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INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PREMESSA Il presente documento nasce dall’esigenza di definire pratiche condivise all’interno della scuola in tema di inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali e consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella Legge Quadro n. 104/92 (Disabilità) e successivi decreti applicativi, nella Legge 170/2010 (Disturbi Specifici di Apprendimento), nel D.M. del 27/12/2012, nella C.M. n. 8 del 06/03/2013 e successive note (Alunni in situazione di svantaggio). Gli obiettivi del documento sono i seguenti: definire buone prassi di inclusione condivise all’interno delle scuole; facilitare l’ingresso degli alunni nel sistema scolastico e sociale; realizzare l’inclusione attraverso un processo quotidiano che si esplichi nell’incontro e nel confronto con le differenze e nella valorizzazione di saperi e abilità alternative, ma non meno significative. promuovere lo sviluppo delle competenze di cittadinanza; collaborare alla realizzazione del progetto di vita globale degli alunni, progettando percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che facciano coesistere socializzazione e apprendimenti; promuovere iniziative di comunicazione e collaborazione tra scuola, famiglie, Comuni, Enti territoriali, ASL. adottare forme di verifica e valutazione collegiali adeguate ai bisogni formativi degli studenti; monitorare le azioni a livello territoriale; proporre adattamenti e miglioramenti condivisi. Una finalità importante della Istituto Comprensivo “Villa Verrocchio” è da anni quella di garantire la migliore qualità di vita possibile a tutti i suoi studenti ed in particolare a quei cittadini che a causa di problematiche personali, culturali o sociali partono già da una condizione di svantaggio. Si tratta di un approccio multidimensionale teso a promuovere un miglioramento della qualità della vita, di tutti gli studenti in difficoltà, sotto l’aspetto dell’autonomia e del benessere, nella prospettiva del progetto di vita della persona, alla cui base non troviamo più, oggi, il solo processo di integrazione ma un progetto molto più ampio, mirato ed articolato di inclusione. Per promuovere l’accoglienza e l’inclusione di tutti gli alunni nel contesto scolastico ed extrascolastico, è necessario coinvolgere la comunità educante nella sua totalità; l ’ottica è quella della rete e delle risorse, formata da tanti nodi corrispondenti ai diversi punti di forza del sistema. La piena inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) è un obiettivo che la scuola persegue attraverso una progettualità articolata, valorizzando le risorse del territorio e le professionalità interne. E’ necessario dunque, progettare un sistema scolastico che preveda interventi per vari tipi di bisogni, affinché il processo di inclusione si connaturi naturalmente nel sistema.

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INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

PREMESSA

Il presente documento nasce dall’esigenza di definire pratiche condivise all’interno della scuola in

tema di inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali e consente di attuare in modo

operativo le indicazioni normative contenute nella Legge Quadro n. 104/92 (Disabilità) e successivi

decreti applicativi, nella Legge 170/2010 (Disturbi Specifici di Apprendimento), nel D.M. del

27/12/2012, nella C.M. n. 8 del 06/03/2013 e successive note (Alunni in situazione di svantaggio).

Gli obiettivi del documento sono i seguenti:

definire buone prassi di inclusione condivise all’interno delle scuole;

facilitare l’ingresso degli alunni nel sistema scolastico e sociale;

realizzare l’inclusione attraverso un processo quotidiano che si esplichi nell’incontro e nel

confronto con le differenze e nella valorizzazione di saperi e abilità alternative, ma non

meno significative.

promuovere lo sviluppo delle competenze di cittadinanza;

collaborare alla realizzazione del progetto di vita globale degli alunni, progettando percorsi

comuni di individualizzazione o personalizzazione che facciano coesistere socializzazione e

apprendimenti;

promuovere iniziative di comunicazione e collaborazione tra scuola, famiglie, Comuni, Enti

territoriali, ASL.

adottare forme di verifica e valutazione collegiali adeguate ai bisogni formativi degli

studenti;

monitorare le azioni a livello territoriale;

proporre adattamenti e miglioramenti condivisi.

Una finalità importante della Istituto Comprensivo “Villa Verrocchio” è da anni quella di garantire

la migliore qualità di vita possibile a tutti i suoi studenti ed in particolare a quei cittadini che a causa

di problematiche personali, culturali o sociali partono già da una condizione di svantaggio. Si tratta

di un approccio multidimensionale teso a promuovere un miglioramento della qualità della vita, di

tutti gli studenti in difficoltà, sotto l’aspetto dell’autonomia e del benessere, nella prospettiva del

progetto di vita della persona, alla cui base non troviamo più, oggi, il solo processo di integrazione

ma un progetto molto più ampio, mirato ed articolato di inclusione.

Per promuovere l’accoglienza e l’inclusione di tutti gli alunni nel contesto scolastico ed

extrascolastico, è necessario coinvolgere la comunità educante nella sua totalità; l’ottica è quella

della rete e delle risorse, formata da tanti nodi corrispondenti ai diversi punti di forza del sistema.

La piena inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) è un obiettivo che la scuola

persegue attraverso una progettualità articolata, valorizzando le risorse del territorio e le

professionalità interne.

E’ necessario dunque, progettare un sistema scolastico che preveda interventi per vari tipi di

bisogni, affinché il processo di inclusione si connaturi naturalmente nel sistema.

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Chi sono gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)?

La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 espone quanto segue: “Ogni alunno, con

continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici,

biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le

scuole offrano adeguata e personalizzata risposta …………….In ogni classe ci sono alunni che

presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: disabilità, disturbi

specifici o aspecifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, svantaggio economico,

sociale e culturale, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua

……………è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli

alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale”.

La Direttiva ministeriale pone l’attenzione sugli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione,

ostacoli che si possono manifestare quotidianamente in ogni aspetto e in ogni fase della vita

scolastica dell’alunno e nella comunità locale.

Affinché, la diversità venga dunque considerata effettivamente come ricchezza per tutta la comunità

educante è necessario che attraverso il curricolo si promuovano percorsi formativi inclusivi che

prevedano scelte organizzative coinvolgenti l’intero contesto scolastico, le famiglie e le risorse

presenti sul territorio. Nella progettazione del curricolo, si rileverà il passaggio dalla differenza alle

differenze, dalle categorie diagnostiche ad un intervento inclusivo atto a rimuovere gli ostacoli al

pieno sviluppo della persona e dell’equità tra persone. L’attenzione verrà posta non più solo al

deficit ma alle specificità individuali di ogni studente, alle quali si risponderà con interventi e

competenze didattiche e pedagogiche diversificate ma ben integrate tra loro che vivranno insieme

alla didattica comune a tutti gli alunni della classe.

La direttiva estende a tutti gli studenti in situazione di svantaggio, il diritto alla personalizzazione e

all’individualizzazione degli apprendimenti.

La C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 recita: “Fermo restando l'obbligo di presentazione delle

certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito

doveroso dei Consigli di classe indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione

di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative,

nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.

Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico

Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo

un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i

criteri di valutazione degli apprendimenti.

In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso

come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è

bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative

calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES,

privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in

maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-

strumentale.

L’attivazione di un percorso individualizzato e/o personalizzato per uno studente con Bisogni

Educativi Speciali viene deliberata in Consiglio di classe dando luogo al PDP, firmato dal

Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla

famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura

di includere nel PDP apposita autorizzazione o rifiuto da parte della famiglia.

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“Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe motiverà

opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e

didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.”

N.B. Per i nuovi casi, il PDP deve essere redatto entro 30 giorni lavorativi dalla data di

presentazione della diagnosi o dalla delibera del Consiglio di classe/o interclasse.

Non più dunque solo integrazione ma inclusione di tutti e di ciascuno.

INTEGRAZIONE INCLUSIONE

Art. 34 della Costituzione italiana:

“La scuola è aperta a tutti”

“L’integrazione potrebbe riguardare soltanto gli alunni

disabili, l’inclusione risponde invece in maniera

individualizzata ai vari Bisogni Educativi Speciali, mostrati

da un numero crescente di alunni. L’inclusione sarà

possibile con un miglioramento metodologico sul piano

organizzativo e delle risorse della didattica ordinaria”. (A.

Canevaro, D. Ianes “Trasformare l’integrazione in

inclusione”).

La progettazione dell’inclusione necessita di:

trasformarsi in una cultura e un modo di essere nel

quotidiano;

fornire un substratum per integrare/includere tutte

le differenze;

prevedere un approccio centrato sulla relazione e

l’affettività;

prevedere una serie di interventi coerenti;

avere come fine lo sviluppo dell’autonomia dei

soggetti da educare;

coinvolgere tutta la comunità educante

(insegnanti, operatori della scuola, genitori,

agenzie formative, realtà di volontariato,

parrocchie, centri ricreativi…) evitando inutili e

dannose deleghe.

Direttiva MIUR del 27/12/2012 recante:

“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni

Educativi Speciali (BES) e organizzazione territoriale per

l’inclusione scolastica”.

Sulla base di una pedagogia inclusiva, la scuola si impegna

a strutturare un contesto scolastico concepito come

Comunità di apprendimento, nel quale ogni soggetto è

coinvolto nell’esprimere una personale e attiva

partecipazione alle attività, tali da permettere agli alunni

con Bisogni Educativi Speciali “di apprendere competenze

in modo più naturale, osservando cioè persone agire

normalmente e non dovendo dipendere da azioni

professionali specificamente mirate soltanto a loro e che

cessano di esistere al di fuori dei setting educativi “(D.

Ianes).

La realizzazione di una pedagogia inclusiva si basa sui

seguenti principi (tratti dai documenti dell’UNESCO):

tutti i bambini possono imparare;

tutti i bambini sono diversi;

la diversità è un punto di forza;

l’apprendimento si sviluppa attraverso la

cooperazione tra insegnanti, genitori e comunità.

INTEGRAZIONE/INCLUSIONE

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ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

Normativa di riferimento

(Tutte le tipologie di alunni BES sono

disciplinate dalla Direttiva Ministeriale

del 27/12 2012)

Tipologia alunni con Bisogni

Educativi Speciali (BES)

Modalità di individuazione

Legge 104/1992 Alunni con disabilità Certificazione ASL

Legge 170/2010 Disturbi Specifici

dell’Apprendimento

Certificazione ASL

Nota ministeriale 6013/2009 Sindrome ADHD Certificazione ASL

Le nuove Linee Guida per l’inclusione

degli alunni stranieri del febbraio 2014

– Nota Miur 19/02/2014 – D.M.

27/12/2012

Svantaggio linguistico culturale

Individuazione docenti del Consiglio di

classe

D.M. 27 dicembre 2012 Alunni in situazione di

svantaggio continuativo o

temporaneo che evidenziano:

Disturbi Evolutivi

Specifici;

Deficit del linguaggio e/o

delle abilità non verbali;

Deficit della

coordinazione motoria;

Deficit dell’attenzione e

dell’iperattività (ADHD);

Disturbo oppositivo -

provocatorio (DOP);

Svantaggio socio-

economico, linguistico -

culturale e

comportamentale.

Individuati dai docenti del Consiglio di

classe sulla base di considerazioni

pedagogiche e didattiche e per i quali, se

ritenuto opportuno, è necessaria

l’adozione della personalizzazione della

didattica ed eventualmente l’adozione dei

mezzi compensativi e dispensativi

previste dalla Legge 170/2010.

ALUNNI BES CON DISABILITA’

Per poter comprendere il mondo degli alunni con disabilità è necessario apprendere, ricercare e conoscere le

caratteristiche della patologia e del contesto sociale di appartenenza, allo scopo di poter attivare strategie

efficaci per promuoverne l’inclusione, l’autonomia, l’autocontrollo, le abilità di autotutela e creare un clima

di apprendimento e convivenza calmo e sereno.

E’ personale convinzione dei docenti della nostra scuola che in tutte le forme di disabilità, anche le più

complesse, vi siano delle potenzialità sulle quali poter far leva per avviare e promuovere processi di

autonomia che investano la globalità della persona, e che le migliori strategie siano quelle suggerite dalla

ricerca, dall’osservazione, dall’esperienza diretta e dal buon senso.

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PROPOSTA FORMATIVA PER L’INTEGRAZIONE/INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON

DISABILITA’

La scuola cercherà di rappresentare con le sue finalità formative, educative e metodologiche, il luogo adatto

per:

avviare un reale processo di integrazione/inclusione, valorizzando le identità, e proponendo la

presenza degli alunni, come occasione di crescita personale, di nuovi apprendimenti, di scoperta

della cultura della solidarietà, dell’accoglienza, del reciproco rispetto e del mutuo soccorso.

attivare al suo interno gruppi operativi, per produrre inclusione, apprendimenti e autonomia e

programmare attività didattiche e di socializzazione. Tali attività si baseranno sulla partecipazione

attiva dei discenti, i quali cercheranno di apprendere cooperando e sperimentando, divenendo così,

protagonisti della loro crescita.

sostenere gli alunni nel recepire in modo corretto il giusto spirito dell’integrazione/inclusione, che la

legge 104 cerca di favorire dal lontano 1992, anno della sua entrata in vigore. Tutto ciò ponendo in

atto strategie ispirate alla mediazione e alla comunicazione , sostenute dallo sforzo continuo di

evitare delle barriere culturali che in certi momenti e in particolari contesti, potrebbero sorgere

spontanee;

favorire una relazione di collaborazione tra gli alunni, affinché il loro percorso formativo non sia

finalizzato a se stesso, ma possa realmente essere spendibile nella vita pratica quotidiana.

elaborare progetti di vita per gli alunni con disabilità, che riguarderanno la loro crescita personale e

sociale ed avranno quale scopo principale la realizzazione in prospettiva, dell’innalzamento della

loro qualità di vita. Ciò anche attraverso la predisposizione di percorsi volti sia a sviluppare il senso

di autoefficacia e i sentimenti di autostima, sia al conseguimento delle competenze necessarie per

vivere in contesti di esperienza comuni. Il progetto di vita, includendo un intervento che va oltre il

periodo scolastico e aprendo l’orizzonte di un futuro possibile, dovrà essere collegiale, condiviso

dalla famiglia e dagli altri soggetti coinvolti nel processo di integrazione/inclusione.

L’attività della scuola si esplica in primis tramite:

un approccio olistico che tenga conto, non solo delle caratteristiche della patologia ma:

del funzionamento della persona nella sua totalità, ne favorisca l’evoluzione positiva e non si

esaurisca in una serie di prassi didattiche, seppur efficaci;

della formulazione del Progetto di vita globale per lo studente;

della presa in carico della persona da parte di tutta la comunità educante (insegnanti, operatori

scolastici, ASL, Enti di varia natura ecc…), nella condivisione di patti educativi e progetti didattici

forti, coerenti ed efficaci;

della considerazione dei contesti ambientali che spesso creano delle barriere che non sono

modificabili semplicemente attraverso interventi didattici rivolti solo all’alunno con disabilità, ma a

tutti gli alunni in situazione di svantaggio temporaneo o continuativo;

dell’arricchimento dei contesti ambientali di fattori facilitanti;

della predisposizione del contesto, attraverso la trasformazione della classe in una vera comunità di

apprendimenti e relazioni, all’interno della quale si possa vivere un senso di appartenenza, di

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partecipazione, di serenità, di solidarietà e condivisione.

di una varietà di forme di sostegno che corrisponda alle effettive potenzialità e necessità di tutti gli

alunni, facendoli diventare a loro volta soggetti attivi nei processi di inclusione;

di potenziare e rendere speciali le strategie di insegnamento e di sviluppo di competenze.

ACCOGLIENZA DELL’ALUNNO A SCUOLA

Prima dell’ingresso dell’alunno a scuola è necessaria una fase di conoscenza dello stesso, attraverso:

l’esame del curriculum scolastico dell’alunno, tramite la consultazione della documentazione

presente nella scuola (D.F., PEI e P.D.F. precedenti, relazione finale …) e ponendo particolare

attenzione alla sua esperienza integrativa;

l’avvio del lavoro di collaborazione e di intesa (accordo educativo) tra gli insegnanti curriculari

che lo seguono nell’attuale ordine e grado di scuola;

la raccolta di preziose informazioni dalla famiglia e dall’alunno stesso in un preliminare

colloquio informale, non strutturato, necessario per elaborare un intervento più direttivo e

competente nell’area delle social skills e dell’apprendimento in generale;

i colloqui con gli insegnanti precedenti e gli specialisti;

Prima dell’inizio delle lezioni è utile far conoscere all’alunno il contesto scolastico, attraverso una visita

guidata ( conoscenza degli spazi, degli insegnanti, del personale ATA ecc…).

Dopo l’ingresso dell’alunno a scuola

Inserimento dell’alunno nella classe, con preliminare strutturazione del clima di apprendimento e

degli spazi;

progettazione di osservazioni casuali e sistematiche relative all’alunno inserito nel gruppo classe,

attraverso l’utilizzo di griglie strutturate (durante i momenti di gioco, di lavoro individuale e di

gruppo, di intervento individualizzato ecc…);

Per poter progettare un intervento educativo, per approfondire le conoscenze relative allo sviluppo psico-

fisico dell’alunno, per capirne i comportamenti, ma soprattutto i cambiamenti, è indispensabile progettare un

intervento di osservazioni sistematiche in chiave cronologica che tenga conto non solo delle caratteristiche

della patologia e delle conseguenze sue funzional, ma anche della capacità di interazione del soggetto, del

suo sviluppo e dell’influenza dell’ambiente, del contesto e delle relazioni (visione olistica).

E’ molto utile a tal proposito, ricorrere all’utilizzo dello strumento dell’analisi funzionale dei comportamenti

di tutti gli alunni inseriti nel gruppo classe.

In relazione ai comportamenti-problema, l’analisi funzionale risulta fondamentale, al fine di determinarne la

reale problematicità ed organizzare un piano di intervento integrato, teso a definire i modi, i tempi e gli

strumenti necessari sia alla modifica e/o estinzione del comportamento stesso, sia al recupero degli

apprendimenti e allo sviluppo del massimo grado possibile di autonomia, di socializzazione e di inclusione.

promozione dell’interazione e dello spirito di collaborazione nel gruppo dei pari;

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definizione dell’orario dell’alunno che tenga conto dei suoi bisogni, delle potenzialità e difficoltà,

dei tempi di concentrazione e attenzione, e dell’organizzazione delle attività (tutoring, peer-tutoring,

cooperative learning, interventi individualizzati e/o personalizzati ecc…);

Normativa di riferimento per l’integrazione/

inclusione

Strumenti di integrazione/inclusione

(La documentazione)

-Art.3 ed art 4 della Costituzione;

Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e

i diritti delle persone con disabilità;

-Convenzione ONU per i diritti delle persone con

disabilità;

-Legge 5 febbraio 1992, n.104;

-Decreto del Presidente della Repubblica del

24/02/1994

Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti

delle Unità Sanitarie locali in materia di disabilità;

-Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

del 23/02/2006, n.18

“Regolamento recante coordinamento delle norme

vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori

modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2

e 3 del Decreto- Legge

1/settembre 2008, n.137;

ICF (International Classification of functioning

Disability and Health): Classificazione Internazionale

del funzionamento globale della salute umana.

La documentazione comprende:

Il fascicolo personale dell’alunno: raccolta di tutti i

documenti utili a ripercorrere significativamente la storia del

discente.

L’insegnante di sostegno richiede il fascicolo all’inizio

dell’anno scolastico e lo aggiorna in corso d’anno, includendo

tutti i nuovi documenti prodotti.

Il fascicolo viene conservato in segreteria e sarà inoltrato alla

scuola di ingresso di ordine e grado superiore.

Il fascicolo comprende:

Il verbale di accertamento della disabilità;

La Diagnosi Funzionale (DF)

Raccolta di dati anamnestici, clinico-

medici, familiari e sociali:

1) Storia clinica dell’alunno;

2) diagnosi clinica e situazione attuale;

3) conseguenze funzionali ed effetti riscontrati e/o

prevedibili (difficoltà,precauzioni,farmaci,interventi

riabilitativi, protesi e controlli, operatori sanitari di

riferimento);

4) situazione familiare/persone di riferimento.

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) compilato

secondo gli assi previsti dal D.P.R.24/2/94 art.4:

Asse cognitivo

Asse affettivo-relazionale ecc…

Il P.D.F. dovrà essere aggiornato, come disposto dal comma

8 dell'art. 12 della legge 104 del 1992, a conclusione della

scuola dell’Infanzia , della Scuola Primaria e Secondaria di

primo grado, oppure all’inizio di ogni ciclo d’istruzione

successivo.

Il piano Educativo Individualizzato (PEI)

Principale strumento di lavoro, nel quale vengono fissati i

livelli di competenza nelle varie aree rispetto agli obiettivi e

STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE/INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’

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MODALITA’ DI SEGNALAZIONE

DELL’ALUNNO CON DISABILITA’

L’iter di segnalazione di un alunno in difficoltà è

disciplinato dallaCircolare emanata dall’Azienda

USL di Pescara U.O.C. di Neuropsichiatria

Infantile di Pescara il 670272012.

L’iter è il seguente:

i docenti in seguito alle osservazioni spontanee e

sistematiche condotte, se rilevano una problematica

degna di essere accertata, contattano ed informano la

famiglia, consigliandola eventualmente di prenotare

una visita specialistica per l’alunno. I genitori

reperiranno il numero telefonico, tramite il quale è

possibile prendere un appuntamento con la

coordinatrice del Servizio Sociale della

neuropsichiatria infantile di Pescara per un audit

informativo.

CERTIFICAZIONE

CHI?

Viene compilata dagli operatori della ASL;

Viene consegnata alla famiglia;

La famiglia la consegna alla scuola.

La cerificazione garantisce e rende obbligatori gli

interventi di tutela e l’assegnazione di risorse

aggiuntive (insegnante specializzato nelle attività di

sostegno, assistente).

alle attività della programmazione di classe, individuando i

punti di “contatto” tra le abilità possedute dall’alunno e i

traguardi propri del curricolo disciplinare, in funzione di una

precisa attività di lavoro che medi le esigenze dell’alunno e

del gruppo classe.

La Programmazione Educativa Individualizzata deve

contenere:

I dati anamnestici,clinico-medici dell’alunno;

I fattori bio-psico-sociali e familiari di influenza;

La storia clinica;

La situazione iniziale (potenzialità, difficoltà,

precauzioni, farmaci, interventi riabilitativi, controlli

degli operatori sanitari di riferimento ecc…);

La situazione familiare;

La situazione scolastica;

L’analisi delle varie aree di apprendimento:

Area affettivo-relazionale, area neuro-psicologica, area

dell’autonomia, aree disciplinari ( linguistico-espressiva,

logico-matematica, antropologica.. )…

La Programmazione Didattica Individualizzata, in

senso operativo.

Il PEI costituisce l’atto successivo alla Diagnosi Funzionale

ed esplica due importanti funzioni:

approfondisce le componenti cliniche della D.F. con

informazioni aggiuntive provenienti dalla scuola e

dalla famiglia;

definisce gli elementi chiave che dovranno guidare la

programmazione educativa per la piena realizzazione

dell’inclusione scolastica.

L’elaborazione della Programmazione Educativa

Individualizzata assume un carattere orientativo e non

prescrittivo, avvalendosi anche dei contributi da parte degli

operatori dell’Unità Multidisciplinare dell’Età Evolutiva. La

programmazione sarà soggetta a verifica dal punto di vista

operativo nel corso dell’anno scolastico.

Il Consiglio di classe si riserva quindi di apportare revisioni

qualora se ne ravvisi la necessità, tenendo conto anzitutto

delle potenzialità e/o difficoltà dell’allievo e in generale,

dell’andamento della programmazione della classe.

L’elaborazione del PEI presenta chiari riferimenti allo

strumento ICF CY.

Il documento vincola al segreto professionale chiunque ne

venga a conoscenza (art.622 C.P.). Esso va conservato

all’interno del fascicolo personale dell’alunno, con facoltà di

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visione da parte degli operatori che si occupano dello stesso.

A conclusione dell’anno scolastico è necessario redigere

o La Relazione finale degli interventi educativi e

didattici;

o Il modello RAS (per richiesta assistenti).

Tali documenti, come previsto dal DPR del 24/02/1994,

hanno lo scopo di rilevare le difficoltà e le potenzialità

funzionali dello studente con disabilità, allo scopo di poter

elaborare percorsi di autonomia, di socializzazione e di

apprendimento mirati e rispondenti.

Modalità d’intervento Strategie metodologiche e didattiche Sfondo pedagogico

Approccio integrato che prevede

una didattica “unica” (per tutti),

interattiva, cooperativa,

multimediale ecc…).

Data la complessità relativa ai

vari tipi di disabilità, la nostra

scuola adotta un uso flessibile ed

alternato delle possibili

modalità d’intervento. Ogni

attività ha comunque tre punti

cardine che possono essere così

riassunti:

L’analisi del compito il cui aspetto

fondamentale è quello di

frazionare un’attività

complessa in tante più

semplici;

Il modellamento l’alunno viene invitato a

riprodurre il

comportamento corretto

emesso dal modello;

La verifica che attende il grado di

generalizzazione delle

abilità, il mantenimento

della competenza

acquisita e le capacità di

autonomia rispetto

all’esecuzione di un dato

comportamento.

In via prioritaria le seguenti strategie

metodologiche e didattiche sono

volte a favorire l’inclusione degli

alunni con disabilità o con altro genere

di svantaggio:

la gestione attiva del gruppo

classe: condivisione delle

regole, partecipazione alle

scelte, alle decisioni e al

confronto continuo con il

gruppo dei pari e il resto della

comunità educante, conoscenza

del percorso formativo,

autovalutazione;

l’utilizzo delle metodologie

didattiche attive:

didattica interattiva

didattica orientativa

didattica laboratoriale

apprendimento

cooperativo

apprendimento

metacognitivo

verbalizzazione delle

esperienze di

apprendimento

riflessione critica

condivisa ecc…

la cura del clima di

apprendimento a favore del

Le scelte metodologiche e didattiche si

ispirano allo sfondo pedagogico, culturale

del modello antropologico del

funzionamento della salute umana presentato dall’Organizzazione Mondiale

della Sanità con il modello ICF

(International Classification of

Functioning disability and health) del

2002 e della versione per l’età evolutiva

del 2007, ICF CY che guardano alla

disabilità secondo una prospettiva non più

soltanto medico-sanitaria, ma bio-psico-

sociale.

La scuola predisporrà dunque, contesti di

apprendimento significativi e ambienti

facilitanti, rispettosi del funzionamento

globale della persona e del principio di

equità, che assicurino la partecipazione

attiva di tutti e favoriscano i processi

apprenditivi e di crescita di ognuno.

SCELTE METODOLOGICHE E DIDATTICHE

Page 10: INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI … · ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) Normativa di riferimento (Tutte le tipologie di alunni BES sono disciplinate dalla

benessere della persona: l’ascolto, l’empatia, la

promozione dell’agio,

l’intervento sul disagio;

l’approccio interculturale: la cultura soggettiva, l’opzione

del dialogo, la relazione

interculturale, la coesione

sociale;

Rinforzi (affettivi-cognitivi);

Modeling Dimostrazione delle abilità e

apprendimento per imitazione

del modello (insegnante);

Shaping

Metodo di insegnamento

individualizzato finalizzato alla

costruzione di abilità totalmente

assenti nell’alunno, attraverso il

rinforzo di abilità simili;

Apprendimento strutturato

Metodologia efficace

soprattutto nello sviluppo delle

abilità sociali.

INTEGRAZINE/ INCLUSIONE

GRUPPI OPERATIVI

CHI E COME

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2006 n.185 :”Regolamento recante

modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione d’handicap, ai sensi

dell’art.35, comma 7, della legge 27/12/2002, n.289” individua all’art.1, per la certificazione dell’alunno

con disabilità, un “organismo collegiale” appartenente al Servizio Sanitario Nazionale.

L’individuazione e la certificazione di disabilità sono il presupposto per l’attribuzione all’alunno con

disabilità delle misure di sostegno e inclusione.

Al processo di inclusione partecipa tutta la comunità educante: docenti curricolari, collaboratori scolastici,

personale di segreteria, le risorse presenti nel territorio (agenzie formative, enti locali, volontariato,

parrocchie, ludoteche ecc…).

La Figura Strumentale per la Disabilità

E’ rappresentata dall’insegnante specializzato per le attività di sostegno alla classe in presenza di alunni con

disabilità.

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La Figura Strumentale raccorda la comunità educante e le diverse realtà presenti su territorio (Enti

territoriali, di formazione, famiglie, ASL ecc…). Rileva i bisogni degli alunni e li comunica ai docenti di

riferimento; coordina il personale di sostegno durante le riunioni della Commissione per la Disabilità;

coordina le riunioni del Dipartimento Disabilità; fornisce consulenza ai colleghi per la stesura della

modulistica relativa all’inclusione degli alunni con Disabilità; presenta e controlla la documentazione di

riferimento per l’inclusione; predispone l’acquisto del materiale necessario per la realizzazione del processo.

L’insegnante specializzato nelle attività di sostegno alle classi in presenza di alunni con disabilità

svolge un ruolo fondamentale nel processo di integrazione/inclusione dell’alunno con disabilità ed

oggi rappresenta un punto di riferimento essenziale per tutta la comunità educante, configurandosi

come il massimo “esperto” all’interno del Consiglio di classe, in materia di inclusione di tutti gli

alunni con Bisogni Educativi Speciali,

si attiva attraverso lo studio e l’analisi della documentazione dell’alunno con disabilità:

documentazione medica, P.D.F, P.E.I., relazioni finali ecc..;

informa il Consiglio di classe sulle problematiche dell’alunno;

si adopera per attivare una reale corresponsabilità educativa e formativa di tutti i docenti che

compongono il Consiglio di classe.; la corresponsabilità si espleterà attraverso il coordinamento

delle attività didattiche e strategie quali:

il tutoring

il peer-tutoring

l’apprendimento per scoperta

la suddivisione del tempo in “tempi”

l’utilizzo di mediatori didattici

l’utilizzo di ausili e attrezzature informatiche, di software e sussidi specifici;

in sinergia con il C.d.C., l’équipe multidisciplinare e la famiglia dell’alunno con disabilità elabora il

Piano Educativo individualizzato (P.E.I.). Il P.E.I. è finalizzato a garantire le linee di continuità

educativa e si configura come un valido strumento per promuovere la piena integrazione della

persona con disabilità nella comunità educante.

Il Consiglio di classe

opera nella collegialità, effettuando scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche fortemente

condivise e nel pieno rispetto delle differenze, delle potenzialità, delle difficoltà e degli stili di

apprendimento di ognuno;

attiva procedure di osservazione: osservazioni casuali e sistematiche, che rileveranno le dinamiche

di classe ma anche l’effettivo livello e la qualità dell’integrazione/inclusione raggiunti dall’alunno

con Bisogni Educativi Speciali all’interno del gruppo classe e della comunità educante in generale;

individua gli obiettivi significativi per l’alunno diversamente abile;

definisce i momenti di collaborazione con l’insegnante specializzato nel rispetto dei bisogni del

discente con disabilità e del gruppo classe, individuando le discipline, di volta in volta interessate e

le attività.

L’insegnante curricolare e l’insegnante di sostegno

predispongono le porzioni dei curricoli disciplinari, da attivare in compresenza e non, offrendo

ognuno il proprio contributo specifico per il raggiungimento degli obiettivi in ambito cognitivo e

affettivo relazionale. Essi potranno essere filtrati, adattati ed eventualmente ridotti dall’insegnante di

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sostegno che si baserà sulle effettive potenzialità e necessità dell’alunno. I contenuti saranno

veicolati attraverso l’uso di procedure, strategie specifiche e un corredo di supporto per l’attività

operativa.

I GRUPPI OPERATIVI

Gruppi di lavoro previsti dalla Legge Quadro sull’Handicap, n.104/92

Il Gruppo di Lavoro costituito presso l’Ufficio Scolastico Provinciale (GLIP), che esplica

compiti di consulenza nei confronti del Circolo e dell’Istituto, di collaborazione con gli Enti Locali e

le ASL, per la conclusione e verifica degli Accordi di Programma.

Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)

(D.M. del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”).

Il GLI è presieduto dal Dirigente scolastico, che avrà cura di indirizzare e coordinare tutta la comunità

educante (Consigli di classe/Team docenti, personale ATA, AEC, assistenti alla comunicazione, agenzie

educative presenti su territorio ecc…).

Il GLHI (Gruppo di Studio e di Lavoro di Circolo e d’Istituto) che ha il compito di collaborare alle

iniziative educative e di integrazione predisposte dal Piano Educativo Individualizzato.

Esso è formato da:

Dirigente Scolastico, insegnanti specializzati e di classe/sezione, i genitori degli alunni, gli specialisti della

U.L.S. e dei centri di riabilitazione frequentati dagli alunni con disabilità.

Il Gruppo opera predisponendo, attuando e verificando congiuntamente " progetti educativi, riabilitativi e di

socializzazione individualizzati, nonché "forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative

extrascolastiche" (comma 1, art. 13, L. 104/92).

Il GLHO ( Gruppo operativo di lavoro per l’Handicap)

LA COMMISSIONE DISABILITA’ che si occupa dell’integrazione inclusione degli alunni con

disabilità.

Essa è formata dai docenti di sostegno, da docenti della Scuola primaria, dell’Infanzia e della Scuola

Secondaria di primo grado, dalla funzione strumentale per l’inclusione.

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STRUMENTI PER L’INCLUSIONE ALUNNI BES

ALUNNI BES CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)

La legge dell’8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di

Apprendimento in ambito scolastico), riconosce la Dislessia, la disgrafia, la discalculia e la

disortografia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

La L. 170/2010, all’art. 1, dà una definizione, con valore legislativo, dei “Disturbi Specifici di

Apprendimento”; definizione poi riproposta nelle “Linee guida sui Disturbi Specifici di

Apprendimento (DSA)”, allegate al Decreto Ministeriale 12 luglio 2011:

“ Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo

stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili

attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti,

Strumenti Cos’è Come viene usato

Il Diario di Bordo

Quaderno in cui l’insegnante di

sostegno inserisce osservazioni

su comportamenti

particolarmente positivi o

problematici che caratterizzano

l’allievo in determinati momenti

della giornata scolastica

Viene condiviso con il Consiglio di

classe come spunto di confronto

costruttivo, affinché possa

pienamente realizzarsi un “patto

educativo-formativo” tra i docenti,

nell’ambito della didattica speciale

Il sociogramma di Moreno

Si tratta di un questionario

sociometrico che mette in

evidenza le reti di

comunicazione e di conflitto in

classe

E’ uno strumento di analisi della

classe che serve al docente per

calibrare la sua attività didattica

Le carte a “T”

Vengono realizzate da alunni

coinvolti in attività di

cooperative-learning; esse

permettono di verificare

determinate abilità, come ad

esempio l’abilità di collaborare

in gruppo, saper incoraggiare…

E’ uno strumento di verifica in

itinere che l’insegnante usa per

rimodulare le attività didattiche in

base alle esigenze reali degli alunni

Check-lists

L’analisi funzionale

Analisi di comportamenti tipici

o peculiari evidenziati

dall’alunno e di comportamenti-

problema o particolarmente

disfunzionali (stereotipie, pica,

atteggiamenti oppositivi, di

fuga, insofferenza, perdita di

autocontrollo, aggressività…).

E’ indispensabile per definirne la

reale problematicità e poter porre in

atto strategie d’intervento miranti a

modificarli e/o se possibile ad

estinguerli.

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il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. E’ da notare, inoltre (e ciò non è

affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento

specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo”.

LA DISLESSIA

“Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità

della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione

ricevuta. Risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età - la

lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia

può farla somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo. Tale

considerazione è utile per l’individuazione di eventuali segnali anticipatori, fin dalla scuola

dell’infanzia” (da Linee guida sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), allegate al

D.M.12/07/2011).

“La scuola dell’Infanzia svolge un ruolo di assoluta importanza sia a livello preventivo, sia nella

promozione e nell’avvio di un corretto e armonioso sviluppo… del bambino in tutto il percorso

scolare e non solo. Com’è noto, la diagnosi di DSA può essere formulata con certezza alla fine

della seconda classa della scuola primaria…ma è questo il periodo cruciale e più delicato tanto per

il dislessico, che per il disgrafico, il disortografico e il discalculico. Se ad esempio in quella classe

si è fatto ricorso a metodologie non adeguate…avremo non soltanto perduto un’occasione preziosa

per far sviluppare le migliori potenzialità di quel bambino, ma forse avremo anche minato il suo

percorso formativo. Per questo assume importanza fondamentale che sin dalla scuola dell’Infanzia

si possa prestare attenzione a possibili alunni DSA e porre in atto tutti gli interventi conseguenti,

ossia – in primis – tutte le strategie didattiche disponibili. Se poi l’osservazione pedagogica o il

percorso clinico porteranno a constatare che si è trattato di una mera difficoltà di apprendimento

anziché di un disturbo, sarà meglio per tutti. Si deve infatti sottolineare che le metodologie

didattiche adatte per i bambini DSA sono valide per ogni bambino, e non viceversa”. (da Linee

guida sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), allegate al D.M. 12/07/2011.

In generale l’alunno ha difficoltà a riconoscere i segni associati alla parola.

In Italia la dislessia evolutiva interessa circa 350.000 studenti fra i 6 e i 19 anni, pari al 5% della

popolazione scolastica (uno studente per ogni classe di 20 alunni), ed è causa di frequente

abbandono scolastico e di correlati problemi di autostima e di motivazione all’apprendimento.

La disgrafia si manifesta con la difficoltà a livello grafo-esecutivo. La scrittura è irregolare per

pressione e/o dimensione, a volte incomprensibile. Il discente manifesta una capacità non

sufficiente ad utilizzare lo spazio sul foglio e a mantenere la direzione orizzontale della scrittura, gli

spazi tra i grafemi e tra le parole sono irregolari, a volte i margini non vengono rispettati.

La disortografia è la difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in

linguaggio scritto. In genere si riscontrano difficoltà nello scrivere parole utilizzando tutti i segni

alfabetici e a posizionarli nel posto giusto. A volte il discente manifesta difficoltà nel rispettare le

regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali ecc…).

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La discalculia è la difficoltà nelle abilità di calcolo o della scrittura e lettura dei numeri.

Si può manifestare con un deficit nelle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica

di base) o con un deficit relativo alle procedure esecutive e al calcolo.

Cosa si può fare?

“Lo studente con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) si trova spesso stretto in una morsa;

non conosce le proprie difficoltà… ma inizia a vivere esperienze negative e frustranti; i compagni

apprendono e imparano a fare ciò che a loro rimane difficile, i genitori a casa, se non

adeguatamente informati e preparati possono sollecitarlo, mettere in evidenza gli errori commessi,

stimolarlo a lavorare meglio, a tal punto che nel bambino/ragazzo arriva a farsi strada la certezza

di non saper fare, di non essere capace” (Giacomo Stella, Luca Grandi ).

La maggioranza degli studenti apprende a leggere e a scrivere senza particolari difficoltà. Se

l’alunno però, conclude la seconda classe della Suola Primaria senza aver almeno parzialmente

automatizzato i processi di decodifica, è ragionevole pensare che abbia un problema: per quanto

possa apparire “ passivo”, “disattento”, “svogliato”, la “full immersion” nel mondo della scrittura e

della lettura che comunque ha a scuola, dovrebbe averlo portato all’acquisizione della strumentalità

di base, cioè ad essere in grado di leggere, scrivere, far di conto ecc…Non è detto che l’alunno, nel

caso ciò non avvenga nei termini e nei tempi stabiliti, evidenzi sicuramente un Disturbo Specifico di

Apprendimento, le difficoltà manifestate potrebbero essere riconducibili ad altro; è necessario però,

richiedere tempestivamente l’avvio di un iter diagnostico consultando uno specialista che lo

sottoponga alle indagini del caso.

La rilevazione preventiva e tempestiva di un Disturbo Specifico di Apprendimento permette il

trattamento e l’intervento precoce, e quanto più è immediato l’intervento, tanto più veloce ed

efficace sarà il recupero.

Il ruolo della Scuola e della famiglia rappresenta una condizione fondamentale dell’apprendimento,

e lo è ancor di più nel caso del bambino/ragazzo con D.S.A.

“I bambini con DSA hanno un quoziente intellettivo nella norma e sviluppano un personale modo

di apprendere, diverso da quello convenzionale ma , se compreso, altrettanto efficace. Essi

sviluppano strategie proprie che vanno incentivate e valorizzate. I ragazzi con D.S.A. sono

originali, hanno uno stile di pensiero globale, sono intuitivi, in grado di sviluppare strategie

creative per approcciare il lavoro e compensare le difficoltà, sono pensatori veloci, manipolano le

immagini ecc…” (Giacomo Stella).

La comunità educante aiuta i propri figli/alunni ad avere fiducia nelle capacità possedute,

nonostante le difficoltà manifeste. E’ inoltre importante per il genitore, e per l’insegnante,

conoscere quali siano le manifestazioni dei disturbi specifici di apprendimento e i “campanelli

d’allarme” da non sottovalutare. Pertanto la Scuola “Villa Verrocchio”, da sempre sensibile al

problema, configurandosi come punto di riferimento forte e sicuro per tutti i discenti che

evidenziano Bisogni Educativi Speciali, incoraggia anche l’osservazione attenta e puntuale dei

segnali indicanti i Disturbi Specifici di Apprendimento, affinché l’intervento in età precoce (a

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partire dalla Scuola dell’Infanzia), possa rendere il percorso di recupero il più veloce e sostanziale

possibile.

Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, il discente può raggiungere gli

obiettivi di apprendimento previsti.

RIEPILOGO NORMATIVA CONSEGUENZE FUNZIONALI

Legge 170 dell’8 ottobre 2010 recante

“Nuove norme in materia di Disturbi

Specifici di Apprendimento in ambito

scolastico e relativi Regolamenti attuativi

(luglio 2011):

Riconoscimento della dislessia,

discalculia, disgrafia e disortografia, quali Disturbi Specifici di Apprendimento

(DSA);

L’articolo 5 del disegno di legge 170/2010 prevede esplicitamente che per gli alunni

con DSA, le Istituzioni Scolastiche

garantiscano un percorso formativo

adeguato, allo scopo di favorire il successo

scolastico, e non solo.

Per quanto riguarda le lingue straniere, si

fa riferimento al Regolamento attuativo

(D.M. 12 luglio 2011, DSA) che recita:

“Nei casi di alunni bilingui con DSA,

dovranno essere previsti strumenti

compensativi che favoriscano la

comunicazione verbale e che, in particolare

per l’insegnamento delle lingue straniere,

assicurino ritmi graduali di apprendimento

prevedendo anche l’esonero dallo studio

della seconda lingua straniera se prevista dal

programma di studi”

Difficoltà prevalenti in presenza di dislessia:

La dislessia comporta una difficoltà di lettura che

può essere più o meno grave e spesso si accompagna

a problemi nella scrittura e/o nel calcolo e ad altre

comorbilità, come un difficile rapporto con il testo

scritto e la sua decodifica.

Per riuscire a leggere e scrivere gli alunni dislessici

devono impegnare al massimo le loro capacità e le

loro energie, si stancano molto ed impiegano tempo,

commettono errori, saltano parole e sostituiscono in

lettura e scrittura le lettere con grafia simile quali: p,

b, d, g, q, a/o, e/a o suoni simili: t/d, r/l, d/b, v/f, e

altre non prevedibili.

In molti casi, evidenziano difficoltà

di apprendimento dell’ordine alfabetico, dei

giorni della settimana e dei mesi dell’anno

nell’ ordine stabilito;

di espressione verbale del pensiero;

di riconoscimento delle caratteristiche

morfologiche della lingua italiana.

Gli alunni dislessici evidenziano difficoltà

nell’apprendere le lingue straniere ed in particolare

scritte: la difficoltà maggiore è rappresentata dalla

lingua inglese, a causa delle differenze molto

accentuate tra la scrittura e la pronuncia delle lettere

e tra la pronuncia e la scrittura di una stessa lettera in

parole diverse.

In presenza di discalculia i discenti hanno

difficoltà nell’apprendere gli elementi base

dell’abilità numerica:

imparare le tabelline;

operare con le numerazioni regressive;

acquisire gli automatismi del calcolo;

riconoscere immediatamente piccole quantità

(subitizing);

seriare e comparare, acquisire le strategie di

calcolo a mente, e di composizione e

ALUNNI BES CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)

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scomposizione di piccole quantità;

apprendere le procedure esecutive;

La disgrafia si manifesta con prestazioni grafiche

spesso non corrette e la disortografia con numerosi

errori ortografici.

SCELTE PEDAGOGICHE E

DIDATTICHE DELLA

SCUOLA

INTERVENTI IN PRESENZA DI

DIAGNOSI

INTERVENTI IN

ASSENZA DI

DIAGNOSI

La legge oggi tutela

maggiormente rispetto al

passato i discenti con Difficoltà

Specifiche di Apprendimento,

garantendo loro il diritto

all’istruzione e alla diagnosi

precoce.

I docenti si attiveranno per

promuovere l’inclusione e un

contesto costruttivo (sereno,

accogliente e solidale),

funzionale all’apprendimento.

La scuola, sulla base di una

“didattica unica”(con un

unico denominatore comune) nel rispetto delle peculiarità,

delle potenzialità, delle

difficoltà e degli stili di

apprendimento di ognuno, attiva

forme rivolte al recupero

didattico mirato. Se le difficoltà

persistono si consiglierà alla

famiglia dell’alunno con DSA,

di attivare un percorso

diagnostico, rivolgendosi allo

specialista, ed ottenere, se

esistono le condizioni, una

diagnosi ai sensi dell’art. 3

della Legge 170/2010.

La diagnosi di dislessia può

essere formulata con certezza

solo a partire dal secondo anno

della Scuola Primaria.

La diagnosi di discalculia può

Didattica individualizzata e/o

personalizzata;

elaborazione del Piano

Didattico Personalizzato comprendente:

Utilizzo di strumenti

compensativi che possano

prevedere anche l’uso delle

tecnologie informatiche e di

strumenti di apprendimento

alternativi quali:

tavola pitagorica

tabella delle misure, tabelle

delle formule;

calcolatrice

registratore

cartine geografiche e

storiche;

software e tabelle di

memoria di ogni tipo;

computer con programmi di

videoscrittura, con correttore

ortografico e sintesi vocale,

commisurati al singolo caso;

cassette o CD registrati (dagli

insegnanti, dagli alunni e/o

allegate ai testi);

MP3

LIM

dizionari di lingua straniera

computerizzati; traduttori;

mappe concettuali, schemi

esemplificativi, parole

chiave, rubriche;

possibilità d’uso di testi

I docenti che dovessero

rilevare, in seguito ad

osservazioni casuali e

sistematiche del gruppo

classe, alunni con

difficoltà fonologiche, di

ordine spaziale-

temporale, di

memorizzazione, di

calcolo, di attenzione,

dovranno effettuare il

seguente percorso:

Raccogliere i dati

predittivi

Fissare un

colloquio con i

genitori per

comunicare i

risultati

dell’osservazione

e invitarli a

consultare uno

specialista per

una eventuale

consulenza,

presso il Servizio

sanitario

Nazionale

Compilare i

modelli della

richiesta di

valutazione per

sospetto DSA da

inviare alla ASL

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essere formulata solo a partire

dalla classe terza.

Gli studenti con Disturbi

Specifici di Apprendimento

hanno diritto all’intervento

dell’insegnante specializzato

in attività di sostegno, solo se

sono certificati ai sensi della

Legge 104/92.

Gli interventi educativi sono

finalizzati principalmente ad

elevare negli alunni DSA

l’autostima, la fiducia nelle

proprie capacità e ad eliminare

l’eventuale ansia reattiva al

Disturbo che spesso li conduce

a sottoutilizzare le proprie

abilità.

La scuola si adopererà per

favorire l’uso di una didattica

individualizzata e/o e

personalizzata e a considerare,

in caso di effettiva necessità,

l’utilizzo di misure

compensative e dispensative. La Legge 170/2010 “richiama

le Istituzioni Scolastiche

all’obbligo di garantire

l’introduzione di strumenti

compensativi, compresi i mezzi

di apprendimento alternativi e le

tecnologie informatiche; nonché

misure dispensative di alcune

prestazioni non essenziali ai fini

della qualità dei concetti da

apprendere”

ridotti o per contenuto o per

quantità di pagine corredati di

CD e libri “digitali”,

audiolibri ecc…;

organizzazione di

interrogazioni programmate.

dispensa da alcune

prestazioni in maniera

commisurata alle necessità

individuali e all’entità del

disturbo di apprendimento

evidenziato da ogni singolo

alunno, e solo quando

strettamente necessario.

Dispensa da:

lettura ad alta voce, scrittura

veloce sotto dettatura, lettura

di consegne, uso del

vocabolario, studio

mnemonico delle tabelle;

dispensa dallo studio delle

lingue straniere in forma

scritta (nel caso di disturbo

severo e se ritenuto

indispensabile)

dispensa da quelle attività

che possano rischiare di far

abbassare il livello di

autostima e ridurre la

fiducia nelle capacità

possedute.

I docenti poi, nel rispetto delle

difficoltà dei suddetti alunni,

adotteranno forme di verifica e

valutazione adeguate alle specifiche

difficoltà e potenzialità,

incrementando la comunicazione e la

collaborazione con le famiglie.

Visionare la

certificazione di

DSA, se rilasciata

dalla ASL,

comunicarla in

Presidenza dove

verrà deposita

per la tutela della

privacy

Intervenire come

previsto dalla

Legge 170.

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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

ALUNNI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO

NORMATIVA DI

RIFERIMENTO

CONCETTO DI

BISOGNO

EDUCATIVO

SPECIALE

COME RISPONDE

LA SCUOLA

LE RISORSE UMANE

PER L’INCLUSIONE

Art. 3 della

Costituzione

comma “Tutti i cittadini

hanno pari dignità

sociale e sono uguali

di fronte alla legge,

senza distinzione di

razza, di lingua, di

religione, di opinioni

politiche, di

condizioni personali

e sociali”.

Articolo 34 della

Costituzione

“La scuola è aperta a

tutti. L’istruzione

inferiore impartita

per almeno otto anni,

è obbligatoria e

gratuita…”

D.P.R. 275/99

sull’autonomia

scolastica e

Legge 28 marzo

2003, n.53 (Legge

Moratti) per la prima volta si

parla di didattica

personalizzata

finalizzata a favorire

la crescita e la

valorizzazione della

persona umana, nel

rispetto dei ritmi

dell’età evolutiva,

delle differenze e

delle identità di

ciascuno.

Legge 170/2010 sui

Disturbi Specifici di

Apprendimento

Richiesta di

particolare

attenzione ad ogni

alunno, nel

variegato panorama

delle nostre scuole,

nelle quali la

complessità delle

classi diviene

sempre più una

costante evidente.

Gli alunni si

trovano oggi

inseriti all’interno

di un contesto

sempre più

variegato, dove la

discriminante

tradizionale -

alunni con

disabilità / alunni

senza disabilità

non rispecchia

pienamente la

complessa realtà

delle classi.

Non più dunque

integrazione ma

inclusione:

un’inclusione non

concepita come

semplice

inserimento

(integrazione) ma

come

coinvolgimento,

partecipazione,

relazione, fiducia,

accoglienza,

ascolto e rispetto

dei diritti di

ognuno.

La Scuola inoltre,

Ponendo attenzione ai

fattori che influenzano

il contesto scolastico;

individuando i

facilitatori e le barriere

che spesso

condizionano lo

sviluppo delle abilità

sociali e di

apprendimento dei

discenti;

attuando una politica di

inclusione basata sulla

piena partecipazione di

tutti e sul concetto di

equità;

attraverso

strumenti di inclusione

privilegiati quali:

Il Piano

Annuale per

l’Inclusione

(PAI)

riassuntivo della

politica

inclusiva della

scuola;

Il Piano

Didattico

Personalizzato

(PDP). Il PDP non è più inteso

solo come mera

esplicitazione di

strumenti compensativi

e dispensativi ma come

strumento avente lo

scopo di definire,

monitorare e

documentare (secondo

un’elaborazione

collegiale,

corresponsabile e

Le risorse umane per

l’inclusione sono:

Dirigente scolastico

Consigli di classe

Coordinatori di

classe

Coordinatore/figura

strumentale per il

sostegno

Coordinatore per

l’accoglienza

Coordinatore per

l’inclusione alunni

stranieri

Figura strumentale

PTOF

Figura strumentale

per la valutazione e

l’autovalutazione

d’Istituto

Figura strumentale

per l’orientamento

e la continuità

Docenti per

l’attività di

sostegno

Personale ATA

Assistenti

all’autonomia

Mediatori culturali

Psicologa

scolastica (se

prevista).

Organi collegiali coinvolti

Gruppo di Lavoro per

l’inclusione (GLI), è

preposto all’elaborazione di

un Piano Annuale per

l’inclusione (PAI).

Nel PAI sono da

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(DSA) e successive

circolari e note.

D.M. del 27

dicembre 2012

Strumenti

d’intervento per

alunni con bisogni

educativi speciali e

organizzazione

territoriale per

l’inclusione

scolastica.

“Ogni alunno con

continuità o per

determinati periodi,

può manifestare

bisogni educativi

speciali: o per motivi

fisici, biologici,

fisiologici o anche

per motivi

psicologici e sociali,

rispetto ai quali è

necessario che le

scuole offrano

adeguata risposta”.

C.M. n.8/6 marzo

2013

Nota prot.1551/27

giugno 2013

C.M. “Strumenti di

intervento per

alunni con Bisogni

Educativi Speciali.

A.S. 2013/14.

Chiarimenti”

pone attenzione ai

fattori che

influenzano il

contesto scolastico,

individuando i

facilitatori e le

barriere che spesso

condizionano lo

sviluppo delle

abilità e delle

competenze dei

discenti.

partecipata) le strategie

d’intervento più idonee

e i criteri di valutazione

degli apprendimenti. In

esso si potranno

includere progettazioni

didattico-educative

calibrate sui livelli

minimi di attesa in

uscita, strumenti

programmatici…

Il percorso

individualizzato e/o

personalizzato dovrà

essere attivato

dall’intero Consiglio

di Classe (docenti

curriculari e di sostegno

congiuntamente) e

nelle scuole primarie,

da tutti i componenti

del team docenti; esso

darà luogo al PDP,

firmato:

dal Dirigente

scolastico

da tutti i

docenti di

classe

dalla famiglia

(in caso di dati

sensibili per

finalità

istituzionali, si

avrà cura di

includere nel

PDP apposita

autorizzazione

da parte della

famiglia

stessa).

Ove non sia presente

certificazione clinica o

diagnosi, il Consiglio

di classe o il team dei

docenti motiveranno opportunamente

verbalizzandole, le

decisioni assunte sulla

base di segnalazioni dei

servizi sociali, su

esplicitare le scelte

organizzative, educative e

didattiche riferite a tutti gli

alunni BES.

Il PAI è elaborato sulla

modello ICF

(Classificazione

Internazionale del

funzionamento della

disabilità e della salute),

definito dall’OMS

(Organizzazione Mondiale

della Sanità), nel 2002.

Con l’ICF sonodescritte la

natura e la gravità delle

limitazoni del

funzionamento della

persona e i fattori

ambientali che influiscono

su tale funzionamento.

Il PAI dovrà essere redatto

all’inizio di ogni anno

scolastico e ratificato entro

il mese di Giugno.

Gruppo di lavoro e di

studio d’Istituto (GLHI),

art. 15 comma 2 della

L.104/92.

I compiti del GLHI si

estendono alle

problematiche relative a

tutti i BES. A tale scopo i

suoi componenti sono

integrati da tutte le risorse

specifiche e di

coordinamento presenti

nella scuola.

Tale gruppo di lavoro

assume la denominazione

di Gruppo di lavoro per

l’inclusione GLI, come da

Direttiva Ministeriale del

27 dicembre 2012.

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quanto comunicato

dalle famiglie e su

considerazioni

pedagogiche e

didattiche.

Per la realizzazione

piena ed efficace del

processo di inclusione

è rilevante l’apporto,

anche sul piano

culturale, del modello

diagnostico ICF

(International

Classification of

Functioning)

dell’OMS, che

considera la persona

nella sua totalità, in

una prospettiva bio-

psico-sociale.

Fondandosi sul profilo

di funzionamento e

sull’analisi del contesto,

il modello ICF consente

di individuare i Bisogni

Educativi Speciali

(BES) dell’alunno

prescindendo da

preclusive tipizzazioni.

VALUTAZIONE ALUNNI BES

ALUNNI CON DISABILITA’

L. 104/1990; art. 318 del D. Lgs 297/1994; Regolamento Gelmini del 2009; DPR riassuntivo n.

122 del 22 giugno 2009, art.9)

Alunni che seguono la programmazione di classe, la programmazione per obiettivi minimi, la

programmazione per obiettivi minimi globalmente riconducibili a quelli della classe, la

programmazione differenziata per alcune discipline.

Il diritto all’educazione e all’istruzione è sancito anche per gli alunni con disabilità dalla

Legge 104 del 1992: “E’ garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona

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diversamente abile nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle Istituzioni scolastiche

di ogni ordine e grado e nelle Istituzioni universitarie”.

Tutti i docenti del Consiglio di classe sono corresponsabili dell’attuazione del PEI, di conseguenza

la valutazione dell’alunno con disabilità è compito di tutti gli insegnanti.

La valutazione degli alunni con disabilità è un diritto ed è riferita al Piano Educativo

Individualizzato (PEI), elaborato in base alle Indicazioni Nazionali.

Legge 104/1992 art.16 e nel successivo DPR 122/2009 – art.9 “La valutazione degli alunni con

disabilità è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del PEI (Decreto

Legislativo n. 59 del 2004, art. 11) ed è espressa in decimi”.

Si utilizzeranno pertanto scale valutative riferite non a profili standard ma a quanto predisposto nel

Piano Educativo Individualizzato.

In alcuni casi, alcune aree del PEI possono prevedere gli stessi obiettivi della classe.

In tal caso la valutazione dell’alunno è riferita al PEI e concordata con L’Equipe Psico-Pedagogica

di riferimento.

Se in determinate discipline sono stati adottati particolari criteri didattici, nel PEI è necessario

indicare:

per quali discipline sono stati adottati

quali attività integrative e di sostegno sono state svolte, anche in parziale sostituzione dei

contenuti programmati.

La valutazione dovrà tener conto dei progressi compiuti dall’alunno in riferimento ai livelli di

partenza, alle effettive potenzialità possedute e agli insegnamenti impartiti (art.16 comma2

Legge 104/1992).

Si valuteranno soprattutto i processi di apprendimento, non solo le performance.

L’art. 15 dell’O.M. n. 90/2001 al comma 2 recita “Il Consiglio di Classe (…) verifica i risultati

complessivi rispetto agli obiettivi prefissati nel PEI”.

“Il processo di valutazione ha maggiore valenza formativa per l’alunno se non diventa il censimento

di lacune ed errori, ma piuttosto evidenzia le mete anche minime già raggiunte e valorizza le sue

risorse” (D.M. 5.5. 1993).

In riferimento ai criteri di verifica e valutazione si adotteranno quelli ritenuti opportuni, in base

alle risposte fornite dall’alunno nel corso dell’anno scolastico.

La valutazione dell’alunno con disabilità in stato di gravità (art.3 comma 3 Legge 104) non è

espressa in decimi ma con un giudizio sintetico, relativo a macro aree di apprendimento e con

un giudizio globale relativo al comportamento (di lavoro…) e ad altri progressi compiuti in

relazione ai livelli di partenza.

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Per l’alunno in stato di particolare gravità che segue una programmazione completamente

differenziata, non corrispondente ai programmi ministeriali (solo in caso di disabilità di tipo

cognitivo), salvo situazioni eccezionali, si annoterà in calce alla pagella che la valutazione è stata

effettuata in base a quanto prefissato nel suo PEI: “La presente votazione è riferita al PEI e non ai

programmi ministeriali ed è adattata ai sensi dell’O.M. n. 80 del 9 marzo 1995”. Nessuna nota

particolare va mai inserita nei tabelloni esposti al pubblico. Al termine del percorso di studi

triennale l’alunno non consegue il diploma ma un attestato di crediti formativi.

Nel primo ciclo d’istruzione la valutazione è sempre valida per la promozione alla classe

successiva, anche quando è completamente differenziata poiché la valutazione degli alunni con

disabilità è sempre il risultato di quanto prefissato nel Piano Educativo Individualizzato.

Ciò vale anche per l’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione (ex esame di licenza

media) che il candidato con disabilità potrà affrontare anche sostenendo prove differenziate,

comprensive della prova nazionale, se stabilito nel suo PEI.

Le prove d’esame saranno corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il

progresso dell’alunno in base alle potenzialità possedute e ai livelli di apprendimento iniziali. Le

medesime saranno adattate, ove necessario, in relazione al Piano Educativo individualizzato, a cura

dei componenti della commissione. Le prove differenziate hanno valore equipollente a quelle

ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma (D.P.R. 122/2009 –

art.9) o in caso di particolare gravità, dell’attestato di credito formativo.

Le prove d’esame conclusive del primo ciclo d’Istruzione sono sostenute anche con l’uso di ausili

tecnologici e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico di cui l’alunno necessita

(art.315, comma 1, lettera B, del testo unico di cui al Decreto Legislativo n.297 del

1994).Superando tali prove l’alunno conseguirà un diploma valido a tutti gli effetti senza nessuna

menzione del particolare percorso seguito.

Agli alunni con disabilità che non conseguono il diploma, viene rilasciato un attestato di crediti

formativi. Tale attestato è valido a tutti gli effetti per l’iscrizione e la frequenza delle classi

successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi validi anche per l’accesso ai percorsi

integrati di istruzione e formazione.

Gli alunni con disabilità possono permanere nella Scuola Secondaria di Primo Grado fino al

compimento del diciottesimo anno d’età.

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VALUTAZIONE ALUNNI IN STATO DI GRAVITA’ (Disabilità cognitiva e PEI)

(ART. 3, COMMA 3, L.104/1992)

TABELLA VALUTAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ IN STATO DI GRAVITA’

(ART.3 COMMA 3 DELLA Legge 104/1992) CHE RICHIEDONO UNA

PROGRAMMAZIONE DIFFERENZIATA NON RICONDUCIBILE AI PROGRAMMI

MINISTERIALI

OBIETTIVI

PREDISPOSTI

NEL PEI

(nelle aree

indicate)

COMPETENZE

(sviluppate in

riferimento alle

potenzialità

possedute)

VOTO MODALITA’ DI

RAGGIUNGIMENTO

GRADO DI

PARTECIPAZIONE

ALLA VITA

SCOLASTICA

Pienamente

raggiunti

Competenze

acquisite al

massimo delle

sue potenzialità

9/10 Con buona sicurezza ed

autonomia

Eccellente grado di

partecipazione alla

vita scolastica

Raggiunti in

modo

soddisfacente

Competenze

discretamente

acquisite

7/8 Occasionalmente

guidato e con discreta

sicurezza

Soddisfacente

partecipazione alla

vita scolastica

Sostanzialmente

raggiunti

Competenze

sostanzialmente

acquisite

6/7 Parzialmente guidato e

con sufficiente

sicurezza

Discreta

partecipazione alla

vita scolastica

Raggiunti in

parte

Competenze non

sufficientemente

acquisite

5/6 Guidato e con limitata

sicurezza

Non sufficiente

partecipazione alla

vita scolastica

Criteri di valutazione dell’alunno con disabilità

La valutazione è prevista dall’insegnante specializzato in attività di sostegno alla classe e

condivisa ed avallata dai docenti del Consiglio di classe;

La valutazione minima, per obiettivi stabiliti nel PEI non sufficientemente raggiunti, è

disciplinata dal Collegio docenti. Si avrà cura di escludere a priori una valutazione

completamente negativa, partire dal 5 è da intendersi come volontà da parte del Collegio di

segnalare una necessaria revisione degli obiettivi di apprendimento indicati nel PEI,

dell’azione didattica e degli interventi posti in essere.

E’ necessario valutare anche con il massimo dei voti, l’alunno che ha raggiunto pienamente,

in modo eccellente ecc… tutti gli obiettivi previsti nel PEI.

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ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)

Legge 170/8 ottobre 2010 recante: “Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di

Apprendimento in ambito scolastico” e relativi Regolamenti attuativi (luglio 2011).

La valutazione degli alunni con DSA Si valuta applicando misure che Si valuta

adottando modalità

deve essere conforme a quanto determinano le condizioni ottimali che tengano

conto delle

concordato nel Piano Didattico per l’espletamento delle prove, specifiche

situazioni soggettive

Personalizzato (PDP). riservando particolare attenzione e consentano

alla padronanza dei contenuti di

dimostrare effettivamente il

disciplinari e alle livello di

apprendimento

competenze raggiunte, raggiunto.

a prescindere dagli

aspetti legati all’abilità deficitaria

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA N.122 DEL 22 GIUGNO 2009 –

ART.10

“Valutazione degli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)”

1. “Per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) adeguatamente

certificati, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, compresi quelle effettuate

in sede d’esame conclusivo del ciclo d’istruzione, devono tener conto delle

SPECIFICHE SITUAZIONI SOGGETTIVE di tali alunni; a tal fini, nello svolgimento

dell’attività didattica e delle prove d’esame, saranno adottati, nell’ambito delle risorse

finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici

compensativi e dispensativi ritenuti più idonei”.

2. “Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle

modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove”.

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CRITERI E MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE

Si concordano:

l’ organizzazione di interrogazioni programmate

la compensazione di prove orali di compiti scritti non ritenuti adeguati

l’uso di mediatori didattici durante le interrogazioni

valutazioni maggiormente attente ai contenuti più che alla forma

quant’altro indicato nel PDP

ALUNNI BES IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO

La valutazione deve essere conforme a quanto concordato ed esplicitato nel PDP in relazione

a:

obiettivi minimi previsti per l’alunno

sviluppo di abilità e competenze attese

risultati ottenuti utilizzando strumenti compensativi e dispensativi

risultati ottenuti utilizzando strategie di inclusione mirate a migliorare la qualità

dell’interazione sociale, l’autonomia di lavoro e la partecipazione alle attività.