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Indice - Azione Cattolica della... · che il risultato del Referendum studentesco non vincola (cioè obbliga) il Consiglio d’istituto: poiché la gestione di un istituto è collegiale,

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Indice:

Introduzione pag.4

Lettera provocatoria pag. 5

Referendum studentesco pag. 7

Riunione pag. 9

Integrazione pag. 10

Attività integrative e associazioni studentesche pag. 12

Trasparenza pag. 14

Disciplina pag. 16

Valutazione pag. 17

T

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Introduzione

E se un giorno i vostri rappresentanti vi convocassero ad un’assemblea per mettere in

discussione i vostri diritti di studenti perché questi non sono esercitati più in modo adeguato?

Sì, avete capito bene, stiamo parlando di quei diritti che vi sono stati concessi una ventina di anni

fa, dopo anni e anni di battaglie portate avanti da chi vi ha preceduto sui banchi di scuola! Il

DPR 249/1998, per gli amici semplicemente “Statuto delle studentesse e degli studenti

della scuola secondaria”, ha messo nero su bianco diritti e doveri che lo Stato ci ha

riconosciuto, come persone "col cervello", che vivono una parte importante della loro vita a

scuola.

Ma, proprio perché le leggi si adattano ai cambiamenti della società, sarebbe legittimo

accogliere questa provocazione, dal momento che assistiamo oggi più che mai agli effetti della

crisi della partecipazione anche a scuola. Sempre più diffuso nelle nostre scuole è, infatti, il

senso di sfiducia profonda negli spazi che abbiamo di diritto, l’assemblea in primis.

Per questo nasce l’idea di un’assemblea come di un “Processo agli studenti”. Partendo

proprio dal testo dello Statuto, rifletteremo con le nostre classi sul significato profondo di ogni

diritto e cercheremo di guardarci intorno, per scoprire se nella nostra scuola esso sia esercitato

nella maniera più opportuna o se si possono trovare strade e modalità nuove per valorizzarlo. E,

come in ogni processo che si rispetti, dopo l’accusa non potrà mancare la difesa: in assemblea

d’istituto, formando dei gruppi con studenti di altre classi, cercheremo delle modalità concrete

per difendere quel diritto. Queste verranno raccolte dal comitato studentesco, che a sua volta

porterà le istanze al Consiglio d’istituto.

Insomma, figo no?! Ci auguriamo che questa proposta di attività targata MSAC possa suscitare in

voi e nei vostri compagni delle domande e che siate proprio voi, con la tenacia e la perseveranza

che vi caratterizza, a trovarne risposte. La scelta tra le diverse possibilità sarà il vostro modo di

Esserci. Del resto, cos’è la partecipazione se non proprio questo? Buona assemblea a tutti!

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Lettera provocatoria

[Luogo … … … … … … …], [Data …/…/…]

Ai rappresentanti di classe e agli studenti dell’istituto [… … … … … … … … … …]

Oggetto: Processo agli studenti

Cari studenti,

vi scriviamo perché, ancora una volta, dobbiamo constatare e prendere atto della crisi della partecipazione

attiva e dell’interesse alla vita scolastica. Quella che vi sottoponiamo è una riflessione sull’utilità degli spazi

democratici di partecipazione, concessi a noi studenti prima dal DPR nº 416 del 31 maggio 1974 e poi

regolamentati dal decreto legislativo nº 297 del 1994, che prevedono la partecipazione attiva degli studenti

alla vita scolastica ordinaria. Siamo fermamente convinti che avere dei diritti a scuola non voglia dire solo

essere rispettati e vantare dei privilegi verso altre persone, ma anche sfruttare bene le possibilità che ci

vengono date e lavorare insieme alle attività svolte nell’istituto.

Sebbene non esistano leggi per cui il dirigente scolastico o il Consiglio d’istituto possano rifiutarsi di concedere

spazi per l’assemblea, noi rappresentanti siamo scettici sulla reale necessità di utilizzare ancora questi spazi

di partecipazione. Il livello di partecipazione medio alle assemblee d’istituto è inferiore al […] % e di questa

percentuale solamente un numero scarso di persone vuole veramente partecipare, confrontarsi e informarsi.

Confrontandoci con i rappresentanti di classe, riuniti nel Comitato Studentesco, abbiamo deciso, pertanto,

di convocare un’assemblea d’istituto, non soltanto per confrontarsi sulla problematica, ma per discutere

della reale utilità di continuare a organizzare assemblee (di classe e d’istituto) a cui nessuno si interessa.

Drammaticamente, come rappresentanti siamo abbastanza scoraggiati e, confrontandoci, saremmo a

favore della soppressione di tale diritto: in fondo perché continuare a rivendicare un diritto che nessuno tra

di noi sente suo? Di chiedere di utilizzare spazi che non si sentono propri?

Forse, con queste domande, riterrete che stiamo insultando migliaia di persone che hanno combattuto per

avere questi diritti; crediamo fermamente però che la società sia cambiata e, per quanto non è facile

accettarlo, oggi la maggior parte di noi studenti preferisce non far valer i propri diritti, lasciare che altri

decidano al proprio posto e, ancora peggio, preferisce che ciò che avviene nel mondo gli scivoli addosso,

credendo che non gli riguardi. Diceva Gramsci che “L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera

passivamente, ma opera.” e la vostra indifferenza ci sta facendo interrogare sul reale senso di continuare a

impegnarci per cose che, in fondo, non interessano a nessuno.

Quello che ora vogliamo comunicarvi è la seguente decisione: siamo fermamente intenzionati a rinunciare,

in primo luogo, al diritto di assemblea. A seguire, con riflessioni future, non è da escludersi il pensiero di

rinuncia ad altri diritti legati alla partecipazione. Per i diversi motivi di cui vi abbiamo parlato prima,

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iniziamo a credere che non servano più agli studenti; ma vorremmo sentire il vostro parere. Annunciamo

perciò la convocazione dell’assemblea d’istituto per il giorno […/…/…]. Durante l’assemblea noi

rappresentanti esporremo nuovamente e in modo chiaro i motivi per cui saremmo intenzionati a rinunciare

al diritto di assemblea.

Vi chiediamo, divisi per classi, di iniziare a trovare argomentazioni da portare in assemblea d’istituto per

rispondere alle nostre argomentazioni a riguardo. Durante l’assemblea cercheremo di dividerci, per

affrontare diverse tematiche in lavori di gruppo i cui risultati, tramite un portavoce, saranno riportati a

tutta l’assemblea. Sarà presente con noi [… … … … … … … … … … … …] rappresentante della [nome

dell’associazione studentesca] che, inseguito all’esposizione dei portavoce, aiuterà noi rappresentanti a fare

sintesi dei pareri dell’assemblea.

Prima di prendere la decisione finale e comunicarla al Consiglio d’istituto, quindi, terremo conto

dell’opinione di tutti gli studenti, ma daremo il giusto perso proporzionale al parere dell’assemblea, in base

ai livelli percentuali di partecipazione fisica. Per tanto è vivamente consigliata la partecipazione di tutti gli

studenti dell’istituto.

I rappresentanti degli studenti in CdI

[Firma dei rappresentanti]

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Referendum studentesco

Che cos’è un Referendum?

Il nostro ordinamento Repubblicano prevede il ricorso al voto popolare con

l’indizione di un referendum: è indetto referendum popolare [cfr. art. 87 c. 6 della

Costituzione] per deliberare l'abrogazione (cioè la cancellazione), totale o parziale,

di una legge o di un atto avente valore di legge [cfr. artt. 76, 77 della Costituzione],

quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la

Camera (quindi quelli che hanno compiuto i 18 anni) dei deputati. La proposta

soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la

maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti

validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

Informazioni generali

Un diritto degli studenti che non è eccessivamente noto e quasi mai viene utilizzato, prevede la

consultazione di tutti gli allievi di un istituto tramite un Referendum studentesco, in cui gli studenti

sono chiamati a esprimere il parere riguardo a una tematica che può influire e modificare in modo

rilevante l’organizzazione scolastica.

Regolamentato dallo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, istituito dal DPR 24 giugno 1998, n.

249 e poi modificato e integrato dal DPR 21 novembre 2007, n. 235, l’articolo 2 comma 5 istituisce la

consultazione referendaria degli studenti:

5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione della scuola gli studenti

della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro

opinione mediante una consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possono

essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori.

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Come funziona?

Non esistono dati raccolti ufficialmente che

testimoniano l’effettivo ricorso a un Referendum

studentesco, pertanto non esistono reali indicazioni

su come vada convocato e sul peso effettivo che si

debba dare all’esito referendario, che dovrebbe

comunque svolgersi nel quadro di apposite

disposizioni previste dai regolamenti interni delle

scuole.

Come nei Referendum ordinari, si può immaginare

che possano palesare la necessità di ricorre al

Referendum studentesco sia i rappresentanti

d’istituto, sia una percentuale elevata di

popolazione studentesca.

È inoltre da mettere in conto, per la struttura della governance delle nostre scuole,

che il risultato del Referendum studentesco non vincola (cioè obbliga) il Consiglio

d’istituto: poiché la gestione di un istituto è collegiale, condivisa tra docenti, genitori

e alunni, il Referendum studentesco esprimerebbe solamente la volontà di una delle

3 componenti. Quindi si può supporre che il Referendum studentesco esprima il

parere della componente studentesca, parere che i rappresentanti degli studenti

sono obbligati necessariamente a portare in Consiglio d’istituto, esprimendosi in

favore dell’esito del Referendum.

Discussione e processo:

Sono scarsissimi, o forse inesistenti, i ricorsi degli studenti al diritto sancito dall’articolo 2

comma 5 dello Statuto delle studentesse e degli studenti. Ha senso continuare a

prevedere tale diritto se poi nessuno vi fa ricordo? Perché?

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Riunione

Informazioni generali

Assemblee e consigli di classe e di istituto, comitato studentesco, organo di valutazione... quanti sono i

luoghi in cui, nella vita di tutti i giorni, tutti gli studenti o i loro rappresentanti possono far sentire la

propria opinione le loro esigenze!

Non parliamo poi della Consulta Provinciale degli Studenti, cosa fa? Ma davvero noi studenti possiamo

far sentire la nostra voce sui problemi della scuola e possiamo presentare progetti che coinvolgono più

istituti?

Ma quanto li conosciamo? Quanto sappiamo come funzionano e conosciamo le opportunità che ci

offrono? Quanto le singole scuole, come prevede l'articolo 2, comma 4 dello Statuto degli Studenti,

coinvolgono gli studenti sulle scelte fondamentali della vita della Comunità Scolastica?

Se per caso non vi sentiste molto ferrati su uno o più di questi spazi ed organi potete dare un occhiata

a AB(OO.C)C, l'abc della Rappresentanza Studentesca che trovate nel sito del MSAC a questo link:

http://msac.azionecattolica.it/sites/default/files/AB%28OO.C%29C.pdf

Qui troverete tutte le informazioni sugli organi collegiali, insieme anche a degli spunti di riflessione e a

delle proposte di attività.

Discussione e processo:

In molte scuole alle assemblee di istituto non partecipa nemmeno la metà degli studenti,

si fa fatica a trovare candidati per le elezioni dei rappresentanti, le poche volte che ci

sono molte presenze alle assemblee tutti si disinteressano degli argomenti trattati. Ha

quindi ancora senso avere a disposizione questi spazi di partecipazione? Se non si

partecipa nemmeno tra i banchi di scuola come si potrà poi essere cittadini consapevoli

e partecipare all'interno della società? Che senso ha candidarsi rappresentante quando

la maggior parte degli studenti pensa che gli argomenti che si trattano in consiglio di

classe e di istituto non li riguardi? Come si possono rivitalizzare le assemblee e gli spazi di

partecipazione? Gli studenti vengono coinvolti nelle scelte che riguardano

l'organizzazione e gli aspetti principali della vita della scuola?

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Integrazione

Informazioni generali

Per “integrazione” in generale, si intende un “processo attraverso il quale gli individui diventano parte

integrante di un qualsiasi sistema sociale, aderendo in tutto o in parte ai valori che definiscono l’ordine

normativo […] che consiste in particolare nella formazione della personalità sociale dell’individuo,

attraverso la trasmissione dei modelli culturali e di comportamento, cui provvedono la famiglia, la scuola,

e in generale i gruppi detti primari” [treccani.it].

Il ruolo che la scuola ha nel processo di integrazione è sancito dall’art.2 commi 7 e 8 del DPR 249/98,

meglio conosciuto come “Statuto delle Studentesse e degli Studenti della scuola secondaria”:

7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale

appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza e alla tutela della loro lingua

e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.

8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:

a) un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico

di qualità;

b) offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente

assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;

c) iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la

prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;

d) la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche

con handicap;

e) la disponibilità di un'adeguata strumentazione tecnologica;

f) servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.

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A scuola tutti i giorni

Dalla lettura degli articoli si evince che l’integrazione è un concetto ampio, che

riguarda non solo gli stranieri residenti in Italia, ma anche gli studenti con disturbi e

disabilità di vario tipo. In entrambi i casi, la scuola rappresenta la via che lo Stato ha

per dimostrarsi accogliente e aperto ad ogni cultura e condizione, esplicitando in

questo modo come la diversità sia sinonimo di ricchezza. Per fare ciò, la scuola deve

promuovere momenti di scambio e di crescita comune, attraverso progetti ben

strutturati che coinvolgano l’intera popolazione scolastica.

Per quanto concerne gli studenti stranieri, come appare dalla realtà scolastica, oggi

più che mai le nostre scuole sono caratterizzate da un forte multiculturalismo

originato dai sempre maggiori flussi migratori del Mediterraneo; l’integrazione

dunque dovrebbe essere l’obiettivo che lo Stato si pone per favorire il coinvolgimento

degli stranieri nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni (ben diversa

dall’assimilazione, processo di uniformazione alla cultura di inserimento).

L’integrazione riguarda anche (e non solo!) lo studente disabile: ciascuno di noi ha

bisogno di aiuto e di sostegno, fosse anche solo in certi momenti e in certe occasioni.

Il compito della scuola è aiutare ogni alunno della classe (normodotato o

diversamente abile che sia) a sentirsi parte integrante di un gruppo.

Insomma, l’integrazione è la prova concreta dell’I care di Don Milani, del fatto che

alla scuola interessa che nessuno rimanga indietro.

Discussione e processo:

Ma è davvero così? Ultimamente si verificano sempre più casi di esclusione e/o

bullismo nei confronti di studenti con disabilità, stranieri e omosessuali proprio da

parte di compagni di scuola e alle volte di professori. Allora, vale la pena parlare

ancora di integrazione scolastica, quando tanti studenti e alle volte gli stessi docenti

non ci credono abbastanza?

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Attività integrative e associazioni studentesche

Cos’è un’attività integrativa?

Le attività integrative sono delle attività che si svolgono in orario extrascolastico e

puntano a far vivere la scuola come “centro della cultura territoriale”. Allo stesso

modo questi spazi tendono a formare cittadini e studenti consapevoli di ciò che è il

mondo attorno a loro, ma sono attività non obbligatorie che possono influenzare la

valutazione di uno studente. Sono delle attività complementari al lavoro che è svolto

nelle classi dai docenti ed è un diritto per gli studenti avere la possibilità di avere

queste offerte formative.

Le attività integrative sono inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa

(PTOF) dell’istituto e costituiscono uno dei parametri utilizzati dal Ministero per

valutare i processi interni delle scuole e sono naturalmente inserite nel curriculum

dello studente, che non si limita più semplicemente al percorso delle materie di

studio, ma anche a ciò che lo studente fa in orario extrascolastico.

Informazioni generali

Le attività integrative sono attività che caratterizzano la proposta formativa di una scuola e che

tendono a dare quante più ampie prospettive possibili a tutti gli studenti.

Le attività integrative fanno realmente parte degli obiettivi formativi della scuola e devono esser

declinati secondo età e maturità degli studenti a cui sono destinate e possono riguardare tematiche di

attualità seguendo le esigenze degli alunni e delle famiglie.

Nell’ articolo 2 comma 8b dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti possiamo leggere:

La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:

b) offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte

dagli studenti e dalle loro associazioni.

In particolare il DPR 567/96 regola e disciplina le attività didattiche complementari e integrative nelle

istituzioni spiegando l’importanza di queste attività e come devono svolgersi all’interno di una scuola.

Ciascuna scuola in virtù dell’autonomia definisce nel regolamento d’istituto le modalità con cui devono

avvenire queste attività e in particolare anche come relazionarsi con possibili attività proposte da

studenti, associazioni riconosciute e non riconosciute, e regolamenta anche orari e luoghi in cui possono

avvenire queste attività.

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Ruolo degli studenti e Associazioni

Gli studenti hanno un ruolo fondamentale in queste attività, dato che sono proprio

loro i destinatari di queste opportunità!

Gli studenti inoltre svolgono anche due ruoli fondamentali:

- possono esprimere pareri sulle attività integrative grazie al comitato

studentesco;

- possono proporre attività integrative, che saranno poi sottoposte al giudizio

del Consiglio di istituto che valuterà la fattibilità di questi progetti.

Ci sono diversi modi con cui gli studenti possono esser partecipi alla progettazione,

organizzazione e realizzazione di queste attività e a questo proposito nell’articolo 4,

comma 2 del DPR 567/96 troviamo:

2. Le iniziative complementari dell'iter formativo, che negli istituti o scuole di istruzione secondaria

superiore possono essere proposte anche da gruppi di almeno 20 studenti e da associazioni

studentesche, sono sottoposte al previo esame del collegio dei docenti per il necessario

coordinamento con le attività curricolari e per l'eventuale adattamento della programmazione

didattico-educativa, con conseguente inserimento nel piano dell'offerta formativa.

In questo articolo è chiaro come sia singoli studenti in gruppi che associazioni,

riconosciute e non, possono proporre attività integrative.

Il ruolo giocato dalle associazioni spesso è fondamentale: grazie all’art.18 della

Costituzione “i cittadini hanno diritto di associarsi” e nell’art. 2 comma 10 dello

Statuto delle Studentesse e degli Studenti:

10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di

associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati

a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte degli studenti e delle

associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la continuità del legame

con gli ex studenti e con le loro associazioni.

Proprio in virtù di questo articolo si creano all’interno della scuola, o all’esterno ma

sempre ad opera degli studenti, delle associazioni che abitano le scuole e possono

proporre attività integrative. Per ampliare lo spettro della attività è nato il Forum

nazionale delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative, che ha il

fine di “valorizzare la partecipazione e l'attività associativa degli studenti come

forma di espressione e di rappresentanza autonoma e complementare a quella

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istituzionale, nonché di assicurare stabilità al dialogo e al confronto con il mondo

studentesco” (art 5 – bis, comma 1 DPR 567/96).

Anche le associazione di genitori possono proporre attività didattiche integrative.

Trasparenza

Discussione e processo:

La maggior parte delle attività integrative sono proposte dalla scuola e gli studenti

sono disinteressanti non solo ad organizzarle, in quanto non hanno spesso la voglia (o

l’esigenza) di mettersi al lavoro, ma anche a parteciparvi. Ha senso continuare a

organizzare queste attività integrative se nessuno lo fa davvero per integrare ciò che

ha imparato a scuola, ma solo perché crede di doverlo fare obbligatoriamente?

Informazioni generali

Il principio della Trasparenza è una delle regole che stanno alla base del rapporto tra Pubblica

Amministrazione (che comprende anche le scuole) e il cittadino. Questo principio comprende, tra gli altri:

- il diritto di un cittadino di conoscere, le leggi, i regolamenti e le disposizioni che regolano la vita

quotidiana, i rapporti di lavoro, economici, politici e sociali, i diritti e i doveri che per questo devono essere

resi pubblici per entrare in vigore;

- il diritto di un cittadino di conoscere le procedure, le tempistiche e i responsabili dei procedimenti che

egli ha aperti presso pubbliche amministrazioni (per procedimento si intende una "pratica" aperta da un

cittadino presso un ufficio pubblico, dalla richiesta della Patente a quella per aprire un esercizio

commerciale: per ognuno di queste pratiche il cittadino ha diritto ad essere informato sul tempo

necessario per ottenere quanto richiesto, ai costi, ai documenti da portare agli uffici fino al nome e ai

riferimenti dell'impiegato e del dirigente che si occupa della sua pratica);

- il diritto di un cittadino a conoscere la struttura degli uffici pubblici, i nomi, i contatti e i curriculum dei

dirigenti e dei responsabili degli uffici e le competenze di tali articolazioni; così come le procedure di

assunzione e dei pubblici concorsi;

- il diritto a conoscere, salvo quanto previsto da leggi e regolamenti per tutelare la privacy e la

riservatezza su alcuni argomenti, le deliberazioni e i verbali degli organi di governo e collegiali;

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Come si concretizza a Scuola?

Anche la Scuola, sia per quanto riguarda l'amministrazione scolastica, sia per le

singole autonomie scolastiche è sottoposta all'obbligo della Trasparenza nelle forme

che abbiamo appena descritto. Inoltre per quanto riguarda gli studenti il diritto alla

trasparenza è ribadito anche dallo Statuto degli Studenti e delle studentesse DPR

249/98 e successive modifiche (articolo 2 -che riguarda i diritti degli studenti- comma

3 e articolo 6 -disposizioni finali- comma 2). Lo Statuto in particolare prevede che lo

Studente debba essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita

della scuola e che gli debba essere consegnata, all'atto dell'iscrizione copia dello

Statuto stesso e dei documenti fondamentali di ogni istituzione scolastica.

Oltre a ciò ovviamente le scuole devono, per esempio, pubblicare i verbali delle

riunioni dei Consigli di istituto, gli incarichi che il preside delega ai propri

collaboratori, il curriculum del dirigente, il bilancio e i regolamenti di istituto etc.

La pubblicazione di verbali e documenti inoltre è facilitata dal web e dai siti internet

di scuole e uffici; tra l'altro le norme statali prevedono la pubblicazione dei

documenti non solo all'albo fisico delle istituzioni (una bacheca in cui vengono

pubblicati gli atti ufficiali) ma anche in un albo web, cioè su una pagina del sito della

scuola o dell'istituzione.

- il diritto a conoscere e poter leggere i bilanci dello Stato, delle regioni e degli enti locali e non; e quindi

a sapere come vengono spesi i soldi provenienti dal pagamento delle tasse e a quanto ammontano i

debiti.

Il mancato rispetto di questo principio può comportare l'invalidità di una legge o di un provvedimento

oppure sanzioni a carico del responsabile del procedimento.

Questo principio permette inoltre ai cittadini di poter partecipare ai processi decisionali delle pubbliche

amministrazioni e degli organi di governo: solo grazie alla pubblicità degli atti e delle decisioni si può

essere infatti consapevoli delle decisioni, delle proposte e dei problemi e basandosi su questi dati si può

partecipare in maniera attiva, consapevole e responsabile.

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Disciplina

Discussione e processo:

Le leggi e lo Statuto degli Studenti prevedono la trasparenza di atti, provvedimenti,

processi decisionali e bilanci delle scuole: quanto questo avviene nella realtà? Siamo

cioè a conoscenza del contenuto di questi documenti e di dove possiamo trovarli (albo,

bacheca, sito web della scuola, facendo richiesta al preside e alla segreteria)? Quante

volte prima di fare richieste e o proposte al Preside e ai docenti ci siamo informati sulle

norme e sui regolamenti oppure ci siamo affidati al sentito dire? Quando ci siamo iscritti

ci sono state consegnate copie dei regolamenti e dello Statuto o ci sono date indicazioni

su dove trovarlo? Come si potrebbe migliorare la conoscenza e la pubblicità degli atti

della scuola tra gli studenti e le famiglie?

Informazioni generali

Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti (DPR 249/98 e successive modifiche) ha innovato il sistema

disciplinare della scuola italiana, introducendo una precisa definizione della responsabilità disciplinare

degli studenti, delle procedure da seguire, delle sanzioni da applicare per ogni caso e gli organi collegiali

competenti a farlo oltre che degli organi competenti a giudicare i ricorsi. Per quanto riguarda la

disciplina in particolare potete trovare tutte le informazioni nel capitolo "Organo di Garanzia" di

AB(OO.C)C, l'abc della rappresentanza studentesca che trovate a questo link:

http://msac.azionecattolica.it/sites/default/files/AB%28OO.C%29C.pdf

Inoltre potete trovare altre informazioni consultando gli articoli 4 e 5 dello Statuto delle Studentesse e

degli Studenti.

Discussione e processo:

Nessuno a scuola ha mai sentito parlare dell'organo di garanzia interno, me che meno di

quello regionale, molto probabilmente non si saranno mai riuniti, ma allora che senso ha

mantenerli? A diversi studenti sarà capitato di ricevere note di classe sul diario e sul

registro... ma sapevo che la responsabilità disciplinare è personale e non collettiva?

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Valutazione

Cosa vuol dirci lo Statuto?

Nella seconda parte del comma riportato

sopra è di particolare importanza notare

proprio il tema della valutazione, che

dev'essere trasparente e tempestiva.

L’aggettivo “tempestiva” indica chiaramente il fatto che

deve avvenire in tempi brevi, “trasparente” fa invece riferimento al fatto

che la valutazione deve essere motivata (anche su richiesta dell’alunno), così che gli

Secondo lo Statuto degli Studenti il rappresentante degli studenti nell'organo di garanzia

interno dovrebbe, di preferenza, essere eletto dagli studenti, ma ciò avviene a scuola?

Come si potrebbe fare per far sì che gli aspetti connessi alla disciplina e ai ricorsi siano più

conosciuti dagli studenti?

Informazioni generali

Quante volte ci lamentiamo che i professori non dicano il voto subito dopo un’interrogazione,

nascondendosi dietro un “ci devo pensare!” che dura per giorni? Quante volte aspettiamo la correzione

di un compito per mesi? “Non è giusto… ma non possiamo farci niente!!!” direte. È qui che vi sbagliate!

Il DPR 249/98, meglio conosciuto come “Statuto delle Studentesse e degli Studenti della scuola

secondaria” prevede tra i diritti enunciati dall’art.2 anche quelli al comma 4 che qui riportiamo:

4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici

e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo

costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi

didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale

didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare

un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a

migliorare il proprio rendimento.

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studenti possano comprendere perché abbiano commesso eventuali errori e come

potervi porre rimedio prima della prossima verifica.

In sintesi, le interrogazioni vanno valutate il prima possibile e i compiti in classe vanno

corretti tempestivamente e dev'essere fornita in ogni caso una spiegazione del voto.

Per migliorare il proprio rendimento e comprendere quali sono i propri punti di forza

e di debolezza il processo della valutazione, che conduce anche all’autovalutazione,

è fondamentale. Nella prima parte del comma 4 sopra riportato leggiamo che frutto

di un dialogo costruttivo tra studenti e docenti devono essere anche i criteri di

valutazione.

Appunti

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Discussione e processo:

Avete mai parlato del tema della Valutazione con i docenti? Conoscevate questi vostri

diritti? Li avete mai rivendicati?

Ci chiediamo a questo punto se sia ancora necessario prevedere tale diritto se poi nessuno

vi fa ricorso? Perché dovrebbe continuare ad essere importante?