotte”.Per finalità didattiche è stato creato un rap-porto con il Museo del Mare e della Navi-gazione Antica – Museo Civico di SantaMarinella – Castello di Santa Severa (vd.L’archeolgo subacqueo, 10, 1998, p. 19;

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Documentazione di un cunicolo semisommerso dell'antico emissario sotterraneo del Lago Al-bano.

Documentazione fotografica dei resti di vecchio ponte nel Lago di Scanno.

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39, 2007, pp. 18-19), diretto da FlavioEnei, e con il maestro d’ascia MariottoPalmieri le cui ricostruzioni navali, digrandi armi e di apparati per la navigazio-ne antica sono conosciute ed apprezzatedai musei stranieri. Alcuni percorsi di ar-cheologia sperimentale sono stati intrapre-si con Giuseppe Pulitani, autorevole esper-to nella lavorazione e riproduzione di ce-ramiche (tra le quali per esempio anforeetrusche riprodotte sulla base della docu-mentazione archeolgoica subacquea) e og-getti metallici.Tra le esperienze di valorizzazione in situdi reperti archeologici sommersi va anno-verato il rifacimento del percorso archeo-logico subacqueo di Punta Spalmatore adUstica, realizzato in stretta collaborazionecon la rivista Archeologia Viva nel 2002,e lo scavo e messa in sicurezza di un cep-po d’ancora nel mare di Montalto di Ca-stro in collaborazione con l’Associazionelocale Assopaguro e il Servizio Navaledella Guardia di Finanza (vd. L’archeolo-go subacqueo 50, 2011, p. 8).Le vignette satiriche, i calendari con dise-gni di Fabio Ferro hanno contributio alladiffusione dei principi per cui opera l’As-sociazione anche rispetto a contesti più‘leggeri’.

Il futuro dell’associazione

Il Venticinquesimo ha costituito l’occas-sione ideale per fare un bilancio. Così co-me quando la A.S.S.O. è stata fondata èemerso che i maggiori rischi si annidanonegli ostacoli di carattere burocratico emeno in quelli tecnici e operativi. Ai bi-lanci si sommano i progetti per il futuro etra questi emerge l’attivazione del “Labo-ratorio delle Idee”, una rete nella quale farconvivere creatività e sperimentazione.Non si intende un laboratorio in senso fi-sico ma una macchina scientifico/organiz-zativa di relazioni e cooperazioni. Il fine èsempre lo stesso: superare le frammenta-zioni delle specialità, far convergere risor-se economiche e logistiche, agevolare lacrescita di giovani talenti, non abbandona-re il senso della storia, predisporre inizia-tive formative strutturate, proporre e atti-vare progetti di collaborazione per la ri-cerca archeolgoica e speleologica. Una vi-sione multiskill e transnazionale per lacreazione di opportunità scientifiche e tec-niche. Un obiettivo ambizioso, certo, so-prattutto in un Paese come il nostro, ma sesi guarda ai passi compiuti dalla A.S.S.O.in questo quarto di secolo, è possibile cheil termine più pertinente da adottare nonsia “ambizioso” ma “raggiungibile”.

M.M.

Elemento architettonico nei fondali del Lido delle Sirene ad Anzio.

Documentazione delle anfore, macine e ricambi per la pompa di sentina nella nave oneraria diPunta Licosa.

Riconoscimento alla A.S.S.O.Riconoscimento alla A.S.S.O.

L’International Academy of Underwater Sciences and Techniques ha assegnato allaA.S.S.O. onlus l’Award 2014, premio riservato ad Enti, Istituzioni, Organizzazioni chesvolgano internazionalmente attività di successo in campo subacqueo, con la seguen-te motivazione: «Organizzazione no profit affermata nella ricerca, esplorazione e do-cumentazione di ambienti sommersi e sotterranei. Contribuisce costantemente alla cre-scita della conoscenza scientifica del patrimonio archeologico e naturalistico som-merso in mare, acque interne, in grotte e cavità artificiali. Le è riconosciuta grandecompetenza anche nel far cooperare persone e organizzazioni molto diverse, nella di-vulgazione e nello sviluppo di progetti che, abbinate ad una forte spinta verso l’inno-vazione tecnologica ed organizzativa, l’hanno resa partner di molteplici realtà Istitu-zionali ed Accademiche».

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