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Il giornalino dell’Istituto Sant’Orsola di Catania DICEMBRE 2017 ANNO I, N. 1 Il terzo Piano e 1/2

Il terzo Piano e 1/2 · ... una giornata di carità per raggiungere il cuore ... Che fine hai fatto?” È proprio questo che ... che sono arrivate a incidere anche l’ambito scolastico,

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Il giornalino dell’Istituto

Sant’Orsola di Catania

DICEMBRE 2017ANNO I, N. 1

I l t e r z o P i a n o e 1 / 2

Come non parlare di... moda!17

Quanto manca alla fine della scuola?16

Ridiamoci su...15

Inchiesta e sondaggio. Rappresentanza studentesca

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Teatro. Una sfida e grandi scoperte: «ogni personaggio è importante»

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La Colletta: una giornata di carità per raggiungere il cuore delle persone

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Il “Solar System Tour” 201711

New entries10

Big Pad big lezione?9

I primini giorni di scuola8

Scuse incredibili. A real story...7

Classi virtuali, diario e registro elettronico

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“Il filo della vita”. Incontro con Silvio e Alessandra Guerra

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Editoriale4

Il terzo piano e 1/2Istituto Sant’Orsola, via Macallè 3, Catania095.310215www.santorsola.ct.ithttps://www.facebook.com/istitutosantorsola

ProfessoriFrancesca Biraghi, Pietro Cagni

RedazioneLuca Asero, Celeste Basile, Matteo Baturi, Alfredo Bellia, Samuele De Mauro, Alfredo Diana, Gianmaria Galletta, Giacomo Grasso, Vittoria Impellizzeri, Andrea La Mantia, Riccardo Lanza, Elio Militello, Carlo Negro, Antonio Orma, Gabriele Sanfilippo, Francesco Sava, Giuseppe Scudieri, Lorenzo Sortino, Antonio Stella, Nunzio Strano, Letizia Turrisi, Carlo Zuccarello, Indira Zucchero

Andrea Pirlo: una leggenda si ritira18

DHMO ovvero: come la chimica ti salva la vita

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Tempo di record!20

Recensioni21-23

S O M M A R I O

(ADVERTISING)

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Questo giornalino è frutto del lavoro svolto durante il la-boratorio pomeridiano del giovedì che vede protagonis-ti alcuni ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Sant’Orsola. Le pagine che leggerete nascono da un confronto e da una collaborazione: ci siamo infatti interrogati a lungo sullo scopo di questo giornale. Dopo

aver affrontato a lungo la questione, scegliendo tra diverse propos-te (alcune veramente straordinarie, altre un po’ meno...) abbiamo scelto il titolo “Il terzo piano e mezzo”. Meglio di altri, questo titolo richiama alla realtà che si trova al piano delle medie perché, conside-rando il piano ammezzato della segreteria (un mezzo piano?), il pia-no delle scuole medie corrisponde dunque al terzo piano…e mezzo! Per stendere il proprio articolo, ogni componente della redazione è partito da interessi e passioni personali: troverete contributi sulla moda e sullo sport, recensioni di libri e film, ma anche, e soprat-tutto, racconti della vita scolastica. Il punto di vista, però, è sempre lo stesso, quello degli studenti. A loro, infatti, va il merito di aver allestito in così poco tempo un giornalino così ricco, ma anche la res-ponsabilità per quanto affermato e sostenuto nei diversi contributi.

Lavorando a questi primi articoli è stato chiaro sin da subi-to quale sia il reale scopo di un laboratorio di giornalino: in fondo, si tratta di un modo semplice e intelligente per stare più attenti alla realtà che ci circonda. Questo, infa-tti, è il primo passo per ogni aspirante scrittore. C’è chi ha la penna facile e già in questo numero ha scritto tanti

articoli, c’è chi invece ha bisogno di tempi lunghi e al momento sta lavorando ad articoli che verranno pubblicati nel prossimo numero. La forma potrà, certo, migliorare, così come tanti altri dettagli, ma (nella vita quotidiana come nel lavoro di una redazione) si procede per tentativi, per approssimazioni. Siamo sicuri, però, che questo pri-mo numero valga la pena leggerlo! Buona lettura!

La redazione

«Il giornalino: un modo per stare attenti alla realtà che ci circonda»

E D I T O R I A L E

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Lunedì 9 ottobre le classi II e III media hanno partecipato a un in-contro con il prof. Silvio Guerra e sua moglie Alessandra. Iniziamo dal professor Guerra, preside del liceo francese “Charles de Fou-

cauld” del 18° arrondissement (uno dei tanti quartieri parigini, numerati a partire dal cen-tro). Da ragazzo, amava tanto il calcio da desi-derare di diventare un calciatore. Poi, però, si rese conto che non riusciva a dedicare tempo sia allo studio che al calcio e dovette sceglie-re. Nel frattempo iniziò, in Italia, ad appassio-narsi alla cultura e alla lingua francese, e così la sua strada si delineò: dopo qualche anno riuscì a diventare professore a Parigi, prima di lingua italiana e poi di religione, per rice-vere, infine, l’incarico di preside. Sua moglie, invece, ci ha parlato dell’intricata storia della sua famiglia: i suoi nonni, infatti, migrarono nelle colonie italiane in Africa, per l’esattezza ad Asmara; sua madre, ormai adulta, sbarcò a Napoli dove incontrò il suo futuro marito nonché futuro padre di Alessandra. La fa-miglia Guerra ci ha esposto questa breve ma dettagliata introduzione sulla loro vita per farci capire, diremmo noi, che la vita è come un filo: può cambiare direzione inaspettata-mente e incrociarsi con altri, creando così un grande “tessuto”.

“Il filo della vita”Incontro con Silvio e Alessandra Guerra

Dopo questi primi interventi, le clas-si hanno posto delle domande ine-renti alla scuola francese, alla men-talità dei ragazzi francesi e ai vari attentati recentemente accaduti (purtroppo) in Francia. Prima di tu-

tto, il professor Guerra ci ha parlato del “sistema francese”, che permette ai ragazzi più dotati di ac-cedere a università molto selettive (e quindi assai prestigiose) attraverso test attitudinali, e di riceve-re anche borse di studio. Poi, ci ha fatto capire che la scuola, in Francia come in Italia, deve essere utile allo studente perché possa trovare le proprie passioni, capire cosa ama e sfruttare al massimo i propri talenti anche di fronte agli imprevisti (an-ziché scegliere sempre la via apparentemente più facile o conveniente). Quando ci ha descritto la sua scuola, si è soffermato sul fatto che vi convivono ragazzi di circa ottanta nazionalità diverse: fran-cesi, cinesi, asiatici e arabi... Gli abbiamo chiesto come fa a far convivere tra loro tutte queste nazio-nalità e lui ha risposto semplicemente che non ce n’era bisogno, perché i ragazzi sono già molto ris-pettosi del prossimo. Il prof. Guerra ci ha spiegato che i ragazzi non sono abituati a giudicare gli altri nè per gli aspetti esteriori nè per la propria cultura di appartenenza. A seguire abbiamo parlato degli attentati e lui ci disse che la mentalità dei francesi era molto influenzata dalle “teorie del complotto” (cioè quelle teorie che infondono il sospetto che, dietro ogni avvenimento di grande portata, ci sia un’organizzazione che lavora all’oscuro di tutti per dei propri scopi). Per concludere, grazie a questo incontro abbiamo capito che la scuola è un luogo per scoprire le proprie radici e per capire (per poi preservare) ciò che ci piace nella vita. Grazie alle storie di Silvio e Alessandra Guerra, poi, avremo sempre nel nostro cuore un pezzettino della rispe-ttosa e magnifica Francia.

ALFREDO DIANA, FRANCESCO SAVA

R A C C O N T I S C O L A S T I C I

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PiattaformaRegistro elettronico

CLASSIVIRTUALI

DIARIO

Ahhh... caro vecchio diario! Che fine hai fatto?” È proprio questo che noi stu-denti ci domandiamo ultimamente: con il sopraggiungere delle nuove tecno-logie, che sono arrivate a incidere anche l’ambito scolastico, il diario sta pian piano perdendo la sua utilità e il suo scopo. Ora, infatti, possiamo vedere sia i compiti per l’indomani che le pagine ed i testi da studiare con un rapido click.

Allora, che utilità ha il diario per gli studenti? E soprattutto, deve essere ancora utilizzato? La doman-da ci è sorta spontanea quando i professori, sbadatamente, non hanno scritto i compiti sul registro elettronico. In un caso, del genere, quindi, di chi è la colpa? Dei professori disattenti o degli studenti negligenti? Abbiamo tentato di rispondere a queste domande rivolgendoci proprio agli studenti stessi. Su una popolazione scolastica di circa 60 alunni, il quesito è stato posto a 15 studenti. Si è scoperto che un alunno su tre trova il diario inutile e che poco meno di un ragazzo su due non scrive tutti i compiti per l’indomani. Ed alcuni ragazzi non scrivono nemmeno un compito! Questo ci fa ca-pire quanto il registro elettronico sia utilizzato dagli alunni: per alcuni è essenziale per lo studio, per altri questo strumento deve essere affiancato al diario. Sta di fatto che, quando ancora non esistevano le classi virtuali, si utilizzava molto il diario e che quindi esse non sono essenziali per lo studio.

Il registro elettronico, allora, è una “distrazione” durante l’assegnazione dei compiti? A quanto pare sì: lo dimostrano i risultati della ricerca condotta da una professoressa di le-ttere, Daniela Di Donato, curatrice di un blog on line dedicato all’uso delle risorse digitali nella didattica. Sembra, infatti, che i ragazzi meno attivi durante le ore scolastiche siano molto presenti soprattutto nelle chat delle classi virtuali. Ciò, però, non significa che l’ utilizzo sempre più frequente del registro elettronico abbia unicamente risvolti negativi.

Come detto da lei appunto: “alimentare il messaggio che siamo sempre le stesse persone, interlo-cutori reali e virtuali, anche se lo strumento espressivo è cambiato richiede molte abilità comu-nicative. Può apparire paradossale, ma il digitale ci offre la meravigliosa opportunità di essere più vicini ai ragazzi e alle ragazze delle nostre classi di quanto non lo siamo mai stati e allo stesso tempo di mantenere con loro un’esperienza di realtà”. Probabilmente il diario andrà sempre più a scomparire dagli zaini degli alunni e verrà via via sostituito da nuove “classi virtuali”, sempre più semplici ed immediate.

In conclusione, il diario e il registro elettronico, pur essendo molto diversi, sono stati inven-tati per aiutare l’alunno nel suo studio: scrivere i compiti per casa è una buona abitudine ma ogni tanto, in caso di dubbio, è bene consultare il registro elettronico!

Il futuro della scuolaR A C C O N T I S C O L A S T I C I

RICCARDO LANZA

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Sicuramente almeno una volta tutti gli stu-denti hanno usato del-le scuse per apparire innocenti agli occhi dei professori, anche

se erano stati svogliati o troppo stanchi per studiare. E quindi, in questo articolo, vi racconteremo le migliori...

Scuse incredibili!A real story...

In pratica, scuse da-vvero assurde a cui nessuno credere-bbe. Eppure in quel momento, davanti al vostro insegnan-

te, inventereste qualsiasi cosa per far sì che i professori vi credano e non vi segnino sul registro una di quelle “dimen-ticanze” che tutti noi odiamo. E voi, quando siete in classe e, durante la lezione, un vostro compagno in netta difficoltà in-venta una scusa davvero incre-dibile, quale reazione avete? E qual è la reazione dei vostri com-pagni? Credete che la scusa sia vera? Vi mettete a ridere come matti? E i vostri compagni, inve-ce, rideranno o cercheranno di giustificare il “colpevole”?

GIUSEPPE SCUDIERI, NUNZIO STRANO

L ’ O R S O - L I N O

Prima mediaHo perso la valigia con dentro il libro all’aereoporto per via della confusione...

Non ho portato il libro di Grammatica perché l’ho scambiato con quello di Storia a causa delle pagine colorate diversamente a seconda dei paragrafi.

Seconda mediaUn mio parente è pazzo e mi ha nascosto il quaderno.

Non ho potuto portare il libro perché mia mamma mi ha svegliato tardi a causa di una sveglia non funzio-nante...

Mia mamma mi ha detto di dirvi che ho dimenticato il libro sull’aereo del ritorno dal viaggio.

Terza mediaHo bruciato il quaderno visto che avevo finito le pag-ine su cui scrivere.

Non ho potuto fare i compiti perché ero al concessionario a ritirare la macchina con i miei genitori.

I primi giorni di scuola sono stati un po’ ...ardui! Aveva-mo ancora la testa alle ele-mentari. Professori nuovi, orario nuovo, piano nuovo, impegno nuovo, diario nuo-

vo (ah no, quello non c’entra)...in-somma, tutto nuovo! Eravamo abi-tuati alla maestra Mimma: unica, simpatica, severa, affettuosa e tan-to cara! Ora, invece, abbiamo dieci insegnanti! Sono bravi, ma esigenti e autoritari. Certo, sono anche sim-patici…la professoressa di mate-matica, per esempio, per mandare qualcuno in presidenza, ci ha fat-to questo indovinello: “cosa trovi uscendo dalla classe e andando a destra, poi ancora a destra e poi a sinistra?” Per farvi capire quanto siano esigenti basta guardare il dia-rio! Abbiamo così tanti compiti che la pagina del diario non basta mai! E poi...tutti temiamo una professo-ressa perché quando urla tremano i vetri e i nostri denti. Pare che si sia sentita sino al piano dell’asilo! Dalle elementari alle medie cambia tutto: cambiano i professori e cam-bia soprattutto il modo di studiare e di stare attenti in classe. Seguire una spiegazione richiede più impegno: per esempio, quando i professori spiegano, dobbiamo impegnarci ad ascoltare e non si può giocare... non giochiamo più con le forbici o con la colla ma prendiamo appunti e ascoltiamo. Cosi siamo preparati, e studiare a casa ci viene piu facile.

I primini giorni di scuola

Non parliamo dell’orario… all’ini-zio nessuno ci capiva nulla! Non si sapeva quando c’era epica e quando antologia: noi avevamo scritto “ita-liano” e allora portavamo i libri di epica, di grammatica, di antologia… Altri cambiamenti? La mattina do-bbiamo fare una rampa di scale in più. Che fatica! C’è chi, arrivato al piano dell’asilo, si siede per ripo-sarsi, e chi (come Elio) trascina lo zaino per le scale, appesantito da tutti i libri. Qualcuno, arrivato al piano delle elementari, si fa pren-dere dalla nostalgia ed entra in una classe. E ci sono studenti a cui vengono crisi respiratore e salgono con l’ascensore cercando di non farsi vedere da nessuno o fingendo di avere più di dodici anni…alcuni riescono, ma altri vengono beccati dai professori della prima ora.

N U O V I I N I Z I - 1

Quest’anno, poi, non possiamo dare più del tu ai professori, ma del lei! E inoltre non si chiamano più “maestri” o “maestre”. Però io a vol-te me lo scordo e do del tu ai miei insegnanti, e li chiamo “maestra”. L’ho detto anche al prof. Cagni! …che figura!

GIANMARIA GALLETTA, GIACOMO GRASSO

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Le lavagne multimediali stanno ormai affermandosi in moltissime scuole come un “aiuto tecnologico” alle lezioni di tutti i giorni, e da quest’anno sono state adottate anche dalla nostra scuola.Noi di terza media, che abbiamo trascorso due anni senza queste lavagne, possiamo confrontarle con le lavagne originali, e valutare in che modo stanno cambiando i metodi di insegnamento e apprendimento. Sicuramente, le cosiddette “Big Pad” hanno molti vantaggi: uno dei più evidenti è la possibilità di mostrare contenuti multimediali (foto, video…) cambiando così la struttura delle lezioni. Per approfondire un argomento, poi, basta cercare online.Dove andranno a finire, allora, le famigerate interrogazioni alla lavagna? Nessun problema! Le Big Pad sono completamente touch, e hanno in dotazione un “pennarello elettronico”. Scrivere su una Big Pad non è così diverso dallo scrivere su una lavagna normale, e ha i suoi vantaggi: si possono creare forme, figure e oggetti, e tutto ciò che viene scritto può essere salvato per lo studio a casa.Quali sono, quindi, i lati negativi di queste Big Pad? Certamente non sono economiche, infatti costano all’incirca €5000, mentre le normali lavagne costano meno di €50. Inoltre, c’è un problema non da poco: come si potrebbe lavorare con le Big Pad nel caso di un blackout?È veramente indispensabile una lavagna tecnologica? Secondo me le spiegazioni non sarebbero uguali, senza. Prendiamo ad esempio le lezioni di Scienze: senza power point sarebbe molto più difficile comprenderle. Anche in Geografia, per un approfondimento sull’11 Settembre, abbiamo visto un video sulla Big Pad.

T E C N O L O G I A

Big PadBIG LEZIONE?GABRIELE SANFILIPPO

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Conosciamo i nostri nuovi compagni di I media: non solo piano nuovo ma anche scuola nuova! Abbiamo fatto loro qualche domanda. Ecco a voi l’esito!

New entries

ANTONIO ORMA

Rita1. Dove andavi prima a scuola? Andavo alla S. Giuffrida a Catania.2. Ti piace questa scuola? Sì, anche perché ho nuovi amici.3. Come ti senti qui? Bene.4. Ti stanno simpatici i compagni? Sì!5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? No, per fortuna.

Antonio1. Dove andavi prima a scuola? Andavo alla scuola Armando Diaz.2. Ti piace questa scuola? Sì, rispetto all’altra è più bella, è più pulita.3. Come ti senti qui? Bene, tra l’altro conoscevo già tanti compagni perché in prima e seconda elementare frequentavo il Sant’Orsola.4. Ti stanno simpatici i compagni? Sì!5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? Poca…

Alfredo1. Dove andavi prima a scuola? Andavo alla De Amicis.2. Ti piace questa scuola? Sì, qui si fanno molte cose, ci sono tante attività.3. Come ti senti qui? Bene! 4. Ti stanno simpatici i compagni? Alcuni sì, altri…5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? Avevo un po’ di ansia, dovevo cambiare tutto.

Cesare1.Dove andavi prima a scuola? Andavo a scuola a Nairobi, in Kenya, precisamente alla Nairobi Accademy.2. Ti piace questa scuola? Sì, gli insegnanti mi piacciono.3. Come ti senti qui? Bene, qui mi sento a casa.4. Ti stanno simpatici i compagni? Certo!5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? Molta!

Indira1. Dove andavi prima a scuola? Andavo a Lampedusa, alla Luigi Pirandello. 2. Ti piace questa scuola? Sì, gli insegnanti sono molto accoglienti.3. Come ti senti qui? Bene, sono stata accolta4. Ti stanno simpatici i compagni? Certo.5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? No…

Maria Letizia1. Dove andavi prima a scuola? Andavo alla San Giovanni Bosco a Catania.2. Ti piace questa scuola? Sì, certo!3. Come ti senti qui? Bene, ma a volte un po’ persa…4. Ti stanno simpatici i compagni? Sì!5. Hai avuto paura a incontrare nuovi compagni? Poca.

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N U O V I I N I Z I

Quest’anno sono stato seleziona-to anch’io per partecipare al Solar System Tour, una gara di astrono-mia che si tiene ogni anno in Sici-lia presso gli stabilimenti dell’INAF (l’Osservatorio astronomico di Catania) e del CUS Catania (che è l’acronimo di Centro Universitario Sportivo).

Si tratta della 9° edizione di ques-ta manifestazione. Non occorre molta enfasi per dirlo, è un dato di fatto: la nostra scuola si è sempre classificata sul podio nelle prece-denti edizioni! E siamo riusciti ad arrivare addirittura primi nella 3° e nella 5° edizione.

In cosa consiste la gara? I con-correnti si classificano in base alle loro risposte e al tempo impiegato nel rispondere alle domande. Sono quesiti a risposta multipla, tutti sul sistema solare e sui suoi pianeti. Oltre agli argomenti delle prece-denti edizioni, ogni anno viene proposta una nuova prova astrono-mica, che viene svelata soltanto un mese prima della gara. Quest’anno le proposte riguardano le leggi di Keplero, i moti della Terra, le eclis-si di Sole e Luna, i colori delle ste-lle e, per finire, l’argomento a mio parere più difficile (data la quantità di pagine e la complessità delle in-formazioni): la velocità della luce. Le squadre sono composte da qua-ttro membri, i quali devono affron-tare in gruppi da due le domande su un pianeta o su un argomento

inedito. La squadra della nostra scuola, scelta dalla prof.ssa Clau-dia Russo, è composta da quattro studenti della terza media: Alfredo Bellia, Gabriele Sanfilippo, Fran-cesco Sava, e infine me, Lorenzo Sortino. Tutti noi componenti della squadra abbiamo da studiare tre pianeti rocciosi e due gassosi e, in aggiunta a questo, soltanto due componenti (tra cui io) devono stu-diare il Sole.

Questo studio, che noi abbiamo scelto di affrontare, prende molto del nostro tempo: abbiamo da me-morizzare molte formule (le leggi di Keplero), misure e informazio-ni sulla composizione chimica dei pianeti e della composizione della loro atmosfera, sulla rotazione e, infine, sulle peculiarità relative al loro asse più o meno inclinato rispetto al piano orbitale. Perso-nalmente riesco a studiare tutte le sere, e nelle ultime settimane tutti noi stiamo passando ore su ore per comprendere ogni singolo rigo di ogni singola pagina di ogni singolo pianeta o argomento!

Quando starete leggendo queste righe avremo finalmente saputo se tutte queste ore di studio, se tutti questi sforzi saranno stati vani o no. Voi lo scoprirete nel prossimo numero!

«Le leggi di Keplero, i moti della Terra, le eclissi di Sole e Luna, i colori delle stelle e, per finire, l’argomento a mio parere più difficile (data la quantità di pagine e la complessità delle informazioni): la velocità della luce»

Il “Solar System Tour” 2017

LORENZO SORTINO

E S P E R I E N Z E

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T E S T I M O N I A N Z E

La Colletta AlimentareUna giornata di carità

per raggiungere il cuore delle persone

Prima di tutto dobbiamo parlare del “Banco Alimentare”. Che cos’è? A cosa serve? Il “Banco Alimentare” è un’associazione che aiuta le persone in difficoltà economica. Ogni anno l’ultimo sabato di novembre organizza la giornata nazionale della “Colletta Alimentare”. Molti ragazzi partecipano a questo grande gesto di carità: spesso sono spinti dai genitori e dai professori che danno una lezione di vita insegnando ai ragazzi ad aiutare il prossimo, soprattutto quando è in difficoltà.

Come funziona? I volontari chiedono a tutti i clienti del supermercato di comperare, aggiungendoli alla loro spesa, degli alimenti da donare. I prodotti, poi, saranno consegnati all’uscita, deposti negli scatoloni e infine portati al magazzino del Banco Alimentare, a Valcorrente, da dove saranno affidati agli enti che li distribuiranno alle famiglie più bisognose di tutta Italia. Molti supermercati e ipermercati aderiscono all’iniziativa, rendendo così possibile questo grande gesto di carità. Moltissime persone, dopo aver partecipato a questa straordinaria giornata, rimangono molto colpite, e tanti bambini, tramite la colletta, fanno esperienza della carità nella vita di tutti i giorni.

Ho raccolto delle testimonianze e delle frasi pronunciate dalle persone che hanno partecipato alla giornata del 25 Novembre.

«Sono venuti con noi due ragazzi rifugiati politici, minori che frequentano la nostra scuola e che parlano poco italiano, vivono in comunità e non hanno mai fatto cose simili e neanche viste.Ovviamente non sono cristiani cattolici, ma musulmani, anche molto seri nella preghiera. Alcuni compagni li hanno accompagnati prima al supermercato e poi in comunità... queste sono bellissime esperienze di integrazione e di umanità.»

«Quando attraverso il gesto della Colletta si riesce a raggiungere il cuore delle persone, allora siamo sulla strada giusta affinché le cose migliorino! E che il cuore sia stato raggiunto l’ho potuto constatare personalmente da come si sono svolte le fasi di preparazione e di svolgimento della Colletta di quest’anno. Pur tra mille difficoltà ho visto l’impegno dei “Capi Equipe” e dei volontari nei supermercati, di coloro che si sono occupati dei trasporti (che hanno risolto tutta una serie di inconvenienti) ed anche dei magazzinieri!»

«La stanchezza delle mie gambe non è nulla in confronto alla fame di chi ha bisogno!»

Quest’anno, oltre a dare il mio personale contributo alla giornata della Colletta come volontario, ho provato anche a coinvolgere altre persone. Il gesto della Colletta Alimentare mi stupisce ogni anno, e quindi ho deciso di ampliare l’invito a chi non aveva mai partecipato. Anche se non tutti, , per vari motivi, hanno potuto partecipare, invitare a questa straordinaria giornata mi ha fatto comunque piacere, e vi dico anche il perché: quando una cosa è bella bisogna condividerla!

MATTEO BATURI

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“Cest, vit audio voleseque doluptibus intusdae. Ut qui blat qui cus il experum int autem iustium. Nam ipsam as conetur aliquib eribus, torum fugia nobis mil maximo berchit quaecat esciam”D

opo questo che ci hanno detto i profes-sori,mi sono appas-sionato al teatro e quindi, anche se il primo anno dicevo

poche battute, mi è piaciuto molto perché avevo capito qualcosa che è fondamentale non solo nel teatro ma in generale nella vita. Mentre in quinta elementare l’esperienza teatrale è stata del tutto nuova, in prima media già sapevo molte cose e, dovendo recitare più battute, mi sono sentito più personaggio. Spe-ro di fare nuove scoperte anche in questo nuovo anno.

Col passare degli anni ho notato che molti ra-gazzi che hanno parte-cipato con me al teatro sono cambiati e anche io sono cambiato, in-

nanzitutto vicendo la timidezza. Dopo il teatro questi compagni non sono più timidi e adesso sono più sicuri di loro. Infatti, il teatro non si può fare se si è timidi e recitando un ragazzo si mette in gioco e deve far vedere le proprie personalità. L’altro cambiamento che ho notato riguarda la precisione: per essere precisi bispogna sempre sapere in uno spettacolo chi dice la battuta prima della tua, così che non puoi sbagliare

Anche quest’anno ho scelto di iniziare l’av-ventura teatrale. Ho conosciuto il teatro in quinta elementare con il musical di Mary Po-

ppins e l’anno dopo ho continuato a sceglierlo tra i laboratori pomeri-diani della scuola, perché la prima avventura mi era piaciuta molto. Dopo quel musical, infatti, reci-tare è diventata per me una vera e propria passione. Così, a conti fatti, questo è il terzo anno che partecipo al laboratorio teatrale e spero che, anche quando cambierò scuola, potrò continuare a coltiva-re questa attività. Nella mia prima esperienza teatrale avevo poche battute, perché era uno spettacolo realizzato dalle medie e io frequen-tavo ancora le elementari. Questa circostanza, apparentemente ne-gativa, mi ha insegnato una cosa fondamentale: ogni personaggio è importante, anche chi aveva poche battute come me, perché uno spet-tacolo di fine anno è la conclusione di un percorso di gruppo e non di un singolo.

E S P E R I E N Z E

TeatroUna sfida e grandi scoperte: «ogni personaggio è importante»SAMUELE DE MAURO

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In questa scuola l’incarico di rappresentanti di classe è svolto dai genitori. Io ritengo che alle elementari ciò sia giusto, ma alle scuole medie bisogna responsabilizzarsi, e rendersi parte attiva di questa fantastica avventura!

Dunque, secondo me, è utile che i ragazzi affianchino i genitori in questo importante ruolo, per gestire, ad esempio, il fondo-cassa della classe, diffondere gli avvisi, o anche per portare informazioni da un professore all’altro. E sono convinto che un rappre-sentante di classe mio coetaneo sarebbe un punto di riferimento su cui potere sempre contare.

Quest’idea è stata confermata dal sondaggio:

Dai risultati del sondaggio è possibile vedere bene quali siano i pareri degli alunni: in prima media tutti sono stati tutti favorevoli, in seconda media la maggior parte, in terza tutti. Quin-di, gli unici sfavorevoli sono stati tre alunni della seconda media la cui identità non sarà resa pubblica per motivi di privacy.

Da questi dati si può capire che l’idea di eleggere i ragazzi come rappresentanti di classe è piaciuta molto, quasi alla totalità degli alunni delle medie.

«Alle scuole medie bisogna responsabilizzarsi, e rendersi parte

attiva di questa favventura»

(PHOTO)

P R O P O S T EInchiesta e sondaggio

Rappresentanza studentesca

ANDREA LA MANTIA

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Ridiamoci su...ALFREDO DIANA, FRANCESCO SAVA, NUNZIO STRANO

La giornata scolastica è divisa in due momenti: il momento felice e il momento triste. Il primo è quando finisci gli esercizi, il secondo è quando volti la pagina e ti accorgi

che c’erano anche quelli.

Il giorno in cui ci sarà la carta igienica nei bagni, verrà proclamata festa nazionale.

Qual è il colmo per la preside d’Oro? Avere un pugno di ferro.

Qual è il colmo per il professore di storia? Parlare ostrogoto.

Qual è il colmo per la professoressa di tecnologia? Avere una giornata storta.

Qual è il colmo per la professoressa Russo? Insegnare inglese.

Qual è il colmo per la professoressa Toscano? Essere siciliana.

L ’ O R S O - L I N O

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I M P A Z I E N Z A

Quanto manca alla fine della scuola?Scopriamolo insieme!

201720182017

Vi sarà sicuramente capitato almeno una volta di aver provato a contare quanti giorni manchino alla fine della scuola. Vi sarete resi conto che è un’ardua impresa. Questo articolo vi renderà la vita scolastica più semplice.

Dicembre: questo mese cominciato da appena 2 giorni comprende 14 giorni scolastici.Gennaio: il primo mese del 2018 dopo il ritorno dalle vacanze prevederà 18 giorni.Febbraio: nel mese di Carnevale saranno 19 i giorni in cui gli studenti si dovranno alzare presto.Marzo: nel mese in cui comincia la primavera saranno ben 20 i giorni di scuola.Aprile: dopo le vacanze pasquali ci aspettano 18 giorni.Maggio: nel mese con più sveglie suonate al mattino 21 giorni ci aspetteranno.Giugno: nel mese che (dal punto di vista scolastico) adoriamo saranno solamente 6 le giornate scolastiche prima di andare tutti al mare.

Complessivamente, a partire dal 2 Dicembre 2017 i giorni di scuola sono 116.Dalle 8:15 del 4 dicembre 2017 fino alle 13:35 dell’8 giugno 2018 (il giorno più atteso dagli alunni dell’Istituto Sant’Orsola) mancheranno 35.380 minuti e 2.122.800 secondi alla fine dell’anno. Non ci credete? Eccone la prova. Dunque, un giorno scolastico è composto da sei spazi orari da 50’ e da uno spazio orario da 55’. Quindi 55’+(50’• 5)= 55’ + 250’= 305’. Quanti secondi? Facile! 305’ • 60=18300’’ complessivi all’interno di una giornata scolastica… ecco perché il tempo sembra non passare mai! Manca solo un ultimo passaggio: quanti secondi costituiscono un un anno scolastico? Basta moltiplicare i secondi giornalieri per 116, dunque 18300’’ • 116=2 112 800

Resistete! Per la fine della scuola, ancora pochi secondi…

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GIUSEPPE SCUDIERI, NUNZIO STRANO

COSE CHE BISOGNA ASSOLUTAMENTE AVERE NEL GUARDAROBA FEMMINILE

1) Maniche bishop: nel guardaroba devono assolutamente esserci magliette, camicie o vestiti con maniche bishop. La loro particolarità? Sono particolarmente larghe, ma strette ai polsi.

2) Abito di velluto: l’abito in velluto è ormai diventato un modello “must-have” per la stagione invernale. Elegante, ma non troppo pretenzioso, se non lo avete dovete subito rimediare.

3) Pantaloni e gonne anni ‘90: in quest’ultimo periodo dell’anno si stanno usando gonne e pantaloni ispirati agli anni ‘90. Questi modelli comodi e lunghi, ma non troppo devono essere

indossati principalmente con scarpe basse.

4) Parka in pelliccia sintetica con cappuccio: è già da un bel po’ di tempo che sono tornati di moda i Parka, però ogni anno vengono usati colori differenti, e occorre essere aggiornati.

Comodi caldi e non troppo lunghi sono perfetti per affrontare questo nuovo anno. L’anno scorso andava il bordeaux, e quest’anno? Indovinate voi!

5) Classiche Sneakers basse: come scarpe consiglierei delle Classiche Sneakers, colore facoltativo. Anche essendo basse e di forma particolare queste scarpe sono molto leggere e da

usare anche per gli sport.

COSE CHE BISOGNA ASSOLUTAMENTE AVERE NEL GUARDAROBA MASCHILE

1) Maglione girocollo: in cotone malfilé, elegante, comodo e preferibilmente blu o nero, facendo in modo che si possa abbinare facilmente agli altri abiti del guardaroba.

2) Chino: è un pantalone stretto dal colore verde oliva. Viene consigliato perché è di un materiale non troppo pesante né troppo leggero, adatto a tutte le stagioni.

3) Saucony Shadow o Jazz: è una scarpa sia sportiva che elegante. Veste molto bene con i jeans ed è molto comoda. Con la possibilità di scegliere tra molti colori.

4) Maglia maniche lunghe di cotone: un capo davvero classico, da indossare possibilmente con colori scuri, vista la stagione si consiglia di metterla sotto un maglione pesante o leggero.

5) Zaino: ormai da qualche stagione questo accessorio si sta affermando nella moda maschile. La nuova interpretazione lo vuole di grandi dimensioni e di tonalità scure. Da scegliere tra i modelli classici, che siano comodi, con un grande capienza in cui è possibile mettere il pc o

eventuali documenti ad esempio un’eventuale agenda.

T H E S C H O O L I S C O O L

Come non parlare di...MODA!La scuola, si sa, è da sempre il punto di riferimento per i teenager che vogliono manten-ersi aggiornati su tutto. Le nuove collezioni attirano sempre pettegolezzi e critiche. È per questo che oggi parliamo di moda.

ALFREDO BELLIA, VITTORIA IMPELLIZZERI

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ALFREDO BELLIA, MATTEO BATURI, SAMUELE DE MAURO

È arrivato il momento di raccontar-vi la storia di una leggenda, Andrea Pirlo, colui che ha fatto sognare e ha fatto commuovere l’Italia grazie alle sue splendide punizioni.

Perché parliamo di lui? Il 5 Novembre Pirlo ha giocato la sua ultima partita lasciando il mondo calcistico. Tutti speriamo che questa leggenda non finisca la sua carriera da calciatore, ma pos-sa continuare ad essere in stretto contatto con il calcio. Il suo ritiro è causato dai troppi problemi fisici da lui riscontrati per via dell’età.

La storia del campione

Andrea Pirlo nasce il 19 maggio 1979 a Flero (BS). Si è distinto sin da giovane come uno dei maggiori talenti espressi dal calcio italiano. Comincia la sua carriera nel 1994 giocando con le giovanili del Bres-cia. Fa il suo esordio in Serie A con la maglia dell’Inter. Diventa leader del campionato italiano quando, con Milan e Juventus, il suo talen-to esplode definitivamente. Dopo quegli anni fu soprannominato”Il Maestro”.

In che modo e cosa ci ha affascinato

Pirlo è stato ed è ancora oggi una bandiera della Nazionale Italiana e della Juventus, che fu la sua ultima squadra prima del New York. Con la Juventus riuscì ad essere un elemen-to importantissimo per la conquista del campionato, della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Ma lui ci ha veramente affascinato con la Nazionale Italiana con cui riuscì a vincere il Mondiale 2006.

Indipendentemente dalle squadre per cui ha giocato, Pirlo è riuscito ad affascinare tutti gli italiani, so-prattutto con le sue splendide pu-nizioni. Per molti giovani calciatori è un vero e proprio idolo. Il suo ta-lento ha affascinato così tanto che molti grandi giocatori provano a ripetere le sue magnifiche giocate e punizioni.

C A L C I O

ANDREA PIRLO

UNA LEGGENDA SI RITIRA

Una partita epica: Inghilterra-Italia 2012... La partita finisce 0-0 nei tem-pi regolamentari. Il risulta-to non cambia fino al 120’. La squadra è sfiduciata, e con lei tutta l’Italia. È il momento dei rigori... Andrea Pirlo prende il pallone e si dirige verso l’area di rigore. Sistema il pallone sul dischetto. Davanti a lui c’è l’in-glese Hart. Pirlo lo fissa con sguardo minaccioso, è pronto al tiro. L’arbitro fischia, Pirlo tira e inganna il portiere con un meraviglioso “cucchiaio”, un tiro dolce che si va ad in-saccare in rete. L’Italia vince e va a disputare la semifinale a Varsavia contro la Germania.

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L A S C O P E R T A

DHMOOvvero: come la chimica

ti salva la vita!VITTORIA IMPELLIZZERI, GABRIELE SANFILIPPO, LORENZO SORTINO

L ’ O R S O - L I N O

È stata scoperta una delle sostanze naturali più nocive per la vita umana!

Anche chiamato Monossido di Diidrogeno, il DHMO mette in grave pericolo la vita di moltissime persone, le quali continuano ad assumerla volontariamente non essendo al corrente dei suoi de-

vastanti effetti.

Ora passiamo in rassegna ai devastanti pericoli che possono derivare da questa sostanza.

PERICOLI DEL DHMO:

Ogni anno Il DHMO è la causa della morte di migliaia di persone per colpa di inalazioni involontarie.

Una prolungata esposizione alla sua forma solida causa gravi danni alla pelle.

Un’eccessiva assunzione a temperature basse porta a una sudorazione eccessiva, sensi di nausea e dolori addominali.

La rinuncia al DHMO, per quelli che ne sono diventati dipendenti,significa morte certa entro tre giorni.

Può causare gravi ustioni.

Può compromettere le apparecchiature elettroniche.

PERICOLI PER IL PIANETA:

Il DHMO è conosciuto anche come acido idrico, e si è rilevato che è uno dei componenti principa-li delle piogge acide; contribuisce all’effetto serra ed anche all’erosione dei suoli.

Enormi quantità di DHMO sono state rilevate in ogni torrente e bacino nel mondo.

La contaminazione sta raggiungendo proporzioni epidemiche e forti esposizioni hanno causato perdite di vite umane e anche distrutto centinaia di edifici.

Sono state fatte molte analisi in svariati plessi pubblici ed anche all’Istituto Sant’Orsola sono state rilevate tracce del Monossido di Diidrogeno, e probabilmente esso è presente anche a casa tua.

ATTENZIONE!Anche tu hai assunto una dose di DHMO negli ultimi tre giorni!

Ora, analizziamo la composizione atomica del Monossido di Diidrogeno

MONOSSIDO: un atomo di ossigeno (O)DIIDROGENO: due atomi di idrogreno (H2)

Adesso uniamo le due definizioni: H2OVI RICORDA QUALCOSA?

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Uno studente al pri-mo giorno in ques-ta scuola, forse per la troppa ten-sione, inizia a gio-care con l’astuccio

e dopo solo 4 minuti riesce a staccarne la zip.

Luca Asero è riusci-to a scaricare in un solo giorno una pen-na nuova: durante le lezioni ha passato il tempo calcandola su

un foglio.

Uno studente, di cui per ovvi motivi di dignità e rispetto non possiamo dire il nome, è riusci-to a conquistare

5 impreparati (o meglio, come ha detto lui, cinque “INPREPA-RATI”) in un solo giorno. E non è finita, perché ai cinque impre-parati bisogna aggiungere una nota, ricevuta perché non aveva portato la firma relativa a un al-tro impreparato...

Il record opposto: Stefano Lanza ha stabilito il re-cord per la migliore pa-gella, prendendo 10 in tu-tte le discipline al termine della sua seconda media.

Simone Andronico, gio-candoci in classe, si fa sequestrare il fidget spinner e commenta così: “tanto ne ho un altro nel portacolori”.

Quando la prof. si fa consegnare anche quello Simone trova il co-raggio (o la follia) di dire che ne ha un altro. Ha stabilito, così, il record di oggetti sequestrati: tre in meno di mezzo minuto.

Tempo di record! LUCA ASERO, CARLO ZUCCARELLO

Lorenzo Sortino lascia il suo panino nello zaino per la durata re-cord di 2 settimane. Il panino viene ritrova-to: è di colore grigio e

con strani pallini verdi.

Cesare Aloisio ha sta-bilito il record di ca-lorie assunte in una sola ricreazione, con la bellezza di 570 ca-lorie ottenute man-

giando tre Kinder Bueno e due Mars.

Zhengye Yang, a cau-sa del maltempo, è arrivato in classe alle 9:32, entrando così a terza ora! Battendo un gran numero di

avversari, si è conquistato il tito-lo di “ritardatario dell’anno”.

L ’ O R S O - L I N O

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Questo libro parla di una pasticcera, la signorina Euforbia, che ha una pasticceria molto particolare e molti alunni che le voglio-no bene. Consiglio questo libro perché fa capire che qualche volta è meglio fidarsi. Inoltre, è anche molto appassionante e avventu-roso, tanto che l’ho letto tutto. In particolare a me è piaciuta l’idea dei pasticcini su misura, che non significa misurare i pasticcini con il metro. Vi spiego: la signorina Euforbia faceva dei pasticci-ni su misura in base allo stato d’animo che avevano clienti. Se un cliente entrava nel negozio di Euforbia non trovava dei pasticcini normali ma per ogni occasione c’era appunto un “pasticcino su misura” per lui. Ad esempio, io adesso vorrei avere per me un pas-ticcino “vorrei-che-questo-articolo-vi-piaccia” perché spero che questo articolo sia interessante. C’è anche un libro con la conti-nuazione della storia che si intitola “Nuova Pasticceria Euforbia”.

R E C E N S I O N I

“Sully” narra l’ammaraggio più popolare della storia, avvenuto sul fiume Hudson (New York) nel Gennaio del 2009.

Il volo US Airways Cactus1549, pilotato dal comandante Ches-ley Sullenberger (soprannominato “Sully”) e dal primo ufficiale Jeffrey Skiles, dopo essere decollato dalla pista 04 dell’aeroporto di La Guardia, alla quota di 3200 piedi (975m) subì un “birds-trike”, cioè un impatto con uccelli, che mise fuori uso entrambi i motori. L’aereo conteneva in totale 150 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. Nonostante i vari tentativi del primo ufficiale di riaccendere i motori, questi non rispondevano. Sully, nel frat-tempo, in contatto radio con il controllore di volo, stava valutan-do l’opzione di ritornare a La Guardia. Pochi secondi dopo, il ca-pitano Sully decise di tentare un ammaraggio sul fiume Hudson, perché nessun altro aeroporto era raggiungibile. Due minuti dopo il capitano realizzò l’ammaraggio nel fiume, senza causare gravi danni alla sua fusoliera. In meno di mezz’ora tutte le 155 persone vennero soccorse grazie all’intervento di vari traghetti.

Nonostante il suo gesto eroico, Sullenberger fu processato per stabilire se la sua decisione fosse stata presa consapevolmente e per valutare se ci sarebbe stata un’alternativa all’ammaraggio che, nonostante avesse salvato tante vite umane, aveva causato un grave danno di immagine alla compagnia aerea.

Il regista ha puntato «sulle scelte di un antieroe che fa sem-plicemente il suo dovere, e che si trova a combattere l’ ostilità di funzionari che ragionano per parametri e simulazioni ed esclu-dendo il fattore umano. Da loro considerato una debolezza: inve-ce, fu quello che salvò i 155 passeggeri» (così Antonio Autieri su www.sentieridelcinema.it). “Si trattava di vita o di morte”, dice il primo ufficiale in una scena, “non di una simulazione”. Il film mette in luce il cosiddetto “fattore umano”: l’uomo non è una macchina, e ha bisogno di ragionare per prendere le decisioni migliori.

La Signorina Euforbia ANTONIO STELLA

GENERE: Biografico, Drammatico

ANNO: 2016REGIA: Clint EastwoodATTORI: Tom Hanks,

Aaron EckhartDURATA: 96 Min

Titolo: La signorina Euforbia, maestra pasticciera

Autore: Luigi BalleriniAnno: 2014

Sully, di Clint Eastwood GABRIELE SANFILIPPO

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IvanhoeLa lettura dell’ “Ivanhoe” è molto piacevole anche se il libro, non

essendo stato scritto recentemente, fa uso di un linguaggio molto complesso. Un esempio: “è solo un inetto quel cavaliere dall’armatura lucente”. Come si vede, le parole sono messe in un ordine diverso dal consueto, e sono anche difficili e ricercate. Questi vocaboli difficili, però, rendono interessante il testo, perché danno al lettore l’impres-sione di leggere qualcosa di difficilissimo, che soltanto lui saprebbe leggere. Perchè in fondo la maggior parte dei libri è così, è come un tesoro o una cosa incredibile solo per te. Così, ogni libro è come qual-cosa che senti tuo.

La storia, ambientata più o meno a metà Medioevo, narra di un ca-valiere che arriva come ospite presso un castello in cui salva un invi-tato che dovrebbe essere ucciso. Questo salvataggio evidenzia, fin da subito, il carattere del protagonista, il tipico personaggio buono e al-truista. Egli viene ricompensato con un’armatura con cui parteciperà a un torneo molto importante in quanto, tra i partecipanti, erano pre-senti persone di un certo spicco nella scala sociale del tempo. Il Cava-liere diseredato (questo il nome scelto dal protagonista) vince tutte le sfide del torneo, rivelandosi comunque umile e per niente presuntuo-so, avendo rifiutato le insegne che dovevano, secondo usanza, essere offerte al vincitore. Poi, insieme ai servi, intraprenderà un’avventura straordinaria. Questa è soltanto una breve parte del libro, la sezione iniziale, ma su questa si costruisce tutta la vicenda.

Tra combattimenti, tornei, avventure, personaggi leali e antagonisti malvagi, “Ivanhoe” catapulta il lettore dentro la storia: i combattimen-ti, le descrizioni dei paesaggi inglesi e germanici e dei costumi, sono semplicemente meravigliose. Per esempio, all’inizio del libro c’è una descrizione della campagna inglese che recita così: “è un pomeriggio di nebbia, e nell’incantevole paesaggio collinare si intravede un lago circondato dai campi erbosi, e due viandanti...”. È ben fatta perchè dà al lettore una forma precisa a questa immagine, dettagli compresi. All’occhio risalta subito l’impressione di leggere qualcosa di speciale, come un libro di magia. Nel libro, tra l’altro, è riprodotto alla perfezio-ne il linguaggio altezzoso dei nobili e quello semplice dei servitori che si rivolgono al padrone con timore della sua reazione: per esempio, quando i nobili ridono di un servo che considerano stupido, tutti de-vono stare in silenzio o fingere di essere divertiti per non rischiare la morte.

Il libro è lungo, un lettore poco accanito potrebbe annoiarsi. Lo con-siglio agli amanti del Medioevo e a chi ama collezionare libri.

R E C E N S I O N I

Titolo: IvanhoeAutore: Walter ScottAnno: 1820

ELIO MILITELLO

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R E C E N S I O N I

Il “barone di Münchaussen” è un libro davvero appassionante. Parla di un uomo molto furbo che compie tante avventure in diver-se parti del mondo (al Polo Nord, a causa di un orso polare, il pro-tagonista ha addirittura rischiato di morire!). In tutto il racconto, l’autore mette sempre grande suspense, facendo venire i brividi. Gli abitanti della sua cittadina sono molto devoti al barone e, dopo ogni sua avventura, lo accolgono con grandi feste e parate. L’uni-co posto in cui il nostro barone si riposa in una specie di club in cui si diverte con gli amici, facendo scommesse sulle sue avventu-re… ovviamente vince sempre! Gli amici del club gli fanno compli-menti molto graditi, e anche un famoso generale lo loda attraver-so delle lettere, considerando che allora i telefoni non esistevano. Adesso, però, bisogna parlare del nostro barone: innanzitutto, è una spia militare; indossa dei vestiti da generale con tutti i premi sulla giacca per le sue avventure molto coraggiose e interessanti, più lo stemma del generale. Lungo il racconto, si può leggere un’avventura molto interessan-te: un giorno il Barone inizia una battaglia per volere di un suo amico generale. I combattimenti tiravano per le lunghe, e il ne-mico non cedeva. Allora, il barone era molto agitato. Un giorno, gli venne un’idea strabiliante: decise di lanciarsi nel campo nemi-co a cavallo di una palla di cannone, reggendo in mano una bomba con la miccia accesa. Ovviamente, il barone conquistò la vittoria. Concluderò citando un brano del romanzo:

“Un giorno stavo pulendo il mio fucile e ne avevo appena tolta la pietra focaia, quando sentii dietro di me un bramito spaventoso. Mi voltai di scatto : un orso mi si scagliava addosso pronto a stritolarmi. Doveva essersi accorto, come al solito, che in quel momento non ero in grado di difendermi. Io non stetti ad aspettare l’assalto, mi volsi all’indietro e mi arrampicai su un albero, ma nella furia di pormi in salvo mi cadde il coltello da caccia e mi ritrovai nell’impossibilità di stringere la vite della pietra focaia. Intanto l’orso girava intorno all’al-bero cercando il punto migliore per arrampicarsi. Allora mi vuotai le tasche: un buon cacciatore ha sempre un arsenale di oggetti con sé. Trovai quello che mi occorreva: una calamita. L’appesi a una cordice-lla e la feci scendere fino al coltello. La lama ne fu attratta e pian pia-no io potei far salire il mio arnese tanto necessario in quel momento. -Ora può salire, signor orso! E l’orso salì, forse aspettava il mio invito, ma l’accoglienza non credo lo abbia soddisfatto perché io lo scuoiai con l’arma ottenuta e con la pelle mi coprii”.

Le avventure del Barone di Münchhausen

Titolo: Le avventure del Barone di Münchhausen

Autore: Rudolf Erich Raspe

Anno: 1785

CARLO NEGRO

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l a r e d a z i o n el u c a a s e r o c e l e s t e b a s i l e m a t t e o b a t u r i a l f r e d o b e l l i a s a m u e l e d e m a u r o a l f r e d o d i a n a g i a n m a r i a g a l l e t t a g i a c o m o g r a s s o v i t t o r i a i m p e l l i z z e -r i a n d r e a l a m a n t i a r i c c a r d o l a n z a e l i o m i l i t e l l o c a r l o n e g r o a n t o n i o o r m a g a b r i e l e s a n f i l i p p o f r a n c e s c o s a v a g i u s e p p e s c u d i e r i l o r e n z o s o r t i n o a n t o n i o s t e l l a n u n z i o s t r a n o l e t i z i a t u r r i s i c a r l o z u c c a r e l l o i n d i r a z u c c h e r o

Il giornalino dell’Istituto Sant’Orsola di Catania

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