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INCLUSIONE: BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Piano Annuale per l’Inclusività previsto dalla C.M. n.8/2013 Simona Monzio Compagnoni

INCLUSIONE: BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Piano Annuale per … · L’organizzazione territoriale per l’inclusione prevede quindi, i G.L.H. a livello di singola scuola, i C.T.I. Centri

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INCLUSIONE:

BISOGNI EDUCATIVI

SPECIALI

Piano Annuale per

l’Inclusività previsto

dalla C.M. n.8/2013

Simona Monzio Compagnoni

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1. Dalla Normativa ai

nuovi orientamenti

attuativi.

2. Osservazione dei Piani

di Progettazione annuali

con particolare

attenzione ai percorsi

formativi e didattici dei

bambini con Bisogni

Educativi Speciali.

3. Aspetti generali del

rapporto scuola-famiglia

4. Protocolli d’intervento

e modelli per la

documentazione

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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DISABILITA’

- 1977 LEX 517 con sentenza Corte Costituzionale n° 215 dell’ 8 / 6 /1987

- 1990 Lex 104 D.L. 297/94 capo IV art. 312 – 318

INTEGRAZIONE SCOLASTICA

- 1994 D.L. 297 Art. 314 - Diritto all'educazione ed all'istruzione

Art. 315 - Integrazione scolastica.

Art. 316 - Modalità di attuazione dell'integrazione scolastica

AUTONOMIA SCOLASTICA

- D.P.R. 8 / 3/ 1999 n°275 Decentramento della verticalizzazione ministeriale

PROCESSI INNOVATIVI

- 2003 LEX 53 Indicazioni Nazionali e Piani di Studio

- 2009 D.L. 59 Indicazioni metodologico – didattiche e curricoli

DISTURBI SPECIFICI di APPRENDIMENTO

- 2010 LEX 170 8/10/2010 Nuove norme applicative

- D.L. n° 5669 del 12/ 7/ 2011 Linee guida per il diritto allo studio dei D.S.A.

INCLUSIONE SCOLASTICA

- D.M. del 27 / 12 /2012 Strumenti d’intervento Bisogni Educativi Speciali

- C.M. 8 del 6 / 3 /2013 Indicazioni operative per la direttiva

- O.M. 13 del 24 / 4 /2013 Indicazioni operative per gli Esami di Stato.

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Piano annuale per l’ INCLUSIVITA’

DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012

«Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale

per l’inclusione scolastica»

CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013

Gli istituti sono invitati ad ottemperare alle indicazioni della circolare, che prevede l'elaborazione del Piano

che "è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale

sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno

nel realizzare gli obiettivi comuni".

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La ICD-10 – 1990 - è la decima revisione della classificazione

internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta

dall'OMS. Classificate oltre 2000 malattie.

La I ed. lista di cause di morte, adottata

dall'Istituto Statistico Internazionale 1893.

Nel 1948 incluse le cause di morbosità.

2017 XI edizione

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B.E.S.

tre grandi sottocategorie:

- DISABILITA’

- DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI :

DSA , DISTURBI D’ATTENZIONE, DEFICIT DEL LINGUAGGIO,

IPERATTIVITA’, RITARDO MENTALE LIEVE E/O MATURATIVO,

SINDROME DI ASPERGER NON ALTRIMENTI CERTIFICATE,

ECC…

- SVANTAGGIO SOCIO – ECONOMICO,

LINGUISTICO E CULTURALE.

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LA SFIDA DELL’EQUITA’

Il Bisogno Educativo Speciale,

nel rispetto di ogni persona,

segna il superamento delle categorie diagnostiche

tradizionali nella fase del riconoscimento di una situazione in cui

l’alunno ha diritto a un intervento individualizzato e inclusivo.

•FATTORI CONTESTUALI PERSONALI

•DIFFICOLTA’ NELLE ATTIVITA’ PERSONALI

•FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI

•PARTECIPAZIONE SOCIALE

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« Le trasmissioni standardizzate e normative delle

conoscenze, che comunicano contenuti invarianti

pensati per individui medi, non sono più adeguate.

Al contrario,

la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi

sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli

studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti

peculiari

della personalità di ognuno.»

Da Indicazioni nazionali per il curricolo-Cultura scuola persona

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L’ICF fornisce l’analisi dello stato di salute degli

individui ponendo la correlazione fra salute e

ambiente, arrivando alla definizione di

disabilità, intesa come una condizione di

salute in un ambiente sfavorevole.

L’analisi delle varie dimensioni esistenziali

dell’individuo porta a evidenziare non solo come

le persone convivono con la loro patologia, ma

anche cosa è possibile fare per migliorare la

qualità della loro vita.

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I DSA presentano, secondo la Consensus Conference, le seguenti caratteristiche:

- familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi, con origine costituzionale su base genetica;

- diversa espressività nelle differenti fasi evolutive dell’abilità in questione;

- quasi costante associazione con altri disturbi (comorbilità);

- carattere neurobiologico di anomalie processuali caratterizzanti i DSA.

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I Centri Territoriali di Supporto (C.T.S.) sono stati istituiti dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il M.I.U.R., mediante i progetti legati alle nuove tecnologie e alla disabilità. Sarà compito degli Uffici Scolastici Regionali operare tra i C.T.S. e i GLIR oltre che raccordare i GLIP con i nuovi organismi previsti nella presente direttiva.

L’organizzazione territoriale per l’inclusione prevede quindi, i G.L.H. a livello di singola scuola, i C.T.I. Centri Territoriali per l’Inclusione a livello di distretto sociosanitario e almeno un C.T.S. a livello provinciale.

I G.L.H. d’Istituto, analizza la situazione complessiva dell’Istituto con riferimento alle strutture, alle risorse umane e materiali, agli alunni in situazioni di disabilità, cura i rapporti con le Asl e con le associazioni delle persone disabili, formula proposte di tipo organizzativo e progettuale per il miglioramento dell’integrazione degli alunni disabili nell’istituto, propone le spese per l’acquisto di materiali ed attrezzature per le varie attività didattiche previste per ciascun P.E.I.

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Strategie d’intervento

• Elaborare un percorso attraverso la redazione di un

Piano Didattico Personalizzato/Individualizzato/Educativo,

come strumento di lavoro in itinere per documentare

alle famiglie le strategie d’intervento programmate;

• Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di

Classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica

presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di

carattere pedagogico-didattico – possono avvalersi per

tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e

delle misure dispensative previste dalle disposizioni

attuative della Legge 170/2010, meglio descritte nelle

Linee guida allegate.

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INDICAZIONI OPERATIVE C.M. n° 8 del 6/3/2013

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L'unico patto educativo previsto esplicitamente dalla normativa è quello, già citato (Linee Guida 6.5): "La famiglia chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee".

In alcuni modelli di PDP (ad esempio quelli dell'AID) è prevista una sezione chiamata "PATTO CON LA FAMIGLIA" che descrive gli impegni educativi che la famiglia si assume. Si osserva che sarebbe forse più corretto chiamare questa sezione "IMPEGNI DELLA FAMIGLIA" mentre le altre sezioni andrebbero considerate come "IMPEGNI DELLA SCUOLA" e tutto il PDP, nel suo insieme, rappresenta il patto educativo.

COSA SUCCEDE SE I GENITORI SI RIFIUTANO DI FIRMARE IL PDP? Si può eventualmente provare a ridurre la valenza della firma. In caso di disaccordo persistente, la scuola procede comunque alla stesura del Piano specificando come si è raccordata con la famiglia e come ha considerato le osservazione da essa formulate.

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ADATTAMENTO

FLESSIBILITA’

PERSONALIZZAZIONE

INDIVIDUALIZZAZIONE

La pratica didattica personalizzata è difficile da attuare

perché richiede una cultura ed una sensibilità che si

costruisce riconoscendo

i diversi livelli di azione coinvolti

le diverse strategie possibili:

osservative motivanti relazionali didattiche

responsabilizzanti metacognitive

etico - esistenziali

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DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA

E PERSONALIZZATA

Nelle linee guida della legge 170/2010 viene data una chiara

definizione ai concetti di didattica individualizzata e di didattica

personalizzata.

"La didattica individualizzata consiste nelle attività di

recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare

determinate abilità o per acquisire specifiche competenze,

anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo

di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate

nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse

dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro

scolastico consentite dalla normativa vigente."

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"La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di

quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo

59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali,

sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni

educativi che caratterizzano gli alunni della classe,

considerando le differenze individuali soprattutto sotto il

profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei

punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle

sue ‘preferenze’ e del suo talento.

Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di

apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia

attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie

didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo

formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi,

mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di

apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei

livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento

significativo.«

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NEL PROGETTARE STRATEGIE DIDATTICHE RICORDIAMOCI

DI QUESTE PROBLEMATICHE

Attenzione di breve durata.

Disorganizzazione nelle attività

Lentezza e bisogno di più tempo.

Faticabilità

Rendimento altalenante.

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RAGGIUNGIMENTO DELL’AUTONOMIA

Strumenti tecnologici e informatici

specifici.

Uso di una didattica adeguata.

Aumento dell’autostima grazie ad un

atteggiamento di fiducia degli insegnanti.

Partecipazione attiva della famiglia.

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• COMPLESSITA’ DEI MATERIALI, organizzati e

fruibili per diversi livelli di difficoltà e complessità

• APPRENDIMENTO COOPERATIVO (superamento

della modalità orizzontale/frontale, attribuendo la

personalizzazione del percorso)

• DIDATTICA LABORATORIALE PER PROBLEMI

REALI (ipotesi/progettazione di un viaggio, fare

un’esperienza quotidiana)

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CRONOGRAMMA

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE (PAI)

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Documenti sito MIUR

“ICARE” - Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa

Dario Ianes, Vanessa Macchia “La didattica per i Bisogni Educativi Speciali Strategie e buone

prassi di sostegno inclusivo” - Erickson, 2008

http://www.agiad.it/newsite/index.php?option=com_content&view=article&id=25&Itemid=162

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Grazie per l’attenzione