Upload
others
View
2
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
a cura di d.ssa Pina Ferraro - Assistente Sociale e SociologaConsigliera di Parita’ Effettiva per la provincia di Ancona
Esperta Politiche contrasto violenza di genere
Provincia di Ancona
Incontro di formazione 10.7.2012 Ancona - SNOQ
Violenza di genere contro le donne ed i bambini.
Metodologia di intervento e ruolo delle istituzioni
La voglia di studiare, progettare,creare servizi specializzati e, quindi,di approfondire la conoscenza delfenomeno della violenza di generecontro le donne ed i minori, siconcretizza, al termine dell’attività diricerca relativa al progetto pilota“Rete Antiviolenza tra le città UrbanItalia” (1999-2001).
a cura di Pina Ferraro
Ed è così che nasce
E, qualche anno più tardi,
Il Servizio Sociale Professionale presso la Questura di Catania
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Le risposte fornite dagli/lleoperatori/trici intervistati hanno messoin evidenza quelle che continuano arimanere delle questioni aperte e sullequali le risposte delle istituzioni sonostate spesso insufficienti:
1) un problema culturale: stereotipi e pregiudizirappresentano un ostacolo ancora consistente,che spesso si traduce in atteggiamenti di"chiusura" e scarsa capacità di riconoscimentodella violenza.
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Dopo Urban qualcosa avviene nel nostro paese:
1) Emersione del fenomeno della violenza di generecontro le donne all’interno delle istituzioni;
2) Maggiore dialogo tra questi ultimi e i centriantiviolenza esistenti;
3) Nascita di altri centri antiviolenza sulla spintadei dati delle ricerche nazionali (1^ e 2^ fase);
4) Avvio di una lunga e sofferta concertazione,con i governi che si sono succeduti, al fine divarare una legge organica sulla violenza alledonne (ivi compreso lo stalking);
….a cura di Pina Ferraro
QUESTURA DI CATANIAUfficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
- Servizio Sociale Professionale -
O B I E T T I V O
Offrire un Servizio Sociale Professionale infavore di minori, delle famiglie in difficoltàe di altri potenziali utenti che entrano incontatto con le Forze di Polizia sia comevittime che come autori di un reato, conparticolare attenzione all’attività diprevenzione, di sostegno, di informazione edi raccordo con Enti ed Organismicoinvolti”.
a cura di Pina Ferraro
Ma perché si parla cosi’ tanto di violenza di
genere?
E come mai negli ultimi anni sono sorti tanti
servizi e iniziative?
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Una vittima ogni tre giorni. Queste sono le cifre di una guerra che si consuma tra le mura di casa
La violenza domestica.
O.M.S.
E’ la violenza tra le mura domestiche la primacausa di morte o invalidità permanente delledonne tra i 14 e i 50 anni. Sempre più spesso lavittima vive sotto lo stesso tetto dell'autoredella violenza.
a cura Pina Ferraro
Il Cammino delle Istituzioni Convenzione per l’eliminazione di ogni forma didiscriminazione contro le donne (CEDAW) adottatadall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1979 eratificata dall’Italia nel 1985.
ONU - IV Conferenza Mondiale sulle donne - Pechino4-15 settembre 1995
Approvazione della legge italiana n.66 "norme controla violenza sessuale" 15 febbraio 1996
Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri"Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri eresponsabilità alle donne" Obiettivo 9: promuovereefficaci iniziative di contrasto della violenza. 27marzo 1997.
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Indagine Istat sulla sicurezza dei cittadini "violenze emolestie sessuali", L. Sabbadini, 1997-98 (la prima)
Progetto Pilota Rete Antiviolenza tra le città UrbanItalia – 1999-2001 e 2003-2004
Legge 154 del 4.4.2001 "Allontanamento dalla casafamiliare"
1522 – Numero unico antiviolenza Decreto Legge n.11 del 23 febbraio 2009 “Misure
urgenti in materia di sicurezza pubblica e dicontrasto alla violenza sessuale, nonché in tema diatti persecutori”
16.11.2009: Risoluzione del Parlamento europeosull'eliminazione della violenza contro le donne
Il Cammino delle Istituzioni/2
La violenza di genere è una violazione dei diritti umani
I diritti umani delle donne e dellebambine sono parte integrante,inalienabile e indivisibile dei dirittiumani universali.
(Conferenza di Vienna 1993)
a cura di Pina Ferraro
VIOLENZA CONTRO LE DONNE“La violenza fatta alle donne designa tuttigli atti di violenza fondatisull'appartenenza al sesso femminile, checausano o sono suscettibili di causare alledonne danno o delle sofferenze fisiche,sessuali, psicologiche e che comprendonola minaccia di tali atti, la coercizione o laprivazione arbitraria della libertà, sianella vita pubblica sia nella vita privata"(dichiarazione dell'O.N.U. sulla eliminazione della
violenza contro le donne - novembre 1993)
a cura di Pina Ferraro
RAPPORTO MONDIALE SU VIOLENZA E SALUTE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (2002)
"gli atti di violenza non sono semplicemente problemifamiliari, scelte personali, inevitabili sfaccettature dellavita. La violenza é un problema complesso legato amodelli di pensiero e comportamento plasmati da unamoltitudine di fattori all'interno delle nostre famiglie ecomunità, fattori causali che possono oltrepassare iconfini nazionali" (Gro Harlem Brundtland, Direttore Generaledell'OMS).
Il rischio maggiore per le donne é rappresentatodalla famiglia. Almeno la metà delle donne chemuoiono per omicidio è uccisa dal partner, in alcunipaesi la percentuale raggiunge il 70%.
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Unione Europea – Comitato dei Ministri Raccomandazione REX (2002)5 del Comitato dei
Ministri agli Stati membri sulla salvaguardia delle donne dalla violenza 30.04.2002
Raccomanda ai governi degli Stati membri di:1) considerare la violenza maschile sulle donne un prodottodella ineguaglianza di genere e del predominio maschile;
2) agire contemporaneamente sui diversi livelli che neconsentono la sopravvivenza, livelli che possono essere inestrema sintesi indicati nel modo seguente: prevenzione;servizi di assistenza alle vittime e di riabilitazione;formazione e istruzione; aspetti sanitari; statistiche ericerche; legislazione e pratica giudiziaria.
a cura di Pina Ferraro
3) dare riconoscimento e sostegno anchefinanziario alle ONG e alle organizzazioni didonne impegnate su tali tematiche;
4) promuovere la collaborazione tra taliorganizzazioni della società civile e i livellipolitici e tecnici delle istituzioni.
Unione Europea – Comitato dei Ministri Raccomandazione REX (2002)5 del Comitato dei
Ministri agli Stati membri sulla salvaguardia delle donne dalla violenza 30.04.2002
Piattaforma d'Azione di Pechino (1995)
ha rappresentato una pietra miliare nelriconoscimento dei diritti umani delle donne;
"guardare il mondo con occhi di donna""i diritti delle donne sono diritti umani".
Le parole chiave:"punto di vista di genere"
"empowerment" "mainstreaming“
In Italia la direttiva Prodi del 27 marzo 1997 recepiscegli obiettivi di Pechino
a cura di Pina Ferraro
La violenza e i maltrattamenti
contro le donne
dentro e fuori la famiglia
2007
t2
Diapositiva 23
t2 dimensioni altezza 0,7 larghezza 2,41posizione 0,93 - 1,16tabanell; 19/04/2006
La violenza e i maltrattamenti contro le donne
I numeri della violenzaNEL CORSO DELLA VITA
6 mln 743 mila donne 16-70 anni hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, pari al 31,9%
5 MLN Violenza sessuale: 23,7%
3 MLN 961milaViolenza fisica: 18,8%
La violenza e i maltrattamenti contro le donne UN FENOMENO SOMMERSO
Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate,
il sommerso è elevatissimo: 93,8%
- il 95,6% delle violenze da un non partner
- il 92,8% di quelle da partner
la maggioranza delle vittime che hanno denunciato il fatto non sono state soddisfatte del lavoro svolto dalle forze dell’ordine (51,4%) )
1522Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per le pari opportunità - è istituito unnumero verde nazionale a favore delle vittime diviolenze di genere e atti persecutori, attivo H/24,con la finalità di fornire un servizio di primaassistenza: sociale, psicologica e giuridica, da partedi personale femminile dotato delle adeguatecompetenze, nonché di comunicare prontamente,nei casi di urgenza e su richiesta della personaoffesa, alle forze dell’ordine competenti gli attipersecutori segnalati e indicare il centro antiviolenzapiù vicino.
a cura di Pina Ferraro
“Wosafejus: Perché lei non denuncia? Capire e migliorare la sicurezza e il diritto delle donne alla
giustizia
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
NON E’ VERO CHE:“La violenza domestica è presente in contesti familiari culturalmente ed economicamente poveri”
Il maltrattamento colpisce il 35% delle donne nel mondo, a prescindere dalla religione, stato sociale …
Le classi ricche tendono a denunciare meno per vergogna o per la difficoltà ad essere credute
NON E’ VERO CHE“La violenza è causata da
occasionali e sporadiche perdite di controllo”
La maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati, non sono atti irrazionali ma tendono a stabilire un clima di controllo e tensione sulla donna.
NON E’ VERO CHE
“La violenza domestica è causata dall’assunzione di droghe ed alcol”
Alcolismo e tossicodipendenza non sono mai le cause dirette della violenza. La maggior parte degli uomini violenti non sono né alcolisti, né tossicodipendenti, né hanno problemi di salute mentale.
NON E’ VERO CHE“La violenza domestica non incide sulla salute delle
donne”La Banca Mondiale e l’Organizzazione mondiale della
Sanità calcolano ogni anno i costi sociali della violenza contro le donne.
La violenza sulle donne è anche un problema di salute pubblica, perché i maltrattamenti influiscono sullo stato psico fisico delle donne, impedendo il normale svolgimento delle loro attività e, nei casi più estremi, inducendoli all’annientamento e all’omicidio
a cura di Pina Ferraro
NON E’ VERO CHE “I partner violenti hanno subìto maltrattamenti nell’infanzia”
Non esiste una relazione diretta tra Maltrattamenti infantili e violenza agita da adulti.
Quello che influisce sulla ripetizione dei comportamenti di violenza è la mancanza di qualsiasi intervento per fermare la violenza.
Esistono casi in cui chi ha subìto maltrattamenti da piccolo da adulto non li ripete, perché ha avuto la possibilità di elaborare la propria esperienza.
a cura di Pina Ferraro
NON E’ VERO CHE
“I partner violenti hanno problemi psichiatrici”
Solo il 10% dei maltrattanti ha problemi psichiatrici.
La violenza domestica non è un fenomeno di patologia o devianza
35
NON E’ VERO CHE
“Alle donne piace essere picchiate”Sono molti i fattori e gli ostacoli che impediscono alla donna di uscire da una relazione violenta.(Paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale spesso da parte della stessa famiglia di origine, ecc.)
a cura di Pina Ferraro
La violenza di genere
a cura di Pina Ferraro
La violenza contro le donne ha molte forme…
La violenza domestica all’interno della coppia
Il bersaglio è la donna (compagna, moglie, convivente…) e si estende a tutto il nucleo familiare provo-cando angosce, paure, traumi, anche permanenti
Violenza fisica Violenza economica Violenza sessuale Violenza psicologica
a cura di Pina Ferraro
STALKINGOgni forma di persecuzione in grado di limitare la libertà
di una persona e di violare la sua privacy.
“mandare lettere e fiori ” “telefonate e sms ” “pedinamento ” “violazione di domicilio ” “visita sul luogo di lavoro ” “appostamenti vari ” “minacce “
CIOE’: Chiede ripetutamente appuntamenti perincontrarti, ti aspetta fuori casa, a scuola o a lavoro, tiha inseguita o spiata, ti invia messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati…
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro
Uomo (70%) con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni in caso di amore respinto o superiore ai 55 anni in caso di separazione o
divorzio
donna (86%) con un’età tra : 18- 24 anni (20%)35-44 anni (6,8%)dai 55 anni in poi (1,2%)
Indagine sul femminicidio in Italia 2006: nr. 101 casi 2007: nr. 107 casi 2008: nr. 113 casi 2009: nr. 119 casi 2010: nr. 127 casi 2011: nr. 92 casi 2012: nr. 72 casi (ma il numero è destinato a
raddoppiarsi rispetto al 2011)
Tutti omicidi commessi tutti da: marito,convivente, amante, fidanzato, ex marito,parente, figlio.
a cura Pina Ferraro
Ciclo della violenzaPRIMA FASE
Tensione –aggressione
SECONDA FASE Diniego, transfert di responsabilità
TERZA FASE Remissione, “Luna di miele”
a cura di Pina Ferraro
Quest’ultima fase è la calma (tregua amorosa)prima della recidiva.
Il conflitto non è stato regolato.
L’aggressore constata che non vi è alcunaconseguenza per lui a causa dei propri attiviolenti. Egli testa la sua impunità.
Il clima di violenza si reinstalla.La violenza psicologica e verbale riprende, e il
ciclo ricomincia.
Ciclo della violenza/1
a cura di Pina Ferraro
Gli Indicatori della violenzaCaratteristiche osservate nelle donne:Non prendono quasi mai la parola.Se il marito è presente: restano silenziose o se si
esprimono sollecitano l’approvazione del coniuge.Si presenta molto riservata, si dichiara incapace,
incompetente, si svaluta continuamente.Ha subito o assistito a violenza in famiglia
nell’infanzia.E’ molto aggressiva nei confronti
dell’operatrice/ore.Sussulta ai rumori inattesi durante il colloquio e
sorveglia la porta.
a cura di Pina Ferraro
Valorizza il ruolo maschile e la sua importanza per la famiglia.Difende il ruolo femminile in tutto ciò che è
stereotipato e tradizionale.Discordanza tra l’apparenza e le spiegazioni fornite.Susseguirsi di periodi di contatto e di rottura con il
servizio.Impegni non mantenuti: appuntamenti annullati,
ritardi.Assenza di coerenza.
Gli Indicatori della violenza/2
a cura di Pina Ferraro
Paura di ulteriori ritorsioni che possano mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella delle/dei figlie/i
Paura di provare vergogna e di subire umiliazioni di fronte ad atteggiamenti giudicanti
Sentimenti di protezione nei confronti del partner e speranza in un suo cambiamento
Si crede responsabile della violenza e quindi ritiene di non meritare aiuto
Gli Indicatori della violenza/3
a cura di Pina Ferraro
Dipendenza economica dal maltrattatore
Senso di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risorse efficaci per cambiare la situazione
Crede che i propri problemi non siano abbastanza gravi per essere nominati
Perché la donna ha difficoltà a parlare?
a cura di Pina Ferraro
I TIPI DI ROTTURAROTTURA RAPIDA: Si effettua alle prime
manifestazioni di violenza.
ROTTURA DIFFERITA: Dopo più anni diviolenza, “dopo aver provato di tutto”.
ROTTURA EVOLUTIVA: Si realizzaattraverso una successione di partenze eritorni, separazioni e riconciliazioni.
a cura di Pina Ferraro
ROTTURA EVOLUTIVA
Per le donne maltrattate è il modo di rottura più frequente e permette:
Di sperimentare le risorse esistenti;Di riscoprire la propria capacità di autonomia;Di testare la solitudine;Di ritrovare in sé un senso di sicurezza;Di verificare la sua capacità a vivere e organizzarsi
da sola;
a cura di Pina Ferraro
PERCHE’ LE DONNE NON DENUNCIANO/1
Paura (per sé e per i propri figli) di comportamenti vendicativi da parte dell’autore della violenza, soprattutto nel caso in cui vi siano state minacce;
Temere di dover incontrare il maltrattante faccia a faccia nel corso del processo;
Sentimenti di imbarazzo e di vergogna; Paura di non essere credute; Paura di essere giudicate;
a cura di Pina Ferraro
PERCHE’ LE DONNE NON DENUNCIANO/2
Senso di impotenza;Sentimento di protezione nei confronti
del partner violento e speranza in un suo cambiamento;
Desiderio di dimenticare l’accaduto;Negazione, minimizzazione e altri sintomi
propri di chi subisce un trauma;Dipendenza economica dal maltrattatore;
a cura di Pina Ferraro
CENTRO ANTIVIOLENZA THAMAIA - CT
OBIETTIVI DEL CENTRO ANTIVIOLENZA
Il Centro Antiviolenza vuole essere un “luogo altro”che permetta alla donna di raccontare il propriovissuto e di ricevere ascolto, al fine:
di acquisire consapevolezza delle proprie qualità,competenze e risorse per elaborare difese e soluzioniper sé e per i propri figli;
di tracciare, insieme all’operatrice di accoglienza, unpercorso di superamento e di uscita dalla violenza,attraverso un progetto che vada verso la conquistadell’autonomia personale, la ricostruzione della stimae della fiducia in se stessa e il riconoscimento dellaviolenza subita;
a cura di Pina Ferraro
L’OPERATRICE D’ACCOGLIENZA
L’operatrice d’accoglienza è una figura professionalepreposta a svolgere attività mirate alla costruzione diun progetto di uscita dalla violenza.
L’attività è finalizzata a valorizzare e promuovere lerisorse personali delle donne che si rivolgono alcentro, attraverso la definizione di un progettopersonalizzato, che ha lo scopo di favorire l’uscitadalla situazione di violenza.
L’operatrice di accoglienza realizza tale attivitàsostenendo e rafforzando la soggettività femminile,integrandosi con le altre professionalità del centroantiviolenza ed utilizzando le risorse disponibili nelterritorio.
a cura di Pina Ferraro
Metodologia d’intervento
Il primo contatto con il centro avviene sempre surichiesta diretta della donna stessa, attraverso ilTelefono Donna.
Inizia il percorso di accompagnamento allafuoriuscita dalla violenza e, partendo sempre dallerisorse e dai desideri della donna, viene elaboratoinsieme all’operatrice un progetto di vitaalternativo, senza più violenze e sopraffazioni.
a cura di Pina Ferraro
Metodologia d’intervento/1
All’interno di questo percorso vengono attivate, se necessario, le consulenze legali e psicologiche o il collegamento con i professionisti che hanno in carico la donna;
Inoltre sarà attivato il lavoro di rete tra tutti i servizi che sono, o possono essere, coinvolti nel percorso di accompagnamento della donna alla fuoriuscita della violenza.
a cura di Pina Ferraro
Relazione di genere
La relazione di accoglienza viene gestita in un’otticadi genere, ciò significa che l’operatrice deve esserein grado di:
individuare gli stereotipi sull’identità femminile e sulrapporto tra i generi che incidono nel mantenimentodello stato di vittima;
mettere in gioco, nella relazione d’accoglienza,aspetti di valorizzazione dell’identità femminile;
a cura di Pina Ferraro
COSA IMPARANO I BAMBINI E LE BAMBINE
CHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA IN
FAMIGLIA?
a cura di Pina Ferraro
LA VIOLENZA ASSISTITA
a cura di Pina Ferraro
Forma di abuso e fattore di rischio per i bambini
… qualsiasi forma di maltrattamento compiutoattraverso atti di violenza fisica, verbale,psicologica, sessuale ed economica su figure diriferimento o su altre figure affettivamentesignificative. Il minore può farne esperienzadirettamente, indirettamente, e/opercependone gli effetti. Si include l’assisterea violenze di minori su altri minori e/o su altrimembri della famiglia e ad abbandoni emaltrattamenti ai danni di animali domestici.
LA VIOLENZA ASSISTITA E’
COME SI SENTONO I BAMBINICHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA
I bambini che vivono in famiglie dove si esercita violenza subiscono danni e traumi che rimangono nel tempo con riflessi negativi per lo sviluppo psicofisico;
Possono essere coinvolti direttamente nelle violenze o indirettamente nel tentativo di proteggere la madre;
A volte sono spettatori inermi.
A cura di Pina Ferraro
Tutte le situazioni in cui il bambino assiste a violenza domestica
possono essere considerate come un abuso psicologico al bambino
“un attacco concreto da parte dell’adulto, nei confronti dello sviluppo del sé e della competenza sociale del
bambino, una modalità comportamentale psicologicamente
distruttiva”a cura di Pina Ferraro
I bambini maschi che crescono in famiglie violente, da adulti, hanno una
probabilità 1000 volte più alta di abusare delle partner rispetto a quelli che crescono in famiglie non violente.
La violenza è un comportamento appreso e può essere disimparato
a cura di Pina Ferraro
ALCUNI DATI DEL PROGETTO “SEMBRAVA FOSSE AMORE, INVECE…” REALIZZATO IN 8 SCUOLE
SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA
Hai mai sentito parlare di Centri Antiviolenza?
50,7%NO
49,3%SI
Quali conseguenze può avere sui figli l’assistere a scene di violenza in famiglia?
Perché, secondo te, le donne rimangono con uomini violenti?
34%
43%
14%
PERCHE' PENSANO DI NON FARCELA DA SOLEPECHE' SPERANO DI SALVARE LA FAMIGLIAPERCHE' SPERANO CHE LUI CAMBIPERCHE' SI SENTONO IN COLPAPERCHE' SONO ECONOMICAMENTE DIPENDENTIPER TIMORE DEL GIUDIZIO ESTERNOPERCHE' PROVANO VERGOGNA
E’ importante tenere presente che:
Una donna riluttante a denunciare, se adeguatamente supportata, può cambiare idea ed iniziare un percorso di cambiamento per sé e per i propri figli.
E’ necessario, perché ciò avvenga, attivare l’intervento in un’ottica di rete, coinvolgendo tutti gli attori, pubblici e privati, in grado di sostenere la donna nel percorso di fuoriuscita dalla violenza.
a cura di Pina Ferraro
OCCORRE IMPEDIREche la scarsa conoscenza del fenomeno, della sua gravità e diffusione e la mancanza di strumenti
adeguati di intervento contribuiscano:
A rendere impuniti, di fatto, la grandemaggioranza degli episodi
A rafforzare nei responsabili il senso diimpunità
Ad aumentare il senso di impotenza dellevittime
a cura di Pina Ferraro
ALCUNI “DETTAGLI” METODOLOGICI DA
CONOSCERE E APPLICARE A PRESCINDERE DAL FATTO DI
ESSERE UN’OPERATRICE DI ACCOGLIENZA, UN’OPERATRICE
TERRITORIALE DEI SERVIZI PUBBLICI O ALTRA PROFESSIONISTA
a cura di Pina Ferraro
Ostacoli al riconoscimento della violenza da parte degli operatori/trici
Scarsa conoscenza della diffusione e della gravità del fenomeno;
Insufficienti strumenti a disposizione per l’identificazione del fenomeno;
Ritenere che non si tratti di un problema di propria competenza;
Non sentirsi in grado di intervenire a fornire aiuto; Diffidenza nei confronti della donna
(dice la verità? Potrebbe provocare lei la violenza?); Mancanza di tempo per verificare la violenza; Difficoltà a gestire il proprio vissuto emotivo; Ritrosia a farsi carico di situazioni che possono implicare
l’attivazione, spesso faticosa e difficile, del sistema giudiziario e di un lavoro di rete;
Mancanza di conosenza delle risorse territoriali (in termini di professionalità e metodologia di intervento).
a cura di Pina Ferraro
È necessario:Comprendere il meccanismo che sta intorno
al fenomeno della violenza di genere;
Manifestare alla donna, comunque,comprensione e incoraggiamento ma noncompassione;
Evitare di manifestare giudizi negativi sulledecisioni successive della donna prese inquesto processo (ricordare i tipi di rottura)
a cura di Pina Ferraro
Evitare di:
Domandare alla donna cosa ha fatto perprovocare la violenza;Giudicare le sue scelte e le sue azioni;Minimizzare la situazione di pericolo che
lei racconta;Prendere delle scelte per lei (indurla a
lasciare il marito, denunciarlo, ecc..);
a cura di Pina Ferraro
FONDAMENTALE Il lavoro di rete è un percorso… e come tale necessita
della volontà di essere “percorso” e, soprattutto, necessita della volontà istituzionale degli enti coinvolti a renderlo operativo, consentendo la costante partecipazione dei referenti agli incontri, ai seminari e, non da ultimo, rendendosi disponibili ad una progettazione condivisa e alla costruzione di un linguaggio comune che permetta alla donna ed ai minori vittime di violenza di genere, di sentirsi “sostenuta” da una rete fatta di persone prima che di istituzioni
a cura di Pina Ferraro
a cura di Pina Ferraro -Assistente Sociale