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Indicazioni pratiche per i controlli sui tagli colturali dei boschi da parte delle Guardie Ecologiche Volontarie di Regione Lombardia 1 a edizione - gennaio 2011

Indicazioni pratiche per i controlli sui tagli colturali ... · Questi ultimi interessando praticamente tutta la montagna lombarda (Alpi, Prealpi, Appennini), ... parchi naturali,

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Indicazioni pratiche per i controlli sui tagli colturali dei boschi da parte delle Guardie

Ecologiche Volontarie di Regione Lombardia

1a edizione - gennaio 2011

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Regione Lombardia Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio Unità Organizzativa Sistemi Verdi e Foreste Struttura Foreste Via Galvani, 27; 20124 Milano fax 02.67.65.26.69 [email protected] [email protected] Testi e disegni sulle foto: Roberto Tonetti Prima edizione, gennaio 2011

Si ringraziano per i suggerimenti forniti e le fotografie: Elisabetta d’Ambrosi, Elena Tironi e Paolo Castellini (Regione Lombardia - Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio), Alessandro Rapella

(ERSAF), Gianbattista Sangalli e Paolo Panteghini (Comunità montana di Valle Camonica), Alessandro Ducoli (Parco Adamello), Cecilia Ardesi (Provincia di Brescia) Amedeo Gelpi (Comunità montana

Triangolo Lariano), Giulio Zanetti (Comunità montana Valsassina e Associazione Regionale Imprese Boschive), Fulvio Caronni (Parco Ticino), Massimo Merati (Provincia di Monza e Brianza), Tiziana

Stangoni (Parco Orobie Valtellinesi), Alessio Casati e Maurizio Minora (GEV Provincia di Milano).

Foto di copertina: misurazione con “cavalletto forestale” di catasta di legname in valle Brembana. Foto Roberto Tonetti

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Indice Premessa ............................................................................................................................... 4 I controlli ............................................................................................................................... 4 Dieci semplici cose che può fare una Guardia Ecologica Volontaria .............................................. 5

1) Verificare che l’intervento di taglio sia in bosco ................................................................................. 6 2) Controllare la presenza di richiesta di taglio ...................................................................................... 6 3) Controllare la presenza di autorizzazione .......................................................................................... 7 4) Il permesso di taglio corrisponde al vero? ......................................................................................... 7 5) Verificare il rispetto del turno mimino e di quello massimo ................................................................. 7 6) Verificare se sono state rilasciate matricine e riserve ......................................................................... 9 7) Controllare il taglio delle ceppaie .................................................................................................... 12 8) Controllare la qualità delle matricine e riserve ................................................................................. 13 9) Sistemazione dalle ramaglie ........................................................................................................... 13 10) Verificare se sono state rilasciate le piante per invecchiamento indefinito ....................................... 15

Approfondimenti fotografici ................................................................................................... 17 Ceduo o fustaia? ............................................................................................................................... 20

Tabella di raffronto sulle regole per alcuni tipi di ceduo della pianura e del fondovalle ................. 22 Impianti a fune (gru a cavo e fili a sbalzo) .............................................................................. 23 Procedura informatizzata di taglio bosco ................................................................................. 25 Sanzioni ............................................................................................................................... 28 Prova di autovalutazione ....................................................................................................... 30

a) Domande preparatorie ................................................................................................................... 30 b) Domande di base .......................................................................................................................... 31 c) Domande intermedie ..................................................................................................................... 34 d) Domande avanzate ....................................................................................................................... 38 Risposte ........................................................................................................................................... 41

Siti interessanti sul settore forestale ....................................................................................... 43 Contattateci! ........................................................................................................................ 43

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Indicazioni pratiche per i controlli sui tagli colturali dei boschi da parte delle Guardie Ecologiche Volontarie di Regione Lombardia

Premessa L’estensione delle foreste lombarde è in costante crescita: negli ultimi 50 anni sono raddoppiate, in linea con

quanto avviene nel resto dell’Unione Europea e in controtendenza con quanto accade nel resto del Mondo.

In Lombardia i boschi occupano un quinto del territorio regionale (619.043 ettari), sono costituiti da 105 milioni di metri cubi di legname e trattengono 134 milioni di tonnellate di CO2.

La superficie boscata è costituita da circa 760 milioni di alberi: abbiamo cioè 630 m2 di bosco e 77 alberi per ogni cittadino residente.

L’accrescimento annuale del bosco, che rappresenta l’interesse prodotto ogni anno del capitale legnoso, ammonta a oltre 3 milioni di metri cubi, dei quali solo il 18% viene richiesto ogni anno al taglio da parte di

imprese boschive e boscaioli. Potremmo in altre parole quintuplicare la legna che viene tagliata ogni anno

nei boschi lombardi senza impedire al bosco di continuare a crescere in termini di massa presente! I dati di Regione Lombardia evidenziano che la colonna portante della selvicoltura è rappresentata dalle

piccole utilizzazioni per uso energetico e per paleria effettuate nei boschi cedui da piccoli proprietari o da piccole imprese.

Non meno importanti però sono i contributi degli Enti forestali, che coordinano la pianificazione, delle quasi

200 imprese boschive che operano nei boschi con 500 addetti, dei 24 consorzi forestali (associazioni di proprietari boschivi e di altri soggetti della filiera legno) che gestiscono 107.000 ettari e danno lavoro a 400

persone. Il ruolo della Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio è quello di intervenire su diversi fronti a favore

dello sviluppo della filiera bosco legno: dalla programmazione al finanziamento, dalla formazione degli operatori alla promozione dei prodotti.

Incentivare una regolare gestione della foresta significa, infatti, garantire ed incrementare i benefici effetti

del bosco sul clima, sulla stabilità dei versanti, sulla qualità dell’aria, sulla biodiversità ma significa anche rilanciare lo sviluppo della filiera, creando nuovi posti di lavoro e nuove opportunità di sviluppo.

E’ tuttavia importante sottolineare che l’incentivazione della selvicoltura deve andare di pari passo con controlli sempre più rigorosi e precisi. Fare controlli non significa avere un intento persecutorio nei confronti

di chi ricava dal bosco la legna, ma insegnare il rispetto delle regole nell’interesse di tutti.

I controlli «I tagli e le altre attività selvicolturali sono sottoposte a controllo annuale da parte degli enti forestali, che possono avvalersi degli altri soggetti competenti ai sensi dell'articolo 61, della l.r. 31/2008, riguardante, riguardante:

a) un campione, scelto a caso o eventualmente in parte in base a fattori di rappresentatività individuati dai singoli enti forestali, pari almeno al due per cento delle istanze di taglio o di altre attività selvicolturali. Il campione è estratto, sorteggiandolo dalla popolazione di istanze di competenza. Tale popolazione è costituita da tutte le istanze il cui permesso di taglio è in corso di validità e da tutte le istanze il cui permesso di taglio è scaduto da meno di un anno;

b) tutti i tagli e le altre attività selvicolturali iniziati senza presentazione di regolare istanza ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9, o senza presentazione degli allegati prescritti dagli articoli 13, 14 e 15 dei quali l’ente forestale venga a conoscenza;

c) tutti i tagli e le altre attività selvicolturali per i quali siano state impartite prescrizioni tecniche da parte dell’ente forestale, in particolare con riguardo alla rinnovazione artificiale»

Così recita l'art. 17 del r.r. 5/2007 ”Norme Forestali Regionali” a seguito delle modifiche ed integrazioni

apportate all’inizio del 2010.

Dall’estate 2010, regione Lombardia estrae annualmente l’elenco delle istanze di taglio da sottoporre a controllo e le trasmette a province, comunità montane, parchi e riserve regionali. Questi enti vi devono

aggiungere le istanze relative ai punti b) e c) dell’art. 17 del regolamento ed effettuano i controlli entro la fine dell’inverno successivo, avvalendosi fra l’altro delle Guardie Ecologiche Volontarie.

Il presente testo vuole pertanto costituire un piccolo aiuto per le GEV nell’effettuare i controlli, a cominciare

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da quelli più semplici, ossia i tagli nei cedui. In ogni gruppo locale di GEV dovrebbe esistere, infatti, un

nucleo di almeno 3-4 guardie ecologiche ben preparate sul settore forestale.

Segue un testi di auto valutazione sulla normativa forestale, utile anche per la preparazione dell’esame di

GEV (in particolare le domande da 1 a 50).

Normativa di riferimento: Titolo IV della l.r. 31/2008, Norme Forestali Regionali (r.r. 5/2007), entrambi nella

versione vigente al dicembre 2010.

Dieci semplici cose che può fare una Guardia Ecologica Volontaria Elenchiamo qui alcune semplici controlli che ogni GEV può fare. Sono riferiti in particolare ai boschi cedui, in

quanto i controlli dei tagli nei boschi d’alto fusto richiedono maggior perizia.

Passaggio Cosa? Come?

1 Verificare che l’intervento di taglio sia in

bosco

Confronto con la cartografia del PIF o, se

mancante, verificare la corrispondenza con

l’art. 42 della l.r. 31/2008

2 Controllare la presenza di richiesta di taglio Chi taglia deve aver con se la stampata del

sistema informativo taglio bosco, sempre

3 Controllare la presenza di autorizzazione Dal 1° febbraio 2011 sulla ricevuta della

domanda è indicato se è necessaria l’autorizzazione; in questo caso bisogna

portarla con sé

4 Il permesso di taglio corrisponde al vero? Verificare se il permesso si riferisce al bosco in cui si taglia: comune, dati catastali, specie da

tagliare, ceduo/fustaia, superficie del taglio,

esecutore del taglio, dichiarazioni del campo note …..

5 Verificare il rispetto del turno mimino e di

quello massimo

Individuare almeno una ventina di ceppaie,

escludendo quelle più piccole e le più grandi, e contare gli anelli annuali

6 Verificare se sono state rilasciate matricine e

riserve

50 piante ad ettaro corrispondono a una

distanza media fra le piante di circa 14 metri; 90 piante/ha a una distanza media di circa

10,5 metri

7 Controllare il taglio delle ceppaie Taglio rasente al suolo, non a “V” e non slabrato

8 Controllare la qualità delle matricine e riserve Devono essere piante sane, ben conformate,

con chioma presente almeno nell’ultimo terzo

apicale della chioma

9 Ripulitura dalle ramaglie Devono essere triturate o raccolte a piccoli

gruppi, lontane da ceppaie, plantule, torrenti,

sentieri, strade, ferrovie, tane di animali

10 Verificare se sono state rilasciate le piante per invecchiamento indefinito

Deve essere presente il contrassegno dell’ente o un bollo di vernice gialla

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1) Verificare che l’intervento di taglio sia in bosco Si tenga presente che le “Norme Forestali Regionali” sono valide nei boschi e sui terreni soggetti a vincolo idrogeologico. Questi ultimi interessando praticamente tutta la montagna lombarda (Alpi, Prealpi, Appennini),

con esclusione sovente dei principali fondovalle.

Per individuare se un terreno è bosco oppure no è necessario il confronto con la cartografia del Piano di Indirizzo Forestale o, se mancante, verificare se la superficie boscata rientra nella definizione di bosco ai

sensi dell’art. 42 della l.r. 31/2008. Si ricorda che la d.g.r. 2024/2006 fornisce precisazioni dettagliate sulla definizione di bosco.

2) Controllare la presenza di richiesta di taglio Come noto, il “permesso di taglio” può essere acquisito in questi modi:

a) se il taglio è conforme alle regole previste dalle “Norme Forestali Regionali” (r.r. 5/2007) o alle deroghe

apportate con la pianificazione forestale previa autorizzazione della Giunta regionale (si tratta della quasi totalità dei casi):

Se il bosco si trova in un parco regionale o si trova in una riserva regionale che non abbiano il piano

di indirizzo forestale, è necessario chiedere un’autorizzazione all’ente gestore, che deve emetterla o

negarla entro 60 giorni (non è però soggetta a silenzio – assenso) Se il bosco si trova in un parco naturale all’interno di parco regionale o si trova in una riserva

regionale che abbiano il piano di indirizzo forestale, è necessario chiedere un’autorizzazione all’ente

gestore, che deve emetterla o negarla entro 60 giorni (è però soggetta a silenzio – assenso, quindi l’intervento può essere iniziato qualora non venga comunicato all’interessato il provvedimento di

diniego entro sessanta giorni)

In tutti gli altri casi, è necessario presentare una denuncia di inizio attività ed è possibile iniziare a

tagliare subito dopo la sua presentazione, fatto salvo l’eventuale obbligo di procedere alla valutazione di incidenza per gli interventi nei siti natura 2000.

b) Nel caso invece si desideri ottenere il permesso per effettuare un taglio in deroga alle Norme Forestali Regionali, ovviamente nei casi permessi dal regolamento stesso, è necessaria un autorizzazione, acquisibile

con "silenzio assenso" dopo 60 giorni in caso di inadempimento dell’ente forestale, anche in quei casi in cui

altrimenti varrebbe una semplice DIA:

Procedure per attività selvicolturali in deroga alle NFR

IL PIF è

approvato?

Aree protette: parchi naturali, riserve regionali

(con o senza siti natura

2000)

Altre zone

comprese nei parchi regionali

Siti natura 2000

esterni ad aree protette

Restante

territorio regionale

NO Autorizzazione Autorizzazione, acquisibile con "silenzio assenso" dopo 60 giorni

in caso di inadempimento dell’ente

forestale SI

Procedure per attività selvicolturali CONFORMI alle NFR

IL PIF è

approvato?

Aree protette: parchi

naturali, riserve regionali

(con o senza siti natura 2000)

Altre zone comprese nei

parchi regionali

Siti natura 2000 esterni ad aree

protette

Restante territorio

regionale

NO Autorizzazione

DIA

SI

Autorizzazione acquisibile con "silenzio assenso" dopo 60

giorni in caso di inadempimento dell’ente forestale

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c) Nel caso dei boschi da seme, gli interventi sono sempre soggetti a “silenzio assenso”, tranne nel caso di

interventi in un parco regionale o in una riserva regionale che non abbiano il piano di indirizzo forestale: in questo caso serve ovviamente un’autorizzazione.

Tutte, ma proprio tutte, le DIA e le richieste di autorizzazione per il taglio colturale del bosco

devono essere presentate tramite procedura informatizzata attraverso il sito internet:

http://www.denunciataglioboschi.servizirl.it

Le DIA e le richieste di autorizzazione sono chiamate, complessivamente, “istanze”

Chi esegue il taglio deve portare con se la ricevuta dell’istanza. Nelle istanze presentate dal 1° febbraio 2011 in fondo alla ricevuta dell’istanza è scritto chiaramente se si tratta di una DIA, una richiesta di autorizzazione

o una richiesta di autorizzazione soggetta a “silenzio assenso”.

3) Controllare la presenza di autorizzazione a) Qualora il bosco si trovi in un parco regionale o si trovi in una riserva regionale che non abbiano il piano di

indirizzo forestale, chi esegue il taglio deve avere con sé anche l’autorizzazione dell’ente gestore.

b) Nel caso l’intervento è soggetto ad autorizzazione acquisibile per “silenzio assenso”, è evidente che:

qualora siano passati al massimo 60 giorni dalla data di presentazione della richiesta di

autorizzazione tramite procedura informatizzata, il taglio può iniziare solo in presenza di formale autorizzazione da parte dell’ente forestale;

qualora siano passati oltre 60 giorni dalla data di presentazione della richiesta di autorizzazione

tramite procedura informatizzata, il taglio può iniziare anche in assenza di formale autorizzazione da parte dell’ente forestale; in questo caso appare però opportuno controllare in ufficio se, a seguito

della presentazione della richiesta di autorizzazione (prendere gli estremi della richiesta di

autorizzazione presentata attraverso internet), sia stato emesso un diniego o un’autorizzazione subordinata a prescrizioni.

4) Il permesso di taglio corrisponde al vero? E’ necessario verificare i dati contenuti nella richiesta di autorizzazione o nella DIA, nonché – se presente – nella formale autorizzazione dell’ente forestale.

In particolare è bene effettuare queste verifiche in bosco con riferimento all’istanza (DIA o richiesta di autorizzazione):

l’esecutore del taglio corrisponde alla persona indicata nell’istanza?

ci troviamo nel comune indicato?

la forma di governo di bosco (ceduo o fustaia) è effettivamente quella indicata?

le specie che si stanno tagliando sono quelle indicate?

la superficie che si sta tagliando è quella indicata?

la massa legnosa che si sta tagliando è quella indicata?

il tipo di taglio che si sta eseguendo è quello indicato?

Per la verifica dei dati dei mappali è bene cercare le particelle sul Sistema Informativo Agricolo della Regione

Lombardia http://www.siarl.regione.lombardia.it o su altra banca dati catastali georeferenziata e stampare le

particelle prima del controllo.

5) Verificare il rispetto del turno mimino e di quello massimo Sia nei cedui che nelle fustaie, i tagli di utilizzazione possono avvenire solo quando le piante raggiungono

una determinata età, variabile a seconda del tipo di bosco. Innanzitutto, ricordiamo che si definisce “taglio di utilizzazione” un taglio che interesso almeno un terzo delle

piante vive e/o la metà della massa legnosa presente in bosco, salvo il caso che si tratti di tagliare piante

morte o spezzate o si tratti di un taglio di manutenzione sotto elettrodotti, strade, edifici ecc. Questa

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affermazione deriva dalla definizione di “diradamento” data dal r.r. 5/2007, art. 39 comma 8 e art. 40 c. 8.

Il turno minimo, che varia a seconda che il bosco sia ceduo o fustaia e a seconda del tipo di bosco (querceto,

abetina ecc.) è stabilito dall’art. 41 del r.r. 5/2007. In altre parole, salvo il caso che si tratti di tagliare piante morte o spezzate o si tratti di un taglio di

manutenzione sotto elettrodotti, strade, edifici ecc., non è possibile ad esempio tagliare oltre un terzo delle piante presenti di una faggeta o di un querceto a farnia di età inferiore a 90 anni. Si tenga presente che è

possibile derogare se la modifica del turno è stata stabilita dalla pianificazione forestale locale o se è stata

chiesta autorizzazione in deroga all’ente forestale, autorizzazione soggetta a “silenzio assenso” se il bosco è esterno a un parco regionale o si trova in una riserva regionale prive del piano di indirizzo forestale.

Ovviamente, il turno corrisponde, in tutti i boschi “coetanei” (ossia formati da alberi della stessa età), all’età

delle piante che compongono il bosco al momento del taglio.

Per determinare l’età di una pianta abbattuta è necessario contare il numero di anelli di accrescimento presenti nella ceppaia, cioè a livello del suolo. Ovviamente, nei nostri climi, un anello corrisponde alla

crescita di un anno. In molte piante (tutte le conifere, querce, robinia, frassini, castagno, olmi, pioppi, ecc.) gli anelli sono molto

ben visibili e il conteggio non comporta problemi, se non in boschi estremamente fitti ove le piante crescono

poco e gli anelli sono quindi molto stretti. Per altre specie, come ad esempio i carpini, gli anelli sono poco visibili, ma sul legno appena tagliato è

normalmente relativamente facile individuarli, magari con l’aiuto di un gesso bianco o colorato, da strofinare sulla ceppaia.

Vediamo come determinare il turno in un ceduo.

Teniamo innanzitutto conto che in un ceduo il turno è calcolato in base all’età dei polloni, ossia dei ricacci delle ceppaie. In un ceduo vi sono normalmente anche delle matricine, che hanno la funzione di produrre

seme, sostituire le ceppaie esauste e diversificare l’ambiente. Le matricine, però, dopo due o tre turni di ceduazione possono essere tagliate (anche perché, ripetiamo, hanno fra l’altro lo scopo di sostituire le

ceppaie esauste e per svolgere questa funzione devono essere ceduate!), ma è evidente che al momento del

taglio queste piante avranno il doppio, il triplo o addirittura il quadruplo degli anni dei polloni e quindi bisogna evitare di conteggiare queste piante se si vuole stimare il turno del ceduo!

Analogamente, è possibile, anche se raro, che in un ceduo, che è normalmente un bosco fitto, nascano da

seme nuove piantine fra un intervento di taglio e il successivo e queste piante avranno un’età inferiore a

quella dei polloni. Anche in questo caso, bisogna evitare di conteggiare queste piante se si vuole stimare il turno del ceduo.

Appare evidente che non è possibile determinare l’età dei polloni contando gli anelli di una sola pianta,

perché potrebbe capitarci di imbatterci in una matricina o in una pianta nata da seme in epoca recente.

Come procedere allora? E’ necessario conteggiare almeno venti o trenta piante, scartando quelle con valori

decisamente anomali. Esempio, ipotizziamo di aver contato nell’inverno 2010-2011 gli anelli di ventotto piante e di ottenere questi valori:

una pianta con 49 anelli;

due piante con 34 anelli;

ventidue piante con 16 anelli;

due piante con 15 anelli;

una pianta con 12 anelli.

In questo caso, è ragionevole pensare che la precedente ceduazione sia stata effettuata 16 anni prima di

quella attuale, ossia nell’inverno 1994-1995. Le piante con 34 anelli sono matricine con età pari a due volte il

turno: il taglio precedente è stato effettuato nel 1976-1977, ossia 18 anni prima del penultimo ed è a seguito di questo taglio che sono nate le due piante con 34 anni. La pianta con 49 anelli è ragionevolmente nata a

seguito del taglio di ceduazione effettuata nell’inverno 1961-1962.

Le tre piante con 12 e 15 anelli sono piante nate successivamente all’ultimo taglio di ceduazione e che verosimilmente sono cresciute male all’ombra dei polloni, per questo sono state tagliate insieme ai polloni.

In conclusione, al di là di ogni ragionevole dubbio, il ceduo ha 16 anni di età, anche se ho rilevato alcune

piante con un numero differente di anelli.

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6) Verificare se sono state rilasciate matricine e riserve Nei cedui, dopo il taglio di utilizzazione, devono essere mantenuti, in quasi tutti i tipi di bosco, alcune piante

come matricine; in altri casi è necessario rilasciare anche riserve.

Si devi innanzitutto ricordare che:

si considerano “matricine” le piante della stessa specie che predomina nel ceduo e “riserve” quelle di

specie differente. Ad esempio, in un robinieto, rilasciare 50 matricine significa rilasciare 50 robinie, mentre rilasciane 50 più tutte le riserve di specie autoctone presenti significa che vanno

salvaguardate anche tutte le querce (a parte la quercia rossa), olmi ecc.

un bosco si considera puro se costituito per almeno il 90% (in termini di massa) da una sola specie.

Il robinieto misto può pertanto essere considerato quel bosco con una percentuale di massa legnosa di robinia, prima del taglio, compresa fra il 50% e il 90%.

un gruppo di piante di meno di 2.000 mq presente in un’altra tipologia di bosco non può essere

considerata una tipologia a parte: 1.500 mq di piante di faggio in una pecceta sono 1.500 mq di piante di faggio in una pecceta. Ma 2.500 mq piante di faggio in una pecceta possono essere

considerate, da un punto di vista normativo, una piccola faggeta circondata da una pecceta.

Tutto ciò premesso, come fare a capire se in un castagneto, in un orno-ostrieto o in un robinieto misto sono

state mantenute le 50 matricine per ettaro imposte dall’art. 40 del r.r. 5/2007?

Vi sono due possibili percorsi:

a) Ipotizziamo che il terreno sia pianeggiante o quasi e che le piante mantenute in piedi siano abbastanza

ben distribuite (non siano presenti cioè a gruppi). Possiamo quindi partire dalla disposizione delle piante. Ogni pianta rappresenta il vertice di un triangolo o di altri poligoni e la distanza fra le piante sono i lati di

questi poligoni. Misuriamo la distanza che si trova da una pianta con le due o tre piante più vicine, evitando di misurare due

volte la stessa distanza, es. 8,24, 7,42, 9,83, 7,81, 6,99, 9,23 ecc. Facciamo un buon numero di misure, almeno una trentina. Tanto più i valori sono differenti, tante più misurazioni è bene fare.

Calcoliamo la media aritmetica delle distanze misurate: si devono sommare le distanze e dividere la somma

per il numero di valori sommati. Nel caso precedente, la somma è 49,52 e la media aritmetica 8,25 m. Possiamo immaginare che ogni pianta sia il vertice di un ipotetico quadrato con lato pari alla media delle

distanze precedentemente calcolata, cioè 8,25 m. Ogni quadrato ha superficie di 8,25 m x 8,25 m cioè 68,0625 mq.

Quanti quadrati ci stanno in un ettaro, ossia 10.000 mq? Ovviamente 10.000 diviso 68,0625, ossia 146,92

quadrati. Poiché in un ettaro ci saranno tanti vertici quanti saranno i quadrati, possiamo affermare che la

In boschi estremamente fitti potrebbe essere impossibile distinguere ad occhio nudo gli anelli di accrescimento, come in questo larice secolare al Parco dell’Adamello (foto Alessandro

Ducoli)

Ceppaia di robinia tagliata da poco nel Parco Groane: si contano bene gli anelli di accrescimento. Notare il taglio netto della ceppaia (foto Roberto Tonetti)

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distanza frale piante di 8,25 metri corrisponde a quasi 147 piante per ettaro. In questo caso, quindi, il

numero di matricine rilasciate ad ettaro sarebbe assolutamente rispettato.

Si veda che è pertanto possibile stimare il numero di piante per ettaro senza delimitare fisicamente un ettaro sul terreno, cosa non facile considerato che un ettaro è pari a un quadrato di 100 metri di lato e che a

disposizione si ha spesso solo una bindella lunga 15 o 20 metri.

Attenzione, questi valori possono essere tenuti in considerazione per sanzioni solo qualora la differenza fra la

prescrizione e quanto rilevato sul campo sia molto elevata. Esempio: è necessario rilasciare almeno 50 matricine per ettaro e, dopo numerose misurazioni (almeno una ventina per ogni ettaro stimato) ricavo dal

procedimento sopra descritto una distanza fra le piante di circa 19,5 metri, cioè 26 piante per ettaro. In questo caso, se ho fatto bene le misurazioni e il terreno è pianeggiante o quasi, posso irrogare una sanzione

per mancato rispetto del numero minimo di matricine per ettaro.

Se la differenza è bassa, invece, è opportuno effettuare ulteriori verifiche chiamando un tecnico dell’ente forestale.

Ecco altre corrispondenze:

Distanza media fra le piante

Corrisponde a circa X piante per ettaro:

Distanza media fra le piante

Corrisponde a circa X piante per ettaro:

4,0 metri 625 12,5 metri 64 4,5 metri 494 13,0 metri 59 5,0 metri 400 13,5 metri 55 5,5 metri 331 14,0 metri 51 6,0 metri 278 14,5 metri 48 6,5 metri 237 15,0 metri 44 7,0 metri 204 15,5 metri 42 7,5 metri 178 16,0 metri 39 8,0 metri 156 16,5 metri 37 8,5 metri 138 17,0 metri 35 9,0 metri 123 17,5 metri 33 9,5 metri 111 18,0 metri 31 10,0 metri 100 18,5 metri 29 10,5 metri 91 19,0 metri 28 11,0 metri 83 19,5 metri 26 11,5 metri 76 20,0 metri 25

12,0 metri 69 20,5 metri 24

b) Realizzare delle aree di saggio usando la bindella. In questo casi si delimitano a caso aree relativamente piccole, si contano le piante nelle aree di saggio e si calcola, in proporzione, il numero di piante per ettaro.

L’area di saggio più facile da realizzare sarebbe il cerchio, ma è evidente che non è per nulla semplice individuare un cerchio tenendo fissa la bindella in un punto e ruotando tutto attorno, proprio per la presenza

dei tronchi degli alberi. Pertanto, è meglio pensare a realizzare delle aree quadrate. In questo caso, la

difficoltà sta nel realizzare lati fra loro perpendicolari, ossia con angoli di 90°: dopo aver delimitato tre lati ci si rende conto spesso che il quarto lato non è uguale agli altri tre! E’ quindi molto utile fissare dei paletti in

corrispondenza dei vertici per essere sicuri che i lati siano uguali. Attenzione, però, anche se ho delimitato un quadrilatero con 4 lati uguali non ho la sicurezza che esso sia un quadrato, potrebbe essere un rombo. Per

avere una sicurezza del fatto che sia un quadrato è bene misurare la diagonale, cioè la distanza fra due vertici opposti. Grazie al teorema di Pitagora studiato alle scuole medie sappiamo che la diagonale di un

quadrato è uguale al lato moltiplicato per 1,41 (cioè 2): se abbiamo delimitato un quadrato di 15 metri di

lato, la diagonale dovrà essere di 21,15 m, se abbiamo delimitato un quadrato di 20 metri di lato, la

diagonale dovrà essere di 28,20 m. Ricordiamo che la superficie deve essere planimetrica.

Se il bosco tagliato è molto grande, è opportuno delimitare altre aree di saggio. E’ opportuno che le aree di saggio interessino, ad occhio, il 5-10% della superficie totale del bosco.

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Contiamo ora le matricine che si trovano nell’area o nelle aree di saggio. Ipotizziamo che in due aree di saggio siano rispettivamente 4 e 3, in totale 7. In base alla superficie dell’area di saggio (ipotizziamo che

siano entrambe di 20 m x 20 m, ossia 400 mq l’una, in totale 800 mq) posso stimare il numero di matricine per ettaro (ossia in 10.000 mq) con la seguente proporzione:

matricine contate : matricine per ettaro = superficie aree di saggio : 10.000

ossia:

quindi nel caso in esame: 7: X = 800 : 10.000 con X = n. matricine per ettaro

da cui X = (7 * 10.000)/800 = 87,5 matricine per ettaro = 88

Importante è però sempre decidere a caso dove realizzare le aree di saggio: se le localizzo volutamente in zone del bosco più dense o più rade di alberi è ovvio che il risultato della stima sarà falsata.

Calcolo del numero di matricine per ettaro in base al n. di matricine contate in una o più aree di saggio di superficie nota

matricine contate

numero aree di saggio di 15 m x 15 m (225 mq l'una) numero aree di saggio di 20 m x 20 m (400 mq l'una)

1 2 3 4 5 1 2 3 4 5

1 44 22 15 11 9 25 13 8 6 5

2 89 44 30 22 18 50 25 17 13 10

3 133 67 44 33 27 75 38 25 19 15

4 178 89 59 44 36 100 50 33 25 20

5 222 111 74 56 44 125 63 42 31 25

6 267 133 89 67 53 150 75 50 38 30

7 311 156 104 78 62 175 88 58 44 35

8 356 178 119 89 71 200 100 67 50 40

9 400 200 133 100 80 225 113 75 56 45

10 444 222 148 111 89 250 125 83 63 50

11 489 244 163 122 98 275 138 92 69 55

12 533 267 178 133 107 300 150 100 75 60

13 578 289 193 144 116 325 163 108 81 65

14 622 311 207 156 124 350 175 117 88 70

15 667 333 222 167 133 375 188 125 94 75

16 711 356 237 178 142 400 200 133 100 80

17 756 378 252 189 151 425 213 142 106 85

18 800 400 267 200 160 450 225 150 113 90

19 844 422 281 211 169 475 238 158 119 95

20 889 444 296 222 178 500 250 167 125 100

Esempio: ho delimitato due aree di saggio di 400 mq l'una, contando rispettivamente 3 e 4 matricine, in totale 7. In questo caso, dalla tabella si ricava che il numero di matricine per ettaro è di 88

Attenzione, sia nel caso a) che nel caso b), i valori ottenuti possono essere tenuti in considerazione per sanzioni solo qualora la differenza fra la prescrizione e quanto rilevato sul campo sia molto elevata. Esempio:

è necessario rilasciare almeno 50 matricine per ettaro e, dopo numerose misurazioni (almeno una ventina per ogni ettaro stimato) ricavo dal procedimento a) una distanza fra le piante di circa 19,5 metri, cioè 26

piante per ettaro. In questo caso, se ho fatto bene le misurazioni e il terreno è pianeggiante o quasi, posso irrogare una sanzione per mancato rispetto del numero minimo di matricine per ettaro.

Se la differenza è bassa, invece, è opportuno effettuare ulteriori verifiche chiamando un tecnico dell’ente

forestale.

matricine contate nelle aree di saggio * 10.000 Matricine per ettaro =

Superficie aree di saggio

12

7) Controllare il taglio delle ceppaie Soprattutto nel caso dei boschi cedui, il taglio deve essere fatto il più possibile vicino al terreno e comunque non oltre i 10 cm dal punto di inserzione del pollone sulla ceppaia. Il taglio deve essere fatto in modo che da

evitare il ristagno di umidità. Bisogna infatti evitare che la ceppaia, dopo il taglio, marcisca e il pollone si appoggi su una base inconsistente, rischiando in futuro di cadere.

Nelle fustaie il problema è di minore gravità, non essendovi un riscoppio di polloni dalla ceppaia. Tuttavia, è

comunque bene evitare di effettuare il taglio della pianta a oltre 10 cm dal suolo, salvo il caso in cui una ceppaia alta serva ad ostacolare la caduta di massi od ostacolare le valanghe: in questo caso si può arrivare

a tagliare la pianta anche a 100 cm dal suolo. Vedi in particolare: art. 28 del r.r. 5/2007

Ceppaia di frassino tagliata male: il taglio è irregolare e slabrato e troppo alto dal suolo, tanto più che è evidente la cattiva saldatura fra i due rami, che porterà verosimilmente alla caduta futura del ramo (foto Alessandro Ducoli). . E’ necessario invitare l’esecutore del taglio a ripassare sul taglio all’altezza della linea rossa disegnata

Ceppaia di nocciolo tagliata male: i tagli sono irregolari, molto slabrati e troppo distanti dal terreno. E’ necessario invitare l’esecutore del taglio a ripassare sul taglio all’altezza della linea rossa disegnata (foto Alessandro Ducoli)

Ceppaia tagliata male: il taglio è irregolare, a V (ovale disegnato), e troppo alto dal suolo. I nuovi polloni stanno nascendo troppo distanti dal suolo (freccia disegnata) e quando saranno cresciuti e pesanti rischieranno di cadere perché la ceppaia nel frattempo sarà cariata (foto Alessandro Ducoli)

Ceppaia tagliata bene in valle Camonica: il taglio è regolare, leggermente inclinato verso un lato. I polloni che ne nasceranno partiranno dalla base della ceppaia e col tempo potranno “affrancarsi”, cioè emettere radici proprie, che li renderanno più stabili. (foto Alessandro Ducoli)

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8) Controllare la qualità delle matricine e riserve Per svolgere le loro funzioni, le matricine devono sopravvivere! Può sembrare strano, ma talvolta sono lasciate in bosco per diventare matricine piante mezze secche, malate o con poca chioma.

La matricine devono essere di buona qualità. Una regola empirica per accertarsene è che esse posseggano la

chioma (rami, foglie) su almeno l’ultimo terzo del fusto: in altre parole, una pianta alta 12 metri, deve possedere rametti e foglie almeno sugli ultimi quattro metri; una alta 21 metri deve possedere rametti e

foglie almeno sugli ultimi sette metri. Le piante con meno chioma hanno in genere un tronco troppo affusolato. Finché crescono in un bosco fitto,

esse restano in piedi perché riparate dalle altre piante, ma quando sono isolate, al primo temporale estivo o

alla prima nevicata, si piegano o si spezzano e muoiono. Qualcuno ha paragonato queste piante a un gruppo di ubriachi: quando camminano tutti insieme si sostengono a vicenda, ma quando sono isolati cadono dopo

pochi passi. Alcune piante, come il pino silvestre o il ciliegio selvatico, riescono a stare in piedi anche se la loro chioma è

presenti in meno di un terzo del fusto.

9) Sistemazione dalle ramaglie

Le ramaglie devono essere sistemate entro 30 giorni dalla fine della stagione silvana o, nel caso di tagli

permessi tutto l’anno, entro 30 giorni dalla fine del taglio. La ramaglia e le cortecce sono particolarmente ricche di elementi minerali e pertanto se lasciati in bosco a

decomporsi restituiscono al suolo gli elementi nutritivi precedentemente assorbiti dalle piante. Lasciare rametti fini e cortecce in bosco è pertanto la soluzione più ecologica, anche se chi abita in città potrebbe

storcere il naso vedendo il bosco lasciato “sporco”! La ramaglia può essere: raccolta in andane o cataste, triturata, bruciata, tagliata in pezzi di lunghezza

inferiore a 1 metro (2 metri se il diametro dei rami è inferiore ai 20 cm) e distribuita sull'area interessata,

purché non sia di ostacolo alla rinnovazione. Infatti, la ramaglia impiega alcuni anni a decomporsi, ma nel

Matricine di cerro mal conformate. La chioma verde (disegno giallo) è

presente su meno di un terzo dell’altezza dell’albero. Al primo temporale o nevicata pesante si storteranno o si spezzeranno. (foto Alessandro Ducoli)

Matricina di ciliegio ben conformata. Presenta la chioma su circa i due terzi dell’altezza e ha un tronco basale abbastanza diritto (ovale disegnato in giallo). Quando sarà tagliata dopo due o tre turni di

ceduazione potrebbe anche produrre legname da opera. Parco Groane. (foto Roberto Tonetti)

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frattempo le giovani piantine, ossia i ricacci dalle ceppaie (nei cedui) o nate da seme (nelle fustaie) devono

cominciare a crescere. La ramaglia non può assolutamente creare ostacoli significativi alla rinnovazione!

Occorre quindi verificare in particolare che la ramaglia sia accatastata e non si trovi sulle ceppaie, non copra rinnovazione (giovani piantine), non si trovi accatastata sotto le linee elettriche o telefoniche, lungo strade o

ferrovie, lungo viali tagliafuoco e in prossimità di corsi d'acqua. Non deve inoltre ricoprire tane o nidi di animali, né acervi di Formica rufa.

Anche se non è obbligatorio, è sempre utile la triturazione della ramaglia: questo processo accelera la decomposizione della ramaglia e riduce notevolmente il rischio di ostacoli alla rinnovazione e di innescare

incendi. Tuttavia, la cippatura non è agevole, in quanto necessita macchine operatrici costose e difficili da portare fuori strada. Il materiale cippato può essere buttato anche vicino alla rinnovazione, basta che non la

copra o ne provochi la piegatura: sarà un ottimo pacciamante che manterrà umido il terreno e impedirà la

crescita delle male erbe.

Se si elimina la ramaglia col fuoco (cosa da sconsigliare ma non vietata dalle norme regionali, se non lungo le strade, elettrodotti, linee elettriche ecc.), accertarsi che i fuochi siano spenti entro le 14:00 (o entro le

16:00 quando vige l’ora legale, cioè dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre).

Vedi in particolare: art. 22 del r.r. 5/2007

Accumulo eccessivo di ramaglia, addirittura a bordo strada! Triangolo Lariano. (foto Amedeo Gelpi).

Una cosa da non fare: gettare la ramaglia sui formicai. Valtellina. (foto Tiziana Stangoni)

La cippatura della ramaglia rappresenta una soluzione ottimale, ma non sempre è possibile, sia per il costo elevato della cippatrice, sia per le difficoltà di accesso a molti boschi: la cippatrice infatti è normalmente associata a un trattore e pertanto non può essere portata dappertutto. Ceduo di robinia

nel Parco Groane. (foto Roberto Tonetti)

Ramaglia correttamente accatastata in pecceta in Valsassina. (foto Giulio Zanetti)

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10) Verificare se sono state rilasciate le piante per invecchiamento indefinito In tutte le utilizzazioni, sia dei cedui che delle fustaie, è necessario mantenere in piedi e contrassegnare almeno due alberi da destinare all’invecchiamento a tempo indefinito per ogni ettaro di bosco.

Le piante vanno contrassegnate, a cura dell’utilizzatore, con un bollo di vernice gialla indelebile o con un

contrassegno con numerazione progressiva fornito dall’ente forestale.

Le piante possono anche essere scelte a gruppi.

Si tenga presente che contrassegnare piante a invecchiamento indefinito non significa privare al proprietario

l’utilizzo di legna di buona qualità: le piante a invecchiamento indefinito possono essere tranquillamente individuate fra le piante particolarmente ramose o “malconformate”, che non rivestono alcuna utilità per la

produzione di legna da opera e che sono poco gradite anche a chi produce legna da ardere, soprattutto se

già di grandi dimensioni (il legno è difficile da tagliare, fendere e ridurre a tronchetti). Inoltre, è possibile individuare piante in vallette o su rocce affioranti, cioè in zone che sono da un lato tranquille per la fauna e

dall’altro poco interessanti per i boscaioli, che dovrebbero fare più fatica a tagliare ed eboscare il legname.

Per le caratteristiche delle piante, vedi art. 24 r.r. 5/2007.

Normalmente i tronchetti si esboscano, ma talvolta la scarsa accessibilità del bosco rende questa operazione totalmente anti economica. In ogni caso, però, i tronchetti vanno ugualmente accatastati. Valle Camonica (foto Paolo Panteghini)

Ramaglia correttamente accatastata in giovane pecceta (fustaia di abete rosso). Valle Camonica (foto Paolo Panteghini)

A seguito di un piccolo taglio a raso resosi necessario per un grave attacco di scolitidi, la ramaglia è stata lasciata sul posto. Cosa da evitare, anche perché può offrire rifugio all’insetto. Valle Camonica (foto Paolo Panteghini)

Ramaglia lasciata sul posto. Cosa da evitare, in quanto ostacola la rinnovazione naturale dopo il taglio a buche. Valle Camonica (foto Paolo Panteghini)

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Questo abete rosso nel Parco Adamello non riveste alcuna importanza per la produzione di legname, ma se fosse contrassegnato per l’invecchiamento a tempo indefinito potrebbe svolgere un’utile funzione ambientale (foto Alessandro Ducoli) .

Gruppo di pini silvestri su rupe boscata in Valle Camonica. Decidere di destinare piante in situazioni come questa per l’invecchiamento a tempo indefinito non darà sicuramente fastidio a nessun boscaiolo e a nessuna ditta boschiva! Il taglio e l’esbosco di alberi in situazioni come queste è infatti pericoloso e costoso. Viceversa, gli alberi possono costituire un rifugio tranquillo per molte specie animali. (foto Alessandro Ducoli)

Albero contrassegnato per l’invecchiamento a tempo indefinito con bollo di vernice gialla (foto Giulio Zanetti)

Abete bianco contrassegnato per l’invecchiamento a tempo indefinito dal Parco delle Orobie Valtellinesi. Fa parte di un gruppo di abeti in un’area di nidificazione della rara civetta capogrosso (foto Roberto Tonetti)

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Approfondimenti fotografici

Contrassegnatura delle matricine in un ceduo in Valle Camonica. Normalmente sono contrassegnate con un cerchio rosso attorno al tronco, di modo che possano essere riconosciute da ogni lato senza

essere tagliate per errore. (foto Alessandro Ducoli)

I segni azzurri su alberi o massi indicano il confine delle “particelle assestamentali”, ossia dei lotti in cui è suddiviso il bosco. Obiettivo,

pianificare e programmare nel tempo e nello spazio i tagli selvicolturali al fine di conversare e migliorare il patrimonio forestale e di tramandarlo alle future generazioni. In Lombardia il primo piano di

assestamento forestale risale al 1928, peri il comune di Vione (BS). (foto Tiziana Stangoni)

Se proprio c’è la necessità di legare qualcosa a un albero, è necessario

evitare oggetti metallici, usando corde o nastri. Al fine di evitare di danneggiare la corteccia, usare “tronchetti salva corteccia”. Ricordarsi

inoltre di togliere il tutto quando non serve più, come nell’esempio in Valle Camonica (foto Alessandro Ducoli)

Danno a un albero: il filo metallo col tempo viene “fagocitato” dalla

pianta a causa del suo accrescimento in diametro. La pianta rischia di morire. Ma se qualcuno un giorno la taglierà, il filo metallico rischierà di

inceppare la motosega, rovinandola o rischiando di far male all’operatore. E’ quindi anche pericoloso. (foto Alessandro Ducoli)

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Tronchi di abete rosso accatastati a bordo strada in Valtellina. Si noti la strada realizzata per effettuare lavori in bosco (foto Tiziana Stangoni)

Diradamento di castagneto in Valcamonica con contrassegnatura di piante da rilasciare in piedi con anello di vernice rossa. (foto Alessandro Ducoli)

Cippatrice al lavoro in Valtellina: è evidente che si può operare solo su

strada o in prossimità di essa! (foto Tiziana Stangoni)

Macchina operatrice per la raccolta del legname in Valtellina: permette

di caricarlo facilmente su un rimorchio. Necessita ovviamente di viabilità di accesso al bosco. (foto Tiziana Stangoni)

Macchina operatrice per la raccolta, la sramatura e la depezzatura del

legname in bosco in Valtellina. La macchina permette di ridurre molto i costi della lavorazione del legname, tuttavia necessita di un’accessibilità al bosco su strada. Ottima alternativa, l’esbosco dei tronchi pressoché

interi con una teleferica e la loro successiva lavorazione a bordo strada. (foto Tiziana Stangoni)

Contrassegnatura di un albero d’alto fusto col “martello forestale” e inchiostro rosso nell’Alto Garda. Il martello forestale è un’accetta con un

punzone, che permette da un lato di eliminare un po’ di corteccia, dall’altro di imprimere un sigillo. Il sigillo è apposto sul basso tronco o

su radici affioranti, in modo da essere visibile anche dopo il taglio dell’albero (foto Roberto Tonetti)

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Impianti di rinnovazione artificiale in fustaia di quercia farnia nel Parco Groane. Le retine neri sono forse poco belle ma molto utili per evitare

che le piantine siano danneggiate dal decespugliatore durante le necessarie ripuliture dei primissimi anni e per evitare danni da fauna selvatica. (foto Roberto Tonetti)

Linea di esbosco per gru a cavo (teleferica per esbosco legname). Può apparire come un brutto taglio, ma nella striscia la vegetazione si

ricostituisce in fretta e permette di trasportare il legname senza dover realizzare una grande strada camionabile e perenne, che potrebbe causare un disturbo ben maggiore e soprattutto perenne (foto Paolo Panteghini)

Questo era verosimilmente un albero biforcato che qualcuno pensò

bene di “potare” in questo brutto modo. E’ evidente che ora può costituire un pericolo per la strada sottostante. Non sempre salvare un albero a tutti i costi è una buona idea! Val Brembana. (foto Roberto

Tonetti)

Albero danneggiato durante i lavori di taglio. Cosa che può accadere

mentre si lavora, ma entro il termine del taglio, dovrà essere abbattuto e conteggiato fra la “ripresa”. Lasciarlo in piedi non è accettabile. Si noti

l’impianto a fune (freccia disegnata in rosso). Val Brembana. (foto Roberto Tonetti)

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Ceduo o fustaia?

Nelle ceppaie di robinia spesso dopo già 15 o 20 anni resta un solo pollone per ceppaia e il popolamento può sembrare una fustaia anziché

un ceduo, ma guardando il colletto delle piante ne appare spesso evidente l’origine agamica. In questo caso, poi, il taglio della ceppaia

era stato realizzato troppo alto e ora il pollone poggia su un pezzo di legno cariato, col rischio di cadere. Pianura padana. (foto Roberto

Tonetti)

i)

Ceduo di betulla e pioppo tremolo, con arbusti di frangola. L’origine agamica si vede bene soprattutto nei cerchi disegnati in rosso. La foto è

stata fatta il 27 febbraio 2010 e si comprende bene perché il periodo invernale – inizio primaverile sia quello a maggior rischio di incendi.

Parco Groane (foto Roberto Tonetti)

Giovane bosco d’alto fusto di farnia, acero campestre e ciliegio di origine artificiale e di età di 17 anni. Si noti il ciliegio in primo piano, di

buon portamento. Esemplari come questi dovrebbero essere liberati dalla concorrenza delle altre piante che comprimono la chioma attraverso diradamenti “dall’alto”, cioè eliminando solo quelle 1 o 2

piante che impediscono al ciliegio di prendere luce. Parco Groane. (foto Roberto Tonetti)

Fustaia di pino silvestre e quercia farnia. Notare che il pino silvestre,

specie molto eliofila (cioè molto esigente in fatto di luce) presenta a maturità la chioma solo sulla parte apicale della chioma senza che ciò comporti normalmente problemi di stabilità. Parco Groane. (foto

Roberto Tonetti)

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Ceduo di castagno. E’ ben visibile la zona ceduata con rilascio di 50 matricine ad ettaro. (foto Giulio Zanetti)

Ceduo di robinia e carpino bianco. Una ceppaia è ben visibile nel cerchio disegnato in rosso. La robinia del cerchio azzurro potrebbe sembrare da seme, ma è un pollone cresciuto su una ceppaia tagliata alta, come nell’ultima foto di pagina 20.

Pianura padana. (foto Alessandro Rapella)

Giovane fustaia di abete rosso troppo densa sulle Prealpi. Qui è indispensabile un diradamento, altrimenti la chioma si “alza” troppo: i rami cominciano a seccarsi dal basso e poi via via sempre più in alto, finché rimane solo un “ciuffo” in alto. A questo punto le piante rischiano il crollo. (foto Alessandro

Rapella)

Ceduo. Sono ben evidenti le ceppaie nei cerchi disegnati in rosso. Nel cerchio disegnato in giallo, invece, una matricina nata verosimilmente da seme. (foto Alessandro Rapella)

Ceduo. Sono ben evidenti le ceppaie. Anche la pianta a destra, che sembra nata da seme, è in realtà un pollone: si vede la ceppaia tagliata nel cerchio disegnato in rosso. (foto Alessandro Rapella)

Ceduo matricinato da manuale! Si distinguono benissimo le matricine e i giovani polloni di quattro anni di età. Prealpi bresciane. (foto Cecilia Ardesi)

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Tabella di raffronto sulle regole per alcuni tipi di ceduo della pianura e del fondovalle

Parametro Robinieto puro Robinieto misto Querceto

Presenza di robinia Massa > 90% Massa compresa fra

50% e 90%

Massa < 50%

Presenza di quercia o altre

specie

Massa < 10% Massa compresa fra

10% e 50%

Massa > 50%

Turno minimo 10 anni 20 anni 20 anni

Turno massimo Nessun obbligo Nessun obbligo 50 anni

Numero riserve da rilasciare Tutte le specie autoctone presenti, se non

deperienti

Tutte le specie autoctone presenti, se

non deperienti

Nessun obbligo

Numero matricine da rilasciare

50 ad ettaro 50 ad ettaro 90 ad ettaro

Numero piante da destinare

all’invecchiamento a tempo

indefinito

2 ad ettaro (da

selezionare fra matricine

o riserve)

2 ad ettaro (da

selezionare fra

matricine o riserve)

2 ad ettaro (da

selezionare fra

matricine o riserve)

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Impianti a fune (gru a cavo e fili a sbalzo)

Si definisce “gru a cavo” o blonden una teleferica dotata di una fune fissata alle estremità, montata su una o

più campate, sulla quale scorre il carrello, azionato da apposito argano che può tirare, sollevare, far

discendere o spostare longitudinalmente i carichi, in una sola corsa ed in un punto qualsiasi del tracciato. Il filo a sbalzo o palorcio è spesso un solo filo teso e utilizzato per la movimentazione di carichi a gravità.

Tutti gli impianti a fune devono essere “autorizzati” con le stesse procedure del taglio colturale del bosco a

cui l’impianto a fune si riferisce. Inoltre, qualora le linee superassero l'altezza di venti metri dal limite del

terreno libero o l'altezza delle chiome degli alberi, è obbligatoria la segnalazione con cavo di guardia munito di palloni o bandiere colorate o con segnali luminosi, secondo quanto prescritto dai vigenti regolamenti

dell'aeronautica per la sicurezza dei voli.

Possiamo evidenziale alcuni facili controlli che le GEV possono e devono fare:

1. vi sono impianti a fune e se “sì” di che tipo (gru a cavo o filo a sbalzo)? 2. questi impianti a fune sono regolarmente autorizzati (la verifica può essere fatta con le stesse

modalità dei punti 2 e 3 descritti per il taglio colturale del bosco)?; 3. i dati dell’autorizzazione/permesso corrispondono al vero (la verifica può essere fatta con le stesse

modalità del punto 4 descritto per il taglio colturale del bosco)?; 4. i fili passano sopra una strada a transito ordinario?

5. i fili sono segnalati con cavo di guardia munito di palloni o bandiere colorate o con segnali luminosi?

6. è stata stipulata l’assicurazione per la responsabilità civile valida per tutto il periodo di esercizio dell'impianto a fune?

Riferimenti normativi: art. 59, c. 7, l.r. 31/2008; art. 73 e 74 r.r. 5/2007

Trasporto di tronchi con gru a cavo in Valtellina. La gru a cavo permette di ridurre i costi di esbosco e di agevolare il trasporto del legname fino

al fondovalle. Si evita di realizzare strade camionabili, che avrebbero costi molto più elevati e che potrebbero causare un disturbo

permanente all’ambiente. (foto Tiziana Stangoni)

Teleferica (gru a cavo) per l’esbosco del legname in Val Brembana. Questa è una delle torrette più alti che circolano sull’arco alpino. L’azienda l’ha acquistata grazie ai finanziamenti europei del Programma di Sviluppo Rurale della Provincia di Bolzano (foto Roberto Tonetti)

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Esiste il Piano di Gestione (PdG) del Sito Nat2000 o un Piano di Assestamento Forestale (PAF)

o un Piano di Indirizzo Forestale (PIF), in tutti i casi con VIC positiva, che dettagli in modo sufficiente le modalità di intervento relative alla fattispecie in esame?

(lo stabilisce l’Ente Gestore del Sito Nat2000)

Indicazioni per il taglio in Siti Natura 2000

(di Paolo Castellini)

Gli Enti Gestori di Siti Natura 2000 non sono enti competenti a livello amministrativo al rilascio di

autorizzazioni in materia forestale. Come Enti Gestori di Siti Natura 2000 ai sensi della d.g.r. 3798/2006 devono essere messi al corrente degli interventi che vengono effettuati nel territorio del Sito ed

eventualmente rilasciare la Valutazione di Incidenza (VIC) anche semplificata laddove necessaria. Ciò avviene automaticamente attraverso l’inserimento dell’istanza informatizzata di taglio bosco.

Schema logico casistiche possibili

NO SI

Le norme del PdG sono recepite nel PIF o PAF, previa

deliberazione di Giunta

regionale in caso di deroga al

r.r. 5/2007?

Il taglio è conforme alle norme

del PIF o PAF?

NO

SI

SI

Il taglio può essere effettuato senza ulteriori formalità

NO

Taglio illegittimo, a meno che non si

tratti di un “taglio in deroga” in base all’art. 7 del r.r. 5/2007

Se il taglio non rispetta le misure di

conservazione provvisorie dell’art. 48 del .r.r 5/2007, è necessaria la VIC

completa o semplificata e il rispetto delle eventuali prescrizioni derivanti.

Prima di autorizzarlo, l’ente forestale deve

acquisire la dichiarazione di esclusione dalla VIC da parte dell’Ente Gestore in quanto

intervento direttamente connesso alla

conservazione di habitat o specie

Se taglio in deroga

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Procedura informatizzata di taglio bosco

Regione Lombardia è stata la prima regione italiana ad avviare una procedura informatizzata per il taglio colturale del bosco: l'entrata in servizio del primo applicativo è avvenuta martedì 22 febbraio 2005, regolato da d.d.g. 1523/2005 e, anche grazie all'utilizzo via via crescente, si è deciso di renderla obbligatoria, cosa che è avvenuto dal 15 settembre 2007, in occasione dell'entrata in vigore del r.r. 5/2007 (Norme Forestali Regionali). La procedura informatizzata, che può essere compilata presso gli operatori abilitati e in qualsiasi giorno della settimana e in qualsiasi orario, permette:

di uniformare le modalità di presentazione delle richieste/comunicazioni di taglio in tutti i 120 e più enti forestali, semplificando la vita in particolare alle imprese boschive (che danno lavoro ad oltre 500 persone) e ai professionisti;

di aiutare cittadini e imprese nel compilare le richieste/comunicazioni di taglio, verificando le dichiarazioni rese e bloccando o segnalando le principali anomalie che si possono commettere durante la compilazione stessa, confrontando i dati inseriti coi sistemi informativi territoriali, verificando interventi precedenti e vincoli esistenti;

di raccogliere importanti informazioni, su scala regionale e locale, per conoscere la filiera bosco legno, per sapere chi taglia, dove e cosa si taglia, per verificare come sono spesi i soldi dei cittadini attraverso i contributi pubblici e per indirizzare Regione Lombardia verso un uso sempre più oculato delle risorse pubbliche;

di conservare e gestire nella banca dati regionale le anagrafiche raccolte, nonché i dati sui tagli, permettendo di poter confrontare nel tempo e nello spazio de dichiarazioni rese da più soggetti.

Nella nuova versione disponibile dal febbraio 2011 vi sono alcune importanti novità, fra le quali si segnala:

la possibilità di inserire anche le richieste di autorizzazione o le DIA relative ai fili a sbalzo o alle gru a cavo;

la possibilità di confronto fra la località in cui avverrà il taglio e le banche dati territoriali;

http://www.denunciataglioboschi.servizirl.it

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l'indicazione automatica degli allegati tecnici necessari, che devono essere caricati a sistema senza più essere inviati in forma cartacea; in particolare gli allegati che devono essere redatti da professionisti devono essere sottoscritti con firma digitale utilizzando la carta regionale dei servizi o altra tessera idonea allo scopo;

l'assegnazione automatica dell'istanza all'ente forestale competente; l'indicazione automatica del tipo di procedura a cui l'istanza deve sottostare (vedi

capitolo seguente);

la possibilità per tutti di firmare digitalmente l'istanza; la possibilità di annullare l'istanza dopo l'inoltro, che rimane però ancora visibile

all'ente di assegnazione. Ed è proprio grazie ai dati della procedura informatizzata di taglio bosco se sappiamo ora che in Lombardia ogni anno sono presentate fra 22.000 e 23.000 istanze di taglio, relative a circa 550.000 metri cubi di massa legnosa, ossia circa il 18% della crescita annua del bosco. Quest'ultima è pari complessivamente a poco più di 3 milioni di metri cubi all'anno nell'intera Lombardia, secondo i dati dell'inventario nazionale delle foreste e del carbonio, che mettono appunto in luce come i circa 619.000 ettari di boschi lombardi (che coprono il 25,9% del territorio regionale) si accrescano ogni anno in media di 5 metri cubi di legno per ettaro. In altre parole, anche se quintuplicassimo la massa legnosa che viene tagliata in bosco ogni anno, la quantità di legno presente in foresta continuerebbe ugualmente a crescere. Dei 550.000 metri cubi richiesti ogni anno al taglio, i tre quarti (circa 400.000 mc) sono relativi a boschi cedui e solo un quarto a boschi d'alto fusto. Nel primo caso, i singoli tagli sono perlopiù dell'ordine di centinaia o poche migliaia di quintali, sono effettuati in massima parte da privati o micro imprese agricole e per la quasi totalità senza l'ausilio di contributi pubblici diretti (cioè che finanziano direttamente l'intervento selvicolturale). Nel secondo caso, la maggior parte del legname è ricavato da tagli che possono arrivare a centinaia o alcune migliaia di metri cubi, effettuati da imprese boschive lombarde o non, sovente realizzati con contributi pubblici. Non mancano però casi di tagli a macchiatico positivo, soprattutto quando le imprese boschive sono dotate di buone attrezzature ed esperienza e si ricorre al taglio a buche o al taglio a raso su piccole superfici che, ricordiamo, sono le modalità colle quali avviene la rigenerazione delle foreste vergini europee. In conclusione, è possibile affermare che in questi anni la vera colonna portante della selvicoltura in Lombardia sia rappresentata dalla gestione del ceduo, la cui filiera si regge anche senza l'erogazione di contributi pubblici diretti. La procedura informatizzata, monitorando continuamente la dinamica dei tagli, permetterà di evidenziare le future evoluzioni. Tutte le GEV possono abilitarsi all’accesso della procedura informatizzata di taglio colturale del bosco registrandosi e specificando bene il gruppo GEV presso il quale si presta servizio. Le GEV possono prendere visione delle istanze di taglio e presentare istanze per sé, per parenti o amici, cittadini, imprese. La procedura informatizzata indica automaticamente gli allegati necessari e il tipo di procedura.

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Sanzioni Le sanzioni per danni alle superfici forestali sono indicate dall’art. 61 della l.r. 31/2008, che prevede:

che ogni tre anni la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie sia aggiornata in misura pari all'intera variazione dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei tre anni precedenti;

che, a tal fine, la Giunta regionale fissi, con proprio provvedimento, entro il 15 dicembre di ogni triennio, i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie che si applicano dal 1° gennaio successivo.

Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 984 del 15 dicembre 2010 (vedi allegati) si sono fissati i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie in materia di danni alle superfici forestali stabilite dall'art. 61 della l.r. 31/2008 e dall'allegato B della stessa legge. I nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie si applicano dal 1° gennaio 2011, come disposto dall'art. 61 comma 14 della l.r. 31/2008. La d.g.r. n. 984 del 15 dicembre 2010 è pubblicata sul BURL n. 52, serie ordinaria del 27 dicembre 2010. http://www.sistemiverdi.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Ambiente%2FDetail&cid=1213403850323&packedargs=NoSlotForSitePlan%3Dtrue%26menu-to-render%3D1213374512474&pagename=DG_QAWrapper

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Scheda da compilare per ogni controllo E inviare via fax al 02.67.65.26.69. Serve a soli fini statistici per stimare la differenza fra quanto richiesto al

taglio e quanto effettivamente tagliato.

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Prova di autovalutazione

Rispondi alle domande: una sola fra le quattro risposte è quella giusta. Quale? a) Domande preparatorie 1) A che altezza dal suolo si misura il diametro di un albero?

a) Al colletto

b) A mezzo metro dal suolo c) A un metro dal suolo

d) A un metro e trenta centimetri dal suolo

2) Se misuro la circonferenza di un albero, come posso ricavare il diametro?

a) Divido la circonferenza per 3,14 (pi greco)

b) Divido la circonferenza per 6,28 (2 volte pi greco) c) Calcolo la radice quadrata della circonferenza

d) Calcolo la radice quadrata della circonferenza e moltiplico il risultato per due

3) Quale di questi vincoli è presente praticamente su tutti i boschi italiani?

a) Il vincolo idrogeologico

b) Il vincolo paesaggistico c) Il vincolo antincendio

d) Il vincolo architettonico

4) Cosa sono gli “Enti forestali”?

a) gli enti competenti nel rilasciare autorizzazioni nel settore forestale: province, comunità montane

e parchi;

b) gli enti competenti nel rilasciare autorizzazioni nel settore forestale: province, comunità montane, parchi, riserve regionali, parchi locali di interesse sovraccomunale, monumenti naturali;

c) gli enti competenti nel rilasciare autorizzazioni nel settore forestale: province, comunità montane, parchi e riserve regionali;

d) gli enti competenti nel rilasciare autorizzazioni nel settore forestale: il Corpo Forestale dello Stato,

Regione Lombardia, province, comunità montane , parchi e riserve regionali.

5) Quanto è grande un ettaro?

a) sono cento metri quadrati, pari a un quadrato di 10 m x 10 m;

b) sono mille metri quadrati, pari a dieci are; c) sono diecimila metri quadrati, pari a un quadrato di 100 m x 100 m;

d) sono centomila metri quadrati, pari a un decimo di chilometro quadrato.

6) Come è possibile determinare l’età di una pianta abbattuta e di una pianta viva?

a) Nelle piante abbattute, contando gli anelli di accrescimento presenti (un anello, un anno di età)

all’altezza del colletto; nelle piante vive non è possibile farlo se non tagliandole; b) Nelle piante abbattute, contando gli anelli di accrescimento presenti (un anello, un anno di età)

all’altezza del colletto; nelle piante vive estraendo una carotina legnosa in prossimità del colletto con la “trivella di Pressler” e contando gli anelli con lo stesso sistema;

c) Nelle piante abbattute, contando gli anelli di accrescimento presenti (un anello, due anni di età)

all’altezza del colletto; nelle piante vive estraendo una carotina legnosa in prossimità del colletto con la “trivella di Pressler” e contando gli anelli con lo stesso sistema;

d) Non è possibile stimare con ragionevole certezza l’età delle piante

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7) Come si arriva alla pendenza topografica espressa in percentuale dall’inclinazione in gradi?

a) la pendenza topografica è pari all’angolo espresso in percentuale: un angolo di 30 gradi comporta una pendenza del 30%;

b) la pendenza topografica è pari alla tangente dell’angolo, moltiplicata 100: un angolo di 30 gradi comporta una pendenza di circa il 58%;

c) la pendenza topografica è pari al seno dell’angolo, moltiplicata 100: un angolo di 30 gradi

comporta una pendenza del 50%; d) la pendenza topografica è pari al coseno dell’angolo, moltiplicata 100: un angolo di 30 gradi

comporta una pendenza di circa l’87%.

8) L’estensione della superficie forestale in Italia e nel complesso dell’Unione europea è:

a) In forte calo;

b) In debole calo; c) Sostanzialmente stabile;

d) In aumento.

9) Su una carta tecnica regionale, in scala 1:10.000, le “curve di livello” uniscono i punti di uguale quota con

differenza di 10 metri di altitudine. Se su un versante le “curve di livello” sono distanti 3 millimetri, quale sarà l’inclinazione del versante stesso?

a) circa 10 gradi; b) circa 18 gradi;

c) circa 33 gradi; d) circa 50 gradi.

10) In un impianto di arboricoltura da legno posto in un terreno pianeggiante le piante si trovano in fila

indiana; con una bindella verifico che si trovano tutte a distanza di tre metri l’una dall’altra. Con la stessa

bindella verifico che le file sono distanti quattro metri l’una dalle altre. Quante piante ci sono su un ettaro?

a) 3.333 piante; b) 2.500 piante;

c) 833 piante;

d) 83 piante.

b) Domande di base

11) Quale delle seguenti situazioni non è classificata “bosco” dalla l.r. 31/2008?

a) Un soprassuolo coperto da arbusti, vasto seimila metri quadrati e largo vent’otto b) Un castagneto da frutto in attualità di coltura;

c) Una radura erbacea in mezzo al bosco di superficie di 1.200 metri quadrati;

d) Una fascia arborata larga diciotto metri e di superficie di tremila metri quadrati.

12) Si parla di “trasformazione d'uso del bosco” quando:

a) i terreni abbandonati si evolvono naturalmente e il bosco colonizza terreni prima agricoli o

erbacei; b) l'Uomo elimina la vegetazione oppure asporta o modifica il suolo forestale per utilizzare il bosco

per motivi diversi da quello forestale, es. strade, edifici, piste da sci, terreni agricoli; c) a causa di alluvioni, frane, slavine o altri fenomeni naturali, il bosco si trasforma in altro ambiente,

es. erbaceo o cespuglioso; d) l'Uomo elimina col taglio o il fuoco la vegetazione arborea per utilizzare il bosco per motivi diversi

da quello forestale, es. strade, edifici, piste da sci, terreni agricoli;

13) Cosa bisogna fare per ottenere il permesso a effettuare un taglio colturale di un bosco?

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a) presentare una richiesta o comunicazione attraverso una procedura informatizzata

b) presentare una richiesta o comunicazione attraverso una procedura informatizzata, ma solo se si

vuole tagliare un bosco di proprietà altrui: c) presentare una richiesta o comunicazione attraverso una procedura informatizzata, ma solo se si

vuole tagliare un bosco di proprietà pubblica o un bosco d'alto fusto: d) nulla, si può sempre tagliare liberamente, tranne nei parchi, dove bisogna avvisare prima le

guardie.

14) Cos'è una “matricina”?

a) un albero di piccole dimensioni che, crescendo, diventerà una “matrice”;

b) un albero che viene periodicamente tagliato e dal quale fuoriescono germogli chiamati “polloni”;

c) un albero che, durante il taglio del ceduo, viene lasciato in piedi a tempo indefinito; d) un albero che, durante il taglio del ceduo, viene lasciato in piedi normalmente per due o tre turni

di ceduazione con lo scopo di disseminazione e di sostituzione delle ceppaie morte; sono tagliati dopo due o tre turni di ceduazione, individuando altri alberi come “matricine”.

15) In un bosco ceduo cosa si intende per ceppaia?

a) un albero che è stato tagliato e dal quale fuoriescono nuovi germogli, chiamati polloni, che possono vivere decenni e dare origine a nuove piante che possono superare i 20 metri di altezza

b) un albero che è stato tagliato e dal quale fuoriescono nuovi germogli, chiamati polloni, che si

mantengono con portamento cespuglioso raggiungendo a mala pena i due o tre metri di altezza; c) un albero che, durante le operazioni di taglio di un bosco ceduo, viene risparmiato dal taglio

d) un albero che, durante le operazioni di taglio, viene lasciato morto in piedi per favorire l'incremento della biodiversità.

16) Normalmente, in che epoca possono essere tagliati i boschi cedui?

a) da metà ottobre a fine marzo in tutta la Lombardia; b) da metà ottobre a fine marzo fino a 600 m di quota, dal primo ottobre a metà aprile oltre i 600 m

di quota; c) dal primo ottobre a fine aprile in tutta la Lombardia;

d) da metà ottobre a fine marzo fino a 600 m di quota, dal primo ottobre a metà aprile fra i 600 m e

i 1.000 m di quota, da metà settembre a metà maggio a quote superiori a 1.000 m;

17) Cosa si deve fare della ramaglia che resta sul terreno dopo un taglio colturale di un bosco?

a) deve sempre essere asportata dal bosco;

b) deve essere triturata o raccolta in piccole cataste o andane o tagliato in piccoli pezzi; può eccezionalmente essere bruciata, seguendo le regole e le prescrizioni esistenti;

c) deve essere triturata o raccolta in piccole cataste o andane o tagliato in piccoli pezzi; non può mai essere bruciata;

d) deve sempre essere triturata o asportata dal bosco, solo se mancano le strade può

eccezionalmente essere raccolta in cataste o andane.

18) Durante un taglio di ceduazione, devono perlopiù essere rilasciate delle matricine. A grandi linee, quante in un ettaro di terreno?

a) nell'ordine delle 10 / 30 matricine per ettaro

b) nell'ordine delle 50 / 90 matricine per ettaro

c) nell'ordine delle 100 / 200 matricine per ettaro d) nell'ordine delle 200 / 300 matricine per ettaro

19) Cos'è un “albero a invecchiamento indefinito”?

a) un albero molto vecchio, è sinonimo di “albero stramaturo” b) un albero che viene contrassegnato al fine di non tagliarlo mai;

c) è un sinonimo di “albero monumentale”

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d) è un albero di una specie particolarmente longeva.

20) Normalmente, in che epoca dell'anno possono essere tagliati i boschi d'alto fusto?

a) in tutto l'anno;

b) nella stessa epoca prevista per il taglio del bosco ceduo; c) nell'epoca in cui non è possibile tagliare il bosco ceduo, grossomodo in primavere ed estate;

d) in tutto l'anno, purché il suolo non risulti innevato.

21) A parte i casi relativi alle “trasformazioni del bosco”, è possibile sradicare le piante o le ceppaie in bosco?

a) no, mai.

b) sì, ma solo se le piante sono malate, ad esempio le radici sono marce: in questo caso si può procedere senza permessi;

c) sì, basta specificarlo all'interno della procedura informatizzata e poi si procede liberamente;

d) sì, ma bisogna specificarlo all'interno della procedura informatizzata con una richiesta “in deroga” e attendere il permesso dell'ente forestale.

22) Chi è competente per la vigilanza e l’accertamento in materia di danni alle superfici boschive?

a) solo il corpo forestale dello Stato;

b) solo il corpo forestale dello Stato e le guardie dei parchi regionali;

c) solo il corpo forestale dello Stato, le guardie dei parchi regionali e le guardie boschive comunali; d) il corpo forestale regionale, il corpo forestale dello Stato, le guardie dei parchi regionali, le guardie

boschive comunali, gli agenti della polizia locale, le guardie ecologiche volontarie, di cui alla legge regionale 28 febbraio 2005, n. 9 (Nuova disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica), che

abbiano frequentato corsi di formazione sugli aspetti selvicolturali e normativi in materia forestale.

23) A che altezza dal suolo deve essere tagliata una ceppaia?

a) Sempre a livello del suolo.

b) A livello del suolo o a non più di 10 cm di distanza dall’inserzione del pollone; tuttavia nei terreni in forte pendenza che possono dare luogo alla formazione di valanghe, a movimenti franosi o alla

caduta di massi, le ceppaie possono essere tagliate ad altezza superiore, f ino a un metro dal colletto

c) A qualsiasi altezza dal suolo o dall’inserzione del pollone d) A circa mezzo metro dal suolo o dall’inserzione del pollone

24) Cosa si intende per “ripulitura” del bosco?

a) La raccolta di rifiuti nei boschi b) Il taglio delle piante morte in bosco

c) Il taglio degli alberi mal conformati o deperienti in bosco d) L’eliminazione strato erbaceo, arbustivo o lianoso e della necromassa legnosa del bosco per

ridurne la competizione con le piante arboree vive

25) Cosa si intende per “diradamento” del bosco?

a) La riduzione del numero di alberi presenti in popolamenti relativamente giovani fino al massimo

del 50% delle piante e del 30% della massa legnosa presenti prima dell'intervento, sia in fustaia sia

in ceduo, al fine di selezionare le piante migliori; b) La riduzione del numero di alberi presenti in popolamenti relativamente giovani fino al massimo

del 90% delle piante e del 70% della massa legnosa presenti prima dell'intervento, sia in fustaia sia in ceduo, al fine ricavare materiale legnoso e rinnovare il bosco;

c) La riduzione del numero di alberi presenti in popolamenti fino al massimo del 50% delle piante e del 30% della massa legnosa presenti prima dell'intervento, sia in fustaia sia in ceduo, al fine di

ricavare materiale legnoso;

d) La riduzione del numero di alberi presenti in popolamenti fino al massimo del 90% delle piante e del 70% della massa legnosa presenti prima dell'intervento, sia in fustaia sia in ceduo, al fine di

selezionare le piante migliori.

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26) Cos’è un “bosco d’alto fusto” o “fustaia”?:

a) Un bosco in cui il 100% della massa legnosa arborea è costituita da alberi originatisi da seme;

b) Un bosco in cui almeno il 70% della massa legnosa arborea è costituita da alberi originatisi da seme;

c) Un bosco in cui almeno il 70% della massa legnosa arborea è costituita da alberi originatisi da

seme, con l’esclusione in ogni caso dei boschi di neoformazione di qualunque natura e composizione, dei cespuglieti, degli arbusteti e delle pinete di pino mugo arbustivo;

d) Un bosco in cui almeno il 50% della massa legnosa arborea è costituita da alberi originatisi da seme, con l’esclusione in ogni caso dei boschi di neoformazione di qualunque natura e composizione,

dei cespuglieti, degli arbusteti e delle pinete di pino mugo arbustivo

27) Cosa si intende per “taglio di utilizzazione” del bosco o “utilizzazione boschiva”?:

a) E’ un taglio finalizzato a utilizzare il bosco per altri scopi, esempio agricolo o urbanistico;

b) E’ un qualsiasi taglio colturale del bosco; c) E’ un qualsiasi taglio colturale del bosco dal quale si asporta materiale legnoso;

d) E’ un taglio colturale e razionale di maturità del bosco al fine di ricavare materiale legnoso e di

permettere la rinnovazione del bosco

28) Il “turno” di un bosco è:

a) È il periodo che intercorre tra un qualsiasi intervento in bosco e il successivo;

b) È il periodo che intercorre tra un diradamento e il successivo; c) È il periodo che intercorre tra l’ultimo diradamento e il taglio di utilizzazione;

d) È il periodo che intercorre tra una utilizzazione boschiva e quella successiva;

29) Nei casi permessi, entro che ora devono essere spenti i fuochi per la ripulitura della ramaglia in bosco?

a) Non esiste alcun limite di orario

b) Entro mezzogiorno c) Entro le ore 14 (quando c’è l’ora solare) o entro le 16 (quando c’è l’ora legale)

d) Entro il tramonto

30) In che periodo dell’anno viene normalmente proclamato il periodo di grave pericolosità per gli incendi

boschivi ed è pertanto sempre vietato accendere qualsiasi fuoco in bosco?

a) In tutto l’anno, tranne quando c’è neve;

b) In estate; c) In inverno e inizio primavera;

d) In estate ma solo quando il terreno è secco.

c) Domande intermedie 31) Quanti alberi a invecchiamento indefinito vanno individuati in un bosco che non faccia parte di un sito

natura 2000?

a) Almeno uno ogni 1.000 metri quadrati;

b) Almeno uno ogni 2.000 metri quadrati; c) Almeno uno ogni 5.000 metri quadrati;

d) Almeno uno ogni 10.000 metri quadrati.

32) La “conversione” di un bosco è:

a) il cambiamento della forma di governo da fustaia a ceduo

b) il cambiamento della forma di governo, da fustaia a ceduo o viceversa c) il cambiamento della composizione, da latifoglie a conifere

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d) il cambiamento della composizione, da conifere a latifoglie

33) Cos’è un “piano di assestamento forestale” o PAF?:

a) Uno strumento per la gestione programmata degli interventi e dei tagli in bosco, finalizzato a

conservare le risorse forestali nel tempo in maniera ottimale; b) Un programma di tagli colturali;

c) Uno strumento per la gestione programmata dei tagli in bosco, finalizzato a individuare le tecniche per sfruttare al massimo il bosco sotto il profilo economico

d) Uno strumento per individuare quantità di denaro che può essere ricavata dal taglio dei boschi

34) Cosa si intende per “bosco di neoformazione”?

a) Un bosco di origine artificiale;

b) Un bosco di origine artificiale piantato da meno di venti anni o da meno di dieci anni se a quota inferiore a 400 m;

c) Un bosco formatosi spontaneamente, in seguito all’abbandono di pascoli e coltivi, da meno di 20

anni o, a quota inferiore a 400 metri, da meno di 10 anni; d) Un bosco formatosi spontaneamente, in seguito all’abbandono di pascoli e coltivi, da meno di 40

anni o, a quota inferiore a 400 metri, da meno di 20 anni.

35) Quale procedura bisogna attivare per installare una gru a cavo o un palorcio?

a) Bisogna presentare una richiesta con le stesse procedure per effettuare un taglio colturale del

bosco b) E’ possibile installarlo senza chiedere alcun permesso o inviare alcuna comunicazione

c) E’ necessario chiedere l’autorizzazione in comune d) E’ necessario chiede l’autorizzazione alla comunità montana o, in mancanza, alla provincia

36) Si possono potare le piante in bosco?

a) Sì, sempre senza alcuna formalità e regola. b) Sì, senza alcuna formalità ma solo in caso di potature di formazione, di allevamento o spalcature,

di rimonda del secco o di eliminazione di rami che creano situazioni di pericolo; le capitozzature e le

potature che compromettano la vitalità o la stabilità delle piante sono sempre vietate; c) Sì, senza alcuna formalità ma solo in caso di potature di formazione, di allevamento o spalcature,

di rimonda del secco o di eliminazione di rami che creano situazioni di pericolo; le potature che compromettano la vitalità o la stabilità delle piante sono sempre vietate; le capitozzature sono

permesse solo in prossimità dagli impianti di cattura di richiami vivi o di uccelli a scopo scientifico e previa autorizzazione da parte degli enti forestali;

d) Sì, senza alcuna formalità ma solo in caso di potature di formazione, di allevamento o spalcature,

di rimonda del secco o di eliminazione di rami che creano situazioni di pericolo; le potature che compromettano la vitalità o la stabilità delle piante sono sempre vietate; le capitozzature sono

permesse solo in prossimità dagli impianti di cattura di richiami vivi o di uccelli a scopo scientifico e previa autorizzazione da parte degli enti forestali e nei tagli di manutenzione presso strade,

elettrodotti e fabbricati.

37) Quale fra le seguenti specie di origine nord americana non è considerata una “specie esotica a carattere

infestante, dannosa per la conservazione della biodiversità” dalle “Norme Forestali Regionali” (r.r. 5/2007)?

a) L’acero bianco (Acer negundo) b) Il ciliegio tardivo (Prunus serotina)

c) La quercia rossa (Quercus rubra)

d) La robinia (Robinia pseudoacacia)

38) In quali tipi di taglio vanno individuati gli alberi a invecchiamento indefinito?

a) Solo nei tagli di utilizzazione

b) Solo nei tagli di utilizzazione e nei diradamenti

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c) In occasione di ogni tipo di taglio

d) Vanno individuati in tutti i boschi, anche quando non si effettuano tagli

39) Cosa si intende per “taglio di manutenzione” in base alle “Norme forestali regionali” (r.r. 5/2007)?:

a) Sono tagli finalizzati a mantenere il bosco in buone condizioni b) Sono tagli finalizzati a mantenere in buone condizioni le strade agro-silvo-pastoriali e le pieste

forestali presenti in bosco c) Sono tagli di piante nelle aree di pertinenza di elettrodotti, canali, edifici, vie di comunicazione

ecc., finalizzati a permettere l’esecuzione di lavori di manutenzione degli stessi d) Sono tagli di piante nelle aree di pertinenza di elettrodotti, canali, edifici, vie di comunicazione

ecc., finalizzati alla loro messa in sicurezza

40) Come devono essere contrassegnati gli alberi per l’invecchiamento a tempo indefinito da parte di chi

esegue il taglio?

a) Con un bollo di vernice gialla indelebile;

b) Con un bollo di vernice gialla indelebile o, solo nelle aree protette, mediante apposito contrassegno con numerazione progressiva fornito dall'ente gestore;

c) Con un bollo di vernice gialla indelebile o mediante apposito contrassegno con numerazione progressiva fornito dall'ente forestale;

d) Esclusivamente mediante apposito contrassegno con numerazione progressiva fornito dall'ente

forestale.

41) Cos’è un “taglio a buche”?:

a) Un taglio di utilizzazione, normalmente in una fustaia, su una superficie planimetrica di massimo mille metri quadrati;

b) Un taglio di utilizzazione, normalmente in una fustaia, su una superficie planimetrica di massimo

duemila metri quadrati; c) Un taglio colturale, normalmente in una fustaia, su una superficie planimetrica di massimo mille

metri quadrati; d) Un diradamento, normalmente in una fustaia, su una superficie planimetrica di massimo duemila

metri quadrati.

42) Quale dei seguenti interventi può essere eseguito in un castagneto da frutto solo previa denuncia di

inizio attività anziché liberamente?

a) La potatura e l’innesto delle piante;

b) L'estirpazione delle piante infestanti e la ripulitura della superficie allo scopo di facilitare la raccolta delle castagne

c) Il rinfoltimento delle aree rade di piante mediante la messa a dimora di piante innestate da vivaio; d) L'estirpazione delle ceppaie delle piante tagliate.

43) Quando è possibile effettuare un taglio a buche?

a) In tutte le fustaie di qualsiasi età su pendenze inferiori al 40% b) In tutte le fustaie che abbiano raggiunto il turno minimo su pendenze inferiori al 40%

c) In tutte le fustaie di qualsiasi età

d) In tutte le fustaie che abbiano raggiunto il turno minimo

44) Cos’è un taglio a raso?

a) Un taglio di utilizzazione del bosco con taglio delle piante a raso terra;

b) Un taglio di utilizzazione del bosco che asporta tutta la biomassa legnosa presente nel soprassuolo su una superficie superiore a mille metri quadri;

c) Un taglio di utilizzazione del bosco che asporta tutta la biomassa legnosa presente nel soprassuolo su una superficie superiore a cinquemila metri quadri;

d) Un qualsiasi taglio di utilizzazione del bosco su una superficie superiore a mille metri quadri.

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45) In un ceduo, che cos’è una “riserva”?

a) La “riserva” è una matricina che deve essere sempre essere risparmiata dal taglio per tutta la vita,

ossia una pianta ad invecchiamento a tempo indefinito; b) La “riserva” è un albero di specie particolarmente rara presente nel ceduo;

c) La “riserva” è un albero di specie diversa da quella costituente il popolamento principale del

bosco, mentre la matricina è un albero della stessa specie costituente il ceduo; d) La “riserva” è un albero della stessa specie costituente il ceduo, mentre la matricina è un albero di

specie diversa da quella costituente il popolamento principale del bosco.

46) Che differenza c’è fra “strada agro-silvo-pastorale” e “pista forestale”?

a) La strada agro-silvo-pastorale è permanente e possiede opere civili, la pista forestale ha durata di

massimo 24 mesi ed è realizzata in fondo naturale senza opere civili al solo fine di realizzare lavori in bosco;

b) La pista forestale è permanente e possiede opere civili, la strada agro-silvo-pastorale ha durata di

massimo 24 mesi ed è realizzata in fondo naturale senza opere civili al solo fine di realizzare lavori in bosco

c) La strada agro-silvo-pastorale e la pista forestale sono entrambi permanenti ma la prima si snoda anche in terreni agricoli o pascolivi, la seconda si snoda solamente in bosco;

d) Nessuna, sono sinonimi.

47) Quali condizioni devono essere osservate per effettuare un taglio a raso nelle fustaie?

a) In tutti i tipi di bosco purché mediante taglio a raso a strisce e su terreni con pendenza media

inferiore a quaranta per cento;

b) Solo mediante taglio a raso a strisce, su terreni con pendenza media inferiore a quaranta per cento e solo per le tipologie forestali indicate nelle Norme Forestali regionali o nella pianificazione

forestale c) Solo mediante taglio a raso a strisce e solo per le tipologie forestali indicate nelle Norme Forestali

regionali o nella pianificazione forestale; d) Solo su terreni con pendenza media inferiore a quaranta per cento e solo per le tipologie forestali

indicate nelle Norme Forestali regionali o nella pianificazione forestale

48) E’ possibile tagliare alberi e arbusti nei pascoli montani in zone non classificate “bosco”?

a) Sì, sempre, senza alcuna formalità e per qualsiasi fine

b) Sì, senza alcuna formalità se finalizzato al mantenimento o al ripristino dell'esercizio del pascolo o

dell'agricoltura o se previsto dalla pianificazione forestale o faunistica; altrimenti con le stesse procedure previste per il taglio del bosco

c) Sì, senza alcuna formalità se finalizzato al mantenimento o al ripristino dell'esercizio del pascolo o dell'agricoltura o se previsto dalla pianificazione forestale o faunistica; altrimenti è sempre vietato;

d) Sì, ma sempre e solo con le stesse procedure previste per il taglio del bosco

49) Cos’è un bosco con forma di governo “mista”?

a) Un bosco costituito da conifere e latifoglie

b) Un bosco in cui convive un soprassuolo originatosi da seme e uno da ceppaia; normalmente sono di specie diverse;

c) Un bosco costituito da diverse specie di piante;

d) Un bosco costituito da latifoglie di diversa dimensione

50) Se in un bosco vedi dei segni su alberi o sassi fatti con vernice di color azzurro, cosa indicano?

a) I sentieri per visitare un bosco

b) Una zona di riserva forestale, ove è vietato tagliare piante c) Una zona in cui si effettuano studi e rilievi scientifici

d) I confini di lotti “particelle” in cui è suddiviso un piano di assestamento forestale

38

d) Domande avanzate

51) In quali dei seguenti casi i boschi non devono obbligatoriamente essere gestiti come fustaia?

a) nel caso di boschi su terreni con pendenza superiore al 40%;

b) nel caso di imboschimenti e rimboschimenti; c) nel caso di boschi di neoformazione qualora siano costituiti in prevalenza da latifoglie appartenenti

alle seguenti specie: farnia, rovere, faggio, noce, frassino maggiore, acero riccio, acero montano, tiglio, ontano nero.

d) nel caso di cedui invecchiati di età superiore a cinquanta anni a prevalenza di querce, faggio,

frassino maggiore, acero montano o riccio, tiglio.

52) In quali tipo di boschi cedui è necessario rilasciare tutte le “riserve” di specie autoctone eventualmente presenti?

a) nei robinieti sia puri che misti, nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti; b) nei robinieti sia puri che misti, nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti e,

nei limiti previsti per le matricine, nei castagneti e nelle faggete c) nei robinieti sia puri che misti, nelle formazioni di ciliegio tardivo e di altre esotiche infestanti, nei

castagneti e nelle faggete

d) in tutti i boschi

53) Le parole “rimboschimento” e “rinnovazione artificiale” sono la stessa cosa?

a) Sì, sono sinonimi b) No, il rimboschimento consiste nel creare un bosco in un terreno precedentemente utilizzato ad

altri scopi (es. terreno agricolo o incolto), la rinnovazione artificiale consiste nel mettere a dimora

piantine in un bosco dopo un taglio; c) No, la rinnovazione artificiale consiste nel creare un bosco in un terreno precedentemente

utilizzato ad altri scopi (es. terreno agricolo o incolto), il rimboschimento consiste nel mettere a dimora piantine in un bosco dopo un taglio

d) No, si parla di rimboschimento quando il processo avviene spontaneamente grazie alla

disseminazione naturale, di rinnovazione artificiale quando avviene attraverso l’intervento umano.

54) Quale dei seguenti interventi non rientra nella definizione di “manutenzione ordinaria” di una “strada agro-silvo-pastorale” e quindi può essere eseguita solo previa autorizzazione da parte dell’ente forestale?

a) Il livellamento del piano viario o del piazzale e il ricarico con inerti

b) La realizzazione di canalette trasversali e laterali e le opere trasversali di regimazione delle acque

c) La rimozione di materiale franato dalle scarpate e la loro risagomatura localizzata d) Gli allargamenti e le pavimentazioni

55) Quale dei seguenti turni minimi fissati dalle “Norme Forestali regionali” per i boschi cedui è riportato in

maniera errata?

a) otto anni nei corileti (formazioni di nocciolo) e nei saliceti

b) dieci anni nei robinieti puri e nelle formazioni di pioppo c) quindici anni nei castagneti, nei querceti di roverella e di cerro e negli orno-ostrieti

d) venti anni nei robinieti misti, nei querco-carpineti e carpineti, nei querceti di rovere e farnia, negli alneti e nelle faggete

56) Quali tipi di taglio possono essere eseguiti nei boschi sottoposti al “vincolo per altri scopi” di cui all’art. 17 del r.d. 3267/1923?

a) Solo il taglio delle piante morte, spezzate o deperienti nonché di quelle pericolose per la pubblica

incolumità

b) Solo il taglio delle piante morte, spezzate o deperienti nonché di quelle pericolose per la pubblica

39

incolumità, salvo diversa previsione della pianificazione forestale

c) Solo il taglio delle piante morte, spezzate o deperienti nonché di quelle pericolose per la pubblica

incolumità, salvo diversa previsione della pianificazione forestale o salvo specifica autorizzazione dell’ente forestale

d) Solo il taglio delle piante morte, spezzate o deperienti nonché di quelle pericolose per la pubblica incolumità, salvo specifica autorizzazione dell’ente forestale

57) Che differenza c’è fra una “gru a cavo” e un “palorcio” (o “filo a sbalzo”)?

a) La gru a cavo è a motore e permette il trasporto di legno o altri materiali anche da quote basse a quote più elevate, il palorcio è un impianto che permette il trasporto di legno o altri materiali solo

per gravità, quindi solo da quote elevate a quote più basse

b) Il palorcio è a motore e permette il trasporto di legno o altri materiali anche da quote basse a quote più elevate, la gru a cavo è un impianto che permette il trasporto di legno o altri materiali solo

per gravità, quindi solo da quote elevate a quote più basse c) La gru a cavo permette il trasporto di tronchi, mentre il “palorcio” serve per il trasporto di legna di

piccole dimensioni d) Sono sinonimi

58) Cosa si intende per “contrassegnatura” in bosco?

a) Apporre un contrassegno sugli alberi da abbattere (nelle fustaie) o da rilasciare in piedi (nei cedui) con un contrassegno: nel primo caso si usa il “martello forestale”, nel secondo vernice rossa o

di altri colori diversi dall’azzurro e dal giallo

b) Apporre un contrassegno sugli alberi da abbattere (nel ceduo) o da rilasciare in piedi (nelle fustaie) con un contrassegno: nel primo caso si usa il “martello forestale”, nel secondo vernice rossa

o di altri colori diversi dall’azzurro e dal giallo c) Apporre un contrassegno sugli alberi da abbattere (nelle fustaie) o da rilasciare in piedi (nei cedui)

con un contrassegno: nel primo caso si usa vernice rossa o di altri colori diversi dall’azzurro e dal giallo, nel secondo il “martello forestale”

d) Apporre un contrassegno sugli alberi da abbattere (nel ceduo) o da rilasciare in piedi (nelle

fustaie) con un contrassegno: nel primo caso si usa vernice rossa o di altri colori diversi dall’azzurro e dal giallo, nel secondo il “martello forestale”

59) In un bosco soggetto ad “uso civico” di “legnatico”:

a) la popolazione ha il diritto di chiedere al proprietario (in genere, il comune) di recarsi a tagliare legna senza alcuna formalità e senza limiti

b) la popolazione può tagliare tutta la legna che suole, a patto di presentare richiesta di taglio all’ente forestale;

c) la popolazione ha il diritto di chiedere al proprietario (in genere, il comune) il permesso di tagliare

legna, rispettando le regole stabilite nelle norme forestali regionali o nella pianificazione forestale d) è assolutamente vietato a chiunque tagliare legna

60) In quale situazione è permesso il pascolo in bosco?

a) nel ceduo e nel ceduo sotto fustaia fino a dieci anni dall'ultima ceduazione;

b) nella fustaia a partire dallo stadio di perticaia, ossia con alberi di altezza media superiore a dieci

metri; c) nei boschi percorsi dal fuoco da meno di dieci anni;

d) nei boschi in rinnovazione, nelle fustaie disetanee o irregolari

61) Cos’è un “bosco intensamente fruito”?

a) E’ un bosco particolarmente frequentato dalla fauna

b) E’ un bosco particolarmente oggetto di calpestio c) E’ un bosco particolarmente frequentato dai cittadini in cui l’ente forestale appone dei particolari

divieti d) E’ un bosco in cui è vietato entrare per evitare danni al soprassuolo

40

62) Quale delle seguenti queste caratteristiche non è necessaria che abbia un albero per essere

contrassegnato per l’invecchiamento a tempo indefinito?

a) essere nate da seme o, in mancanza, essere polloni ben conformati e affrancati b) essere di buon aspetto paesaggistico e avere un diametro di almeno trenta centimetri

c) non appartenere a specie esotiche a carattere infestante di cui all’allegato B delle Norme Forestali

Regionali d) trovarsi ad almeno centro metri dal margine del bosco

63) In quali casi vi è sempre l’obbligo si segnalare fili a sbalzo e gru a cavo con cavo di guardia munito di

palloni o bandiere colorate o con segnali luminosi?

a) Sempre

b) Qualora le linee superino l'altezza di venti metri dal limite del terreno libero o superino l'altezza delle chiome degli alberi

c) Qualora le linee superino l'altezza di venti metri dal limite del terreno libero e superino l'altezza

delle chiome degli alberi d) Mai

64) Quale affermazione sui controlli dei tagli selvicolturali è falsa?

a) Ogni anno regione Lombardia estrae almeno il 2% delle denunce in corso di validità o scadute da massimo un anno.

b) Al 2% delle denunce vanno aggiunti tutti i tagli iniziati senza presentazione di regolare istanza o senza presentazione degli allegati prescritti dei quali l'ente forestale venga a conoscenza

c) Al 2% delle denunce vanno aggiunti tutti i tagli per i quali siano state impartite prescrizioni tecniche da parte dell'ente forestale, in particolare con riguardo alla rinnovazione artificiale

d) Al 2% delle denunce vanno aggiunti tutti i tagli effettuati in siti natura 2000

65) In quale situazione i tagli di utilizzazione possono essere eseguiti solo da enti pubblici in amministrazione

diretta, da imprese agricole, imprese boschive o consorzi forestali?

a) I tagli di utilizzazione di due o più ettari di superficie

b) I tagli di utilizzazione di cinque o più ettari di superficie c) I tagli di utilizzazione e i diradamenti di due o più ettari di superficie

d) I tagli di utilizzazione e i diradamenti di due o più ettari di superficie

66) Quale delle seguenti modalità per utilizzare i proventi delle sanzioni in materia di danni alle superfici forestali è in contrasto con quanto dispongono le norme forestali regionali?

a) manutenzione delle opere di sistemazione idraulico-forestale esistenti b) iniziative di informazione, divulgazione e assistenza tecnica sulle attività selvicolturali

c) cure colturali dei boschi previste dalla pianificazione forestale d) acquisto di terreni a bosco

67) Salvo il caso di boschi soggetti ad uso civico, cosa si considera per “singolo intervento” in una denuncia di taglio?

a) Ciò che viene richiesto al taglio dalla stessa persona, fisica o giuridica, in due anni

b) Ciò che viene richiesto al taglio nello stesso bosco in due anni c) Ciò che viene richiesto al taglio sulla medesima proprietà in due anni

d) Ciò che viene richiesto al taglio su superfici confinanti in due anni

68) Terminato un taglio colturale, entro quando bisogna concludere l’asportazione del materiale legno

abbattuto e ripulire il terreno dalle ramaglie?

a) Entro 30 giorni dal termine della stagione silvana

b) Entro 30 giorni dal termine della stagione silvana o, nel caso di tagli che possono essere eseguiti

41

tutto l’anno, entro 30 giorni dalla fine del taglio degli alberi

c) Entro il termine della stagione silvana o, nel caso di tagli che possono essere eseguiti tutto l’anno,

entro 30 giorni dalla fine del taglio degli alberi d) Entro 30 giorni dalla fine del taglio degli alberi

69) Quale fra i seguenti casi non è contemplato dalla Norme Forestali Regionali per la raccolta libera della

lettiera?

a) a fini agricoli, da parte di aziende agricole sui terreni da loro condotti

b) a fini di prevenzione degli incendi, da parte dei soggetti competenti o interessati, nelle aree entro trenta metri da edifici, ferrovie e strade

c) nei terreni gravati da specifico uso civico

d) a fini di miglioramento dell’aspetto visivo del sottobosco

70) E’ possibile la raccolta di semi e di talee in bosco?

a) Sì, sempre b) Sì, ma solo se autorizzata per iscritto dall’ente forestale;

c) Sì, ma solo se autorizzata per iscritto dall’ente forestale, tuttavia è ammessa la raccolta di

quantitativi molto limitati di materiale di propagazione forestale a fini didattici, di studio o di educazione ambientale, purché previa comunicazione all’ente forestale competente

d) Sì, ma solo se autorizzata per iscritto dall’ente forestale, tuttavia è ammessa la raccolta di quantitativi molto limitati di materiale di propagazione forestale a fini didattici, di studio o di

educazione ambientale, purché con il consenso del proprietario o conduttore del bosco e previa

comunicazione all’ente forestale competente

Risposte Gruppo Domanda n. Risposta corretta Per approfondire:

a) domande preparatorie 1

d) Allegato B della l.r. 31/2008; allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

a) domande preparatorie

2

a) Circonferenza = 2 r = d

con r = raggio, d = diametro, = pi greco

a) domande preparatorie 3 b) D. Lgs. 42/2004, art. 142, comma 1, lettera g)

a) domande preparatorie 4 c) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

a) domande preparatorie 5 c) Un ettaro sono 10.000 mq, ossia cento are

a) domande preparatorie 6 b) http://www.ist-aicardi.it/sitosic/rilievi/misurare.htm

a) domande preparatorie 7

b) La pendenza topografica è pari alla tangente dell’angolo moltiplicato 100

a) domande preparatorie 8 d) http://www.fao.org/forestry/sofo/es/

a) domande preparatorie

9

b) La differenza di altezza è 10 m, la proiezione della distanza fra le curve è pari a 30 m. Se ne ricava un triangolo rettangolo, con cateti pari a 10 e 30 m. In un triangolo rettangolo, la misura di un cateto è uguale a quella dell’altro cateto per la tangente dell’angolo opposto al primo, o per la cotangente dell’angolo adiacente. Pertanto, 10 = 30 * tang. ,

quindi tang. = 10/30; = 18° circa

a) domande preparatorie

10

c) Ogni pianta occupa 3 * 4 = 12 mq; in un ettaro

(10.000 mq) ci stano circa 833 piante

b) domande di base 11 d) Art. 42 l.r. 31/2008

b) domande di base 12 b) Art. 43 l.r. 31/2008

b) domande di base 13 a) Art. 11 r.r. 5/2007

b) domande di base 14 d) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

b) domande di base 15 a)

b) domande di base 16 d) Art. 21 r.r. 5/2007

b) domande di base 17 b) Art. 22 r.r. 5/2007

b) domande di base 18 b) Art. 40 r.r. 5/2007

b) domande di base 19 b) Art. 24 r.r. 5/2007

b) domande di base 20 a) Art. 21 r.r. 5/2007

b) domande di base 21 d) Art. 29 r.r. 5/2007

42

Gruppo Domanda n. Risposta corretta Per approfondire:

b) domande di base 22 d) Art. 61 l.r. 31/2008

b) domande di base 23 b) Art. 28 r.r. 5/2007

b) domande di base 24 d) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

b) domande di base 25 a) Art. 39 e 40 r.r. 5/2007

b) domande di base 26 c) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

b) domande di base 27 d) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

b) domande di base 28 d) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

b) domande di base 29 c) Art. 54 r.r. 5/2007

b) domande di base 30

c) Piano antincendio boschivo di Regione Lombardia sul sito http://www.protezionecivile.regione.lombardia.it/

c) domande intermedie 31 c) Art. 24 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 32 b) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 33

a) http://www.sistemiverdi.regione.lombardia.it/ Sezione “Foreste” “Pianificazione forestale”

c) domande intermedie 34 c) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 35 a) Art. 59, comma 7, l.r. 31/2008

c) domande intermedie 36 c) Art. 28 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 37 d) Allegato B del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 38 a) Art. 24 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 39 d) Artt. 58, 59, 60 e 61 del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 40 c) Art. 24 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 41 a) Art. 39 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 42 d) Art. 31 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 43 d) Art. 39 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 44 b) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 45 c) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 46 a) Art. 59 l.r. 31/2008; art. 76 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 47 b) Art. 39 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 48 b) Art. 64 r.r. 5/2007

c) domande intermedie 49 b) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

c) domande intermedie 50 d) Art. 35 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 51 a) Articoli 23 e 40 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 52 b) Art. 40 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 53 b) Allegato A “glossario” del r.r. 5/2007

d) domande avanzate 54 d) Art. 71 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 55 a) Art. 40 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 56 c) Art. 62 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 57 a) Articoli 73 e 74 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 58 a) Articoli 75 e 75 bis r.r. 5/2007

d) domande avanzate 59 c) Art. 75 bis r.r. 5/2007

d) domande avanzate 60 b) Art. 57 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 61 c) Art. 63 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 62 d) Art. 24 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 63 b) Articoli 73 e 74 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 64 d) Art. 17 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 65

c)

Art. 20, comma 4 r.r. 5/2007. Il Consiglio regionale, in data 19 gennaio 2011, ha espresso parere favorevole ad abbassare da 20.000 a 10.000 mq la soglia oltre la quale i tagli di utilizzazione e i diradamenti possano essere eseguiti solo da enti pubblici in amministrazione diretta, da imprese agricole, imprese boschive o consorzi forestali. Tale modifica entrerà verosimilmente in vigore nel corso del mese di febbraio 2011

d) domande avanzate 66 d) Art. 18 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 67 c) Art. 20, comma 4 ter r.r. 5/2007

d) domande avanzate 68 b) Art. 68 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 69 d) Art. 26 r.r. 5/2007

d) domande avanzate 70 d) Art. 27 r.r. 5/2007

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Siti interessanti sul settore forestale La situazione dei boschi nel mondo (rapporto FAO, in spagnolo, francese, inglese)

http://www.fao.org/forestry/sofo/es/

Risorse forestali nell’UE e strategia forestale dell’UE (francese, inglese, tedesco)

http://ec.europa.eu/agriculture/fore/index_fr.htm

La gestione dei siti natura 2000 nell’Unione Europea

http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/docs/art6/provision_of_art6_it.pdf Natura 2000 nell’Unione europea (in inglese)

http://ec.europa.eu/environment/nature/info/pubs/natura2000nl_en.htm

Regione Lombardia – Foreste

http://www.sistemiverdi.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&childpagename=DG_Ambiente%2FDGLayout&cid=1213374510930&p=1213374510930&pagename=DG_QAWrapper

Regione Lombardia: il rapporto annuale dei boschi in Lombardia

http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Ambiente%2FDetail&cid=1213358625772&packedargs=NoSlotForSitePlan%3Dtrue%26menu-to-

render%3D1213374513056&pagename=DG_QAWrapper

Sistema informativo taglio bosco (SITAB)

http://www.denunciataglioboschi.servizirl.it

Foreste di Lombardia

http://www.forestedilombardia.it/

Ente regionale servizi all’agricoltura e alle foreste - ERSAF http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/notizie/notizie_homepage_foreste.aspx

Geoportale di regione Lombardia

http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale

Corso di laurea in Scienze forestali

http://it.wikipedia.org/wiki/Scienze_forestali

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