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ANNARITA BRIGANTI
Il Nobel Dario Fo, l’esordienteGarofalo, il cronista Delli Carriscelgono di raccontare storie dipugilato. E gli editori assicurano:“Non si parla soltanto di sport”
Cultura
Il romanzoitalianosale sul ring
SERA
11 febbraio 2016
Sarà che l’editoria è diventata un ring, ma colpiscecome, all’inizio della stagione letteraria, siano giàtre i libri usciti sul pugilato. Dal Premio Nobel
Dario Fo, che provoca con Razza di zingaro(Chiarelettere), al debuttante, nel romanzo, MauroGarofalo, autore di Alla fine di ogni cosa (Frassinelli), algiornalista e scrittore Luca Delli Carri, che racconta Il redella festa (Neri Pozza), ambientato nel mondo dellaboxe. «Se il libro di Garofalo fosse stato solo su un pugi-
le, non glielo avrei mai pubblicato», dichiaraGiovanni Francesio, responsabile editorialedi Frassinelli. «Il pugilato oggi non gode digrande fama, ma negli anni Trenta, inGermania, i boxeur erano dei divi. È per que-sto che successe quello che è raccontato nellibro». Alla fine di ogni cosa ricostruisce l’avventuraumana e sportiva di Johann RukeliTrollmann, protagonista anche dell’opera diFo. Un pugile sinti, perseguitato dal nazi-smo, che gli tolse il titolo di campione deipesi mediomassimi, in quanto “zingaro”, perpoi restituirlo ottant’anni dopo ai suoi eredi.«Open di Agassi ha sdoganato i libri sullosport, che diventano metafora della vita. Lastoria di Trollmann, che non conoscevo, èuna delle più interessanti del ‘900.Cambiavano le regole, per non farlo vincere.
Fu costretto a divorziare per salvare la moglie e la figlia.Fu rinchiuso in un campo di concentramento e osò vin-cere contro un kapò, segnando definitivamente il suodestino», spiega l’editor.I guantoni diventano il simbolo della lotta contro ladiscriminazione razziale, nella produzione letteraria ita-liana. Più istrionico l’approccio di Fo, più documentatosul campo quello di Garofalo, boxeur in una palestra
CRONISTAIn copertina LucaDelli Carri, qui il suoromanzo Il re dellafesta
Cultura
SERA
11 febbraio 2016
Cultura
della periferia milanese. Reportage trasfigurato, con unacomponente maggiore di fiction rispetto agli altri dueautori, anche per Delli Carri, in passato vincitore delBancarella Sport, reduce da due anni e mezzo in unacolonia di pugili professionisti per scoprire «la sporciziadel sottomondo che circonda la boxe». Con un messag-gio positivo. «Lo sport è riscatto. Pensiamo a MikeTyson, che veniva dal ghetto ed è diventato ricco e famo-so, oppure a quello che ha dichiarato una volta Tevez. Alcronista che gli chiese se temesse una partita, il calciato-re argentino rispose che non aveva paura più di niente,dopo aver visto quello che succedeva nel suo quartiere,a Buenos Aires», ricorda Francesio. Ma il mercato, aparte fenomeni come il memoir agassiano, apprezza laletteratura su argomenti di nicchia? «Il mercato non sonosolo i dieci titoli più venduti, è fatto anche da 5-6000 let-tori che tengano in piedi un libro dal punto di vista eco-nomico. Le classifiche non andrebbero mai guardate,
SERA
11 febbraio 2016
IL NOBELDario Fo ha scrittoRazza di zingaro
Cultura
seguono logiche che non hanno niente a che fare con ilvalore del testo. Sono ancora convinto che l’offerta possacreare la domanda e il fatto che anche un Nobel si occu-pi di Trollmann vuol dire che non mi ero sbagliato. Perpubblicare un libro servono due cose: una storia travol-gente e una bella scrittura. È quando mancano entrambeche è un problema».
SERA
11 febbraio 2016
PUGILE TEDESCORacconta la storiadi Johann WilhelmTrollmann, comeDario Fo, ancheMauro Garofalo conAlla fine di ognicosa