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L’amministrazione continua da pagina 1 Il nostro Piano di Governo del Territorio è stato adottato nel Consiglio Comunale del 25 settembre e pubblicato il 5 no- vembre 2008. Tappa davvero importante per un’Ammi- nistrazione di nuova nomina. È arrivato in Consiglio dopo un proficuo percorso di dis- cussione e partecipazione. È stato presentato e discusso in almeno due incontri con le Forze Consiliari, le Commis- sioni Tecniche, i Profes- sionisti. È stato presentato, an- cora in bozza, alla Cittadi- nanza, ai Commercianti, agli Imprenditori ed è di pochi giorni fa l’incontro al Cinema Leone con i giovani professio- nisti. Altri incontri sono in previsione prima della sca- denza delle osservazioni pre- vista per il 4 gennaio. La no- stra volontà è che sino all’ul- timo il lavoro svolto sia flessi- bile e “accogliente”. Il criterio guida del nostro piano è quello della “crescita lenta”, del minor consumo di territorio possibile. Un’attenta analisi dei nostri dati dice che Castelleone dal 1970 ha un ugual numero di abitanti, se si eccettua il saldo decisamente attivo di questi ultimi due o tre anni dovuto al fenomeno immigrazione. Non vi è neppure il bisogno di molta residenzialità: abbiamo ancora lottizzazioni non rea- lizzate. Nel Piano non troveremo, quindi, nuovi e grandi com- plessi residenziali; sono in- vece previsti diversi gruppi di case, alcuni in paese, alcuni nelle frazioni, per una previ- sione di abitanti di circa 11.550 e 35 mq di servizi per cittadino. Meno costruzioni, miglior conservazione dell’esistente e maggiore qualità nel co- struire. Il nuovo Piano infatti pone molta attenzione all’ar- chitettura del costruito e alla conservazione dell’esistente, il tutto in assoluto binomio con la funzionalità dei servizi. Non dovranno più esserci lot- tizzazioni senza strade finite, o commerci, o spazi pubblici, cioè tutte quelle funzioni che danno benessere alla vita dei cittadini. Meno costruzioni quindi ma più qualità, più servizi diffusi sul territorio. Oggi tutto que- sto è concentrato nel quadri- latero romano; dobbiamo fare in modo che gli uffici, i negozi, le attività si sviluppino anche laddove i cittadini abitano. Due quindi gli aspetti fonda- mentali: crescita lenta e qua- lità delle costruzioni, insieme alla valorizzazione dell’esi- stente, dai parchi naturali del Serio Morto a quello nuovo proposto dal piano come Plis (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale) delle basili- che, tra S. Maria in Bressanoro e il Santuario. Un progetto anche per la vita della produzione, con l’inse- rimento della nuovo Polo Industriale della “Fornace” per il futuro sviluppo delle at- tività produttive di Castel- leone e degli altri paesi con- sorziati in località l’Oriolo, e la ricerca di un disegno più de- finito e decoroso per l’attuale zona industriale. Ne PGT troviamo il tracciato della nuova viabilità provin- ciale, sia per quanto riguarda la variante alla SP 591, la strada che da Piacenza porta a Bergamo passando per il nuovo ponte di Montodine, sia per la variante alla ex Ss 415 – la Castelleonese – in un fu- turo prossimo. Il Piano di Governo del Territorio Meno costruzioni, più qualità, più servizi diffusi sul territorio

Il Piano di Governo del Territorio€¦ · marketing & comunicazione Pubblicit ... ma ci accusano di non avere ... acquietando la fame con un sorriso: “È la cena”, potrei giurarlo,

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Page 1: Il Piano di Governo del Territorio€¦ · marketing & comunicazione Pubblicit ... ma ci accusano di non avere ... acquietando la fame con un sorriso: “È la cena”, potrei giurarlo,

L’amministrazione

continua da pagina 1

Il nostro Piano di Governo delTerritorio è stato adottato nelConsiglio Comunale del 25settembre e pubblicato il 5 no-vembre 2008. Tappa davveroimportante per un’Ammi-nistrazione di nuova nomina.È arrivato in Consiglio dopoun proficuo percorso di dis-cussione e partecipazione. Èstato presentato e discusso inalmeno due incontri con leForze Consiliari, le Commis-s ioni Tecniche, i Profes-sionisti. È stato presentato, an-cora in bozza, alla Cittadi-nanza, ai Commercianti, agliImprenditori ed è di pochigiorni fa l’incontro al CinemaLeone con i giovani professio-nisti. Altri incontri sono inprevisione prima della sca-

denza delle osservazioni pre-vista per il 4 gennaio. La no-stra volontà è che sino all’ul-timo il lavoro svolto sia flessi-bile e “accogliente”.Il criterio guida del nostropiano è quello della “crescitalenta”, del minor consumo diterritorio possibile. Un’attenta analisi dei nostridati dice che Castelleone dal1970 ha un ugual numero diabitanti, se si eccettua il saldodecisamente attivo di questiultimi due o tre anni dovuto alfenomeno immigrazione.Non vi è neppure il bisogno dimolta residenzialità: abbiamoancora lottizzazioni non rea-lizzate.Nel Piano non troveremo,quindi, nuovi e grandi com-plessi residenziali; sono in-vece previsti diversi gruppi di

case, alcuni in paese, alcuninelle frazioni, per una previ-s ione di abitanti di circa11.550 e 35 mq di servizi percittadino.Meno costruzioni, migliorconservazione dell’esistente emaggiore quali tà nel co-struire. Il nuovo Piano infattipone molta attenzione all’ar-chitettura del costruito e allac o n s e rvazione dell’esistente,il tutto in assoluto binomiocon la funzionalità dei servizi.Non dovranno più esserci lot-tizzazioni senza strade finite, ocommerci, o spazi pubblici,cioè tutte quelle funzioni che

danno benessere alla vita deicittadini.Meno costruzioni quindi mapiù qualità, più servizi diffusisul territorio. Oggi tutto que-sto è concentrato nel quadri-latero romano; dobbiamo farein modo che gli uffici, i negozi,le attività si sviluppino ancheladdove i cittadini abitano. Due quindi gli aspetti fonda-mentali: crescita lenta e qua-lità delle costruzioni, insiemealla valorizzazione dell’esi-stente, dai parchi naturali delSerio Morto a quello nuovoproposto dal piano come Plis(Parchi Locali di InteresseSovracomunale) delle basili-che, tra S. Maria in Bressanoroe il Santuario.

Un progetto anche per la vitadella produzione, con l’inse-rimento della nuovo PoloIndustriale della “Fornace”per il futuro sviluppo delle at-tività produttive di Castel-leone e degli altri paesi con-sorziati in località l’Oriolo, ela ricerca di un disegno più de-finito e decoroso per l’attualezona industriale.Ne PGT troviamo il tracciatodella nuova viabilità provin-ciale, sia per quanto riguardala variante alla SP 591, lastrada che da Piacenza porta aBergamo passando per ilnuovo ponte di Montodine,sia per la variante alla ex Ss 415– la Castelleonese – in un fu-turo prossimo.

Il Piano di Governo del TerritorioMeno costruzioni, più qualità, più servizi diffusi sul territorio

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n breve ri-cordo, ma chesia degno diuna vera com-m e m o r a z i o n e ,è quanto mi ac-cingo a dedi-

care a Giancarlo Pandini, condolente tristezza, causatadalla sua immatura scom-parsa, ma anche con ricono-scente affetto, perché la suavita, intessuta e nutrita di pas-sione e d’interessi letterari, di-venta misura della nostra.Castelleone gli deve gratitu-dine, perché Giancarlo haamato il suo paese, ne ha no-bilitato la storia e la gente at-traverso il dono di un’intelli-gente ricerca che ha saputo ri-tagliare, per le sue, le nostreorigini, uno spazio e una ri-conoscibilità sulla scena dellacultura nazionale.Giornalista e pubblicista (hacollaborato con numerose eimportanti testate, anche stra-niere), critico letterario (consaggi sulle principali riviste econ monografie per note caseeditrici, fondamentali le duededicate a Moravia eLandolfi), ricercatore (di dia-letto e antropologia), narra-tore (attraverso una corag-giosa narrativa di sperimenta-zione), soprattutto poeta (au-tore di una ventina circa di li-bri di poesia, spalmati, as-sieme a tutta l’altra attività, inun quarantennio ininterrottodi lavoro meritevole di diversi

riconoscimenti quali il pre-mio Pisa, il Renato Serra e lasegnalazione al Montale). Soche non è possibile separare ilgiornalista dal ricercatore, ilcritico dal poeta – un filo co-mune lega e annoda queste ar-ticolazioni sorelle ed è la ri-cerca di una verità ultima – maè la poesia che voglio ricor-dare, perché si tratta di quell’“oscura devozione” (il sin-tagma è titolo di un suo libro)alla quale Giancarlo ha dedi-cato le migliori energie e poiperché, con essa, ha delineatoil proprio ritratto.Da sempre la poesia è rivela-trice del progetto più nobiledi chi la esercita; attraversol’esercizio poetico, appassio-nato e creativo, transita il fe-condo rapporto con la vita,pur trattandosi, quasi sempre,di un contrasto doloroso econflittuale. La poesia diGiancarlo non fa eccezione, èun continuo interrogarsi nelquale predomina lo smarri-mento, il senso di estraneità,lo smacco per un mondo in

cui si è costretti a vivere, mache non si condivide perchéprocede per valori capovolti.È una ricerca che, a differenzadi molte altre, non si inerpicasulle dorsali della filosofia,pur chiedendo sempre ra-gione di un senso ultimo, nési inarca sui quesiti della dot-trina, pur avvertendone ilpeso e la portata, ma si muovenel circostante, nel precipi-tato dell’insanata dicotomiache investe una vigile e soffe-rente coscienza. Le ferite nelrapporto con il quotidiano,siano le cose e le persone nellaloro usuale quanto trita ne-cessità, siano i rapporti nellaloro epifanica estraneità, nons’accartocciano in querule la-mentele o semplicemente indisamorate, peggio, cinichedisanime, ed è questo il sensopiù nobile della poesia diGiancarlo, ma si rivelano ca-paci di significare, non rinun-ciando mai all’urgenza deldire, tutti i temi della crisi cheha investito l’identità del-l’uomo del Novecento. I suoiversi sono acuti frammenti, ri-flessioni di scomoda verità,schegge di critica, a volte do-lente a volte ustionante, chepredicano l’impossibilità diuna coesistenza, pacificata opacificante, con la realtà difatto, di un compromesso cheabbassi la tensione etica versoun dire piegato all’ipocrisia.Se il mondo si manifesta inmodo disarmonico, la ricerca

del senso conduce oltre l’im-magine ottenebrata e usuratadel quotidiano; lo strumentolinguistico, a contatto con lediscordanze, necessaria-mente si sfalda in un arcipe-lago di nuovi alfabeti, si de-compone in una sintassi cheprocede per incastri e inser-zioni, per riprese e abbassa-menti di tono. La realtà,franta e inadeguata, costringeGiancarlo a una flessione in-teriore, a spostare ogni fram-mento al centro del tutto, perricominciare, ogni volta e inmodo nuovo, a relazionare,per capire e capirsi, per evi-tare ogni compromesso chepossa trasformare la creativitàin nostalgia, la memoria inelegia. Una poetica che mi au-torizza a collocare Giancarlo,a parabola umana terminata,nella storia della poesia ita-liana, in quello spazio ideale,molto popolato ma povero diautentiche voci, tra post-er-metismo e post-avanguardia,in virtù di un ermetismo in-terpretato come misura dellaciviltà del dissenso e noncome rifiuto del dire, di un’a-vanguardia intesa non comeappagante esercizio, ma co-raggio di una originale e pro-positiva sperimentazione.Anche quando si è dedicato aldialetto, nella ricognizionedelle sue radici, Giancarlonon ha mostrato compiaciutenostalgie; la sua è stata unavoce di cultura, non di ma-niera, facendo del vernacolouno strumento mai di restau-razione, sempre di ricerca. Ildialetto agiva in lui come unaspecie di camera di decom-pressione, nella quale il pas-sato, allentando la conflittua-lità con il presente, affioravain tutta la sua autentica viva-cità e fresca inventiva. Perchéil suo, il nostro dialetto, linguasenza la mediazione di sup-ponenti grammatiche e privadi auliche cadenze, liberavaGiancarlo da ogni detestatocompromesso culturale e glioffriva l’opportunità, proce-dendo a un ritorno ma in cam-mino, apprestandosi a unafermata ma continuando ilviaggio, di sottoporre il suoavanzato sperimentalismo alfiltro della lingua della primaformazione.Dovendo, dalla sua vasta pro-duzione, privilegiare un testoche sia un intonato commiatoe che i castelleonesi sentano ilpiù vicino possibile alla pro-pria realtà, scelgo la poesia inlingua che troverete qui a latoperché disegna un commossoritratto di famiglia, perchédentro c’è la sua storia chesentiamo anche come nostra,ed è infine il mio modo perabbracciare idealmente lui etutti i suoi cari.

Angelo Lacchini

cultura

L’oscura devozioneRicordo di Giancarlo Pandini

DirettorePaolo Tirelli

Direttore responsabileGianni Lucini

Consulenza e coordinamentoMauro Cimaschi

RedazioneAntonietta PedrinazziGiovanni CampariCamilla Strada

Segreteria di redazioneMaria Rosa Valcarenghi0374/356323/[email protected]

Progetto grafico ed editorialemarketing & comunicazione

Pubblicità0374/356323/356302

EditoreAmministrazione Comunaledi Castelleone

StampaFantigrafica, Cremona

chiuso in tipografia: 15/12/2008

I PROFUMI (Da Metafore dal vento)

Potrei giurarlo che di nottevengono in punta di piedialla tavola apparecchiata, potreigiurarlo, sono i mieimorti che calano a rivederela casa, il tempo trascorso, vengono a vederecome viviamo, ridendo di noi,circospetti, fanno finta di nientema ci accusano di non averepiù fede, di non sentire piùprofumi intorno, di non amare più niente.Potrei giurarlo che mia madre,tanti anni a rammendarecalze, con l’uovo di legno, a buttaresul ferro rovente della stufa buccedi mandarino e il profumo acutosi spandeva per la casa, potrei giurarlo,la sentivo arrivare dalla cucinaannunciata dal tintinnio delle chiavia mazzo libero legato alla galadel grembiule, forse la chiave giustal’aveva lei che rammendava,che non buttava niente, neppure i chiodiarrugginiti e ci metteva nelle mani una mela,acquietando la fame con un sorriso: “È la cena”,

potrei giurarlo, la cena la merenda e il pranzoin mezzo all’aia lo scaldino a bruciarel’ulivo benedetto, per scongiuraretempeste improvvise, anche le famigliario per l’inondazione del Serio, per la Giacintache doveva partorire o per i pidocchi di Giniobeccati a scuola.L’acre profumo di terra – “senti” diceva, “quandocambia la stagione” e quel profumo di smossoche ci pungeva le narici – lombrichi,foglie pestate, insetti morti – un miscugliodi vita che abbandonava la vita.

E il tuo sorrisodolce, allora si rideva vicini, quel sorrisosolleticava il sangue, come l’odoredi naftalina, aroma di caste case,di canterani tarlati, cassetti a faticaaperti, cigolanti, con l’effluviodi salvia e di lavanda, o d’anetodagli agili corpetti di lino, omutandoni di lana, camicie ripiegatead arte, lenzuola immacolate e dentroc’era il candore, potrei giurarlo,l’odore delle mani, la voluttà e l’amorecome dietro le porte della casa, ora che,come fantasmi, potrei giurarlo, vengonoalla tavola imbandita, i miei morti,mentre ogni giorno si stempera la vita.

TETRAPAK

Da oggi anche il conte-nitore Tetra Pak entra afar parte della raccoltadifferenziata di carta ecartone. Nei giorni previsti per laraccolta di questi mate-riali sarà possibile ag-giungere anche i conte-nitori Tetra Pak (i cosid-detti “cartoni” del latte,del vino, dei succhi difrutta o delle salse)dopo averli trattati nelmodo seguente: 1- sciacquare per evitarela formazione di cattiviodori; 2- schiacciare per ridur-re il volume.Riciclare questo tipo dicontenitore permette diottenere carta per pro-durre imballi, sacchetti,stampati e articoli dacancelleria, e la compo-nente presente di plasti-ca/alluminio (il 25%)viene recuperata e rige-nerata in nuovo mate-riale plastico.Maggiori informazionisi possono reperire nelvolantino allegato algiornale.

Vogliamo ricordareGiancarlo Pandini, trovare le parole per tracciarne la figura e il legame profondo con la sua Castelleone, autentici segnavia per l'intera comunità castelleonese.

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