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UTOPIA WEEKLY REPORT 22 maggio 2020 In Confindustria comincia l’era Bonomi In settimana Carlo Bonomi si è insediato uf- ficialmente al vertice della Confindustria, an- nunciando l’assemblea pubblica per settem- bre in cui sarà presentato il piano per l’Italia al 2030 e al 2050. Ai tempi del primo governo Conte, l’allora presidente di Assolombarda ebbe a ritagliarsi un ruolo di duro oppositore delle politiche di spesa concepite fra mille po- lemiche da grillini (decreto dignità, reddito di cittadinanza) e leghisti (quota 100). L’atteg- giamento di sfida di Bonomi è proseguito in maniera più sfumata anche dopo, quando la crisi della scorsa estate ha decretato lo spo- stamento a sinistra del baricentro dell’esecu- tivo e l’allontanamento dal potere di Salvini. L’elezione di mercoledì 20 maggio è stata de- scritta come un vero e proprio voto bulgaro: Bonomi ha raccolto 818 voti a favore, nes- suno contrario e soltanto un’astensione. Il neopresidente di Viale dell’Astronomia ha avuto la meglio nella lotta di potere interna al mondo degli industriali italiani forte del ruolo apicale detenuto in seno ad Assolom- barda nel momento di massimo rilancio eco- nomico e culturale vissuto da Milano nell’ul- timo decennio, che ha impedito agli altri can- didati di costruire modelli alternativi altret- tanto credibili di quello meneghino. Questo modello è stato colpito al cuore dall’onda d’urto del coronavirus, un evento imprevisto che costringerà Bonomi a ricalibrare la sua narrazione dalla retorica della rottamazione a quella della ricostruzione. Spetterà a lui il compito di dar voce agli industriali al tempo della peggiore crisi economica dalla fine della seconda guerra mondiale, oltre che di mas- simo sbandamento dei partiti italiani. Da questo punto di vista il plebiscito elettorale di mercoledì denota l’evidente compattamento della Confindustria attorno a un leader ener- gico le cui prime uscite pubbliche hanno de- notato un radicale cambio di passo rispetto alla precedente e paludata gestione-Boccia. In ballo c’è da rimettere al centro del discorso il tema della politica industriale italiana, sconfiggendo il sentimento antindustriale o della decrescita felice che permane ampi set- tori della classe dirigente nazionale e dell’opi- nione pubblica. Senza doversi per questo le- gare a un referente partitico, ma al contrario scommettendo proprio sull’attuale momento di fragilità istituzionale che caratterizza il Paese per rilanciare il ruolo della Confindu- stria. Tanto più quando c’è da giocare l’enorme partita per la distribuzione delle ri- sorse per la ricostruzione post-Covid. Prova ne sia il successo immediato ottenuto in occa- sione del decreto Rilancio, con la conquista dell’abolizione dell’Irap – sia pure solo per un anno e per un numero limitato di aziende. Bonomi ha tenuto per sé le deleghe più im- portanti su Politiche industriali ed Europa e anche quella sul Centro studi, mentre verrà affiancato da una squadra di fedelissimi tra cui spiccano Luigi Gubitosi, ad di Telecom, e Maurizio Stirpe, già Confindustria Lazio e ben inserito nella Lega calcio, con delega al Lavoro e alle Relazioni industriali. L’attivi- smo politico di Bonomi è emerso natural- mente in occasione del discorso agli associati di questa settimana: la politica abbandoni la tentazione dello Stato-padrone, che stabilisce le regole del gioco e si fa esso stesso giocatore. Sì invece a massicci investimenti pubblici e privati perché l’Italia possa ripartire, a co- minciare da: innovazione e ricerca, capitale umano, sostenibilità ambientale e sociale delle imprese tricolore.

In Confindustria comincia l’era Bonomi · Confindustria. Luigi Gubitosi Digitale Nato nel 1961 a Napoli. AD e DG di Telecom Italia. Ha ricoperto incarichi di vertice nel Gruppo

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Page 1: In Confindustria comincia l’era Bonomi · Confindustria. Luigi Gubitosi Digitale Nato nel 1961 a Napoli. AD e DG di Telecom Italia. Ha ricoperto incarichi di vertice nel Gruppo

UTOPIA WEEKLY REPORT

22 maggio 2020

In Confindustria comincia l’era Bonomi

In settimana Carlo Bonomi si è insediato uf-ficialmente al vertice della Confindustria, an-nunciando l’assemblea pubblica per settem-bre in cui sarà presentato il piano per l’Italia al 2030 e al 2050. Ai tempi del primo governo Conte, l’allora presidente di Assolombarda ebbe a ritagliarsi un ruolo di duro oppositore delle politiche di spesa concepite fra mille po-lemiche da grillini (decreto dignità, reddito di cittadinanza) e leghisti (quota 100). L’atteg-giamento di sfida di Bonomi è proseguito in maniera più sfumata anche dopo, quando la crisi della scorsa estate ha decretato lo spo-stamento a sinistra del baricentro dell’esecu-tivo e l’allontanamento dal potere di Salvini. L’elezione di mercoledì 20 maggio è stata de-scritta come un vero e proprio voto bulgaro: Bonomi ha raccolto 818 voti a favore, nes-suno contrario e soltanto un’astensione. Il neopresidente di Viale dell’Astronomia ha avuto la meglio nella lotta di potere interna al mondo degli industriali italiani forte del ruolo apicale detenuto in seno ad Assolom-barda nel momento di massimo rilancio eco-nomico e culturale vissuto da Milano nell’ul-timo decennio, che ha impedito agli altri can-didati di costruire modelli alternativi altret-tanto credibili di quello meneghino. Questo modello è stato colpito al cuore dall’onda d’urto del coronavirus, un evento imprevisto che costringerà Bonomi a ricalibrare la sua narrazione dalla retorica della rottamazione a quella della ricostruzione. Spetterà a lui il compito di dar voce agli industriali al tempo della peggiore crisi economica dalla fine della seconda guerra mondiale, oltre che di mas-simo sbandamento dei partiti italiani. Da questo punto di vista il plebiscito elettorale di mercoledì denota l’evidente compattamento

della Confindustria attorno a un leader ener-gico le cui prime uscite pubbliche hanno de-notato un radicale cambio di passo rispetto alla precedente e paludata gestione-Boccia. In ballo c’è da rimettere al centro del discorso il tema della politica industriale italiana, sconfiggendo il sentimento antindustriale o della decrescita felice che permane ampi set-tori della classe dirigente nazionale e dell’opi-nione pubblica. Senza doversi per questo le-gare a un referente partitico, ma al contrario scommettendo proprio sull’attuale momento di fragilità istituzionale che caratterizza il Paese per rilanciare il ruolo della Confindu-stria. Tanto più quando c’è da giocare l’enorme partita per la distribuzione delle ri-sorse per la ricostruzione post-Covid. Prova ne sia il successo immediato ottenuto in occa-sione del decreto Rilancio, con la conquista dell’abolizione dell’Irap – sia pure solo per un anno e per un numero limitato di aziende. Bonomi ha tenuto per sé le deleghe più im-portanti su Politiche industriali ed Europa e anche quella sul Centro studi, mentre verrà affiancato da una squadra di fedelissimi tra cui spiccano Luigi Gubitosi, ad di Telecom, e Maurizio Stirpe, già Confindustria Lazio e ben inserito nella Lega calcio, con delega al Lavoro e alle Relazioni industriali. L’attivi-smo politico di Bonomi è emerso natural-mente in occasione del discorso agli associati di questa settimana: la politica abbandoni la tentazione dello Stato-padrone, che stabilisce le regole del gioco e si fa esso stesso giocatore. Sì invece a massicci investimenti pubblici e privati perché l’Italia possa ripartire, a co-minciare da: innovazione e ricerca, capitale umano, sostenibilità ambientale e sociale delle imprese tricolore.

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Confindustria – la nuova squadra di presidenza

Dopo la designazione in Consiglio Generale dello scorso 16 aprile, il 20 maggio l'assemblea di Confindustria ha ufficialmente eletto Carlo Bonomi presidente dell'Associazione per il prossimo quadriennio (fino a maggio 2024). Lo scorso 30 aprile, inoltre, il Consiglio Generale aveva già approvato la nuova squadra di Presidenza presentata dallo stesso Bonomi.

Carlo BonomiIl nuovo Presidente di Confindustria è nato a Crema il 2 agosto 1966, ha ricoperto la carica di presidente di Assolombarda dal 2017 e dal luglio 2019 anche della Fondazione Assolombarda. Imprenditore del settore biomedicale è stato Presidente del Gruppo Tecnico per il Fisco nella squadra di Vincenzo Boccia.

VICEPRESIDENTI ELETTIVI

Barbara BeltrameInternazionalizzazione

Padovana, classe 1979, è responsabile comunicazione e marketing di Afv Beltrame Group e vicepresidente di Confindustria Vicenza, con delega Education e Università.

Giovanni BrugnoliCapitale umano

Riconfermato. Classe 1970, è Presidente del consiglio di amministrazione della TibaTricot Srl, società leader nella produzione di tessuti e ha guidato l'Unione industriali di Varese.

Francesco De SantisRicerca e Sviluppo

Presidente della ItalfarmacoHolding Spa e dal 2013 alla presidenza di ItalfarmacoSpa. Vicepresidente di Farmindustria, è stato membro del Comitato tecnico Ricerca e Innovazione di Confindustria.

Luigi GubitosiDigitale

Nato nel 1961 a Napoli. AD e DG di Telecom Italia. Ha ricoperto incarichi di vertice nel Gruppo Fiat, in Wind Telecomunicazioni e in Bankof America Merrill Lynch Italia. Direttore generale della Rai dal 2012 al 2015.

Alberto MarenghiOrganizzazione, Sviluppo e Marketing Associativo

Romano classe 1976, vive a Mantova. AD di Cartiera Mantovana srl, amministratore di Cartiera Galliera srl e vicepresidente Sumus Italia srl.Dal 2014 al 2019 è stato presidente di Confindustria Mantova.

Maurizio MarchesiniFiliere e Medie Imprese

Classe 1955, è presidente di Marchesini Group Spa (packaging di prodotti farmaceutici e cosmetici). È stato presidente di UnindustriaBologna, Presidente di Confindustria Emilia Romagna (2012-2017) e vicepresidente di Simest (2015-2019).

Natale MazzucaEconomia del Mare e Mezzogiorno

Nato a Cosenz, 55 anni, è Amministratore e Direttore Tecnico della Ma.Co srl, la società di famiglia (edilizia pubblica e privata). Presidente di Unindustria Calabria, del Digital innovation HubCalabria, e presidente del Comitato per la Coesione territoriale di Confindustria.

Emanuele OrsiniCredito, Finanza e Fisco

Nato a Sassuolo nel 1973. Dopo gli studi, ha lavorato in Sistem Costruzioni, azienda di famiglia leader in edilizia in legno e logistica industriale. Nel 2017 è presidente di FederlegnoArredo e Federlegno Arredo Eventi Spa, società proprietaria del Salone del Mobile di Milano.

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Maria Cristina PiovesanaAmbiente e Sostenibilità

Nata nel Trevigiano nel 1965, fin da ragazza ha collaborato nella conduzione dell'azienda A.l.f. Uno spa (produzione di mobili). Nel 2014 l'elezione a presidente di UnindustriaTreviso.

Maurizio StirpeLavoro e RelazioniIndustriali

Riconfermato. Classe 1958. È presidente di Prima spa (componentistica in plastica per l'industria dell'auto, della moto e degli elettrodomestici). È presidente del Frosinone calcio.

Natale MazzucaEconomia del Mare e Mezzogiorno

Nato a Cosenza, 55 anni, è Amministratore e Direttore Tecnico della Ma.Co srl, la società di famiglia (edilizia pubblica e privata). Presidente di Unindustria Calabria, del Digital innovation HubCalabria, e presidente del Comitato per la Coesione territoriale di Confindustria.

Emanuele OrsiniCredito, Finanza e Fisco

Nato a Sassuolo nel 1973. Dopo gli studi, ha lavorato in Sistem Costruzioni, azienda di famiglia leader in edilizia in legno e logistica industriale. Nel 2017 è presidente di FederlegnoArredo e Federlegno Arredo Eventi Spa, società proprietaria del Salone del Mobile di Milano.

VICEPRESIDENTI DI DIRITTO

Carlo RobiglioPiccola Industria

Nato a Torino, classe 1963. Fondatore, presidente e ceo del Gruppo Ebano, holding che opera in campo editoriale, leader di mercato in Italia nei corsi professionali, nella formazione a distanza e nell'e-learning.

Alessio RossiGiovani Imprenditori

Classe 1979, romano. È presidente esecutivo della Imaco Spa, realtà attiva nel settore delle costruzioni generali. È stato presidente del Gruppo Giovani di Unindustria Lazio.

Vito GrassiConsiglio delle Rappresentanze Regionali

61 anni, napoletano. È anchepresidente di Unione Industriale Napoli e Confindustria Campania dal 2018. Imprenditore del settore energetico, è amministratore delegato di Graded Spa.