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In copertina unoscorcio di SanGiorgio in Salicidopo la nevicatadel 7 dicembrescorso.

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EditorialeArriva il Natale e sono triste: com’è possibile?

Come è possibile, arriva il Natale e io mi sento triste?! Molti dinoi, almeno una volta nella vita, si sono posti questa domanda.Essere infelici a Natale ci sembra assurdo; vediamo tutto quelloche non va della nostra vita, e il fatto che ciò capiti in un periodo

che invece, fin da bambini, siamo stati educati a vedere in modo magico, provoca in noi uno stridente e inap-propriato miscuglio di emozioni, di tristezza, di rabbia e di senso di colpa. Facciamo il confronto tra ciò chedovremmo essere e ciò che non siamo, tra ciò che dovremmo provare e ciò che non proviamo, tra ciò che glialtri sentono e ciò che noi non sentiamo: il contrasto tra l'ideale perfetto della felicità natalizia e quello che vi-viamo rende ancora più difficile, in questi giorni, vivere quei sentimenti di tristezza e malinconia che già sop-portiamo a fatica durante tutto il resto dell'anno. Queste sensazioni sono molto più frequenti di quello che sipossa pensare. In un famoso articolo apparso già nel 1981 sulla rivista scientifica Archives of GeneralPsychiatry, dal significativo titolo Christmas and psychopathology, si è descritto per la prima volta il cosiddetto«Christmas Effect» che provoca, nel periodo natalizio, un aumento dei ricoveri e delle richieste di aiuto permotivi psicopatologici. Oggi le statistiche ci dicono che in questo periodo dell'anno gli psicoterapeuti assistonoad un aumento di circa il 20% delle richieste di aiuto. Più spesso la «depressio-ne di Natale» è di breve durata, da pochi giorni a poche settimane, e passaquando le feste sono finite e si ritorna alla routine quotidiana.I fattori che possono contribuire alla depressione di Natale sono davvero tanti.Per prima cosa non dobbiamo dimenticare che il Natale cade in un periododell'anno particolare: è inverno, fa freddo, le ore di luce sono poche, e questoha degli effetti di per sé potenzialmente depressivi. Mangiamo, beviamo espendiamo troppo, spesso più di quanto vorremmo o potremmo fare. È unperiodo molto impegnativo, faticoso e stressante: oltre ai problemi che affron-tiamo quotidianamente dobbiamo pensare al pranzo, agli addobbi, ai regali.Alcuni di noi in questo periodo dell'anno sono costretti a lavorare di più, altriinvece hanno le ferie, che ci portano a sperimentare dei vuoti che non sap-piamo come riempire, o che riempiamo con una convivenza prolungata e for-zata con altre persone - prima di tutto con i ruoli sociali imposti - che ci co-stringe a fare i conti con aspetti irrisolti delle relazioni, magari anche conflittuali, che genera-no ansia e tensione. E poi ci sono i ricordi delle celebrazioni passate (in particolare delle persone che c'erano enon ci sono più), e i problemi lavorativi ed economici. Ultimo, ma certo non per importanza, la delusione cau-sata dal fatto che la rappresentazione mediatica del Natale sia molto lontana dalla vita reale. Come è possibile allora difendersi dalla depressione di Natale? Qualche semplice suggerimento: prima di tuttocerchiamo di non farci travolgere dagli eccessi di cibo, di shopping, di ore trascorse seduti vicino al cognatoche proprio non sopportiamo. Non indugiamo troppo nei ricordi, che inevitabilmente portano al confronto per-dente o alla malinconia. Facciamo attenzione a non formulare propositi di cambiamenti drastici per l'anno nuo-vo: “parto volontario in Africa” oppure “trovo l'uomo della mia vita” sono obiettivi poco realistici, che rischianodi innescare un circolo vizioso che ci porterà ad essere ancora più infelici l'anno dopo se non saremo riusciti araggiungerli. Impariamo ad accettare il fatto che non siamo davvero obbligati ad essere felici: se stiamo viven-do un momento difficile è meglio prenderci spazio e tempo per esprimere il nostro dolore, non per negarlo, eper condividerlo con le persone care. In questo modo si normalizzano le emozioni negative provate, e si puòsuperare più facilmente quel sentimento di solitudine che alimenta ulteriormente la tristezza: insieme ad altrepersone è possibile trovare più modalità di superarla in maniera efficace. Infine, cerchiamo di capire quali pos-sano essere i motivi veri della nostra tristezza, utilizzandola come spunto per riflettere su che cosa non vadella nostra vita, e su che cosa potremmo lavorare nei prossimi 364 giorni per arrivare un po' più preparati alprossimo Natale.

di Paola [email protected]

PPaaoollaa SSppeerraaPsicologa e Dottore di ricerca

riceve privatamente a Lugagnano - tel. 3493499369

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Natale2012

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Natale 2012 nelle nostre frazioni

Gruppo Alpini Lugagnano 15 dicembre Visita agli ammalati.24 dicembre Vigilia di Natale con cioccolata evino brulè in collaborazione con la Tenda dellaFraternità.Parrocchia di Lugagnano

22 dicembre ore 20,30 Concerto natali-zio in chiesa con la Corale S. Anna ela banda di Sona.23 dicembre ore 10,30 Presepe vi-vente con il gruppo del pattinaggio alparco giochi.23 dicembre ore 18,00 Spettacolo inteatro del gruppo Musicando.24 dicembre - Presepe vivente inchiesa ore 21,45 - Natale ore 9,30 -

Epifania ore 11,00.Dal 27 al 30 dicembre gita ado-

lescenti e giovani a Budapest. 6 gennaio ore 15,30 spetta-colo per tutti i bambini e ra-gazzi in teatro. 6 gennaio ore 18,45 sfila-ta dei personaggi del pre-

sepe da Corte Beccarieal Parco giochi.

6 gennaio ore 19,15Falò dell'Epifania emusica con laband I canonica.

Negozi Asso-ciati Lugagna-

no24 dicembre se-

rata al ParcoTortella di via

Volturnocon vin

brulèpanetto-ne ecioccola-

ta cal-da.

Le principali associazioni di S. Giorgio in Salici(Alpini, Fanti, NOI Associazione, Campanari,Cacciatori, FIDAS, Polisportiva, Bocce Farivo

Nord, Coldiretti) si sono unite per l’attuazionedel seguente programma.16 dicembre: Concerto della banda comunale“Musica sotto la stella” con distribuzione di vinbrulè, cioccolata calda e dolci a tutto il pubbli-co presente. Si terrà presso le scuole elemen-tari, con inizio alle ore 20,30.25 dicembre: Distribuzione bevande calde edolci al pubblico dopo la S. Messa di mezza-notte.6 gennaio: Falò nel campo sportivo parrocchia-le, con accensione alle ore 19. Nell’occasionesarà distribuito vin brulè, cioccolata calda edolci a tutti i presenti. 2 dicembre Festa della sezione Alpini di S.Giorgio in Salici, con sfilata accompagnatadalla Banda Comunale, S. Messa con il CoroParrocchiale ed onore ai caduti al monumentoin piazza.Dal 15 dicembre i componenti dei cori paesaniin collaborazione con l’Associazione NOI pas-seranno per le vie del paese per cantare la

Lugagnano San Giorgio in Salici

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“Stella” e fare gli auguri natalizi. Il ricavato dieventuali offerte sarà devoluto per le personebisognose del paese.Domenica 16 dicembre “Natale conl’Ammalato” a cura dell’UNITALSI. Nella chiesaparrocchiale, alle ore 15 celebrazione guidatada don Roberto Visentini. Al termine seguiràmomento conviviale in teatro.Domenica 23 dicembre nella chiesa parroc-chiale, alle ore 20.30, rappresentazione sceni-ca natalizia “Ad ali spiegate” curata dal gruppoteatrale “Garda Art”.In occasione del Santo Natale, la Parrocchiaorganizzerà un concorso presepi. Iscrizioni en-

tro il 25 dicembre.06 gennaio alle ore 15, celebrazione dellaGiornata Missionaria per ragazzi e premiazionedel concorso presepi.

Circolo Giustiniano NOI1 Dicembre Accensione stella2 Dicembre Festa del Ringraziamento15 Dicembre Concerto di Natale alle 20,30nella Chiesa Parrocchiale20 Dicembre Concerto ABEO 20,30 nella Chie-sa Parrocchiale9 Dicembre al Circolo NOI ore 15.00 Santa Lu-cia6 Gennaio 2013 Festa dell'Epifaniaore 10,30 Arrivo Re Magiore 15.00 Giochi con premiore 17,30 Falò

Palazzolo

Associazione Sona in quattro passi Per tutto il periodo, Rassegna dei presepi all’a-perto: Sona un Presepe di Paese.Manifestazione curata dall'Assessorato allaCultura:Venerdì 14 dicembre - Teatro Parrocchiale diSona - ore 21.00 Appuntamento di Teatro aSona, La Zattera in "Non ti conosco più" di Al-do De Benedetti - Ingresso libero.Parrocchia di SonaDal 12 al 20 dicembre Canto della stella per le

vie del paese per portarealle famiglie gli augurinatalizi.Sabato 24 dicembre Ore 21,30 Chiesa par-rocchiale: Veglia a curadel Coro “Il mio Paese”. ore 22.30 S. Messa del-la notte di Natale con ilcanto della Kalenda diNatale. Al termine cioc-colata, vin brulé e pan-doro offerti dal GruppoAlpini di Sona.Venerdì 6 gennaio 2012 – Epifania.ore 16,00 benedizione dei bambini e premia-zione dei presepi, ore 17,00 Opere Parrocchia-li: Incontro per le adozioni a distanza di Iceme(Uganda).ore 18,30 Chiesa parrocchiale S. Messa, ore19,30 Brujel dell’Epifania con risotto, cotechi-no e brulè.

Sona

L’Assessorato alla cultura del Comune di Sonaquest’anno ha incaricato la Pro Loco Sona perla definizione del programma degli eventi na-talizi, finora sempre curato dal personale del-la biblioteca comunale.

Pro LocoCalendario degli eventi

natalizi curato dalla Pro Loco

La Stella diPalazzolo

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Natale2012

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Passeggiando tra le fogne a cielo aperto in mezzoalle baracche mi sento dire: “Max, come to see aboy” (Max, vieni a vedere un ragazzo). Con un fuori-strada mi portano in mezzo alla campagna, in unluogo in cui si vedono solo auto sfasciate e pezzi dimotori ovunque. Il colore dominante è quello dell’o-lio esausto. Lì in mezzo incontro Umuro, un bambi-no di circa 6 o 7 anni, non lo sa neppure lui. Viveda solo: la madre è morta quando è nato, il padrel’ha abbandonato lì un paio di anni prima, perchénon aveva i mezzi per mantenerlo. Umuro dormenella carcassa di una vecchia auto, da solo. Duran-te il giorno aiuta i meccanici a smontare pezzi di ri-cambio vecchi e risistema gli attrezzi dentro ad unacassetta. Indossa tutto ciò che possiede: una ma-glia troppo grande per la sua età, che oramai ha lostesso colore dell’olio vecchio. Ogni giorno in cam-bio del suo aiuto riceve 10 centesimi con cui puòcomprare un piatto di riso da una signora del vil-

Umuro ed il diritto di essere un bambinoUna favola di Natale

S O L I D A R I E T A ’

laggio che ne cucina sempre un po’ in più. Umuromi guarda con gli occhi vuoti e un po’ spauriti men-tre gli chiedo: “Vuoi andare a scuola?”. Lui rispon-de di sì, perché là ci sono altri bambini. Lo prendoper mano e sento che la sua pelle è unta e le suemani sono callose, come quelle di un lavoratoreadulto. A piedi attraversiamo il villaggio e raggiun-giamo la scuola di Aunty Regina, dove viene lava-to. Poi al mercato gli compro qualche vestito nuovo,che lui subito piega e ripone con cura nello zainet-to nuovo. Lo accompagno al centro studi Jeneba’sMates Centre e lì ricopia su un quaderno le primelettere dell’alfabeto. Il mattino dopo inizia a fre-quentare la prima elementare nella scuola di AuntyRegina: il suo viso ora è diverso, abbraccia strettostretto il suo nuovo compagno di banco, sembranon lo voglia più lasciare. Umuro ora si sente al si-curo. Umuro ora può essere un bambino.Umuro è uno dei tanti bambini del villaggio di Go-derich, e la sua è una delle tante storie che spessoperò non hanno un lieto fine. I Compagni di Jene-ba Onlus dal 2004 si preoccupano principalmentedi ricostruire le scuole sierraleonesi andate distrut-te durante la tristemente famosa ‘guerra dei dia-manti insanguinati’, e di supportare gli studenti ac-quistando in loco il materiale didattico e le divise epagando loro le tasse scolastiche. Iniziamo dall’i-struzione, perché è su di essa che un Paese fondail suo processo di rinascita. E perché a nessunopiace dover lasciare il proprio paese, la propria fa-miglia, i propri amici e i luoghi cari per cercare for-tuna in luoghi sconosciuti. In Italia, in collaborazio-ne con l’università Bicocca di Milano-dipartimento

diMonica Olioso

Sopra la ‘casa’di Umuro.Sotto l’incontropresso la scuolaPellico di Luga-gnano.

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La Foto“Buon Natale da Gruppo Primavera di Lugagnano”

di Psicologia Sociale,l’associazione ha messo apunto un percorso formativointerculturale di Educazionealla Cittadinanza Mondiale of-ferto gratuitamente alle scuo-le italiane con l’obiettivo difar emergere la consapevo-

lezza dell’esistenza di altre culture ed altre realtà,contrastando così la discriminazione, l’intolleranzae il pregiudizio. Nel Comune di Sona la scuola Pri-maria S.Pellico di Lugagnano ha fatto e sta facen-do molto a supporto dei piccoli della Sierra Leone,grazie alla collaborazione, mediata dal Presidentedel Consiglio d’Istituto Massimo Boninsegna, conl’Amministrazione dell’Istituto e con il corpo docen-ti. Al termine dello scorso anno scolastico ognialunno e molti insegnanti della S.Pellico sono statimessi in contatto con gli alunni e gli insegnantiafricani attraverso elaborati scritti e disegni.Sono molti anche i privati del Comune di Sona edella Provincia di Verona cha hanno preso a cuorele iniziative dell’associazione, unitamente alla sen-sibilità di gruppi di solidarietà che si preoccupanodi situazioni di disagio della realtà locale, ma an-che di luoghi lontani. A Palazzolo il Gruppo Regalaun Sorriso ha già sostenuto in passato le nostreazioni, e quest’anno partecipa al progetto di allesti-mento di un centro di Home Domestic (EconomiaDomestica) nel villaggio di Goderich, rivolto ai bam-bini dell’ultimo anno di scuola primaria. Questibambini, se non riescono a superare gli esami pro-seguendo così gli studi superiori, grazie al centro diHome Domestic apprendono abilità di cucito, cuci-na e igiene utili per poter comunque condurre unavita dignitosa per loro e per la loro famiglia. Sono

molte le modalità dicollaborazione a sup-porto dell’associazione:il Sostegno a Distanzadi un bambino del vil-laggio con 10 € al me-se, il Supporto Scolasti-co di un bambino delleprimarie per un anno distudi con 42 €, il soste-gno del Programma Ali-mentare rivolto ai bambini del-l’asilo di Aunty Regina con 25 € per l’acquisto di 20pasti bilanciati ed adeguati alla loro fase di svilup-po, le bomboniere solidali, le donazioni liberali, ledonazioni in memoria di cari, le cene solidali per laraccolta fondi con prodotti equosolidali. A Natale sipuò regalare il Cesto per Jeneba: con 50 € provve-diamo all’acquisto di 25 pasti bilanciati, di un kitscolastico, al pagamento di 2 visite mediche pre-ventive e di una cura antimalarica o antitifica (prin-cipali cause di morte tra i bambini sotto i 5 anni dietà). Forti dell’entusiasmo dei bambini delle scuoleitaliane che sempre di più vogliono sapere e cono-scere cosa c’è al di làdella loro realtà, e fe-lici del coinvolgimentodi moltissimi adulti,facciamo a tutti gliauguri di Natale e cicongediamo con unsaluto in linguakrio….kabò!“Noi sia-mo il futuro che vo-gliamo”.

C.Fiscale: 92028020425Iban: IT87D 05018 02600 000000 139822

(Banca Popolare Etica)[email protected]

Contatti

I Compagni di Jeneba Onlus

Bambini dell’asi-lo di Goferich. Inmano un cartel-lo per ringrazia-re il gruppo “Re-gala un Sorriso”di Palazzolo.

Natale2012

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mes con la sua parlata veloce e dalla musicalitàesotica – ho 44 anni e sono nato nel Sud dell’In-dia, a Kallarkutty, un paesino nello Stato del Kera-la. In India sono molte le religioni praticate, lagrande maggioranza è induista ma ci sono anchesikh, buddisti ed altri. E cattolici, che rappresenta-no circa il 3% della popolazione. Percentuale chesale al 19% nel mio Stato di nascita. Sono il pri-

mogenito di quattrofigli, tre fratelli e unasorella. Dopo averterminato il ciclo distudi, a 16 anni, hodeciso di andare inSeminario. Inizial-mente mio padre si

oppose, puntava molto su di me con altre pro-spettive. Ma poi ha accettato la mia scelta, e hopotuto partire. Partire nel vero senso della parolaperché raggiungere il Seminario, situato nel Nord-est dell’India, ai confini con la Birmania, ha com-portato ben quattro giorni di treno. Ho frequenta-to il Seminario e mi sono laureato in filosofia. Allalaurea in filosofia è poi seguita, più avanti, anchequella in Letteratura inglese. Uscito dal Seminariosono stato mandato in una zona molto comples-sa, dove infuriava la guerriglia. Per farle capire lasituazione, le dico solo che arrivato nel paese didestinazione, ho scoperto che per me non c’erauna casa: mi sono sistemato in un rudere abban-donato fatto di bambù, senza elettricità e riscal-damento. E ci trovavamo a quasi 3000 metri di

Saliamo a San Giorgio in Salici, un tardo pomerig-gio di novembre, per andare a conoscere il primoParroco indiano, estraniero, della fra-zione e dell’interoComune: don JamesParadiyil. La sua no-mina ha suscitatogrande interesse, egrandi aspettative. Eoggi siamo qui per capire chi sia questo sacerdo-te arrivato tra di noi da una terra così lontana.Don James ci accoglie con un largo e al contempoquasi timido sorriso. Con un ampio gesto ci invita

ad entrare nellabella canonica diSan Giorgio e ini-ziamo la nostra in-tervista nel suostudio. Le va di presentar-si ai nostri lettori?Partiamo dall’ini-zio? “Proprio dal-l’inizio? Allora –comincia don Ja-

“Condividiamo con gli altri la gioia di questo Natale”Conosciamo don James Paradiyil, parroco di San Giorgio

L ’ I N T E R V I S T A

diMario [email protected]

presente su

“A San Giorgio sono stato accoltobenissimo. Mi ha colpito la voglia

di fare comunità”

Sotto don Jamescon don AntonioSona il giorno delsuo ingresso aSan Giorgio.In basso don Ja-mes nel suo stu-dio.

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altezza. Poi peròvin quel villaggiosiamo riusciti a costruire una ca-nonica e anche un ostello perbambini”. Perdoni, ma come ha fatto a fini-re a San Giorgio da un villaggionel mezzo delle montagne del-l’India? “Adesso ci arriviamo. È

successo tutto grazie alla Provvidenza divina. Eraun periodo nel quale prestavo servizio in una casadi riposo, e lì ho incontrato e conosciuto monsi-gnor Bruno Fasani, che in quella zona si è speso

moltissimo per aiutare i bambini, prima e do-po il terribile tsunami. Tornato in Italia, mon-signor Fasani ha fatto di tutto per farmi veni-re qui a Verona, perché tirassi il fiato. Per meera una cosa impensabile, non avevo maifatto prima una vera e propria vacanza nellamia vita. Ma le sue insistenze hanno avuto lameglio e per la prima volta sono venuto inItalia per un mese nel 2003, a casa sua. Ri-entrato in India, ancora una volta fui manda-to in una parrocchia difficile, persa nella fo-resta, dove per spostarmi spesso potevo con-tare solo sulle mie gambe, con comunità chesi trovavano tra loro ad ore e ore di cammi-no. Esperienze straordinarie di umanità, cheporto sempre nel mio cuore”. E l’Italia? “Nel 2004 torno a Verona di nuovo, ancora graziea monsignor Bruno Fasani. Il Vescovo Flavio Car-raro a quel punto mi permette un’esperienza pa-storale a Verona. Prima in Cattedrale, con monsi-gnor Antonio Finardi, e alla Madonna della Coro-na dove mettevo a frutto il mio inglese con i pelle-grini stranieri, poi nella Parrocchia di Maria Imma-colata in Borgo Milano. Una bellissima esperienzacon monsignor Roberto Tebaldi e con il curatodon Nicola Moratello. Poi, dopo due anni, nel2008, vengo nominato Amministratore Parroc-chiale a San Vito di Legnago dal Vescovo Zenti, ilprimo vero incarico con responsabilità dirette. Èda lì che comincio veramente – ci dice sorriden-do – a sentirmi un sacerdote locale. E lo sonorealmente in quanto nel 2009 ho fatto domandadi incardinazione e sono diventato un sacerdotediocesano veronese. A San Vito resto quattro an-ni, fino al 2012. E poi arrivo a San Giorgio in Sali-ci”. Ma questo voler diventare un sacerdote vero-

nese significa che non intende tornare in India?“No, ormai credo che la mia vita sarà qui”. Tornia-mo a San Giorgio, quali sono le prime impressioniche ha avuto in questi due mesi? “Il paese è mol-to bello, si vede sempre il sole”, ci dice allargandole braccia, ancora con quel gran sorriso. E qui im-mancabilmente viene da pensare a quanto deveaver sofferto la nebbia della bassa veronese que-sto sacerdote indiano. “Qui sono stato accolto ve-ramente bene. Una cosa che da subito mi ha col-pito è quanto tutti mi salutino. Quando passo perstrada mi capita addirittura che i ragazzi, dal barvicino, mi facciano dei cenni di saluto”.Quali le priorità nella sua nuova parrocchia? “Guardi - elenca con passione - le cose da faresono molte. Ci sono opere fisiche da portareavanti: il campanile che perde pezzi, la chiesa cheha bisogno di un restauro, la canonica su cui in-tervenire. Ma soprattutto quello che a me più inte-ressa è il lavoro con i gruppi della parrocchia econ la comunità. Sto avendo dei bellissimi riscon-

Qui sopra donJames con iVescovi Carra-ro e Zenti. Nel-le foto a cen-tro pagina e inalto don Ja-mes con unasua comunitàin India.

Natale2012

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tri, di personecapaci, piene dientusiasmo e dipassione. Adesempio sto se-

guendo gli adole-scenti, ed ho trova-

to ragazzi in gambaed un gruppo di ani-

matori eccezionali.Un’altra cosa molto posi-

tiva che sto scoprendo è quantotutti i gruppi, anche non parrocchia-li, siano legati alla nostra chiesa.Tanto che per ogni occasione vengo-no a confrontarsi con me, dalle picco-le alle grandi cose. Questo mi dàl’idea di quanto sia ancora centrale laparrocchia nella comunità di SanGiorgio”. E con le persone? Con i sin-goli? “Anche qui sto avendo esperien-

ze bellissime, con persone che mi cercano comeguida spirituale, o anche solo per fare due chiac-chiere”. Essere un sacerdote straniero, e di colo-re, in Italia l’ha mai fatta sentire estraneo, diver-so, escluso? “No, in Italia non mi sono mai sentito‘straniero’ nel senso di ‘escluso’. Partendo dallacasa di Monsignor Fasani, dove mi hanno trattatoda subito come un figlio, fratello, amico, a comin-ciare dalla sua anziana madre Olga, che ha 102anni! E poi anche nelle varie esperienze in parroc-chia, mi sono sempre sentito accolto in manieraincondizionata. L’esperienza di essere veramente‘straniero’ l’ho provata solo quando ho dovuto far-mi quattro ore di coda all’aperto daventi alla Que-stura per il rinnovo del permesso di soggiorno, in-

sieme amolti altrinon italiani.Ecco, quel-le non sonosicuramen-te situazio-ni che tifanno senti-re accolto”.Permessodi soggior-no? “Sì, maora il miopermesso èdefinitivo,non devorinnovarlo.

E dopo dieci anni di resi-denza in Italia potrò ac-quisirne la cittadinanza.Intanto però, pur essen-do ad ogni effetto Parro-co e potendo firmareogni documento religio-so, non posso firmare idocumenti civili ed in

quel caso devo essere sostituito da don AntonioSona, parroco di Lugagnano, il legale rappresen-tante della parrocchia. Ad esempio se celebro unmatrimonio lo posso perfezionare per il diritto ca-nonico ma per i rapporti con il Comune lo devofar firmare dal legale rappresentante”.Proviamo a tracciare un’immagine: qual è il ruolodel sacerdote oggi, a San Giorgio e in generalenelle nostre comunità? Don James prende un atti-mo di tempo e poi esordisce partendo da un nu-mero. “Venticinque per cento. Oggi chi viene inchiesa è forse il venticinque per cento della comu-nità. Ed il restante settantacinque per cento? Or-mai il sacerdote ha il dovere di uscire dalla chie-sa, di uscire dalla parrocchia ed andare ad incon-trare le persone dove vivono, dove lavorano, dovepassano il tempo libero. Uno strumento straordi-nario rimane la benedizione delle case, che lette-ralmente ti permette di entrare in ogni famiglia.Quello che poi serve al sacerdote è avere unagrande capacità di ascolto. Talvolta le personenon hanno fortunatamente grandi problemi, mahanno bisogno di condividere le piccole difficoltàdi ogni giorno, di poter parlare degli affanni, dellepaure, delle speranze che hanno nel cuore. Poi,un sacerdote non deve mai dimenticare che allabase di tutto, come fondamento di tutto, ci sta lapreghiera”. Ma vi è differenza tra la spiritualità occidentalee quella indiana? A questa domanda il viso didon James si allarga veramente in un sorriso con-tagioso. “Sono due mondi completamente diffe-renti. In India il senso del sacro è fortissimo, il mi-sticismo ha altri toni. Anche solo il levarsi le scar-pe prima di entrare in chiesa dà il senso dell’at-tenzione con cui ci si accosta alla divinità. In Occi-dente la componente razionale è preponderante econdiziona anche il modo che si ha di accostarsial sacro”. Chiudiamo con due note di colore? “So-no qui” ci invita. Il cibo italiano? “Ottimo, ottimo.Soprattutto la pastasciutta ed i risotti. Trovavo il ci-bo indiano troppo speziato, tranne quello che cu-cinava mia mamma. La mamma è sempre lamamma, ad ogni latitudine”. E il dialetto verone-se? Come ci convive? “Guardi, ho dovuto veloce-mente sforzarmi di impararlo anche perché diven-ta necessario soprattutto nei rapporti con gli an-ziani. Ora lo capisco abbastanza mentre, parlarlocorrettamente, beh, quello è un altro paio di ma-niche”. Per chiudere, le va di rivolgere un auguriodi Natale a tutta la comunità di Sona? “La sacraScrittura ci ricorda che ‘è apparsa la Grazia diDio, che porta salvezza a tutti gli uomini’ (Tito2,11). La Grazia è l’amore gratuito e misericordio-so di Dio, che si è manifestato, nella storia dell’u-manità e nella nostra storia personale, in GesùCristo, il quale insegna a superare le inclinazioni ei desideri mondani, per vivere secondo il suo inse-gnamento e il suo esempio. Condividiamo con glialtri questa consapevolezza e questa gioia. Sinceriauguri a voi di buon Natale e liete festività, unita-mente ai migliori auguri per l’anno nuovo che staper arrivare”.

Sopra la cartinadell’India, sottoDon James conMons. Bruno Fa-sani davanti alTaj Mahal in In-dia. In bassomentre celebrauna messa,sempre in India.

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Il futuro del bene comune: diamo spazio ad una terza viaL A R I F L E S S I O N E

condivisione di un’esperienza da partedi alcune associazioni del territorio. Equesto è un fatto di particolare valoreper il prossimo futuro.In un periodo come questo in cui “nonce n’è per nessuno”, queste associa-zioni stanno tentando di tessere unarete di relazioni estesa su tutto il nostro territo-

rio. Una rete semprepiù necessaria perfavorire la sopravvi-venza di questo pre-zioso servizio chestanno facendo. Sediamo infatti uno

sguardo ai temi trattati in questi ultimi incontri, ri-sulta evidente questa prospettiva.Il primo punto può sembrare semplice, ma èesemplificativo di una tendenza che sarà semprepiù diffusa. L’Assessorato alla Cultura ha incarica-to la Pro Loco Sona per la definizione del pro-gramma degli eventi natalizi, finora sempre cu-rato dal personale della biblioteca comunale.Secondo punto, l’organizzazione di una lotteria

Quello che è avvenuto nelle ultime settimane insala Affreschi a Sona sono convinto sia un fattoche resterà nella storia di questo periodo così per-meato di cambiamenti significativi. E cioé che, suiniziativa della ProLoco Sona, abbianoiniziato ad incontrar-si decine di personein rappresentanzadelle associazioni del

nostro territorio. Sì, è proprio così. La Pro Loco diSona negli ultimi mesi, ed in particolar modo dal-l'insediamento dell'attuale direttivo nella primave-ra scorsa, grazie all'ingresso di nuove personeprovenienti dal mondo dell'associazionismo loca-le, ha iniziato un percorso di lenta ma concretatessitura di relazioni con le realtà sociali ed as-sociative, grazie ad una crescente consapevolez-za di poter offrire un servizio, in vario modo. Unaprima azione pubblica è stata questa estate quan-do, nel pieno della polemica sulla gestione del cir-colo tennis di Lugagnano, ha indetto un'assem-blea al fine di raccogliere il disagio crescente dirapporto tra associazioni ed amministrazione etentare di orientarlo verso una collaborazione effi-cace.Un secondo momento è stato appunto quello av-venuto nel mese di novembre, ed in particolarenelle sere di venerdì 8 e venerdì 23, nelle qualisono stati posti sul tavolo una serie di temi parti-colarmente significativi.Il fatto in sé potrà sembrare senza particolare si-gnificato da parte dei più, ma io credo invece chesia il segno che qualcosa sta cambiando nellanostra comunità. È infatti emersa la ricerca della

Le associazioni di Sona stanno tentando di tessere una rete di

relazioni che copra tutto il territorio

di Enrico [email protected]

Un momentodell’incontrodell’8 novembrescorso.

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promossa dalle associazioni con una duplice fina-lità: autofinanziamento e sostegno di alcuni pro-getti territoriali condivisi. L’idea concreta è infattiquella di promuovere la vendita di biglietti e di ri-conoscere metà del costo come finanziamentoassociativo e l’altra metà per il sostegno di unprogetto significativo proposto da una associa-zione o comunque condiviso.

Per questa prima edizione, la scelta riguarda lacontribuzione all’acquisto di una nuova autoam-bulanza per il prezioso servizio che il S.O.S. Sonasvolge, il sostegno al Corpo Bandistico di Sona perl’acquisto di strumenti musicali el’organizzazione dei corsi di orientamento musi-cale per più di 80 nostri ragazzi, un finanziamen-to al museo degli Alpini di Lugagnano e il contri-buto per l’acquisto di un pulmino per i servizi so-ciali del Comune. Terzo punto, la ricerca dellasemplificazione nell’organizzazione di eventi siaper quanto riguarda le formalità burocratiche,sempre più impegnative, che la condivisione di at-trezzature necessarie per gli eventi stessi. Senzaentrare nel merito di questi tre temi, quello che in-teressa mettere in evidenza è una diversa sensi-bilità che sta coinvolgendo queste realtà associa-tive. Volendo tradurre questi segnali con terminitecnici utilizzati da coloro che del mondo del so-ciale se ne intendono, tra i quali Stefano Zama-gni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti ed altriancora, possiamo dire che sta emergendo il sen-so del bene comune. Sembra una banalità, ma ar-riviamo da decenni nei quali l’evidenza è stata po-sta al bene individuale ed al bene collettivo. Ladifferenza è semplice da spiegare: Il bene indivi-duale è chiaramente ciò che riguarda solol’individuo, il bene collettivo è ciò chel’organizzazione formale (Comune, Provincia, Re-gione, Stato centrale) mette a disposizione dellacollettività, il bene comune è invece il bene chegli individui scelgono di condividere e che rap-presenta in modo autentico l’appartenenza attivaad una comunità. Ecco allora perché il futuro stanel bene comune. I tempi che cambiano ed i soldiche si stanno sempre più riducendo mostranoquanto il bene individuale ed il bene collettivo di-pendano dalla disponibilità di risorse economiche,mentre il bene comune possa esistere comunque.Da quanti mesi ormai stiamo parlando di riduzio-ne dei bilanci familiari e dei bilanci comunali equanto questi stanno condizionando una stile divita dipendente da questi?Visto anche che i prossimi periodi non prevedononulla di buono, sta diventando sempre più neces-sario dare spazio a questa terza via, quella delbene comune.Ben venga quindi questa nuova voglia di lavorareassieme, di dare valore e significato ad una orga-nizzazione di secondo livello tra associazioni di cuii futuri amministratori comunali avranno estremobisogno per dare soluzioni sostenibili agli inevita-bili tagli di bilancio. In un periodo come questoche ci sta portando verso l’elezione di un nuovoConsiglio comunale e della relativa Amministrazio-ne, davanti ad un sorprendente fiorire di liste, sa-rà importante comprendere quanta consapevo-lezza ci sarà nei candidati che concorreranno, nelricercare risorse nuove non nel modello superatodelle nuove urbanizzazioni, ma piuttosto nella va-lorizzazione di un tessuto sociale che saprà risol-vere problemi e servizi che fino all’altro ieri eranomessi a bilancio.Gli spunti da approfondire sono tanti, ma per orafermiamoci qui e riflettiamo.

Abbiamo chiesto un commento sulle ultime iniziativedella Pro Loco di Sona al Presidente Luca Foroni (nel-la foto). “Come potete notare - ci ha detto Foroni - inquesto ultimo periodo la Pro Loco di Sona esce alloscoperto e si mette al fianco delle associazioni. La ProLoco a Sona non esiste da molti anni e questo perio-do di incubazione è servito per creare un primo basa-mento fatto di legami tra le associazioni e la Pro Locoe la comprensione dell´organizzazione nazionale del-le Pro Loco. In questi ultimi mesi abbiamo rinnovato ilDirettivo con l´introduzione di nuove persone che si

sono messe a disposizione e abbiamo deciso di promuovere dei mo-menti di confronto tra il movimento associativo e la pubblica ammini-strazione. Abbiamo notato che queste due entità (associazio-ni/amministrazione pubblica) ultimamente viaggiano troppo lontanetra di loro, riteniamo fondamentale la creazione di momenti pubblici incui le associazioni a grande voce chiedono e come sempre si mettonoa disposizione del nostro territorio nel costruire il bene comune. Potetevisitare il sito www.prolocosona.it per visionare tutti gli appuntamenti inagenda. Prossimo appuntamento l’11 gennaio 2013. A chi volesse av-vicinarsi alla Pro Loco Sona dico... benvenuto! Ti stavamo aspettando.Buon Natale a tutti”.

L’Intervista

“Al fianco delle associazioni”

Un altro momen-to dell’incontrodell’8 novembre.

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Una rotonda al Bosco?Non farla sarebbe un’imperdonabile occasione sprecata

T E R R I T O R I O

scindere dal realizzare pure un sottopasso ciclo-pedonale. Se pensiamo al quotidiano passaggiodi ragazzi in ambedue le direzioni tra Sona e Pa-lazzolo, per raggiungere quei servizi, quali biblio-teca, attrezzature sportive, sede di associazioni,quali la Banda musicale per esempio, le scuole,tutte strutture collocate su entrambi i lati della exstatale, oppure quelle persone anziane, che devo-no raggiungere gli ambulatori medici o gli uffici co-munali e che magari utilizzano esclusivamente la

bicicletta, diventafondamentale garan-tire questo passag-gio in sicurezza. Per-ché non si può pen-sare ad un percorsociclo-pedonale chepartendo dal centro

di Palazzolo, grosso modo dove c’è la pizzeria CàFileno, possa attraversare con un sottopassol’incrocio del Bosco e arrivare sino alle scuoleelementari di Sona? La strada in questo tratto èsufficientemente larga da poter garantire il pas-saggio sia al traffico veicolare che quello ciclope-

Anticipavamo nello scorso numero che si vociferadi un possibile accordo di programma che si fon-da su delle perequazioni urbanistiche tra pubblicoe privato per la rea-lizzazione della ro-tonda al semaforodel Bosco o del nuo-vo ecocentro di So-na. Questo significache, in cambio dellapossibilità di trasfor-mare il territorio, ge-neralmente da agricolo a commerciale o residen-ziale, dei privati si accolleranno la realizzazionedi opere di grande interesse pubblico. Qualche pu-rista potrebbe strapparsi le vesti, visto che si mer-canteggia sul territorio, ma in periodi come questi,dove le tasche sono vuote, so-prattutto quelle comunali, tro-vare qualche privato che inve-ste nel territorio, con un inevi-tabile ipotetico e futuro guada-gno personale, ma che nelcontempo garantisce un im-mediato vantaggio alla col-lettività diventa difficilmentecontestabile.Quindi, grazie a questa pere-quazione tra pubblico e priva-to potrebbe realizzarsi quellarotonda al Bosco, che noimolti anni addietro avevamogià indicato come opera fon-damentale per unire finalmen-te il territorio comunale, inquesto momento tagliato indue dal passaggio della SR11. Ma non deve essere un'opera che serve unicamente asnellire e velocizzare il trafficoveicolare, altrimenti imbotti-gliato in lunghe code al sema-foro. Tutte le utenze devonopoter tranquillamente e age-volmente transitare attraversola trafficata ex statale. Non so-lo per macchine e mezzi pe-santi quindi, ma anche per bi-ciclette e pedoni. E' per quel-lo che nella realizzazione diquest'opera non si può pre-

E non deve essere pensata soloper le automobili, ma anche

per biciclette e pedoni

diGianfranco Dalla [email protected]

Nella piantinala simulazionegrafica dellarotonda delBosco, con in-dicato contratteggio ne-ro il possibilepercorso dellapista ciclo-pe-donale.

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donale. Questo consentirebbe a tutte quelle uten-ze, che potremmo definire deboli, di poter usufrui-re in maniera indipendente dei servizi dislocati sullato opposto rispetto alle proprie residenze.L'Amministrazione Comunale deve quindi farsipromotrice della chiusura positiva di questo accor-do programmatico, che possa sì garantire questarotonda, ma anche questo passaggio ciclo-pedo-nale. Sarebbe veramente un' occasione sprecataimperdonabile, se si dovesse fare effettivamentela rotonda, non pensare ad un sottopasso, ovvia-mente controllato, che possa garantire quel pas-saggio sicuro pedonale e ciclabile tra i due paesi.

Nel complesso dell’opera inciderebbe veramentepoco. Una possibile soluzione sarebbe quella chenoi vi mostriamo nel disegno della pagina prece-dente: con una rampa di accesso larga 3 metri, ilsottopasso di un tratto della rotonda lungo 5/6metri, una rampa di uscita, il passaggio a cieloaperto nel mezzo della rotonda e l’uscita nell’altrotratto di rotonda con la ripetizione del sottopasso.L’impatto economico di una simile variante si po-trebbe facilmente anche quantificare. Certamentenon risulterebbe insostenibile, mentre le ricaduteviabilistiche ma anche sociali sulla comunità loca-le sarebbero importantissime. Con un' opera si-mile potrebbe anche aver senso tutta quella pro-gettualità tesa a fare un unico polo scolastico osportivo ai piedi della collina di Sona, struttureche, ricordiamo, dovrebbero essere raggiunte an-che dai ragazzi di Palazzolo. Sarebbe un’operache potrebbe caratterizzare le scelte urbanistichefuture dei due paesi, così vicini ma irrimediabil-mente lontani fintanto che ci sarà la SR 11 che lidividerà.

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Sopra l’incrocio delBosco di Sona. Sottola nuova lottizzazioneverso la sommità dellacollina del Belvederedi Palazzolo. Si noti co-me è stata disegnatauna lottizzazione dicollegamento con ilpaese non ancora ap-provata.

A fine novembre si è concretizzatol’accordo di programma per la realizza-zione dell’ecocentro di Sona e della ro-tonda del Bosco. Come scritto nell’arti-colo che precede riteniamo chel’accordo di programma rappresenti una

delle pochissime possibilità per realizza-re opere pubbliche importanti comequelle indicate, pertanto condividamoquesta scelta programmatica.L’Amministrazione deve essere garante

dell’interesse della comunità. Peròl’interesse della comunità si ha sì nellarealizzazione di strutture di pubblico in-teresse, ma anche nella tutela del terri-torio. Purtroppo ciò che è avvenuto il 23novembre scorso, con l’approvazione da

parte del-la Giuntadi alcuniaccordi diprogram-ma cheprevedo-no la de-vastazio-ne di an-goli dellenostrecollineancora in-tatti, nonpuò certa-mente ri-tenersicondivisi-bile e ac-cettabile.Se da unlato si

possono ritenere condivisibili gli accordiche sembrano prevedere l'ampliamentodella lottizzazione Panorama, essendouna logica conseguenza di due lottizza-zioni già parzialmente realizzate, oppure

quello che riguarda San Giorgio, essen-do l'area racchiusa da aree già edificate,differente può essere il giudizio perl'area a ridosso del cimitero di Sona equella sul Belvedere di Palazzolo. A noirisulta che siano fortemente in contrastocon quanto previsto dal documento preli-minare del Pat, che prevedeva una tute-la quasi assoluta delle colline moreni-che, indicate tra l'altro come zone fragilida un punto di vista idrogeologico. Zonefortemente vincolate dal punto di vistaambientale essendo caratteristiche delpanorama di Sona e Palazzolo, sino adora preservate da ogni forma di specula-zione edilizia. Inoltre risultano al di fuoridelle linee di completamento urbanodell'abitato, quindi in contrasto conquanto sancito dalla Legge Regionaleche regola il Pat. In entrambi i casi costi-tuirebbero una pugnalata al bel panora-ma delle colline di Sona, andando ad in-taccare due colline ancora vergini. Cisembra strano che non ci siano state al-tre proposte sensate di trasformazionedel territorio da agricolo a residenziale,in zone meno impattanti e meno impor-tanti. Torniamo a dire che il bene della comu-nità lo si garantisce sia attraverso la rea-lizzazione di opere pubbliche ma anchepreservando il territorio in cui tutti vivia-mo, altrimenti si rischia di farel'interesse solo di pochi.

Territorio

La Giunta approva la devastazione delle colline di Sona e Palazzolo?

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Ingarbugliata la situazione politica locale, ma moltosi sta muovendo verso le amministrative 2013

P O L I T I C A

vità è quella della li-sta che sta nascendoa Sona capoluogo at-torno alla scuola. Can-didato Sindaco do-vrebbe esserel’attuale Presidentedel Comitato GenitoriSimone Caltagirone,e ne fanno parte per-sone che con il mon-do della scuola hannoa che fare sia per mo-tivi professionali siaper vicinanza perso-nale, in quanto ritenu-to il settore strategicosu cui investire. Unalista che appare, proprio per questa sua specificaconnotazione, debole per proporsi come alternati-va di governo di Sona, in quanto portatrice di unacaratterizzazione troppo settoriale. Ma anche quiparliamo di una realtà tutta in divenire. Altra novità è quella della Lista Civica PerSona alCentro, voluta dai Consiglieri Gianluigi Mazzi eGianmichele Bianco e dall’Architetto GianfrancoDalla Valentina. Il progetto ha avuto un ottimoesordio in occasione della prima uscita ufficiale, esta incontrando riscontri soprattutto nell’associa-zionismo, ma ora va pesato nei prossimi passi.Potrebbe forse essere il collante aggregatore perle altre realtà civiche? Chissà, staremo a vedere.Fuori dalle liste civiche si sta assistendo alla na-scita di un embrione di Lista Veneto Indipenden-za, che vede come leader l’Architetto di San Gior-gio in Salici Gianluigi Sette. Per ora si tratta solodi un’idea, vedremo se si concretizzerà in qualco-sa di più concreto.Reale e già pre-sente è invece ilMovimento Cin-que Stelle di So-na. Il gruppo è gio-vane e inesperto,ma gioca moltosulla visibilità na-zionale, su un sim-bolo forte e suun’indubbia ener-gia. Bisognerà ve-dere se i grillini sa-pranno raggiunge-re quella fascia dielettorato, soprat-tutto giovane egiovanissima, checostituisce il lorotipico bacino elet-torale.

Ingarbugliata. Non esiste altro termine per definirela situazione politica oggi a Sona, a pochi mesidal prossimo voto che ci porterà a scegliere unnuovo Sindaco ed una nuova Maggioranza.Partiamo da chi ci sta governando. La Lega Nord,che per ovvi motivi è la principale candidata adessere riconfermata alla guida del Comune, soffreinaspettatamente di qualche crisi di leadership,che rischia addirittura di far vacillare la riconfermaa candidato Sindaco dell’attuale primo cittadinoGualtiero Mazzi. Quasi sicuramente il candidatosarà lui - e formalmente è già il suo il nome indi-cato - ma, al contrario di qualche mese, fa i verticiprovinciali della Lega Nord qualche domanda sela stanno ponendo. E non è casuale quella sortadi sondaggio telefonico, commissionato ad unasocietà specializzata di Trieste, che ha interpellatoi cittadini di Sona anche sul suo operato. A tanti èinfatti parso un sistema per capire nella realtà co-sa ne pensa il territorio dell’attuale Sindaco. Ri-manendo sempre in maggioranza stiamo assi-stendo allo sfaldamento completo del PDL. Or-mai la situazione è veramente da ‘liberi tutti’. C’èchi, come l’Assessore Meri Pinotti, è ormai trans-itata mani e piedi nell’area ex PDL veronese pas-sata alla Lista Tosi, e sta lavorando per trovareconsensi nelle sue tradizionali aree di consenso,soprattutto gli anziani, al fine di portare alla Legain dote un robusto pacchetto di voti. E c’è chi, co-me il Vicesindaco Vittorio Caliari e il ConsigliereComunale e Coordinatore del PDL locale Carme-lo Pantano, si guardano attorno senza saper be-ne cosa fare, anche perché appare ormai certoche nessuno potrà usare il simbolo del partito. Ca-liari vorrebbe fare il Sindaco, ma deve crearsi ungruppo. Ci sono quelli poi, come l’Assessore Ren-zo Apolloni (recentemente nominato nel CDA diVerona Mercato per conto dell’UDC di Verona),che sono dati come al termine della loro esperien-za amministrativa. A lasciare l’attività politica atti-va è anche il Consigliere di minoranza Giannanto-nio Mazzi.E fuori dalla maggioranza? La prima forza a scen-dere ufficialmente in campo è stata la Lista Civi-ca Progetto Comune, dell’ex Sindaco Flavio Bo-nometti. Gran suonare di fanfare e gran battagepubblicitario – il Comune è pieno di manifesti conil logo della lista – ma poi in termini di reale pre-senza appare un progetto ancora gracile. La net-ta impressione è che si sia fatto intenzionalmenteun forte salto in avanti per poi fermarsi e vederese esiste la possibilità di trovare intese con altreforze locali. Stesso discorso vale per il Maestrale,un ritorno che appare sicuramente di impatto co-me immagine ma che non sembra avere gambesufficienti per potersi muovere da solo. Anche quiappare probabile la ricerca di sponde amiche. No-

diMario Salvetti

L’Angolo di Marni

E’ esplosa la “lista civica-mania”

Il sondaggio del Baco

Per votare i sondaggi del Baco basta andare sulla home page di www.ilbacodaseta.org

Chi voterai alle elezioni del 2013per la scelta del Sindaco di Sona?

Lista civica (55%, 73 voti)Partito politico (23%, 31 voti)

Non andrò a votare (22%, 29 voti)

Totale votanti: 133

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ta, a dimostrazione dell’interesse che già rivestequesta iniziativa, pur se appena nata.Mazzi, Bianco e Dalla Valentina erano stati glistessi ispiratori della Lista Civica L’Incontro, chealle ultime amministrative, nonostante non potes-se fregiarsi di bandiere di partito, era stata capa-ce di raccogliere da sola un clamoroso 41% diconsensi. Ora, “superata ma non rinnegata quell’esperien-za, dalla quale anzi vogliamo ripartire” – ci diconoi tre fondatori “apriamo questo nuovo tavolo di

confronto. Attorno alquale vogliamo far sede-re sia il mondo dell’as-sociazionismo sia la so-cietà civile, dopo le delu-sioni e i clamorosi passi

Una delle novità politiche sicuramente di maggiorrilievo per il nostro territorio in questo scorcio di fi-ne anno è la nascita della Lista Civica PerSona alCentro, fortemente voluta dagli attuali Consiglieridi Minoranza Gianluigi Mazzi e Gianmichele Bian-co e dall’Architetto di Lugagnano Gianfranco DallaValentina.Incontriamo i tre fondatori il giorno dopo la seratatenutasi il 22 novembrescorso a Lugagnano,che ha ufficializzato lanascita della nuova for-mazione politica. Unaserata molto partecipa-

Nasce PerSona al CentroUna nuova lista civica muove l’orizzonte politico di Sona

P O L I T I C A

“Vogliamo mettere al centro deldibattito tutte le scelte futureche riguardano il terrtiorio”

diGiulio Braggio

Sotto, da sini-stra, GianluigiMazzi, Gianfran-co Dalla Valenti-na e Gianmiche-le Bianco. Nellapagina seguenteil logo della Lista Civica PerSona al Cen-tro.

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indietro di cinque anni di amministrazione leghi-sta a Sona”.Iniziamo con una domanda cattiva quanto obbli-gata: perché questa nuova lista civica? Se ne sen-tiva veramente la necessità? "Guardi – ci dice Gianfranco Dalla Valentina – èindubbio che oggi a Sona si senta la necessità diritornare a parlare di territorio e di esigenze dellanostra comunità. Noi sono anni che lo ripetiamo:non ci possiamo più permettere di rimandare igrandi problemi infrastrutturali e sociali che gra-vano su Sona; è forse tempo di tralasciare le fio-riere e pensare concretamente a quei servizi es-senziali che latitano da troppo tempo”. “Non è che serva una nuova lista civica, comestessimo facendo la raccolta delle figurine – iro-nizza Gianluigi Mazzi - Quello che serve è un mo-vimento che parta realmente dal basso e che sap-pia dare risposte concrete e serie, risposte chepuò dare solo chi conosce il territorio e i suoi pro-blemi in ogni sfaccettatura. Conoscenza che il Pri-mo Cittadino ha già purtroppo dimostrato clamo-rosamente di non avere, e che molti di quelli cheoggi si propongono come novità è evidente chenon hanno”. “Scuola, viabilità, associazioni, tutela del territorio,sociale concreto, aiuto alle realtà imprenditorialilocali: queste le uniche parole d’ordine spendibilioggi a Sona – ci dice Gianmichele Bianco. Il restosono solo banalità, aria fritta, demagogia di bassolivello. Chiediamo ai nostri concittadini di restare

concentrati solo su questi punti senza farsi am-maliare dalle sirene che senza dubbio promette-ranno mari e monti. Sirene che poi non sarannoin grado di realizzare nulla. Serve forse ricordareche il Sindaco Gualtiero Mazzi, tra le decine dipromesse elettorali poi clamorosamente disatte-se, aveva assicurato che addirittura a Sonaavremmo avuto un istituto scolastico superiore?Ci rendiamo conto di cosa sia la serietà?”.Ma perché le vostre dovrebbero essere promesseconcrete mentre quelle che arrivano dagli altriconcorrenti politici dovrebbero essere, come dite

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voi, ‘aria fritta’? “Per un motivobanale, semplice ma centrale– esordisce Gianluigi Mazzi-. Perché noi il territorioabbiamo dimostrato disaperlo ascoltare vera-mente. Noi tre, ma an-che le tante personeche con noi stanno la-vorando a questo pro-getto, da molti anni, dasempre direi, lavoriamo,parliamo, condividiamoesperienze concrete con lefamiglie e le associazioni diSona, con le donne e gli uominiche ogni giorno portano avanti il wel-fare reale, quello che permette al nostro territoriodi andare avanti. Da sempre siamo impegnati personalmente sulterritorio, non certamente come chi, e lo spettaco-lo di questi giorni è veramente miserevole, si ricor-da dell’immenso mondo del volontariato sonese edei problemi di Sona solo a tre mesi dal voto”.“Vorremmo promuovere le nostre idee e quelledei concittadini, e – prosegue Dalla Valentina –vorremmo dare il nostro contributo di competen-za e conoscenza al fine di poterle poi realizzare.Importante, e lo stiamo ripetendo a coloro che in-contriamo, è che tutti, tutti, facciano un passo in-dietro”. Indietro?

“Si, per quanto possa sembrare assurdo serveproprio un passo indietro. Mettiamo davanti i pro-blemi da risolvere, per provare a far coesistere idelicati equilibri di costo, sviluppo e rispetto. Attorno a questi problemi raduniamoci, parliamo,decidiamo come vanno affrontati e poi agiamo.Assieme. Per questo il nostro progetto è realmente aperto a tutti, il dialogo è oggi a 360gradi.Non abbiamo e non vogliamo bandiere da issare;non abbiamo medaglie da distribuire. Un passoindietro, e ricominciamo a lavorare per Sona”.

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“Non si può immolare la collina di Sona o di Pa-lazzolo, basta vedere quello che sta succedendoin questi giorni, per fare un’opera pubblica. Lo svi-luppo urbanistico – completa il ragionamentoBianco - deve essere conseguente ad un tessutogià urbanizzato. Oppure non si può pensare di la-sciare le scuole del Comune in uno stato di inade-guatezza sismica, come sono. Queste sono solo due esempi dello stile della di -scussione che dobbiamo metterci tutti in testa diaffrontare. Parlare invece dei grandi temi internazionali, co-me spesso ci costringe a fare la Lega Nord pergiocare sulle paure collettive che tutti abbiamo

dentro non serve a nulla. A nulla. Un Comune nonpuò fare grandi cose, è tempo perso che in Consi-glio si parli di accordi internazionali o di massimisistemi. Un Comune deve tutelare il territorio, de-ve costruire infrastrutture, deve saper manutene-re quelle esistenti, deve lavorare sul sociale di tut-ti i giorni, deve favorire la vita economica e cultu-rale della cittadinanza che risiede sul territorio. Ilresto, vorrei che questo concetto fosse chiaro atutti, è solo un agitare la medioevale paura dellestreghe. Che non porta un centimetro avanti unComune, come purtroppo, e quel purtroppo è sin-cero, ha dimostrato la fallimentare esperienzadel Sindaco Gualtiero Mazzi”.Un programma di sole lacrime e sangue quindi?“No – ci dice categorico Gianluigi Mazzi -. Pur nel-le ristrettezze di un bilancio gestito malissimo cisono gli spazi per dare respiro a progetti di lungotermine, che possono incidere sulla vita reale del-le nostre comunità. Ma predicare il paradiso interra, come fanno in maniera assolutamente irre-sponsabile alcuni degli attuale Amministratori ealcune delle Liste che vogliono proporsi alle pros-sime elezioni, è prendere letteralmente in giro icittadini. Ed il tempo delle prese in giro deve fini-re. Bisognerà individuare delle priorità, e su quelleinvestire in maniera seria. Anche a scapito di altriprogetti che dovranno necessariamente essere ri-mandati. Ma voler far tutto o, meglio, fingere divoler far tutto significa non fare poi nulla”. “E quelle priorità che andranno perseguite – ag-giunge Dalla Valentina – andranno individuateparlando con il territorio, confrontandosi, metten-dosi attorno ad un tavolo e facendo assieme ‘diconto’, come ci insegna l’esperienza dei vecchiamministratori che con pochi soldi sapevano co-munque far funzionare questo Comune”.“Conosciamo– terminano Mazzi, Bianco e DallaValentina - i numeri che fanno girare il bilancio delComune, conosciamo le vere emergenze del terri-torio, abbiamo presente quali sono le gravi caren-ze infrastrutturali e sociali delle nostre frazioni.Ma serve il contributo di tante altre persone, verarappresentanza ed espressione della Comunità;donne e uomini da porre al centro di ogni futuradecisione. Venite a parlare con noi, fermateci perstrada, scriveteci all’indirizzo mail [email protected] oppure chiamatecial 346 9639264.Proviamo insieme a far crescere questo nostroComune, il tempo delle fiabe, ma anche il tempodelle paure, deve finire”.

Nelle foto alcu-ni momentidella presenta-zione della Li-sta Civica Per-Sona al Centrodello scorso22 novembre.

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schieramenti politici, centro-destra o centro-sini-stra sono termini che non ci interessano. A dirlatutta però, non sapremmo neanche con chi allear-ci, perché al momento non c'è nessuno...Sono corrette le voci che danno Lei come candi-dato Sindaco?Dobbiamo ancora decidere su chi sarà il candida-to Sindaco, in quanto dovranno essere i soci delnostro gruppo, a norma dello statuto, ad eleggerlodurante un incontro che faremo prossimamente.Comunque il nostro Presidente Daniel Mariani viinformerà appena la decisione verrà presa.

Ormai è certo che scenderàin campo anche la Sua vec-chia lista civica, Il Maestra-le. Non rischia di pescarenel Suo stesso elettoratoma con maggiore visibilità?Assolutamente no. Nel 2003il Maestrale si è presentato

da solo ed io ero da un'altra parte, quindi, visti i ri-sultati, non penso ci andremo a rubare elettori.Tuttavia sono tra i fondatori di entrambe le liste(n.d.r. Il Maestrale e Progetto Comune), quindi nul-

Flavio Bonometti, ex Sindaco del Comune di Sona(dal 2003 al 2008), è uno dei fondatori della neo-nata lista civica “Progetto Comune”. Il suo ritor-no in politica si vociferava da tempo, e lo ha fattoin una veste completamente nuova. Di Forza Italia,Pdl e partiti politici non nevuole più sapere. Questa li-sta civica - sostiene - gli per-metterà di agire in manierapiù pragmatica e di essere amaggior contatto coi citta-dini, fuori da qualsiasi giocodi potere. In un momento dicrescente disaffezione dalla politica, i cittadinichiedono cambiamenti e novità. Riuscirà Bono-metti, che con la sua lista si propone come fattoredi unione di rinnovamento ed esperienza, a daretutto ciò? Cosa lo ha portato a ripresentare una lista equindi a ritornare sulla scena politica? E perchénello scorso mandato non si è candidato?Per quanto riguarda le elezioni del 2008, non micandidai perché ero obiettivamente stanco, e oltre-tutto uscivo dalla gestione di alcune vicende, co-me quella della Rotamfer, che furono veramentepesanti. Inoltre, un certo gruppo di persone concui avevo lavorato non c'era più, il Pdl era in diffi-coltà e la Lega Nord debordante. Ora mi ripropon-go perché credo che io possa rappresentare qual-cosa, non per il futuro, ma per il presente. Voglioridare valore alla politica, far capire alla gente chenon tutto è marcio, che persone capaci di ammini-strare il nostro Comune ci sono state e ci sono. Epenso che in passato la politica in Italia abbia avu-to persone di grande caratura, e sono proprio loroche voglio prendere come riferimento. Come dice-va De Gasperi, i politici pensano alle elezioni, glistatisti alle future generazioni. Per questo pensoche il nostro progetto debba durare e fondarsi suigiovani, i quali sono perfettamente capaci di starein un mondo globalizzato come quello attuale.Ritiene che la sua lista possa essere in grado divincere le elezioni in autonomia oppure sarà ne-cessario trovare vicinanze e accordi?Premesso che non si sa ancora il sistema elettora-le con cui andremo a votare (n.d.r. un turno solo oun doppio turno con ballottaggio), pensiamo di far-cela già al primo turno; se invece dovremo andareal secondo turno, valuteremo poi con chi aggregar-ci. La conformazione e gli ideali della nostra listanon ci permettono di ragionare in un'ottica di

Bonometti: “Un gruppo costruito per vincere subito”L’ex Sindaco presenta la nuova lista civica Progetto Comune

P O L I T I C A

diCarlos [email protected]

“Siamo completamente in antitesi con

l’Amministrazione attuale”

Nella foto gran-de Flavio Bono-metti. Sotto glialtri fondatoridella lista. Dal-l’alto a sinistraDaniel Mariani,Roberto Barbaz-za, Luca Lonar-di, Gaetano Bel-lè, FerdinandoScandola, An-drea Falsarolo eAlberto Giovan-zana.

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la vieta che si possa discutere insieme.Ci sono possibilità di accordi conl'amministrazione attuale?No, poi con le ultime uscite è assolutamente daescludere, siamo esattamente all'antitesi. Abbia-mo predisposto una lettera d'intenti e oggi stiamofacendo una serie di azioni che fanno capire al cit-tadino che noi sappiamo amministrare, perchéquesta è la grande differenza; noi abbiamol'esperienza per dare concretezza a ciò che dicia-mo. Come dimostrato con l’analisi del bilancio diAcque Vive e con le domande che abbiamo postoe che attendono ancora risposta sulla situazionedei conti, che il Baco tra l'altro ha riportato allaperfezione. Noi siamo chiari ed andiamo dritti alsodo. L'impressione è che voi vogliate dimostrare findalla campagna elettorale che siete in grado digovernare un Comune nei suoi aspetti più con-creti, mi sbaglio?Hai assolutamente ragione, per esempio stiamoandando a setacciare i bilanci, cerchiamo di ragio-nare su dati certi. Anche perché è inutile promette-re quando la realtà dei numeri dice ben altro. Og-gettività e trasparenza sono le cose su cui puntia-mo.Quali saranno i primi provvedimenti nel caso

uscisse dal voto una seconda AmministrazioneBonometti?Seconda amministrazione Bonometti? Andiamocipiano. I nostri obiettivi, a prescindere chi tra noisarà il candidato Sindaco, si possono tradurre nel-le “quattro S”: scuola, sicurezza, sociale e sport..Parlando di questi quattro argomenti, includi tutto.Con la scuola parli di strutture e risorse, mentrecon il sociale di anziani bisognosi di aiuto, giovani,famiglie in difficoltà economica, e lavoratori senzapiù un lavoro per i quali nessuno ha fatto niente.La sicurezza era uno degli obiettivi principali dellamia passata amministrazione, difatti avevo lascia-to i soldi per la caserma dei carabinieri, che ades-so non si farà più. Le domande da farsi sono que-ste: la collaborazione con le Forze dell’ordine èsfruttata al 100%? I nostri vigili come vengono im-piegati? Vengono impiegate risorse adeguate alloscopo? Oppure basta buttare alle ortiche migliaiadi euro affidando un incarico a qualche corpo di vi-gilanza privato, che peraltro, ammesso che sia maiservito a qualcosa, deve comunque poi chiamarele forze dell’ordine? Noi abbiamo soluzioni anchesu questo, dovute all'esperienza di quando ero Sin-daco.E’ capitato che il Sindaco Gualtiero Mazzi indi-casse l'amministrazione Bonometti, e altre am-ministrazioni che l’hanno preceduto, come cau-sa di problemi che viviamo oggi: ha qualcosa dadire su questo punto?Se ha fatto questa dichiarazione ha dei seri pro-blemi, anche perché lui era il mio vice-sindaco. Al-la scadenza del mio mandato avevo lasciato, aquesto punto parlo in prima persona visto che hapreso le distanze dal sottoscritto, un bilancio inperfetto ordine con soldi per la scuola, le operepubbliche, ecc. Vorrei ricordare che il bilancio2008 venne votato all’unanimità dal Consiglio Co-munale! Devo ricordargli che io, e mi scuso se par-lo in prima persona, le strade le ho fatte asfaltareil primo anno di amministrazione, non l’ultimo... IlSindaco Mazzi deve spiegare ai cittadini perché incinque anni non ha fatto nulla. Non avrei alcunproblema ad avere, magari moderato da “il Baco”,un confronto pubblico con lui, anche perché io miricordo ancora perfettamente le cifre del bilancio2008. La sua amministrazione inoltre è anche in-coerente. Mi chiedo come mai quando si è dimes-so il Dott. Di Stefano, lui ha nominato un altro as-sessore (n.d.r. Virginio Moletta, Assessore alla Cul-tura), quando la legge già prevedeva che gli asses-sori dovessero essere quattro. Abbiamo soldi daspendere a caso? I soldi dello stipendio lordo del-

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La neonata Lista Civica dell’exSindaco Flavio Bonometti, ”Pro-getto Comune” scende nell’arenadi internet con un proprio sito.Dimostrando di aver capito cometanto del dibattito politico – piac-

cia o non piaccia – si sia ormaispostato dalle piazze reali a quel-le virtuali. Il sito web, rintracciabi-le all’indirizzowww.progettocomunesona.it,presenta le foto dei fondatori del-

la Lista Civica, unasezione dedicata anews ed informazio-ni, una dedicata alComune di Sona confoto dalle quattro fra-zioni. Sono poi pre-senti due aree perinteragire con i cit-tadini: una per chivolesse contattare laLista e una per invia-re segnalazioni.

Internet

La lista ha anche un suo sito internet

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simpatica in tutto questo:l’Assessore Caliari, che è inge-gnere e dipendente di un altroComune, quale contributo in-tellettuale e professionale haportato, vista la sua esperien-za lavorativa anche in Provin-cia, per arginare il “disastro”causato dai nostri incompetentie fannulloni dipendenti comuna-li? Quando era mio consiglierenon la pensava proprio così. La sua lista “Progetto Comune” èformata anche da componenti politi-che “nascoste”?L'orientamento politico dei componenti del nostromovimento è variegato e ovviamente in una dire-zione moderata, non ci sono estremismi di alcuntipo. Non siamo di destra o sinistra, siamo un pro-getto che può essere condiviso da tutti i cittadini,indipendentemente da come la si pensi politica-mente, perché ciò che ci importa è amministrarebene il nostro Comune, nient'altro.

l’Ass. Moletta non potevano essere spesi più profi-cuamente nella scuola o nel sociale? Sarebberostati sufficienti, ad esempio, a mantenere la gra-tuità dei libri di testo. E non invochi il principio del-la ricomposizione della Giunta perché sarebbe ol-tremodo patetico, visto che per avere il vicesinda-co ci ha messo mesi! Vogliamo aprire il capitolotasse comunali? Il “Fenomeno”, assieme all'attua-le Giunta, ci vuol far credere che ha ridotto l’IMUsenza spiegarci però perché ha aumentatol’IRPEF! Sempre colpa dello Stato Centralista? Suv-via sia serio!Molti ricordano le famose vignette con il suo vol-to che furono appese per la via principale di Lu-gagnano, polemiche e soprattutto vigliacche. Hapoi scoperto da chi furono fatte?So benissimo chi è stato, ma non lo dirò mai, e soanche che sanno che io so.Nella società Acque Vive oggi si vive uno scontrofrontale tra PDL e Lega per le nuove nomine. Laprima nomina e il primo responsabile, PalmarinoZoccatelli, fu scelto da Lei anni fa. Si sente re-sponsabile di quanto sta accadendo o tutto que-sto è frutto di cattive gestioni successive? Cosaha da dire riguardo all'attuale “spending-review”societaria?Non mi sento per niente in colpa di aver nominatoPalmarino. Quando vennero fatte le nomine, io e ilSindaco di Sommacampagna, la Prof.ssa Manzato,sapevamo di aver fatto delle scelte politiche. ASommacampagna spettava la Presidenza, tant’èche venne nominato il Dott. Allegri, futuro segreta-rio del Partito Democratico in Provincia. Io nominaiPalmarino del quale nessuno mise in discussionela professionalità e la diligenza. Nessuno ha maiobiettato nulla sulla gestione di Acque Vive di allo-ra. Riguardo alla revisione della spesa, usiamol’idioma italiano, per gli amministratori della socie-tà, potevano semplicemente chiedere un rimborsospese, visto che tutti hanno e avevano un lavoro.Posso capire se fossero stati impegnati a tempopieno, ma per poche ore al mese…Come la pensa su Gas Morenica Srl? Crede chelo “spending” che sta venendo fatto per pagarelo stipendio al Sig. Edgardo Pesce sia inutile, edebba essere anch'esso “reviewed”?Le domande da porsi su Gas Morenica sono più omeno le stesse che su Acque Vive di oggi. A noipuò interessare quanto guadagna il Dott. Pesce,che tra l'altro percepisce uno stipendio lordo abba-stanza modesto, ma vogliamo risposte sui bilancie sui conti.Condivide le valutazioni negative sul personalecomunale fatte dalla Giunta attuale?Quando io ero Sindaco ho trovato la grandissimaparte del personale molto motivato, preparato equalificato e ora il Sindaco Mazzi, che tristezza, di-ce che non va bene. Tuttavia era di una tesi total-mente opposta quando era il mio vice-sindaco. Averbale c'è la sua firma sulla valutazione positivafatta da lui stesso, ogni anno, sul personale. Valu-tazione condivisa con la Giunta in delibere chepossono essere consultate a richiesta. Le personeche non andavano bene in realtà le avevo già al-lontanate, a suo tempo. C’è poi una cosa alquanto

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La Lista Progetto Comune è ap-pena nata e ha già perso uno deisuoi fondatori. A causa delle po-lemiche sorte a seguito dellapubblicazione su facebook daparte di Francesco Caparra (nel-la foto in alto) di un messaggionostalgico sull’MSI (foto sotto),episodio riportato dal baco on li-ne, il Presidente della Lista Civi-ca Mariani ha mandato alnostro sito un comunicatonel quale il gruppo si disso-cia da quelle dichiarazioni.“Progetto Comune - scrivetra le altre cose Mariani -nasce e rimane una Lista Ci-vica formata comunque dapersone che, in quanto tali,rispondono per proprio con-to di decisioni e azioni per-sonali intraprese al di fuoridelle scelte del gruppo”. Im-mediate le dimissioni dalla Listadi Caparra, anche queste comu-nicate direttamente awww.ilbacodaseta.org. Queste lesue parole. “A seguito della miaincauta uscita sulla scomparsadella Destra dal panorama politi-co nazionale si è scatenato ver-so la mia persona un attacco in-giusto ed ingiustificato. Non ho

MAI partecipato agruppi di estrema destra, al mas-simo ho avuto la tessera di Al-leanza Nazionale, ex MSI, per cuisimpatizzavo. Dopo l’unione conForza Italia mi sono allontanatocompletamente dal partito, nonriconoscendomi in quell’agglo-merato. Non ho mai avuto pen-sieri nazionalistici e sono una

persona che ha come principio ilrispetto, l’onore e l’onestà per see per gli altri. Mi sento però ob-bligato, nei confronti delle altrepersone appartenenti al gruppoProgetto Comune, di rassegnarele mie dimissioni quale sociofondatore”.Una prima grana assai spinosaper il gruppo di Bonometti

SSuubbiittoo ppeerrssoo uunnoo ddeeii ffoonnddaattoorrii

La Polemica

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la spinta finale a lanciarci in que-sta impresa me l’ha data inconsa-pevolmente proprio un politico lo-cale di lungo corso che, in un incon-tro, a fronte di alcune mie obiezionisull’operato dell’attuale Amministrazionecomunale, mi ha risposto che ‘a questi nonci sono alternative’. Come non ci sono alternati-ve? Sona non ha alternative? Sona merita ben al-tre alternative”. Ma come nasce un gruppo locale

del Movimento CinqueStelle? “Semplicissimo.Si apre un meetup le-gato al sito ufficiale delMovimento che èwww.beppegrillo.it/movimento, e noil’abbiamo creato all’in-dirizzo

www.meetup.com/ GrilliniSona. Poi chiunque vuo-le iscriversi al nostro gruppo basta che vada sul si-to, clicchi sull’apposito link e risponda a tre do-mande che sono i requisiti minimi richiesti. E qui siapre un mondo di contatti e di confronti on line.Settimanalmente poi ci ritroviamo fisicamente quia Sona, per adesso siamo una ventina ma stiamocrescendo. In questa fase stiamo lavorando nell’i-dentificare le reali esigenze del territorio. E a breveinizieremo a tenere anche delle assemblee pubbli-che, alle quali faremo intervenire anche esponentidel M5S di Verona che riporteranno l’esperienzache stanno portando avanti nelle Circoscrizioni”.Quindi siete già pronti per essere una vera e pro-pria lista per le prossime elezioni? “Si, per potercicandidare come Movimento Cinque Stelle abbia-mo dovuto certificarci attraverso una procedura,che viene gestita da Milano, che prevede l’inviodel certificato penale di tutti i componenti, che de-vono anche dichiarare di non essere iscritti ad al-cun partito. Inoltre i candidati, tranne casi straordi-nari, devono risiedere nel Comune dove voglionocandidarsi. Questo non vale per il candidato Sin-daco. Inoltre i candidati non possono aver già svol-to più di due legislature a qualsiasi livello e inqualsiasi ruolo”. Quindi, ad esempio, nemmeno unConsigliere comunale che avesse fatto due legisla-ture in minoranza sarebbe candidabile. “Esatto”.Ma poi come fate a scegliere chi si candida e chifarà il candidato Sindaco? “Ovviamente dipende

da quanti siamo. Ma, in linea teorica, ognuno deverendere pubblico il proprio curriculum e vengonocandidati coloro che prendono più voti dal gruppo.E il più votato farà il candidato Sindaco”. Sarà lei ilcandidato Sindaco? Zanella sorride e poi si scher-nisce. “No no è prematuro per parlarne, vedremo.Sarà il gruppo a decidere”. Proviamo ad analizzarecome vi muoverete da ora in poi. Ad esempio, so-

“Non sa cos’è un wimax? Veramente?”. Finisce co-sì, con la costernazione di Federico Zanella la no-stra prima intervista al Movimento Cinque Stelle diSona.Ma andiamo con ordine. Lo sbarco dei Grillini nelnostro Comune, di cui il Baco per primo ha dato lanotizia, ha creato da subito una grandissima curio-sità nella comunità po-litica locale: in un am-bito politico in fondo ri-stretto il loro arrivo puòveramente significarela rottura di schemiconsolidati.Incontriamo FedericoZanella, 42 anni, spo-sato con una bambina,studi di medicina e ora imprenditore con un’azien-da informatica, il Coordinatore del M5S di Sona,nella sua casa che dalla collina di Sona si affacciacon una visuale mozzafiato sulla piana di Verona.Partiamo dall’inizio? “Allora, le confesso chel’interesse che stiamo suscitando in questi giorni

ha sorpreso me per primo.Anche perché il sito internet che dava inizio allanostra iniziativa, il meetup di Sona, in realtà è atti-vo dallo scorso giugno, ma fino ad un paio di mesifa – e qui sorride - ne facevamo parte solo io emio fratello. Poi ha iniziato a girare la voce e, bam,siamo diventati un caso. Anche se le confesso che

“Sona merita un’alternativa”Federico Zanella del Movimento Cinque Stelle di Sona racconta la voglia che hanno di cambiare tutto

P O L I T I C A

“Il rapporto con i cittadini e le associazioni deve essere diretto e

reale, non finto come quello dell’Amministrazione Mazzi”

diMario Salvetti

Sotto il Coordi-natore del Mo-vimento CinqueStelle di SonaFederico Zanel-la. A centro pa-gina il logo delM5S.

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no pensabili accordi con altre forze politichedi Sona? “No, assolutamente. Il M5S non

fa mai alcun accordo, in nessun caso.Nemmeno nell’eventualità che si an-dasse al secondo turno. Chi vuole vo-tarci lo fa perché crede in noi, nonper schieramenti, accordi, scambi dipoltrone o altro”.Proviamo a rispondere ad alcunedelle obiezioni classiche che vi fan-

no a livello nazionale: voi Grillini fatesolo demagogia e populismo e sguaz-

zate nel malcontento e nel disgusto perla politica. “Guardi – attacca Zanella scuo-

tendo la testa. – che quelli del PDL, che peranni con Berlusconi hanno saputo solo raccontareautentiche favole, diano a noi dei populisti mettesolo tristezza. In merito al, come dice lei, sguazza-re nell’antipolitica le dico solo questo: secondo leise uno è contento della propria automobile lacambia? E’ vero che noi indirettamente beneficia-mo del malcontento, ma se la macchina non va egli italiani vogliono cambiarla non è certo colpanostra. Noi – prosegue Zanella - ci poniamo in ma-niera nuova rispetto alla politica tradizionale, vo-gliamo che le persone partecipino direttamente,realmente. Un Comune in fondo non fa grandi co-se, ma deve garantire servizi di qualità: noi pensia-mo di sapere quali siano le reali priorità su cui in-vestire. Serve capacità di attirare investimenti, ditrovare fondi nei bandi regionali, nazionali e comu-nitari. Altro che l’immobilismo di questo Sindaco. Epensi che quel politico, di cui le parlavo prima, haavuto il coraggio di venirmi a dire che GualtieroMazzi va appoggiato perché ha il merito di lasciar-ci il bilancio in pareggio, come se questo fosse dasolo un valore e un merito. Si figuri come vedonola politica questi. Se da Sindaco ti vengono a chie-dere 1000 euro per comprare di palloni per il cal-cio dei bambini non puoi rispondere ‘non li ho’. Cicredo che non li hai, ma finchè resti seduto adaspettare che ti cadano in testa come stanno fa-cendo questi che oggi ci amministrano tutto va arotoli. Bisogna sapersi muovere, trovare percorsidifferenti”.L’altra obiezione che vi si fa è di non aver alcunaesperienza amministrativa. Lei personalmentenon ha paura di trovarsi a condurre un Comuneimportante e complesso come Sona? “La sua do-manda è mal posta e tendenziosa. Se le rispondodi no sembro presuntuoso e se le rispondo di sìsembro sprovveduto. E’ ovvio che l’idea di prende-re in mano una macchina amministrativa di que-ste dimensioni preoccupa. Ma ci sono due rifles-sioni da fare. Per prima cosa il Comune ha un Di-rettore Generale, dei Dirigenti e personale che lofanno operare, tra l’altro al momento poco valoriz-zati. Al politico compete dare le linee guida. Se-conda cosa, la nostra struttura permette di poteraccedere a tantissime professionalità che il Movi-mento mette a disposizione. E’ il gruppo a fare ladifferenza, la gestione sarà collegiale. E poi, per-metta, non mi dica che quelli che ci stanno ammi-nistrando oggi sono così impeccabili e competenti,oppure le pulci le fate solo a noi?”.

Se vinceste come sarebbe il rapporto con la citta-dinanza? “Per noi il veicolo di democrazia fonda-mentale è la rete. La sede comunale diverrà vera-mente trasparente, tutto sarà sempre accessibilevia internet. E tutti potranno commentare e dire lapropria. Pensiamo inoltre di riproporre i Comitati diFrazione, che a Sona c’erano tanti anni fa, hannofunzionato bene e poi sono stati seppelliti per lapaura di far partecipare veramente la gente. Poi, equesta cosa è centrale, vogliamo puntare tantissi-mo sull’associazionismo, che costituisce la veraspina dorsale del nostro territorio. Ma non per fin-ta, come fa questa Amministrazione tramite la ProLoco che invece di unire disgrega. Vorremmo por-tare le Associazioni a partecipare alla conduzioneordinaria del Comune, dando loro da gestire diret-tamente una parte dei fondi. E riportare la ProLo-co alla sua funzione originale di coordinamentotra le associazioni. Ma le idee sono tantissime. Adesempio – e qui torniamo all’inizio di questo pez-zo – portando un sistema wimax a Lugagnano”.Cosa? “Come, non sa cosa sia? Si tratta di copriretutta la frazione con internet wifi, con costi per lefamiglie che possono essere anche di cinque volteinferiori di quanto pagano oggi con contratti priva-ti”.Tanti scrivono in redazione, come contattarvi?“Ovviamente tramite internet, al nostro meetup,oppure via facebook, via twitter all’indirizzo “so-na5stelle” o tramite il nostro blogwww.sona5stelle.it.. E comunque ci troviamo ognisettimana qui a Sona. La presentazione ufficialedella lista sarà il 22 gennaio prossimo a partiredalle 20.30 presso il nuovo Bar - Ristorante ‘E'Mancalacqua’ in via Mancalaqua 29 a Lugagna-no, dove le assicuro che non mancherà qualchesorpresa...”.

Meetup (o Meetup.com) è un so-cial network che ha lo scopo difacilitare l'incontro di gruppi dipersone in varie località del mon-do. Meetup consente ai membridi trovare e unirsi a gruppi creatiattorno a un comune interesse,come la politica, i libri, i giochiecc. L'utente può inserire la loca-lità del proprio domicilio oresidenza e l'argomento diproprio interesse per vi-sualizzare i gruppi legati aquella località e argomen-to. In Italia è diventato fa-moso dal 2005 quando èstato scelto dalle comuni-tà simpatizzanti per Bep-pe Grillo presenti ormai intutte le città molte delle

quali sparse anche per il mondo.La missione è di creare un diver-sificato ecosistema di comunitàa cominciare dalle loro sedi localiper favorire tra i suoi utenti lapossibilità di incontrarsi ed orga-nizzarsi. Nell’immagine il meetupdei Grillini di Sonawww.meetup.com/GrilliniSona

Internet

Cos’è un meetup

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Non mi sento vecchio, ma credod'essere sufficientemente navigato daaver compreso come funziona, ahimè,la politica, anche a Sona come altrovein Italia. Si rivaleggia, si combatte, piùper demolire gli avversari che per effet-tivamente costruire.Tutti vogliono primeggiare e propongonosoluzioni, talvolta anche bizzarre, ai pro-blemi della cittadinanza. Cittadinanzache poi ci mette del suo per evidenziaresempre che, più che sentire le proble-matiche che possono affliggere un'inte-ra comunità, sente il problema del giar-dinetto di casa. L'importante è esseretranquilli davanti a casa o che venganorisolti i nostri piccoli problemi, senzaporci nessuna domanda su cosa puòaccadere cento metri più in là E cosìecco che il problema diventa la stradada asfaltare, la difficoltà di parcheggiodavanti a casa, il piccolo parchetto da-vanti all'uscio, le strade intasate quandosi devono portare i propri figli a scuola.Certamente la percezione dei problemiè fortemente soggettiva e sarebbe alta-mente presuntuoso pensare che quelloche noi vediamo come problema siacondivisibile dalla maggioranza della po-polazione. Ma è innegabile che ci sonodelle questioni annose che se non ri-guardano tutti nell'immediato, riguarde-ranno tutti nel futuro. Ovvero le scuolee centri di aggregazione e di accoglienzaanziani, ovvero problemi legati alle fascedeboli della popolazione dai quali pochisono esentati. Queste fasce necessitano

anche di luoghi dove praticare lo sport edi una viabilità adeguata.Accanto a questi problemi se ne sonoaggiunti alcuni di drammatica attualità,la sicurezza delle nostre case e la sicu-rezza del posto di lavoro.Purtroppo ne ho viste abbastanza da ca-pire che certi aspiranti politicihanno ottenuto ilvoto grazie allapromessa di tap-pare le buche sullastrada o di sanarepiccoli problemi per-sonali del singoloelettore. Ho vistoimbonitori politicilocali promettere so-luzioni fantasione perrisolvere questioni chela politica locale non puòinfluenzare, non essendo di sua com-petenza. Credo di non aver mai letto unprogramma elettorale onesto, che dicaesattamente le cose come stanno. Chedica che ci sono enormi difficoltà econo-miche e che di conseguenza non è pos-sibile promettere grandi strutture, grandiinvestimenti sul territorio. Certamentesu qualcosa la politica locale dovrà pun-tare, non si può certamente vivacchiarenell'immobilismo strutturale, che portasolo a tappare qualche buca o sistema-re qualche parchetto. Allora il distinguolo si potrà fare su chi punta su unascuola o sulla caserma dei carabinieri.O tra chi punta sulla viabilità o su un po-lo sportivo. Ma bisogna diffidare su chiprometterà più cose; il Comune non ha

le capacità finanziare per sistemare tuttii problemi che colpiscono le singole fra-zioni.Credo ci sia bisogno di un'analisi seriae complessiva delle problematiche cheaffliggono la nostra comunità per poipuntare su un programma coraggioso,che vada oltre a campanilismi di frazio-

ne o ad interessi elettorali. E' tempodi fare scelte importanti, uni-voche e non estemporanee.Serve poco rappezzare unascuola; serve ripensare total-mente i luoghi dove fare scuo-la, offrendo quegli spazi qualiverde, parcheggi, viabilità, indi-spensabili per l'utenza attuale.Credo che la politica locale,

non meno di quella nazionale,abbia bisogno di onestà. Nell'ammet-

tere le difficoltà dove si barcamenal'Ente locale. Nel proporre soluzioni con-crete, oggettive, percorribili.Credo che ci sia bisogno di un passo in-dietro da parte di tutti coloro che aspi-rano ad amministrare questo Comune.Un passo indietro anteponendo il pro-blema della collettività alla quale appar-teniamo, rispetto a personalismi, legatia orgoglio personale, interesse economi-co, bandiera politica. Sto vedendo unfiorire di candidati, di liste politiche. Tuttiparlano dei problemi del Comune. Tuttidanno le loro soluzioni. Tutti sembranotristemente dire le stesse cose. E alloracosa c'è che non va? Se tutti dicono lestesse cose, propongono le stesse solu-zioni, non dovremmo essere già tuttid'accordo?Credo che in un momento come questoci sia più bisogno di unione che di divi-sione. La situazione economica è dram-matica, non meno di quella dei servizi alcittadino. Forse la politica locale potreb-be aiutare questa situazione. La realiz-zazione di qualche opera strutturale po-trebbe raggiungere il duplice scopo di ri-lanciare, seppur limitatamente, qualchesettore dell'economia locale ottenendoquelle strutture fondamentali al cittadi-no che tuttora latitano.Del resto ce lo insegnarono gli america-ni nell'immediato dopoguerra, quandol'iniziativa pubblica finanziò opere, rilan-ciando l'economia disastrata di queitempi.Forse il Comune di Sona potrebbe inpiccolo rifare la stessa cosa. Ma per farquesto c'è bisogno di tutti.

EElleezziioonnii AAmmmmiinniissttrraattiivvee 22001133:: sseerrvvee uunn ppaassssoo iinnddiieettrroo ddaa ppaarrttee ddii ttuuttttii

L’Analisi

diGianfranco Dalla Valentina

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Primarie del PD a Sona, al ballottaggio vince BersaniP O L I T I C A

dente, Bersani ha avuto la me-glio. Esito a parte, a livello localequeste primarie si sono rivelateun’ottima vetrina per il Circolo diSona del Partito Democratico.Circolo che, va detto, si è dimo-strato piuttosto attivo nella faseorganizzativa: tralasciando iclassici volantini e le comunica-zioni via mail e via sms, vanno ricordate due ini-ziative, che abbiamo pubblicizzato anche sul no-stro sito: una il 7 novembre, molto partecipata,con il confronto tra i comitati provinciali dei cinquecandidati ed una il 30 novembre, meno seguitama risultata molto interessante, con un ulterioreconfronto tra i comitati per Bersani e Renzi.Archiviate le primarie, ora il Circolo di Sona ed ilsuo direttivo sono chiamati ad una nuova e sicu-ramente più impegnativa fatica: la campagna elet-torale in vista delle elezioni comunali del 2013.Chissà che il successo di queste primarie non siriveli anche un trampolino di lancio per questo ap-puntamento.

Novembre 2012, per il centro sinistra, è stato unmese particolarmente importante in quanto, tra-mite l’ormai collaudato sistema delle primarie,gli elettori ed i simpatizzanti sono stati chiamati ascegliere colui che rappresenterà i partiti della co-alizione nelle prossime elezioni politiche del2013.I candidati che si sono messi in gioco erano cin-que: Pierluigi Bersani (attuale segretario del Par-tito Democratico), Laura Puppato (capogruppo nelConsiglio Regionale del Veneto per il Partito De-mocratico), Matteo Renzi (Sindaco di Firenze peril Partito Democratico), Bruno Tabacci (Assessoreal bilancio del Comune di Milano e parlamentaredell’API) e Nichi Vendola (Presidente della Regio-ne Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà).La votazione si è svolta in due tornate, la prima il25 novembre e la seconda, con il ballottaggio fi-nale tra Bersani e Renzi, il 2 dicembre.Il Comune di Sona ha visto una buona affluenzadi votanti: 459 persone nel primo turno e 403 nelsecondo si sono recate presso i due seggi allestitia Sona (Sala Affreschi) e Lugagnano (Scuole Me-die). Risultato non da poco, sia se si considera ilclima attuale, non certo favorevole alla politica,sia se si considera che il Comune di Sona, fino aqualche anno fa, è sempre stato considerato un“feudo” del centro destra.Veniamo alle preferenze a Sona. Nel primo turnosi è registrato un andamento opposto a quanto ri-scontrato a livello nazionale (ma comunque il li-nea con la provincia di Verona), con la vittorianetta di Matteo Renzi. Tendenza che però non siè confermata nel secondo turno dove, a sorpresatenendo conto dei risultati della domenica prece-

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territorio.Ancora nel corso del Consiglio Comunale del 14settembre scorso il Sindaco Gualtiero Mazzi ave-va informato che la Commissione servizi della Re-gione, che si occupa di questa vicenda, aveva for-

nito un pre-parere positivoal progetto, aggiungendo al-cune prescrizioni come lanecessità di salvaguardarela Corte San Francesco e dicreare nell’impianto tre spa-zi di veduta dalla strada conanche la piantumazione di

alcuni filari di piante per schermare l’impatto visi-vo dell’immenso parco. “Ma il parere definitivo – aveva aggiunto il Sinda-co – dovrà darlo la Giunta Regionale, che non lofarà prima della fine dell’anno”. Ed invece la Re-gione si è espressa ben prima di fine anno, lo hafatto lo scorso 11 ottobre e andando nel senso in-

La Giunta Regionale del Veneto con propria delibe-ra n. 2075 dello scorso 11 ottobre ha autorizzatola ditta San Francesco Energy Srl “alla costruzionee all’esercizio di un impiantofotovoltaico per la produzionedi energia elettrica della po-tenza 41.998,92 kWp nei co-muni di Bussolengo e Sona(VR)”.Di questo parco fotovoltaico,che dovrebbe sorgere suun’immensa area di 63 ettari in località Festaraa Lugagnano, attorno alla Corte San Francesco anord della Grande Mela, si è parlato molte volte inConsiglio Comunale. Forte infatti è l’opposizionedell’Amministrazione - e dell’intero Consiglio Co-munale – alla realizzazione di questo progetto, so-prattutto per l’impatto ambientale che avrebbe sul

La Regione approva il mega impianto fotovoltaico vicinoalla Grande Mela

T E R R I T O R I O

L’impianto verrà realizzatoanche se vi sono delle

controversie legali aperte

L’immensaarea che cir-conda corteSan Francescoa Lugagnano.Nella parte al-ta della foto sivedono laGrande Mela ela Sun Oil.

diMario Salvetti

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dicato dalla Commissione Servizi. Con la Delibera2075 la Giunta Regionale infatti autorizza “la DittaSan Francesco Energy srl alla costruzione e all’e-sercizio di un impianto fotovoltaico e alla costruzio-ne dell’impianto di connessione per la produzionedi energia elettrica della potenza di 41.998,92kWp, sito nei comuni di Bussolengo e Sona (VR)nonché di autorizzare ENEL Distribuzione Spa al-l’esercizio dell’impianto di connessione”.Nella delibera la Giunta Regionale dà atto, ed è unpassaggio molto importante, “che la ditta propo-nente ha manifestato l’intenzione di procedere al-la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, nonostante siano ancora pendenti avanti al giudi-ce amministrativo, sia la controversia relativa allaapposizione del vincolo indiretto, sia la controver-sia promossa dal comune di Sona relativa al ritar-do nella assunzione da parte della Conferenza deiprovvedimenti di sua competenza”.La Giunta dà anche atto “che il presente provvedi-mento finale sostituisce, a tutti gli effetti, ogni au-torizzazione, concessione, nulla osta, atto di as-senso comunque denominato, di competenza del-le amministrazioni che hanno partecipato allaConferenza di Servizi, o comunque invitate a par-tecipare, ma risultate assenti″.Ed ora si attendono le repliche del Sindaco.

Sull’approvazione del parco fotovoltaico ab-biamo chiesto il parere al Coordinatoredel PD di Sona Mirko Ambrosi (foto a de-stra). “Siamo ovviamente favorevoli all'uti-lizzo di energie alternative e ben venganotutti gli impianti che possono aumentarnela produzione. Eravamo e siamo però con-trari ad un impianto di queste dimensioni,come testimonia il voto negativo che i treconsiglieri comunali de L'Incontro, lista chesosteniamo, hanno espresso in sede diConsiglio Comunale. Un progetto del gene-re oltre a rovinare quello che resta dellabellezza delle nostre colline porterà a de-turpare ulteriormente una zona già dis-astrata da costruzioni industriali. Senza di-menticare il consumo di una notevole fettadi terreno agricolo, quindi bene ha fatto ilComune di Sona ad opporsi alla decisione della Regione Veneto. E' pe-rò indubbio che questa decisione rappresenta una sconfitta per noi masoprattutto per il Sindaco di Sona che non ha saputo far valere a Vene-zia, dove chi comanda ha la casacca del suo stesso colore, la propriavolontà. Dov'era finita l'importanza di avere istituzioni a livello provincia-le e regionale delle stesso colore, tanto decantata nella campagna elet-torale del 2008? Tanto per non dimenticare anche Ca' di Capri. Dettoquesto, permetteteci una nota polemica - prosegue Ambrosi. - Non ri-usciamo a capire perché il Sindaco di ostini su bloccare un'opera chedeturperà il nostro territorio in maniera sì significativa ma per un perio-do di "soli" venticinque o trent'anni mentre si è approvato senza battereciglio un ampliamento della lottizzazione Panorama che andrà a detur-pare in maniera definitiva la collina di So-na. Forse perché dal parco fotovoltaico ilComune di Sona non avrebbe percepito in-troiti?”.Altro commento è quello di Gianluigi Maz-zi, Consigliere comunale e fondatore dellaLista Civica Persona al Centro (foto accan-to). “La Regione ha dato il via libera alla co-struzione di uno dei più grandi parchi foto-voltaici d’Italia, che cambierà sicuramenteil volto al territorio tra Sona e Lugagnano;un’opera gigantesca che circonderà unadelle corti rurali più belle del nostro territo-rio, in una zona già “brutalizzata” da un’a-rea industriale molto estesa, strade ed ar-terie importanti, cave e discariche, depositidi rifiuti, ecc. Dal mio punto di vista un par-co fotovoltaico di questa tipologia e dimen-sione non ha assolutamente motivo di es-sere posizionato in quel luogo. Ma la Ragione ha deliberato che qui sipuò fare. Vi ricordate il vanto delle scorse elezioni amministrative daparte del Sindaco Gualtiero? Vantava contatti molto più efficaci, inquanto dello stesso colore politico sia nei Comuni vicini, in Provincia, inRegione, nello Stato centrale, rispetto ad una “incolore” lista civica co-me poteva essere quella che in quel momento rappresentavo. Eccol’esempio, come per altri fatti accaduti in questi cinque anni,- terminaMazzi - che fa capire come certe dichiarazioni e certe appartenenzenon valgono nulla, se poi ciò che accade sul territorio è questo”.

I Commenti

“Una sconfitta, soprattutto per il Sindaco”

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interessate: non sarà più il Comune, alla ricercadi risparmi di spesa dappertutto, ma i proprietariche devono impegnarsi anche economicamentese vogliono tenersi bello il parco. Ma come? Sullabase dei millesimi in relazione alla superficie fon-diaria. Cioè? In realtà, i proprietari si trovano unbel problemino da risolvere. Prima di tutto per-ché per con l’art. 2051 del Codice Civile si attri-buiscono al custode del bene le relative responsa-bilità derivanti da danni che possano accadere a

terzi dal bene oggetto dicustodia. La responsabi-lità si imputa al custode,ossia a chi esercita quin-di un potere di fatto sul-la cosa. Ciò significa chequalsiasi problema acca-da, un bimbo che si fa

male o la manutenzione del verde sono a caricodei proprietari. Con le relative, anche pesanti, re-sponsabilità.E' proprio sul punto di come suddividersi questaresponsabilità che non vi sono indicazioni: su unappezzamento di terreno della stessa ampiezza sicostruisce una villetta unifamiliare o una bi/tri fa-

È il 22 maggio, quando a casa di alcuni abitantidella zona di Via Martiri delle Foibe a Lugagna-no (la nuova lottizzazione "Adige" di Via Betlem-me) arriva una letteradel Comune: "Si comu-nica che... la ditta lottiz-zante e gli aventi causasi obbligano alla manu-tenzione e gestione del-le aree a verde, in mo-do direttamente propor-zionale alle quote di millesimi di proprietà, in rela-zione alla superficie fondiaria con il vincolo dellasolidarietà civile stabilita dagli artt. 1292 e se-guenti del Codice Civile. Alla luce di cui sopra siprecisa che pertanto il Comune non potrà accol-larsi alcun onere relativamente alla manutenzio-ne del parco". Fin qui sembrerebbe un principio

Lottizzazione Adige a Lugagnano: come si gestirà il parco?Un “regalino” del Comune senza istruzioni

L ’ I N C H I E S T A

diGianmichele [email protected]

presente su

Dal Comune solo dei “non sappiamo”, “non ci sono

esempi”, “non abbiamo idea”

Le condizioniin cui versa ilparco della lot-tizzazione Adi-ge a Lugagna-no.

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miliare. I proprietari pagano allo stesso modo ehanno medesime responsabilità? Ci sono indicazioni? E dove si reperiscono?I proprietari che ci hanno segnalato il fatto lamen-tano che in Comune le risposte siano state del ti-po "non sappiamo", "non ci sono esempi", "nonabbiamo idea". Insomma appare singolare chenessuno possa aiutare su questo passaggio dioneri, e che sappia dare informazioni precise suquanto pagare. Senza contare che per redigere lecitate tabelle millesimali serve un professionista:chi pagherà la parcella? E se qualcuno tra i pro-prietari non pagasse? Non siamo alla presenza diun condominio né di un amministratore: qui nonc’è né condominio, sono infatti lotti separati, nèc’è amministratore poichè mai si è visto un ammi-nistratore di “lottizzazione”.Sta di fatto che sembra che dal giorno del collau-do, l’8 Febbraio 2011, con il nuovo quartiere po-polato da meno della metà degli abitanti insedia-bili, il parco appare abbandonato. Gli alberellipiantumati stanno deperendo in fretta non essen-do annaffiati ordinariamente, il prato seminato stascomparendo poichè non è irrigato né falciato, visono alte erbe infestanti, le panchine e le giostri-ne cominciano a mostrare i segni dell'incuria. Intale situazione non si esclude il sorgere di proble-mi sanitari. Così oltre all'ordinaria manutenzionesi dovrà prevedere un intervento straordinarioper ripristinare ciò che già era stato fatto a regolad'arte e finanziato con gli oneri di urbanizzazione,e quindi di conseguenza dagli acquirenti finali.Il principio di gestione dei beni comuni è molto in-

teressante, tutta-via i cittadini tro-verebbero mag-giore soddisfazio-ne nell'avere ri-sposte alle lorodomande e sullarichiesta di istru-zioni su come met-tere in atto le rego-le che lo stesso Co-mune prevede.Sennò il regalo nonsolo è avvelenato ma genera esattamente la rea-zione contraria: invece di avere un bel parco se-guito e gestito dai privati, si avrà un parco non se-guito e incolto. Se è quello che non si voleva, il Co-mune deve correre ai ripari subito.

L’introduzione dei badge di accessosta sicuramente contribuendo a ren-dere più ordinato e regolamentatolo scarico dei rifiuti presso le piazzo-le ecologiche del Comune. E si spe-ra che questo nuovo regime – comepiù volte assicurato dal SindacoGualtiero Mazzi – porti nel prossimoanno ad una riduzione del tributo acarico delle famiglie e delle imprese.Ma, a fronte di questo miglioramen-to, persistono grossi problemi anchedi ordine pubblico specialmentepresso il sito di Lugagnano, che nonsembrano trovare soluzione nonostante la presenza delle teleca-mere di sorveglianza. Ad esempiouna domenica di ottobre, in orario dipranzo quando la piazzola di Luga-gnano era chiusa, uno degli operato-ri ha colto sul fatto alcune personeche stavano rubando dei motori. Al-l’intimazione fatta loro di allontanar-si dalla piazzola, lasciando il mate-

riale dove si trovava, questi hannoreagito violentemente scagliandoaddosso all’operatore stesso unodei motori, fortunatamente senzaconseguenze. Di quanto accaduto èstata fatta denuncia ai Carabinieri.Un furto in piena regola, e non sitratta purtroppo di un caso isolato.Altra piaga che non trova soluzione,e che si ripete quasi quotidianamen-te, è quella dei rifiuti abbandonatifuori dal cancello della piazzolaquando questa è chiusa (un esem-pio nella foto accanto). Anche quisenza che mai si riesca a risalireagli autori.La vera domanda che viene da por-si, visto il ripetersi di questi episodi,è a cosa servano quindi le teleca-mere di sorveglianza posizionatepresso il cimitero proprio per garan-tire la sicurezza, e se qualcuno prov-veda mai a monitorarle.Sia nel caso di furti che nei casi di

abbandono di rifiuti potrebbero es-sere decisive per individuarne gli au-tori e quindi ridurre, se non azzera-re, certi fenomeni non più tollerabili.

Servizi

Piazzole ecologiche: e le telecamere?

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re spinto qualcuno a oltraggiare una chiesa? Il pensiero è andato subito alla ricorrenza di Hallo-ween: una festa pagana di origine celtica e anglo-sassone diffusa specialmente negli Stati Unitid’America, che si manifesta in vari modi: travesti-menti e mascheramenti con le sfilate ed i balli, lezucche intagliate ed illuminate dall’interno che ri-chiamano un volto minaccioso o un teschio. Il tut-to con buoni affari di chi vende maschere, vestiti,zucche di plastica ed altro. Per questo la chiesacattolica è contraria a questa manifestazione e unsacerdote, don Andrea Brugnoli, ha lanciato l’ideadi festeggiare invece Holyween cioè i “NostriSanti” e in varie città si sono tenute delle cerimo-nie in tal senso. Anche l’Associazione Sona inquattro passi ha proposto una manifestazione al-

ternativa chiamandola AioVin per “cacciare gli spi-riti cattivi”, con rinfresco e giochi vari per i bambi-ni. Ma ora in questa nostra società sembra preva-lere una voglia di divertimento, di trasgressione edi dissacrazione senza sapere il perché e senzaconoscere veramente l’origine di tale festa comehanno dimostrato le interviste di una trasmissionetelevisiva. Ai bambini si chiede di andare dai vicinia estorcere un dolce o qualche regalo con la cele-bre frase “trick or treat” tradotta in “dolcetto oscherzetto” che non sembra molto educativa. Evidentemente i sentimenti che suscita questa ri-correnza possono indurre qualcuno a offendereanche il sentimento religioso e cristiano di una co-munità. Già l’anno scorso ci furono in questa oc-casione a Palazzolo dei vandalismi, quali imbrat-tamenti di case e di automobili con colori o farinae lancio di uova, ma ora è intollerabile che si alziil tiro e si prenda di mira un luogo sacro perchécosì si offendono anche tutti coloro che lo fre-quentano. E’ bene quindi che si sappia cosa signi-fica la festa di Halloween e la sua estraneità ri-spetto alla nostra cultura, senza copiare acritica-

Mercoledì 31 ottobre a Palazzolo, durante la S.Messa prefestiva delle ore 19, molti fedeli hannosentito dei rumori sordi, provenienti dall’entratadella chiesa attribuendoli alla caduta di qualcheombrello. Ma all’uscita si è scoperto invece chealcune uova erano state lanciate contro la portainterna, colpendo la bacheca degli avvisi. Un ge-sto di qualche sconsiderato che forse si crede diessere furbo e coraggioso. Quale motivo può ave-

Halloween: gesto vandalico nella chiesa di PalazzoloC R O N A C A

di Luigi [email protected]

Riportiamo una notizia riguardan-te la chiesa di Palazzolo apparsasu Verona Fedele dell’11 novem-bre 1899.A Palazzolo.Oggi S. Ecc. R.maMons. Bartolomeo Bacilieri Ve-scovo Coadiutore parte perl’amenissimo paese di Palazzolo,dove domani verrà inaugurata ebenedetta la nuova facciata edaltri abbellimenti interni eseguitinella chiesa parrocchiale. Per sif-fatti lavori fu spesa una sommaingente ed ora la pietà e la fededei buoni abitanti di Palazzolo ve-dono coronati i sommi sforzi e imolti sacrifici. Le feste, cui

l’intervento dell’Ecc. Mons. Vesco-vo dà maggior importanza, checominciando oggi terminerannolunedì e saranno veramentesplendide e degne della circo-stanza. Vi saranno tre bande musicali:quella di Bussolengo, quella ope-raia di Verona (ex Patronato) equella di Castelnuovo; fuochi, illu-minazioni, e … a coronare le festesi terranno pure conferenze suglispari contro la grandine con rela-tivi esperimenti con cannoni si-stema Leoni.Lunedì S. Ecc. amministrerà la S.Cresima.

La Curiosità Storica

Da Verona Fedele dell’11 novembre 1899

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La chiesa par-rocchiale di Pa-lazzolo.

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Tanto tempo fa, prima ancora che a Ve-rona arrivassero gli antichi romani e co-minciassero a costruire le loro ville a Pe-schiera e in Valdonega, mentre gli etru-schi stavano ancora affinando le loro ar-ti, a Sona vivevano due fratelli che sichiamavano Alfonso e Vincenzo. I dueragazzini erano talmente vivaci che già aquei tempi l’asilo del luogo venne intito-lato “Piccole canaglie” – che è tutto unprogramma! Fin dalla loro più tenera età,i due marmocchi si dimostrarono parti-colarmente esuberanti, provocandoscherzi dalla fervida immaginazione. Lepur nerborute e risolute maestre dell’e-poca, poco potevano a loro riguardo, an-che perché i genitori di Alfonso e Vincen-zo erano spesso assenti, lontani da ca-sa, vuoi per una battuta di caccia o vuoiper partecipare ai giochi olimpici o an-che, semplicemente, per andare al lavo-ro. E si sa che a quei tempi non è come og-gi che si prende il treno e in tre ore, mache dico in tre ore, in mezza giornata siva e viene da Roma!A quei tempi, che Roma ancora dovevaessere inventata, non c’era neanchemotivo di costruire i treni e quindi siviaggiava a piedi o a cavallo e per anda-re di qua o di là, ci si metteva un saccodi tempo. Ecco che allora, i due marmoc-chi crescevano liberi e solitari e quando,finito l’asilo, tornavano a casa, non trova-vano nessuno che li accudisse; sì, per-ché se qualche adulto li avesse accuditiper benino le cose forse sarebbero an-date diversamente.

E invece no! Alfonso e Vincenzo, che or-mai tutti chiamavano amichevolmenteAll e Vin, trascorrevano i loro lunghi po-meriggi ad architettare gli scherzi piùstrani: nascondevano gli oggetti agli ami-ci, prendevano le lucertole per poi farlerispuntare nei luoghi più impensati pro-vocando le urla di disperazione dei pre-senti, a volte si divertivanoperfino a suonare le corna-muse delle Domus romanee poi scappavano ri-dendo non appenaqualcuno risponde-va al citofono.“Chi è stato!? Allo Vin?” tanto, or-mai, tutti sapeva-no che di loro sitrattava.E dai oggi e dai do-mani, questa domandasi rincorreva ormai quotidia-namente per le strade del piccolopaese.Quando poi arrivarono i primi turisti an-che sulle nostre colline, ecco che i duetrovarono nuovi argomenti di svago, pro-fondendosi in mille e poi ancora millescherzi di dubbio gusto. Fu allora che al-la ricorrente domanda “Chi è stato?” co-minciarono a rispondere “All o Vin!” an-che i turisti provenienti dai paesi celticiche poi importarono e fusero in un unicotermine (“Halloween” appunto) la nostratradizione. Ma cos’è rimasto a Sona, diquegli antichi tempi?Be’, se si scavasse al centro della colli-na, si potrebbero trovare i resti delle vec-chie casupole di fango e paglia in cui inostri amici All e Vin andavano a scuolae magari, anche qualche scheletro… dilucertola, certo! Cosa avevate capito?Certo che di tempo ne è passato e leusanze e i riti si sono modificati; ad

esempio, di pari passo con l’evolversi delcommercio con la Cina, è arrivata anchesulle nostre strade la polvere pirica. Eallora, ai giorni nostri, al 31 del mese diottobre, ogni santo anno, non ogni AnnoSanto, che è un’altra cosa, ogni santoanno, venendo da Lugagnano verso So-na è facilissimo incontrare piccoli gruppidi discendenti diretti di All o Vin che sistanno organizzando. Sono facili da indi-

viduare! Camminano stretti strettil’uno accanto all’altro, con

l’occhio scaltro e la mano le-sta, e il tabarro a nasconde-re e camuffare il loro porta-mento e portano quasisempre sulle spalle unazucca colorata, a volte vuo-ta a volte piena, ma sem-

pre inconfondibile!Poi dopo, verso le 20, 20 e

30, quando la gente è a casache cena tranquilla e ascolta le mi-

serie dei TG, ecco che arriva lo squilloincessante del campanello! Quando era-vamo giovani noi, era uno scherzo che sifaceva anche allora, “Toccata e fuga” lachiamavamo, solo che la “toccata” ri-usciva sempre, la “fuga”, invece, era ra-ro che venisse bene e allora lo scherzet-to ci si rivoltava contro. Oggi non si chia-ma più “Toccata e fuga” ma, bensì, in unlessico sicuramente più moderno, “Dol-cetto o scherzetto”.E allora ti va bene se in prossimità del-l’autunno, tieni in casa qualche meren-dina, anche del Mulino Bianco, non èimportante, o qualche cioccolatino daelargire col sorriso sulle labbra alle zuc-che, pardon, alle mani protese che si al-lungano ansiose verso di te, perché altri-menti arriva lo scherzetto (se così si puòancora chiamare) che può andare dal si-licone nella serratura del cancello allagranarola di petardi! E allora decidi che

Il Racconto

La vera storia di All o Vin!

diMarco [email protected]

mente quello che viene proposto da altri paesi.Abbiamo sentito il pensiero del parroco don An-gelo Bellesini. “Effettivamente - ci ha detto donAngelo - il gesto è stato riprovevole perché nessu-no ha mai ostacolato o negato di fare feste, di di-vertirsi, di stare in compagnia, di mascherarsi, diesprimersi con qualche goliardia, ma tutto questodeve essere nel rispetto degli altri, e nell'equili-brio. Si ha l'impressione che qualcuno attendacerte occasioni per lasciar uscire e per manifesta-re il peggio di sé stesso. Se c'è bisogno di un ber-

saglio o di un nemico e questo lo si trova nel luogosacro o in una persona da sbeffeggiare, da deride-re, da offendere e umiliare, questo è frutto di uno‘spirito’ perverso. Se guardiamo alle nostre tradi-zioni: Festa di S. Lucia, Festa dell'Epifania, la stes-sa Festa di Carnevale, che era chiamato CarnevaleBenefico, sono feste del "dono" non della pretesa:o dolcetto o scherzetto. Ritorniamo a valorizzare le‘nostre feste’, ed anche la Festa di tutti i Santi, ri-usciremo a trasmettere alle giovani generazioniqualche valore in più”.

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è meglio se te ne stai quieto in casa, co-me se fosse la notte di Capodanno a Na-poli, e conti la crisi:Bin! 5 euro. Bin!Bum!: 10 euro. Bin! Bum! Bum! Bam! 16euro e 50! E pensi “Speriamo, almeno,che non siano petardi d’importazione!”.Ultimamente, però, le cose stanno an-

dando meglio a Palazzolo dove, probabil-mente per gli alti costi della polvere piri-ca, lo scherzetto (se così si può ancorachiamare) è deviato sulle uova. Visto lospread e il momento di recessione chestiamo vivendo, la popolazione cominciaa chiedersi se non sia il caso di portare

la festa di Halloween in prossimità delLunedì dell’Angelo, magari se ne ricavaqualcosa di commestibile o, anche, èpossibile che, mosso a pietà, qualcunolanci delle uova di cioccolato! Ahh! Se solo i genitori fossero meno pre-si che ai tempi di Roma!

pagnava gentilmente, prendendoli per un braccio,nella stanza vicina con gli altri; alla fine si trovaro-no sette persone di Palazzolo che si conoscevanotutte. Avuto i soldi, circa trentamila euro, i due la-dri hanno rinchiuso tutti quanti nel bagno intiman-do di non uscire. Si sono allontanati a piedi macertamente un terzo li stava aspettando in mac-china. In tutto l’azione è durata quaranta intermi-nabili minuti. Dato l’allarme sono intervenuti i ca-rabinieri di Sommacampagna e di Villafranca chehanno sentito i testimoni per raccogliere elementidi riconoscimento. Si è saputo che, pur parlandoin italiano, uno dei due aveva accento siciliano e ilsecondo sudamericano portoghese.

Il 31 ottobre scorso la filiale di Palazzolo dellaBanca popolare ha subìto una rapina. Abbiamo in-terpellato i responsabili della banca ed alcuniclienti coinvolti per conoscere come sono andati ifatti. Poco dopo l’apertura è entrato un giovanedalla porta automatica che, spostando anche uncliente che stava facendo un’operazione, ha salta-to il banco con un balzo atletico per bloccare lacassiera. Vista la scena, impiegata e cliente hanno

cercato di uscirema sono statibloccati sullaporta da un se-condo individuoche stava en-trando con il vol-to nascosto.Hanno intimatoall’impiegata didare i soldi enon fare la furbaperché sapevanodove abita e fuo-ri c’erano i loroamici armati chenon scherzava-no. Non avevanoarmi in mano ma

non si poteva sapere cosa avessero in tasca.L’impiegata ha seguito le istruzioni ricevute per ilcaso di rapina per evitare rischi alle persone ed haconsegnato le poche centinaia di euro che avevaliberi in cassa. Ma ai due non bastavano e l’hannoquindi obbligata ad aprire la cassaforte. Questa però, una volta fatta la combinazione nonsi apre subito ma dopo mezz’ora di tempo. I dueindividui sapevano bene come funzionano questecose dimostrando così di essere deiprofessionisti, ed allora è iniziata una lunga esnervante attesa. Il cliente che ha assistito allascena è stato accompagnato nella stanza accantodicendogli di stare calmo che non sarebbe succes-so niente, ma avevano pronto del nastro adesivopronti ad immobilizzare le persone se avesseroreagito. Intanto fuori dalla banca non trapelavaniente di quanto stava succedendo all’interno edentravano nuovi clienti che un malvivente accom-

Rapina in banca a Palazzolo: ecco com’è andata veramenteC R O N A C A

di Luigi Tacconi

La sede dellaBanca Popola-re di Palazzolo.

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Tacconi Palmarino è uno dei clienti che eranopresenti in banca e ci ha raccontato come ha vis-suto questa rapina. “Dovevo fare un pagamento equando sono entrato non c’era nessun cliente maintravidi dietro il banco e vicino all’impiegata unindividuo che si nascondeva. Dalla porta lateraleè uscito un giovane e mi ha detto con modi con-vincenti: ‘Venga dentro, venga dentro, si accomo-di in questa stanza’. Sono entrato e dentroc’erano altre persone sedute che conoscevo. Ilgiovane mi ha spiegato che era una rapina, maloro non volevano i nostri soldi ma quelli dellabanca, e però c’era da aspettare mezz’ora che siaprisse la cassaforte. Intanto arrivavano altriclienti di Palazzolo e tutti sono stati fatti entrarenella stanza e alla fine ci siamo trovati in sette. Ame hanno chiesto di consegnare il telefonino. Uncliente ha detto che era cardiopatico ed una si-gnora giovane ha chiesto di essere mandata a ca-sa perché era incinta e si sentiva male, ma il ban-dito ha dato ad entrambi un bicchiere d’acqua.Alla fine i due ci hanno rinchiusi tutti nel gabinet-to dicendo di non muoverci per dieci minuti. Datol’allarme siamo stati liberati e poi siamo stati in-terrogati dai carabinieri”.

““TTrraa ii sseettttee aanncchhee uunnaa ssiiggnnoorraaiinncciinnttaa eedd uunn ccaarrddiiooppaattiiccoo””

La Testimonianza

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Motorino investito a Mancalacqua

C R O N A C A

La sera del 5 novembre scorso alle ore 19 ungrave incidente si è verificato a Mancalaqua a Lu-gagnano, nei pressi dell’incrocio con Via Betlem-me. Coinvolto un ragazzo, Alessio T. di San Gior-gio, che viaggiava in motorino. La dinamica è tut-ta da ricostruire ma sembra che il motorino viag-giasse in direzione Verona mentre un auto, svol-tando verso via Betlemme, lo ha investito. E’ statasubito chiamata subito un’ambulanza (nella foto ilmomento dell’intervento dei sanitari), che ha tra-sportato il ragazzo all’Ospedale di Borgo Trento.Per più di un’ora la circolazione sulla strada prin-cipale di Lugagnano in quel tratto è stata interrot-ta, fino alla rimozione dei mezzi coinvolti nell’inci-dente. Nei giorni seguenti le condizioni del ragaz-zo sono fortunatamente pian piano migliorate.

Al momento dell’incidente era casual-mente presente una nostra collaboratri-ce, Francesca Tenerelli, a cui abbiamochiesto di raccontare quei drammaticimomenti.

Rientravo a casa, erano passate da po-co le 18.30, non ho assistito all’impattoma credo fosse avvenuto da pochi minu-ti in quanto, nonostante i veicoli coinvoltiintralciassero la strada, il traffico nonera ancora congestionato. Quando hovisto Alessio steso a terra ho reagito

d’istinto, ho accostato e gli sono corsaaccanto. Altri uomini erano lì vicino estavano chiamando i soccorsi. Respira-va ma non era cosciente, non avevo lecompetenze per aiutarlo ma gli parlavoe cercavo di rassicurarlo. Nel frattemposi è avvicinata un’altra signora che hacercato i documenti del ragazzo e chie-deva una coperta per tenerlo caldo.Lentamente Alessio ha ripreso i sensi,non riusciva a parlare e ha cercato ditoccarsi il viso gravemente ferito alloraaltri uomini mi hanno aiutato a tenerlo

fermo anche perché ogni movimento gliera doloroso. Nessuno di noi poteva faredi più, la situazione era chiaramentemolto grave. L’attesa dei soccorsi mi è sembrata eter-na ma non appena è arrivatal’ambulanza ho lasciato l’incrocio inquanto stare a guardare senza fareniente non è di nessuna utilità. Nessuneroismo, ho reagito da mamma, se ste-so a terra da solo in una pozza di san-gue ci fosse stato mio figlio avrei volutoche qualcuno gli tenesse la mano.

““DDaa mmaammmmaa hhoo ppeennssaattoo:: vvoorrrreeii cchhee aa mmiioo ffiigglliioo qquuaallccuunnoo tteenneessssee llaa mmaannoo””

La Testimonianza

Un bellissimo episodio ha visto protagonisti i ragazzi della Juniores dell’AC Lu-gagnano in occasione di un incontro casalingo. La squadra infatti si è presen-tata in campo portando un grande striscione, per ricordare e fare coraggio al-l’amico e compagno di squadra Alessio dopo l’incidente (Foto Fiorenzo Danieli).

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ha fatto seguito una durissima e lunghissima co-municazione della Dirigenza Scolastica, che èapparsa a tanti forse eccessiva sia nei toni che nelmerito, nella quale, tra le tante cose, si segnalavache nella comunicazione dello sciopero inviata an-che al Comune “era esplicitato che le limitazionidel servizio dovute allo sciopero avrebbero interes-sato, senza eccezioni, anche gli alunni del traspor-to comunale. Infatti non risulta che conl’abbonamento al servizio di trasporto comunalele famiglie acquistano anche l’immunità dai disagiche, inevitabilmente arreca lo sciopero della scuo-la. Il bus comunale è da considerarsi uno dei tantimodi per raggiungere la scuola, non un privilegioo un salvacondotto. Ma i responsabili dell’organiz-zazione dei servizi scolastici, hanno pensato diver-samente e non hanno tenuto nel dovuto conto lacomunicazione della scuola. Quando hanno lettola comunicazione, se non erano d’accordo, comehanno affermato venerdì mattina, con le indicazio-ni organizzative date dalla scuola alle famiglie,avrebbero dovuto per tempo contattare l’ufficio oil Dirigente Scolastico per un confronto sul da farsie non lasciare al caso la soluzione del problema,con un “Speriamo che se li prendano” oppure”Tanto devono farli entrare”!!!”. Diretto nella letteraanche l’attacco all’Assessore alla scuola Pinotti. Altra polemica è esplosa alcuni giorni dopo, stavol-ta alle elementari Pellico e successivamente an-cora alla Frank. In questo caso i bambini non sonostati fatti entrare per uno sciopero non degli inse-gnanti ma del personale ATA. Molti i genitori chesi sono lamentanti, anche sul forum del sito delBaco, sostenendo che il personale non docente insciopero è previsto che possa essere sostituito. Eora si parla di una raccolta di firme di protesta dapresentare alla Dirigente Scolastica.

Il mese di novembre scorso è stato segnato a Lu-gagnano da molte polemiche sorte a seguito degli

scioperi tenu-tisi, come intutta Italia,anche nelledue scuoledella frazio-ne. Il primo casoha interessa-to la mediaFrank, a se-guito di un ar-ticolo appar-so su L’Arenadove si se-

gnalavano i disagi patiti soprattuto dai bambiniche utilizzano il pulman e che erano dovuti rima-nere in attesa dei genitori che li venissero a ripren-dere, non potendo entrare in aula. A quell’articolo

Scioperi alle scuole di Lugagnano, e scoppiano le polemicheC R O N A C A

Se rivango nella mia vecchiasoffitta, da qualche partepotrebbe saltar fuori il mio

vecchio sussidiario di scolaro delle scuole elementari degli anni’70. Era un libro, forse di un paio di centinaio di pagine, divise inquattro settori, dove era ospitata la grammatica, l’aritmetica, la sto-

ria e la geografia. Con un solo libro si facevano quattro ma-terie. Ora servono due o tre libri per materia. Così

ogni mattina, accompagnando mio figlio allascuola primaria, vedo bambini inarcati in avanti

per sostenere il peso di tutti questi libri, quasifossero muli da soma caricati al massimodella loro portata. Non si discute sui metodididattici, cambiati, sicuramente più evoluti ri-

spetto a 35 anni fa. Lasciamo perdere an-che il costo, perché non basterebbero que-

ste quattro righe per giustificare il per-ché ogni anno bisogna cambiare testi,impedendo l’acquisto di libri usati, co-

me se la matematica cambiasse di annoin anno. Incredibile è invece vedere bambini

costretti a portare a scuola ogni mattina cartelle da7/8 kg contenenti libri che troppo spesso vengono utilizzati parzial-mente, sostituiti da fotocopie da incollare sui quadernoni. Capita an-che spesso di vedere bambini portare a scuola libri di una materia,perché forse si farà proprio l’indomani, ma passano i mesi e forsequel libro non verrà nemmeno mai aperto, quella materia mai presain considerazione per tutto l’anno. Non può la Presidenza, il Consigliodi Istituto, studiare la didattica in modo da evitare che i nostri figliportino inutilmente a spasso kg di libri tutti i giorni?

CCaarroo,, vveecccchhiioo ssuussssiiddiiaarriioo

L’Opinione

diGianfranco Dalla Valentina

La Dirigente Sco-lastica Dottores-sa Cattaneo.

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Sapete quanti sono gli alunni che fre-quentano il nostro Istituto Comprensi-vo? L’Istituto Comprensivo di Lugagna-no conta circa 900 alunni. Posso parla-re dunque ad almeno 1000 genitori seli considero quasi tutti vedovi. Sapeteche ho presenziato a quasi tutti i Consi-gli di Istituto degli ultimi due anni e ilnumero massimo di genitori presenti èstato undici?Sapete cos’è il Consiglio di Istituto? E’l’organo collegiale formato dalle variecomponenti interne alla scuola (ottorappresentanti dei genitori, otto rappre-sentanti dei docenti, due del personaleATA, la dirigente scolastica) e si occupadella gestione e dell’amministrazione

trasparente dell’Istituto. Sapete su co-sa ha potere decisionale? Programmaannuale e conto consuntivo, adozionedel piano dell’offerta formativa, acqui-sto e rinnovo attrezzature, adattamen-to del calendario e dell’orario, pro-grammazione delle attività di recupero,delle attività extrascolastiche e deiviaggi di istruzione.Vi sembra poco? E’ questo il motivodell’assenteismo di massa? Non avetecuriosità di sapere? Non volete essereinformati sulla scuola che frequentavostro figlio? Siete tutti pienamentesoddisfatti della gestione dell’Istituto?Nessuno ha la necessità di almeno

una classe a tempo pieno? Ave-te idea di come vengono gestiti icontributi? Non avete da propor-re qualche idea brillante?Fuori dalle mura dell’Istituto ven-gono sollevate domande legitti-me e proposte idee interessantieppure ai CdI non ho mai sentito

nulla in merito.“Tanto non possiamo far niente, nessu-no ci da retta”... bè certo se parliamotra noi al mercato e non ci muoviamoattraverso i canali giusti. Cosa stiamoaspettando? Che qualcuno lo faccia alposto nostro? Noi siamo i genitori deglialunni che non sono parcheggiati ascuola, in questa scuola ci stanno cre-scendo. Non sto dicendo che il nostroCdI sia impeccabile. Trovo che sia chiu-so in se stesso, così tanto esclusivoche non comunica in tempo utile e di-retto alle famiglie quando si riunisce,che non comunica con una circolareche è stato estromesso con mozione di

sfiducia un componente genitori demo-craticamente eletto e che non informada chi è stato sostituito, che pubblica iverbali sulla bacheca all’interno dellascuola dove però si preferisce che i ge-nitori non entrino. E’ un nostro doverepartecipare attivamente e costruttiva-mente al progetto scuola. Non è suffi-ciente chiacchierare sperando che ilvento porti le parole alle orecchie giu-ste. Non è intelligente ascoltare le opi-nioni degli altri facendole nostre senzaaverle approfondite. Così come è dove-re dei docenti e del personale scolasti-co essere disponibili al dialogo, essereaperti alle nostre richieste. Non averepregiudizi nei nostri confronti perchécerti che pretendiamo senza dare o chenon capiamo perché occupiamo un ruo-lo diverso. Sono convinta che sia statoperso l’obiettivo comune: la crescitaequilibrata dei ragazzi, basterebbe col-laborare con passione, spirito di iniziati-va e volontà.

CCoonnssiigglliioo dd’’IIssttiittuuttoo ddii LLuuggaaggnnaannoo:: ppeerrcchhéé ii ggeenniittoorrii nnoonn ppaarrtteecciippaannoo??

La Riflessione

di Francesca [email protected]

presente su

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gno della vita umana, in particolare di quella na-scente. Attualmente i centri sono una decina: Le-gnago, Villafranca, Desenzano, Bardolino, SanGiovanni Lupatoto, Nogara, Caldiero, San Giovan-ni Ilarione, Monteforte d’Alpone e Valeggio.Come e quando è nata l’idea di costituire unCentro Aiuto Vita a Lugagnano?Durante la Quaresima 2011 abbiamo cominciatocome parrocchia a raccogliere indumenti per ilCentro Aiuto Vita diocesano, il quale ci ha fatto laproposta di creare nel nostro paese un nuovocentro. Sono state contattate 44 persone della

nostra zona pastorale,le quali sono state invi-tate a partecipare a cin-que incontri di forma-zione che trattavanoprincipalmente dell’arte

dell’ascolto, del caso particolare delle donne emi-granti e di alcune testimonianze. Durante questiincontri, con l’aiuto di assistenti sociali e di profes-soresse specializzate, la diocesi ci ha incitato adar vita ad un nuovo centro per la vita. Finorahanno aderito a questo progetto 17 volontari (pre-valentemente mamme e nonne, ma anche giova-ni) provenienti da tutte e quattro le parrocchie diLugagnano, Sona, San Giorgio e Palazzolo. Per ilmomento siamo solo un gruppo di volontari per la

Anche qui a Lugagnano nascerà prossimamenteun Centro Aiuto Vita. Si tratta di una novità im-portante, di grande impatto sociale. Per iniziare aparlarne abbiamo pensato di sentire uno di coloroche sta lavorando per concretizzare questo pro-getto: il Parroco di Lu-gagnano, don AntonioSona.

Cos’è un Centro AiutoVita? Da quanto tempo

esiste questo tipo di associazione nella nostradiocesi?Il Centro Aiuto Vita è un’associazione di volontariche si preoccupano di dare appoggio a situazionidi particolare necessità all’interno della diocesi diVerona. L’associazione è nata nel 1979, dopo unreferendum sull’aborto, grazie all’impulso del ve-scovo Giuseppe Amari; nel 1983 è diventato Cen-tro Aiuto Vita Diocesano rappresentando la Chie-sa veronese nell’ambito della difesa e del soste-

Sta nascendo un Centro Aiuto Vita nel nostro ComuneAvrà sede a Lugagnano ma servirà tutte le quattro frazioni

S O C I A L E

diGiulia [email protected]

Sarà rivolto alle donne in gravidanza, ai bambini sotto i treanni e alle famiglie in difficoltà

Nella paginaseguente DonAntonio Sona,Parroco di Lu-gagnano.

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EdicolaCastioni Sergio Via Cao Prà, 30 Luga-gnano Tel. 045514268Alimentari Cherubini Piazza Vittoria, 1 - Sona Tel. 0456080957Ortofrutta da Sergiovia Salieri, 31 - SonaTel. 0456081810Giornali & TabacchiVia Bosco, 1/a - SonaTel. 0456080850MacelleriaMassagrande Via Vallecchia 4 - SonaTel. 0456080811Cartolibreria Villaboni Via IV Novembre, 24Palazzolo Tel. 0456080402FerramentaRagazzo BrunoVia Prele, 11 - PalazzoloTel. 045 6080042Studio Fotografico Mario PacheraVia Cao del Prà, 20

Lugagnano Tel. 045984068La Cornice di Sal-vetti Elena Via di Mezzo, 8 -

Lugagnano Tel.045514456Stop Pizza Pizza al taglioVia Stazione 8/c Luga-gnano Tel. 3405038209Panificio Bendinelli Panearte Via XXVI Aprile, 21 LugagnanoTel. 045514130L’Arcobaleno di Zaramella NadiaVia Celà, 5 San Giorgio Tel. 0457190000Alimentari OliosiVia Santini, 14 – SanGiorgio.Lavanderia Fasoli Via Pelacane, 2 - Luga-gnano Tel: 045984296Pizzeria Camin Via 26 Aprile, 12Lugagnano Tel. 045514545Edicola MancalacquaSnc di Zocca Nadia & C.Via Mancalacqua - Lu-gagnano Tel/fax 0458680991

Cartoleria SoleLunaVia XXVI Aprile 31- Lu-gagnano Tel.045514284Cartoleria QuintarelliVia Cao Prà 26 Lugagnano Tel. 045514189Pizza time-Pizza altaglio Via Castello n. 2, Palazzolo Tel. 0456080094L’Edicola sasGrande Mela Via Trenti-no 1, Lugagnano Edicola Lo Scarabocchio di Bombieri NicolaVia Bassone 46, Tel/Fax 0458510653Panificio Tacconi f.lliVia 4 Novembre 29 PalazzoloTel. 0456080055Alimentari CarnielliOrnella, Via 4 Novembre 9 Palazzolo Tel. 0456080524Motoscooter servicedi Tacconi S.Via Bosco 25/A SonaTel. 0453194018

IlBaco da Setalo puoi trovare

presso...

vita della zonapastorale, macon il tempo, do-po essere riuscitiad acquisire unacerta autonomiae ad aver impa-rato a gestirci,diventeremo unvero e proprioCentro Aiuto Vi-ta.Perché è statopensato pro-prio a Luga-gnano?

Ѐ stato pensato di creare un centro a Lugagnanoperché è un ottimo crocevia geografico, in quan-to è molto vicino alla città, sarà il centro più ac-cessibile a Verona.Di cosa si occuperà il Centro Aiuto Vita? A chisarà rivolto?Il Centro Aiuto Vita sarà rivolto alle donne in gra-vidanza, ai bambini sotto i 3 anni (poiché deibambini sopra i 3 anni se ne occupa la Caritas),alle famiglie in cui può mancare la figura del pa-dre che hanno bisogno di sostegno economico esociale. Il Centro Aiuto Vita che nascerà nel no-stro paese coinvolgerà non solo Lugagnano, matutti i paesi della zona pastorale. I vari centri collo-cati nelle varie zone operano secondo diverse me-todologie; questa nostra associazione si proponesia di dare ascolto e consolazione alle persone bi-sognose, sia di andare loro incontro in senso ma-teriale, quindi aiutare anche con alimenti, vestia-rio e ciò che è inerente all’infanzia; per questo,dovremo anche trovare un modo di reperire i fondiper sostenere i bisogni economici. Tuttavia, poichéil centro deve ancora venire realmente ad esisten-za e abbiamo solo un progetto, le nostre idee di-venteranno un qualcosa di concreto più avanti.Che progetti si intendono realizzare?Vorremmo riuscire a realizzare la nostra idea diadibire l’aula crocifisso della parrocchia di Luga-gnano a sala ricevimento per coloro che hanno bi-sogno di aiuto. Questa possibilità verrà offertauna mattina o un pomeriggio alla settimana; du-rante i ricevimenti, i volontari che ascolteranno lepersone segnaleranno i vari tipi di necessità, po-tendo così avere un quadro chiaro della situazionee operare in maniera migliore. Inoltre, siamo allaricerca di un magazzino in cui poter sistemare ve-stiti, cibo e altri beni materiali necessari.Come opera la Chiesa per promuovere i CentriAiuto Vita?Ogni anno viene organizzata una giornata nazio-nale per la vita che, in genere, si svolge la primadomenica di febbraio. Il centro diocesano si impe-gna a preparare delle attività sia a livello parroc-chiale che scolastico, portando uno slogan signifi-cativo che cambia ogni anno ma che verte sem-pre sull’ambito della vita. In questa occasione, ilvescovo presiede la messa in una chiesa in cui ilCentro Aiuto Vita diocesano coordina l’animazionedella celebrazione.

Grande successo anche quest’an-no per il Pomeriggio Ragazzi orga-nizzato ogni domenica pomeriggioper bambini e ragazzi delle ele-mentari e medie dalla Parrocchia

di Lugagnano, dai genitori dellaScuola primaria e secondaria di Igrado e dal Gruppo Culturale Noi.Un plauso agli organizzatori, bra-vissimi nel condurre questo bel ap-puntamento. Grande partecipazio-ne, grande successo!

Parrocchie

E’ ripartito il Pomeriggio Ragazzi a Lugagnano

diGianluigi mazzi

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Due mesi di notizie

da www.ilbacodaseta.org

Carriola sonese DOCdi Gianmichele Bianco, 15.10.2012Talvolta i regolamenti comunali hanno più spunti ironi-ci di Crozza. E’ il caso del nostro regolamento comu-nale sul conferimento rifiuti. Nel centro ecologico, do-vremmo portare, secondo il regolamento, una misuradi “rifiuti non superiore a quella che normalmenteproduce un nucleo familiare”. Quali sono i rifiuti chenormalmente produce una famiglia nel comune di So-na? Ecco alcuni esempi di cosa pensa di noil’Amministrazione: non dovremmo produrre più di cin-

que sacchetti la settimana di cento litri ciascuno di ri-fiuto secco; non dovremmo produrre più di cinquesacchetti alla settimana da cento litri ciascuno di pla-stica. Oppure due pezzi tra televisori e computer, lasettimana. O anche cinque cartucce di toner per tuttele settimane. Con particolare attenzione alla casa: trecarriole di materiali inerti (calcinacci e simili), la setti-mana (nella foto l’avviso presente presso la piazzolaecologica di Lugagnano). L’unità di misura è la carrio-la. E pensare che le unità di misura sono riferimentiinternazionali molti precisi, al punto che alcuni sonoconservati in luoghi come Musei o Ministeri. Il chilo-grammo, ad esempio, come riporta wikipedia “è con-servato in un sotterraneo blindato, per la cui aperturaoccorre l’uso contemporaneo di tre diverse chiavi, cu-stodite da tre personalità del Bureau international despoids et mesures. L’apertura avviene previa autorizza-zione del Comitato Internazionale dei Pesi e delle Mi-sure. Le condizioni di temperatura, pressione e umidi-tà sono costanti e si evita il contatto con la polvere te-nendo il prototipo sotto tre campane di vetro. Tale pro-totipo viene usato per le comparazioni (circa tre volteal secolo)”. Pensate che il Bureau ha sede nel Pavil-lon de Breteuil a Sèvres, nel parco di Saint-Cloud, neidintorni di Parigi, dove gode dello status della extrater-

ritorialità. Segno della sua importanza. A rigor di logi-ca, dovremmo chiedere alla nostra amministrazionedi recarsi presso Sevres per conferire nella massimaufficialità la “carriola sonese”, unità di misura atta aconferire rifiuti inerti. Mi immagino già l’ufficialità del-la cosa, con i tre membri del Bureau che la prelevanocon guanti bianchi dal Sindaco e dall’Assessore com-petente e la proteggono nel luogo extraterritorale. Trevolte ogni secolo la aprono, con il Sindaco el’Assessore sonese di turno, e la riverificano. Nel frattempo, cari sonesi, non acquistate “carriole decasele” o “carriole veronesi” standard. L’unica ed uffi-ciale carriola da usarsi è quella sonese, conservata alBureau. Una carriola sonese DOC. Sennò potrebberonon farvi conferire i rifiuti…

Nuovo CDA per Acque Vivedi Mario Salvetti, 14.11.2012Dopo ben sette mesi di muro contro muro trova final-mente una soluzione il conflitto istituzionale che erasorto tra il Comune di Sommacampagna, PDL, e il Co-mune di Sona, Lega Nord, per la nomina del nuovoConsiglio di Amministrazione della società partecipataAcque Vive. Il CdA di Acque Vive era infatti cessato loscorso aprile, ma a causa appunto di un contrasto inmerito alla nomina dei nuovi Amministratori, e soprat-tutto del nuovo Presidente, tutto era rimasto congela-to. Sommacampagna infatti rivendicava l’applicazionedi un accordo secondo il quale la presidenza tocca al-ternativamente ai due Comuni – e questa volta sareb-be spettata a loro – mentre il Sindaco di Sona Gual-tiero Mazzi pretendeva la riconferma del Presidente incarica, il fedelissimo Agostino Chiarel. Posizioni deltutto inconciliabili, che hanno appunto portato a bensette mesi di clamoroso blocco istituzionale. Ma ieri,finalmente, la svolta. Acque Vive, tra l’altro oggetto inquesti giorni di un attacco frontale da parte della ListaCivica Progetto Comune, ha un nuovo Consiglio di Am-ministrazione. Presi-dente viene nomina-to Davide Zilio, resi-dente a Lugagnano,una laurea in giorna-lismo. Figura moltovicina al Presidenteuscente Chiarel, èespressione dellaLega Nord di Sona. Ilruolo di Amministra-tore delegato, muni-to di deleghe com-plete, viene affidatoa Giaon di Caselle,pensionato ed examministratore dele-gato. Si tratta di una nomina che arriva dal Comune diSommacampagna. Nel CdA poi entrano i dipendentidel Comune di Sona Marco Bosio e Stefano Baciga.Per il Comune di Sommacampagna entra Franchini,che opera ai lavori pubblici. Nei ruoli di revisori dei

Riportiamo alcune delle più di 100 notizie che abbiamo pubblicatosul nostro sito negli ultimi due mesi. Anche in questi due mesi abbia-mo registrato più di mille accessi al giorno da parte dei nostri let-tori. Continuate a visitarci.

Sopra il cartelloapparso pressola piazzola ecolo-gica di Lugagna-no.A destra il nuovoPresidente di Ac-que Vive DavideZilio (Foto Face-book).

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Domenica 25 novembre si è te-nuto a Sona capoluogo un appun-tamento importante, all’improntadella memoria e della solidarietà.Alle 11 infatti in Sala Affreschi gliAmatori locali hanno consegnatoil ricavato del Quinto MemorialMax, dedicato al compianto ami-co Massimiliano Beccalossi e te-nutosi lo scorso settembre. “Quanto raccolto – ci ha dichiara-

to il Dirigente della Società Tizia-no Brentegani – è stato devolutotramite un assegno direttamentenelle mani della ProfessoressaMolino, Primario del Reparto On-cologia di Borgo Trento, destina-tario della donazione”. Al termineè stato offerto un rinfresco nellaBaita degli Alpini. Nella foto lepremiazioni del Quinto MomorialMax di settembre.

Memoria

Solidarietà dagli Amatori di Sona

conti viene confermato Franceschetti – nomina Lega,storico revisore di Sona, presente anche in Gas More-nica – e viene introdotto Andrea Dante, Dottore Com-mercialista, oggi già revisore di ATV Verona, Revisoredei conti dell’UPI Veneto per il triennio 2010-2012,nomina PDL Sona. Nuova nomina, voluta dal Comunedi Sommacampagna, anche quella di Gino Brentega-ni, commercialista di Lugagnano operante a Somma-campagna. Per il nuovo CdA varranno da subito le re-gole richieste dal PDL di Sona: nell’ottica della spen-ding review, voluta dal Governo Monti, si avrà il dimez-zamento degli stipendi per i componenti politici, men-tre i tre dipendenti comunali Bosio, Franchini e Baciganon hanno compenso.

Nuove aliquote IMU per il Comune di Sonadi Marco Bertoncelli, 09/11/2012 Sull’ultimo numero della nostra rivista ci eravamo oc-cupati di IMU con un pezzo dal titolo “È arrivata l’IMU.Un’imposta giusta? Forse. Equa? No”. Ora è necessa-rio aggiornare quanto scritto in quanto il Comune diSona ha pubblicato le nuove aliquote IMU. Ecco! Fun-ziona così! Il fisco, locale o nazionale che sia, è comeuna bella donna (o un bel maschietto, se preferite),mutevole, variabile, incostante ma, soprattutto, sem-pre oneroso. Stavolta però è andata bene, almeno aiproprietari della prima casa. In attesa che venga pub-blicata nell’albo pretorio anche la delibera ufficiale,dall’informativa pubblicata sul sito del Comune ap-prendiamo le nuove aliquote IMU che dovremo utiliz-zare per pagare il saldo dell’imposta dovuta per il2012. Per l’abitazione principale e le sue pertinenze(le case in cui viviamo) l’aliquota scende dallo 0,45per cento (o, se preferite, 4,5 per mille) allo 0,4 percento. Sono considerate tali anche le abitazioni pos-sedute da anziani residenti in istituti di ricovero o sa-nitari e quelle di proprietà dei cittadini italiani residen-ti all’estero; ovviamente a condizione che le abitazioninon risultino locate. Per queste abitazioni, e ancheper le cooperative edilizie a proprietà indivisa, la de-trazione d’imposta, rimane quella prevista dalla nor-mativa nazionale: “Detrazione annua totale di €200,00=; più € 50,00 per ciascun figlio di età non su-periore a 26 anni (fino al compimento del ventiseiesi-mo compleanno), per un importo massimo di €400,00” (8 figli). L’aliquota di base, però, passa dallo0,81 per cento allo 0,85 per cento (ad esempio per learee edificabili) e per le abitazioni sfitte o non utilizza-te per almeno 6 mesi, passa all’1,06 per cento. I fab-bricati di categoria C1 (negozi e botteghe), invece, ri-mangono fermi allo 0,76 per cento e i fabbricatirurali ad uso strumentale allo 0,2 percento. La tassazione, ora, si sposta unpo’ dall’abitazione principale alle secon-de case non utilizzate. Visto? Con il fisconon è mai detta l’ultima parola!

“Partecipa allo scambio di orizzonti”di La Redazione, 20/11/2012 Si è tenuta ieri sera all’Hotel Antico Termi-ne la serata promossa dal VicesindacoVittorio Caliari “sul futuro di Sona e avvici-namento alla vita amministrativa del pae-se”. Ai circa venti presenti, tra cui il consi-gliere di minoranza Gianluigi Mazzi e il

Tra tombini intasati e tombinidissestati è sempre negativa lasituazione sulle strade delle no-stre frazioni, nonostante le mol-tissime segnalazioni fatte daicittadini in Comune. Nella fotodue esempi, via Fiume (foto Lin-da Zanetti) e via Dora Baltea aLugagnano.

Le Foto

Tombini a Lugagnano

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Veneto - Europa L’Elzeviro

L'economista Jean Paul Fitoussi (nato aLa Goletta, Tunisia, nel 1942) la sera dilunedì 8 ottobre 2012, nell'Arena di Vero-na, ad un certo punto ha pronunciatouna frase del tipo: "per riprendere in ma-no il nostro destino abbiamo bisogno diun governo europeo che sia responsabiledavanti a noi"... gli altri presenti e cioèGian Antonio Stella (Asolo TV, 1953) eSergio Rizzo (Ivrea TO, 1956) l'hannoguardato senza capire... Effettivamente il futuro dell'Europa è in mano allaFrancia e alla Germania: l'Italia può solo aggiungere il proprio peso a inizia-tive che arrivino da Parigi e Berlino. Ma queste non arrivano: Angela Mer-kel (Amburgo, 1954) ha detto al Parlamento europeo mercoledì 7 novem-bre che "un giorno la Commissione europea diventerà il governo europeoe il Consiglio europeo il Senato europeo"; I francesi fanno finta di non avernemmeno sentito... Il concetto di proattività (creare o controllare una si-tuazione suscitando avvenimenti piuttosto che reagendo ad essi dopo chesono accaduti) sembra proprio non aver oltrepassato la sogliadell'Eliseo e della Cancelleria. Non parliamo dell'Italia, il Pae-se dell'emergenza continua.

Marco [email protected]

presente su

Una vera bufera si è registrata nel corso del ConsiglioComunale dello scorso 28 settembre sulla proposta didelibera titolata “Piano urbanistico attuativo residen-ziale E.R.P. denominato “Persicum 3″ sito in Lugagna-no di Sona, che tratta di una nuova lottizzazione neipressi di via Sacharov. Ma lasciamo spazio diretta-mente alle parole dei protagonisti dello scontro, il Sin-daco Gualtiero Mazzi e il Consigliere di minoranzaGiannantonio Mazzi. Che nel suo intervento parla ad-dirittura di Andrangheta e Mafia. Affermazioni a cui ilSindaco replica chiedendo al Consigliere se per casosi sia bevuto qualche birretta di troppo.Ecco di seguito la trascrizione ufficiale del dibattito,presa dal verbale della seduta.Sindaco Gualtiero Mazzi: “Va bene. Allora questo èun piano di lottizzazione che tratta di una lottizzazioneappunto che si trova limitrofa a via Sacharov. Quelloche è importante in questa lottizzazione, anche que-sta del vecchio Piano Regolatore, è che prevede unarotonda importante su via Sacharov. Sappiamo chevia Sacharov deve essere la via futura di scorrimentoveloce del traffico del paese di Lugagnano, della fra-zione di Lugagnano, per cui, seguiranno anche altrerotonde su via Sacharov proprio per consentire un ac-cesso ed una uscita veloce da questa via per la prose-cuzione poi tra Lugagnano verso Sona. È un progettoanche questo datato, che trova oggi applicazione sol-tanto per quanto riguarda l’aspetto urbanistico. Nor-me che vanno a regolamentare poi l’ERP sarannosuccessivamente portate in Consiglio comunale. Quin-di oggi si discute del progetto. Ci sono interventi?” Consigliere Mazzi Giannantonio: “Allora, io mi sonoletto attentamente la proposta e ho trovato delle coseche non vanno, che non va bene così. Così non va be-ne. Questa è una speculazione edilizia bella e buona.E allora andiamo a vedere perché. Perché questa lot-tizzazione è intanto una lottizzazione che deriva dal-l’individuazione di una zona PEP, è stata venduta daiproprietari come terreno PEP quindi a basso costo.Ma non l’ha acquisito il Comune, l’ha acquisito un pri-vato. Ora, questo privato vuole edificare e fal’edificazione come ERP perché nel frattempo è cam-biata la legge e non si chiamano più PEP ma fa comeERP. Quindi scopo residenziale. Ma cosa succede?Succede che viene chiesto, guarda caso, dice questocostruttore, da parte comunale un’opera che come hadetto adesso il Sindaco, serve per il bene comune. Iocredo che non sia solo bene comune, sia bene privatoe quindi la considero una speculazione. Perché? Per-ché questa rotonda viene costruita vicino alla zonaERP ma ha bisogno di coinvolgere altre proprietà.Questo costruttore ha interpellato i vicini, i vicini comesono stati interpellati? Sono stati interpellati dicendo:me la devi vendere altrimenti la faccio espropriare.C’è poco da discutere sul prezzo, la faccio espropria-re. Bene, quindi presenta le sue carte questo costrut-tore, l’Amministrazione comunale le valuta e qui ab-biamo, basta leggere la delibera, parere favorevole ditutti, e naturalmente tranne i proprietari. Cosa avvie-

presidente della Proloco Luca Foroni, il Vicesindacoha tracciato un quadro di questi anni di Amministra-zione, descrivendo la propria esperienza nelle deleghea lui affidate e rivendicando pure quanto fatto di buo-no ma non tacendo anche le difficoltà incontrate. Trale altre cose, Caliari ha ammesso quello che purtrop-po si sapeva da tempo: non verrà realizzata la nuovascuola materna di Lugagnano.

Bufera in Consiglio sulla “Persicum 3”. E si parla dimafia e di birrettedi La Redazione, 24/10/2012

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ne? Avviene, poi andremo a leggere e vi leggerò benela convenzione. Quindi, si presenta questa deliberacon una convenzione a firma del Comune con il co-struttore. Intanto cosa avviene? Avviene che per co-struire questa, come ho detto prima, questa rotondadobbiamo andare a prendere terreno ad altri privati,ma la metratura presa rientra nel computo della zonaERP. Cioè questa metratura che viene acquisita, quin-di la strada in più, la rotonda in più, ha una metratura,metri cubi che vengono acquisiti alla zona ERP. Suquesto, prego tutti quanti di non contraddirmi perchésono stato nell’ufficio due volte per accertarmi, nel-l’ufficio comunale e sono certo che questa metraturapassa dalla parte del costruttore. Quindi il costruttorepaga ancora meno questo terreno addirittura poi lo faacquisire dal Comune, ma lui può vendere i metri cu-bi, perché si vendono a metri cubi, a un sacco di sol-di. Allora qua c’è mescolato la speculazione con il be-ne comune. Attenzione però, perché il far passare be-ne comune e poi metterci l’interesse privato bisognastarci attenti. Allora, intanto, abbiamo visto come il co-struttore ha trattato per acquisire prima il terreno, ome lo dai a poche lire, oppure neanche tratto, la fac-cio acquisire dal Comune. Non c’è stata neanche trat-tativa, di fatto. Presenta le carte e andiamo a leggerela convenzione perché è interessantissima. “Relazio-ne tecnica”. Noi andiamo a leggere la relazione tecni-ca e leggiamo una cosa interessante. La ditta lottiz-zante si impegna in cambio di quanto richiesto a ce-dere le aree di proprietà e realizzare a proprie spese,secondo il progetto allegato, la rotonda che andrebbea migliorare l’intersezione fra via Scurtoli e via Sacha-rov. Questo intervento verrà realizzato dopo che il Co-mune avrà espropriato le aree non di proprietà, quindi

di proprietà degli altri proprietari. Si chiede, inoltre,che la realizzazione di tale opera sia scollegata cometempistica dalle opere direttamente collegate al Pianourbanistico attuativo in modo da poter ottenere i per-messi di costruire e le successive agibilità. E qua ve-diamo subito che la richiesta del costruttore che co-s’è? Svincoliamo la rotonda dalla mia costruzione inmodo che se i proprietari fanno causa, si rivolgono alTAR, fanno qualcosa, comunque io co-struisco la mia casa e poi si arrangia ilComune con i proprietari. Quindi, guarda-te che c’è un aumento di volume di den-sità abitativa, indipendentemente chevenga costruita o meno la rotonda. E ve-niamo alla convenzione… lo schema diconvenzione che il Comune di Sona in-tende fare. Andiamo alla esecuzione del-la rotonda di via Sacharov e cosa leggia-mo? I lavori pubblici di cui sopra, non so-no collegati come tempistica al rilasciodei permessi di costruire collaudi e certi-ficati di agibilità relativi ai lotti facenteparte del Piano urbanistico attuativo.Vuol dire quindi che se noi… se qualcunosi rivolge al TAR litiga, fa problemi, co-munque io costruisco e non ho difficoltà.Poi si arrangerà l’Amministrazione comu-nale, tanto di cause ne fa dalla mattinaalla sera ad arrangiarsi con questi pro-prietari che si sono rivolti al TAR ed io in-tanto costruisco e me ne vado. C’è ancheda dire, perché è giusto dirlo, perché èora di dirle queste cose, questo signoresi avvale di un tecnico che mi pare haavuto altri problemi nel Comune di Sona,è all’attenzione… mi pare che sia sottoinchiesta per abusi, mi pare che abbiagià dei problemi. Allora, io dico questo:l’Amministrazione comunale qui ha ac-cettato di sostituirsi ad un privato neiconfronti di altri privati per agevolarel’interesse del privato. Non centra niente,non centra niente il bene Comune. Que-sti proprietari fra l’altro si sono visti, annifa, per la costruzione di via Sacharov,espropriare la terra per… e non hannofatto nessun problema, era per il benecomune. L’hanno data, non hanno presonulla, mica tanto ma era per il bene Co-mune. Ma adesso, addirittura gli vienetolta per poter permettere a questo co-struttore di poter realizzare più metri cu-bi. Io credo che… vi invito a pensare aqueste cose, cioè allora questa è cosa

Il 69° numero de Il Baco da Seta è stato stampato in 2000 copie.

Data di stampa: 12 dicembre 2012Stampa Ecologica

Pubblicazione realizzata impiegando carta Fedrigoni Freelife, con marchio europeo di qualità

ecologica Ecolabel - Rif. nr. IT/011/04 e certificata FSC Mixed Sources COC-000010

Questo Numero

Troverete il prossimo numero de Il Baco da Setain uscita nelle edicole e nei consueti punti di distribuzione da sabato 23 febbraio 2013

Prossima Uscita

Sopra il Vicesinda-co Caliari nel cor-so della conferen-za “Partecipa alloscambio di oriz-zonti”.

IL BACO DA SETAAppuntamento di Cultura e Società

di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio e Sona

Periodico registrato al numero 1918 del12 maggio 2011 presso

il Tribunale di Verona

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DDiirreettttoorree ddii RReeddaazziioonneeMario Salvetti

RReeddaazziioonnee ddii LLuuggaaggnnaannooVeronica Posenato, Silvia Serugeri,

Francesca Tenerelli, Giorgia Benedetti e Giulia Grigolini

RReeddaazziioonnee ddii SSoonnaa Mario Nicoli, Enrico Olioso, Carlos Marche-

sini, Franco Fedrigo e Mario Bighelli

RReeddaazziioonnee ddii PPaallaazzzzoolloo Luigi Tacconi e Giordano Ambrosi

RReeddaazziioonnee ddii SSaann GGiioorrggiioo Marta Bertoncelli, Giulio Braggio, Valentino

Venturini e Andrea Francesca Franzini

RReevviissiioonnii ee ccoorrrreezziioonnee bboozzzzee Natascia Arduini

SSooccii FFoonnddaattoorriiGianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco, Gian-

franco Dalla Valentina e Mario Salvetti

SSttaammppaattoo pprreessssoo GGrraaffiicchhee AAuurroorraa ssrrllVia della Scienza, 21 - 37139 Verona

Tel. 045 8511447

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nostra. Questa è ‘ndrangheta. Io vi invito a pensarci aqueste cose perché queste sono cose veramente peri-colose. Altrimenti cosa li sciogliamo a fare i Consiglicomunali e ci mandiamo un commissario. Se non èper queste cose, ma stiamo scherzando? Qui bisognarivolgersi subito immediatamente se passa questa e

far decadere questo Consiglio comunale perché? Permafia. Immediatamente. Queste cose non devono esi-stere, che un Comune si sostituisce ad un privato pergli interessi del privato. Incredibile. Incredibile, mi toc-ca vedere anche questo (...)”.Sindaco Gualtiero Mazzi: “Bene. Allora la birrettal’abbiamo bevuta ieri sera, consigliere Giannantonio.Stasera pensavo che venisse in Consiglio preparato,non con le birrette, perché parlare di sciogliere unConsiglio per mafia su questo tema mi sembra che dibirrette ne abbia bevute abbastanza e mi limito a direcosì. Qui vorrei ricordare, e io non faccio simpatie oantipatie, qui trattiamo di un terreno che è inserito nelvecchio Piano Regolatore, ha la possibilità edificato-ria, ha ricordate lei le possibilità ed i cambi normativiche ci sono stati, e per quanto mi riguarda io non va-do a sindacare chi l’ha venduto, a quando l’ha vendu-to, chi l’ha comprato, eccetera, mi limito all’oggi. Al-l’oggi il terreno che eventualmente non ci fossel’accordo di chi è dirimpettaio, si tratta di 134 metri evorrei ricordare anche che è da evitare di fare figurecome purtroppo questo Comune ha avuto modo inpassato, di rotonde fatte con i piedi perché non si an-dava ad incidere sulla proprietà di qualcuno per farlacentrata e fatte in un certo modo le rotonde, vero. Neabbiamo uno su tutti che è l’esempio della GrandeMela. Ma poi ne abbiamo anche altri, purtroppo, a Lu-gagnano, quindi qui si tratta di fare una rotonda cheper centrarla sull’asse stradale, prende un po’ di quaed un po’ di là e ne seguiranno anche altre probabil-mente. Questo da un punto di vista tecnico. Poi, quel-lo che sarà gli sviluppi urbanistici che porterà Luga-gnano questo lo tratteremo nel PAT non certamenteadesso così come non tratteremo certamente adessodella convenzione ERP. Qui si parla solo di disegni,che poi ci possono essere delle persone che sono tec-nici sottoposte a un particolare controllo perché pareche abbiano commesso degli abusi e quindi siano…ricordo che ogni singolo progetto porta la firma di tec-nici che se ne assumono la responsabilità. Tra l’altroqui, ho letto anch’io la relazione dei tecnici del Comu-ne di Sona, e devo dire che fino adesso, insomma, c’èstata anche una certa attenzione, dovizia e precisio-

ne. Certo, qualche errore possono farlo tutti, però mipare che qui, insomma, allo stato attuale non ci sonorischi. Tengo poi anche a sottolineare un’altra cosa: ivalori di esproprio sono comuni a tutti, quindi qui suquei 134 metri come ho avuto modo di dirti ieri, nonci può essere nessun tipo di speculazione e di furbiziaperché il valore a metro quadro del terreno di espro-prio vale tot, con un accordo bonario ci dà una ag-giunta, fallo con un privato, fallo con una Amministra-zione pubblica quello è il valore, quindi, o riescono traprivati con degli elementi chiari, contabili, perché i va-lori delle aree ci sono, sono tabellari, trovano un ac-cordo, altrimenti lo troveranno con l’Amministrazionecomunale. E fare delle rotonde di scorrimento quindiveloce su via Sacharov che sappiamo tutti essere unastrada che interessa particolarmente al traffico di at-traversamento di Lugagnano non per la via principale,preciso ce ne saranno delle altre, una su via Binelun-ga nel Comune di Verona e altre su via Sacharov. Sa-ranno due, tre, quattro forse le rotatorie prima di arri-vare alla Grande Mela e avranno tutte le medesimecaratteristiche. Poi se da un punto di vista tecnicovuole aggiungere qualcos’altro l’Assessore Appoloni,può farlo altrimenti chiudo qui”.Sul sito internet del Baco è possibile scaricare la deli-bera completa.

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In alto il SindacoGualtiero Mazzi.Qui sopra il Con-sigliere Giannan-tonio Mazzi.Al centro la lottiz-zazione Persicum3 a Lugagnano.

Nelle Comunicazioni preconsiglio comunale del28 novembre 2012, il consigliere GiannantonioMazzi ha letto quanto segue.“Durante la seduta del Consiglio comunale del 28settembre 2012 nella discussione riguardante l’approvazione della delibera Persicum 3, hoespresso con forza il mio giudizio critico sulle mo-dalità con cui la maggioranza intendeva delibera-re il provvedimento. Da parte dei colleghi dellamaggioranza mi è stato fatto notare che ho utiliz-zato parole e termini che hanno colpito la lorosensibilità. Se questo è avvenuto, affermo chenon era sicuramente questa l’intenzione mia. Iovolevo esprimere chiaramente il mio pensiero e far giungere la mia critica politica in modo effica-ce. Non intendevo intimidire né attaccare perso-nalmente i colleghi ma convincerli sui rischi chegli amministratori corrono quando ci si avvicinatroppo a certi limiti. Nell’esprimere la mia indi-gnazione ed il mio disappunto, ho riassunto il miopensiero con parole che in quel momento misembravano adeguate alla situazione ma che ri-conosco forti e che se decontestualizzate posso-no sembrare offensive. Se questo è stato, chiedoscusa. Detto questo, rivendico il mio diritto adesprimere liberamente il mio pensiero anche intermini forti, per il ruolo che ricopro come Consi-gliiere di minoranza che deve rilevare quandovengono attuate delle iniquità nei confronti deicittadini.

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In questo numero desideriamo rendere partecipi ilettori del Baco di una testimonianza che toccaprofondamente il grande valore del dono del san-gue. Si tratta di una lettera scritta con il cuore,pubblicata qualche tempo fa sul giornale L’Arena.Pensiamo possa essere motivo di riflessione perogni persona, e per i donatori di sangue un ricono-scimento più alto del valore di qualsiasi beneme-renza.A Elena Castiglioni va il commosso ringraziamen-to del Direttivo Avis a nome di tutti i donatori disangue.

Il mio grazie ai DonatoriMi chiamo Elena. Sono figlia di un certo Vittorio,un signore nato il 17 novembre 1933, vissuto per

77 anni, fino al 22 agosto 2011. Una per-sona come tante al mondo, ma

retto e onesto come pochi,con due occhi intelligenti e sinceried un sorriso aperto e cordialecon tutti. Questo era mio padre,

non perché lo dico io (io sono diparte) ma perché lo dicono quelliche lo hanno conosciuto, quei for-tunati che, come me, hanno avu-to la possibilità di averlo incontra-

to e vissuto. Quest’uomo un giornoha iniziato ad aver bisogno di trasfusioni di san-

ddeellDDiirreettttiivvoo AAvviiss ddii LLuuggaaggnnaannoo

“Il mio grazie ai donatori”, una testimonanza su cui riflettereV O L O N T A R I A T O

gue; il suo corpo lo stava tradendo, quel corpo ro-busto, un metro e novanta di forza, gli stava tiran-do il classico “bidone” che nessuno vorrebbe maiavere nella vita. Mio padre diceva: “Ma guarda, se non avessi que-sta brutta peste starei benissimo!”. Che forza ilmio papà! Così ha provato a combattere la leuce-mia, in nome dell’aiuto che doveva dare a suamoglie invalida in sedia a rotelle, lui, il gentiluo-mo, colonna portante della sua famiglia. Stareiore a raccontarvi di lui, una persona comune, cer-to, ma con un cuore grande come ce ne vorrebbe-ro di più al mondo. Ma, da persona a persona,quello che ora desidero esprimere è grazie!!!Grazie di cuore ad ognuno di voi, a tutti coloroche hanno donato il loro sangue affinchè personecome mio padre possano vivere più a lungo diquello che potrebbero se voi non ci foste.Grazie perché grazie a voi l’ho avuto accanto perpiù tempo di quel poco che poteva essere.Grazie, perché proprio il vostro grande dono glidava più forza di credere nella vita.Grazie, perché il mondo ha bisogno di cuore e al-truismo come quelli che voi donate a persone co-me mio padre, che donano a loro volta nel mon-do. Grazie, perché non è giusto dimenticare chi ciha aiutati. In fin dei conti parte di voi è stata partedi mio padre e per me è stato quindi un po’ comevivere accanto a ciascuno di voi.Buona vita a tutti.

Elena Castiglioni

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E’ morto don Roberto Zardini, Missionario in ArgentinaGrandi il lutto ed il dolore a Lugagnano

L U T T O

ddii EEnnrriiccoo SSaannttii

Don Roberto Zardini, prete originario di Lugagnano,da quasi cinquant’anni in Argentina, è morto il 21novembre scorso all’ospedale «del Cruce» di Quil-mes, nella grande periferia della capitale BuenosAires. Il missionario di 73 anni, nel paese sudame-ricano dal 1965, era stato ricoverato giovedì 15 no-vembre in seguito ad un improvviso problema car-diaco. Le sue condizioni si erano rivelate subitodrammatiche. Sottoposto a un delicato interventochirurgico, dopo un iniziale miglioramento don Ro-berto si è spento a causa di una serie di complica-zioni. La notizia della sua morte ha subito oltre-passato l’oceano. Lo stesso vescovo di QuilmesCarlos José Tissera, che il 22 novembre nella Cat-tedrale Inmaculada Concepción ha presieduto il fu-nerale, aveva inviato attraverso Facebook un primocommosso ricordo del missionario scomparso. Oradon Roberto riposa nel cimitero di Ezpeleta, nelsettore dedicato ai sacerdoti. Ad accompagnarlonel suo ultimo viaggio, senza fiori com’era suo de-siderio, l’affetto di tantissima gente, il fratello donEros, fino all’anno scorso parroco di Castelnuovo econ lui in Argentina da febbraio e il compaesanodon Giovanni Bendinelli, anch’egli missionario inArgentina. Un rito funebre è stato celebrato anchea Lugagnano domenica 25 novembre dal vescovoGiuseppe Zenti, in una chiesa stracolma. Ordinato sacerdote nel 1964, don Zardini un annodopo partì per l’Argentina. Nel 1976 dopo la crea-zione della diocesi di Quilmes, con il suo primo ve-scovo Jorge Novak che durante la dittatura sareb-be stato una delle voci più forti a difesa dei diritti

umani, don Roberto ha svolto diversi compiti pasto-rali di responsabilità. Nel 1983 fu nominato diret-tore spirituale del Seminario e dieci anni dopo di-venne parroco della Cattedrale. Nel luglio del 1993volle incardinarsi nella diocesi de Quilmes assu-mendo la cittadinanza argentina, realizzando cosìla sua decisione di rimanere per sempre in quellache era diventata la sua patria adottiva. Una scel-ta radicale, come il suo impegno sempre a fiancodegli ultimi e dei più poveri, particolarmente ri-schioso negli anni del regime militare che provocòdecine di migliaia di vittime e desaparecidos, an-che tra i sacerdoti vicini al popolo. “In donRoberto”, ha scritto don Giulio Battistella che conlui ha condiviso i momenti più duri della missione,“ho trovato un amico e un esempio, soprattuttonella povertà... lui mi ha insegnato come viverla in pratica”. Attualmente eraresponsabile della pastorale della salute e cap-pellano dell’ospedale.

Qui sotto donRoberto Zardini.In basso donRoberto con ilfratello donEros nella cano-nica di Luga-gnano.

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Un pensiero, tanti pensieriper ricordare don Roberto

L U T T O

Scrivere qualche ricordo personale sullafigura e l'apostolato svolto in Argentina daDon Roberto Zardini e non spiegarel'ambito sociale nel quale ha operato èimpossibile da comprendere. Come è al-trettanto impossibile descrivere quelle si-tuazioni umane senza averle viste. Que-ste baraccopoli si chiamano Ville (leggi vi-ge) e villa Alcira è una di queste, dove fre-quentemente il Rio de la Plata esonda, di-ciamo ogni qual volta il vento soffia dasud est e quello che porta con sé l'acqualo tralascio. Ebbene all'inizio Don Robertoha operato anche lì. Durante la notte del"velatorio", così si chiama la veglia fune-bre, gli abitanti di questi miserevoli quar-tieri si sono riversati a salutare il loro Pa-dre perché a decenni di distanza ancoralo ricordavano come tale e come uno diloro. Vittorio

Era una delle finestre aperte alla mondia-lità. Riguardo alla sua persona mi hannosempre colpito la sua schiettezza congrandi o piccoli che siano; la sua cattolici-

tà argomentata con passi della Bibbia edencicliche varie. Quando ci parlavi insie-me aveva lo sguardo del gatto con il topo,nel senso che sapeva subito dove voleviandare a parare ed aspettava paziente iltermine della tua domanda perché giàsapeva la risposta. Marcello

Don Roberto era una persona di animotranquillo ma con un cuore che si infiam-mava quando parlava della missione inArgentina e della sua gente latinoameri-cana. Ricordo che, quando tornava in Ita-lia, anche se era pieno inverno, lui porta-va i sandali; mi sembrava che portandoquesto abbigliamento volesse esprimereil suo legame con l’Argentina, terra per laquale si è speso per molti anni sempreaccanto agli ultimi. Ora però posso soloringraziare Dio che ce l’ha donato e nondimenticherò mai la tranquillità che espri-meva con il suo volto. Paola

E’ doveroso, per un Cristiano, considerarela morte come un dolce passaggio ad

Abbiamo chiesto a Cristina Chesini e al Grup-po Missionario di Lugagnano di raccogliere al-cune testimonianze in memoria don Roberto.Ne sono arrivate moltissime, tutte molto belleed intense. Di seguito ne pubblichiamo alcune,ringraziando tutti coloro che hanno voluto ricor-dare con il Baco il missionario di Lugagnano.

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Abbiamo chiesto a don Roberto Tor-tella, coparroco di Lugagnano, un ri-cordo di don Roberto Zardini.“Ho dei bellissimi ricordi di don Ro-berto, essendo anch'io di Lugagna-no. Nella sua ultima visita, prima diripartire per l'Argentina con il fratellodon Eros, mi raccontava di cosa si-gnifica vivere il proprio sacerdoziocome cappellano dell'ospedale. Midiceva, sorridendo, che si annuciaCristo anche aiutando un ammalatonei propri bisogni, nell'accudirlo...

non un annuncio del Vangelo a chia-re lettere, ma con uno stile di vita disobrietà e di reale aiuto fraterno. Lui mi confidava che sente quest'ulti-mo tratto della sua vita nell'ottica diun segno: essere segno vivente diGesù. Lo ringrazio di cuore e pregoper lui, come pure per il caro donEros. Grazie don Roberto della tuafedele testimonianza a servizio diquel Dio che hai incontrato nei piùpoveri e bisognosi. Con la certezzache ora vivi nel suo abbraccio”.

IIll RRiiccoorrddoo

““EEsssseerree sseeggnnoo vviivveennttee ddii GGeessùù””

un’altra vita piena di felicità. Quando, però, merco-ledì 21 novembre ci è giunta la notizia della mortedi don Roberto, fratello di don Eros, nostro parrocofino all’anno scorso e da febbraio missionario inArgentina, la commozione, lo sconforto, lo stupore,si sono impossessati di noi parrocchiani. Tutti ci ri-cordiamo di questa coppia di sacerdoti impegnatiad intervenire generosi e disinteressati, in quelleparti della terra dove regnano la miseria e il dolore,pronti al volontariato per mitigare la durezza di cer-te situazioni, pratici nel dedicarsi alla fratellanzacon semplicità. Padre Roberto, specialmente fino aquando è vissuta mamma Norma, veniva a Castel-nuovo alla fine di dicembre e si tratteneva con noifino a febbraio. Erano momenti speciali: Messeanimate, conversazioni profonde, momenti convi-viali, il tutto condito con un linguaggio così sempli-ce da essere immediatamente comprensibile a tut-ti. Caro Padre Roberto, ti ringraziamo con accoratorimpianto, per aver testimoniato con affetto i valoriessenziali della vita: la carità, la rettitudine e la be-nevola disponibilità verso gli altri.

I parrocchiani di Castelnuovo d/G

Ciao don Roberto,la terra d'Argentina, terra tribolata, tua nuova ma-dre, ti accoglie tra le sue braccia. Braccia nerboru-te di baraccati, di immigrati, di diseredati, di figli didesaparecidos; braccia che si aprono in abbracciampi ad accogliere i suoi figli, sempre numerosi,

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bisognosi d'amore... Cammineremo e il nostro can-to sarà gioioso nel ricordare il tuo gesto che ci fececommuovere qualche anno fa, quando, con in ma-no la nostra solidarietà, frutto del canto e della ge-nerosità dei paesani, decidesti di donarla ai fratellipiù bisognosi, i terremotati di Haiti... Camminere-mo con il ricordo del tuo sorriso nel cuore e la golanon si stringerà, ma si scioglierà nel canto di libe-razione, nel canto di speranza 'chè nel mondo ènato il Salvatore, il liberatore’. Quel Cristo che dallacroce con il suo ultimo alito di vita indicò a noi lanostra madre, la tua madre, Maria, Madre dellaChiesa, a cui tu dedicasti la tua vita, fino al tuo ulti-mo giorno... Chiesa che spesso sentisti matrigna,lontana nei suoi alti prelati vaticani dalla realtà deisuoi figli più lontani, ma pur sempre figli. Perciòcanteremo e tu sarai con noi sui sentieri e sullestrade buie o illuminate dall'effimero del nostropaese, in cerca anch'esso di una nuova luce, dinuove certezze in questo periodo di crisi... Accantoalla stella cometa, nostra guida nel cammino versoil Natale, brillerai come nuova stella, luminosissimaa rinfrancare e riscaldarci i cuori, per un canto checi faccia sentire fratelli, per un mondo di speranzae di pace. Andrea

Sono passati molti anni da quando, per motivi di la-voro ho incontrato don Roberto durante un periodonel quale era rientrato in Italia dall’Argentina perqualche settimana. Come tutti i genitori con figli

Sopra da sinistraDon Roberto Tortel-la, don Antonio So-na, don Eros Zardi-ni, don Lino Ambro-si e don RobertoZardini in occasio-ne della messa diaddio di don Erosprima della parten-za per l'Argentinaad inizio di que-st'anno.(Foto Marta Scan-dola)

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giovani, avevomolti probleminei rapporticon loro. Ungiorno ho avutola possibilità el’occasione diparlare con luidi questi pro-blemi. Don Ro-berto con po-che parole ri-uscì a render-mi chiaroquanto io nonriuscivo a

sbrogliare. Ricordo che mi disse: “trasmetti ai tuoifigli ciò in cui veramente credi, tutto il resto dimenti-calo”. Luisella

Scegliere un ricordo di padre Roberto è difficileperché è un nome che in qualche modo fa parte dime e della mia storia. Un’amicizia iniziata sui ban-chi di scuola, quando la maestra Castelletti avevascelto di metterlo accanto a me perché stesse più

Il funerale di don Roberto, tenutosi il 22 novembre a Quilmesin Argentina. Sono presenti il fratello don Eros e il missionariodi Lugagnano Padre Sergio Campara.

tranquillo ma, capitava che in punizione, dietro lalavagna, andassimo tutti e due. La sua vivacità e lasua simpatia erano contagiose. Missionario fideidonum! Padre Roberto ritorna ai miei occhi con in-tensità, e ora l’emozione sale alla gola ed è difficilerealizzare questo distacco definitivo. E’ stato ed èpresenza significativa di fede e di amore per ilprossimo, di uomo innamorato della Parola. Ricor-do il suo ultimo abbraccio. A febbraio, al termine diuna serata organizzata qui a casa mia, con gli ami-ci del gruppo “Stella” salutandomi con un forte ab-braccio, commosso mi ha detto: “io non torno più,salvo per qualche circostanza eccezionale”. Lacommozione era tanta anche da parte mia, e certonon mi sembrava vera quella dichiarazione, non èmai semplice dire addio. Rimango in quell’abbrac-cio e nella forza del suo ricordo che condivido convoi. Severino

Racconto un piccolo aneddoto capitato duranteuna gita in Toscana. Eravamo ospiti in un conventodi suore. Al mattino chiedono a don Roberto di ce-lebrare la Santa Messa e durante l'omelia, mesco-lando un po' del dialetto veronese, se ne esce conuna frase: “...la vita è come una pontara...”. Io edon Eros con un sorriso sotto i baffi abbiamo guar-dato la faccia delle suore (tutte originarie del sudItalia) per vedere la loro reazione a questa nuovaparola... forse avranno pensato che sia un idiomaspagnolo??? Carlo

Io e don Roberto ora viviamo insieme, nella stessacanonica. Alle volte ci incontriamo solo all'una dinotte, prima di andare a letto, ma è già abbastan-za per scambiare le idee, raccontarci i fatti princi-pali della giornata, le preoccupazioni, i problemi ele possibili soluzioni. In don Roberto ho trovato unamico e un esempio, soprattutto nella povertà. Ioho parlato e scritto abbastanza sulla povertà, forseanche troppo, lui mi ha insegnato come si fa a vi-verla nella pratica quotidiana.

Don Giulio(compagno missionario in Argentina dal 1970 al 1977)

Lavorazioni quali: apertura di serrature (porte blindate, ecc...), sostituzione di serrature di

qualsiasi genere, controllo di cancelli automatici, preventivi per automatizzare can-celli automatici, costruzione di cancelli e cancellate, costruzione

di inferriate lavorate e semplici, costruzione di serramenti in alluminio, costuzione di scale d'arredamento, manutenzione di condomini.

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Ecco le parole pronunciate da don Eros,fratello di don Roberto, durante il fune-rale.

In questo momento di dolore e di spe-ranza vorrei ringraziare tutto il persona-le medico ed infermieristico degli Ospe-dali di Quilmes e di Cruce, perl'attenzione e la cura riservata a mio fra-tello, padre Ro-berto. In partico-lare a LeonardoSala che mi haaccompagnatoin queste ultimeore. Il mio ringrazia-mento si traducenella preghieraaffinché si possasempre vederenel malato unapersona e, pernoi che abbiamofede, vedere nel-l'infermo il voltodi Gesù. Ringra-zio in egual mo-do il nostro Vesco-vo, p. Carlos José,che lo ha accolto personalmente, insie-me a p. Adrian Bergallo, cappellano del-l'ospedale di Cruce, la notte del suo ri-covero dandogli l'unzione degli infermi,tanto affetto e consolazione fraterna. Ringrazio p. Daniel e p. Maxi per averaccolto con tanta sollecitudine in questacattedrale mio fratello per l'ultimo salu-to. Ringrazio tutti i sacerdoti presenti, fi-sicamente e spiritualmente, gli amici, i

fedeli delle parrocchie di San José, Ma-ria Auxiliadora (Santa Coloma) e dellaCattedrale. Ringrazio pure p. Scacciafer-ro, suo fratello argentino e tutta la suafamiglia; a Nicolas e Teresita, a Silva,che lo ha sempre accompagnato con lesue canzoni, a tutti i collaboratori e col-laboratrici della cappella “Sagrado Cora-zòn” dell'ospedale Iriarte di Quilmes.

Grazie a tutti per le vostre preghiere: atutti quelli qui presenti e a coloro cheper diversi motivi non possono parteci-pare a questa liturgia della Resurrezio-ne.Chiedo scusa, confidando nel Dio delperdono, della misericordia e della pa-ce, se mio fratello Roberto può avere inqualche modo offeso qualcuno duranteil suo lungo periodo di apostolato nella

Diocesi di Quilmes (47 anni). Mio fratel-lo Roberto portava nel cuore una massi-ma del Papa buono Giovanni XXIII chedice: “Nei momenti di sofferenza, carifratelli, siamo invitati a contemplare lamorte con lo sguardo del santo di Assi-si, San Francesco, che la chiamava'sorella morte corporale'. Sì, perché lamorte è il passo necessario per raggiun-

gere la pienez-za della vita”.Penso che, do-po la morte,avremo la gran-de sorpresatanto attesa invita, perché chiha creduto nel-l'amore si tro-verà faccia afaccia con Dio,tanto grande emisericordiosoche mai avrem-mo immagina-to. Dio ha uncuore più gran-de del nostro.Ad ogni fune-rale Gesù si

avvicina a noi per dirci qualcosa di im-portante per la nostra vita: “Non siamoche andiamo verso la morte, ma è Gesùche viene da noi attraverso essa”, cosìdiceva Santa Teresita del Nino Jesùs.Cosa possiamo dire noi a Gesù? Sempli-cemente che non abbiamo confidatonelle nostre proprie opere se non nellasua infinita misericordia.Gesù, in Te confido!

““LLaa mmoorrttee èè iill ppaassssoo nneecceessssaarriioo ppeerr rraaggggiiuunnggeerree llaa ppiieenneezzzzaa ddeellllaa vviittaa””

Il Funerale

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Don Roberto (primo a destra) con don Eros e due amici di Lugagnano. Molte delle foto di queste pagine sono di Carlo Barbi.

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Si è tenuta sabato 24 novembre la presentazione el’inaugurazione dei lavori di restauro della ChiesaParrocchiale di Lugagnano, dedicata a Sant’Anna.Lavori che hanno visto il rifacimento della copertu-ra, la tinteggiatura perimetrale e la pulizia della fac-ciata, grazie ai quali la Chiesa è ritornata allosplendore degli anni Cinquanta/Sessanta, quan-do venne eretta. L’inaugurazione si è aperta conuna breve presentazione del Parroco Don AntonioSona, che ha anche letto uno scritto di Don Bru-nelli, parroco di allora. Poi è seguita la descrizionedei lavori da parte dell’Architetto Ferdinando Maz-

zi, responsabile; aconclusione inter-vento dell’Asses-

Una “nuova” chiesa a Lugagnano: terminati i lavori di restauroC O M U N I T A ’

sore Regionale Massimo Giorgetti e del Sindacodi Sona. I lavori che, come sottolineato dai diversirelatori, sono stati realizzati grazie alla comunità diLugagnano, che ha dimostrato quanto voglia benealla propria Chiesa: soldi sono arrivati dai cittadini,donazioni o prestiti d’onore; contributi sono arrivatidalla Banca Popolare, dal Comune di Sona e dallaRegione Veneto, quest’ultima grazie anche allasensibilizzazione portata all’assessorato da partedei Consiglieri comunali Gianluigi Mazzi e VittorioCaliari. Dopo la presentazione si è tenuta la SantaMessa, celebrata da Monsignor Roberto Tebaldi,vicario episcopale per la pastorale, e, a seguire, unmomento conviviale dedicato a tutti coloro chehanno partecipato ai lavori.

Sotto la chiesa dopo il re-stauro e la platea duran-te la presentazione deilavori. Nella pagina se-guente il Parroco di Lu-gagnano don Antoniocon l’Assessore Regiona-le Massimo Giorgetti el’Architetto FerdinandoMazzi durantel’illustrazione delle opere.

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““GGuuaarrddaattee cchhee iinncciiddeennttee aa LLuuggaaggnnaannoo!!””

La sequenza fotografica

L’Armeria Gamba di Lugagnano ci in-via una serie di immagini impressionan-ti, un’incredibile sequenza fotograficache testimonia di un incidente occorsoa Lugagnano tra un’autovettura e unabicicletta, ripreso dalla telecamera disorveglianza posta fuori dal negozio.

L’Armeria ci segnala di aver già fattopresente la pericolosità dell’incrocio –tra via De Gasperi e via Cao del Prà -soprattutto perché si tratta del primovarco di uscita dalle scuole elementariSilvio Pellico. Qualche anno fa anche il Sig. Amelio

Gamba, padre degli attuali proprietaridell’Armeria, era stato investito nellostesso punto.La notizia più importante da dare è cheil bambino coinvolto nell’incidente stabene e non ha riportato fortunatamen-te nemmeno un graffio.

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Impiantologia a carico immediatoOvvero impianti e denti nella stessa seduta

A CURA DEL DOTT. MARCO CASTELLANI

L'implantologia a carico immediato è una mo-derna tecnica chirurgica tesa alla sostituzionedi elementi dentali ormai perduti (a causadell'azione degenerativa di una malattia, di untrauma subito o semplicemente dell'avanzatostato di età del paziente) mediantel'applicazione nel cavo orale di strumenti pro-tesici (corone, ponti ecc) nello stesso momen-to in cui vengono posizionati gli impianti. Moltisi chiedono cosa siano gli impianti dentali equale il loro utilizzo in medicina. Gli impiantidentali danno il nome ad una particolare bran-ca dell'Odontoiatria, l'Implantologia, e servo-no a risolvere problemi di edentulismo totale oparziale. Gli impianti dentali altro non sonoche “viti” le quali vanno inserite chirurgica-mente all'interno delle ossa mascellari o man-dibolari del paziente, e fungono da punto diaggancio per le protesi (dentiere, denti singolio ponti) che andranno a sostituire gli elementidentali ormai perduti. Ne riviene che la stabili-tà di queste protesi dipende soprattutto dalbuon inserimento degli impianti dentali. Leprotesi sono necessarie per il ripristino dellenormali funzioni del cavo orale, che oltre allafunzione masticatoria, comprende anche fun-zioni di tipo fonetico, respiratorio e digestivo.Si pensi per esempio all'impossibilità per lepersone “sdentate” di pronunciare nel giustomodo le parole dentali, o di respirare con labocca in modo corretto, o all'affaticamento delloro stomaco nel digerire cibi non masticati

nel giusto modo. L'applicazione diuna protesi è l'unico sistema realein grado di fornire una cura a que-ste disfunzioni. Come dicevamo peril corretto inserimento degli impian-ti all'interno del cavo orale è neces-sario prima forare le ossa mascella-ri o mandibolari del paziente. Esi-stono varie metodologie di applicazione, di-pendenti dal caso clinico riscontrato. Il mate-riale di fabbricazione più adatto per gli im-pianti è il titanio, particolare metallo dotatodi notevoli proprietà osteointegrative e bio-compatibili. Grazie all'uso del titanio si scongiural'attivazione di quei sistemi di autodifesa dell'orga-nismo, come le infezioni, le infiammazioni o il ri-getto. Grazie a questa scoperta si è potuto creareprotocolli di intervento davvero innovativi rispettoal passato, come quello dell'Implantologia a cari-co immediato, grazie alla quale il dentista può in-serire gli impianti ed applicare le protesi nell'arcodi un unica operazione chirurgica. La diagnosi èestremamente importante per la scienza medica,proprio per la possibilità di capire esattamentel'entità del problema e i metodi giusti per porre ildovuto rimedio. L’uso del computer offre la straor-dinaria possibilità di effettuare delle immagini vir-tuali del cavo orale del paziente, che possono es-sere lavorate dal medico, che simula l'iter com-pleto dell'intervento. Ne risultano così operazionipiù rapide ed efficaci, con grandi vantaggi permedici e pazienti.

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Si è tenuta mercoledì 5 dicembre scor-so l’annuale cena natalizia della Reda-zione del Baco. Ad incontrarsi, per scambiarsi gli augurisono stati molti (nonostante parecchieassenze importanti) dei più stretti col-laboratori del periodico, coloro chegiorno per giorno, da ormai dodici anni,pensano e costruiscono il bimestralecartaceo e tengono aggiornato e sem-pre informatissimo il sito internet. Oltreai presenti, sono moltissime le personeche in maniera occasionale collabora-no con noi, ai quali va sempre il nostro

ringraziamento. E’ grazie a loro che pos-siamo veramente gestire una rete infor-mativa che copre tutto il territorio delComune di Sona.La serata è servitaper tracciare unquadro del lavorosvolto nel corso del2012, per confron-tarsi sugli obiettiviper il 2013 e - so-prattutto - per rin-saldare quei fortivincoli di amicizia e

simpatia che da sempre legano e identi-ficano il gruppo del Baco.

RReeddaazziioonnee

CCeennaa ssoocciiaallee ppeerr iill BBaaccoo

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Villa Eire: pizzeria e cucina in un ambiente da sogno

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MMaannddaatteeccii ii vvoossttrrii ssccaattttiiAttendiamo vostre foto con il Baco, e con una riga didescrizione, all'email [email protected] alla sede de Il Baco da Seta, via Beccarie48, 37060 Lugagnano (Verona).

A destra la Classe 1962 di Lugagnano in gita loscorso settembre a Siena.

Sotto Famiglie Merlo e Prati in vacanza a MarsaAlam (Luglio 2012).

A destra Giada e Gioele a Sharm el Sheik nel settembre 2012.Sotto Mario Bighelli e Marta Morocutti a Ligosullo, Carnia (UD), nell’estate2012.A destra Luca Mazzi e Davide di Giovine con Castrogio-vanni a Roma, nell’hotel dove alloggiava la nazionaleitaliana per il test match di Rugby Italia-All Blacks delloscorso novembre.

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Sopra Giorgia Fedrigo e Assunta Zanini il 22 settembre alThun Days 2012 presso Thuniversum, Bolzano.

Sopra, gruppo Peldoca di Lugagnano all’addioal celibato di Flavio Brunelli.

A sinistra Rachele e Marcello a Sharm el Sheiknell’ottobre 2012.

Sotto Guerrino Bordignon di San Giorgio in Sali-ci con il suo gruppo durante il soggiorno in Pu-glia dello scorso settembre.

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nascere in noi e noi in Lui, dandoci una volta inpiù l’opportunità di dimostrare il nostro amore esaggezza e dimenticarci i rancori e l’amarezzache ci allontanano dall’amore.Un altro significato prezioso che vedo in questainiziativa è la possibilità di incontro tra genitorie figli. Il fatto di poter passare qualche ora insie-me nella condivisione di un lavoro manuale, met-te in atto le capacità personali, il dialogo, il con-fronto, la gioia di realizzare qualcosa di bello e divalore. E' quasi commovente vedere 60 bambinie ragazzi con i genitori che si danno da fare conentusiasmo immersi tra pennelli, gesso, polistiro-lo, recupero materiali, chiodi ecc. Un grazie dicuore a tutti gli organizzatori del corso presepi e

Nella nostra parrocchia di Lugagnano si festeg-giano quest'anno i dodici anni dell'iniziativa “cor-so presepi”. E' un'esperienza di comunità moltobella e significativa perché vede insieme bambinie ragazzi con i loro genitori per imparare a co-struire il presepe, una delle tradizioni religiosepiù conosciute per rivivere il Natale di Gesù. Ilpresepe è una rappresentazione ricca di simboli.Alcuni di questi provengono direttamente dal rac-conto evangelico. Costruire il presepe quindi èun'occasione per rendere visibile il vangelo e perrichiamare alla mente e al cuore l'avvenimento

del Dio fatto uomo per noi. Da sempre la Chiesaha ritenuto che ogni forma artistica può diventa-re propizia per comunicare la fede e per magnifi-care le opere che Dio ha compiuto per comuni-carsi agli uomini. Possiamo dire dunque che an-che la semplicità della costruzione di una capan-na e di una mangiatoia possono richiamare quel-la parola di Dio che sta a fondamento della vitacristiana “Maria diede alla luce il suo figlio primo-genito, lo avvolse in fasce e lo depose in unamangiatoia, perché non c'era posto per loro nel-l'albergo”. La presenza del presepe a casa poi èmolto importante poiché oltre a rappresentare lanascita di Dio bambino, simbolizza una nuova vi-ta che giungerà tra di noi. Si tratta di rendereconsapevole il nostro cuore che Dio ritornerà a

“Un’occasione per rendere visibile il Vangelo”I dodici anni del corso presepi di Lugagnano

N A T A L E

di don Roberto TortellaParroco di Lugagnano

Speciale Presepiandoa Lugagnano

Un momento delcorso presepi: ra-gazzi e genitori allavoro, seguiti dagliorganizzatori.

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Chiediamo a due genitori perché e quando hannopartecipato la prima volta al Corso di Presepe. Eli-sabetta ci dice di aver partecipato la prima volta10 anni fa con Federica che frequentava la 3^ ele-mentare e successivamente fino a oggi con l’altrofiglio. Incuriosita dalla proposta del presepio, cheaveva visto pubblicizzata nei negozi e a scuola, eavendo abbastanza manualità, hanno deciso dipartecipare, con molta soddisfazione di entrambi. Chiara ci racconta che essendosi sempre allestitail Presepio fin da piccola, e ritenendolo il massimosimbolo del Natale, ha partecipato la prima vol-ta 12 anni fa per coinvolgere il figlio nel costruir-si qualcosa da solo. Saputo dell’iniziativa, si èiscritta e poi ha continuato negli anni successivi.Come giudichi l’esperienza?Elisabetta: Un’esperienza sicuramente da consi-gliare. Il figlio si prepara i progetti mesi prima, e

“Un’esperienza da provare”, diamo voce a due genitoriL A T E S T I M O N I A N Z A

di Patrizia Nastasio quest’anno ha coinvolto i cuginetti per preparareun presepio da regalare al nonno. Penso sia unmomento molto importante di aggregazione tra ge-nitori e figli e con altri partecipanti. Lavorando, siscopre di avere molta creatività.Chiara: Molto positiva in primis per la complicitàche si instaura con il figlio nel lavorare insieme eper l’opportunità di trascorrere un pomeriggio di-verso. Le sono piaciuti talmente tanto l’ambiente ee il clima che si respira che tuttora partecipa comecollaboratrice. Qualche aneddoto o ricordo particolare?

Sotto Beniami-no Bendinellipremia alcunibambini diPresepiandonel 2010.Nel riquadro:1999, presepeallestito inChiesa a Luga-gnano.

a tutti coloro che con generositàoffrono la propria collaborazioneper poter vivere intensamente il

Natale da cristiani. Grazie veramente di cuore atutti e a tutte le famiglie che hanno accolto que-sta opportunità.

Speciale Presepiando

a Lugagnano

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Elisabetta: Innanzitutto lo stupore per come mate-riali poveri come polistirolo e gesso con un po’ dimanualità e le dritte giuste, si trasformano in unplastico degno di un architetto. Partendo da un uni-co soggetto, la capanna, viene poi elaborata inmolteplici versioni: la prima capanna costruita eraclassica, ogni anno hanno aggiunto qualche miglio-ria fino ad arrivare a quella dello scorso anno dota-ta di un enorme scalone tipo palazzo del 400(Quella del 2012 è top secret). Le capanne realiz-zate sono state vendute l’anno successivo per be-neficenza o smistate fra i vari zii. Una chicca: lanonna ha partecipato un solo anno, poi ha semprelavorato a casa, seguendo quello che aveva impa-rato. Chiara: la simpatica forma di “quasi” spionaggiofra un bimbo e l’altro, a sbirciare i vari tavoli, cer-cando di copiare idee. La grande soddisfazione delbambino nel vedere cosa riusciva a realizzare, di-vertendosi stando in mezzo agli amici. L’orgoglio dimostrare la sua opera a chi lo andava a trovare acasa, visto che con quella capanna allestiva il Pre-sepe, e poi il batticuore nel sottoporlo alla visita de-gli esaminatori del Concorso Presepe in Famiglia oal mercatino di Natale nella piazza della Chiesa.

Il Natale è sempre una bella festa; inesso identifichiamo la gioia di stareinsieme, il calore degli affetti e laconvivialità della famiglia che spes-so, specialmente oggigiorno, rischiadi divenire soltanto un'evento consu-mistico, di superficialità, privato delsuo vero significato: la nascita delCristo, portatore di unità e pace fragli uomini. Un simbolo per mantene-re vivo il vero significato del Natale loritroviamo nel presepe, in quellamangiatoia (infatti dal latino praese-pium significa mangiatoia) dove vi siconcentra tutta quell'energia diamore e pace chesolo Dio poteva tor-narci con la nascitadel Suo Unico Fi-glio. La tradizionedel presepe mi èstato insegnata findalla culla. I mieigenitori infatti pro-vengono da Gra-gnano, una cittadi-na in provincia diNapoli, situata al centro di un incro-cio di strade che portano a nord ver-so Pompei, a ovest verso la penisolasorrentina e l'isola di Capri e a sud,

oltre ai monti Lattari, ver-so Amalfi. La tradizionenapoletana per il prese-pio è famosa in tutto ilmondo e questo perchétramandata di generazio-ne in generazione comeuna dote, e anch'io nesono diventato un erede;da bambino rimasi affa-scinato dai racconti chemi facevano su come siallestiva la natività, suimateriali utilizzati (sem-pre di recupero e raccoltisoprattutto per le colli-ne), sui pastori in terra-cotta di San Gregorio Ar-meno, immaginando pre-sepi bellissimi. All'età dicirca sette anni cominciaia collaborare attivamen-te all'allestimento delpresepe di casa, dovetutti avevano uncompito: mio papà con

la colla a caldo sistemava i pezzi disughero in modo da formare le mon-

tagne sullo sfondo, io stendevo

la carta-roccia per fare le grotte deipastori, mia sorella Michela insiemea mia mamma disponevano accura-tamente le case, le statuette e glianimali; alla fine del lavoro ero tal-

mente soddisfattoche ogni sera, pri-ma di andare a dor-mire, mi ci sedevodavanti e ammira-vo quella "Betlem-me" ricreata nel sa-lotto di casa. Gli an-ni passavano, ilpresepe si "rinfolti-va" di statuette e inme cresceva sem-

pre di più la passione nell'allestirlo.Compiuti quindici anni iniziai a co-struirlo da solo, vedendo fin da subi-to che questa tradizione aveva trova-to in me "terreno fertile"; un ulteriore"aiuto" a nutrire il culto del presepio,me l'hanno dato il "Gruppo presepe"del mio paese, Lugagnano, direttoda Beniamino Bendinelli e BrunoZarpellon. Questo gruppo, grazie aiNAL (Negozi Associati Lugagnano) ea persone di buona volontà da vitaogni anno alla Natività nel piazzaledella Chiesa, rendendo testimonian-za dell'attaccamento alle radici Cri-stiane di tutta la comunità. Questogruppo per me è un orgoglio e unvanto, e mi ha dato modo di mettereal servizio di tutti quella che è lamia passione. Ogni anno ci ritroviamo per progetta-re scenari sempre diversi, che inviti-no il paese a soffermarsi, trasmet-tendo tutto il calore e il mistero diquesta nascita. Il presepe, come giàdetto, è solo un simbolo, ma il veroNatale è quello nel cuore, condivisocon tutti e una mia speranza è chequesto diventi sempre più vero nelpresente e nel futuro.

““UUnn’’eenneerrggiiaa ddii aammoorree ee ddii ppaaccee””

L’Intervento

di Raffaele Cesarano

Speciale Presepiandoa Lugagnano

Un presepe in fase di realizzazione.

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Un gruppo di volontari, con lo scopodi mantenere viva la tradizione del Na-tale e in particolare del Presepe, han-no, da anni, ideato alcune manifesta-zioni, rivolte ad ogni fascia d'età, daibambini agli anziani. Da 12 anni, incollaborazione con dei gruppi di vo-

lontariato (NAL, Amici del Presepe, Azione Cattoli-

ca, ComitatoCarnevale Lugagnano e Associazione Noi), pro-pongono quattro iniziative: il Corso di Presepio, ilConcorso Presepe in famiglia, Presepiando e ilGiorno dell’Epifania.Concorso presepe in famiglia: Ogni famiglia è invi-tata ad allestire un presepio nella propria abitazio-ne ed iscriverlo gratuitamente presso la Chiesa.Dopo Natale un'apposita commissione visiterà tuttii presepi realizzati, fotografandoli e valutandoli inbase a criteri di manualità, originalità, accuratezza

Il Natale a LugagnanoI L P R O G R A M M A

Speciale Presepiando

a Lugagnano

e, soprattutto, premiando la partecipazione manua-le dei bambini.Presepiando per Lugagnano (a passeggio per ilpaese): Festeggia quest’anno la decima edizione esi rivolge a tutti, privati, negozi, esercizi pubblici,Associazioni e gruppi che sono invitati ad allestireun Presepio nei giardini, nelle vetrine, sui balconi ein qualsiasi angolo visibile dalla strada. Viene rea-lizzata e distribuita una mappa con un percorsocon l’ubicazione dei presepi, in modo tale chechiunque possa visitarli. Punto di partenza per lavisita è il grande Presepe che viene allestito davan-ti alla Chiesa. Durante lo spettacolo nel giorno del-l’Epifania ad ogni partecipante viene rilasciato unAttestato di partecipazione nominativo.Giorno dell’Epifania: Nel pomeriggio presso il tea-tro parrocchiale ci sarà uno spettacolod’intrattenimento per bambini, genitori e nonni. Du-rante la manifestazione saranno premiati i parteci-panti al Presepio in famiglia, a cui verrà donato uncomponente presepiale mentre una Natività artisti-ca andrà ai più meritevoli. A chiusura della giorna-ta, la “sfilata” in costume, aperta dai Re Magi, conpartenza alle ore 18,30 dal rondo’ di via Salazzari,a cui si può partecipare indossando costumi conta-dini e portando attrezzi tipici e animali da fattoria.L’arrivo è dietro la chiesa per il grande Brugnel ac-colti da una bevanda calda e bruschette, dove siaspetterà l’arrivo della Befana ascoltando i Canoni-ca.Inoltre a Lugagnano si tengono anche due altreimportanti iniziative natalizie.Tenda della Fraternità: Posta davanti alla Chiesadurante il periodo natalizio e animata dai gruppiparrocchiali permette di raccogliere offerte per ope-re di solidarietà.Cantare La Stella: Da moltissimi anni un gruppo divolontari visita tutte le case della frazione cantan-do canzoni di Natale e raccogliendo offerte per inostri missionari.

Domenica 3 novembre, via Don Fracas-so, alle 15 inizia la prima giornata delcorso di presepio. Sono le 14.30 e, mentre si sta allesten-do il salone, lo scivolo a fianco dellaScuola materna già brulica di bimbie ragazzi, con genitori o nonni al se-guito. Un bel brusio di voci, una pia-cevole confusione e qui e là siascoltano frammenti di frasi: “Ehi cisei anche tu? – Quest’anno cosafai? – Sai la capanna dello scorsoanno? Era niente, in confronto alprogetto che ho preparato stavolta!”Manca ancora mezzora ma sono tut-

ti qui, in attesa, perché hanno voglia dientrare, scegliersi il tavolo di lavoro, ilpannello di polistirolo, cominciare a di-segnare e tagliare, se esperti, o a chie-dere aiuto e seguire i consigli per i novi-zi. Quest’anno gli iscritti sono oltre 60,

se ci aggiungiamo un’altra cinquantinadi accompagnatori, sono oltre un centi-naio di persone che per un paio d’ore etre domeniche cominceranno a costrui-re una capanna del Presepe, metten-doci entusiasmo, fantasia e creatività.

Ma, soprattutto, realizzando ognunoun manufatto a proprio gusto, da so-li, seguendo parzialmente la tracciadata dalla capanna campione. Ecco, la porta dell’Underground siapre e via, tutti dentro. Prima cosa,un bel sacco di plastica sagomato agrembiule per proteggere i vestiti,poi polistirolo, gesso e attrezzi, scel-ta del tavolo e si comincia a lavora-re. Chi è qui col papà, chi con la

Il CorsoUna domenica al corso di presepe

di patrizia Nastasio

Sopra e nellapagina seguentedon Roberto be-nedice il prese-pe del NAL (fotoMario Pachera).Nelle altre foto ilmercatino di Na-tale svolto inpiazza a Luga-gnano.

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Dalle parrocchie, dai sobborghi, dagli anfrattiscoscesi, qui siam convenutie insieme celebriamo il misterodel grande patrimonio alienato.Il corno annuncia il giorno solenne del Giubileo,giorno del sole sempiterno, dove il sudario,rabberciato sulla grotta di Betlemme,riscatta i prigionieri di antica data.

Tre giorni, tre notti, tre croci,trenta giorni per camminare, per arrivare,trentatre anni per salire sul Golgota.E il figlio del tuono chiama... chiama...

Convoca e attende, ad ognuno domandadi preparare il presepio con rocce vive,deve rinascere il già natoe trasformare il chicco in pane,ricomporre le membra deformate.E' tempo di presepiare!

Trema nel vento il raspodo vagabondononcurante del belante greggee regala alla carne fuochi di paglia;i proprietari di fumo lascino le loropiaghe, il culto del desiderio ciarlatanoalle dannate paludi.

La Ragazza Madret'insegneràa fissare le tende del rinnovo

nei trionfanti damaschi insanguinativincitori potenti sul caos, sulla materia.

Regala al tuo zaino rattoppatoperdono e misericordia,balsamo della rinascita,rivoluzionario trionfo di Gerusalemme.

Rianima i panni di Betlemme sciorinati al solee preparali per asciugare la feritedel CalvarioTre giorni, tre notti, trent'anni o centoogni giorno presepia.

Bruno Zarpellon

La Poesia

Presepiandomamma, chi col nonno o la non-na, altri con il fratellone grandeche ha vissuto negli anni scorsil’esperienza e ha trasmesso alfratellino la voglia di provare.Qualcuno è da solo e viene segui-to passo a passo dai vari collabo-ratori. Peccato però, perché vienda pensare che, in un mondo co-

me il nostro in cui il tempo dacondividere con la famiglia è sem-pre risicato, non è poi un gran sa-crificio rinunciare a tre pomeriggidomenicali per regalarsi un’espe-rienza artistica con i figli, ma vab-bè, anche da soli ci si diverte,l’allegria è contagiosa. Nel saloneci sono vari tavoli dove lavorano 2o 3 “staff” di ragazzi e accompa-gnatori, in fondo alla stanza i duetavoli di supporto dove Chiaraprepara le palme, Bruno gli stec-cati e Giusy e Luisa, con Danila,Roberta e Vania, i personaggi inpasta di mais. In altre postazioni,troviamo Beniamino, lo speciali-sta del Presepio, che allestisce lacapanna campione e dà preziosisuggerimenti, Ernesto con Loren-zo e Luigino che miscelano i colo-ri, e poi Giuseppe, Giampaolo,Luca e Loris che tagliano e distri-buiscono il polistirolo, preparano il

gesso e consegnano gli attrezzi,oltre ad accorrere in aiuto, tuttomateriale che viene fornito gra-tuitamente. L’edizione 2012 del Corso di Pre-sepio è la dodicesima ed è manmano cresciuta come affluenza,arrivando al risultato odierno. Nelcorso di questi anni, i “col-

laboratori“ hanno portato la loromanualità e fantasia a Castelnuo-vo del Garda, dove le scuole pri-marie hanno fatto richiesta di in-serire il Corso nelle ore di fre-quenza, e al Circolo NOI diTrento, come supporto agli ani-matori. Insomma, una gran bellasoddisfazione per chi ha avutol’idea e ogni anno si ritrova, conlargo anticipo, per organizzare ilCorso. Dicevamo prima che il corso iniziaalle 15 e “dovrebbe” durare finoalle 17. Il condizionale è d’obbligoperché all’ora stabilita tutti sonotalmente coinvolti che nessunovuole andarvia, e, scher-zosamente, gliorganizzatoridicono che bi-sogna cacciar-li fuori a forza.

Speciale Presepiandoa Lugagnano

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lui “esperto del settore” come è avvenuto questomutamento nel mondo agricolo. Le cose cambiatesono state talmente tante che in questo articolotroverete solamente degli spunti e una visione diparte, la mia. La prima cosa fondamentale checontraddistingueva i contadini degli anni ’60 èche non buttavano via niente; un perfetto cicloecologico, dove tutto poteva essere recuperato. Ledimensioni della famiglia poi si distinguevano in

due tipi: quelle nu-merose, a volte pa-triarcali, in cui la fi-gura della donna,apparentemente re-legata ad un ruolomarginale, era inve-

ce perno centrale dell’economia domestica, an-che se poi all’uomo spettava, qui non saprei dire,l’ultima o la penultima parola. Compiti propri delmarito erano invece la coltivazione della terra el’occuparsi del bestiame. Va detto e sottolineato,però, che esistevano anche una moltitudine dipiccole famiglie mononucleari che come numerodi addetti erano pari o superiori a quelle patriarca-li sopracitate, e che costituivano un tessuto socia-le ed economico molto importante. Erano forsepiù queste, rispetto alle altre, quelle che andava-no a costituire la civiltà contadina, magari più po-vera, ma culturalmente più significativa e ricca ditradizioni. Queste famiglie mononucleari coltivava-no piccoli appezzamenti di terreno, con qualchepianta da frutto o una piccola vigna, possedevanodue o tre mucche, a volte un asino, tre o quattrogalline ma, quello che era più importante, nonmancava mai un maiale, perché, e non è una fra-se fatta, “del maiale non si butta via niente!”. Nelmio tour in campagna a Sona mi sono lasciato

Quello di Sona è stato ed è ancora un paese incui il settore dell’agri-coltura svolge unruolo importante.Ciò che però mi hacolpito è che da pic-colo, facciamo contoanni ’60 - ’70, i con-tadini riuscivo a distinguerli da un operaio o da un

impiegato, e lacampagna at-torno a me ave-va un aspettodiverso da quel-lo che ha oggi.Siccome sonoun tipo curioso,ho cercato dicapire assiemead un amico“agricoltore”(ma vedremoche questo ter-mine ha oggimutato signifi-cato) che cosa

è successo nelle campagne sonesi negli ultimi an-ni. Così una sera sono andato a trovare RolandoCarcereri, e la sua famiglia, per farmi spiegare da

Agricoltura a Sona, come eravamo e come siamoDue chiacchiere con Rolando Carcereri

L ’ I N T E R V I S T A

diMario [email protected]

presente su

E’ stato profondo il mutamento delmondo agricolo nel nostro Comune

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guidare da Rolando Carcereri; e qui voglio aprireuna parentesi: egli ha il diploma di perito grafico eha lavorato da Mondadori, la moglie è impiegata,una delle due figlie è perito agrario e aiuta il pa-dre nella conduzione dell’azienda di famiglia,l’altra studia giurisprudenza. Professionalità bendiverse, se ci facciamo caso, ma quando ho chie-sto a Rolando perché avesse abbandonato tuttoper dedicarsi all’agricoltura, mi ha risposto lette-ralmente: “Il contadino è il mestiere più bello delmondo”, e i suoi occhi luccicavano. Credo chequesti elementi bastino a far capire cosa induceuna persona a scegliersi il lavoro che fa, pur es-sendo consapevole che esistono anche altre pos-sibilità. Oltre alla figlia Elisa, ad aiutare Rolandonella gestione dell’azienda agricola c’è il fratelloGiampaolo, e il figlio di questi, Riccardo, che stu-dia anche lui per diventare perito agrotecnico. Negli anni ’60 e ’70 a Sona la campagna prevale-va, come numero di addetti, sulle fabbriche chemuovevano i loro primi passi importanti. Oggi, conla crisi che colpisce l’industria, anche nel nostroComune, come nel resto del mondo, si potrebbepensare di ritornare all’agricoltura. Purtroppo unsimile passaggio non è oggi più possibile. L’elencodei motivi che impediscono a un ritorno ad essasarebbe molto lungo, ma basta citarne tre: inquesto settore oggi non serve più molta manodo-pera, poche persone portano avanti aziende digrandi dimensioni; oggi l’agricoltura è ad un livellotecnologico e qualitativo che servirebbero anniper preparare personale specializzato; infine, aigiorni nostri a Sona non esistono più terreni ido-nei ad essere coltivati, o meglio, oltre a non esse-re idonei, non ve ne sono di materialmente dispo-nibili. Prima di passare a inquadrare l’agricolturadi oggi, nel 2012, vediamo ancora qualche picco-lo dettaglio su questa attività com’era negli anni’60. Il contadino a quei tempi non sempre eraproprietario dei terreni, ma li coltivava con il siste-ma della mezzadria; quello che si ricavava, alla fi-ne dell’anno, dalla terra e dall’allevamento, venivadiviso a metà con il proprietario che di solito eraun nobile o un latifondista che abitava in città eviveva della rendita dei suoi terreni in campagna. Facciamo adesso un salto di cinquant’anni epassiamo dagli anni ’60 al 2012. Oggi non pos-siamo più usare il termine “agricoltore”, come di-cevo all’inizio dell’articolo, perché la campagnagestita a frutteto o a fini di allevamento è una mo-derna azienda, la tecnologia aiuta “l’imprenditoreagricolo” nel lavoro quotidiano e nel prendere de-cisioni importanti. Nelle campagne di Sona, ades-so, al posto di tante piccole famiglie con un paiodi vacche e il maiale troviamo meno di dieciaziende agricole ma con un centinaio di capi dibestiame, e al posto dei 5 o 6 campi di una voltave ne sono almeno un centinaio per azienda. Aquesto vanno aggiunti moderni mezzi di lavoro:trattori con computer di bordo e altre macchinecon aggiunta di strumentazione elettronica moltosofisticata. Tutti i dati dell’azienda sono poi tenutiin un computer sempre aggiornato. Se prima inun giorno si aravano e si falciavano 5 o 6 campi,oggi in un giorno se ne lavorano molti di più. Pri-

ma del raccolto e della falciatura si ascoltano leprevisioni meteorologiche, e si procede ad essese sono previsti più giorni di bel tempo. La mungi-tura nelle stalle è tutta automatizzata. Anche lemucche di oggi sono cambiate, producono moltopiù latte e la forma delle loro mammelle si è mo-dificata, volutamente modificata attraverso incrocigenetici. La maggior parte del latte che si producea Sona è destinato alla caseificazione, solo unapiccola parte finisce in bottiglia o nei tetra-pack.Le normative italiane, poi, sono molto severe, eprevedono la tracciabilità dei prodotti agricoli dalluogo di produzione fin sulla tavola del consuma-tore finale. A Sona non vi sono agriturismi veri epropri, vi è solo un’azienda che si definisce “agri-turistica”, ma subito aggiunge “bed & break-fast”,e non ha le caratteristiche delle altre “aziendeagricole” citate nell’articolo. Questi nostri moderni“imprenditori agricoli” sono una ricchezza per ilnostro territorio e dobbiamo aiutarli a svolgeresempre al meglio il loro lavoro perché, alla fine, la-vorano per noi.

Si è risolta positivamente la vicendadella chiusura per qualche giorno adinizio novembre del mercato orto-frutticolo di Sona e Sommacampa-gna.In quei giorni erano infatti iniziati i la-vori per l’installazione di un impiantofotovoltaico sopra l’edificio del mer-cato. La prima operazione era stataquella della rimozione di alcu-ne coperturedi amianto. Aseguito diuna segnala-zione, e delconseguenteintervento deicarabinieri edello SPISAL,il mercato erastato bloccatoper verificare

che non vi fosse stata contaminazio-ne della frutta presente nel mercato.Ci trovavamo infatti nel pieno del pe-riodo di compravendita dei kiwi.Fortunatamente i controlli, effettuatiin maniera molto celere, hanno datorisultati negativi. Quindi nessunacontaminazione e mercato che ha ri-preso a pieno regime le sue attività.

CronacaStop per qualche giorno al mercato ortofrutticolo

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In questi giorni è tornato a San Giorgio dalla mis-sione padre Vigilio Barbessi Gaiardoni e l’ho in-contrato dopo la sua festa di ringraziamento al Si-gnore per i 50 anni di vita missionaria, già annun-

ciata anche nelle notizie on li-

ne del Baco. Conversare con padreVigilio è come ritornare al tempopassato, gli anni ’50, ’60 quando,giovani entrambi ci si incontrava,specialmente dopo le Funzioni do-menicali negli ambienti della parroc-chia, sotto lo sguardo burbero delparroco don Vittorio e insieme adon Sandro, allora il curato di S.Giorgio. E’ trascorso in fretta tanto

Don Vigilio Barbessi, una vita per gli altriIncontriamo il missionario, tornato per qualche giorno a San Giorgio

L ’ I N T E R V I S T A

tempo, e mi dice che all’epoca della sua decisionedi entrare nella congregazione salesiana, la sua fa-miglia era un po’ preoccupata perché nello stessoperiodo anche la sorella Maria, dopo diventatasuor Marina, era entrata in convento e in casamancavano queste braccia per dare una mano incampagna.La sua particolare vocazione missionaria è comin-ciata, quando ancora seminarista, insieme ad unamico trentino, è andato a passare qualche tempopresso una missione in Ecuador e una volta di-ventato sacerdote ha deciso di tornare in quellanazione dell’America latina. Ha donato la sua ope-rosità a tante missioni, ora si trova a Macas, par-rocchia che conta 25.000 abitanti, la metà sotto i25 anni, insieme ad altri dieci sacerdoti di varie na-zionalità: quattro italiani, quattro ecuadoregni, unospagnolo, uno slovacco, tutti di età avanzata dai65 ai 90 anni. Nella stessa città i salesiani gesti-scono anche le scuole, dalle elementari alle supe-riori e le serali molto frequentate per il diffuso anal-fabetismo, perché secondo lo spirito di Don Boscoprima di costruire chiese bisogna costruire la per-sonalità dei giovani attraverso l’istruzione, la cultu-

ra e la professione. La parrocchia così grande haotto centri con chiesa dove si fa istruzione religio-sa; sono circa 1200 tra ragazzi e ragazze dai 9 finoai 16-17 anni che si preparano a ricevere i sacra-menti in cinque tappe: iniziazione cristiana, confes-sione, comunione, conoscenza della bibbia e cresi-ma. Ogni due mesi ci sono corsi per quei genitori chevogliono regolarizzare la loro unione, solitamentesono una ottantina di coppie che si preparano percelebrare il matrimonio e anche il battesimo dei fi-gli ormai grandi. Ci tengono che i figli siano battez-zati perché pensano che se un bambino non è bat-tezzato può morire, è una credenza un po’ super-stiziosa. La popolazione di questa città è formatain gran parte da due gruppi etnici: i colonos, di raz-

di Valentino [email protected]

Sopra don Vigiliocelebra la messacon don James edon Giuseppe.Nelle altre duefoto don Vigilioin missione.

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za meticcia, indigeni delle Ande che sonoquasi sempre battezzati perché la cristianiz-zazione è presente in quelle regioni da più diun secolo e i suara, indigeni dell’Amazzonia.Politicamente viene seguito l’esempio del go-verno totalitario venezuelano con tendenzaal controllo governativo in tutti i settori, percui c’è una forte intolleranza e si tental’emigrazione. Il lavoro si svolge tral’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Eanche qui si sente indirettamente la crisieconomica mondiale perché per i prodottiagricoli e la carne ci sono minori richieste diesportazione. Inoltre molta gente, soprattutto i giovani,erano attratti fino a qualche anno fa ad emi-grare in Europa, ora stanno tornando so-prattutto dalla Spagna e dalla Francia. Ognigiorno c’è un volo diretto della compagniaaerea KLN sempre pieno sia in andata che in ritor-no dall’Olanda.Purtroppo per mancanza di un lavoro stabile, i gio-vani cadono spesso nel laccio della droga, alcoli-smo e prostituzione. La produzione della droga èmolto alta come nelle vicine Perù e Colombia. Colti-vano dappertutto la pianta del floripodio, un alluci-nogeno che ti stordisce soltanto annusando il fiore. Don Vigilio, dopo avermi raccontato, quasi un elen-co degli aspetti sociali ed economici della sua terradi missione, si infervorisce, e forte nella sua con-vinzione di essere prete, mi dice i suoi progetti piùurgenti. “Davanti a queste tante e gravi situazioni -ci racconta - la mia parrocchia si è attivata per co-struire un centro che sia la casa dei giovani, dovepossono passare in modo diverso alcune ore la se-

ra e i fine settimana, ma anche luogo di formazio-ne sui valori cristiani con incontri giovanili. Questosarà possibile per la generosità di tanti benefattori.E poi, voglio istituire una ‘Fondazione S. Giorgio’per famiglie povere che hanno i bambini malati. E’un’attenzione medica doverosa per salvare la vitadi tanti bambini”. Con grande impegno il gruppo missionario di S.Giorgio si è attivato per dare una mano a realizza-re queste sue necessità. Guardo il suo volto e notocon piacere che è sereno, perché è fiducioso, per-ché sa che la nostra buona gente mette goccia egoccia fino a ricolmare il calice del dono silente. Imiei auguri di un fecondo ritorno insieme a quellodei lettori del Baco.

Sopra don Vigiliocon don JamesParadiyil, parro-co di San Gior-gio, e don Giu-seppe Marconi,suo predecesso-re, durante ilpranzo offerto alritorno dall’Ecua-dor.

Quasi ogni giorno del calendario èdedicato ad un santo, magari ades-so che stai leggendo non sai beneche santo sia oggi, ma puoi semprericordarti che il 23 settembre è SanPio. Questa figura è particolarmente

venerata anche a Sona. Domenica23 settembre, infatti, si è dedicatala messa pomeridiana delle 18:30 aquesto grande taumaturgo. Numero-si i presenti venuti anche da altripaesi, che si sono trovati dopo unpellegrinaggio a San GiovanniRotondo. Pubblichiamo la foto

dei pellegrini e di San Pio, con ac-canto una delle sue più fervide so-stenitrici di Sona, Luciana Biondani.Chiediamo a questo santo che cistia vicino nei momenti di maggioredifficoltà. Perché non farlo?

FedePerché non farlo? Grande la devozione per San Pio a Sona

diMario Bighelli

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Grande interesse aveva destato la pubblicazione,l’anno scorso, del libro del Baco “Lugagnano, Pa-lazzolo, S. Giorgio, Sona, fatti, storie e personaggi”,sulle vicende del nostro Comune dal 1866 al 1901ricavate dai documenti dell’archivio municipale. Permantenere sempre desta l’attenzione sull’impor-tanza di quest’opera, gli autori (Renato Salvetti,Luigi Tacconi e Mario Nicoli) hanno tenuto delleconferenze nelle varie frazioni. Dopo Lugagnano eS. Giorgio, il 9 novembre scorso è stata la volta delcapoluogo, mentre prossimamente l’appuntamentosarà con Palazzolo. Nella suggestiva cornice della

Gli Alpini di Sona, 75 anni di associazionismo e solidarietàA S S O C I A Z I O N I

diMario Nicoli Sala degli affreschi, i tre ricercatori hanno esposto icapitoli principali. Si è parlato dei problemi dellanostra popolazione a quell’epoca, dalla politica al-l’agricoltura, dalla scuola alla sanità. Alla fine ilpubblico ha rivolto delle domande, vivacizzando laserata. L’incontro, voluto dal periodico Il Baco daseta, ha avuto il patrocinio del Comune di Sona. Aconclusione, l’Assessore alla cultura MaurizioMoletta ha ringraziato gli organizzatori, gli Alpinidel capoluogo, con queste parole: “Voi siete la di-mostrazione che quando le Penne Nere di Sona or-ganizzano qualcosa, funziona sempre”. Dall’aversentito questi meritati complimenti alla curiosità disapere cos’altro avessero in mente i nostri Alpini

per il futuro, il passo è stato breve.Siamo andati allora a trovarli nella loro accoglientebaita di via Roma, e dalla esposizione dei loro pro-grammi abbiamo capito quanto grandi sianol’entusiasmo e lo spirito di iniziativa di questa asso-ciazione. Anzitutto non mancheranno gli appunta-menti di questo periodo, divenuti ormai tradizionali:alla vigilia di Natale saranno offerti alla popolazio-ne pandoro con cioccolata calda e vin brulé,mentre all’Epifania ci saranno polenta e “renga”per tutti. Ma l’evento per il quale fervono grandi preparativiè un altro: il 27 gennaio 2013 sarà festeggiato il75° anniversario della fondazione del Gruppo Al-pini di Sona. Ecco, in anteprima, il calendario del-l’attesa manifestazione per quel giorno: ore 9 ritro-vo degli associati presso la baita, ore 10 alzaban-

Nelle foto variefasi del gemel-laggio fra gli Al-pini di Sona equelli di Ludaria,in Friuli, il 20 e21 ottobre scor-so.

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Una galleria fotografica della bella sera-ta culturale organizzata dal Baco, in col-laborazione con l’Assessorato alla Cultu-ra e gli Alpini di Sona, lo scorso 9 no-vembre in Sala Affreschi.

Cultura

Il primo libro storico del Baco presentato a Sona

diera e deposizione di corona d’alloro al monumen-to degli alpini, ore 11.30 Santa Messa alla presen-za del Corpo Bandistico e del coro “Il mio paese”,ore 12.15 alzabandiera e corona d’alloro al monu-mento ai Caduti in piazza, ore 13 pranzo al risto-rante “Fiore” di Peschiera.Ma anche il giorno precedente, sabato 26, sarà ri-cordato come un evento speciale: ci sarà l’incontrocon l’associazione degli Alpini di Ludaria, una fra-zione del Comune di Rigolato (Udine), con la qualele nostre Penne Nere si sono recentemente gemel-late. Si tratta di uno scambio di ospitalità, perché

gli Alpini diSona giàsono stati atrovare i lo-ro amicifriulani nel-l’ottobrescorso. Làsono statiaccolti contutti gli ono-ri, sono statiportati a visi-tare i museistorici delluogo, nonsono mancatibanchetti,scambi di gagliardetti e tante strette di mano.Adesso sarà la volta di ricambiare, accompagnan-do gli ospiti a visitare l’ossario di Custoza e facen-do loro gustare il lesso con la “pearà”, di cui nelFriuli hanno tanto sentito parlare ma che nessunoha mai assaggiato.Da parte nostra, rivolgiamo agli Alpini di Sona i no-stri auguri per questo 75° anniversario, che sa-pranno certamente festeggiare con l’allegria,l’entusiasmo e la voglia di stare insieme di sempre.

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Anche quest’anno gli Alpini e i Combattenti e Redu-ci di Palazzolo hanno celebrato la ricorrenza del 4

Tra memoria e celebrazione. Con la premiazione del reduceGiuseppe Gaiardoni

P A L A Z Z O L O

di Luigi Tacconi novembre, 94° anniversario della vittoria di VittorioVeneto nella prima guerra mondiale e giornata del-le Forze Armate. Un picchetto con le bandiere e ilabari delle associazioni ha reso gli onori e depostoun mazzo di fiori al cippo degli alpini ed al monu-

mento dei caduti. Dopo la messa celebrata dalparroco don Angelo Bellesini, terminata con lapreghiera del combattente letta da AlessandroGiacomelli, l’Assessore Ernesto Vantini ha parla-to brevemente ricordando i 670mila caduti dellaprima guerra mondiale e i reduci, mandati a com-battere senza sapere il perché. Si è poi chiestoche senso ha mandare i nostri soldati a combatte-

Il 4 novembre a SonaAnche quest’anno nelle quattrofrazioni di Lugagnano, Palazzolo,San Giorgio e Sona si è celebratacon grande partecipazione la ri-correnza del 4 novembre. Si trattadi una data molto sentita dalle no-

stre comunità, e che vede molticittadini, assieme ai reduci ed alleautorità, intervenire in piazza perricordare il valore della libertà e dichi ha combattuto per difenderla.Quest’anno diamo spazio a quan-

to celebrato a Palazzolo e a Luga-gnano, oltre a ricordare la figuradel Dott. Beggiato, che combattènel primo conflitto mondiale e poiprestò il suo servizio a Sona comemedico condotto.

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re e morire in Af-ganistan. E’ statoconsegnato alcombattenteGaiardoni Giu-seppe (classe1923) un atte-stato dell’Asso-ciazione Nazio-nale Combattentie Reduci per lalunga apparte-nenza alla sezio-ne di Palazzolo.E’ seguita la be-nedizione delmonumento aicaduti con la po-sa di una corona.Il pranzo alla bai-ta degli alpinicon oltre settan-ta partecipanti el’immancabilelotteria ha con-cluso la pioviggi-nosa giornata.

pini e il Gruppo Fanti, hanno onorato i nostrimorti in guerra, della Prima e della SecondaGuerra Mondiale.Il tutto è iniziato con la Santa Messa, celebrata

E’ stata una suggestiva celebrazione quella chesi è tenuta a Lugagnano il 4 novembre scorso.Una domenica nella quale i tre gruppi locali, As-sociazione Reduci e Combattenti, il Gruppo Al-

Una giornata per ricordare valori e compaesaniL U G A G N A N O

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4 novembre a Sona

da Don Roberto Tortella e succes-sivamente una cerimonia al monu-mento dei Caduti, con deposizionedella corona, l’Inno nazionale e ilSilenzio, con parecchi concittadinipresenti e commossi. Due i redu-ci, Giovanni Zamperini e SergioChinellato, in rappresentanza ditutti gli altri. Vi erano presenti ipresidenti degli Alpini e dei Fan-ti Fausto Mazzi e Francesco Ga-sparato, l’Amministrazione co-munale di Sona con il Vicesinda-co Vittorio Caliari e i Consigliericomunali Gianluigi Mazzi e Car-

melo Pantano. Il tempo ug-gioso non ha certo influito inquesta cerimonia che ognianno raccoglie tante persone:

i nostri excombattenti,sempre meno,rimangonostraordinariper il loro va-lore, perl’amore all’Ita-lia, perl’esempio chehanno lascia-to e che noidovremo sem-pre ricordare.Udino Forlin,assente perproblemi disalute, presi-dente dell’As-sociazione Re-duci e combattenti, ha lasciato spazio a tre giova-

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nissimi ragazzi, Matteo, Filippo e Marta, i qualihanno letto il discorso che pronunciò il GeneraleArmando Diaz sulla vittoria del 4 novembre 1918e la chiusura delle ostilità.Alle 13 poi tutti in Baita per il pranzo alla verone-se, con brodo, carne, codeghin e pearà; tuttoquesto ha permesso di festeggiare, con gli Alpini,i Fanti e tanti concittadini, i due nostri Reduci, aiquali tuttora, nel raccontare quanto di tremendoè accaduto in Guerra, gli occhi diventano lucidi,le parole escono lente, con timore, e commuovo-no i commensali.Grazie a loro, grazie ai nostri Caduti: viva l’Italia!

Il 4 novembre scorso sono stati comme-morati, come ogni anno a questa data, icaduti della prima guerra mondiale, aormai quasi cent’annidall’avvento di quel-l’immane tragedia.Anche noi abbia-mo pensato dicontribuire alricordo diquell’epoca,sfogliandoun albumdi ricordi,precisa-mente ri-cordi foto-grafici. Leimmaginiche pubbli-chiamo ap-partenevano a

un soldato che combatté inquel conflitto, addetto alla sa-nità militare in quanto studen-

te di medicina. Possiamo imma-ginare quante ferite, mutilazioni e

altre atroci sofferenze egli

abbia visto durante l’esercizio delle suefunzioni. Il dottor Emanuele Beggiato,classe 1891, dopo essere sopravvissutoalla grande guerra, si laureò all’universi-tà di Padova nel 1920, e l’anno dopo di-venne medico condotto del Comune di

Sona, dove rimase fino al 1946,anno della sua morte, lasciandonei cittadini un buon ricordo di sé.Per gentile concessione dei fami-liari, riproduciamo le foto che ap-partenevano al suo archivio, testi-monianza del contributo che il dot-tor Beggiato, valente militare dellasanità del’esercito italiano, diedealla Patria nel periodo 1915-1918. Nelle foto, da sopra in senso ora-rio Emanuele Beggiato in divisa,con i colleghi della sanità militare eall’interno di una baracca.

La Nostra Storia

Il Dottor Beggiato e la Prima Guerra Mondiale

diMario Nicoli

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Molto soddisfacente invece è stata la campagnatesseramenti che ci ha consentito di coprire leesigenze di tutte e undici le categorie presidiatedalle nostre squadre, per un numero che supera i200 atleti, in crescita rispetto allo scorso anno.Per chi volesse sul sito della società(www.aclugagnano.it) sono presenti foto ed aggior-namenti sulle imprese sportive di tutti.Parlare di risultati sportivi sarebbe decisamenteprematuro però, volendo trarre un primo, parziale,bilancio, dobbiamo prendere atto di un avvio nonfacile in molte categorie delle nostre formazioni,indice evidente del generale innalzamento del tas-so tecnico provinciale e regionale, frutto di unamaggior preparazione tecnica ed organizzativadelle società calcistiche. Del resto anche a Luga-gnano lo sforzo in proposito è rilevante.Ci eravamo lasciati con l’annuncio di alcuni inseri-menti importanti nello staff tecnico dedicato alsettore giovanile e dopo quattro mesi di lavoropossiamo già apprezzare i primi risultati. Da otto-bre infatti è iniziato un programma di incontri for-mativi e di confronto, a cadenza quindicinale,che coinvolge tutti gli allenatori dei settori scuolacalcio e settore giovanile delle società AC Luga-gnano ed ASD Bussolengo. Fino ad oggi si è scel-to di affrontare temi basilari come quello dello svi-luppo delle capacità condizionali nei ragazzi (equi-librio, forza, resistenza) e delle tecniche di allena-mento di tali capacità. Successivamente sono sta-ti anche affrontati temi di tecnica e tattica indivi-duale. Davvero piacevole e coinvolgente la metodi-ca proposta dallo staff tecnico, con sessioni for-mative frontali condotte avvalendosi di video illu-strativi, alternate, tempo permettendo, a sessionipratiche sul campo, coinvolgendo i ragazzini in di-mostrazioni di quanto sperimentato ed appresonel corso degli allenamenti pomeridiani.Nella sede di Via Marconi, dove nel frattempo pro-cedono i lavori di sistemazione e di organizzazionedegli spazi sociali, si andrà a costituire una picco-la biblioteca specializzata (cartacea e digitale)che raccoglierà documentazione e contributi tec-nici a beneficio di allenatori e dirigenti, ma soprat-tutto dei ragazzi che, proprio grazie alla formazio-ne ed ai materiali forniti agli allenatori, avrannomodo di sperimentare tecniche di allenamentoinnovative sempre meno noiose e sempre più ef-ficaci. Un lavoro per ora agli inizi ma che già puòessere apprezzato stando a bordo campo nei po-meriggi di allenamento. Speriamo che questo con-senta ai nostri ragazzi di divertirsi maggiormente,di crescere umanamente e sportivamente e, ma-gari, visto che non siamo totalmente decoubertia-ni, di portare a casa qualche punto in più nei mesia venire e garantirci la permanenza nelle varie ca-tegorie in attesa di tempi migliori. Le soddisfazio-ni maggiori, agonisticamente parlando, sembranoinvece finalmente arrivare dalla prima squadra,

Per usare un’espressione gergale potremmo defi-nire quella attuale una fase concitata di gioco, dairitmi alti e in qualche caso rapidi capovolgimentidi fronte. Le attività associative sono infatti entra-te nel vivo e i campi da gioco come pure gli spazidi servizio sono quotidianamente animati e popo-lati di piccoli e giovani calciatori, allenatori, ac-compagnatori e genitori, tanti genitori che conaspettative diverse assistono, incitano, commen-tano allenamenti e partite, vivacizzando l’attività.

Ma andiamo per ordine. I campionati sono tutti iniziati, dai Picco-li Amici della scuola calcio della levacalcistica del 2006/2007 (che come siusa dire sono “nati ieri”) ai campionatiregionali che coinvolgono il settore gio-vanile, juniores compresa, fino ovvia-mente al campionato di Promozione nelquale milita la nostra prima squadra.Contemporaneamente, fin dalle primesettimane di settembre a tutto ottobresono state convocate buona parte dellefamiglie per presentare la programma-zione e per affrontare eventuali specificiproblemi. In qualche caso l’adesione e lapartecipazione è stata alta, in altri casiinvece abbiamo avuto pochi partecipantie questo dispiace perché è una mancataoccasione di confronto e di condivisione.

Inizio difficoltoso per l’anno zero del settore giovanileMa è spumeggiante per la prima squadra

A C L U G A G N A N O

diManuel [email protected]

presente su

Sotto Renzo Quartaroli.Dopo tanti anni in pan-china, da qualche annoRenzo si occupa di coor-dinamento e formazionedei giovani allenatori. Inalto una riunione con igenitori. Nel box nell’al-tra pagina Luciano Fac-cioli, responsabile dellascuola calcio.

Fra gli eventi di inizio anno chemeno ci soddisfano va dovero-samente citatol’avvicendamento sulla panchi-na della Juniores che disputa ilcampionato Regionale Elite,motivo di orgoglio e di impegnosocietario. L’avventura con laJuniores era iniziata conl’allenatore Paolo Tacchella,approdato da Grezzana a Luga-gnano nel corso dell’estate,con il quale il cammino si è in-terrotto prematuramente, per ildispiacere di tutti. Nell’augura-

re a Paolo Tacchella una mag-gior fortuna e condizioni piùagevoli altrove accogliamo confiducia il sostituto Luca Manci-ni che si trova a ricompattarele fila di una squadra con unelevato potenziale ma che nel-le prime dieci gare ha raccoltosolo dieci punti, e si ritrovanella parte finale della classifi-ca, già attardata. I ragazzi dellaJuniores, cresciuti in gran par-te assieme, nelle fila del Luga-gnano, hanno certamente i nu-meri per migliorare i risultati.

SquadreAvvicendamento sulla panchina della Juniores

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una truppa mediamente molto giovane, capitana-ta da mister Gasparato, che quest’anno, dopo unanno di sofferenza, sembra aver trovato l’alchimiagiusta. Dopo dieci partite ha totalizzato ben settevittorie e viaggia nelle primissime posizioni in clas-sifica, e sembra poter costruire senza particolariaffanni l’obiettivo di salvezza, giocando un buoncalcio e offrendo spazio a molti giovani. In futurosaranno i nostri!

Luciano Faccioli, responsabile dellaScuola Calcio, prima che un appas-sionato allenatore e nostro preziosocollaboratore da un paio d’anni è an-che e soprattutto uno psicologo spe-cialista in neuropsicologia dello svi-luppo. Nell’ambito di una ricerca ac-cademica che lo vede protagonistaha sottoposto un progetto di collabo-razione tra AC Lugagnano e l’IstitutoComprensivo di Lugagnano, per unaricerca sperimentale sulle funzioniesecutive. Le funzioni esecutivepossono essere definite come le ca-pacità che per-mettono di pia-nificare ed ese-guire compor-tamenti finaliz-zati ad unobiettivo, per-mettendo unmonitoraggiocostante dell’a-zione svolta eduna verificadell’esito fina-le. Negli ultimianni c’è ungrande fermen-to scientifico ri-guardo questecompetenze che risultano essereuno dei filoni di ricerca principali nel-l’ambito della neuropsicologia dellosviluppo. Si tratta di funzioni deter-minanti in qualsiasi ambito della vi-ta quotidiana per ciò che riguardagli apprendimenti di abilità, la loroautomatizzazione e la loro imple-mentazione: dalla semplice deambu-lazione al più complesso atto moto-rio applicato ad una disciplina sporti-va; dalla semplice acquisizione dellinguaggio orale al più complessoprocesso di letto-scrittura applicatoalla comprensione. L’ipotesi di que-sta ricerca è che attraverso l’attivitàsportiva di calcio sia possibile au-mentare le capacità esecutive deibambini e di conseguenza agevolarel’apprendimento delle abilità scola-stiche di lettura, scrittura e calcolo.In parole semplici Luciano ha propo-sto uno studio per verificare speri-mentalmente quanto un certo tipo diattività motoria applicata al calciopossa incidere sulle funzioni esecu-tive (attenzione, memoria, pianifica-

zione) e quindi che ricaduta ci possaessere anche sugli apprendimenti.Il progetto si sviluppa in tre fasi: unavalutazione iniziale dei ragazzi cheparteciperanno alla sperimentazione(che si effettuerà nel mese di no-vembre) attraverso la somministra-zione di una batteria di prove per lavalutazione individuale di FE (funzio-ni esecutive per l’appunto) ed ap-prendimenti scolastici (lettura, scrit-tura e calcolo); seguirà quindi un pe-riodo di attività di potenziamento del-le FE applicate all’attività sportiva di

calcio durante ilquale i ragazziseguiranno unprogrammaspecifico e fina-lizzato, ed infi-ne la valutazio-ne finale (pre-sumibilmente agiugno) con larisomministra-zione deglistessi strumen-ti valutativi aglistessi bambini.La dirigentescolastica diLugagnano,

dottoressa Piera Cattaneo ha datoil proprio assenso all’iniziativa e si èresa disponibile a coordinare le atti-vità con il gruppo di controllo, cioè ibambini che non praticando sportcon noi eseguiranno le stesse proveper verificare se l’attività sommini-strata ha effettivamente un’influenzareale sul normale sviluppo delle FE.Il progetto interesserà un numero li-mitato di ragazzi di una sola annatacalcistica, e seguirà i crismi etici edeontologici che la ricerca scientificaprevede nel trattamento dei minori.L’adesione all’inziativa è stata ovvia-mente avvallata dai genitori ai qualisono state illustrate le finalità dellostudio, l’ipotesi scientifica da dimo-strare e la metodologia che verrà ap-plicata.Come Associazione siamo soddisfattidi questa inziativa che sempre di piùlega le nostre attività al territorio in-tegrandole alle istituzioni educative eformative. Un sentito ringraziamentoa Luciano per averci coinvolto.

Non solo “balon”...

PPrrooggeettttoo ““FFuunnzziioonnii eesseeccuuttiivvee””

E’ ormai in fase di definizione il Campus Spor-tivo estivo che si terrà presso gli impianti diVia Marconi a Lugagnano, nelle tre settimanesuccessive alla chiusura delle attività scola-stiche. L’attività sarà rivolta ai bambini ed airagazzi delle scuole elementari e medie.Il progetto verrà affidato ad una struttura spe-cializzata di giovani e motivati professionisti(laureati in Scienze Motorie ed abilitati all’eser-cizio con i bambini) con precedenti esperienzeanaloghe, che si avvarranno della collaborazio-

ne di alcuni dei nostri giova-ni atleti delle squadre giova-nili (Allievi e Juniores).L’obbiettivo dell’attività èquello di fornire assistenza eservizio alle famiglie nellagestione dei ragazzi in tempiextrascolastici estivi e la pro-mozione delle attività e delle

finalità associative presso le famiglie ed i bam-bini. Nei prossimi mesi verrà presentata uffi-cialmente la proposta. La programmazione harichiesto il coordinamento con la Parrocchia diLugagnano ed in particolare con don RobertoTortella, molto attivo nel periodo estivo conuno dei migliori Grest della provincia, con ilquale abbiamo trovato il modo di essere com-plementari e non necessariamentealternativi, sia nei tempi che nelle modalità,estendendo in questo modo le possibilità di co-pertura estiva.Un ringraziamento particolare a don Robertoper la collaborazione e la disponibilità.

Nuove Iniziative

Progetto Campus Sportivo Estivo

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e comprende 750 metri nuoto, 20 km in bici e 5di corsa;” distanza olimpica”, 2/3 ore; “distanzamezzo ironman”, 6/7 ore di durata, fino ad arriva-re alla “distanza ironman”, 3,8 km di nuoto 180km in bici e 42 km di corsa. Da qual-che anno, infine è nato “l’ultratriathlon” che è uno sport pocopraticato perché di fatica quasidisumana e non comportané visibilità sociale, né ri-

scontri economici. Ed èproprio questa la strada in-trapresa da Gianpaolo e Mir-ko, i due atleti di Lugagnanotesserati con Fumane Triathlonche hanno vissuto da protagonistiun’esperienza sportiva incredibile.L’8 e 9 settembre scorso infatti è stata organiz-zata a Zurigo una gara su distanza “doppio iron-man” e gli unici italiani che hanno partecipato so-no stati appunto Gianpaolo Bendinelli e MirkoCavallini. Questa sfida, ai limiti della resistenza

Ho conosciuto meglio qull’incredibile disciplinache è il triathlon grazie alla simpatica chiacchiera-ta fatta con Gianpao-lo Bendinelli. E’ sicu-ramente una discipli-na molto impegnati-va, che comprendetre frazioni: nuoto, bi-

ci e corsa,da esegui-re una do-po l’altrasenza so-ste. Ci sonovarie distan-ze: la piùcorta,“triathlonsprint”, duracirca un’ora

Gianpaolo e Mirko, cronache da una sfida sportiva oltre il limitedella resistenza umana

L ’ I N T E R V I S T A

di Silvia [email protected]

presente su

La gara prevedeva di percorrere diseguito 7,6 km di nuoto, 360 km di

bici e 85 km di corsa

Nelle foto Gian-paolo Bendinellie Mirko Cavalliniimpegnati nell’In-ternational Dou-ble Ultra Triath-lon di Zurigo.

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umana, prevedeva di percorrere di seguito 7,6km di nuoto, 360 km in bici e 85 di corsa. Primadi loro nessun atleta veronese ci aveva mai prova-to, quindi non avevano riferimenti sui quali basar-si. La difficoltà maggiore si è manifestata sottol’aspetto dell’alimentazione; tutti e due gli atletisi sono preparati interpellando un nutrizionista,che li aveva avvisati che nel corso di queste circatrenta ore di gara avrebbero avuto un grandissimodispendio energetico (800 calorie per ora) e il pro-blema principale era di riuscire a integrarel’energia necessaria, prendendo in considerazio-ne anche il fatto che un organismo in condizioninormali non è in grado di digerire tutte queste ca-lorie e di trasformarle in “carburante”. Sono riusciti entrambi ad arrivare al traguardo senzacrisi metaboliche nè altri problemi… è stata unasfida vinta sotto tutti gli aspetti! Un’altra novità è che questa è stata la prima garadove veniva richiesto un esame antidoping e ad-dirittura una dichiarazione personale in cui si sol-levava l’organizzazione da qualsiasi responsabili-tà, anche in caso di morte. La gara è andata beneperché tutto ciò che era stato pianificato si è poiavverato. Non è stato così per qualche altro parte-cipante (qui Bendinelli specifica: “Faccio fatica achiamarli avversari, li considero più che altro com-pagni di fatica”), sono partiti in 35, tra cui cinquedonne, ma non tutti sono arrivati in fondo; un con-corrente dopo aver fatto la frazione in bici ad altis-sima velocità intorno alla ventesima ora di gara siè fermato entrando direttamente in bici nella ten-da medica. Alla cerimonia di chiusura e di premia-zione il concorrente che ha vinto, aveva una ma-glia preparata da lui personalmente, con la scrit-ta: “l’importante non è vincere, ma impegnarsi afondo” e questo identifica lo spirito con cui biso-gna vivere questo tipo di sport. Infatti, non c’èmontepremi e il primo non guadagna niente di più

rispetto all’ultimo arrivato. Durante la gara i nostri due atleti hanno

avuto anche un importante sostegnodai compaesani: sul sito della gara

c’era la possibilità di seguire in tem-po reale la corsa e di mandare

messaggi di incoraggiamento;uno dei messaggi più simpaticiche hanno ricevuto è stato:“Sembra che la falda acquife-ra che passa sotto Lu-gagnano abbia qualco-sa di miracoloso”. Sia Mirko che Gianpao-lo, a seguito del doppio

thrialon, si sono qualificatiper la loro categoria di età

per la gara finale di campio-nato del mondo a Lake Anna in

Virginia negli Stati Uniti nell’ottobre2013 e questo non era affatto nei loro

obbiettivi! Gianpaolo parteciperebbe volen-tieri, se riuscisse a trovare dei sostenitori dalpunto di vista economico. Dal suo punto di vi-sta inoltre il lato sportivo viaggia in parallelocon la solidarietà, infatti sta cercando di dare

visibilità all’AGBD (asso-ciazione genitori bambinidown), vorrebbe riuscire adevolvere il superfluo delbudget per le spese di tra-sferta a quest’associazio-ne, e questo è anche unmotivo in più per praticarequest’attività.Per prepararsi alla garadi Zurigo hanno intensifi-cato gli allenamenti, ini-ziando in gennaio (novemesi prima) e partendocon una maratona di cor-sa (42/60/65 o 100 km)almeno una volta al mese.Queste corse sono statealternate a lunghe uscitein bici, anche notturne (in-fatti durante la gara granparte della frazione bici siè svolta di notte). Perquanto riguarda il nuotohanno fatto delle traversa-te sul lago di Garda, alle-nandosi sempre in acqueaperte, e questo allena-mento ha permesso di svi-luppare l’abilità nel man-

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“La quiete si ha da sacrificare alla co-scienza e all’onore” è una celebre frasedi Ugo Foscolo, che ci ha con-segnato direttamente in manola perla che meglio si addice aMirko e Gianpaolo, che tantohanno faticato e tanto si sonoimpegnati per superare i loro li-miti, e l’onore che hanno oranon potrebbe essere più gran-de! Ma com’è possibile supera-re i propri limiti? Ed è una que-stione solamente fisica o anchepsicologica? E ancora, è sem-pre possibile superarli anchesolo di poco?Innanzitutto, credo che per es-sere obiettivi sia necessarioavere una piena coscienza dise stessi, del proprio fisico edella propria forza d’animo. Riconosce-re le proprie lacune e debolezze ci ren-de consapevoli del fatto che siamoumani. Superarle viene in secondo pia-no, perché se vengono chiamati “limiti”un motivo c’è!Nel corso della storia si può vedere co-

me molti ostacoli, che sonostati posti davanti alla sopravvi-venza dell’umanità (come ilfreddo, la distanza, gli animalio l’ostilità degli ambienti piùsvariati), siano stati abbattuticon l’aiuto di una sola cosa: isacrifici.

La prima attività che, come ci ricordanoMirko e Gianpaolo, ci insegna tutto que-

sto è proprio lo sport. Lo sport che met-te costantemente in competizione conaltre persone, in squadra e da soli. Losport che, se è praticato per passione,ti porta via tempo e forze, ma che tirende in cambio tante soddisfazioni.Queste sono le caratteristiche che fan-no da sfondo agli sforzi: la competizio-

ne e l’impegno, che ci portano ai sacri-fici più grandi e quindi al superamentodei propri limiti: fisici o mentali che sia-no. Perché l’attività sportiva non ci aiu-ta ad abbattere solamente le barrieredel nostro fisico, ma anche quelle delrazzismo per esempio.Bisogna però tenere a mente che primao poi si arriverà a quell’ostacolo che ètroppo alto, che sarà impossibile sor-

passare. A quel punto non sipotrà far altro che accettarsi,perché non significa essere deifalliti ma semplicemente noneccellenti in quell’ambito, e diconseguenza umani. Nellosport non ammettere il propriolimite è sinonimo di doping equindi di scorrettezza, menzo-gna, viltà e anche di non cre-dere in se stessi a tal punto dadoversi rifugiare in medicinaliche aumentino le prestazioni.Ma a quel punto si è ancora sestessi? O sono le medicine chehanno preso il sopravvento?La risposta è evidente: si è in

preda ai medicinali. E questo significamentire a tutti, compresi se stessi. Eallora ne vale davvero la pena? Forseno, forse è meglio preservare l’onore,quello ottenuto sacrificando la propriaquiete. Probabilmente Foscolo non in-tendeva parlare dell’onore sportivo, maci aveva visto giusto!

Il Commento

LL’’oonnoorree ssppoorrttiivvoo ccoommee mmeettaaffoorraa ddeellllaa vviittaa vviissssuuttaa bbeennee

di Veronica [email protected]

presente su

tenere la traiettoria,nonostante le corren-ti e i vari impedimen-ti che si possono tro-vare. I due atleti si cono-scono da dieci annie si sono incontratipraticando lo sporty.Hanno fatto delleesperienze conl’istituto nazionale

di ricerca CNR, con base a Pisa. Nel 2007 sonostati contattati con altri dodici atleti per partecipa-re ad uno studio chiamato “Ai confini della fisiolo-gia”. I test sono stati eseguiti all’Asinara in Sarde-gna, sono stati fatti dei monitoraggi prima, duran-te e dopo una gara su “distanza ironman”. Questoper poter capire i meccanismi di recupero delcorpo umano dopo uno sforzo fisico così impor-

tante. I ricercatori li hanno tenuti sotto controlloper quattro anni facendo test di tipo sperimentale.Uno dei test più importanti è stato fatto ad Em-brun, sulle Alpi francesi, dove si svolge la gara su“distanza ironman” più impegnativa al mondo. Inseguito la curiosità li ha portati entrambi ad allun-gare il percorso. Infatti se chiediamo a Gianpaoloil perché di questa scelta sulla distanza più impe-gnativa, lui risponde che nasce tutto dalla curiosi-tà, “è una sfida personale per dimostrare che nonè impossibile praticare questo sport per quantomolto impegnativo”. Infatti il praticare il triathlonnon è visto da lui come un modo per avere unprofitto o avere notorietà, ma come un modo utileper il mantenimento fisico, il divertimento e il be-nessere personale, senza seguire la mentalità del“vincere a tutti i costi”. Questi atleti sono da ammirare per la loro grandeforza fisica e per lo spirito di sacrificio, il tutto “na-scosto” da tanta simpatia e umanità.

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Sopra GianpaoloBendinelli nelcorso della gara.Sotto Mirko Ca-vallini premiatoal termine dellacompetizione.

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Sabato 10 Otto-bre scorso, nelPalatenda riscal-dato dietro laChiesa di SanGiuseppe all’Adi-ge, la comunitàdel Basson si èriunita per unacena in onore al-la tipica cucina

veronese. La serata èstata unvero suc-cesso, ilmenù abase dipapparel-le con fe-gadini elesso con

Al Basson si festeggia la pearàC O M U N I T A ’

di Alessandro [email protected]

presente su

pearà, pre-parato da-gli ottimi cuochi ClaudioGirardi e Claudio Melotto,è stato degustato da più di150 persone.Un Dj ha accompagnato,fatto ballare e divertire ipartecipanti prima e dopola cena. Oltre ai cuochi uncaloroso ringraziamento atutti coloro che hanno resopossibile tutto questo.

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La baita degli alpini di Lugagnano sta diventandosempre più un punto di riferimeno per la comunitàdi Lugagnano, un luogo dove ritrovarsi, cogliendo inquesta parola il doppio significato di ritrovarsi pervivere alcuni momenti assieme, ma anche il ritro-varsi nel senso di riscoprirsi, nella nostra storia,

cultura ed identità.Ritrovarsi in Baita perdue chiacchiere, perun momento di socia-lizzazione, lo si vivequotidianamente, gra-zie alle porte sempreaperte della Baita, maanche nelle varie occa-sioni organizzate, cenedi compagnia, manife-stazioni culturali o an-che semplicemente lu-diche. Ultima occasio-ne è stata la tradizio-nale marronata, pur-troppo quest'anno ac-compagnata da unagiornata di pioggiasenza tregua, ma chenon ha certo spaventa-to i convenuti in baitache hanno potuto gu-stare i saporiti piatti

Un paese che si ritrova in BaitaA S S O C I A Z I O N I

diGianfranco Dalla Valentina autunnali preparati per l'occasione, mangiandomaroni e sorseggiando un buon bicchiere di vino,tra risate e canti.Ritrovarsi nel significato più pregnante di riscoprir-si, nella nostra cultura ed identità, lo proviamo inogni manifestazione culturale. Non bisogna sotto-valutare occasioni quali la marronata, dove si tornaa riassaporare i piatti tipici della vita contadina che

ci appartenevano fino a qualche decennio fa. Masoprattutto quest'occasione ci viene fornita dal Mu-seo Storico, attraverso tantissimi oggetti che ricor-dano com'era la vita a Lugagnano nel passato, del-la sua gente, le attività lavorative, i momenti di vitacomune. Un vero spaccato di come si viveva in questo paeseriemerge attraverso una serie di oggetti o di foto,come quelle raccolte nella mostra fotografica ospi-tata qualche mese fa. Ma il riscoprirsi lo si vive an-che attraverso il progetto che il Gruppo Alpini staportando avanti con i ragazzi delle scuole, alloscopo di far conoscere il museo, il suo contenuto edi conseguenza anche la storia dei nostri nonni;ma non solo, si offre loro anche la possibilità di co-noscere l'attività attuale degli Alpini, tutta tesa alleattività di volontariato come Protezione Civile o nelsociale, con la speranza che i ragazzi imparino adapprezzare l'importanza dell'esperienza di fare delvolontariato come possibilità di unire una comuni-tà.Ritrovarsi, al duplice scopo di stare assieme, di fa-re comunità, imparando da come la si viveva nelnostro passato recente.

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Alpini impegnati aimercatini natalizi. Ilricavato è stato devo-luto a famiglie di Lu-gagnano in difficoltàeconomica.

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Ed eccoci, come sempre (per fortuna) siamo giuntianche quest’anno a Natale. Qualcuno dice MagicoNatale, forse per tutte le lucine che vediamo illumi-nare tutti i paesi in questi giorni di festa… bhe for-se non proprio tutti…Ecco perché i Nal quest’annohanno donato ai pro-pri tesserati unaghirlanda Nataliziacon delle piccole lu-cine, che forse, al-meno un po’ ri-usciranno ad illu-minare le vie delnostro paese.Come da tradi-zione l’8 di-cembre èstato Bene-detto il bello eprestigioso Presepe deiNal, che tra l’altro quest’anno festeggia i suoi diecianni, grazie a tutte le persone volontarie che ognianno si prodigano ad allestirlo.Avevamo previsto di “animare” una domenica di

Buone Feste dai Negozi Associati di LugagnanoA S S O C I A Z I O N I

di Cristian benedettiVice Presidente dei NAL

dicembre, ma purtroppo per problemi burocra-tici e tempistici non siamo riusciti, contiamoperò di organizzare qualcosa in primavera, ma-

gari nel prossimo numero del Ba-co troverete qualche info in più.

Non possiamo che augurareBuone Feste a tutti i no-

stri soci, a tutti i colle-ghi commercianti e

anche alla catego-ria più importan-te… quella dei no-

stri amati clientie cittadini di Lu-gagnano e ditutto il Comu-ne di Sona,che questo Na-tale possa por-tarvi tutto ciòche più sogna-

te!!Auguri di Cuo-re!!

presente su

Come Eravamo

Asilo di Lugagnano, anno 1983. Con Suor Martina

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l’avevo mai pensato prima. Allora ho seguito il mioistinto e mi sono messo a disposizione del grup-po, prima dietro le quinte come tuttofare poi la pri-ma vera occasione: una sostituzione.Racconta...Debutto in Borgo Roma nel ruolo del vigile urbanoFelice Catafalco. Una prima volta carica di emozio-ne, piena di ripensamenti data la paura ma poi,anche grazie all’aiuto del gruppo, sono entrato edopo la prima battuta ho capito che il teatro dav-vero faceva per me.E che battuta era?Era: “A me pari’ imbriaga.” Invece l’ubriacatura e’toccata a me.Dalla Polvere Magica di Palazzolo alla Barcac-cia di Puliero, quindi doppio impegno e doppiesoddisfazioni.Quando Puliero mi ha chiamato per una sostitu-zione ero basito. Ma mi sono fatto coraggio e so-no partito alla volta dello spettacolo: La PuttaOnorata nel ruolo di Nane Baruca. Ci tengo a diretra l’altro che siamo in sei nel nostro Comune chelavorano con Roberto oltre me. Andrea Turchetti,Michele Matrella, Michela Zanetti, Paolo Bellotti,Sara Compri e Sara Turata. Così per dire che il no-stro apporto è forte.Che differenze ci sono tra lavorare con La Polve-re Magica e La Barcaccia?Intanto mi piace parlare delle cose che questi duegruppi hanno in comune e cioè la passione e lavoglia di fare cose belle che facciano divertire la

Chi lo dice che il colpo di fulmine non esiste?Quando Cupido scocca la sua frecce, il destino èineluttabile. Arriva l’amore. Questa è la prima co-sa che Marco Bagnara mi fa capire del suo in-contro con il Teatro.Marco è una classe 1967, abita a San Giorgio inSalici, è sposato con Gloriana e ha due figli, Fe-derico e Valentina. Nella vita vera (ma qual è poila vita vera?) vende materiali edili.Allora Marco, raccontaci dell’incontro fatale.Nel 2004, una sera ho dovuto, ma proprio dovutoandare dopo mille insistenze a vedere un gruppo(quello che poi sarebbe diventato il mio gruppo)La Polvere Magica. Mi siedo, ovviamente pieno dipreconcetti del tipo“ tanto mi annoierò,“ comincialo spettacolo: “L’uselin de la comare”. Alla fine delprimo tempo avevo in mente solo una cosa: vogliofarlo anch’io!!E tua moglie Gloriana come l’ha presa?Ha sorriso e ha detto: l’ho sempre saputo. (ah lemogli! Nota di chi scrive).Cosa era successo durante quel fatidico primoatto? Cosa ti aveva colpito?Tutto: l’atmosfera, le luci, le scene, il clima, io mivedevo già là sul palco a recitare anche se non

“Il teatro è un colpo di fulmine che ti porta via”Marco Bagnara e una passione a cui è impossibile resistere

L ’ I N T E R V I S T A

diMonia [email protected]

presente su

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Nelle foto Ba-gnara, vestitoda vigile, im-pegnato sulpalco con LaPolvere Magi-ca di Palazzoloe un suo pri-mo piano.

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gente, poi è chiaro che le persone alla guida lavo-rano in maniera diversa. Alla Polvere Magica, tuttifacciamo tutto e Sandro Borchia, il nostro regista,guida gli attori anche attraverso percorsi di im-provvisazione personale. Roberto Puliero, ancheforte di anni di esperienza da professionista hauna visione di insieme fin dall’inizio più program-matica e ti fa entrare nel personaggio secondo lesue dinamiche. In tutti e due i gruppi vince sem-pre il lavoro di squadra.Tanto impegno dunque, mi viene il sospetto chesi paghi qualche prezzo.Purtroppo il tempo per gli affetti è ridotto, tra le re-cite e le prove sono diventato un disastro. Ne saqualcosa Gloriana….Come pensi di farti perdonare?Brava, non ci ho mai pensato. Adesso mi impe-gno...Torniamo al teatro; qual è il complimento chepiù ti piace ricevere?Senza dubbio: Marco, ci siamo divertiti un sacco.C’è qualcosa che il teatro, oltre al divertimento,ha portato nella tua vita?Beh certo, considerato che sono un tipo egocen-trico, ha coccolato il mio ego.Dai Marco, usciamo dall’io, dall’ego, e raccon-tiamo cosa fa La Polvere Magica oltre a diverti-re le persone, nel sociale.Questa è una cosa che mi piace moltissimo e chemi ha dato tantissime emozioni. Ogni anno unaparte del ricavato viene devoluto ad una attivitàbenefica. Ancora mi commuovo se penso che deibambini kenyoti studiano grazie al materiale (ban-

chi, sedie, lavagne) che abbiamocomprato noi. Abbiamo visto i filmatidei bambini felici che cantavano perringraziarci. Un’emozione unica.E’ il momento dell’appello, cosavuoi dire?Voglio dire che il teatro deve esserepopolare, non elitario, quindi dico atutti di venire a metterci il naso, siada spettatori che da attori, non ab-biate timore e venite, c’è sempre bi-sogno di gente nuova.Ti dico una cosa pri-ma di salutarci. Ricor-dati che hai promessoa Gloriana che avrestipensato a come fartiperdonare le assen-ze...Marco promette e se neva, le prove sono alleporte, ci sono i palco-scenici, le battute, glientusiasmi. E’ ora di an-dare a teatro, lui da atto-re e noi da spettatoripensando che tutti i ruolisono intercambiabili eognuno di noi può sogna-re di calcare le scene, ilcolpo di fulmine puo’ arri-vare da un momento al-l’altro. Attenzione.

Succede che leggi un testo, ti dannouna parte. Quella parte non ti somiglia,o ti somiglia troppo e non vuoi darlo avedere. Speri che ti diano quella parte osperi che non ti diano quella parte. Poiarriva il giorno che lo sai. Tu sarai quelpersonaggio.Gli altri, da ora in avanti, saprannoche dovranno interagire con un altrote alle prove, e dietro o dentro quelpersonaggio, tu avrai mille alibi peressere altro da quello che sei di solito.Finalmente sarai un altro, ti potraiguardare da fuori e giudicarti, e rideredi te, tanto quello non sei tu. E’ quell’al-tro. E’ l’attore.Il tuo regista, il tuo nuovo “procreatore”ti racconterà chi sei, ti dirà che emozio-ni dovrai provare e in che misura, diràanche agli altri cosa dovranno pensaredi te, come dovranno amarti, come do-vranno rivolgersi a te da ora in poi, nelle

tue nuove vesti. E’ tutto calcolato nelTeatro, eppure è tutto nelle mani delle

emozioni. Perché poi arriva il mo-mento in cui devi cercare

dentro di te quelpersonaggio

che ti è statochiesto e nel frat-tempo la tua vita quoti-diana va avanti tra le solite banalità. Avolte ce la fai a non pensare alla tua ve-ra vita, mentre provi la tua parte, a volte

non ce la fai e rimani te stesso. Quel testesso che dovresti nascondere. Devitruccare viso e anima per riuscire nelTeatro! Ecco perché quando poi sei suquel palcoscenico puoi essere bravo op-pure no. E quando si spegneranno le lu-ci, se avrai dato qualcosa agli altri, gliapplausi saranno tutti per te, se nonavrai dato abbastanza, ti toglierai i vesti-ti, ti struccherai e andrai a mangiartiuna pizza con gli amici. Dai, ci sarannonuovi palcoscenici, basta cercare. Unavolta, Alberto Bronzato (mio genitoreteatrale) mi affibbiò il personaggio, co-mico, di una ballerina di danza classi-ca. L’anti Monia. Fu difficile indossareun tutù rosa e muoversi da etoile ac-

cettando di far divertire il pubblico. E ilpubblico, si divertì molto. Ancora oggi Al-berto ti devo ringraziare perché un po’di quella ballerina l’ho trovata e ancoraoggi me la tengo cara. Era dentro di me,e nemmeno lo sapevo. Ah, il teatro! Co-me si dice oggi: è tanta roba.

DDeevvii ttrruuccccaarree vviissoo eedd aanniimmaa,, ppeerr rriiuusscciirree nneell tteeaattrroo

Il Commento

diMonia Cimichella

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ciale" in collaborazione con il Patronato di assi-stenza Inas, con le categorie dei lavoratori, le unio-ni sindacali sul territorio e le associazioni di tutelapromosse dalla Cisl. Nelle 2.950 leghe, che sonole strutture operative della Fnp nei comuni e neiquartieri metropolitani, tra le quali quella di Sona,Sommacampagna e Valeggio, si impegnano oltre10.000 tra quadri dirigenti ed attivisti che giornal-mente garantiscono una generosa attività e, con-seguentemente una rete capillare di punti di riferi-mento al servizio delle comunità locali.

Gli iscritti alla FNP CISL dell’Interlega di Sona,Sommacampagna e Valeggio, si troveranno ilprossimo 6 febbraio presso il Centro Sportivo diSommacampagna, in via Bassa, per il loro Con-gresso, che si svolge ogni quattro anni.All’ordine del giorno del Congresso sono previstil’Elezione del Presidente dell’assemblea, la nomi-

na della Commissione Elettorale, la relazione intro-duttiva, il dibattito, l’elezione del Direttivo di Lega,l’elezione dei Delegati al Congresso FNP CISL el’elezione della Segreteria di Lega. Per partecipareall’assemblea ed esercitare il diritto di voto ogniiscritto deve esibire la tessera CISL assieme ad undocumento d’identità ed essere iscritto ed in rego-la con il tesseramento al 31 dicembre di quest’an-no.La Federazione Nazionale Pensionati è il sindaca-to dei pensionati e degli anziani della Cisl. I socidella FNP in Italia e nei paesi di emigrazione sono2.200.706. La Fnp, oltre alla tutela sindacale, con-trattuale e vertenziale, sia a livello nazionale chenei confronti delle istituzioni locali (comuni, provin-ce, regioni, aziende sanitarie e dei trasporti etc.)offre un'ampia rete di servizi e di "segretariato so-

Congresso in febbraio per la Lega FNP CISL di Sona, Sommacampagna e Valeggio

S O C I A L E

di Vittoria Brentegani

Segno di una crisi che ormai dilaga, Lugagnanoche sino a qualche anno fa era tutto un fioriredi banche, agenzie immobiliari, estetiste e bar,ha ora il suo negozio di acquisto oro. Secondoil Presidente dell’Eurispes, i “Compro Oro”, so-no un ottimo metro di valutazione per capire illivello di crisi che un Paese sta attraversando.L’8,5% del cam-pione intervista-to ha dichiaratodi aver preferitola vendita delproprio oro,piuttosto che fa-re ricorso ad unprestito in ban-ca. La fiducianei confronti de-gli istituti banca-ri è ai minimistorici e a ren-dere più difficilela situazione vi sono anche le complicate con-dizioni d’accesso ai prestiti che le banche im-pongono. Rivolgersi ad un“Compro Oro” per-mette di avere una disponibilità economica si-cura e immediata, nonostante questo significhiprivarsi di un oggetto dal valore anche simboli-co oltre che materiale. Rimane il fatto che se le famiglie di Lugagnanovanno in banca a chiedere un prestito oppurevendono i loro gioielli di famiglia, vuol dire chenon hanno più un soldo in tasca. GDV

Società

Anche Lugagnano ha il suo “Compro Oro”

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Lettere al Baco, oppure [email protected]

C A R O B A C O T I S C R I V O

Potete inviarci le vostre lettere, i vostri com-menti, le vostre critiche e le vostre osservazio-ni scrivendo alla Redazione del Baco in viaBeccarie, 48, a Lugagnano. Oppure potetemandare una mail a [email protected] o scriverci sulla nostrapagina Facebook. Le lettere pervenute al Ba-co vengono pubblicate solo se firmate e corre-date da un indirizzo mail o postale verificabili.Le lettere non impegnano in alcuna maniera laRedazione in quanto sono espressione unica-mente del pensiero di chi le firma.

iniziativa di aiuto a chi è indifficoltà. Sicuri che chi do-na con il cuore, sarà ricom-pensato dal Buon Dio. Allacomunità chiedo anche di aiutarci nel segnalarepersone sole o ammalate, ricoverate negli ospedalionde permetterci di fare loro una visita. Mettiamoinoltre, gratuitamente, a disposizione carrozzine,deambulatori, stampelle e altro materiale. Grazie.

Mario Nichele

“Basta inquinamento acustico ed ambientale!”Come è possibile che in un centro abitato con lapresenza di una casa di riposo per anziani, e nelbel mezzo di un centro sportivo frequentato dacentinaia di giovani, si possa nel comune di Sona aLugagnano in Via Marconi assistere tutte le matti-ne dalle ore 6 alle ore 7 alla accensione dei motoridegli autobus per il trasporto delle persone con unrumore fastidioso per i residenti della zona e con ilrelativo grave inquinamento dell'aria e dei terreniper la fuoriuscita di ingenti quantità di ossido dicarbonio dagli scarichi dei motori degli autobus te-nuti accesi per 30-40 minuti nella zona? Ma qual'èil senso civico dell'amministrazione e dove stà laprevenzione e il rispetto della salute dei cittadini?Forse è proprio il caso e ora di tornare nelle piazzea protestare contro politici e amministratori che ditutto fanno fuori che rappresentare ed amministra-re il bene comune.

Giuseppe Bozzini

“Furti al cimitero, quanta cattiveria”Ho sempre pensato che i furti al cimitero fosserouna leggenda metropolitana e invece no, è capitatoproprio a me, al cimitero di Lugagnano. Non unmazzo di fiori, non un lume, non una statuina mauna pietra su cui avevo impresso una poesia. Do-menica 21 ottobre l’amara scoperta. Allora michiedo: lo hanno fatto perché la poesia era moltobella o per pura e semplice cattiveria? Il pellegri-naggio a Madjugorje per prendere il sasso l’ho fat-to io, la benedizione l’ho chiesta per la mia fami-glia, la poesia l’ho scritta io, la dedica era per lamia mamma e l’ho pure firmata. Valore artisticozero, valore umano infinito. Come si può essere co-sì cattivi? Sono estremamente indignata.

Francesca Tenerelli

Ringraziamenti dal Gruppo S. Vincenzo edel Malato di Lugagnano. E una richiesta diaiutoIl Gruppo San Vincenzo e del Malato ringraziatutti i Gruppi della Magnalonga di Lugagnanoper la loro sensibile e generosa offerta a fa-vore delle famiglie povere e indigenti. La vo-stra solidarietà sarà rivolta a tutte le famiglieche sono in difficoltà economica per la man-canza di lavoro. Porteremo sulle loro tavoleuna consistente borsa della spesa affinchèabbiano a sfamare tutti i componenti fami-gliari. Assicuriamo una preghiera a voi, allevostre famiglie e a tutte le persone che (nelsilenzio) hanno contribuito a questa preziosa

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Il termine “Solidarietà” sta ad indicare un atteggia-mento di benevolenza e comprensione, di sforzi at-tivi e gratuiti, atti a venire incontro alle esigenze eai disagi di qualcuno che ha bisogno di aiuto.La Fidas Verona sezione di S. Giorgio in Salici simuove proprio in questo senso, come ideali ed an-che in maniera fisica. Con questi ideali lo scorsogiugno ha organizzato assieme alla comunità pae-sana il Musik Fest 2012, organizzato in primis perpromuovere il gesto del Dono del Sangue, per unirela comunità paesana attorno ad una manifestazio-ne che coinvolge tutte le età e se possibile dandoanche un occhio alla positività economica, in quan-to uno degli scopi di questa Festa era anche quellodi devolvere parte dei ricavati a chi si trovava indifficoltà, comprando dove possibile ciò di cui ave-vano bisogno o consegnando ad altri un po' di liqui-dità economica per sostenerli nelle loro spese. Tra ivari beneficiari, individuati durante l'organizzazionedel Musik Fest da tutto il gruppo, c'erano anche i“Terremotati di Cavezzo”, ed in particolar modo la

“Scuola Dell'Infanzia San Vincenzo De Paoli” diCavezzo (Modena), danneggiata dal recente sismadel maggio scorso, una Scuola Materna ora chiusaed inagibile. E' proprio in questo caso che la nostraAssociazione si è “mossa fisicamente” per portareun po' di aiuto a queste persone, in quanto il 4 no-vembre scorso si è recata, assieme ad altre asso-ciazioni e privati, a consegnare ad un gruppo di rap-presentanza della Scuola Materna il ricavato dell'i-niziativa di raccolta fondi, seguita dall'S.O.S. diSona, alla quale abbiamo contribuito con orgoglioanche noi.Al nostro arrivo a Cavezzo siamo stati accolti da uncomitato formato dagli amici Marco e Gabriella, daalcuni genitori e da alcune insegnanti della Scuo-

Solidarietà dalla FIDAS Verona sezione di San GiorgioV O L O N T A R I A T O

la Materna; il ritrovo era all'esterno della scuolastessa, non è stato possibile per noi entrare nellastruttura per rendersi conto dei danni subiti, inquanto inagibile. E’ stato in questo luogo che si ècompiuto il gesto simbolico della consegna di dueassegni fac-simile (i soldi reali erano stati mandatitramite bonifico in settimana), il primo quello delSOS riportante la cifra completa raccolta grazie al-l’aiuto di tanti della nostra comunità, cifra che com-prendeva anche il secondo assegno, quello della Fi-das SGS, che però abbiamo voluto comunque pre-parare e consegnare lo stesso, in quanto questo as-segno raccoglieva gli sforzi, l’entusiasmo e la vogliadi aiutare di tutto il gruppo del Musik Fest, perchétutti quelli che hanno aiutato durante la festa vole-vano essere vicini ai Terremotati. Dopo la consegnadegli assegni, ci hanno accompagnati prima al Cir-colo Sportivo del paese, presso il quale sono statisistemati temporaneamente i bambini della scuolamaterna, in attesa del completamento delle struttu-re mobili, poi ci hanno fatto fare un giro nelle vie

cittadine, dove ci hanno mostrato in ma-niera ancor più visibile i danni subiti datutto il paese. Durante la nostra visitaabbiamo partecipato anche alla SantaMessa, naturalmente non nella chiesaParrocchiale che ha subito gravissimidanni ed è anch’essa inagibile, ma inuna struttura in mattoni una volta adibi-ta a stalla, che i proprietari hanno siste-mato e reso agibile, mettendola a dispo-sizione della comunità appunto per cele-brare le funzioni; qui siamo stati accolticon molta gentilezza dal parroco DonGiancarlo, che ha spiegato ai fedeli ilmotivo della nostra presenza e ci ha rin-graziati pubblicamente a nome di tutti.Al termine della messa abbiamo finito ilgiro di visita di alcuni luoghi di questopaese devastati dal terremoto, poi tuttiassieme siamo tornati al Circolo Sporti-vo, dove ci attendeva un pranzo prepara-to dai nostri amici di Cavezzo che, anchese in difficoltà, hanno trovato lo stesso ilmodo di far sentire il loro calore umanoe il loro ringraziamento. Durante il giro

delle vie paesane ci è stato raccontato come sonostati quei giorni di terrore, come sono stati i giornie le settimane successive e com’è la situazione at-tuale. Si capisce subito che la ricostruzione richie-derà ancora molto tempo, che al momento ancorain molte zone stanno cercando di mettere in sicu-rezza le strutture, poi si penserà a come sistemarle.Si vede negli occhi dei presenti la disperazione e lastanchezza, persone che non sanno nemmeno seavranno ancora il coraggio di rientrare nelle loro ca-se quando queste saranno sistemate. Durante ilpranzo ci è stato fatto sapere che il progetto per laristrutturazione della scuola verrà presentato in Re-gione questo mese di novembre, prevedendo untermine dei lavori per l’estate del 2013, in modo

Sotto, la conse-gna dell’asse-gno a Cavezzo.Nella paginaseguente duescatti della se-rata del 10 no-vembre.

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Grande successo sabato 10 novembrepresso il Centro Polifunzionale di S.Giorgio in Salici per due iniziative orga-nizzate dalla Fidas Verona sezione di S.Giorgio in Salici e dall’AssociazioneFanti di S. Giorgio in Salici, la storicaCastagnata di S. Martino in abbinataalla 3° edizione del Torneo di CalcioBalilla. In particolare mentre i più golosistavano tranquillamente seduti a man-giare le castagne, accompagnate dal mi-tico “Torbolin” offerto dai Campanari diS. Giorgio, i più “sportivi” davano il me-glio di sé davanti ai 4 calcetti con sfideall’ultima pallina. Alla Castagnata, oltrealle due Associazioni organizzanti, han-no collaborato anche i Campanari el’Associazione NOI di S. Giorgio in Salici,aiutando già dalla prima serata a prepa-rare i ben 60 kg di castagne che sonoserviti per “sfamare” le numerosissimepersone che hanno scelto di passareuna serata in allegria ed in compagnia,facendo in modo che non ne mancasse-ro mai, e rifornendo costantemente an-che i giocatori del Torneo di Calcio Balil-la. Il Torneo si è svolto con formula a gi-roni iniziali e poi ad eliminatorie direttefino alla finale; vi hanno partecipato 9squadre di giocatori agguerriti, che acoppie si sono affrontati in partite di an-data e ritorno, lottando fino all’ultimoper poter vantare il Titolo di Vincitore. Al-la fine alla vetta del Torneo sono arrivatila coppia Pierino Spinelli e FedericoVenturini, il primo dei quali ha dichiara-to: “Finalmente dopo il 2° posto dell’al-tro anno e il 3° posto dello scorso annoabbiamo raggiunto il 1° posto, a 20 an-ni ero un campione in questo sport e mirodeva non esserlo più! Forse siamo sta-ti aiutati anche dalla fortuna, in quantomancava una coppia di professionistiche quest’anno non si è presentata eprobabilmente dallo scarso allenamento

degli avversari, ma per poter vincere bi-sogna comunque essere preparati ed af-fiatati, come lo siamo io e Federico.”Sono stati battuti in finale, arrivando se-condi, la coppia Mazzurega Sebastianoe Vantini Moris, mentre nella finalinaper il terzo posto la coppia Grigoli Mi-chele e Spinelli Marco ha battuto lacoppia Farina Renato e Faccioli Clau-dio. Queste prime quattro coppie, oltreal momento di “gloria” che hanno avutoin questa serata, si sono portate a casaanche alcuni premi costituiti da prodottialimentari del nostro paese e della no-stra zona, sceltiper dare più va-lore a chi abitanel nostro pae-se, o nel no-stro comune, ocomunque chici sta vicino espesso ci aiu-ta nelle no-stre manife-stazioni.Visto il co-stante suc-cesso ed en-tusiasmo chequesto Tor-neo riesce acomunicare,la Fidas Ve-rona e i Fantiinvitano tutti gliappassionati diquesto sport adallenarsi ed apresentarsi allaprossima edi-zione di questoTorneo, un pre-zioso appunta-mento amato dai

giovani e daimeno giovani,mentre per chili vuole solosostenere edincitare, o perchi vuole sem-plicementestarsene seduto a fare quattro chiacche-re, ci sono sempre le mitiche Castagne eil Torbolin, che danno quel tocco in piùalla serata, creando un’atmosfera davve-ro incredibile, unendo la nostra comuni-tà paesana in momenti di allegria e con-divisione.

Solidarietà

Castagnata e calcio balilla... grande accoppiata!

che il nuovo anno scolastico possa partire regolar-mente in una struttura nuova e solida. Al terminedella giornata è arrivato il momento dei saluti, Mar-co ci ha consegnato una maglietta realizzata dai ge-nitori e dagli educatori della scuola, come ricordo eringraziamento per il nostro aiuto e la nostra visita.Con l’augurio di avergli “infuso” un po’ più di forza ecoraggio, di aver acceso in loro quella speranza chenasce dalla consapevolezza di non essere stati ab-bandonati a se stessi, ma che c’è sempre qualcunodisposto ad aiutare il prossimo, li abbiamo salutati

con grande senso di amore e fraternità, scambian-doci numeri e mail, per poter rimanere in contatto eper aver notizie di loro, di come procedono le rico-struzioni e facendogli capire che non abbiamo in-tenzione di abbandonarli a loro stessi, che dopoquesta giornata ce ne saranno anche altre, natenon dalla disperazione e dalla necessità di aiuto,ma dalla voglia di stare assieme agli amici in alle-gria, e qualsiasi occasione può essere un ottimomomento per rivedersi, anche una festa paesana.

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I s o l a m e n t i a c a p p o t t o g a r a n t i t i

Sabato 27 Ottobre, una cinquantina di personeprovenienti principalmente dal nostro Comune,hanno visitato il Salone Internazionale del Gusto eTerra Madre. Questa manifestazione biennale, or-ganizzata da Slow Food e della durata di cinquegiorni, si svolge presso i padiglioni espositivi di Lin-gotto Fiere a Torino, e racchiude in sé quanto dimeglio il mondo gastronomico internazionale ha daoffrire. La globalità dell'evento è ciò che lo contrad-

distingue: migliaia diproduttori provenien-ti da ogni angolo delglobo sono venuti aTorino per portare iloro prodotti, moltospesso introvabili aldi fuori del loro pae-se. Per fare un

La Condotta Slow Food Garda Veronese al Salone del GustoC U L T U R A

esempio, era possibile trovare persino il Riso Ros-so del Bhutan, coltivato a 2.700 metri di altezza eirrigato con le acque glaciali dell'Himalaya. Se nonfosse stato per Slow Food, che ha dato la possibili-tà a questi semplicissimi contadini di prendere unaereo (molto spesso il primo in vita loro) e arrivarea Torino, non saremmo mai venuti a conoscenza ditanti ottimi cibi. Questo è proprio l'obiettivo della fi-losofia Slow Food, che con i suoi Presidi cerca dipromuovere e tutelare prodotti della terra che, acausa delle logiche di mercato, non riescono ad af-

fermarsi sulla piazza commerciale dominata dallegrandi aziende industriali. Il Presidio non è soloqualcosa di “solidale” e distante da noi, ma unacosa molto concreta. Anche il formaggio MonteVeronese è uno di essi per esempio. Grazie al viaggio organizzato dalla Condotta SlowFood Garda Veronese, che comprende anche Sona,un gruppo di nostri compaesani è partito a bordodi un bus la mattina presto, e ha raggiunto il Lin-

diCarlos Marchesini

Per maggiori informazioni sulle attività dellacondotta locale di Slow Foodscrivere a [email protected] visitare il sito slowfood.it.

ContattiCome contattare Slow Food

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gotto all'apertura, avendo tutta la giornata a dispo-sizione. Ciò ha permesso a tutti di prendere partead alcune delle decine di conferenze che si tengo-no ogni giorno al Salone, non ultima quella organiz-zata dallo stand di Slow Food Veneto riguardante iprogrammi ed i progetti sul nostro territorio. Pas-seggiare tra gli stand rappresentanti ogni tipicitàitaliana, dall'Aceto Balsamico di Modena al Pi-stacchio verde di Bronte in Sicilia, è stata un'e-sperienza unica. La sorpresa è l'emozione che ca-ratterizza il Salone, difatti non solo si è a contattocon il tradizionale, ma anche con il nuovo, la birraspalmabile ne è una delle tante prove. Se ad esso si aggiunge che cambiando padiglionesi passa dalla varietà gastronomica italiana (a dirpoco incredibile) a quella internazionale, si rimaneveramente sbalorditi. Camminando tra lo stand deiproduttori del sale di canna del fiume Nzoia inKenya e quello dei vini bianchi dell'Armenia, si in-crociano genti di ogni colore e vestite nelle manierepiù differenti: turbanti, sari indiani, tuniche africa-ne, ecc. Per un po' di ore si ha la sensazione di nonessere in Italia, ma nemmeno in Africa, in Asia onelle Americhe, bensì in quel luogo chiamato Terrache è comune a tutti noi. Proprio per questo il Salo-ne non si chiama solo “del Gusto” ma anche “diTerra Madre”, a significare l'importanza dellaterra, intesa come fonte di cibo e vita per ogni cit-tadino del mondo, un concetto che va oltre le diffe-renze culturali e che vuole stare alla base della filo-sofia di Slow Food. Molte delle persone che hanno

partecipato a questoevento sono ritornatela sera a casa nonsolo con qualchestrano ingrediente daprovare nella prossi-ma cena con amici,ma anche con un bagaglio di conoscenze,gastronomiche e non, che sono il cibo per la mentedel Salone, un qualcosa di immateriale, che anchese non era esposto visivamente, è stato “assaggia-to” da tutti. Sul bus verso casa, il gruppo di Sona siè sentito come al ritorno da un lungo viaggio, unviaggio in cui il corpo è sempre stato all'interno deipadiglioni della fiera, ma in cui la mente ha visitatoun villaggio africano, il naso è stato pervaso dallespezie indiane, la bocca ha assaggiato un arma-gnac francese di altissima qualità, le mani hannotoccato i chicchi di caffè selvatico raccolti con tan-ta devozione dagli etiopi e le orecchie hanno senti-to una conversazione in giapponese. La conoscen-za del mondo Slow Food, che ad alcuni era presso-ché ignoto, ha portato a grande interesse per que-sto movimento che opera anche nella nostra zona,con attività che rispecchiano il motto dell'associa-zione, ossia l'idea che il cibo debba essere “buono,pulito e giusto”. Sono sicuro che all'interno del no-stro Comune tante persone condividano questomodo di pensare, quindi perché non provare ad in-formarsi... chissà, magari diventerete anche voi deigrandi fan della chiocciola!

Anche quest’anno la Magnalonga di Lu-gagnano è stata caratterizzata da grandinumeri. A frontedei 1100 iscrittiche hanno per-corso in manie-ra straordinaria-mente allegra levie di Lugagna-no, la nota piùpositiva è la fi-nalità della Ma-gnalonga: il rica-vato, che vienedevoluto intera-mente in bene-ficenza. Que-st’anno gli im-porti ricavati eimmediatamen-te devoluti sonostati circa €500 a favore

del SOS Sona e 2.500 € al Gruppo disostegno persone in difficoltà econo-mica della S. Vincenzo, per l’acquisto dibeni di prima necessità e per cercare diaiutare chi non può condividere

l’allegria di chi partecipa alla nostra fe-sta. Un grazie a tutti quelli che con il lo-ro impegno e con la loro partecipazionecontribuiscono a rendere così importan-ti questi numeri della Magnalonga.

Solidarietà

Bilancio positivo per la Magnalonga 2012

diGianfranco Dalla Valentina

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Il 3 novembre scorso Elisa Fasoli, Jessica Residorie Stefania Feroleto del “Gruppo Danza OrientaleLes Jissè” hanno vinto la medaglia d’oro a Liberec(Repubblica Ceca) durante il World Latino and

Elisa Fasoli con “Les Jissè” sul tetto d’EuropaP A L A Z Z O L O

Bellydance Festival 2012 (Festival mondiale 2012di danze latine e danze del ventre) nella competizio-ne European Champioship Oriental Show (Campio-nato Europeo di Danza orientale). Il gruppo ha con-quistato il gradino più alto del podio, superandopaesi come la Polonia (classificata al 2° posto) e laRussia (al 3°posto), che insieme alla RepubblicaCeca e l’Ucraina, costituiscono avversari molto fortinel campo della danza orientale, disciplina pratica-ta in questi paesi fin dai primi anni di vita, al contra-rio dell’Italia, dove invece questa danza non è an-cora molto conosciuta. Inoltre il gruppo ha ottenu-to il quinto posto nella categoria “Oriental Classic”ed il quarto posto di Elisa e Jessica nella categoria“Duo Oriental Show”.Ma chi è Elisa? E’ una ragazza di Palazzolo, 27 an-ni e molti interessi. Un lavoro come tecnico progetti-sta dopo la laurea in Architettura e Produzione Edili-zia al Politecnico di Milano, la passione per la dan-za orientale che l’ha portata a gareggiare a livelliagonistici ottenendo grandi risultati e l’amore incon-dizionato per gli animali, in particolare per i suoi ca-valli, che cura personalmente ogni giorno.Ad Elisa abbiamo rivolto alcune domande.Come riesci ad impegnarti in attività così diver-se?Personalmente credo che per riuscire in qualsiasicosa nella vita, si debba necessariamente amareciò che si fa e munirsi di una buona dose di deter-minazione, che ti aiuta a superare anche i muri piùalti che si possono presentare durante il percorso.Oltre alla forza di volontà c’è poi l’appoggio della

di Luigi Tacconi

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Acat - Trattamento erecupero degli alcolisti

mia famiglia, i miei genitori Gianluca e Monica chemi hanno sempre sostenuta e seguita, i miei nonniRainero e Lina, Giovanni e Luisa che spesso da pic-cola mi accompagnavano alle lezioni di equitazionee ai corsi di danza. Un ruolo molto importante è an-che quello di Ivan, il mio fidanzato, che condividecon me la passione per i cavalli e mi segue spessonelle mie esibizioni. Ovviamente per riuscire in tuttoquesto, ogni giorno devo programmare al meglio ilmio tempo.Come hai vissuto l’esperienza europea?Vincere la medaglia d’oro mi ha dato una grandesoddisfazione e ripagata delle molte fatiche soste-nute per lo studio di questa disciplina e gli intensiallenamenti che richiede, anche fino a tarda notte.Non dimenticherò mai l’emozione provata quandol’inno di Mameli ha suonato per noi, una vittoriache abbiamo dedicato a Cristina Caneva, la quartacomponente del gruppo che non ha potuto seguircidurante questa esperienza perché in dolce attesa.Quali studi avete compiuto per raggiungere que-sti traguardi?Ognuna di noi ha un percorso personale di diversianni di studio alle spalle, nel 2009 ci siamo incon-trate durante un corso di danza, siamo diventateamiche e nel condividere questa passione abbiamofondato il gruppo”Les Jissé”, (nome nato anagram-mando le iniziali dei nostri nomi). Inizialmente i no-stri allenamenti erano seguiti dalla nostra compa-gna ed insegnante Cristina Caneva, poi nell'appro-fondire sempre più lo studio della danza orientale alivello agonistico, abbiamo avuto l'occasione di stu-diare con diverse insegnanti, tra cui Maria Rita Gan-dra “Margarita”. Attualmente proseguiamo la forma-zione con l’insegnante Simona Minisini del ClubSunshine di Palmanova (Udine) che ci ha sempreincoraggiate, portandoci a migliorare sempre più lanostra tecnica e la nostra preparazione. Simona èla danzatrice italiana più titolata a livello nazionale

ed internazionale, vincitrice fral’altro dell’8° Festival del Caironel 2007 e vicecampionessamondiale nel 2010. Quali le vostre competizioni erisultati ottenuti?Nel 2010 ci siamo iscritte allaF.I.D.S (Federazione Italiana Dan-za Sportiva) e abbiamo parteci-pato alle nostre prime competi-zioni agonistiche, ottenendo il 2°posto nella Coppa Italia ed il 7°nei Campionati Europei di DanzaOrientale. Negli anni 2011 e2012 abbiamo vinto i Campiona-ti Italiani ed Assoluti nella cate-goria “Piccoli Gruppi” e “Duo”.Nel 2011 a Mosca alla coppa delmondo ci siamo classificate al5° posto nella categoria “PiccoliGruppi Folk”e nel 2012 al 6° po-sto per i “Piccoli Gruppi Oriental Classic”.C'è qualcuno che vorresti ringraziare in particola-re?Tra tutte le persone che ci hanno sempre sostenutoun ringraziamento va ad Ettore Cacciatori dellascuola di danza “Suegno Latino” di Caselle di Som-macampagna, presso cui si svolgono i nostri allena-menti ed a tutto il team italiano di atleti e tecnici,insieme ai quali abbiamo avuto l’onore di rappre-sentare il nostro paese.Quali sono i vostri programmi futuri?Gli ottimi risultati finora raggiunti ci spronano a pro-seguire gli studi per migliorare sempre più la nostrapreparazione atletica alla ricerca di soddisfazionisempre maggiori. Nella stagione sportiva 2013, sa-remo impegnate nel Circuito di Coppa Italia e neiCampionati Italiani che si svolgeranno nel mese diluglio.

Nelle foto dellapagina preceden-te in alto: Les Jis-sè premiate a Mo-sca: da sinistraJessica, Elisa, Cri-stina, Stefania; inbasso: Elisa, Ste-fania, Jessica, me-daglie d’oro a Li-berec. Qui sopra Jessicaed Elisa, 4° postoa Liberec.

San Giorgio, primo dopoguerra, Scuola di Cucito all’aperto sul pontedella Ferrovia. Allieve con l’insegnante Pierina Olivieri.

La Foto StoricaSan Giorgio, scuola di cucito all’aperto

nel primo dopoguerra

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Ricetta doporicetta, è trascorso ormai

più di un anno dall’inizio diquesta rubrica. Abbiamo attraversato inlungo ed in largo il panorama gastronomi-co locale. Ma quando si è iniziato ad orga-nizzare la serata per provare la ricetta pro-posta in questa puntata, solo sentirne ilnome ha creato, lo confesso, non pocapreoccupazione. Trovarsi per provare la ri-cetta della marmellata? Ma che cena è?Gli appuntamenti finora svolti hanno sem-

pre creato curiosità ed interesse, ma que-sta volta con la marmellata, i conti non tor-navano... Almeno fino al momento in cuiMarco ha svelato la sua proposta di menuper la serata dicendo: “Proviamo sì la mar-mellata, ma prima preparo un risotto conla trota affumicata, e poi, per provare lemarmellate (sì perché erano poi quattro lemarmellate!) porto cinque formaggi di di-versa stagionatura, così da accompagnarlee dare sostanza a questa degustazione”.L’umore è subito cambiato! Anche questa

volta il nostro dovere lo abbiamo fatto, masenza perdere lo spirito gogliardico con ilquale abbiamo finora realizzato questeesperienze. Un appunto sulle marmellate,tutte splendidamente buone. Qui trovate laricetta per quella con i frutti di bosco, macapirete subito che sono solo un pretesto.A noi sono toccate: Pomodoro verde, Cipol-le, Peperoncino, Pomodoro rosso. Unasquisitezza! E non parliamo del risotto conla trota affumicata. Indimenticabile! Buona lettura!

IIll BBaarrbbeeccuueeIIll BBaarrbbeeccuueeee aallttrree ssttrraavvaaggaannttii aavvvveennttuurreeee aallttrree ssttrraavvaaggaannttii aavvvveennttuurree

RRuubbrriiccaa sseemmiisseerriiaa ddii ccuucciinnaa ee ffiilloossooffiiaa

si va a letto presto, perché il mattino seguente, sa-rà tempo di andar per boschi. E così, alle 6 in pun-to, quando suona la sveglia, si apre la finestra e sispera che piova; in ogni caso, ci si rimette a lettoquasi immediatamente: piove spesso in montagna,altrimenti i funghi non crescerebbero e il clima nonsarebbe così fresco, in montagna, giusto?Verso l’ora di pranzo, quando il cielo si è schiarito edopo una abbondante colazione trentina, si partedecisi e si va diritti dal fruttivendolo dove si guardala merce esposta, si sente se è fresca, si chiede seè possibile assaggiarla, e così via…Ah, importante: non dimenticarsi di fare un giro nelretro bottega perché se vi si vede qualche cassetti-na della Cooperativa di Pizzo Calabro, significa chenon si è nel posto giusto, tanto sarebbe valso es-sersi recati dall’ortolano sotto casa.Il sabato e la domenica mattina, invece, finalmen-te, si può andar per boschi, manca mai che si ri-escano a trovare dei lamponi o delle fragoline vere.Senza esagerare, comunque; se si trovano ai bordidel sentiero, bene, altrimenti niente, trovarli fra iboschi è roba da professionisti e noi ci sentiamotanto dei dilettanti.La domenica pomeriggio, poi, dopo essersi recati aMessa e aver chiesto consiglio anche al reverendoche, non sembrerebbe, ma di frutti di bosco se neintende a sufficienza, si torna a casa con il cestinoricolmo di ogni grazia di Dio; se, fra i tantissimi frut-ti di bosco che si sono raccolti, ci fosse finito anchequalche fungo, bè, tanto meglio, anche l’occhiovuol la sua parte, non vi pare?Come si arriva a casa, dopo una doccia rinfrescan-te, via in cucina! Tanti frutti di bosco, tanto zucche-ro, o anche meno, dipende da quanto si desiderache la marmellata sia dolce. E via andare che bolla!La marmellata si può preparare con tutti i frutti chesi desidera, persino se il loro luogo di origine è as-sai lontano, a condizione che si possano trovareanche al supermercato, non si sa mai!

Marmellata di frutti di bosco

Questa non è una ricetta, questa è la mamma ditutte le ricette ed è talmente facile da preparareche tutti sono in grado di cucinarla, senza distinzio-ni di sesso o di razza (in questo senso è una ricetta“Costituzionale” in armonia con il 150° anniversa-rio… ecc. ecc. ecc.). Questa è la ricetta della mar-mellata di frutti di bosco.Quindi, si comincia con la frutta: perché la marmel-lata venga saporita è importante che la frutta siafresca e di stagione e quindi, necessariamente, bi-sogna andarsela a raccogliere di persona.Di solito si consiglia di partire il giovedì sera o, alpiù tardi, il venerdì subito dopo pranzo: la meta èCanazei; meglio se si parte da soli.Appena giunti, si fa un giro nei dintorni, ci si guardaattorno, si ascoltano i pareri della gente del posto e

a cura di Enrico Oliosotesti diMarco Bertoncelli

Qui sotto lequattro mar-mellata.Nella paginaseguente il ri-sotto con latrota affumi-cata.

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I tempi di cottura sono i soliti, si và un po’ a oc-chio; quando si vede che la consistenza è quelladesiderata, si mette la marmellata nei vasetti e ilgioco è fatto.Per carità! Non adoperate bustine di addensanti orobe simili! Non servono a niente! Per esperienza, viassicuro che il fornello si sporca ugualmente e quin-di tanto vale che si sporchi in modo naturale, tantopiù se i frutti di bosco sono arrivati da Mazara delVallo: che senso avrebbe aggiungervi sostanze chi-miche prodotte in Svizzera!?Evitate di preparare la marmellata con il cocomeroperché per ogni chilogrammo di anguria che mette-te nella pentola, dovreste mettere due chilogrammidi bustine addensanti!Ah, quasi dimenticavo! A metà cottura si deve ag-giungere al composto che bolle un bicchierino diun liquore dolce, che potrebbe essere mandarinet-to o limoncino o elisir simili, anche se il cognac o ilbrandy vanno comunque bene.A mio parere, il gusto non cambia granché, a menoche non si aggiungano dosi di liquore importanti,però si può sempre sostenere con gli amici che lamarmellata è venuta così buona ma così buona,

perché la vostra ricetta contiene un se-greto, il quale, proprio perché è un se-greto, non si può rivelare a nessuno(come la formula della Coca Cola, giu-sto per fare un esempio). Questo, ameno che gli amici non si incontrino aCanazei.Ma allora, direte voi, perché tutta que-sta prosopopea? Bè, è semplice: la ri-cetta della marmellata di frutti di bo-sco ci insegna che gli sposi occorreche siano legati stretti, ma strettiforte, con un elastico che possa allun-garsi quanto serve, senza rompersi mai.

Ingredienti - Frutti di bosco (o altra frutta

facilmente reperibile anche dal frut-tivendolo di casa, ad esclusione

dell’anguria);- Zucchero in rapporto 1 a 1 con la

frutta;- Un goccio di liquore fruttato;

- Polvere magica.

La Ricetta

Le Dosi

Dall’alto, in prima fila da destra 2° Igino Leoni, 3° Carlo MarchiIn seconda fila da destra2° Maria Teresa Givanni, 3° Maria Rosa Leoni, 4°Giorgio Tosoni, 5°Giuliana Franchini,6° Gabriella Scarsini,9° Francesca Leoni,10° Fulvia CavalliIn terza fila da de-stra1° Gabriella Giardini,3° Norma Cordioli,4° Luciana Dalmina,5° Guerrina Melega-ri, 7° Luciano DeAgostini, 8° VittorioRinaldi, 9° Bruno Me-legari, 10° Lino Cor-dioliIn quarta fila da de-stra1° Ettore Zampini,

3° Lorenzo Giardini, 5° Giorgio Palazzi, 6° RenzoTagliapietra, 7° Luigi Giacomelli, 8° Sergio Albrigo,9° Franco De AgostiniCi scusiamo con chi non è stato riconosciuto.

La Foto StoricaAsilo infantile Cavalier Romani di Sona, anno 1946

Con il papà Luca e la mammaKatia di Lugagnano, il giornodel primo compleanno di Mat-tia Zivelonghi, il 21 luglio2012.

Auguri

Buon primo compleanno, Mattia!

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rare le viti con il solfato di rame contro la perono-spora, con le quali ottenne anche un premio delaCamera di Commercio, e soffietti per distribuiresulle viti lo zolfo in polvere per combattere il malbianco (oidio) e morì nel 1944. 2 - Massagrande Albino (classe 1854), abitava invia Ghetto e allevava civette. 3 - Fiorini Raimondo (1872-1920), assessore co-munale e segretario della Cassa rurale di S. Giusti-na, era figlio di Achille Antonio che fu assessoreper molti anni e sindaco di Sona dal 1886 al1893.4 - Il giornale.

Con la parte terza si completa l’elenco dei“soranòmi” degli uomini, in totale 150,

mentre la prossima volta sarà l’ultima,quella delle donne. Riportiamo un’altra storiella in dialet-to, su alcuni personaggi reali, acca-duta nel 1913 alla vigilia della prima

guerra mondiale.Ghera el vecio Nicèto (1) che l’era sor-

do, el Gnìgnari (2) che l’era orbo en’antro che l’era sòpo. I laoràa tuti en bote-

ga da Nicèto par far i sopièti. El sior Raimondo (3)che l’era amico de Nicèto el compràa sempre elsfoio (4). Sti tri veci i se le contàa e el vecio Nicèto,quel sordo, el ga dito a quei altri: “El saìo sa ò sen-tìo dal sior Raimondo? Ho sentìo che ven la guèra!”. Gnìgnari, (quel orbo) el dise: “La vedaremo!!”. Equel sòpo, che el gavèa ferla e baston: “Eh, ma se-mai noantri, gambe en spala e scapèn de corsa!!”1 - Scattolini Aniceto nato il 16 aprile 1855 era“industriante” e costruiva pompe a mano per irro-

La traduzione dei soranòmi dei òmeni de PalassòlT E R Z A P A R T E

dell’Associazione “La Torre”

1. El Napoli = Zamboni Gilberto2. El Nèbia o Bepo slita = Fasoli Giuseppe3. Ocèti = Tacconi Guglielmo4. Pacelli = Molinarelli Bruno5. Pachèti = Tacconi Massimo6.El Pacio = Scattolini Guerrino7. Palòta = Bertoli Giuseppe8. El Pansa = Modena Guido9. Pasquin = Albertini Giuseppe 10. Paura = Manzati Achille11. El Pèa = Residori Giancarlo12. El Pèssa = Ambrosi Giovanni13. Pierìn Pelà = Tacconi Pietro14. Piero dall’Oio = TacconiPietro15. Piero dai Monti = BarbieriPietro16. Piero Sestar = MolinarelliPietro17. Piero Molèta o dai Ovi =

Manzati Pietro18. Pilio = Scattolini Aniceto Elpidio19. El Pin = Tacconi Giuseppe20. El Pipa = Barbieri Giovanni21. El Pogi = Molinarelli Giu-seppe22. Poli o Cadìn = PietropoliClaudio23. Pontara = Zoccatelli24. El Puinarol = MascalzoniRenato25. El Re = Molinarelli Giovan-ni26. El Renga = Manzati Ezio27. Roccia = Avesani Giovanni28. Rossetto = Giacomelli Gaetano29. Sapèta = Manzati Angelo30. El Sàra = Girelli Giuseppe31. Sàtana = Sartori Renato32. El Schìssa = Manzati Angelo33. Sciopèto = Turata Giuseppe34. Sinèti = Bagnara Emilio

Soprannomi

Soranòmi de òmeni de Palassòl (terza parte)

In alto a destra,Vignetta el sòpoel sordo l'orbo(Giacomo Bagna-ra).Sotto ScattoliniAniceto (n. 1855-m. 1944).

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35. El Sòpia = Zoccatelli Adolfo36. Spolòn = Antolini Renato37. El Tachi = Olivetti

Alessandro38. Tanìn = Gelmetti Gaetano39. Tanìn de Tomìo = Giacomel-li Gaetano40. Tano Useladòr = GiacomelliGaetano41. El Tèva = Molinarelli Guido42. Togno da Fane = TommasiGiobatta43. Tomìo = Giacomelli France-

sco44. Torèse =Fasoli Ottorino45. Togno Ros-so = Facci46. El Toni =Barbieri Anto-nio47. El Tòre = Tacconi Salvatore48. El Tripa = Fasoli Leone

49. Ugo Feràr = Zendrini Ugo50. Zum Pa Pà = Chesini Mar-cello.

Qui sopra Palazzolo, dopoguerra, Clara, Artu-ro, Niceto, Giuditta, Vittorio, Gina, Rico, Ma-ria. In alto al centro Palazzolesi in gita.A sinistra gita al lago: Gina Manzati Ambrosimoglie de Rico Mecànico e Gioconda TacconiAmbrosi, moglie del Pessa.

ed aggregati che hanno dato vita ad unabellissima manifestazione, con ben 86iscritti. Presenti alla premiazione il Capo-gruppo Franco Tacconi e il consiglio diret-tivo del Gruppo Alpini di Palazzolo.Infine, a tutti è stato offerto un piatto di pa-sta, un secondo e un buon bicchiere di vi-no, con un arrivederci al prossimo anno.Nella foto accanto la coppa del terzo trofeo.Sotto il capogruppo Franco Tacconi, i consi-glieri Giancarlo Beghini, Ernesto Speri, Giu-seppe Manara, Angelo Manzati, RiccardoMazzurana, Dino Pinali, Carlo Tacconi, Bru-no Pinali, Giuseppe Ballarini, Eugenio Man-zati.

Fra le sue molteplici attivi-tà il gruppo alpini di Pa-lazzolo ha organizzato do-menica 14 ottobre scorso,presso il laghetto “Ai por-tici” di Pastrengo, unagara di pesca sportiva al-la trota denominata “3°Trofeo alla memoria del-l’Alpino Ambrosi Giovan-ni”, che è scomparso pre-maturamente nel 2008.

Hanno partecipato numerosi Gruppi alpini, soci

Pesca e sport, senza dimenticare la solidarietà, per gli Alpini di Palazzolo

A S S O C I A Z I O N I

di Luigi Tacconi

Classifica dei gruppi:il trofeo è andato al Gruppodi Veronello;2° - Gruppo Grezzana; 3° - Gruppo S. Martino B.A.;4° - Gruppo Marcellise;5° - Gruppo Borgo Roma;6° - Gruppo Perzacco Zevio.

Classifica individuale:1° - Tomasetto Paolo;2° - Girelli Michele;3° - Beveresco Maurizio;4° - Tomelleri Martino;5° - Adami Eros;6° - Fiocco Luca;7° - Nello Jonas;8° - Ciabattini Mirco.

Pesca SportivaLa classifica delTerzo Trofeo

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A volte la cronaca ciparla di atti di au-tentico eroismo, incui delle personehanno, per salvareun altro, messo arepentaglio la pro-pria incolumità, senon addirittura per-so la vita. Eppure, in certifrangenti dovrebbeprevalere l’istinto disopravvivenza, peril quale si pensasolo a salvare lapropria pelle, senecessario anchea discapito deglialtri, in base alprincipio del morstua vita mea. Inve-ce questi coraggio-si, e spesso sitratta di animesemplici, non-ostante il pericoloagiscono spinti da

un impulso spontaneo di generosità ealtruismo.Un fatto del genere accadde anche nelComune di Sona tanti anni fa; già ne ac-cennammo brevemente qualche anno fa

sul nostro giornale, ma episodi come questi merita-no di essere sempre ricordati. Era il 25 giugno dellontano 1929, e i fratelli Brunelli di San Giorgio inSalici, Enrico di 15 anni e Remo di 9, si trovavanoin campagna, intenti ai loro giochi. Si sa chel’infanzia è un’età di spensieratezza, ma talvoltaanche di imprudenza. Accadde così che il piccolo

Enrico Brunelli, eroe di San Giorgio nel 1929L A N O S T R A S T O R I A

diMario Nicoli Remo scivo-lò acciden-talmentedentro unfossato e,non sapen-do nuotare,rischiò di af-fogare sot-t’acqua. Enri-co, resosi subito conto del pericolo, non ci pensòdue volte, e si tuffò. Con gesti disperati riuscì aspingere il fratellino verso la riva così che potesseaggrapparsi e mettersi in salvo. Ma lui non ebbe al-trettanta fortuna: stremato dagli sforzi compiuti,poco pratico di nuoto, scivolando in continuazionesul fango, non riuscì a emergere dall’acqua. A que-sto punto accorse il padre, che tentò invano di sal-varlo; ormai il figlio era in stato di asfissia e, nonostante le cure prestate, dopo qualche ora mo-rì. L’eco di quel tragico avvenimento oltrepassò iconfini del Comune di Sona. Nel 1930, infatti, condecreto reale lo Stato italiano assegnò alla memo-ria di Enrico Brunelli una medaglia d’argento alvalore civile. Analogo riconoscimento, in oro, fuconferito nello stesso anno dalla “Fondazione Car-negie”, un ente sorto nel 1911 per premiare gli at-ti di coraggio e eroismo compiuti in tempo di pace. La cerimonia della premiazione avvenne domenica30 marzo 1930 nel teatro parrocchiale di Sona. Ilpodestà del Comune, cavalier Luigi Tonelato, do-po aver letto la motivazione che accompagnava

l’onorificenza, appuntò la medaglia sul petto di An-gelo Brunelli, padre di Enrico, mentre la bandamunicipale intonava la “Marcia Reale”; poi lo ab-bracciò, comunicandogli con quel gesto la solida-rietà di tutta la popolazione. La cronaca dell’eventofu riportata sul quotidiano L’Arena.Il rischio era che, con il trascorrere del tempo, lamemoria di quel nobile gesto andasse perduta. Co-sì non è stato, grazie all’iniziativa del Comune diSona che deliberò, alcuni anni fa, di intitolare unavia di San Giorgio in Salici, in località San Rocco,a Enrico Brunelli.

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ri con smalti e vernici al solven-te ed all’acqua e tutto il neces-sario per chi si dedica all’-hobby della tinteggiatura. Il re-parto casalinghi cerca di sod-disfare piccole e semplici ne-cessità che può avere unadonna in casa, dagli utensiliche si utilizzano solitamentein cucina alle piccole idee regalo che si vorrebbe-ro fare senza particolari impegno. Il reparto ferra-menta ricopre il 75% della superficie e descriverela moltitudine di prodotti che possono essere pre-senti è quasi impossibile, se ne dimenticherebbesempre qualcuno. Vale la pena venire a fare un giro in Via Prele 11a Palazzolo, per poter rendersi conto della quanti-tà degli articoli e qualità del servizio che viene of-ferto, e dove vengono soddisfatte le esigenze deiclienti con prodotti e soprattutto con una compe-tenza e disponibilità, che i centri commerciali nonsono in grado di fornire.Cristian ed Erika vi attendono per risolvere al me-glio le vostre richieste, con orario dal lunedì al ve-nerdì 8 – 12,30 e 15 - 19, il sabato 8 – 12,30.

Nel 1940 arrivò a Palazzolo la famiglia Ragazzo.Venivano da Padova e subito vennero chiamati “IPadoàni”. Gino lavorava in campagna e sposòuna ragazza del paese, Stella Modena. Brunoera uno dei tre figli e imparò il mestiere del fale-gname presso i fratelli Tinelli Aquilino e Dario. Fatto il servizio di leva, Bruno decise di mettersiin proprio avviando una piccola falegnameria conla sistemazione in Ghetto, cioè in via Piave, diuna stalla precedentemente usata dai nonni ma-terni. Poi visto che doveva andare a Bussolengoogni volta che servivano oggetti di ferramenta eb-be un’intuizione: perché non avviare una ferra-menta anche a Palazzolo?Iniziò acquistando il minimo indispensabile diutensili necessari per soddisfare le necessità del-la clientela, per i lavori che si potevano fare in ca-sa e in campagna o per gli artigiani. Come soste-gno alla nuova attività commerciale, continuò an-che con il lavoro di falegnameria. Nel settembredel 1970 nacque così a Palazzolo, in via Piave, la

ferramenta Ragazzo Bruno.Pian piano, riscontrando nella clientela molta fi-ducia, allargò sempre di più la gamma dei prodot-ti, fino a prendere la decisione, nell’agosto del1973, di spostare il negozio in centro paese,prendendo in affitto un locale in via 4 Novembre.Nell’occasione introdusse anche il reparto coloricon vernici, smalti e pennelli. Poi acquistò in ViaPrele 11, sempre una via centrale, una vecchiacasa con una piccola stalla e portico; la ristruttu-rò completamente scavando anche un piano in-terrato, ricavando al piano terra lo spazio per laferramenta e l’appartamento al piano primo. Quindi nel 1984 vi trasferì il negozio con il secon-do trasloco, e così lo spazio si allargò raggiungen-do i 300 mq di superficie ed integrando il repartocasalinghi. Dal gennaio 2011 la gestione passòai figli Cristian ed Erika, che grazie agli insegna-menti del padre, impartiti fin da quando eranomolto giovani, riuscirono ad offrire un servizio at-tento e soprattutto una buona risposta al clienteper tutte le esigenze.Un punto di forza, soprattutto negli ultimi anni, èla vendita e montaggio di zanzariere e venezia-ne. Ad oggi il negozio è fornito di un reparto colo-

Palazzolo: Ragazzo, che ferramenta!R E D A Z I O N A L E

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Uno dei motti che Baden Powell, fondatore delloscoutismo, ha lasciato in eredità ai suoi ragazzi è"Siate sempre pronti!". L'esser sempre pronti riguar-da non solo la vita di tutti i giorni, ma anche lesituazioni di emergenza, come può essere un ter-remoto o un'alluvione, in cui è scossa la vita di cen-tinaia o, addirittura, migliaia di persone. L'AGESCIinfatti è a tutti gli effetti compresa nell'organizzazio-ne della Protezione Civile Nazionale, soprattuttocon compiti di animazione. Per questo la Comunità

Scout di Lugagnano: Giornata dell’Apertura assieme al SOSV O L O N T A R I A T O

Capi ha proposto al SOS di Sona di organizzare perla giornata di apertura dell'anno scout una esercita-zione di montaggio di un vero e proprio campo incui i ragazzi avessero un ruolo attivo. Alle otto di do-menica 14 ottobre, nello spazio verde della Parroc-chia, i ragazzi di tutte le età (lupetti, esploratori eguide, noviziato e clan) sono stati suddivisi in variesquadre, capitanate ciascuna da alcuni membri del-la Protezione Civile, ognuna con un compito speci-fico e indispensabile nell'operazione di reale allesti-mento del campo: dalla segreteria per registrare gliospiti (le famiglie dei ragazzi) al punto medicoavanzato con tanto di ambulanza e soccorritori, dal-le tende alla cucina (che poi ha sfamato tutti) al-l'impianto dei servizi igienici, dal servizio di vigilan-za a quello di coordinamento generale. I ragazzihanno potuto toccare con mano cosa significhi es-sere sempre pronti ed efficienti, pronti a risponderecon il sorriso e la buona volontà alle esigenze di chiha più bisogno. Per questo, come gruppo e comeComunità Capi, ringraziamo di cuore il SOS e laProtezione Civile di Sona per l'esempio che hannofornito ai nostri ragazzi e per averci donato il lorotempo per questa esercitazione da cui siamo usci-ti più consapevoli e arricchiti di nuove conoscenzee responsabilità.

di Filippo Mazzi

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