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NUMERO 3 - MARZO 2019 - ANNO LXXII Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Industria 4.0: una sfida che si vince in team con managerialità e competenze

Industria 4.0...Chi siamo e che cosa facciamo L’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali

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NUMERO 3 - MARZO 2019 - ANNO LXXII

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DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Bruno VillaniPresidente ALDAI-Federmanager

DITORIALEe

Managerializzazione e competenze: il futuro delle impreseI Manager, promotori di sviluppo e innovazioneLa recessione tecnica degli ultimi due trimestri 2018 suona come un campanello d’allarme e richiama l’attenzione sulla necessità di aumentare l’impegno e la collaborazione fra tut-te le rappresentanze sociali per un concreto impegno per il rilancio economico e valoriale del Paese.La manifattura italiana, seconda in Europa, ha un peso deter-minante e insostituibile in questa fase critica dell’economia. Nonostante questo, la produzione industriale in Lombardia torna invece a crescere. Il quarto trimestre 2018 ha segnato infatti un +1% rispetto al trimestre precedente, confermando la crescita media annua vicina al buon risultato dello scorso anno (+3% contro il +3,7% del 2017). Un dato incoraggiante quello reso noto lo scorso 12 febbraio da Unioncamere, che conferma come la creatività, il valore delle competenze uni-te alle opportunità Industria 4.0 costituiscano una combina-zione unica per un maggior impegno e collaborazione delle imprese e dei lavoratori chiamati a dare un forte segnale di vitalità.Il Connext, l’evento di partenariato industriale di Confindu-stria che si è svolto a Milano lo scorso 7 e 8 febbraio, ha messo in luce un Paese che non si adagia sulla decrescita infelice e che è impegnato per la sostenibilità del sistema delle impre-se italiane nel lungo termine, per garantire un futuro a chi lavora con impegno, competenze e passione, ma soprattutto per garantire certezze alle famiglie e alla società civile.Un messaggio chiaro di volontà di rilancio e di netta propen-sione al futuro che è stato più volte raccolto e ribadito e che ha visto in prima linea tra i protagonisti 4.Manager, Fondiri-genti e FASI. Tre realtà strategiche che hanno siglato importanti iniziative di partenariato, segno della concreta volontà e dell’impegno di imprenditori e manager nel voler superare la crisi nella consapevolezza delle opportunità di crescita, nonostante il contesto, nel rispetto dei ruoli.Nel corso della manifestazione, cruciale per realizzare lo scambio e il networking tra questi due mondi, 4.Manager ha presentato i dati del proprio Osservatorio sul mercato del la-voro e competenze manageriali, da cui è emerso con chiarez-za quanto managerializzazione e competenze siano vitali per il futuro delle imprese italiane di tutte le dimensioni. I Presidenti Confindustria e Federmanager hanno delineato un percorso di collaborazione per il rilancio della manifattura e del sistema economico del Paese, basato sulle competenze e l’apertura al digitale. Un progetto che costituisce elemento di riflessione e dibattito costruttivo, perché è doveroso ascol-tare tutti i protagonisti dell’economia del Paese per uscire dalla snodo critico che ci troviamo ad affrontare.

Se, come è vero, il digitale contribuirà alla creazione di circa il 32% dei nuovi posti di lavoro fino al 2023, almeno secon-do l’elaborazione di Unioncamere sulla domanda di compe-tenze nelle PMI, è altresì vero, come dichiara il Presidente Federale Stefano Cuzzilla, che l’innovazione del modello di business è ormai considerata una leva fondamentale dal 67% dei nostri manager e imprenditori, mentre ben il 44% ritiene fondamentale investire sulle soft skills manageriali. La chiave è quindi quella di favorire i percorsi di innovazione attraverso l’incontro di esperienze di successo, a maggior ra-gione oggi che le aziende sono chiamate a investire sempre più sulle competenze, sull’innovazione dei modelli di busi-ness, sul lavoro in rete e sulle filiere d’imprese.

In questo contesto si colloca anche l’avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL Dirigenti Industria per cercare di chiudere un contratto condiviso dai colleghi che rafforzi l’impegno per l’impresa. Si tratta di una fase delicata, ma al tempo stesso di grande sforzo e dedizione da parte di Federmanager e dei manager che si stanno prodigando in prima persona. Ed è per questo che il focus di questo numero è dedicato nello specifico al tema del rinnovo contrattuale, fedeli alla volontà di aggiornare i soci su quanto stiamo portando avanti con passione e convinzione, grande impegno e determinazione.

La nostra Associazione, con oltre un quarto della dirigenza italiana, sosterrà pienamente le fasi di sviluppo manageriale per mettere a disposizione delle imprese le skill utili per com-petere efficacemente oggi e nel futuro. Dedicheremo alle piccole imprese una particolare attenzione, consapevoli che il sistema economico Italiano, da esse caratterizzato, abbia notevoli opportunità di sviluppo nell’era digitale. Come hanno dimostrato le numerose testimonianze “Con-next”, imprenditori di PMI e manager possono costituire un’alleanza in grado di generare risultati economici e sociali d’impatto per il nostro Paese.

In linea con il costante impegno per il rinnovamento, abbia-mo organizzato il 14 e 15 marzo, in occasione della manife-stazione Milano Digital Week, gli incontri presso la nostra Associazione per presentare le iniziative Industria 4.0, inter-nazionalizzazione, la rivista digitale www.dirigentindustria.it e lo sviluppo delle competenze digitali per i manager al passo con i tempi.

Siamo ben consapevoli delle sfide che ci attendono, ma sia-mo anche certi di avere tutti i mezzi e le competenze neces-sarie per farcela, quindi avanti tutta!

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Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federa-zione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzio-nali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’As-sociazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo:î il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale;î il Servizio Fasi/ASSIDAI fornisce consulenze relative alla gestione dei

rapporti con i Fondi. Tramite delega e accesso prioritario ai Fondi, provvede alla gestione ed all’invio online delle richieste di prestazioni con notevole

riduzione dei tempi di liquidazione. Fornisce informazioni sulle norme statutarie e regolamentari di Fasi ed Assidai e sulle posizioni anagrafiche e contributive dell’iscritto;î Servizio Orientamento e Formazione a supporto dei dirigenti interessati

alla valorizzazione del cv ed al potenziamento del networking (Multibrand), ai percorsi formativi di riqualificazione (Fondirigenti) ed alla partecipazione ad iniziative per favorire la propria employability.î Servizio Tutoring: a disposizione degli iscritti ed erogato volontaristicamente

da colleghi Senior certificati per il supporto e l’analisi delle criticità manageriali.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 19 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

APERTURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 17.30

SITO WEB www.aldai.itPEC [email protected]

ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Servizi e contattiALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALIPresidenzaPresidente: Bruno Villani - [email protected]: Manuela Biti - [email protected]: Mino Schianchi - [email protected]: Elisabetta Borrini

Segreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204 Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.237Ilaria Sartori 02.58376.208

Servizio SindacaleCristiana BertolottiCONSULENZE RISERVATE AGLI ISCRITTI SOLO SU [email protected][email protected] sindacali - previdenzialiCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected] previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.303° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30Consulenze previdenza complementare / INPS - Rosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00Consulenze convenzione ENASCO / INPS - Silvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.003° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione con telematica Inps

Consulenze fiscali - Nicola Fasano - martedì pomeriggio

Area sindacale - previdenzialeValeria Briganti 02.58376.221 Maria Caputo 02.58376.225 Ramona Crisci 02.58376.219Francesca Sarcinelli 02.58376.222

Servizio Fasi/ASSIDAICristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected]

Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] RISERVATI AGLI ISCRITTI SOLO SU APPUNTAMENTOTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.30 alle ore 17.00

Servizio Orientamento e FormazioneSilvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected]

Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Bitetti - [email protected]

Giordano Bergomi 02.58376.235 Viviana Cernuschi 02.58376.227Stefano Corna 02.58376.234 Laura De Bella 02.58376.231 Riccardo Fanton 02.58376.212

Servizio Tutoring - per appuntamento: [email protected]

Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected] Coordinatore: Sergio Quattrocchi

ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Fabio Pansa CedronioRedazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Basilicata 02.58376.213

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DEI GRUPPI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia Lavoro - [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Marco Bodini - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

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DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ommarioSNUMERO 3 - MARZO 2019 - ANNO LXXII

EDITORIALE 1 Managerializzazione e competenze: il futuro delle imprese Bruno Villani

FOCUS 4 Verso il rinnovo contrattuale Walter Quercioli

5 Un contratto per i dirigenti Manuela Biti

INDUSTRIA 6 Sostenibilità, energia, chimica verde: eppur si muove Giuseppe Colombi

MANAGEMENT 8 Valorizzare il Merito Claudio Ceper

NOTIZIE FEDERMANAGER 11 Il nostro sì convinto alle infrastrutture Stefano Cuzzilla

12 Rinnovate le cariche elettive Federmanager A cura della Redazione

WELFARE 14 Sulla salute facciamo scelte coerenti Marcello Garzia

FORMAZIONE15 Record di partecipazione all'Avviso 3/2018 Fondirigenti Silvia Romagnoli

16 Public speaking... skill utile ogni giorno Marco Alberghini

ECONOMIA18 Recessione Franco Del Vecchio

LAVORO30 Verso l’Industria 4.0: Ricomincio da… 4 e #VirtualTour40 Chiara Tiraboschi

ASPETTI LEGALI32 La reintegrazione del dirigente nel posto di lavoro Agostino D'Arco

PREVIDENZA34 Il bilancio del sistema previdenziale Mino Schianchi

36 Pensioni: è tutto come prima, ma anche no Antonio Dentato

ENERGIA ED ECOLOGIA38 Quanto costa oggi ricaricare un'auto elettrica? Emanuele Regalini

VITA ASSOCIATIVA40 Quale futuro per l'Europa? Raffaele Tasserini

41 Ricominciare con il sorriso Giancarlo Puppi

CULTURA E TEMPO LIBERO44 Target 2: chi era costui? Angelo Drusiani

45 Ciclo Milano anni ‘50-‘60, crocevia della cultura Alberto Cantoni

46 I libri del mese • Green mobility recensione di Luciano Giannini • Amore oggi torno a casa prima recensione di Franco Del Vecchio • Se ne ride chi abita i cieli recensione di Fabrizio Calvo • Eurostorie di ordinario successo in tempo di Brexit recensione di Luciano De Stefani

FOCUS

Contratto: a che punto siamo

ALLE PAGINE 21/28

INSERTO ASSIDAI WELFARE 24

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DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Verso il rinnovo contrattualeCome si prefigura la strategia negoziale

o scorso 31 dicembre 2018 il nostro CCNL ha terminato il suo periodo di validità. Non essendo intercorsa alcuna “disdetta” da nessuna delle due Parti contraenti (Confindustria

e Federmanager), il contratto è attual-mente in “ultrattività”, vale a dire che per la tacita volontà delle Parti continua a dispiegare i suoi effetti contrattuali e giuridici oltre il termine di scadenza. Ovviamente questa condizione di ul-trattività non potrà protrarsi a lungo, ed è quindi importante capire qual è la roadmap che ci porterà alla stipula di un nuovo CCNL.Anzitutto il 1° febbraio si sono riunite a Firenze la Delegazione Federale e la Commissione Lavoro e Welfare per met-tere a punto l’ipotesi di documento di rinnovo del contratto, ovvero l’ipotesi di piattaforma negoziale. Tale piattaforma è stata sottoposta all’approvazione del-la Giunta Esecutiva Nazionale nella riu-nione del 6 febbraio e il documento sarà illustrato, discusso, modificato se serve ed infine approvato durante il Consiglio Nazionale dell'8-9 marzo a Milano. Il do-

cumento così finalizzato verrà formal-mente inviato a Confindustria.Nel frattempo il 12 febbraio c’è stata la riunione preliminare delle Delegazioni di Federmanager e Confindustria per “rompere il ghiaccio” e fare i primi, re-ciproci “sondaggi”. Una volta che Con-findustria avrà ricevuto formalmente la nostra ipotesi di piattaforma negoziale, verrà stabilito un calendario d’incontri per dirimere tutti i vari punti negoziali che, dalla nostra prospettiva, sono sei:î l’adeguamento dell’attuale impian-

to retributivo, insoddisfacente e non più attuale sotto molti aspetti, ed una sua più coerente applicazione a livello aziendale;î il rafforzamento della formazione del

manager come leva competitiva per l’azienda e come strumento di mag-gior employability per il manager me-desimo;î la valorizzazione della managerialità

al femminile, che si esprime positiva-mente anche attraverso la maternità, e l’invito a evitare indegne situazioni di gender gap retributivo; î la promozione della contrattazione di

secondo livello come strumento che

meglio permette di rispondere a si-tuazioni più intimamente connesse ai luoghi del lavoro: territorio e azienda;î la realizzazione di un sistema efficace

di politiche attive per gestire i sempre più frequenti momenti di transizione del manager da un job all’altro e favo-rirne la ricollocazione;î l’adeguamento di alcuni istituti con-

trattuali alle nuove situazioni econo-miche e normative.

Chiaramente ognuno dei punti di cui sopra si declinerà in una serie di ele-menti di maggior dettaglio, che sarà compito della nostra Delegazione arti-colare in maniera adeguata e negoziare con Confindustria, onde massimizzare il risultato ottenibile a tutto vantaggio dei membri della nostra categoria: i di-rigenti!Gli obiettivi sono chiari, i gap da colma-re rispetto alla situazione attuale sono altrettanto chiari, abbiamo chiaro con chi ci dobbiamo rapportare e cos’è che maggiormente interessa loro, abbiamo un team competente e coeso. Abbiamo tutti gli elementi per portare a casa un risultato soddisfacente. ■

Walter Quercioli Capo della Delegazione Federmanager

OCUS - CONTRATTO: A CHE PUNTO SIAMO

Una volta che Confindustria avrà ricevuto formalmente la nostra

ipotesi di piattaforma negoziale, verrà stabilito un calendario d’incontri per dirimere tutti

i vari punti negoziali

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OCUS - CONTRATTO: A CHE PUNTO SIAMO

Un contratto per i dirigenti

er molti anni le trattative contrattuali sono state con-

dotte all’insegna dell’evoluzione del ruolo dirigenziale che non si è però concretizzato secondo le aspettati-

ve, con una sostanziale perdita di valore del contratto, malgrado gli sforzi nego-ziali delle rappresentanze delle imprese e manageriali. Ne è derivata, con una caduta di credi-bilità, un'oggettiva situazione di accre-sciuta precarizzazione della categoria: ora, un dirigente in servizio che opera al massimo delle sue forze alla realizza-zione degli obiettivi aziendali non può operare per così dire sotto minaccia co-stante di non vedere riconosciuti i pro-pri meriti o, peggio, di mettere a rischio la sua serenità e quella della sua fami-glia, con la minaccia al proprio posto di lavoro.

Questa precarietà ha rischiato e rischia di compromettere il rapporto di colla-borazione e fiducia fra dirigente e im-presa, pilastro fondante del rapporto di partnership per un concreto rilancio del sistema manifatturiero. Serve un patto di collaborazione che possa arricchire di competenze emergenti il tessuto pro-duttivo, che nonostante le difficoltà del contesto dimostra vitalità e opportunità di crescita. Riportare sotto piena tutela contrattua-le la funzione, la retribuzione e la difesa del lavoro del dirigente sono i temi di questa tornata contrattuale.Il percorso di rinnovo del contratto è iniziato “con il piede giusto”, definendo con chiarezza obiettivi e ambiti della trattativa, sforzandosi di prefigurarne e dimensionarne gli impatti e di definire una linea di condotta.Ai dirigenti va riconosciuto il valore del-le competenze insieme all’impegno e alla responsabilità che ne caratterizzano

il ruolo, in questo momento di snodo ed evoluzione delle organizzazioni azien-dali per conseguire nuovi modelli di business. Alla dirigenza va riconosciuto il contributo all’impresa con una giusta retribuzione, che certo non costituisce una voce capace di mettere a rischio i bilanci aziendali.Invece, una dirigenza motivata e serena potrebbe configurarsi come un imper-dibile fattore di successo.Nell’attuale dibattito sulla necessità di nuovi investimenti, in particolare orien-tati alle infrastrutture, risulta prioritario l’investimento in “capitale umano”, ov-vero in formazione, internazionalizza-zione e motivazione delle risorse.Ecco, anche i dirigenti sono pronti a ri-partire da qui, nella convinzione che a loro competa un ruolo determinante nel futuro industriale del Paese. Un ruo-lo che non può essere delegato ad altre figure, pur importanti dell’organizzazio-ne aziendale. È anche una questione di dignità. ■

Manuela Biti Vicepresidente ALDAI-Federmanager

�Le trattative in corso per il rinnovo del CCNL Dirigenti Industria per portare a casa un contratto condiviso dai colleghi che rafforzi l’impegno per l’impresa.

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DI6 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

NDUSTRIAi

Sostenibilità, energia, chimica verde: eppur si muoveDa un convegno romano dell’AIDIC interessanti indicazioni su questo nuovo orientamento tecnologico

l convegno “Società sostenibi-le del futuro: il ruolo dell’inge-

gneria chimica” che l’AIDIC, storica as-sociazione di settore, ha tenuto a fine gennaio a Roma nell'attraente cornice dell’Hotel Radisson Blue, aveva un’am-bizione evidente e al contempo correva un rischio.L’ambizione era quella di fare il punto su una prospettiva strategica ancora poco studiata anche dagli ingegneri chimici, il rischio era quello di risultare dispersivi. Possiamo concludere che l’obiettivo è stato raggiunto e il rischio evitato. Il merito va senz’altro all’eccellente lavo-ro dell’AIDIC, e in particolare di Gaeta-no Iaquaniello di KTI-Maire Tecnimont, che di questo convegno è stato l’anima organizzativa e culturale.Dall’evento sono giunti messaggi im-portanti: un settore che si tendeva a considerare finora maturo e per così dire un po’ fuori moda, mostra grande vitalità, visione e volontà di giocare un ruolo essenziale nel futuro industriale nazionale e non solo. Gli ingegneri chimici sono attesi da sfi-de cruciali: certamente, la loro prepa-

razione dovrà essere arricchita, modi-ficata e adeguata alle nuove esigenze; in questo senso anche nell’università si riconosce un impegno evidente.

CircolaritàIl primo intervento, quello di Bela Ke-lemen, Presidente dell’Associazione Europea dei Raffinatori, si è posto il problema di come rendere “circolare” il percorso della CO2 in raffineria, attra-verso una molteplicità di nuove tecno-logie che rendano quei siti veri e propri “energy hubs”. Alessandro Blasi, un italiano che lavora per IEA, si è soffermato sulla “vendetta del downstream”, ovvero sulla nuova centralità delle tecnologie ambienta-li in raffineria rispetto alle esigenze di produzione, sinora predominanti. Più in generale, assistiamo a una crescente “decarbonizzazione” dell’industria, che ha trovato una tappa intermedia nell’e-voluzione da carbone prima a idrocar-buri liquidi e ora al gas naturale.Quest’ultimo ormai copre in modo cre-scente anche le richieste che vengono dalla petrolchimica.Interessante anche un suo accenno all’auto, quando ha sottolineato che un noto modello emette meno CO2 nella sua versione ibrida rispetto all’analoga

versione elettrica, se si tiene in conto anche la CO2 prodotta dalla generazio-ne elettrica partendo da fonti fossili.

Ingegneria chimicae transizioneIl rettore dell'Università di Trieste, Mau-rizio Fermeglia, dopo aver citato l’ec-cellente digitalizzazione del sistema energetico italiano e la necessità per l’ingegnere chimico di specializzarsi in nuove tecnologie non convenzionali, si è soffermato sull’indice di ritorno ener-getico (EROEI), ovvero il rapporto tra energia necessaria a produrre un certo vettore energetico ed energia resa di-sponibile. Se la produzione del petrolio in USA negli anni ’30 del ‘900 aveva indi-ce 100, oggi l’olio da scisti o il biodiesel hanno EROEI da 1,3-1,5. In un sistema isolato come il globo, occorre dunque guardare all’unico contributo costante in entrata, ovvero l’irraggiamento solare. Fermeglia è convinto che l’innovazione principale verrà dalle nanotecnologie, che potrebbero essere strategiche per l’efficienza di conversione delle celle e per gli accumuli energetici. Ma, ha con-cluso, la vera sfida, più che tecnologica, è politica, in quanto questo settore po-trà svilupparsi solo favorendo un vero e proprio nuovo modo di pensare.

iGiuseppe Colombi Consigliere ALDAI-Federmanager

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DI 7DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

NDUSTRIAiScenari energeticiLa giornata si è poi strutturata in tre tavole rotonde. Nella prima, “Scenari energetici”, si sono esaminati gli svilup-pi delle energie rinnovabili nel pano-rama nazionale e gli investimenti nel settore. ENI punta sul gas naturale e sul metanolo, si sente fortissima l’esigenza di semplificazione nelle autorizzazioni, il settore eolico prevede ancora grandi investimenti e tutti si concentrano sul-le esigenze di trasformazione della rete elettrica, dal modello di produzione concentrata a quello di micro produtto-ri diffusi sul territorio.Luigi Napoli (Elettricità Futura) ha ri-cordato come ormai più di un milione di micro produttori siano collegati alla rete elettrica, mentre Giuseppe Bellussi (ENI) ha riproposto lo stoccaggio geo-logico della CO2, che altri peraltro con-siderano con minor favore.

Chimica Verde e bioraffinerieMolto interessante anche la successi-va sessione pomeridiana sulla Chimi-ca Verde. Il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha sottolineato l’esigenza di formare “ingegneri crea-tivi”, attenti al costo sinora trascurato delle “diseconomie esterne” che pesa-no sull’ambiente umano, concentrati più sulla produzione che sulla finanza. E, questo davvero importante, capaci di andare oltre “una malintesa merito-crazia che genera populismo, divisione, perdita della competenza”. Secondo Saracco, ci sarà un grande futuro per l’elettrochimica, ma anche per la ricon-versione biologica della CO2 attraverso microrganismi geneticamente modifi-cati, giungendo per queste vie a pro-durre persino idrocarburi.Molto interessante la posizione di ENI: il Gruppo, ha detto il responsabile dei progetti di bioraffinerie Giacomo Ri-spoli, è impegnato nella riconversione “bio” dei siti di Gela e di Marghera. Posti di fronte all’esigenza di chiudere quelle due raffinerie, in ENI si sono resi conto che la riconversione “verde” (Eco-fining) costituiva un’alternativa “low-cost” capace di preservare produzioni e oc-cupazione e di aprire un nuovo fronte strategico al Gruppo. La cosa fonda-

mentale è risultata l’approvazione e il coinvolgimento pieno del vertice ENI nel progetto: la produzione di biodie-sel dal riciclo di oli e grassi alimentari si sta materializzando. In parallelo, nel gruppo, anche Versalis sta sviluppando gomme da biotecnologia. A una specifica domanda, Rispoli ha sottolineato come l’utilizzo di biomas-se in raffineria possa allargarsi in fu-turo anche al riutilizzo di 20 milioni di tonnellate annue di rifiuti solidi urbani, così da favorire una soluzione razionale a un problema complesso, che in Italia genera attualmente tante preoccupa-zioni.Luigi Nataloni di Cereal Docks del Gruppo Cargill (leader mondiale della chimica di derivazione vetegale, amidi, mangimi e altri prodotti), ha sviluppato il suo intervento sull’efficienza energe-tica e sulla capacità di produrre con mi-nori consumi di acqua, ovvero sul fatto che il miglioramento delle conoscenze e dell’uso degli enzimi favorisce la so-stenibilità ambientale.

Mobilità sostenibileIl confronto sulla Mobilità sostenibile ha degnamente concluso l’intensa gior-nata: l’introduzione di Giuseppe Ricci, Presidente di Confindustria Energia, ma pure uomo ENI, mirava a smentire la facile equivalenza che “mobilità soste-nibile equivale ad auto elettrica”.Decongestionare il traffico, limitare l’inquinamento atmosferico, decarbo-nizzare l’economia, sono obiettivi otte-nibili in modi diversi, tecnologici, cultu-rali e di organizzazione.Dalla sua esposizione è emerso ad esempio che non sempre l’acquisto di costosi bus elettrici favorisce il miglio-ramento dell’inquinamento: poiché le risorse disponibili sono sempre scarse, con il più ridotto numero di nuovi bus acquisiti si rischia infatti di peggiorare l’età media del parco autobus, con un accresciuto danno ambientale.Claudio Spinaci, dell’Unione Petrolifera, ha saputo smentire molti pregiudizi sui motori diesel, sottolineando la maggior efficienza e la ormai limitatissima emis-sività di quei motori.Concorde anche Giuseppina Fusco (ACI), che ha sottolineato come anco-ra il petrolio copra in Europa il 93% del

fabbisogno energetico dei trasporti, col risultato che non si può pensare a una singola tecnologia per trasformare il settore. Sofia Mannelli (Presidente Chimica ver-de), si è soffermata sull’avvicinamento tra agricoltura e industria e sulla valo-rizzazione del carbonio organico, da reintegrare nel suolo, in alternativa alla sua combustione. Di nuovo Ricci (Presi-dente Confindustria Energia) ha messo in guardia sui rischi di un troppo acce-lerato accrescimento della domanda elettrica. Ancora Spinaci ha suggerito di puntare sul Gas Naturale Liquefatto per il trasporto pesante e nel trasporto marittimo, pur rimarcando come alme-no fino al 2050 la raffinazione petroli-fera manterrà una insostituibile valenza strategica.Ricci, che dell’AIDIC è anche Presidente, ha concluso sottolineando la necessità di riportare la competenza alla base del ragionamento, ridando funzione strate-gica agli ingegneri, facendo loro assu-mere e proporre alle istituzioni posizio-ni razionali e ben quantificate.

Il senso della giornataIaquaniello, nel concludere i lavori, si è riferito alla complessità delle tematiche coinvolte, che implica risposte non faci-li, che richiede nuovi ingegneri, special-mente di processo, con nuove compe-tenze trasversali, nell’informatica come nella scienza dei materiali, e una certa riorganizzazione dei corsi.Si può forse aggiungere, come dato che lascia spazio a qualche ottimismo, che il gruppo ENI appare intenzionato a giocare un ruolo forte in questo sce-nario. Se qualche anno fa la crisi di Ver-salis lasciava ipotizzare un disimpegno di quel gruppo, oggi invece, anche con l’acquisizione di Mossi & Ghisolfi, si può sperare che, direttamente dal vertice di San Donato, sia intervenuto un cambia-mento strategico.Poiché anche Enel appare interessata a una sua conversione “environmental-ly friendly”, si può auspicare che i due principali grandi gruppi nazionali si impegnino a fondo nella riconversione ambientale del Paese. E gli ingegneri chimici dovranno giocare un ruolo fon-damentale in questa evoluzione. ■

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DI8 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ANAGEMENTmValorizzare il MeritoL’Italia è ricca di talenti, ma il sistema organizzativo e sociale ne ostacolano la realizzazione

Italia non è un Paese meritocratico e lo dimostrano i risultati del Me-ritometro, uno strumento basato su sette pilastri: libertà, pari op-portunità, qualità del sistema edu-

cativo, attrattività per i talenti, regole, trasparenza e mobilità sociale, messo a punto dal Forum della Meritocrazia con il supporto di una équipe di ricercatori dell'Università Cattolica, che per quattro edizioni ha rilevato l’Italia all’ultimo po-sto fra i Paesi europei. Dirigenti Industria ha pubblicato a novembre 2017 l’arti-colo “Meritocrazia in Italia: una strada in salita” sui risultati del Meritometro.Il ranking 2018 ha fotografato un’Europa a tre velocità. I Paesi scandinavi (Finlan-dia, Norvegia, Danimarca, Svezia) con i migliori risultati, seguiti da un blocco di Paesi virtuosi (Olanda, Germania, Gran Bretagna, Austria e Francia) e nella parte bassa della classifica i Paesi in “deficit di meritocrazia” (Polonia, Spagna e Italia). Primeggiano Paesi con un sistema di regole chiaro e trasparente, che garan-tiscono pari opportunità nell’economia e nella società. Paesi nei quali la merito-crazia favorisce democraticamente i me-ritevoli generando un migliore sistema lavorativo, produttivo, sociale e i risultati si vedono anche nella crescita del PIL. Il nostro Paese, per il quarto anno conse-cutivo, si conferma in ultima posizione, con un livello di meritocrazia fermo ai valori del 2015, e non è certamente un

caso che siamo in recessione.Una survey alla quale hanno risposto lo scorso anno oltre 500 manager di PMI (60,5%) e grandi imprese (39,5%) ha evidenziato che i manager reputano il merito un fattore strategico di competi-tività per la propria organizzazione e si ritengono preparati (65%) a gestirlo, ma ammettono (53%) che le imprese italia-ne sono meno meritocratiche di quelle estere. A dirlo sono i dirigenti e i mana-ger delle funzioni di business.Uguaglianza delle opportunità, ricono-scimento del talento, valorizzazione del merito sono valori condivisi da molte persone che vogliono vivere in un Paese più equo e rigoglioso.

Il Forum della MeritocraziaNel 2011, per promuovere la meritocra-zia in Italia, un gruppo di giovani entusia-sti, di idealisti e un senior di esperienza hanno creato il Forum della Meritocrazia. Dopo poco più di un anno mi fu chiesto di diventarne Presidente e mi dedicai con entusiasmo perché è utile lavorare sui temi della meritocrazia nell’interesse del sistema-paese.Nei primi 3 anni ci siamo dedicati a 3 principali attività: 1. La creazione di un Consiglio Diretti-

vo, composto da persone con buona reputazione meritocratica, alto valo-re professionale e oggi costituito in maggioranza da donne.

2. Lo sviluppo della base associativa, soprattutto di aziende sponsor che, condividendo i nostri ideali, potes-

sero fornirci il sostegno finanziario per crescere e realizzare progetti di advocacy, community, think tank e creazione di una segreteria orga-nizzativa.

3. Il consolidamento della governance con la nomina di un Vicepresidente e l’allargamento del Consiglio a 19 membri, per consentirci di gestire in modo più raccordato ed efficace i numerosi progetti che nel frattempo avevano visto la luce.

Abbiamo quindi realizzato importanti progetti per dare concretezza alle nostre iniziative.Meritocrazia e leadership una ricerca che analizza la capacità della leadership nel valorizzare il fattore umano come elemento imprescindibile per compete-re e crescere, durato 3 anni e condotto in partnership con Great Place to Work che ha condotto le analisi con centina-ia di questionari funzionali al progetto. Colgo l’occasione per ringraziare Ales-sandro Zollo, CEO Great Place to Work che è stato uno dei nostri primi sponsor aziendali.Nel frattempo avevamo già incomincia-to a realizzare simposi e tavole rotonde sui nostri temi, almeno 3-4 volte all’anno organizzati dall’instancabile Nicolò Bog-gian.L’Incubatore di talenti è stato il se-condo rilevante progetto finalizzato ad aiutare giovani laureandi o neolaureati di facoltà umanistiche e meno favoriti nella ricerca del primo impiego ad av-vicinarsi consapevolmente al mondo

Claudio Ceper Presidente Forum della Meritocrazia

Il prossimo 20 marzo i vertici del Forum della Meritocrazia presenteranno in ALDAI-Federmanager i risultati dei progetti realizzati e apriranno un dibattito sui criteri etici e di trasparenza che compongono le valutazioni meritocratiche.

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DI 9DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ANAGEMENTm

del lavoro. Abbiamo collaborato con 4 grandi Università: Bicocca, Insubria, Par-ma e Sapienza di Roma, supportati da una settantina di mentor volontari per assistere più di un centinaio di ragazzi e ragazze.Meritocrazia nei CDA è stato un altro progetto importante sviluppato attra-verso numerose tavole rotonde, crean-do un Codice Etico e avviando un pro-cesso di valutazione delle performance dei CdA, che sta progredendo rapida-mente.Il Meritometro, citato all’inizio dell’ar-ticolo e sviluppato da Giorgio Neglia in collaborazione con il Prof. Rosina dell’U-niversità Cattolica, che ha creato e reso disponibile un sistema oggettivo di va-lutazione e comparazione annuale della Meritocrazia.Il Meritometro ha dato origine al Meri-torg, e cioè uno strumento che può aiu-tare le aziende a misurare il livello di me-ritocrazia al loro interno, sempre sulla base di articolati questionari. Un sentito ringraziamento a Luca Villa, HR Director di Acciai Speciali Terni (gruppo Thyssen), che ha condotto nella primavera del 2018 un coraggioso progetto pilota in azienda con risultati di grande interesse e che spero sarà possibile realizzare in altre aziende, magari anche con l’aiuto delle associazioni dei manager. Il sesto progetto, sicuramente quello più emozionante, lo abbiamo dedicato a Valeria Solesin, in memoria della ricer-catrice italiana morta due anni fa nella tragedia del Bataclan di Parigi. Con l’ec-cezionale spinta propulsiva di Paola Cor-

na Pellegrini, si sta preparando la terza edizione nel 2019, dopo aver distribuito quasi 80.000 euro di premi nei 2 anni a 20 studenti universitari, selezionati fra decine di tesi di laurea, sul tema del la-voro femminile all’estero. Qui dobbiamo ringraziare anche il Comune di Milano e l’assessore alla trasformazione digitale, Roberta Cocco, che ci segue e supporta assiduamente.Last but not least, le numerose edizioni della Giornata del Merito, organizzate e gestite dalla Vicepresidente Maria Cristi-na Origlia, oggi vero motore organizzati-vo del forum e mio instancabile braccio destro; l’ultima edizione, recentissima, si è tenuta a fine gennaio allo Swiss Corner con oltre 100 soci partecipanti, anche sotto forma di aperitivo post-natalizio e rinnovo iscrizioni.Ma tutto ciò non basta e mi aspetto che il nuovo Consiglio Direttivo che si insedierà nel prossimo aprile e che go-vernerà il Forum nel prossimo triennio possa fare anche meglio di quello attua-le, con rinnovato entusiasmo ed energia. Le sfide che ci aspettano sono impegna-tive, soprattutto in un Paese come l’Ita-lia sempre meno portato a celebrare e riconoscere il valore della meritocrazia, con un Governo che ha come suoi prin-cipali progetti il reddito di cittadinanza e le pensioni a quota 100, per non par-lare dei vaccini, delle grandi opere, della trasformazione digitale, della scuola ecc. È il trionfo dell’assistenzialismo, senza entrare nel merito delle competenze, ul-teriore dimostrazione della scarsa atten-zione del Paese per la meritocrazia. Per non parlare delle voci che sostengo-no che la meritocrazia sia ingiusta e che porta alla creazione di una nuova oligar-chia.Il pomeriggio del 20 marzo sarò in-sieme a Maria Cristina Origlia in ALDAI-Federmanager per aprire un di-battito sull’argomento con grande sin-cerità, dando spazio a tutte le tesi.Proprio per dare nuovo slancio alle no-stre iniziative e per coerenza meritocra-tica, l’incontro sarà fra gli ultimi della mia presidenza, perché ho deciso di dare spazio alle persone più giovani, ricche di entusiasmo ed energia. Nel nostro Paese, che premia da sempre la geron-tocrazia, un simile ricambio sarebbe si-curamente un esempio virtuoso.

Libri interessantiConcludo raccomandando due libri che ho appena finito di leggere, L’eco-nomia della ciambella di Kate Raworth e I talenti delle donne di Silvia Tassarotti. Kate, che insegna a Oxford, è colei che ha lanciato “l’economia circolare,” ri-spettosa dell’ambiente e di un maggior equilibrio sociale rispetto alla “religione del PIL” e della crescita continua. Silvia, coach romana, con cui ho avuto il pia-cere di interagire, descrivendo la carrie-ra di una brillante giovane manager, di nome Francesca, dà una serie di spunti critici e consigli alle manager italiane. Francesca cresce, in una quindicina d’anni, da giovane consulente a CEO di una società di consulenza strategi-ca, riuscendo anche a realizzare una buona Work-life Balance. Non è l’unico libro che tratta i temi della Diversity/Inclusion, ma mi è piaciuto molto per-ché è di facile lettura, snello e pieno di esempi e consigli che possono essere utili per le nostre colleghe.

Il futuro dipende da noiPrima di chiudere vorrei citare un bel-lissimo articolo di Ferruccio de Bortoli pubblicato sul Corriere Economia del 24 dicembre 2018, che afferma che l’Italia è l’unico Paese fra i 18 più industrializzati, che spende di più per pagare gli interes-si sul debito che per la scuola e l’Univer-sità. De Bortoli si chiede infatti “Quale futuro abbia un Paese che finanzia di più il proprio passato che il proprio futuro?”.Questo, per noi del Forum, è un tema cruciale e spiega perché molti dei nostri progetti riguardano proprio i laureati e gli studenti. Ho dimenticato di citare che due anni fa abbiamo anche organizzato, con Patrizia Fontana, un riuscito conve-gno sul ritorno dei talenti, a cui parteci-pò come relatore anche l’allora rettore della Bocconi, professor Sironi. Fino a quando i nostri governi non metteranno mano a una epocale riforma del siste-ma educativo globale, con investimen-ti adeguati che consentano di inserire insegnanti giovani, preparati, motivati e ben pagati, e non si diffonderà fra gli studenti una sincera cultura del merito, a partire da una sana educazione civica, il nostro Paese non decollerà e conti-nuerà a rimanere invischiato in una ul-tradecennale mediocrità. ■

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Invito alla VII Edizione

MERITO E TALENTOMartedì 19 marzo 2019 – ore 17,45

Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi - Piazza della Scala 2

Seguici su

#meritotalento2019

In collaborazione con:Con il patrocinio di: Si ringrazia

per il supporto all’iniziativa

Programma:

18.00 • Saluto di Bruno Villani, Presidente ALDAI-Federmanager • Saluto di Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano • “La crescita del management femminile” Paola Poli, Coordinatrice Gruppo Minerva ALDAI-Federmanager

18.15 • Roelfien Kuijpers – Head of Responsible Investments and Head of Strategic Relationships DWS

18.30 • Presentazione dei risultati dell’indagine “Merito in azienda – il ruolo dei manager” a cura di Maria Cristina Origlia, giornalista de Il Sole24 Ore e Vice Presidente Forum della Meritocrazia

18.45 • Premiazione Donne di Merito e Talento e Premio Speciale “Digital Innovation”

19.15 • Saluti di Eros Andronaco, Vice Presidente Federmanager

19.20 • Conclusioni

Alle premiate verrà consegnato:

• Un master online con attestato di 24ORE Business School

• Un cadeau offerto da Diamitaly

• Un cadeau offerto da Lancôme Inoltre una gradita sorpresa attende tutti i partecipanti

Per questioni organizzative confermare la propria partecipazione su www.aldai.it

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DI 11DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

OTIZIEn

a questione che si è aperta, o me-glio riaperta, sull’opportunità o meno di concludere i lavori della Torino-Lione ha del parossistico. Non mi riferisco alle posizioni di

Governo, che sono note da tempo nelle contrapposizioni interne, né voglio entra-re nel merito dell’analisi costi-benefici dell’opera che dovrebbe essere resa nota entro fine mese. Quello a cui mi riferisco è l’incapacità, orchestrata dall’alto e adde-strata dal basso, di definire una volta per tutte un serio investimento program-mato sulle infrastrutture.La TAV rappresenta infatti l’emblema di questa incapacità, dato che ne parliamo dal 1994. È un’incapacità colpevole, che non è per nulla giustificabile sotto la pa-tetica figura del “fare all’italiana” di cui sin-ceramente ne abbiamo abbastanza.Si trattano progetti antichi come fossero novità. Dov’è finita la pianificazione stra-tegica degli investimenti? Stare in Europa avrebbe dovuto aiutare, considerando che lì si prendono decisioni come la Con-necting Europe Facility, che si misurano su orizzonti temporali lunghi.La questione tempo è essenziale per restare competitivi. Quindi le opere, grandi e piccole che siano, vanno realizza-te e soprattutto concluse, nei tempi e nei costi preventivati. È significativo che sia stato calcolato un danno di 75 milioni di euro per ogni mese di ritardo nel far partire gli appalti. Gli industriali, i profes-sionisti, i nostri colleghi, in tantissimi sia-mo scesi in piazza a Torino per sostenere l’opportunità dell’opera che dovrà sosti-tuire una rete ferroviaria vecchia, satura, insicura.

L’adeguamento delle strutture, la messa in sicurezza di strade e cantieri, la manu-tenzione e quindi la sostituzione sono tutte attività da mettere in atto con meti-colosità, da programmare sul lungo pe-riodo.La classe manageriale che opera nel set-tore dell’industria e dei trasporti non può che stare dalla parte di chi vuole far progredire questo Paese.I manager italiani hanno il dovere – ma anche il diritto – di porre in essere una se-rie di misure che sono necessarie e impro-rogabili. Sono queste le professionalità più adatte a scommettere sull’investi-mento, pubblico o privato che sia, e a preordinare le corrette soluzioni prima che se ne abbia urgente bisogno.Gli investimenti servono per fare due cose: gestire l’obsolescenza delle opere

che abbiamo ereditato dalla vivacità degli anni del boom economico per metterle in sicurezza alla luce di nuovi rischi. Secon-do, aprire una stagione di spesa pub-blica in infrastrutture che si basi sul principio “spendere di più, ma anche spendere meglio”. La Torino-Lione, il tun-nel del Brennero, l’alta velocità Brescia-Pa-dova sono interventi pubblici che devono essere realizzati per garantire connettivi-tà a reti, merci e persone. Altri, come il Trans Adriatic Pipeline, sono iniziative pri-vate che vanno sostenute per il loro evi-dente impatto sull’economia nazionale. Per un Paese che non vuole mandare in fumo il vantaggio straordinario dovuto alla propria posizione geografica, è anco-ra possibile diventare il centro delle rotte commerciali che interessano l’Eu-ropa. ■

Il nostro sì convintoalle infrastruttureStefano Cuzzilla Presidente Federmanager

Il Presidente dei manager si schiera a favore del completamento della Torino-Lione. Tutte le opere, grandi e piccole, vanno realizzate nei tempi e nei costi preventivati.

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OTIZIEn

DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Rinnovate le cariche elettive FedermanagerIl Consiglio Federale ha completato l’assetto organizzativo per la realizzazione del programma dei prossimi tre anni

A cura della Redazione

Vertice Federmanager

STEFANO CUZZILLA Presidente

EROS ANDRONACO Vicepresidente

MARINA CIMA Tesoriere

Altri componenti della Giunta Federmanager

BambinaColombo(Bergamo)

RenatoFontana(Roma)

Giacomo Gargano(Roma)

ElianaGrossi

(Bologna)

Armando Indennimeo

(Salerno)

Massimo Rusconi (Torino)

MaurizioToso

(Padova)

BrunoVillani

(Milano)

opo il Congresso Federmanager del 9 novembre 2018, che ha confermato per il secondo mandato il Presidente Stefano Cuzzilla, il Vicepresidente Eros Andronaco e il Tesoriere Marina Cima, si è svolta a Milano il 14 e 15 Dicembre la prima riunione del rin-

novato Consiglio Federale, che ha l’obiettivo di dare attuazione al programma ed è costituito, per il triennio 2018-2021, da 60 componenti definiti con i criteri stabiliti dallo Statuto Federale.

Nell'immagine a destra sono indicate le provenienze dei sessan-ta componenti e la distribuzione degli associati per le principali regioni.

î 3 componenti del vertice: • Presidente • Vicepresidente• Tesoriere

î 57 rappresentanti delle 57 Associazioni Territoriali aggregate in 19 Unioni Regionali: • 17 rappresentanti della Lombardia (dei quali 12 ALDAI)

• 8 del Lazio• 6 del Piemonte• 5 dell’Emilia Romagna• 4 del Veneto• 2 per ciascuna delle regioni Liguria, Toscana, Trentino Alto Adige• uno per ciascuna delle rimanenti 11 Unioni Regionali.

Ogni consigliere rappresenta circa 1.000 iscritti.

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DI 13DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

OTIZIEnNella prima riunione, il Consiglio ha completato le nomine Fede-rali eleggendo 8 componenti della Giunta Federale:

î Bambina Colombo (Presidente FM Bergamo), î Renato Fontana (coordinatore nazionale del Gruppo Giovani

di Roma),

î Roberto Martinez di Roma, î Stefano Moscarelli di Torinoî Antonio Pesante del Friuli Venezia Giu-

lia.

Grazie alla determinazione del Presidente Cuzzilla e la partecipazione attiva dei pre-senti il primo Consiglio Federale ha per-messo di completare la squadra che rea-lizzerà le iniziative Federmanager del prossimo triennio. L’incontro è stato occasione per rinnovare la passione per valorizzare la dirigenza in-dustriale in un momento di particolare criticità per la categoria e il Paese. Il Consiglio si è concluso con l’auspico del Presidente per una stagione di concreto rilancio. ■

Commissione Lavoro e Welfaree Delegazione per le contrattazioni collettive

Commissione Delegazione

AntonioAmato

(Milano)

GiancarloGallo

(Torino)

PaoloParrilla(Roma)

MinoSchianchi(Milano)

CarmineTrerotola(Novara)

ManuelaBiti

(Milano)

GiuseppeCalifano(Torino)

NicolaDi Donna

(Bari)

LucaLuchesini(Milano)

LorenzoUrbano(Roma)

Walter Quercioli(Firenze)

Comitato di Coordinamento dei Gruppi Pensionati

PresidenteMino Schianchi

(Milano)Melania Angotta

(Firenze)Roberto Casini

(Genova)Roberto Martinez

(Roma)Stefano Moscarelli

(Torino)Antonio Pesante

(Udine)

î Giacomo Gargano (Presidente FM Roma),î Eliana Grossi (Vicepresidente FM Bologna), î Armando Indennimeo (Presidente FM Salerno), î Massimo Rusconi (FM Torino), î Maurizio Toso (Vicepresidente FM Padova).î Bruno Villani (Presidente ALDAI FM Milano).

I consiglieri hanno quindi eletto Walter Quercioli coordinatore della Commissio-ne Lavoro e Welfare che assume anche la carica di Capo Delegazione.

Per la commissione sono stati eletti: î Antonio Amato Presidente della Com-

missione Sindacale e Lavoro di Milano, î Giancarlo Gallo di FM Torino, î Paolo Parrilla di FM Roma, î Mino Schianchi di Milano nominato dal

Coordinamento Pensionati î Carmine Trerotola di Novara nominato

dal Gruppo Giovani.

Per la Delegazione Federale per le con-trattazioni collettive di rilevanza naziona-le sono stati eletti:

î Manuela Biti Vicepresidente ALDAI- Federmanager, î Giuseppe Califano di Torino, î Nicola Di Donna di Bari, î Luca Luchesini di Milanoî Lorenzo Urbano di Roma.

Presidente del Comitato Nazionale di coordinamento dei Gruppi Pensionati è stato confermato Mino Schianchi, già coordinatore del Gruppo VDS, Valorizza-zione dei Senior ALDAI-Federmanager.

Componenti del Comitato sono stati no-minati: î Melania Angotta di Firenze, î Roberto Casini di Genova,

Presidente

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DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Sulla salutefacciamo sceltecoerenti

Marcello Garzia Presidente Fasi

La sostenibilità del Fondo dei manager ha richiesto l'aggiornamento dello Statuto e richiede un aumento del numero di iscritti e l'adeguamento dei servizi.

anno che ci lasciamo alle spalle è stato per il Fasi particolarmente impegnativo. Coerenti con quan-to indicato in occasione del 40° anniversario della creazione del

Fondo, ci siamo mossi e continuiamo a muoverci nella direzione di aumentare la base degli iscritti attivi e, nello stes-so tempo, di “fidelizzare” gli associati.Abbiamo dato impulso al costante ade-guamento dei nostri servizi per far fronte alle nuove esigenze di assistenza sanitaria. La “digitalizzazione” dei si-stemi burocratici e di rimborso, che pro-segue, ha consentito una notevole ri-duzione dei tempi nell’evasione delle pratiche. La struttura è stata impegnata nella ricerca di soluzioni sempre più effi-caci e razionali per offrire ai nostri iscritti e ai loro familiari un supporto ai più alti livelli quantitativi e qualitativi possibili. In questa direzione è da iscrivere an-che l’adeguamento dello Statuto del Fasi alle nuove esigenze e per garanti-re, nell’attuale situazione economica, la sua sostenibilità nel medio e lungo pe-

riodo. Un impegno che consente al Fasi la permanenza nei primissimi posti del-le classifiche di gestione dei Fondi inte-grativi di assistenza sanitaria in Italia.Un anno difficile il 2018 che ha co-stretto i cittadini ad attingere, sem-pre di più, alle loro tasche per acce-dere alle cure sanitarie.Non possiamo, però, sottacere che il 2018 è stato un anno difficile, causa l’inesorabile arretramento del finan-ziamento pubblico, che ha costretto i cittadini italiani ad attingere, sempre di più, alle proprie tasche per accedere alle cure. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che la spesa sanitaria totale in Italia inci-de per l’8,9% sul prodotto interno lordo, una cifra allineata alla media europea ma, data la scarsa crescita dell’econo-mia italiana, foriera di possibili nuovi tagli al sistema sanitario. Se al dato ma-croeconomico aggiungiamo il previsto calo delle nascite, l’invecchiamento progressivo della popolazione, la cronicizzazione delle malattie, ecco allora la necessità di mettere mano a una nuova programmazione degli interventi necessari a mantenere in

equilibrio l’asse della presenza pub-blica, mediante risorse economiche e tecnologiche adeguate in grado di far fronte alle sfide prima richiamate.Il problema dei problemi, resta ancora l’individuazione di una politica attiva nella creazione di nuovi posti di lavo-ro. Rimettere in moto l’economia, come hanno sostenuto di recente i presidenti di Confindustria e Federmanager, è l’unico mezzo in grado di contrastare la recessione. Occorre aprire subito, ad esempio, i cantieri già pronti a partire che, se si avviassero, darebbero lavoro a oltre 400.000 persone con una ricadu-ta sull’economia italiana per 86 miliardi di euro. Si tratta di proposte concrete e assolutamente realizzabili che riguarda-no, in senso lato, anche il Fasi.Infatti, come dicevo all’inizio riguardo alla necessità di aumentare gli iscritti al nostro Fondo, se non si aumenta l’occu-pazione, difficilmente potrà aumentare la presenza nel mondo industriale e produttivo di manager d’impresa, sempre più indispensabili, per rispon-dere alle sfide continue poste dalla globalizzazione. ■

ELFAREw

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DI 15DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ORMAZIONE

Record di partecipazione all’Avviso 3/2018 FondirigentiSilvia Romagnoli Servizio Orientamento e Formazione ALDAI-Federmanager

Si è chiusa il 24 gennaio la presentazione delle domande per il contributo di 15mila euro per i progetti più meritevoli per la formazione del management.

risultati evidenziano un boom di domande che vanno ben oltre gli

8 milioni di euro messi a bando: sono in-fatti 1.191 i Piani formativi proposti, con una partecipazione soprattutto di PMI, che conferma la validità dello strumen-to e la centralità delle tematiche ogget-to dell’Avviso, che vanno nella direzione dell’innovazione e della crescita compe-titiva delle aziende.Interessante l’attenzione al tema del performance management per lo svi-luppo di strumenti di welfare aziendale e sistemi incentivanti. Ancora elevata la richiesta di interventi finalizzati a fornire competenze specifiche per digitalizzare i processi organizzativi e/o produttivi.Emerge, inoltre, la necessità di rafforza-re la dotazione manageriale con com-petenze trasversali come il project ma-nagement quale strumento a supporto dell’innovazione e miglioramento dei processi aziendali.Le aziende che hanno presentato richie-sta di finanziamento sono prevalente-mente nel nord, con Emilia Romagna, Veneto e Lombardia che hanno saputo cogliere questa opportunità. Le propo-ste presentano percorsi formativi di cir-ca 19 giornate in 7 mesi, a testimonian-

za del fatto che le aziende partecipanti non vogliono investire su iniziative spot, ma su progetti strategici che possano produrre risultati concreti e utilizzabili.Tutti i piani formativi saranno sottopo-sti ad una prima istruttoria formale, a cui seguirà la valutazione di merito da parte di una Commissione esterna che avrà il compito di individuare le propo-ste qualitativamente migliori.La pubblicazione della graduatoria deliberata dal CdA di Fondirigenti è prevista nel mese di aprile sul sito www.fondirigenti.it. ■

i

Interessante l’attenzione al tema del performance

management per lo sviluppo di strumenti di welfare aziendale e sistemi incentivanti

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DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Public speaking... skill utile ogni giorno

enere un discorso può essere un’esperienza faticosa e partico-larmente impegnativa.

Fortunatamente la capacità di parlare in pubblico si basa soprattutto su tecnica ed esercizio, quindi attraverso l’appren-dimento di metodologie e tecniche è possibile migliorare esponenzialmente le proprie performance e controllare l’ansia.

Prima di affrontare le tecniche di Public Speaking è bene fare un breve excursus sui princìpi della comunicazione.

Il disegno a lato descrive il flusso della comunicazione. Come si nota vi è un emittente, il messaggio e un ricevente. Il messaggio per raggiungere il ricevente compie uno spazio in un tempo. Ecco, in questo spazio-tempo il messaggio perde di intensità e di efficacia a causa di interferenze ambientali (rumori di fondo, luce, caldo, freddo, ecc…) e in-terferenze personali (filtri percettivi, che sono potentissimi. I filtri percettivi, in due parole, sono delle barriere che ciascuno di noi pone davanti a sé rispet-to alla realtà esterna e sono determinati dalla propria storia personale). Quindi i nostri messaggi devono compiere un percorso accidentato ed è proprio qui che si inseriscono le tecniche di Public Speaking che ne agevolano la fruizione.

La comunicazione agisce su tre canali comunicativi: canale verbale (le pa-role), canale non verbale (il body lan-guage), canale paraverbale (la qualità della voce). Bisogna ricordarsi che il non

Marco Alberghini Formatore e attore professionista – [email protected]

Ogni giorno i manager sono chiamati a esporsi comunicativamente per informare, persuadere, motivare e ispirare un pubblico, i propri collaboratori, clienti, ecc…

t

ORMAZIONE

verbale e il paraverbale hanno una forte incidenza nello speech, come rappresen-tato nel grafico.Attenzione, questo non significa che le parole non siano importanti, al contra-rio, le parole sono importantissime, ma devono essere poche, scelte bene e det-te bene.

Principali tecniche di public speaking1. RESPIRARE - Sembra banale ma re-

spirare tanto e bene è la premessa di tutto; attraverso la respirazione si può modulare la voce, fare le pause, orga-nizzare le frasi, gestire l’ansia, ecc…

2. DESIDERARE - Ha a che fare con la motivazione: se ho visto un film che mi è piaciuto riuscirò a raccontar-

lo meglio e con più enfasi. Bisogna aprirsi al pubblico, essere generosi ed evitare “chiusure” di qualsiasi natura (autovalutazioni, autocensure, timi-dezza eccessiva, ecc…)

3. “FORZARE” - Parlare in pubblico non è uguale a parlare nella vita quoti-diana: è un altro campo da gioco che richiede una certa “teatralità” quindi: voce stentorea e consapevolezza del proprio corpo. Ah, se si sorride…me-glio! Il sorriso è un grande canale di comunicazione.

FEEDBACK

EMITTENTE RICEVENTEMESSAGGIO

IntenzioneEffetto

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DI 17DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ORMAZIONE

4. PROGETTAZIONE - “Non lasciare niente al caso dopodiché lasciare tutto al caso”; significa che la comu-nicazione deve essere progettata, bisogna investire tempo ed energie per prepararla, ma poi, essendo la comunicazione in diretta (qui e ora) bisogna “farla”. Vietato imparare a me-moria!

5. SINTESI - Non dire sette parole quan-do ne bastano quattro! Più si parla più ci si espone a imprecisioni e co-munque troppe parole rendono più difficoltoso il fluire del messaggio. Il segreto è utilizzare frasi brevi e sem-plici: soggetto, predicato, comple-mento, punto. Grandi nemiche della comunicazione efficace sono le peri-frasi, gli incisi, le parentesi. Tre regole per la sintesi: a) bisogna aver sempre ben chiari gli obiettivi della propria comunicazione che devono essere scelti e tarati in base al tempo che si ha a disposizione; b) evitare gli in-tercalari e i luoghi comuni che appe-santiscono e rendono meno incisivo il discorso; c) utilizzare parole chiave che restino in mente. Ricordiamoci inoltre che ascoltare una persona che parla è stancante; essendo la curva dell’attenzione di un adulto di brevis-sima durata, occorre alleviare la fatica del pubblico sollecitando altri cana-

li: suoni, immagini, oggetti, silenzi, “cambi improvvisi di direzione”, ecc…

6. EQUILIBRIO TRA “COSA” E “COME” Lo dicevano anche gli antichi: inven-tio et dispositio ma anche elocutio et actio. Significa che il contenuto (il “cosa”) è evidentemente fondamen-tale, ma deve essere accompagna-to da una cura del “come” ovvero di come “consegnare” al pubblico i mes-saggi.

7. RISPETTARE IL PROPRIO STILE DI COMUNICAZIONE - Inserire le tecni-che che la materia impone nel solco del proprio stile comunicativo al qua-le bisogna essere fedeli.

8. GUARDARE LE PERSONE - Per far sì che lo speech sia efficace occorre in-staurare una relazione con il pubbli-co. Le persone alle quali ci si rivolge vanno quindi guardate in faccia. La comunicazione non sta mai sul soffit-to o sul pavimento, lo sguardo deve sempre essere rivolto al pubblico (an-che quando si proiettano le slide che, ricordiamo, sono dedicate ai discenti, l’oratore deve solo sbirciarle veloce-mente).

9. ATTENZIONE AL CONTESTO - La co-municazione, si sa, deve essere ade-guata al contesto al quale ci si rivolge.

10. ESSERE ORDINATI - L’ordine nel Pu-blic Speaking è fondamentale. Le fra-

si, i periodi devono essere ordinati e ben suddivisi (è, diciamo, come svol-gere un tema di italiano su un foglio a quadretti); il corpo deve essere “ordinato” e controllato (una postu-ra ferma ma comunicativa aumenta l’autorevolezza e il carisma).

11. PARLARE PIANO E MODULARE LA VOCE - Come abbiamo visto il tragit-to che i nostri messaggi compiono è estremamente accidentato, ecco perché è necessario parlare piano e articolare bene le parole (l’artico-lazione è la capacità di pronunciare le parole sillaba per sillaba avendo cura di sostenere la sillaba finale). Anche la modulazione della voce aiuta a tenere desta l’attenzione e a far fluire meglio i messaggi. Modula-re significa saper fare spartito della propria voce, significa dare colore, intensità e ritmo alla nostra voce; è in altre parole la capacità di replicare verbalmente la punteggiatura dove, importantissimo, si inseriscono an-che le pause.

12. UTILIZZARE IL CANALE VISIVO Far “vedere” quello che si dice. Il ca-nale visivo si esplica con l’utilizzo di oggetti, slide, immagini, video, ma anche domande retoriche, utilizzo del discorso diretto, esempi, meta-fore, ecc… ■

COMUNICAZIONENON VERBALE

55%

COMUNICAZIONEVERBALE

7%

COMUNICAZIONEPARAVERBALE

38%

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DI18 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

RecessioneFranco Del Vecchio Consigliere ALDAI-Federmanager – [email protected]

La riduzione del Prodotto Interno Lordo (PIL) per 2 trimestri consecutivi costituisce recessione tecnica. Un segnale d’allarme per l’economia italiana sul quale riflettere responsabilmente.

fine gennaio l’ISTAT ha con-fermato la riduzione del PIL

del 0,2%, nel 4° trimestre 2018 rispetto al precedente, che a sua volta era dimi-nuito dello 0,1%, aprendo la cosiddetta recessione tecnica.Il grafico a fianco, di fonte Eurostat, in-dica la variazione del PIL dell’Italia negli ultimi tre anni.La recessione è una brutta notizia sull’andamento economico italiano in un contesto economico mondiale che presenta segnali di rallentamento, seb-bene sia ancora in crescita. La variazio-ne del PIL nel 4° trimestre dell’Unio-ne Europea, con 28 Paesi, è stimato in crescita del +0,3%, mentre i consuntivi finora disponibili per alcuni paesi sono confortanti: +0,3% la Francia, +0,7% la Spagna, +0,2% l’Austria e +1,6% la Li-tuania. Dunque rischiamo ancora una volta di essere il fanalino di coda.Il PIL è un indicatore dello stato di salu-te economica del Paese e la recessione tecnica è un segnale allarmante per di-verse logiche ragioni.

Più poveriCi sono meno risorse generate e dispo-nibili, con conseguente impoverimento generalizzato che rischia di aumentare i più poveri. Per intenderci in tre mesi noi ci troviamo con lo 0,2% di prodotto interno lordo in meno, mentre i francesi lo aumentano dello 0,3%; noi imbocchiamo la strada della recessione, mentre gli altri conti-nuano a crescere. Meno PIL vuol dire meno risorse e quin-di più povertà per tutti. Recessione vuol dire preoccupazione: come se in azien-da il fatturato diminuisse del 0,2% o in famiglia i redditi diminuissero dello

0,2%. Nulla di drammatico, ma qualche taglio alle spese e la ricerca di nuove en-trate sarebbe logico.

Un pericoloso circolo viziosoIl rapporto fra debito pubblico e PIL è un indice di indebitamento del Paese utilizzato per misurarne la solvibilità. Secondo le rilevazioni Istat nel 3° trime-stre 2018 il debito pubblico è aumenta-to rispetto al PIL del 1,7% e la riduzione del PIL, al denominatore, avrà l’effetto di aumentare l’indice del 0,2% nel 4° trimestre. Poca cosa, ma non aiuta certo a migliorare la percezione di solvibilità del debito, aumentato negli ultimi mesi

del 2018 rispetto all’anno precedente, per di più con un PIL in calo. C’è il rischio di innescare una pericolosa percezione di sfiducia con ulteriore abbassamento del rating e crescita dello spread, con conseguente aumento dei costi per in-teressi sul debito pubblico. Insomma un pericoloso circolo vizioso che aumente-rebbe il deficit per il duplice effetto del-la riduzione del PIL e dell’aumento dei costi per maggiori interessi.Un buon gestore attiverebbe delle mi-sure correttive per evitare il maggior deficit che potrebbe essere compensa-to da maggiore tassazione o altro debi-to pubblico, misure entrambe rischiose per la sostenibilità economica e sociale del Paese. Insomma meglio agire re-

CONOMIAe

a

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DI 19DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

CONOMIAe

sponsabilmente e rapidamente finché si è in tempo, come si farebbe in azien-da o in famiglia.

Il valore della responsabilitàI cittadini, in qualunque Paese del mon-do, si aspettano una buona gestione dell’amministrazione pubblica; un ar-gomento prioritario considerando l’im-portanza delle scelte per la vita delle persone e delle prossime generazioni. Un tema sempre più importante consi-derando la mobilità dei capitali e del-le persone che si trasferiscono dove ci sono migliori prospettive di sviluppo. In Italia l’amministrazione pubblica gesti-sce circa 800 miliardi di euro l’anno, più di 13mila euro per ogni residente, che si aspetta in cambio servizi di qualità sostenibili nel tempo: salute, educazio-ne, infrastrutture per i trasporti, etc. La sostenibilità è un valore del quale farsi seriamente carico con l’impegno per il pareggio di bilancio. Quindi a prescin-dere dalla maggioranza di turno al Go-verno, i cittadini si aspettano un’ammi-

nistrazione che operi per la prosperità e il benessere per tutti, creando condizioni di sviluppo: senza privilegiare o pregiudicare alcuno.

Reazionealla recessioneL’annuncio della recessione ha colpito il Paese in una fase di presunta espansione. Un Paese che non merita un'altra fase di depressione, un’altra decrescita infelice, la terza in 10 anni. Alla notizia negativa si è ag-giunta la perplessità per i commenti e per l’atteggia-mento di chi amministrava e amministra la “cosa pubblica”.La tendenza a minimizza-re e la speranza in momenti migliori è di per sé preoccu-pante.Il “mal comune mezzo gau-dio”, cercando Paesi che stanno peggio, non soddisfa

i cittadini che attendono iniziative e ri-sultati concreti. Il mutuo scarico di responsabilità, fra chi c’era prima e chi gestisce oggi, indigna chi si aspetta atteggiamenti responsa-bili e collaborativi nell’interesse di tutti.L’assenza di analisi oggettive e proposte correttive è inquietante.I nostri problemi hanno origine nel contesto poco favorevole allo sviluppo delle imprese, che danno lavoro a sole 3 persone su 5, come descritto nell'artico-lo "Non è un Paese per chi ha voglia di lavorare" pubblicato da Dirigenti Indu-stria lo scorso gennaio.Bisogna avere il coraggio di investire le poche risorse disponibili per creare un contesto che favorisca l'occupazione: la riduzione e la semplificazione della

tassazione, la riduzione del cuneo fiscale, lo sviluppo di infrastrutture, l’aggiornamen- to del sistema educativo, la lotta all’evasione, la compe-titività complessiva del siste-ma Paese, riducendo i costi dell’apparato burocratico.Ne parlano tutti, ma nessuno ha finora avuto il coraggio di "fare".Invece di favorire la parteci-pazione attiva della popola-zione ai grandi temi della ge-stione pubblica si preferisce la politica spettacolo.Dopo due giorni dall’annun-cio della recessione nessuno più ne parla. I media ripren-dono ad occuparsi di temi evidentemente ritenuti più importanti: i migranti, i casi giudiziari, il brutto tempo, i delitti di sangue… tutti ar-gomenti che aumentano l’audience e le tirature dei giornali forse, ma che non aiuteranno ad aumentare la partecipazione allo sviluppo del Paese e il benessere dei cittadini.La recessione economica è solo un segnale evidente di un degrado valoriale più am-pio, del quale è necessario prendere coscienza e impe-gnarsi per un percorso di svi-luppo sostenibile nel mondo globale. ■

Andamento debito pubblico 2017-2018

In Italia l’amministrazione pubblica gestisce circa 800 miliardi di euro l’anno,

più di 13mila euro per ogni residente, che si aspetta in cambio servizi di qualità sostenibili nel tempo: salute, educazione,

infrastrutture per i trasporti, etc.

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DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

La Commissione Studi e Progetti di ALDAI-Federmanagercon il Gruppo di Lavoro VDS (Valorizzazione Dei Senior) e VISES Milano

Vi invita al corso

Le App per smartphone

Il corso è rivolto ai soci che possiedono uno smartphone, esclusivamente con sistema Android o iOS

Eleonora Ratti (VISES), Giovanni Arcanà (VISES) e Oscar Gridavilla (VISES)

Vi spiegheranno come installare e utilizzare alcune App interessanti per:

• MOBILITÀ (treno, auto, bicicletta, taxi) • TEMPO LIBERO (eventi, ristoranti)• SALUTE (emergenze, farmacie, agende personalizzate)

Il corso è di una giornata e viene proposto in due differenti date:4 aprile 2019 ore 9.30-12.30 oppure 23 maggio 2019 ore 9.30-12.30

DOVE: ALDAI - Via Larga 31, Milano (Sala Formazione)

Le iscrizioni sono limitate alle prime 15 prenotazioni per ciascuna delle due date

MODALITÀ DI PRENOTAZIONEGli interessati sono invitati a prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "ALDAI Eventi", selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce "iscriviti". Dettagli e/o aggiornamenti saranno comunicati tramite le periodiche newsletter ai soci.I partecipanti sono invitati a venire con lo smartphone ben carico, con indirizzo e-mail e password validi e con una power-bank carica.

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ANNO 6 NUMERO 1

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

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Welfare aziendale, la Legge di Bilancio conferma tutti gli incentivi al sistemaDiversamente dal passato, tuttavia, non ci sono stati interventi migliorativi alle agevolazioni

LA PAROLA AL PRESIDENTE

N essuna novità, ma anche nessu-no stravolgimen-to (né messa in

discussione) degli incentivi introdotti dal 2016 in poi. La Legge di Bilancio 2019 - ap-provata recentemente dal Governo e dalle Camere - non ha previsto alcun nuovo in-tervento in termini di welfare aziendale, indicando soltanto che alcune risorse verranno stanziate attraverso il Fondo per le politiche della famiglia e saranno quindi destinate a iniziative di conciliazione vi-ta-lavoro e “welfare familiare aziendale”. Nei fatti, alcuni esperti interpretano tutto ciò come una battuta d’arre-so visto che nelle precedenti Leggi di Bilancio era stato fornito un impulso continuo e crescente allo sviluppo del welfare aziendale, che veniva visto come un nuovo modo per interpretare e migliorare le relazioni industriali. È an-che vero, tuttavia, che gli in-centivi previsti non sono stati toccati e che questi consenti-ranno un ulteriore sviluppo del welfare aziendale (ormai

diffuso in quasi metà delle aziende italiane secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro) anche nel 2019.

Premi di produttività e welfareMa quali sono le attuali agevolazioni fiscali e, più in generale, qual è il qua-dro normativo frutto delle ultime tre Leggi di Bilan-cio? Per rispondere a questa domanda bisogna fare un passo indietro e tornare alla Manovra del 2017 che, così come quella del 2016, era intervenuta con misure ad

Il 2019 di Assidai si apre con un numero doppio di Welfare 24, in cui af-frontiamo diversi temi che risulteranno di stret-ta attualità nei prossimi mesi. A partire dal wel-fare aziendale: l’ultima Legge di Bilancio ha confermato gli incentivi che, negli anni, hanno favorito lo sviluppo di questo setto-re. Ora, si sottolinea da più parti, sarebbe auspicabile un ulteriore scatto per consoli-dare una nuova concezione del rapporto tra dipendente e impresa che si sta rivelan-do proficua per entrambi. Nella rubrica “Il punto di vista” il Presidente di Federma-nager, Stefano Cuzzilla ci ricorda come la sanità pubblica italiana spicca ancora per qualità ed equità, ma per preservare i suoi punti di forza bisogna lavorare sull’in-tegrazione tra primo e secondo pilastro. Per quanto concerne i convenzionamenti diretti, troverete un vademecum sulle mo-dalità corrette per attivarli e un approfon-dimento sui vantaggi che offrono. Ospitia-mo poi un’intervista al Presidente del Fasi, Marcello Garzia, che illustra le novità intro-dotte dal 2019 e una pagina dedicata alla storia del Servizio Sanitario Nazionale, che ha appena compiuto 40 anni ma affonda le sue radici molto più indietro nel tempo. Infine, presentiamo altre due strutture sa-nitare di eccellenza di Milano convenzio-nate con Assidai: la Clinica Columbus e il Centro Cardiologico Monzino.

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di Tiziano neviani - PresidenTe assidai

SALUTE

QUALITÀASSISTENZA

WELFARE

BENEFIT

hoc muovendosi principal-mente in due direzioni. Da una parte aveva deciso per un “allargamento” del peri-metro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef. Dall’altra parte aveva ampliato, nei numeri, l’area della tassazione zero per i dipendenti che scelgo-no di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’uni-verso del welfare aziendale stesso.

>>> Continua a pagina 2

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>>> continua dalla prima pagina - “Welfare aziendale, la Legge di Bilancio conferma tutti gli incentivi”

ECCO TUTTE LE AGEVOLAZIONI PREVISTEIn alternativa, come già pre-visto, i benefit saranno sog-getti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento. Più nel detta-glio, il tetto massimo di red-dito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassa-zione agevolata era stato au-mentato da 50mila a 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili erano passati da 2mila a 3mila euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4mila euro per le aziende che coinvolgono paritetica-mente i lavoratori nell’orga-nizzazione del lavoro. Infine, la sanità integrativa può an-dare oltre il limite di dedu-cibilità previsto dalle norme fiscali utilizzando il premio di produttività. Sono, ovvia-mente, tutti numeri e con-cetti che valgono anche oggi visto che il Governo non è più intervenuto su di essi.

Il “perimetro” del welfare Lo stesso ragionamento vale anche per il perimetro del welfare aziendale eroga-to dal datore di lavoro, che sempre la Legge di Bilancio 2017 aveva ridefinito, inclu-dendo anche servizi come l’educazione, l’istruzione (anche in età prescolare),

la frequenza di ludoteche, di centri estivi e inverna-li oppure ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per poter fruire di servizi di assistenza desti-nati a familiari anziani o co-munque non autosufficienti.

Un fronte, quest’ultimo, su cui Assidai è sempre sta-to all’avanguardia in Italia, includendo la copertura in caso di non autosufficienza (Long Term Care) all’interno dei Piani Sanitari che tutela-no gli iscritti e le loro fami-

glie. Nella Legge di Bilancio 2018, giusto per completare il quadro, era arrivato un ulteriore ampliamento del perimetro del welfare azien-dale in cui era stato inserito anche l’abbonamento al tra-sporto pubblico.

IL PUNTO DI VISTA

La maggiore causa di inefficienza del Servi-zio Sanitario Nazionale è la mancanza di una politica di reintegrazio-ne tra primo e secondo

pilastro. Questa è una delle conclusioni più rilevanti del rapporto CREA – Sanità dell’Università Tor Vergata, appena pub-blicato. Mi soffermo su questa conclu-sione perché la maggiore efficienza au-spicata si misura anche dal punto di vista

dell’ottimizzazione della spesa sanitaria impegnata. Chi è iscritto ad Assidai toc-ca con mano il valore della sanità inte-grativa. Il fatto, ad esempio, che Assidai abbia deciso di ampliare ulteriormente le coperture per la non autosufficienza nel 2019, riflette la volontà della nostra Organizzazione di tutelare i manager e le loro famiglie di fronte a uno dei rischi più impattanti per la vita di una perso-na. Il secondo pilastro, infatti, integra le prestazioni erogate dal pubblico con l’ef-

fetto di alleggerire il SSN dall’onere di alcune risposte sanitarie, come l’odonto-iatria e la non autosufficienza appunto, che hanno costi sanitari non trascurabili. Federmanager sostiene il percorso di in-tegrazione tra primo e secondo pilastro, che è lungi da essere compiuto, promuo-vendo le misure opportune per valoriz-zare il Sistema Salute nel suo comples-so. Un Sistema Salute che, ricordiamolo sempre, è ai primi posti nel mondo per qualità e per equità.

INTEGRARE PRIMO E SECONDO PILASTRO DI STEFANO CUZZILLA, PRESIDENTE FEDERMANAGER

IL PACCHETTO FAMIGLIABonus nidoSale da 1000 a 1.500 euro all’anno, per tre anni, il bonus per pagare asili nido pubblici e privati (o per supporto in casa a bambini sotto i tre anni, con gravi disabilità). L’aumento di 500 euro varrà dal 2019 al 2021. Il buono viene versato dall’Inps su presentazione della documentazione che attesta iscrizione e pagamento della retta.

Congedo paternitàProroga di un anno e aumento di un giorno (da 4 a 5) per il congedo obbligatorio per i papà lavoratori dipendenti. Introdotto sperimentalmente nel 2013 è stato via via prorogato e ampliato. Confermata la possibilità di allungarlo di un altro giorno (quindi si arriva a sei) in sostituzione della mamma e riducendo il suo periodo di astensione obbligatoria. Va goduto entro cinque mesi dalla nascita.

Lavoro fino al nono meseSe non ci sono rischi per la salute di mamma e bambino, sarà possibile rimanere al lavoro fino al nono mese di gravidanza e godere dei cinque mesi di congedo obbligatorio dopo il parto.

Neo mamme e smart working Corsia preferenziale nella concessione dello smart working. Gli accordi sul lavoro agile dovranno dare priorità alle richieste presentate dalle lavoratrici nei tre anni successivi al congedo maternità o ai lavoratori (mamme e papà) con figli disabili.

Famiglie numerose Le famiglie che avranno un terzo figlio nel triennio 2019-2021: potranno ricevere un terreno statale incolto in concessione gratuita per un periodo non inferiore a 20 anni.La manovra finanzia inoltre con 1 milione annuo (dal 2019 al 2021) la carta famiglia che prevede sconti sull’acquisto di beni o servizi e riduzioni tariffarie per famiglie con almeno tre figli conviventi di età non superiore a 26 anni.

Fondo famiglia Stanziati 100 milioni annui per lepolitiche della famiglia (è una misura strutturale) che in parte verranno utilizzati per incentivare il welfare aziendale al fine di meglio conciliare vita e lavoro.

Sedile salva-bimbiPer gli incentivi fiscali all’acquisto di dispositivi di allarme che impediscano l’abbandono dei bimbi nei veicoli la manovra stanzia un milione di euro per il 2019 e un altro per il 2020.

Fondo politiche giovaniliDal 2019 viene incrementato di 30milioni il fondo (Dl 223/2006) per la formazione culturale, professionale e l’inserimento dei giovani nella vita sociale, anche agevolando l’accesso all’abitazione e al credito.

Caregiver familiareIl fondo per il caregiver familiare(chi si prende cura di un familiarenon più autosufficiente) viene incrementato di 5 milioni per ciascun anno del triennio 2019-2021.

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“NELLA MANOVRA SERVIVA UNO SFORZO IN PIÙ”

SECONDO ATTILIO GUGIATTI (CERGAS-BOCCONI) IL GOVERNO HA INTERROTTO UN PERCORSO DI SVILUPPO DEL WELFARE AZIENDALE CHE PROSEGUIVA DAL 2016 MENTRE, INVECE, ANDAVANO INTRODOTTI ULTERIORI INCENTIVI

cambia niente è un peggiora-mento. Anche perché la spesa sanitaria privata nel 2017 era a 40 miliardi di euro e nel 2018 è aumentata ancora, incremen-tando il peso della spesa out of pocket per le famiglie alle prese con le crescenti difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale. La coperta, insomma, è sempre più corta e il non avere posto integrazioni e riflessioni sul welfare aziendale nell’ultima manovra è un chiaro messag-gio politico: si preferisce ragio-nare in un’ottica assistenziali-sta piuttosto che di incentivo all’appetibilità di un posto di lavoro e al miglioramento delle relazioni industriali. Un cam-bio di prospettiva dimostrato anche dal fatto che la manovra ha collocato il tema del welfare aziendale nell’ambito delle po-litiche della famiglia, che sono solo una piccola parte del wel-fare, abolendo al tempo stesso la sperimentazione del bonus per le madri lavoratrici per potenziare marginalmente il bonus bebè. Che cosa serviva invece a suo parere? Ulteriori incentivi per affron-tare gli attuali e futuri grandi problemi del welfare, ovvero cronicità, non autosufficien-za e sostegno in periodi di mancanza di lavoro e tutela. Questa Legge di Bilancio non ha avviato alcuna riflessione organica sul welfare socio-sa-nitario del paese. La popola-zione cronica cresce in modo rilevante e per il sesto anno di fila le risorse del SSN sono ferme, portandoci a 1800 € di spesa per abitante contro i 2.600 € degli inglesi e i 3.300 € dei tedeschi. In questo qua-dro di povertà di risorse e pro-grammazione risulta altret-tanto parziale e frammentata la visione sul welfare azien-

dale, che si sviluppa positiva-mente e in forme innovative al di fuori di una necessaria e chiara prospettiva di marcia.In questo scenario, qual è il ruolo dei fondi sanitari inte-grativi? Dal 2010 al 2017 gli italiani coperti da forme di sanità in-tegrativa sono aumentati da 6 milioni a 13 milioni, prin-cipalmente lavoratori. Non sono numeri di poco conto. La spesa intermediata si attesta invece attorno a 6 miliardi, a fronte di una spesa sanitaria privata di circa 40 miliardi. Fino ad oggi abbiamo ottenu-to un grosso risultato ma c’è ancora molta strada da fare, anche in un’ottica di sosteni-bilità del Servizio Sanitario Nazionale, che dovrà sempre più fare i conti con le ristret-tezze di spesa, il progressivo invecchiamento della popola-zione e l’aumento delle croni-cità, nonché con l’insufficien-te ricambio dei professionisti, specie nell’ambito della medi-cina generale.

G razie all’impulso for- nito dalle ultime Leggi di Bilancio il welfare aziendale è

diventato “una componente rilevante delle relazioni in- dustriali, rafforzando al tem- po stesso il suo ruolo di inte-grazione e complementarietà rispetto alle misure più clas-siche di welfare”. Tuttavia, l’ultima manovra “ha imposto una brusca frenata a questo percorso, concentrandosi più su misure di tipo assistenziali-stico che improntate a un con-cetto premiante dell’istituto del lavoro”. È questa, in estre-ma sintesi, l’opinione di Attilio Gugiatti, ricercatore presso il Cergas, Centro di Ricerche dell’Università Bocconi sulla Gestione dell’Assistenza Sa- nitaria e Sociale nato nel 1978.

Partiamo dai dati. Qual è ad oggi la diffusione del welfare aziendale in Italia?È stato introdotto all’incirca in un’azienda su due. Più nel dettaglio, secondo i numeri forniti dal Ministero del Lavo-ro a metà dicembre, su 17.630 contratti attivi a livello azien-dale e territoriale, le misure di welfare aziendale erano previste in 8.231 di questi, ov-vero nel 46,6% delle imprese. Il Terzo Rapporto di Welfare Index PMI su un campione di

BISOGNA AFFRONTARE GLI ATTUALI E FUTURI GRANDI PROBLEMI DEL WELFARE, OVVERO CRONICITÀ, NON AUTOSUFFICIENZA E SOSTEGNO IN PERIODI DI MANCANZA DI LAVORO E TUTELA. PER FARLO IL WELFARE AZIENDALE È UNO STRUMENTO ADEGUATO

oltre 4.000 piccole e medie im-prese evidenzia che il 41% ha attivato iniziative in almeno quattro aree di welfare azien-dale, soprattutto nell’ambito della previdenza e della sanità integrative, ma anche in aree più innovative come conci-liazione vita-lavoro, cultura e tempo libero e nel welfare co-munitario. Sono dati rilevanti, figli delle importanti misure di sostegno adottate negli ultimi anni, che hanno contribuito - peraltro in un periodo di crisi economica - a dare vita a una nuova forma di relazioni in-dustriali per promuovere isti-tuti alternativi di welfare che affiancassero quelli tradizio-nali. Un percorso che ha come obiettivo finale il benessere sia dei lavoratori sia delle imprese. Ciò si deve alle principali misu-re introdotte fino ad oggi? Le misure di agevolazione fi-scale sono state utilizzate in maniera crescente per favori-re la creazione di uno spazio complementare che affian-casse i tradizionali istituti del welfare. Mi riferisco alle age-volazioni previste per lo svi-luppo della previdenza e della sanità integrative che interes-sano oggi milioni di lavoratori, allargando spesso i benefici anche ai familiari. Poi, le Leggi di Bilancio per il 2016 e il 2017 hanno dato un impulso no-tevole allo sviluppo di forme innovative e complementari di welfare, rafforzando le agevo-lazioni fiscali. Nell’ultima Legge di Bilancio non si interviene su queste age- volazioni ma, al tempo stes- so, non c’è alcun loro poten-ziamento. Vede più il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?La vedo così: se ho un percorso di sviluppo del welfare azien-dale e ogni anno aggiungo un pezzettino, se un anno non

LA DIFFUSIONE DEI FONDI SANITARI INTEGRATIVI È CRESCIUTA MOLTO MA C’È ANCORA DA FARE, ANCHE IN UN’OTTICA DI SOSTENIBILITÀ DEL SSN, CHE DOVRÀ SEMPRE PIÙ FARE I CONTI CON RISTRETTEZZE DI SPESA, INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE E AUMENTO CRONICITÀ

“INTEGRARE PRIMO E SECONDO PILASTRO DI STEFANO CUZZILLA, PRESIDENTE FEDERMANAGER

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>>> continua dalla prima pagina - “Welfare aziendale, la Legge di Bilancio conferma tutti gli incentivi”

ECCO TUTTE LE AGEVOLAZIONI PREVISTEIn alternativa, come già pre-visto, i benefit saranno sog-getti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento. Più nel detta-glio, il tetto massimo di red-dito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassa-zione agevolata era stato au-mentato da 50mila a 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili erano passati da 2mila a 3mila euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4mila euro per le aziende che coinvolgono paritetica-mente i lavoratori nell’orga-nizzazione del lavoro. Infine, la sanità integrativa può an-dare oltre il limite di dedu-cibilità previsto dalle norme fiscali utilizzando il premio di produttività. Sono, ovvia-mente, tutti numeri e con-cetti che valgono anche oggi visto che il Governo non è più intervenuto su di essi.

Il “perimetro” del welfare Lo stesso ragionamento vale anche per il perimetro del welfare aziendale eroga-to dal datore di lavoro, che sempre la Legge di Bilancio 2017 aveva ridefinito, inclu-dendo anche servizi come l’educazione, l’istruzione (anche in età prescolare),

la frequenza di ludoteche, di centri estivi e inverna-li oppure ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per poter fruire di servizi di assistenza desti-nati a familiari anziani o co-munque non autosufficienti.

Un fronte, quest’ultimo, su cui Assidai è sempre sta-to all’avanguardia in Italia, includendo la copertura in caso di non autosufficienza (Long Term Care) all’interno dei Piani Sanitari che tutela-no gli iscritti e le loro fami-

glie. Nella Legge di Bilancio 2018, giusto per completare il quadro, era arrivato un ulteriore ampliamento del perimetro del welfare azien-dale in cui era stato inserito anche l’abbonamento al tra-sporto pubblico.

IL PUNTO DI VISTA

La maggiore causa di inefficienza del Servi-zio Sanitario Nazionale è la mancanza di una politica di reintegrazio-ne tra primo e secondo

pilastro. Questa è una delle conclusioni più rilevanti del rapporto CREA – Sanità dell’Università Tor Vergata, appena pub-blicato. Mi soffermo su questa conclu-sione perché la maggiore efficienza au-spicata si misura anche dal punto di vista

dell’ottimizzazione della spesa sanitaria impegnata. Chi è iscritto ad Assidai toc-ca con mano il valore della sanità inte-grativa. Il fatto, ad esempio, che Assidai abbia deciso di ampliare ulteriormente le coperture per la non autosufficienza nel 2019, riflette la volontà della nostra Organizzazione di tutelare i manager e le loro famiglie di fronte a uno dei rischi più impattanti per la vita di una perso-na. Il secondo pilastro, infatti, integra le prestazioni erogate dal pubblico con l’ef-

fetto di alleggerire il SSN dall’onere di alcune risposte sanitarie, come l’odonto-iatria e la non autosufficienza appunto, che hanno costi sanitari non trascurabili. Federmanager sostiene il percorso di in-tegrazione tra primo e secondo pilastro, che è lungi da essere compiuto, promuo-vendo le misure opportune per valoriz-zare il Sistema Salute nel suo comples-so. Un Sistema Salute che, ricordiamolo sempre, è ai primi posti nel mondo per qualità e per equità.

INTEGRARE PRIMO E SECONDO PILASTRO DI STEFANO CUZZILLA, PRESIDENTE FEDERMANAGER

IL PACCHETTO FAMIGLIABonus nidoSale da 1000 a 1.500 euro all’anno, per tre anni, il bonus per pagare asili nido pubblici e privati (o per supporto in casa a bambini sotto i tre anni, con gravi disabilità). L’aumento di 500 euro varrà dal 2019 al 2021. Il buono viene versato dall’Inps su presentazione della documentazione che attesta iscrizione e pagamento della retta.

Congedo paternitàProroga di un anno e aumento di un giorno (da 4 a 5) per il congedo obbligatorio per i papà lavoratori dipendenti. Introdotto sperimentalmente nel 2013 è stato via via prorogato e ampliato. Confermata la possibilità di allungarlo di un altro giorno (quindi si arriva a sei) in sostituzione della mamma e riducendo il suo periodo di astensione obbligatoria. Va goduto entro cinque mesi dalla nascita.

Lavoro fino al nono meseSe non ci sono rischi per la salute di mamma e bambino, sarà possibile rimanere al lavoro fino al nono mese di gravidanza e godere dei cinque mesi di congedo obbligatorio dopo il parto.

Neo mamme e smart working Corsia preferenziale nella concessione dello smart working. Gli accordi sul lavoro agile dovranno dare priorità alle richieste presentate dalle lavoratrici nei tre anni successivi al congedo maternità o ai lavoratori (mamme e papà) con figli disabili.

Famiglie numerose Le famiglie che avranno un terzo figlio nel triennio 2019-2021: potranno ricevere un terreno statale incolto in concessione gratuita per un periodo non inferiore a 20 anni.La manovra finanzia inoltre con 1 milione annuo (dal 2019 al 2021) la carta famiglia che prevede sconti sull’acquisto di beni o servizi e riduzioni tariffarie per famiglie con almeno tre figli conviventi di età non superiore a 26 anni.

Fondo famiglia Stanziati 100 milioni annui per lepolitiche della famiglia (è una misura strutturale) che in parte verranno utilizzati per incentivare il welfare aziendale al fine di meglio conciliare vita e lavoro.

Sedile salva-bimbiPer gli incentivi fiscali all’acquisto di dispositivi di allarme che impediscano l’abbandono dei bimbi nei veicoli la manovra stanzia un milione di euro per il 2019 e un altro per il 2020.

Fondo politiche giovaniliDal 2019 viene incrementato di 30milioni il fondo (Dl 223/2006) per la formazione culturale, professionale e l’inserimento dei giovani nella vita sociale, anche agevolando l’accesso all’abitazione e al credito.

Caregiver familiareIl fondo per il caregiver familiare(chi si prende cura di un familiarenon più autosufficiente) viene incrementato di 5 milioni per ciascun anno del triennio 2019-2021.

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CONVENZIONAMENTI DIRETTI, SI AMPLIA IL NETWORKASSIDAI PUNTA A POTENZIARE ULTERIORMENTE LE STRUTTURE SANITARIE ALLINEANDOSI ALLA RETE DEL FASI. ORMAI OLTRE IL 56% DELLE RICHIESTE SONO PRESENTATE IN FORMA DIRETTA

D opo il lavoro svol-to nel 2018, Assidai punta ad ampliare ulteriormente le

strutture sanitarie in con-venzione. Se l’anno scorso il Fondo si è impegnato sull’al-lineamento delle strutture sa-nitarie convenzionate al net-work Fasi, nel 2019 l’obiettivo è proseguire su questo lavoro in base all’analisi, effettuata giorno per giorno, delle mi-gliori strutture sanitarie pre-senti sul territorio nazionale. Intanto, la qualità della rete Assidai sta progressivamente aumentando e, al tempo stes-so, vengono messi a disposi-zione degli iscritti i vantaggi offerti dalla forma diretta per le necessità mediche. Ad oggi, il network di strut-ture sanitarie convenzionate conta 198 case di cura, 478 poliambulatori, 1.270 stu-di fisioterapici e 7.856 studi odontoiatrici. Dato ancora più rilevante: oltre il 56% delle richieste di rimborso è presentato in forma diret-

ta ed è una percentuale in continua crescita. Il motivo? L’utilizzo delle strutture sa-nitarie convenzionate e dei medici che fanno parte del network consente all’iscritto di accedere alle cure presso strutture di eccellenza in Italia e di usufruire, seguen-do l’iter di attivazione pre-visto, dell’intervento diretto del Fondo (sia per le coper-ture integrative Fasi, sia per le coperture dove Assidai in-terviene come primo Fondo) per il saldo delle prestazio-ni, subendo così un minore esborso economico. Inoltre, utilizzando la forma diretta l’iscritto, a parità di prestazione e professionista, paga tariffe più vantaggiose che il Fondo ha concordato con la struttura e, comunque, migliori di quelle agevolate o promozionali applicate per la forma indiretta. Infine, va ricordato che molti Piani Sanitari offrono coperture e garanzie migliori se si utiliz-za la forma diretta: in questo

Vademecum da seguire per la corretta attivazione della forma diretta

modo dunque l’iscritto uti-lizza al massimo delle spe-cifiche potenzialità il Piano

Sanitario stesso, generando efficienze per il proprio bud-get e per Assidai.

La mappa delle strutture convenzionate sul sito www.assidai.it

ATTIVAZIONE DIRETTA PER ISCRITTI FASI-ASSIDAI (PIANI SANITARI INTEGRATIVI - SECONDO RISCHIO)

L’attivazione è in capo alla Struttura Sanitaria.Al momento della prenotazione della prestazione sanitaria, sia per le prestazioni di ricovero che per le prestazioni ambulatoriali, l’iscritto dovrà prendere contatto direttamente con la Struttura Sanitaria, con almeno cinque giorni lavorativi di anticipo - salvo effettivi casi d’urgenza - rispetto alla data della prestazione e dovrà identificarsi come iscritto Fasi e Assidai. Numero Verde per eventuali informazioni: 800 855 888

ATTIVAZIONE DIRETTA PER ISCRITTI ASSIDAI(PIANI SANITARI SOSTITUTIVI - PRIMO RISCHIO)

L’attivazione è in capo all’iscritto Assidai.Qualora l’iscritto intenda attivare la copertura prevista dal suo Piano Sanitario dovrà sempre contattare - con almeno due giorni lavorativi di anticipo per le prestazioni sanitarie extra-ospedaliere e cinque giorni lavorativi per i ricoveri - la Centrale Operativa tramite Numero Verde 800 855 888 dedicato e seguire le istruzioni che verranno fornite dagli operatori.

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C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 ASSIDAI PUNTA A POTENZIARE ULTERIORMENTE LE STRUTTURE SANITARIE ALLINEANDOSI ALLA RETE DEL FASI. ORMAI OLTRE IL 56% DELLE RICHIESTE SONO PRESENTATE IN FORMA DIRETTA

ECCO LA NUOVA CAMPAGNA ISTITUZIONALE

NESSUNA IMMAGINE, UN TITOLO D’IMPATTO, I NUMERI E LE QUALITÀ CHE FANNO LA NOSTRA FORZA: ECCO COME ABBIAMO DESCRITTO IL FONDO PER CONSOLIDARE IL NOSTRO POSIZIONAMENTO SUL MERCATO

“I o sono Assidai”. Con la nuova cam-pagna istituzionale del Fondo abbiamo

scelto di non utilizzare im-magini facendo leva sempli-cemente sull’impatto grafico e su un titolo molto forte ed evocativo. Il motivo è presto detto: abbiamo voluto rap-presentare Assidai in modo nuovo e dinamico, focaliz-zando l’attenzione sulla parte testuale per valorizzare ogni punto che ci caratterizza e che ci contraddistingue sul mercato.

L’obiettivo è confermare e consolidare un posiziona-mento consapevole e distinti-vo del nostro Fondo affinché quest’ultimo possa essere im-mediatamente compreso da chi non conosce i nostri valori e possa essere riconosciuto, invece, da coloro che sono già iscritti Assidai.

Per questo, nel testo della campagna firmata da Assidai e Federmanager, si è scelto di evidenziare i principali punti di forza del Fondo: da quanti anni siamo operativi; il tar-get a cui ci rivolgiamo; il fatto che, se le persone iscritte lo desiderano, possiamo accom-pagnarle con la loro famiglia per tutta la vita; e l’evidenza di quanti (140mila circa) as-sistiamo in Italia secondo i principi cardine di mutualità e solidarietà.

Io sono

AssIdAI

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get e per Assidai.

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“IL 2019 TAPPA CHIAVE DEL PROGETTO FASI”IL PRESIDENTE GARZIA: “SIAMO PARTITI 41 ANNI FA E CI CONSIDERIAMO I PRECURSORI DELLE TUTELE CONTRATTUALI SULLA SANITÀ INTEGRATIVA: ECCO COME PREMIEREMO LA FEDELTÀ DEGLI ISCRITTI”

presso aziende che utilizza-no altri fondi per l’assisten-za dei dirigenti in servizio, già iscritte al Fasi allo scor-so primo gennaio. Infine, potranno mantenere l’iscri-zione al Fondo i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al Fasi, in qualità di dirigen-ti in servizio, di almeno 10 anni ma che risultano iscrit-ti al Fondo alla data del pri-mo aprile 2019. Senza dimenticare, ovvia-mente, le opportunità per i dirigenti non iscritti.Tutti i dirigenti che ad oggi non risultano iscritti, pur avendone i requisiti, posso-no comunque inoltrare l’i-scrizione entro il 31.03.2019, acquisendo in questo modo il diritto al mantenimento dell’iscrizione una volta in pensione.A riguardo si precisa che i dirigenti nominati da più di

sei mesi che inoltreranno la domanda successivamente alla data del 31 marzo 2019, non potranno mantenere l’iscrizione al Fondo in qua-lità di pensionati senza aver maturato 10 anni di iscrizio-ne in qualità di dirigenti in servizio. Per questo motivo si vuole dare l’opportunità a tali di-rigenti, attualmente in forza presso aziende che utiliz-zano il Fasi per l’assistenza dei propri dirigenti attivi, di acquisire il diritto al man-tenimento dell’iscrizione da pensionati, in via conven-zionale, inoltrando doman-da entro e non oltre il termi-ne del 31 marzo 2019. Tale opportunità non ri-guarda i dirigenti in forza presso aziende che utiliz-zano fondi alternativi per l’assistenza dei dirigenti in servizio, la cui iscrizione è regolata da differenti norme.

“I l 2019 per il Fasi rap-presenterà una tap-pa fondamentale del progetto, iniziato 41

anni fa, che ci ha visto precur-sori delle tutele contrattuali sulla sanità integrativa”. Così Marcello Garzia, Presidente del Fondo di Assistenza Sa-nitaria Integrativa per i Diri-genti di aziende produttrici di beni e servizi, annuncia le modifiche alle norme di iscri-zione entrate in vigore con il nuovo anno. Cambiamenti che “premieranno la fedeltà degli iscritti, ricompensando il loro senso di appartenenza, perché da sempre il Fondo è ispirato ai principi di mutua-lità e solidarietà intergenera-zionale”, continua Garzia, il quale sottolinea anche come sia “importante non dimenti-care che il Fasi siamo noi: tutti insieme partecipiamo alla sal-vaguardia della sostenibilità nel medio-lungo periodo”.

Partiamo dalle imprese. Che cosa cambia dunque dal pri-mo gennaio 2019?Potranno iscriversi al Fondo esclusivamente le aziende che aderiscono al Fasi per l’assistenza ai propri diri-genti in servizio. Al tempo stesso resteranno comunque iscritte le aziende che utiliz-zano per i propri dirigenti in servizio fondi alternativi ma già iscritte allo scorso primo gennaio. Parliamo invece delle novi-tà che riguardano i dirigenti pensionati.Potranno mantenere l’iscri-zione tutti quei dirigenti che

VOGLIAMO RICOMPENSARE IL SENSO DI APPARTENENZA DEGLI ISCRITTI, PERCHÉ DA SEMPRE IL FONDO È ISPIRATO A MUTUALITÀ E SOLIDARIETÀ INTERGENERAZIONALE. TUTTI INSIEME PARTECIPIAMO ALLA SALVAGUARDIA DELLA SOSTENIBILITÀ NEL MEDIO-LUNGO PERIODO

“abbiano maturato una an-zianità di iscrizione al Fasi, quali dirigenti in servizio, di almeno 10 anni ma potran-no altresì iscriversi, in qua-lità di pensionati, tutti quei dirigenti in forza per alme-no 10 anni presso aziende che utilizzano altri fondi per l’assistenza dei dirigenti in servizio, già iscritte al Fasi allo scorso primo gennaio. È importante sottolineare che queste due categorie di di-rigenti pensionati potranno accedere alla riduzione mas-sima del contributo.Infine ci sono i dirigenti pen-sionati convenzionali.Potranno mantenere l’iscri-zione al Fasi, in qualità di pensionati e in via conven-zionale, quattro categorie. Innanzitutto i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al nostro Fondo, in qualità di dirigenti in servizio, di al-meno 10 anni ma che han-no aderito al Fondo entro sei mesi dalla data di prima nomina. In secondo luogo i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al Fasi, in qualità di dirigenti in servizio, di almeno 10 anni ma che han-no mantenuto l’iscrizione in via convenzionale dopo la cessazione del rapporto di lavoro, per più di otto anni. In terzo luogo i dirigenti in forza per meno di 10 anni

DA QUEST’ANNO CI SONO DIVERSE NOVITÀ CHE RIGUARDANO LE IMPRESE, I DIRIGENTI PENSIONATI E I DIRIGENTI PENSIONATI CONVENZIONALI. INFINE ABBIAMO VOLUTO OFFRIRE OPPORTUNITÀ ANCHE AI DIRIGENTI NON ISCRITTI

Ecco il Ministero della Salute

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SANITÀ PUBBLICA, 8 TAPPE DI UNA GRANDE STORIA

E sattamente 40 anni fa la Legge 883 del 23 dicembre 1978 ha istituito il Servizio

Sanitario Nazionale che si basa su tre principi cardine: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Una tappa fonda-mentale per lo sviluppo della sanità pubblica italiana, che

ancora oggi spicca in Euro-pa e nel mondo per il suo carattere universalistico e che affonda le proprie radici nell’articolo 32 della Costitu-zione: la nostra Carta, va ri-cordato, è stata la prima nel Vecchio Continente a ricono-scere e mettere nero su bian-co il diritto alla salute.

Insomma, quello del Servizio Sanitario Nazionale italiano è stato un percorso lungo e di successo: per questo è parti-colarmente utile ripercorrer-ne le principali tappe che, dal dopoguerra a oggi, lo hanno portato a essere riconosciu-to come uno dei migliori al mondo.

Partendo dunque dal 1948, con la nascita della Repubbli-ca Italiana e con essa la sua Costituzione, si analizzano diversi momenti chiave per la sanità pubblica fino ad ar-rivare al 2017, quando sono stati aggiornati i Livelli es-senziali di assistenza (i cosid-detti Lea).

IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE HA COMPIUTO 40 ANNI PROPRIO PRIMA DI NATALE, MA LE SUE ORIGINI RISALGONO AL 1948 QUANDO LA COSTITUZIONE HA RICONOSCIUTO IL DIRITTO ALLA SALUTE

1861, Unità d’ItaliaLa situazione sanitaria del Paese è critica. Nel 1861 si vive in media 16-17 anni di meno rispetto alla Svezia. Nel 1863, su 1.000 bambini nati vivi, 232 muoiono durante il primo anno di vita. Nel 1865 la tutela della salute è affidata al Ministero dell’Interno; la “legge Pagliani-Crispi” del 1888 trasforma l’approccio di polizia sanitaria in sanità pubblica, creando un primo assetto organizzativo. Al 1907 risale il primo Testo unico delle leggi sanitarie (aggiornato nel 1934). Nel 1945 nasce l’Alto Commissariato per l’igiene e la sanità pubblica, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’articolo 32 della Costituzione italiana afferma che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. (...) La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. La norma è rivoluzionaria nel doppio valore della salute: è un diritto individuale inviolabile e assoluto e un bene di rilevanza collettiva. L’Italia è stata la prima in Europa a riconoscere il diritto alla salute nella sua Costituzione.

La legge 296 del 13 marzo 1958 istituisce il Ministero della Sanità che assorbe le competenze dell’Alto Commissariato e delle altre amministrazioni centrali preposte alla sanità pubblica. È coadiuvato nelle proprie funzioni dal Consiglio superiore di sanità, organo consultivo, e dall’Istituto superiore di sanità, organo tecnico-scientifico.Sono istituiti sul territorio:• gli uffici del medico e del veterinario provinciale, coordinati dal prefetto• gli uffici sanitari dei Comuni e dei consorzi• gli uffici sanitari speciali (di confine, porto e aeroporto).

La “legge Mariotti” del 1968 istituisce e organizza gli enti ospedalieri, costituisce il Fondo nazionale ospedaliero e introducela programmazione ospedaliera attribuendone la competenza alle Regioni. È la premessa per la nascita del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), istituito dalla legge 833 del 1978. costituito dal “complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione”.

Negli anni ‘90 si registra una sempre maggiore esigenza di risorse finanziarie per sostenere il funzionamento del SSN. Con i decreti di riordino del 1992-1993 e del 1999 (“riforma Bindi”), si rafforza il potere delle Regioni e si introduce l’aziendalizzazione, in modo da garantire a tutti i cittadini i livelli uniformi ed essenziali di assistenza e le prestazioni appropriate, assicurati dalle Regioni tramite le aziende sanitarie e la programmazione. Le unità sanitarie locali (USL) diventano aziende sanitarie con autonomia organizzativa.

La legge 3 del 2001 (riforma del Titolo V della Costituzione) all’art.117 ridisegna le competenze di Stato e Regioni in materia sanitaria. Lo Stato ha competenza esclusiva per la profilassi internazionale, determina i “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti sul territorio nazionale” e i principi fondamentali nelle materie di competenza concorrente. Ogni Regione assicura i servizi di assistenza sanitaria e ospedaliera. Dal 2001 gli accordi tra Stato e Regioni sono lo strumento con cui si disegna l’assistenza pubblica in Italia.

Il Ministero della Salute è l’organo centrale del SSN. Il suo ruolo è mutato negli anni a seguito di interventi legislativi. Nel quadro attuale, esercita le funzioni spettanti allo Stato in materia di tutela della salute umana, sanità veterinaria, tutela della salute nei luoghi di lavoro, igiene e sicurezza degli alimenti, coordinamento del Sistema Sanitario Nazionale (ferme restando le competenze attribuite alle Regioni). Nel 2001 il Ministero della Sanità diviene “della Salute”. Il nuovo nome sottolinea il ruolo del ministero di promotore della salute della persona nella sua interezza e complessità.

La situazione sanitaria del Paese è cambiata. Grazie a migliori condizioni igienico-sanitarie, disponibilità di vaccini, evoluzione della medicina, presenza di farmaci innovativi, accesso diffuso a cure e prestazioni per tutta la popolazione, l’aspettativa di vita è cresciuta. Sono però aumentate le malattie croniche, quelle cardiovascolari e i tumori.Obiettivo strategico non è solo curare, ma prevenire e mantenersi in buona salute nel corso della vita. Molte malattie si possono evitare, intervenendo sui principali fattori di rischio modificabili (tabagismo, abuso di alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà) e curare grazie alla diagnosi precoce.

Per garantire la tutela della salute e contenere la spesa sanitaria nascono i Livelli essenziali di assistenza (LEA), le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire sul tutto il territorio a tutti i cittadini, gratuitamente o con partecipazione alla spesa (ticket), finanziati con le risorse pubbliche.Le Regioni, con risorse proprie, possono garantire prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA.I LEA, definiti nel 2001 e aggiornati con il DPCM 12 gennaio 2017 sono il nucleo essenziale irrinunciabile del diritto alla salute.

1948, la salute diventaun diritto fondamentale

1958, il Ministero della Sanità

2001, da Sanità a Salute, il ruolo della prevenzione

Ecco il Ministero della Salute

Le sfide della sostenibilità: nel 2017 aggiornati i LEA

2001, la riforma del titolo V della Costituzione

1978, la svolta: nasce il Servizio Sanitario Nazionale

Anni ‘90, il riordino del Servizio Sanitario Nazionale

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“IL 2019 TAPPA CHIAVE DEL PROGETTO FASI”IL PRESIDENTE GARZIA: “SIAMO PARTITI 41 ANNI FA E CI CONSIDERIAMO I PRECURSORI DELLE TUTELE CONTRATTUALI SULLA SANITÀ INTEGRATIVA: ECCO COME PREMIEREMO LA FEDELTÀ DEGLI ISCRITTI”

presso aziende che utilizza-no altri fondi per l’assisten-za dei dirigenti in servizio, già iscritte al Fasi allo scor-so primo gennaio. Infine, potranno mantenere l’iscri-zione al Fondo i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al Fasi, in qualità di dirigen-ti in servizio, di almeno 10 anni ma che risultano iscrit-ti al Fondo alla data del pri-mo aprile 2019. Senza dimenticare, ovvia-mente, le opportunità per i dirigenti non iscritti.Tutti i dirigenti che ad oggi non risultano iscritti, pur avendone i requisiti, posso-no comunque inoltrare l’i-scrizione entro il 31.03.2019, acquisendo in questo modo il diritto al mantenimento dell’iscrizione una volta in pensione.A riguardo si precisa che i dirigenti nominati da più di

sei mesi che inoltreranno la domanda successivamente alla data del 31 marzo 2019, non potranno mantenere l’iscrizione al Fondo in qua-lità di pensionati senza aver maturato 10 anni di iscrizio-ne in qualità di dirigenti in servizio. Per questo motivo si vuole dare l’opportunità a tali di-rigenti, attualmente in forza presso aziende che utiliz-zano il Fasi per l’assistenza dei propri dirigenti attivi, di acquisire il diritto al man-tenimento dell’iscrizione da pensionati, in via conven-zionale, inoltrando doman-da entro e non oltre il termi-ne del 31 marzo 2019. Tale opportunità non ri-guarda i dirigenti in forza presso aziende che utiliz-zano fondi alternativi per l’assistenza dei dirigenti in servizio, la cui iscrizione è regolata da differenti norme.

“I l 2019 per il Fasi rap-presenterà una tap-pa fondamentale del progetto, iniziato 41

anni fa, che ci ha visto precur-sori delle tutele contrattuali sulla sanità integrativa”. Così Marcello Garzia, Presidente del Fondo di Assistenza Sa-nitaria Integrativa per i Diri-genti di aziende produttrici di beni e servizi, annuncia le modifiche alle norme di iscri-zione entrate in vigore con il nuovo anno. Cambiamenti che “premieranno la fedeltà degli iscritti, ricompensando il loro senso di appartenenza, perché da sempre il Fondo è ispirato ai principi di mutua-lità e solidarietà intergenera-zionale”, continua Garzia, il quale sottolinea anche come sia “importante non dimenti-care che il Fasi siamo noi: tutti insieme partecipiamo alla sal-vaguardia della sostenibilità nel medio-lungo periodo”.

Partiamo dalle imprese. Che cosa cambia dunque dal pri-mo gennaio 2019?Potranno iscriversi al Fondo esclusivamente le aziende che aderiscono al Fasi per l’assistenza ai propri diri-genti in servizio. Al tempo stesso resteranno comunque iscritte le aziende che utiliz-zano per i propri dirigenti in servizio fondi alternativi ma già iscritte allo scorso primo gennaio. Parliamo invece delle novi-tà che riguardano i dirigenti pensionati.Potranno mantenere l’iscri-zione tutti quei dirigenti che

VOGLIAMO RICOMPENSARE IL SENSO DI APPARTENENZA DEGLI ISCRITTI, PERCHÉ DA SEMPRE IL FONDO È ISPIRATO A MUTUALITÀ E SOLIDARIETÀ INTERGENERAZIONALE. TUTTI INSIEME PARTECIPIAMO ALLA SALVAGUARDIA DELLA SOSTENIBILITÀ NEL MEDIO-LUNGO PERIODO

“abbiano maturato una an-zianità di iscrizione al Fasi, quali dirigenti in servizio, di almeno 10 anni ma potran-no altresì iscriversi, in qua-lità di pensionati, tutti quei dirigenti in forza per alme-no 10 anni presso aziende che utilizzano altri fondi per l’assistenza dei dirigenti in servizio, già iscritte al Fasi allo scorso primo gennaio. È importante sottolineare che queste due categorie di di-rigenti pensionati potranno accedere alla riduzione mas-sima del contributo.Infine ci sono i dirigenti pen-sionati convenzionali.Potranno mantenere l’iscri-zione al Fasi, in qualità di pensionati e in via conven-zionale, quattro categorie. Innanzitutto i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al nostro Fondo, in qualità di dirigenti in servizio, di al-meno 10 anni ma che han-no aderito al Fondo entro sei mesi dalla data di prima nomina. In secondo luogo i dirigenti che non hanno maturato una anzianità di iscrizione al Fasi, in qualità di dirigenti in servizio, di almeno 10 anni ma che han-no mantenuto l’iscrizione in via convenzionale dopo la cessazione del rapporto di lavoro, per più di otto anni. In terzo luogo i dirigenti in forza per meno di 10 anni

DA QUEST’ANNO CI SONO DIVERSE NOVITÀ CHE RIGUARDANO LE IMPRESE, I DIRIGENTI PENSIONATI E I DIRIGENTI PENSIONATI CONVENZIONALI. INFINE ABBIAMO VOLUTO OFFRIRE OPPORTUNITÀ ANCHE AI DIRIGENTI NON ISCRITTI

Ecco il Ministero della Salute

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Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

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COLUMBUS CLINIC CENTER: INNOVAZIONE E QUALITÀ IL PAZIENTE VIENE SEGUITO IN TUTTE LE FASI DEL PERCORSO IN UN CONTESTO DI ALTISSIMO LIVELLO TECNOLOGICO E PROFESSIONALE

L a Clinica Columbus è una Casa di Cura pri-vata nel cuore di Mi-lano, che offre presta-

zioni medico-chirurgiche di alto livello e ha stipulato con-venzioni con i principali fondi integrativi e assicurativi tra cui Assidai in forma diretta. Il paziente viene seguito da professionisti di comprova-ta esperienza in tutte le fasi del percorso clinico: indagi-ni diagnostiche, trattamento chirurgico, ricovero ed even-tualmente anche nella fase di riabilitazione.La Clinica Columbus è dotata di sette sale operatorie di altis-simo livello tecnologico, sem-

pre mantenute all’avanguardia per realizzare interventi se-condo le più moderne tecniche chirurgiche, come ad esempio la sala operatoria “ibrida” dove vengono effettuate procedure di cardiologia e radiologia in-terventistica, elettrofisiologia e chirurgia endovascolare. La struttura è inoltre dotata della strumentazione più innovati-va nel campo della chirurgia robotica. Nei blocchi operatori

sono infatti presenti sofisticate apparecchiature come il Robot da Vinci X.Nel 2018 è stato eseguito an-che un restyling del 4° piano di degenza con interni mo-derni e camere luminose, per migliorare l’organizzazione dei servizi e il comfort di pa-zienti e operatori. Il piano

Executive è dotato di 15 nuove camere con opzio-ne di videosorveglianza e videochiamate e gra-zie all’utilizzo di una connessione remota il medico può monitorare il paziente per garantire una maggiore interazione e un servizio immediato.

La casa di cura dispone di tre letti di terapia intensiva per esigenze post operato-rie e garantisce un servizio di assistenza medica e ane-stesiologica H24.La Clinica si fonda su un in-sieme di valori professionali ed etici che guidano il quo-

tidiano operare quali: pro-fessionalità, formazione, col-laborazione e trasparenza. L’attenzione è rivolta verso la costante evoluzione della medicina e il piacere di fare sentire i pazienti in un luogo tecnologicamente attrezzato, protetto e confortevole.

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IL MONZINO HA UNA VOCAZIONE ESCLUSIVA: IL CUORE

I l Centro Cardiologico Mon-zino di Milano è un Isti-tuto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico con

una grande specializzazione: il sistema cardiocircolatorio. È infatti il primo ospedale in Eu-ropa e l’unico IRCCS in Italia a esclusiva vocazione cardiova-scolare. Fa parte del gruppo IEO-Monzino, che reinveste tutti i suoi utili in ricerca scien-tifica e innovazione, ed è sede principale tematica della Uni-Statale di Milano. È accreditato con il SSN tramite la Regione

Lombardia ed è convenzionato in forma diretta con Assidai.Punto di riferimento scienti-fico e clinico in Italia e all’e-stero, grazie alla sua specia-lizzazione, il Monzino esegue ogni anno un altissimo nu-mero di esami diagnostici, di interventi chirurgici e di pro-cedure invasive con un eleva-to livello di successo, e gesti-sce una gran mole di accessi in pronto soccorso (l’Istituto ospita l’unico Pronto Soc-corso Specialistico a Milano esclusivamente dedicato alle emergenze-urgenze cardio-vascolari).Oltre all’elevata esperienza dei suoi operatori, il Monzi-no può contare su dotazioni tecnologiche di avanguar-dia in tutte le cinque Aree cliniche (Aritmologia, Car-diologia Critica, Chirurgia

Cardiovascolare, Emodina-mica, Imaging integrata) e nelle sue Unità di Ricerca e di Prevenzione che dispon-gono di circa 100 ricercato-ri. Ad esempio, parlando di moderna prevenzione, all’I-stituto è operativo Monzino Women, un centro specifico per il cuore delle donne, de-dicato alle donne dai 35 ai 60 anni, per aiutarle a miglio-rare la loro capacità di pren-dersi cura di sè stesse; inoltre è operativo anche Monzino

Sport, un centro avanzato di Cardiologia sportiva dedica-to agli atleti professionisti e agli amatoriali, per aiutarli a continuare a praticare sport in sicurezza.Infine, al Monzino è stato creato il primo gruppo di lavoro scientifico per la Pre-venzione Digitale, nato per elaborare progetti a suppor-to della Prevenzione Cardio-vascolare di Precisione, che integrino gli strumenti e le tecnologie digitali.

IL CENTRO CARDIOLOGICO MILANESE È IL PRIMO OSPEDALE IN EUROPA DI QUESTO GENERE E REINVESTE TUTTI GLI UTILI IN RICERCA

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LA TUA AZIENDA MERITA IL MIGLIOR PERSONALE

Aquerò è una società di servizi di ricerca e selezione del personale per aziende. Ricerchiamo e selezioniamo impiegati, quadri e dirigenti per società clienti, in molti settori merceologici, per quasi tutte le categorie professionali, in tutta Italia.

Etica ed onestà sono alla base del nostro operato, e anche le caratteristiche con le quali vogliamo contraddistinguerci.

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DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Verso l’Industria 4.0: Ricomincio da… 4 e #VirtualTour40

AVOROl

a digitalizzazione, l’automazione, le nuove tecnologie stanno cam-biando le imprese e il lavoro. Men-tre l’industria 5.0 è già oggetto di discussione, l’Industria 4.0 si sta

imponendo come una delle sfide più importanti – fondata su un’evoluzione tecnologica caratterizzata dalla pro-gressiva integrazione tra manifattura tradizionale prodotta dagli impianti in-dustriali e processi di automazione digi-tale e online. Per cavalcare l’onda imponente di que-sta trasformazione, per non subirla ma bensì per aumentare la consapevolezza e la propensione a investire in tecnolo-gie e competenze, dalla partnership tra Federmanager, Federmeccanica, grazie al finanziamento di Fondirigenti, è nato il progetto di In-formazione online “Ri-comincio da… 4”, con l’obiettivo di ac-compagnare gli imprenditori e i dirigen-ti d’azienda nel percorso di transizione verso Industria 4.0.Attraverso una piattaforma web messa a disposizione da Fondirigenti, imprese e manager possono fruire di contenuti In-Formativi dedicati a tecnologie, com-petenze, organizzazione del lavoro e strumenti finanziari.Da questa iniziativa è nato #Virtual-Tour40, esperienza che porta i visitatori presso tre realtà aziendali innovative, manager e imprenditori del territorio, per vedere con i propri occhi e discute-re, in una tavola rotonda, quali problemi e necessità sono stati risolti grazie all’in-novazione tecnologica.#VirtualTour40 ha l’obiettivo di favorire la condivisione del know-how azien-dale e delle idee emerse dal confronto tra i partecipanti. L’iniziativa prevede la

realizzazione e la condivisione sui canali ufficiali di “Ricomincio da… 4” dei video dei 3 tour e delle interviste ai protagoni-sti di Industria 4.0.La prima tappa di #VirtualTour40 è par-tita da Genova presso Ansaldo Energia, terzo produttore mondiale nel settore del Power Generation. Mentre la secon-da tappa è approdata presso uno degli stabilimenti produttivi di ROLD, leader nel settore della componentistica per elettrodomestici, punto di riferimento a livello internazionale. L’azienda è stata persino annoverata, dal World Econo-mic Forum, tra i 16 siti più avanzati al mondo che implementano le tecnolo-gie industria 4.0.Dal 2012 l’azienda ha intrapreso un processo di trasformazione digitale per l’applicazione della metodologia Lean Manufacturing, come spiega Roberto Colombo, responsabile della produ-zione. Questo processo ha coinvolto dapprima i componenti del board, del management, per poi proseguire con attività di formazione rivolta agli ope-ratori dei reparti produttivi. Si è quindi

passati alla digitalizzazione delle mac-chine e allo sviluppo di SmartFab, una piattaforma che raccoglie in tempo reale tutti i dati sul funzionamento di ogni asset produttivo e, attraverso delle interfacce semplici ed intuitive, rende possibile l’attività di Total Productive Maintenance (TPM), volta a massimizza-re la capacità produttiva mantenendo il corretto equilibrio fra costi di manuten-zione ed efficienza degli impianti.

Sugli spunti emersi dal tour aziendale è seguito il dibattito tra i presenti, favorito dalla tavola rotonda moderata da Fran-cesco Seghezzi – Direttore Fondazione ADAPT, Editor del progetto “Ricomincio da… 4” a cui hanno partecipato:î Luca Cremona, Business Develop-

ment Manager Industrial Solutions Rold, î Stefano Franchi – Direttore Generale

Federmeccanica, î Pierpaolo Pontrandolfo – Docente

in Ingegneria Economico Gestionale Poliba, Coordinatore Scientifico del progetto “Ricomincio da… 4“,

Chiara Tiraboschi Giornalista e Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI-Federmanager

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DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

AVOROlî Roberto Zuffada – Senior Vice Presi-

dent Siemens, î Vincenzo Trabace – Amministratore

Unico di LANXESS in Italia, Delegato di ALDAI-Federmanager e membro della Commissione Industria 4.0 Federma-nager.

E proprio al collega Vincenzo Trabace nostro socio e rappresentante di ALDAI- Federmanager al VirtualTour di ROLD abbiamo chiesto un’opinione mana-geriale sull’esperienza appena vissuta. Ecco le sue parole: “Quando si pensa all’innovazione all’interno di un’impresa o di un’organizzazione – afferma Traba-ce – viene naturale pensare di inserire un nuovo tassello, un quid innovativo nella già ben consolidata e spesso lun-ga esperienza. Non è sufficiente realiz-zare un upgrade o inserire una nuova piattaforma, App nella propria impresa e successivamente proporli al mercato. Le famiglie di tecnologie abilitanti che caratterizzano il 4.0 richiedono maggio-re coraggio all’impresa per poter utiliz-

Vincenzo Trabace, Amministratore Unico di LANXESS in Italia, Delegato di ALDAI-Federmanager e membro della Commissione Industria 4.0 Federmanager.

zare tutte le straordinarie opportunità a disposizione”.Secondo Trabace quindi, ROLD ha di-mostrato grande coraggio, perché è ri-uscita a innovare all’interno del proprio management, a tutti i livelli organizza-tivi e gestionali, anche culturalmente mettendo in evidenza l’intelligenza umana, la strategia condivisa e il lavo-ro strutturalmente evoluto come fattori necessari per muoversi agevolmente all’interno del nuovo paradigma.Un’opportunità questa di “Ricomincio da… 4“ che si è resa sempre più indi-spensabile, in considerazione del fatto che, come afferma il Presidente Feder-manager Stefano Cuzzilla, sia necessa-rio favorire il percorso verso una con-notazione più manageriale del tessuto produttivo. “In particolare, sottolinea ancora il Presidente federale –, penso a quel 60% di PMI, più volte citato dall’ex ministro Calenda, protese verso l’inno-vazione ma che necessitano di essere sostenute con l’inserimento di compe-tenze qualificate”.

Sulla stessa linea il pensiero del Presi-dente di ALDAI-Federmanager Bruno Villani, il quale ribadisce che per gestire la rivoluzione del digitale, c’è bisogno di una vera grande cabina di regia che sappia mettere insieme tutti gli attori e al cui tavolo siano presenti anche i ma-nager. ■

10 aprile – Seminario “Il colloquio di lavoro"

I manager che si impegnano seriamente, seguendo alcune regole di comportamento, ottengono job adeguati e ben remune-rati; quelli che improvvisano, che non fanno un valido “follow up”, quelli cioè che mantengono le vecchie superficiali abitudini pre-2008, rimangono delusi e frustrati. Le regole basilari vanno dai "gradi di libertà nel cambio di lavoro" alle modalità di redazione del proprio curriculum vitae e la valorizzazione del proprio personal brand.La partecipazione al seminario offre indicazioni pratiche per migliorare le opportunità di carriera preparando i col-loqui di lavoro ed esaminando il CV dei primi due parteci-panti che vorranno condividerlo. Maggiori informazioni sulla rivista www.dirigentindustria.it Partecipazione gratuita con iscrizione al seminario sul sito www.milano.federmanager.it/events-calendar/

Alle ore 14.30 gli autori presenteranno in Sala Viscontea ALDAI il libro “Amore, oggi torno a casa prima” per aprire un dibattito sulle politiche attive.

Alle ore 17.30 continueremo con la terza edizione del seminario di Claudio Ceper sul colloquio di lavoro.

Il pomeriggio del 10 aprile sarà dedicato alle politiche attive per il lavoro

Il Seminario si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

Mercoledì 10 aprile 2019 alle ore 14.30 e alle ore 17.30

Per prenotazioni vedi box a pagina 42

savethe date

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DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

La reintegrazione del dirigente nel posto di lavoroNullità del licenziamento per illiceità dei motivi

iportiamo di seguito un’ampia sin-tesi di una recentissima sentenza

del Tribunale di Milano, 10.01.2019 R.G. 5275/2018, che ha dichiarato la nullità del licenziamento del dirigente per l'il-liceità dei motivi addotti, qualificando il provvedimento d’espulsione quale “atto ritorsivo”.Prima di entrare nel merito della deci-sione, appare opportuno ricordare che la nullità del licenziamento è prevista dall’art. 18 Statuto dei lavoratori, come modificato dalla Legge Fornero, nel caso di licenziamento discriminatorio (ragioni di credo politico o fede religio-sa, appartenenza a un sindacato, motivi razziali, di handicap e di età, di sesso, di convinzioni personali) e tutti gli altri casi di nullità previsti dalla legge (causa illecita, violazione di norme informativa, ecc.) nonché per motivo illecito deter-minante (es. licenziamento ritorsivo).La sentenza è una delle rare pronunce sulla reintegrazione del dirigente nel posto di lavoro.Merita qualche riflessione, anche per-ché, come nella fattispecie sotto esame, talvolta dietro il paravento del giustifi-cato motivo oggettivo, si celano real-tà illecite diverse che sono poi la vera causa della risoluzione del rapporto di lavoro.Il testo integrale della sentenza è di-sponibile sul sito ALDAI. Il cartaceo è a disposizione dei soci preso il nostro uf-ficio sindacale.

Con ricorso ecc. il ricorrente Caio con-veniva in giudizio la società Sempronio chiedendo al giudice di:1) dichiarare la nullità del licenziamen-

to intimato il 9.3.2018 in quanto ritorsivo o in quanto intimato per motivo illecito determinante.

2) condannare la società resistente, ai sensi dell’art. 18 L. 300/1970 (Statuto dei lavoratori), a reintegrare il ricor-rente nel posto di lavoro e a corri-spondere un’indennità mensile pari alla retribuzione globale di fatto per-cepita dalla data del licenziamento a quella dell’effettiva reintegrazione sul posto di lavoro, considerata la na-tura illecita del licenziamento.

3) in subordine… omissis4) ancora in via subordinata… omissis

I fattiIl ricorrente dal giugno 2006 è dipen-dente della società convenuta (Sem-pronio); dal gennaio 2007 con qualifi-ca di dirigente e mansioni di direttore editoriale della rivista Trade Consumer Electronics; dal 2013 ha assunto le me-desime responsabilità anche della rivi-sta Trade Bianco.A seguito della crisi dell'editoria negli

anni 2016/17 la società si vedeva co-stretta prima ad attivare i contratti di solidarietà e poi a concordare il ricorso alla CIGS.Nel progetto di riorganizzazione predi-sposto a tal fine – con riferimento al set-tore del ricorrente – era prevista, entro la fine del maggio 2018, l'accorpamento delle due riviste dirette dalla Caio, la na-scita di una rivista con taglio più social; era altresì previsto, con riferimento al team cui era preposto Caio, l'eventuale esubero di due/tre grafici rispetto ai 4 esistenti e la conservazione del ruolo del giornalista e dirigente nonché la richie-sta al dirigente Caio e ai collaboratori di una riduzione dei loro compensi (doc. 6 e 7 ricorrente: informativa alle OOSS del piano di riorganizzazione e verbale di accordo sulla CIGS del 23.1.2018 tra Sempronio e RSU).Sempre in data 23.1.2018 venivano sot-toscritti un verbale di accordo sulla CIGS e un verbale sottoscritto avanti alla Re-gione Lombardia – coi quali (doc. 8 e 9 ricorrente) si dava atto: della volontà

r

SPETTI LEGALIa

Agostino D’Arco Direttore ALDAI-Federmanager dal 1982 al 2005 - Consigliere ALDAI-Federmanager

...appare opportuno ricordare che la nullità del licenziamento è prevista dall’art. 18 Statuto dei lavoratori, come modificato dalla Legge Fornero, nel caso di licenziamento discriminatorio (ragioni di credo politico o fede religiosa, appartenenza ad un sindacato, motivi razziali, di handicap e di età, di sesso, di convinzioni personali) e tutti gli altri casi di nullità previsti dalla legge (causa illecita,

violazione di norme informativa, ecc.) nonché per motivo illecito determinante

(es. licenziamento ritorsivo)

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DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

SPETTI LEGALIa

aziendale di mirare al recupero occu-pazionale delle eccedenze di personale quale misura alternativa alla riduzione del personale; che la CIGS non sarebbe stata finalizzata al licenziamento di al-cun dipendente.In data 6.2.2018 il ricorrente riceveva lettera raccomandata con la quale la società richiedeva alla Caio la riduzio-ne ad equità della retribuzione "pari perlomeno al 35% considerato che l'at-tuale importo, divenuto ormai eccessi-vamente oneroso per l'azienda, non è più in linea sia con il conclamato stato di crisi aziendale ed economica sia con la generale riduzione/contrazione delle attività editoriali per effetto della rior-ganizzazione in corso, nonché di quella della testata dove attualmente operi… Conoscendoti so che farai riflessioni pacate ponderate e ragionate, non di impulso sulla proposta che ho qui for-mulato e che terrò ferma per una quin-dicina di giorni…".Con lettera in data 19.2.2018 il ricorren-te dichiarava la propria indisponibilità a concordare la riduzione dello stipendio nella misura richiesta, che non appariva come quel piccolo sacrificio, che mesi addietro le era stato anticipato, le sareb-

be stato richiesto di fare. In data 9.3.2018 veniva consegnata let-tera di licenziamento avendo la società "deciso di eliminare il profilo di dirigen-te da lei rivestito in quanto non fun-zionale alla nuova realtà aziendale e al modello che la società intende adottare per salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali".

DirittoIl tribunale rileva innanzitutto che il li-cenziamento è ingiustificato, la società lo ha infatti motivato con la volontà di eliminare il profilo di dirigente, ma non chiarisce affatto se avesse deciso di sop-primere la posizione del ricorrente e di eliminare la sua funzione… omissisLa motivazione solo apparente (elimi-nare il profilo di dirigente da lei rivesti-to) disvela, ad avviso del giudicante, la vera ragione che ha indotto la Società a risolvere il rapporto di lavoro e va in-dividuata nel rifiuto del dirigente di ac-cettare la riduzione della retribuzione. Ne costituisce evidente presunzione la contestualità temporale tra il rifiuto, co-municato dal ricorrente alla società con lettera del 19.2.2018 e la comunicazione del licenziamento avvenuta a distanza

di solo 18 giorni, il 9.3.2018.La conseguenza di tale ricostruzione è che il licenziamento deve qualificarsi come “ritorsivo”, in quanto effetto della illecita reazione del datore di lavoro al legittimo esercizio del proprio di-ritto da parte del lavoratore, consistito nel rifiutare di accettare una proposta di riduzione dello stipendio che, come è noto, è affermato come diritto inde-rogabile da norma primaria (art. 2103 Codice Civile).La ritorsione, nel caso di specie, conclu-de il giudicante, è il motivo unico e de-terminante nella risoluzione del rappor-to di lavoro del ricorrente e come tale è illecito.Va dichiarata quindi la nullità del licen-ziamento e la società va condannata ai sensi dell’art. 18 Statuto dei lavoratori, come modificato dalla legge 92/2012 a reintegrare immediatamente il ricor-rente nel posto di lavoro e a risarcire il danno determinato in una indennità risarcitoria, commisurata all’ultima re-tribuzione globale di fatto percepita; da corrispondere dalla data del licenzia-mento a quella della sua reintegrazione nel posto di lavoro, oltre interessi a riva-lutazione monetaria. ■

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DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

REVIDENZAp

ro presente, il 13 febbraio scor-so, all’illustrazione alla Camera

dei Deputati del Sesto Rapporto sul Bi-lancio del Sistema Previdenziale Italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itine-rari Previdenziali. Questo rapporto sfata luoghi comuni e fornisce alla classe po-litica dati per prendere decisioni appro-priate in materia di welfare.In estrema sintesi, dal rapporto si evin-ce che la spesa per le pensioni è sotto controllo: l’aumento medio annuo del-le stesse negli ultimi 6 anni è stato pari allo 0,88%, mentre risulta sempre più fuori controllo l’aumento della spesa as-sistenziale, +5,32% medio annuo nello stesso periodo.La spesa pensionistica “pura” per il 2017, scorporando dalla stessa la quo-ta di spesa collegata al reddito (GIAS, maggiorazioni sociali e integrazioni al

minimo e l’IRPEF trattenuta su quanto erogato), si riduce a 151 miliardi, infe-riore di 34 miliardi di quanto lo Stato incassa con i contributi versati.Anche nel 2017 si registrano 8 milioni di pensioni assistenziali erogate rispetto a 16 milioni di pensionati; il costo di tut-te le attività assistenziali a carico della fiscalità generale per il 2017 è ammon-tato a 110,15 miliardi di euro.La separazione della spesa previden-ziale da quella assistenziale attuata da Itinerari Previdenziali è un'operazione utile non solo a livello contabile, ma an-che e soprattutto nella gestione delle comunicazioni con organi e istituzioni internazionali, cui troppo spesso questi dati sono comunicati assimilando spe-sa previdenziale e assistenziale tra loro, con il rischio che questi dati mettano in allarme le agenzie di rating e che spin-gano l’Unione Europea a chiedere al nostro Paese riforme del sistema previ-denziale, di fatto non necessarie.

Il problema del nostro Sistema Previ-denziale non sono le pensioni coperte da contributi, ma la spesa assistenziale; siamo uno dei Paesi europei che, in rap-porto al PIL prodotto, spende di più in assistenza; purtroppo mancano i con-trolli: il casellario centrale della spesa assistenziale, creato nel 2005, non viene alimentato dalla quasi totalità dei co-muni italiani. Occorrerebbe centralizza-re, come sostengono esperti del settore, tutte le informazioni relative alla spesa di assistenza (comunale, regionale, cen-trale, altre istituzioni) anche per consen-tire al Governo interventi di equilibrio nella distribuzione delle risorse.Il Rapporto mette in evidenza come sia essenziale ai fini della tenuta del si-stema di protezione sociale un mag-giore e serrato controllo sull’evasione fiscale e contributiva: solo 30,781 mi-lioni di cittadini su 60,589 milioni pre-sentano una dichiarazione dei redditi positiva. I contribuenti con reddito fino

Mino Schianchi Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e Vicepresidente ALDAI-FedermanagerePresentato alla Camera dei Deputati

Il bilancio del sistemaprevidenziale

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DI 35DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

REVIDENZApa 15mila euro lordi sono il 44,92% del totale e pagano solo il 2,82% di tutta l’IRPEF. I contribuenti con redditi sopra i 35mila euro lordi sono il 12,09% e pagano il 57,11% di tutta l’IRPEF.Non mettere sotto controllo la spesa assistenziale e le entrate fiscali renderà sempre più fragile il sistema di protezio-ne sociale.

Prospettive di breve termine 2019-2023Il Rapporto ha fornito ai politici presenti dati per poter valutare le iniziative più appropriate in materia previdenziale e assistenziale.La classe politica deve porsi l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio tra diverse esigenze: la sostenibilità finanziaria del sistema, la richiesta dei lavoratori anzia-ni di anticipare il pensionamento rispet-to a quanto previsto dalla legge For-nero, la speranza dei giovani di trovare presto un lavoro e di ottenere poi una

pensione dignitosa. Secondo le dichia-razioni degli esponenti di maggioranza, con Quota 100 il Governo ritiene di aver risposto ad un’esigenza sociale: andare in pensione ad un’età e in un momento della propria vita considerato giusto; ri-tiene anche che il reddito di cittadinan-za non sia una misura assistenziale, ma una misura proattiva per cercare il lavo-ro e far crescere il Paese. Al contrario gli esponenti dell’opposi-zione hanno ribadito che il reddito di cittadinanza caricherà le generazio-ni future di debiti, che Quota 100 non porterà pace sociale, ma aggraverà le ingiustizie e che, in un Paese che non cresce, non bisogna aumentare le spese per l’assistenza a scapito delle spese per

investimenti, che occorre fare chiarezza su chi pagherà queste spese aggiuntive.Alla fine del dibattito le posizioni sono rimaste inconciliabili. A mio parere permane la mancanza di fiducia nelle istituzioni: se chiediamo ad un giovane a quanto ammonterà la sua pensione ci risponde che non avrà una pensione. Quando si parla di patto intergenerazio-nale si parla della qualità della vita e del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Tradire quel patto con interventi con-tingenti può forse catalizzare consenso politico, anche a fini elettoralistici, ma darà un’ulteriore picconata alla coesio-ne sociale del Paese e metterà a rischio la sua stessa sopravvivenza. ■

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DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

REVIDENZAp

come un’intesa tacita: all’esordio della prima legge di bilancio, un nuovo Governo taglia le pensio-ni. Questa volta l’operazione è

nella legge triennale di bilancio (2019-2021) n. 145 del 30 dicembre 2018. Non è cambiato niente, forse solo qualcosa.

Pagano sempre i solitiPagano gli stessi pensionati che hanno già subito gli stessi prelievi, via via cre-scenti. Senza tanti giri di parole subisco-no una sorta di tassazione aggiuntiva a quella ordinaria sul reddito. Da lavo-ratori, hanno sempre pagato l’imposta sul reddito (Irpef ) e notevoli oneri pen-sionistici per costruirsi una pensione di-gnitosa; ora, da pensionati, continuano a pagare l’Irpef e ne subiscono altri due, ormai in via continuativa: il cosiddetto “contributo di solidarietà” (nominal-mente modificato, come diremo) e “la sospensione o le modifiche peggiorati-ve della perequazione.” La novità è l’infamante soglia di reddi-to di 100mila euro lordi (63mila netti), oltre la quale il nuovo legislatore ha introdotto un “tributo”, che pagano in termini di dignità personale insultata. Annunciati nella campagna prepara-toria, i nuovi prelievi sono presentati come una sorta di risarcimento dovuto da “privilegiati”, additati come percetto-ri di pensioni non guadagnate, in tutto o in parte. Pensioni che, invece, “hanno diritto ad avere per capacità personali e storia contributiva” (Ambrogioni). Al netto delle ingiurie subite, come appe-na detto, i nuovi provvedimenti sono la successione seriale di tagli praticati continuamente e accentuatisi a partire

dal 2000. Proveremo a segnalarne simi-litudini e differenze.

1 - Il nuovo “contributo di solidarietà” si chiama semplicemente “riduzione”Dal punto di vista normativo il provve-dimento era prima collegato al prin-cipio costituzionale della “solidarietà”, chiave di volta del nostro ordinamento democratico. Adesso, la nuova legge abbandona il richiamo al principio soli-daristico e, in maniera più ruvida, dice semplicemente che “i trattamenti pen-sionistici [...] sono ridotti di un’aliquota di riduzione progressiva”. “Riduzione” dunque è il nuovo nome del “contributo di solidarietà”. Questo veniva applica-to, normalmente, per 3 anni. L’ultimo (2014-2016) con aliquote dal 6% al 18%. Questa volta per 5 anni con aliquote progressive dal 15% al 40%. Ma è il confronto fra obiettivi e risorse che merita la maggiore attenzione. 1. Ci troviamo dinanzi a cambiamenti importanti della politica previdenziale (qualcuno li definisce addirittura “sto-rici”). Si amplificano gli interventi assi-

stenziali. Ma il Governo limita il suo rag-gio d’intervento a una platea ristretta di cittadini: i pensionati. In particolare a quelli con reddito lordo annuo supe-riore a 100mila euro. Gli stessi che sono assoggettati, pesantemente, anche all’altra penalizzazione, di cui diremo nel seguito. 2. C’è un indirizzo della Corte Costitu-zionale che merita rispetto. Dice che dinanzi a situazioni di carattere ecce-zionale, il legislatore non deve restrin-gere la platea dei soggetti passivi; deve, invece, imboccare la via maestra di un’imposizione “universale”, cioè di ca-rattere generale. (Sentenze n. 223/2012, n. 116/2013, e precedenti). Niente è più eccezionale e importante che “abolire la povertà” come è stato annunciato.3. È il caso di richiamare un assioma proprio dei Paesi democratici, secondo il quale non vi è Stato sociale senza un'a-deguata fiscalità. Questa volta siamo in presenza di un obiettivo che domanda risorse strutturali e di notevole entità. Sarebbe necessario, quindi, il coinvol-gimento della fiscalità generale (art. 53 della Costituzione). Almeno chiamando alla stessa contribuzione supplementa-re tutti quelli che hanno redditi equiva-lenti.4. E, invece, il Governo segue l’altra strada: il prelievo su una platea ristret-

Antonio Dentato Componente Sezione Pensionati Assidifer-Federmanager

è

Pensioni: è tutto come prima, ma anche no

Non vi è Stato sociale senza un'adeguata fiscalità. Siamo in presenza di obiettivi che domandano risorse strutturali di notevole entità che implicano misure basate sulla fiscalità generale.

IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ SULLE PENSIONI D'ORO (2019-2023)Importo lordo della pensione annua Misura della

RiduzioneOltre Sino a€ 100.000,00 € 130.000,00 15%€ 130.000,01 € 200.000,00 25%€ 200.000,01 € 350.000,00 30%€ 350.000,00 € 500.000,00 35%€ 500.000,01 — 40%

L'importo lordo della pensione a seguito dell'applicazione del contributo di solidarietà non può ridursi al di sotto dei 100mila euro lordi annui. Sono dispensate dall'incisione le pensioni ai superstiti, le pensioni interamente calcolate con il sistema contributivo, le pensioni assegnate alle vittime del dovere o del terrorismo e le pensioni di invalidità.

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DI 37DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

REVIDENZApta di cittadini. Vista l’insufficienza delle risorse rispetto all’obiettivo (in 5 anni, 415 milioni al netto degli effetti fiscali), diventa chiaro il segnale politico. L’o-perazione è sventolata come un punto d’onore contro quei cittadini che la nar-razione ha collocato in “ambiti privile-giati” e definiti astiosamente “pensiona-ti d’oro”. 24.287 pensionati che, per un quinquennio, saranno assoggettati alla “riduzione”. È la discriminazione di una minoranza sociale composta da cittadi-ni “i cui nomi sono individuati in elenchi dell’anagrafe tributaria o nelle banche dati dell’INPS”. (Vedi articolo Dirigenti In-dustria di Dicembre 2018 “Non per equità ma per cassa”).

2 - Una scappatoia per il nuovo sistema di perequazioneAffinché l’operazione non lasci spazio a dubbi, anche l’altro intervento riduttivo, con tagli mirati e in maniera altrettan-to rilevante, continua a colpire le stesse persone. 1. Le modifiche o le sospensioni della perequazione “prima” venivano colle-gate ad esigenze di bilancio pubblico o previdenziale. In particolare, il blocco veniva applicato per un anno. Poi per due anni (2012-2013). Successivamen-te è stato introdotto un blocco parziale della durata di tre anni poi prorogata per altri due. Questa volta per tre anni, quindi sempre peggio.2. In occasione di blocchi precedenti, gli adeguamenti venivano totalmente sospesi per le fasce al di sopra di una cer-ta soglia; con la nuova legge triennale, per nessuna fascia il blocco è totale. Uno potrebbe dire: ecco una buona cosa. At-tenzione: le modifiche introdotte sono un escamotage a protezione di eventua-li censure della Corte Costituzionale.

Nessuna discontinuità, solo un inasprimento del meccanismoLa lettura della norma rende eviden-te che il nuovo meccanismo peggiora quello finora adottato. Il comma 260 del-la nuova legge di bilancio si richiama al modello perequativo stabilito dall’arti-colo 34, comma 1, della legge 23 dicem-bre 1998, n. 448. Questo richiamo però appare quantomeno superfluo, se non

fuorviante. Perché a leggerlo sembra che sia stato abbandonato il meccani-smo “a fasce” applicato dal 2014 e che sia stato reintrodotto quello più generoso a tre “scaglioni”: 100%, 90%, 75%. Invece la griglia applicata si pone in perfetta continuità con quella usata fino all’anno appena passato. È solo la maggiore pe-nalizzazione a fare la differenza rispetto a quella utilizzata fino al 2018. Il disposi-tivo mantiene il meccanismo delle fasce e le stiracchia. Le aumenta di numero: da 5 a 7 e poi abbassa progressivamente il valore delle percentuali d’indicizzazio-ne. Solo le pensioni fino a 1.522 euro riceveranno una indicizzazione piena, al 100%. Tra 4 e 5 subiranno una buona li-matura. A partire dai trattamenti appena superiori a 5 volte il minimo INPS (poco sopra 2.500 euro lordi) gli adeguamenti saranno solo di facciata. Assolutamente irrisori. (Cfr: “Taglio nascosto alle pensio-ni” di Carlo Mazzaferro, www.lavoce.info, 8.1.19).

Le aspettative dei pensionati1. Oltre che sulle misure riduttive at-tuali, è sperabile che le magistrature che saranno chiamate a pronunciarsi su eventuali ricorsi tengano conto anche delle reiterazioni e progressive pena-lizzazioni che hanno subito le pensioni, almeno a partire dagli ultimi decenni. 2. E, per quanto attiene alla perequa-zione, è evidente che il nuovo disposi-tivo è finalizzato a “paralizzare” il mec-canismo. Pertanto, è auspicabile che si tenga conto del monito della Corte costituzionale quando dice che anche le pensioni di maggiore consistenza potrebbero non essere sufficientemen-te difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta (V. Sent. Cost. n. 316/2010).3. Queste pensioni, per quanto di “maggiore consistenza”, e più “resisten-ti” dinanzi all’inflazione, per effetto dei diversi provvedimenti riduttivi, hanno già perso il 20% del potere d’acquisto, per tener conto solo dei provvedimenti adottati dal 2000. 4. Gli effetti di trascinamento di que-sto perverso meccanismo sottrattivo continueranno vita natural durante dei titolari e si ripercuoteranno sugli aventi diritto alla reversibilità. 5. Queste perdite si sommeranno, mol-

tiplicandosi, a quelle, per 3 anni, deri-vanti dal nuovo provvedimento.

Un sistema assistenziale per tuttiSiamo in presenza di disposizioni che mentre, al presente, si propongono di sostenere la nuova politica dell’assi-stenza, proseguono un fenomeno che dura ormai da anni. Una sorta di “fiume carsico”, sempre più impetuoso e debor-dante, che scava sotto il sistema previ-denziale. Ogni nuovo intervento legi-slativo lo trasforma tendenzialmente in un’altra cosa. Qualcosa di uniforme, per tutti. E, vogliamo credere, senza nessun disegno studiato al riguardo. A forza di tagliare le pensioni previdenziali per sostenere, esse sole, l’ampliamento di quelle assistenziali, forse un giorno ci si accorgerà che non è poi così necessario insistere nel domandare la separazione delle due tipologie di prestazioni. Ma questo determina riflessi importanti sul-la visione dello Stato; aspetti che vanno oltre l’argomento che stiamo trattando. Una prospettiva che interpella la politi-ca, tutta, per valutarne le conseguenze.

Intanto le iniziative di Federmanager e CIDASaranno gli organi decisionali di Feder-manager e CIDA a definire le azioni più idonee contro le nuove misure riduttive delle pensioni. È importante però che gli associati partecipino al dibattito che si sta sviluppando. Una partecipazio-ne convinta e consapevole che rilanci i messaggi dell’Organizzazione (Vedi nel numero di dicembre 2018 di questa rivi-sta l'articolo di Stefano Cuzzilla "Avanti tutta: strategia e visione per accelerare il cambiamento"). Per gli argomenti fin qui evidenziati, diventa necessario e urgen-te un impegno comune almeno su tre iniziative: 1) il sostegno a eventuali ricorsi pilota;2) il consolidamento di alleanze con il

mondo delle associazioni che condi-vidono gli obiettivi di Federmanager e CIDA;

3) il rafforzamento delle attività di co-municazione in grado di fronteg-giare le fake news e gli attacchi che vengono quotidianamente dall’e-sterno, per rendere costante e do-cumentata l’informazione interna. ■

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Informazioni su disponibilità e prenotazioniSegreteria Villaggio La Pizzuta, Corso Venezia, 8 - Milano

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Il villaggio si trova nella Contrada Cervo in località Parghelia (VV). Si può raggiunge in aereo (Lamezia Terme), in treno (Tropea) o in auto (uscita Autosole di Pizzo Calabro).Il Villaggio La Pizzuta★★★★, è apprezzato dai manager italiani per la qualità del soggiorno e il rapporto qualità-prezzo. Il Certificato di Eccellenza TripAdvisor è stato assegnato anche per il 2018. Il punto di forza del resort è la splendida natura entro la quale si trova, immerso in un grande giardino mediterraneo con centinaia di varietà botaniche. La vacanza si vive all’insegna del comfort e in armonia con la natura, tra cielo e mare, davanti alle isole Eolie.

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• La qualità del soggiorno, tra piante e fiori, in linde camere dotate di ogni comfort e la sensazione di relax e benessere che si avverte subito all’arrivo in questo “piccolo Eden fiorito sul mare di Tropea”.

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• Gli spettacoli serali nell’area del teatrino, con mini-dance, show, cabaret e giochi coinvolgenti.

• Le offerte di escursioni culturali e turistiche (esempio la mini-crociera alle Eolie, la gita in motobarca alla caletta di Capo Vaticano, la visita ai Bronzi di Riace e altro ancora).

• Le attività sportive (beach-volley, ping-pong, bocce, ecc.) e ricreative (in tutti i periodi della stagione – torneo speciale di bridge e burraco dal 15 al 22 settembre).

• L’efficienza del personale di Segreteria, attento alle varie esigenze dell’ospite.

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• L’eccezionale quotazione settimanale (a partire da 455,00 euro, compreso soggiorno e trattamento di pensione completa - bevande escluse).

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA

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DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

NERGIA ED ECOLOGIAeQuanto costa oggi ricaricare un’auto elettrica?

ispondere al quesito posto nel tito-lo non è sempre immediato, perché

i possessori di auto elettriche dispongo-no di numerose opzioni per ricaricare i propri veicoli – in ambiti pubblici o privati – e a ciascuna di queste opzioni corrisponde un diverso costo di ricarica. È inoltre essenziale evidenziare che, ai sensi della normativa europea, il servi-zio di ricarica di veicoli elettrici in luo-ghi aperti al pubblico è un servizio che si deve sviluppare in concorrenza e, pertanto, la determinazione dei prezzi di ricarica in questi contesti può non discendere necessariamente dai prezzi dell’energia elettrica e dalle tariffe rego-late dall’Autorità per l’energia (ARERA): costo della ricarica e prezzo di vendita del servizio sono cioè due concetti da tenere ben distinti. Proprio per questo motivo sono in costante crescita sia le

proposte per contratti di ricarica offer-te da aziende che non coincidono con venditori di energia (dette “mobility service providers”), sia i punti di ricarica pubblici che sono realizzati ampliando gli impianti elettrici preesistenti presso esercizi commerciali di varia natura (su-permercati, hotel, ristoranti, stazioni di servizio, ecc.) e dunque non utilizzano una connessione alla rete elettrica de-dicata esclusivamente a questo scopo.L’entità del costo è poi influenzata, inevitabilmente, anche dalle caratteri-stiche del servizio reso; la percezione di qualità di questo servizio dipende molto dalla durata della sosta necessa-ria per ricaricare la batteria. A parità di autonomia chilometrica resa disponi-bile, la sosta è tanto più breve quanto maggiore è la potenza elettrica eroga-bile dall’infrastruttura locale. Questo aspetto è particolarmente importante per i punti di ricarica pubblica, tanto è

vero che negli ultimi anni i dati mostra-no un progressivo aumento negli anni delle potenze impegnate: da 3 kW nel 2011 fino a 22 kW nel 2016, con una diffusione sempre maggiore negli ulti-mi anni di punti di ricarica rapida con potenza pari ad almeno 50 kW. Nel caso di ricariche presso la propria abitazione, box o azienda, la scelta di aumentare la potenza impegnata è invece da valu-tare con attenzione e da non ritenere obbligata, come può chiarire un sempli-ce esempio: utilizzando per 8 ore (tipi-camente notturne) solo poco più di un terzo dei 3,3 kW contrattualmente di-sponibili nel 90% delle abitazioni italia-ne, si ottiene una ricarica di poco meno di 10 kWh, tale da consentire ad un’auto elettrica di percorrere più di 60 km, che sono quasi sempre sufficienti a coprire il tragitto casa-lavoro senza creare ansia nel guidatore.La variabilità delle situazioni sopra de-scritte si traduce in una variabilità di prezzi del servizio di ricarica che discen-de dalla struttura dei costi sopportati da chi gestisce un “punto di ricarica” (che può coincidere con il cliente finale uti-lizzatore del veicolo solo nel caso della ricarica privata). Due sono le principali voci che contri-buiscono a formare il costo medio del servizio di ricarica di veicoli elettrici: il costo della fornitura di energia elet-trica e il costo dell’infrastruttura ne-cessaria ad effettuare il prelievo di ener-gia, come schematizzato nella figura a corredo di questo articolo. Per quanto riguarda il costo dell’infra-struttura è utile sottolineare le differen-ze tra ambito pubblico e privato: a) nel caso di ricariche in ambito pri-

vato, è generalmente lo stesso pro-prietario del veicolo che si deve oc-cupare di predisporre e mantenere un impianto elettrico idoneo e sicu-ro, eventualmente installando anche apparecchi di controllo intelligente della ricarica (tramite temporizza-

rEmanuele Regalini ARERA – (Le opinioni espresse nel presente contributo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale di ARERA)

Si avvicina l’era dell’auto elettrica, ma il problema che attualmente limita il suo sviluppo è l’autonomia delle auto ed il tempo/costo di ricarica delle batterie. Su questo punto specifico ci aggiorna il seguente articolo dell’ing. Regalini di ARERA, e che sarà oggetto di dibattito nel corso della conferenza sulla Mobilità Elettrica, organizzato dal Comitato Trasporti ed Infrastrutture del GdL Energia ed Ecologia ALDAI-Federmanager per il 21 marzo prossimo.

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NERGIA ED ECOLOGIAezione, limitazione della corrente cir-colante, ecc.), spesso indicati con il termine “wall box”;

b) nel caso di ricariche in luoghi ac-cessibili al pubblico, l’installazione e manutenzione dell’infrastruttura (cioè la cosiddetta “colonnina”) è in-vece responsabilità del gestore del punto di ricarica, il quale ingloberà nel prezzo di vendita del servizio sia tali costi sia la remunerazione della propria attività d’impresa; inoltre, qualora il servizio non venga eroga-to a titolo gratuito, tra questi costi saranno da considerare anche quelli necessari alla gestione della transa-zione economica col cliente finale (gestione delle telecomunicazioni, sviluppo e manutenzione del softwa-re ed eventuali commissioni applica-te dai circuiti interbancari).

Per valutare come, in diverse situazioni di ricarica, si possano combinare tra loro i molti elementi di costo sopra descrit-ti, ARERA ha sviluppato e pubblicato sul proprio sito internet (https://www.arera.it/it/elettricita/veicoli_ele.htm)

calcoli di dettaglio relativi a dodici di-versi scenari che, pur senza pretese di esaustività, presentano una panoramica piuttosto ampia dei costi del servizio di ricarica a cui può andare incontro oggi chi acquista un’auto elettrica di presta-zioni medie; si è cioè considerata una vettura con consumo specifico medio pari a 0,15 kWh/km e assunta una per-correnza media di 10.000 km/anno (il fabbisogno annuo di energia elettrica per la sola ricarica risulta dunque pari a 1,5 MWh). L’analisi degli esempi evidenzia come il prezzo finale per il servizio di ricarica di veicoli elettrici utilizzabile da una fa-miglia possa oggi variare in Italia in una fascia piuttosto ampia, indicativamente compresa tra 250 e 500 €/MWh. Pur non mancando alcune eccezioni, la “ricarica privata” mostra prezzi concentrati so-prattutto nella fascia bassa (da 260 a 370 €/MWh, cioè da 3,90 a 5,55 € per 100 km) ed è dunque generalmente più conveniente della “ricarica pubbli-ca”, i cui prezzi si concentrano nella fa-scia alta (tra 380 e 500 €/MWh, cioè tra

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5,70 e 7,50 € per 100 km), ma questo risultato è tutt’altro che sorprendente, in ragione sia della maggiore potenza tipicamente disponibile nei punti aperti al pubblico sia dei maggiori costi infra-strutturali descritti in precedenza. I costi infrastrutturali sono responsabili in media del 20% di questi prezzi, men-tre le componenti di prezzo amministra-te (cioè fissate per legge e dunque non soggette a concorrenza) rappresentano circa la metà del prezzo finale (tra il 40% e il 60%), crescenti al crescere della po-tenza erogata; il restante 30% medio ri-mane dunque contendibile nell’ambito dei mercati competitivi dell’energia e dei servizi. È da ultimo interessante osservare come il panorama di prezzi appena descritto non risulti molto diverso da quello ri-scontrabile in altri Paesi europei. A tale riguardo, i prezzi dell’energia elet-trica in ambito domestico, è stata deter-minante la riforma tariffaria introdotta nel 2017, che ha consentito ai prezzi ita-liani di scendere al di sotto della media dell’Area Euro. ■

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ITA ASSOCIATIVAv

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Quale futuro per l’Europa?I dirigenti ne discutono il 27 marzo

Raffaele TasseriniCoordinatore GdL Geopolitica e Internazionalizzazione ALDAI-FedermanagerCoordinatore GdL Dirigenti per l'Europa [email protected]

el corso degli ultimi anni ALDAI si è costantemente

interessata ai problemi dell’Europa Uni-ta, partendo dalle sue basi teoriche con il Manifesto di Ventotene, passando at-traverso la fondamentale nascita della CECA, la nascita dell’Unione e della sua Costituzione, attraverso il passaggio dai sei Paesi fondatori agli attuali ventotto e con l’avvento dell’euro adottato dalla maggioranza.Non vi è mai stato un accordo tra i con-traenti tale da determinare una facile convivenza. Troppe sono le differenze culturali e sociali che rendono difficile accettare una Costituzione e le sue leggi talvolta ritenute imposizioni del più for-te. La vita all’interno dell’Unione è sem-pre stata difficile e ha creato complica-zioni notevoli. Pensiamo al trattamento subìto dalla Grecia.Ciò ha risvegliato un desiderio di cam-biamento, sentito da tutti in effetti, che si è particolarmente sviluppato in Pae-si che da anni sono alla ricerca di una vera democrazia interna e che assumo-no tendenze “sovraniste”, critiche verso un’Europa che giudicano creata solo a favore dei Paesi più sviluppati.Sanno però bene che solo nell’Unione europea potranno svilupparsi e sono, perciò, contro l’attuale Unione, contro il suo presunto centralismo, ma forte-mente la vogliono, cambiata a loro fa-vore. Non accettano dunque quello che ora dovrebbe essere il superamento delle identità nazionali politicamente parlando e sono contrari alla natura-le evoluzione in questo senso. D’altra parte i Paesi nordici e i Paesi Bassi non vogliono concedere ad altri l’aiuto che sarebbe necessario.“L’Europa, dunque, è e rimane un’allean-za di Stati in gran parte sovrani, differen-ti per lingua, cultura, storia e tradizioni

che oltretutto sono oggi premuti dalle opinioni pubbliche a recuperare spazi ulteriori di sovranità nazionale.L’unione monetaria ha raggiunto i suoi primi vent’anni e avrebbe dovuto esse-re propedeutica alla futura unificazione politica se, come si desidera, si vuole arrivare agli Stati Uniti d’Europa, come nelle intenzioni finali dei Padri Fonda-tori.Alla fine del 2017 ALDAI ha realizzato un evento di presentazione dei risultati dell’indagine “I dirigenti e l’Europa” che ha messo in evidenza che la fiducia nel-la UE dei dirigenti Italiani (66%) era qua-si il doppio di quella degli altri italiani (36%) e molto maggiore di quella degli altri Paesi europei (42%).Una delle domande in particolare chie-deva “Ritieni che per uscire dall’at-tuale momento di crisi la UE debba modificare il proprio assetto istitu-zionale?” e aveva riscosso la maggio-ranza dei sì.Ora, sulla base dell’evento delle elezio-ni europee di maggio è lecito chiedersi

“Quale futuro per l’Europa?” dando per scontata l’importanza dell’appunta-mento elettorale per capire la visione politica che dominerà il vecchio conti-nente.Opportuna quindi la domanda “Sovra-nisti (Gruppo Visegrad e non solo) contro Europeisti”: chi la spunterà?In attesa di conoscere i programmi e le proposte dei candidati, abbiamo prova-to a chiederci cosa i dirigenti desidere-rebbero per l’Europa.L’abbiamo sintetizzato nei seguenti tre macro obiettivi/aspettative, che rappre-sentano le tre domande che riteniamo più urgenti:î Quale futuro Socio-Economico per

l’Europa?î Quale futuro per l’Europa con Fede-

ralismo vs. Nazionalismo?î Quale futuro per la Sicurezza in Eu-

ropa?Questi temi saranno sviluppati da tre nostri colleghi in un incontro con dibat-tito finale in occasione dell’Evento orga-nizzato dal GdL dirigenti per l’Europa. ■

n

Prenotazioni online - www.aldai.itSelezionare il menu EVENTI per visualizzare il calendario mensile. Scegliere l'evento di interesse. Cliccare sul titolo per consultare l'agenda. Registrare la partecipazione compilando i campi obbligatori. IMPORTANTE: inserire il flag (✔) in basso a sinistra per evidenziare il bottone verde.

Prenotazioni a mezzo faxInviare la comunicazione al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto il titolo dell'argomento prescelto.

Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

COME PRENOTARSI AGLI EVENTI DI QUESTO NUMERO

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

Mercoledì 27 marzo 2019 alle ore 17.00

Per prenotazioni vedi box sottostante.

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DI 43DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

ITA ASSOCIATIVAvRicominciare con il sorriso

Giancarlo Puppi

Storia di una giovane dirigente che, dopo aver perso il lavoro, ha riacquistato serenità, fiducia e sorriso ed è ripartita in una nuova esperienza professionale.

urora (nome di fantasia usa-to per raccontare una storia

reale, mantenendo il giusto livello di anonimato) è una giovane donna in car-riera arrivata a ricoprire (in un’azienda chimico-farmaceutica) una posizione dirigenziale di alta responsabilità e con respiro internazionale.Ha investito molto nella sua crescita ma-nageriale, costruendo un solido team in ambito locale ed internazionale. Ha rac-colto apprezzamenti dal vertice azien-dale, colleghi e collaboratori.Forse troppo impegnata a dare sempre il meglio di sé stessa per l’azienda (im-presa padronale cresciuta con succes-sive acquisizioni), non si è resa conto che le intervenute operazioni societa-rie (confluenza della società in gruppi internazionali di maggiori dimensioni e complessità organizzative) stavano mutando gli equilibri interni, con riallo-cazione delle sue attività su altre risorse in ambiti geografici diversi. La perdita del posto di lavoro è stata per Aurora una grossa sconfitta personale, che ha molto influito sul suo morale. Quando l’ho incontrata per la prima volta per il percorso di tutoring, dal suo volto traspariva il tormento personale che stava vivendo: raccontare l’espe-rienza vissuta significava per Aurora versare qualche lacrima e ammettere la sua personale sconfitta e il tradimento subìto dall’azienda alla quale si era de-dicata forse più del dovuto.

Dalla prima sessione, ancor prima di ar-rivare a definire l’obiettivo del percorso di tutoring, è stata posta come priorità quella di recuperare occasioni per sorri-dere e per credere nelle proprie capa-cità, reagendo razionalmente anche in questa situazione avversa.Il confronto con il tutor le ha permesso di “aprirsi” gradualmente (sentiva l’esi-genza di confrontarsi con una persona che la sapesse ascoltare e le ponesse domande sulle quali riflettere) e a valu-tare in maniera più realistica quanto ac-cadutole nell’esperienza professionale conclusa.Con lei, per rimuovere le negatività della chiusura del rapporto lavorativo e per poter invece lavorare sulle mol-te positività possedute, si è deciso di avere sessioni di tutoring con frequen-za settimanale. Ciò le ha consentito di essere sempre impegnata a lavorare su di sé e al tempo stesso di creare le con-dizioni per una sua pronta e immediata reazione.Così è stato. Aurora ha gradualmente riacquistato fiducia in sé stessa, è stata in grado di riallacciare le relazioni con amici, ex colleghi, consulenti, riuscendo a dare una narrazione serena dell’espe-rienza professionale avuta per gettare le basi per nuove opportunità profes-sionali. Sul suo volto è riapparso il sor-riso e con questo la voglia di gestire il suo futuro professionale, ricercando da un lato le giuste soddisfazioni pro-fessionali, ma dall’altro creando spazi fondamentali per la propria vita privata (prima spesso sacrificata per la carriera e l’azienda).Aurora, nelle sessioni di tutoring, ha la-vorato su come migliorarsi nel rapporto

con i capi, i colleghi e i collaboratori, in-dividuando le modalità per saper ascol-tare, ma anche per dosare il proprio contributo richiedendo anche agli altri il giusto livello di collaborazione.Ha anche posto le basi per bilanciare la propria vita professionale con le sue aspettative di vita privata.Aurora mostrava progressivamente un evidente personale cambiamento: mol-to più sicura, attiva nei contatti e nella ricerca di soluzioni professionali, sorri-dente e anche più tollerante. Il sorriso (e l’empatia) le hanno permesso di entrare in contatto con nuovi contesti profes-sionali dimostrando le proprie possibi-lità.Grazie ai suoi contatti e al mutato atteg-giamento, è riuscita – in breve tempo – a individuare alcune alternative per la sua rioccupazione, sempre nello stesso settore di provenienza e in posizioni si-milari.Ciascuna delle alternative presentava aspetti positivi e criticità: Aurora alla fine ha scelto l’occupazione che le per-metteva di cimentarsi in una sfida am-biziosa, ma continuando a operare in ambito internazionale e a contatto con organismi associativi internazionali, per permetterle il continuo aggiornamento e la crescita del suo network.Al termine del percorso di tutoring (ini-ziato a ottobre e terminato a dicembre 2018 con 10 sessioni) Aurora ha espres-so il seguente giudizio sul servizio tuto-ring ricevuto in ALDAI: “mi ha permesso di rivalutare in modo critico e oggettivo quanto mi è successo, di guardare il mon-do con il sorriso e di mantenere la sereni-tà, facendo cose che mi diano gioia e sod-disfazione“. ■

a

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DI44 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Angelo DrusianiConsulente Banca Albertini Gruppo Ersel

iù che la tecnica che caratte-rizza il sistema di pagamenti

utilizzato in area euro e denominato Target 2, sarà interessante valutare quali siano gli effetti che, nel corso

degli anni, l’utilizzo stesso ha prodotto. Tutt’altro che positivi per l’Italia e, in mi-sura minore, per la Spagna, ma abbon-dantemente positivi per la Germania, a chiara testimonianza degli squilibri che in area euro si sono prodotti tra i Paesi che hanno adottato la moneta unica.La strategia del Quantitive Easing, da un lato, il trasferimento di capitali dal no-stro Paese ad altri di area euro, dall’altro, hanno contribuito in misura rilevante a indebitare Banca d’Italia nei confronti della Banca Centrale Europea.L’indebitamento è nato in forma diretta nel momento in cui, quotidianamente, la nostra Banca Centrale ha acquistato, per conto della BCE, titoli di Stato emes-si dal nostro Dipartimento del Tesoro e depositati presso banche estere.L’indebitamento è nato in forma indiret-ta quando un nostro connazionale, per motivi vari, ha trasferito oltre frontiera capitali depositati fino a quel momento presso banche italiane.La cosiddetta fuga di capitali ha in parte contribuito al saldo negativo, che non è di livello modesto, perché si attesta a cir-ca 450 miliardi di euro.Il conteggio di questo valore, che an-che per la Spagna assume un importo tutt’altro che trascurabile, circa 400 mi-liardi di euro, è abbastanza complesso e, per chi ha basi di ragioneria consolidate, di difficile comprensione. Il “dare e ave-re” di Besta o Zappa quasi del tutto di-menticati, per dar vita a movimentazioni particolarmente articolate: la ragione di

fondo è che nelle transazioni contabili il fulcro è la Banca Centrale Europea.Target 2 la considera quasi una sorta di Cassa di Compensazione, in grado di garantire il buon esito dei pagamenti quotidiani in area euro: a fine 2017, le operazioni effettuate quotidianamente erano mediamente 350mila, per un con-trovalore di 1.697 miliardi di euro.In pratica, per ogni pagamento, cui cor-risponde un incasso, le registrazioni con-tabili sono pari a quattro.Il processo si articola in più fasi. Va premesso che le Banche Centrali dei Paesi d’area euro hanno riserve di liqui-dità presso la BCE. A loro volta, le Banche Centrali dei Paesi d’area euro hanno rap-porti di corrispondenza con le banche locali, che intrattengono analoghi rap-porti di corrispondenza con la propria clientela.Nel caso un cliente di un Paese d’area euro denominato 1 (d’ora in poi banca 1) debba accreditare un fornitore residente in un altro Paese d’area euro denomina-to 2 (la cui banca sarà banca 2), dovrà chiedere alla propria banca residente nel Paese d’area euro denominato 1, banca 1, di effettuare l’accredito stesso.Nell’ipotesi che la transazione assuma il valore di 1.000 euro, contabilmente, la banca 1 addebiterà il cliente dell’im-porto citato. Conseguenza contabile immediata è che la banca 1 ridurrà di 1.000 euro le proprie passività nei con-fronti del cliente, e, nel contempo, poi-ché le movimentazioni transitano tutte attraverso BCE, la stessa banca 1 dovrà trasferire i 1.000 euro alla banca 2 dell’al-tro Paese d’area euro, attingendo alle ri-serve presso BCE che la banca 1 detiene presso la Banca Centrale 1. In tal modo, la banca 1 dovrà registrare pure la diminuzione di 1.000 euro delle

riserve che, attraverso la Banca centrale 1 detiene presso la BCE.Anche se appare complessa la movi-mentazione, contabilmente la banca 1 registrerà un calo di una passività nei confronti del proprio cliente e delle atti-vità detenute in Banca Centrale 1.L’opposto viene contabilizzato da chi ri-ceverà l’accredito.La BCE, a sua volta, addebita il saldo di 1.000 euro alla Banca Centrale 1 e lo ac-credita alla Banca Centrale 2.Antesignano di Target 2 è Target, nato nel 1999, in contemporanea alla nascita della moneta unica europea: Trans-Euro-pean Automated Real-time Gross sett-lement Express Transfer system è la de-nominazione adottata per il sistema di pagamenti ideato dalle Banche Centrali francese, italiana e tedesca.Fin dal suo esordio, Target soddisfece le esigenze di quegli anni, ma l’aumento delle transazioni internazionali e delle contrattazioni effettuate nei mercati fi-nanziari indussero le tre Banche Centrali citate ad aggiornare il sistema, amplian-done le funzioni e aprendolo a un nu-mero via via crescente di aderenti.Nel 2007, il sistema Target 2 esordì, so-stituendo in toto Target, ed è tuttora operativo.A integrazione del numero di pagamenti giornalieri e del relativo controvalore in euro riportati sopra, sono attualmente 25 le Banche Centrali dell'Unione euro-pea che aderiscono o sono direttamente connesse al sistema Target 2.Oltre a 20 Banche Centrali di Paesi d'a-rea euro e alla BCE, aderiscono la Banche Centrali di Bulgaria, Croazia, Danimarca, Polonia e Romania. In totale 1.073 parte-cipanti diretti e 684 indiretti, a fine 2017.Non v’è dubbio che, al di là della mac-chinosità delle registrazioni contabili,

�Target 2:chi era costui?

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DI 45DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

Ciclo “Milano anni ’50-’60, crocevia della cultura"

l’idea, prima, e il sistema, poi, abbiano incontrato il favore di gran parte del si-stema bancario europeo, riscuotendo un indiscusso successo.Completano il quadro numerico l’indica-zione che circa il 70% dei pagamenti to-tali è di importo inferiore a 50.000 euro e che il 99,8% delle transazioni viene pro-cessato in meno di 5 minuti.Target 2 è il sistema necessario affinché la moneta unica funzioni e dovrebbe ac-compagnare il faticoso processo di inte-grazione finanziaria dell'area euro.Perché il condizionale sembrerebbe es-sere d’obbligo? Lo si è visto nel momen-to della presentazione dei debiti di Italia e Spagna. A fronte di tali debiti, è la Ger-mania a vantare un credito complessivo di poco inferiore ai mille miliardi di euro.Scompensi eccessivi, causati anche da una fase difficile sia economicamente, sia finanziariamente non solo in area euro, ma in gran parte dell’occidente del globo, proprio da fine 2007, pochi mesi dopo l’esordio del sistema Target 2.Alcuni economisti tedeschi, e con loro

automobili, oggi, peraltro, sotto scacco di possibili dazi di fonte statunitense.Forse, chi dalla Germania invoca l’usci-ta del Paese dall’area euro, dovrebbe concentrare gli sforzi sulle difficoltà che i dazi appena citati e “made in USA” potrebbero generare alle vendite di automobili oltre Atlantico, o cercando soluzioni diplomatiche con l’Ammini-strazione USA, o riducendo i prezzi di vendita: le recenti rilevazioni trimestrali evidenziano che il PIL della Germania sta gradualmente attestandosi a incrementi via via cedenti.Un campanello d’allarme? No, di più: la conferma che la crescita delle economie mondiali, Germania in primis, potrebbe essere ai titoli di coda! ■

In un momento di particolare tensione sociale ed economica del mondo globalizzato, le persone che si riconoscono nel pro-gramma del GdL Cultura ALDAI e che vivono a Milano non potevano mancare l’occasione di ripercorrere la storia del nostro tempo partendo proprio dalla Milano del dopoguerra, crocevia riconosciuto del mondo occidentale.Non una conferenza, non un ciclo culturale che apre ai diversi aspetti della vita italiana del secondo Novecento, ma un vero e proprio programma di incontri nella sede di ALDAI in via Larga 31 a Milano, ove differenti professionalità ed esperienze inten-dono confrontarsi sugli eventi che hanno fatto storia non solo a Milano, ma nel mondo intero.Due momenti di inizio e fine lavori – il 12 marzo e il 30 ottobre 2019 – e 18 incontri pro-grammati con scadenze quasi settimanali che spaziano nei mesi da marzo a giugno con la musica, la letteratura, il teatro e la pittura, per svilupparsi poi in settembre e ottobre dalla so-ciologia alla ricerca scientifica e dall’economia all’impresa produttiva. Testimonianze docu-mentate di vita milanese a cui tutti abbiamo a suo tempo partecipato ed anche un nuovo modo di fare cultura di gruppo, di documenta-re fatti e occasioni per dare un contributo allo sviluppo sociale e civile della nostra società e del nostro tempo.Vi invitiamo comunque a tenere monitorati i canali di comunicazione dell’Associazione per eventuali aggiornamenti e per confermare la propria partecipazione.

Alberto CantoniComponente GdL Cultura ALDAI-Federmanager

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

Lunedì 8 aprile 2019 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

Per prenotazioni vedi box a pagina 42

savethe date

molti politici, vorrebbero passare all’in-casso da Roma e da Madrid, ma per farlo dovrebbero rinunciare a far parte dell’a-rea euro, tornando al mai dimenticato, da molti cittadini della Germania, marco.Gli uni e gli altri dimenticano, peraltro, che la moneta unica ha largamente fa-vorito la stessa Germania.Facendole risparmiare ingentissime somme nella raccolta di denaro, attra-verso il collocamento di titoli di Stato: ancora oggi l’emissione decennale del Tesoro di Berlino paga un rendimento largamente inferiore all’1%.Al tempo stesso, il valore del marco, lad-dove l’area euro non fosse mai esistita, si sarebbe apprezzato a livelli tali da de-primere le esportazioni, in particolare di

data ora titoloMarzo 12/03/19 17.30 Inizio Ciclo / Milano, Crocevia della Cultura Cantoni

20/03/19 17.00 Cantanti e cantautori sotto la Madonnina OskarAprile 03/04/19 17.00 Brera e l’Innovazione a Milano Cantoni

04/04/19 17.00 Milano al femminile Savini/Bruttomesso17/04/19 17.00 Le Star della musica mondiale nella Milano del boom Oskar

Maggio 08/05/19 17.00 Il Piccolo Teatro e la contemporaneità: “Il caso di J. Robert Oppenheimer” di Heinar Kipphardt Bruttomesso

09/05/19 17.00 Pittura e Spettacolo Cantoni13/05/19 17.00 La letteratura italiana al tempo del boom economico Savini15/05/19 17.00 Gregory Corso, l’ultimo poeta beat Savini21/05/19 17.00 La Scala - ovvero il tempio della Lirica Oskar29/05/19 17.00 Strehler e Shakespeare, anni ‘50 Macbeth Savini

Giugno 04/06/19 17.00 Eduardo De Filippo a Milano “Le voci dentro” Garassino

05/06/19 17.00 I movimenti letterari del dopoguerra“Tre sentieri per il lago” di Ingeborg Bachmann Bruttomesso

Settembre 25/09/19 17,00 L’economia italiana e milanese tra gli anni ’50/’60 Firrao/De VardaOttobre 01/10/19 17.00 La Chimica italiana nella rivoluzione terapeutica Sansò

07/10/19 17.00 Miracolo a Milano del Design Merlini02/10/19 17,00 Lo sviluppo delle telecomunicazioni nel dopoguerra - Vannucchi De Varda09/10/19 17,00 Giulio Natta e il premio Nobel Garassino16/10/19 17,00 Leonardo da Vinci, genio universale a Milano Zanella30/10/19 17,00 Centro Culturale mondiale / Chiusura Ciclo Cantoni

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DI46 DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

I libri del mese

Andrea Pabis e Cristina BarberoAMORE OGGI TORNO A CASA PRIMAEdizioni Ilmiolibro Self Publishing 2018 Disponibile online e nelle migliori libreriePagine 160 14,00 euro - 4,99 euro formato Kindle

Il licenziamento rappresenta un problema economico e psicologico per tutti. La per-

dita del posto di lavoro non sarebbe un problema se in una settimana ci fossero tre proposte d’assunzione, ma in Italia diventa un dramma per la carenza di domanda di lavoro, solo 3 persone su 5, fra i 20 e i 64 anni, lavorano in Italia, come descritto nell’articolo “Non è un Paese per chi ha voglia di lavo-rare”. Il licenziamento è un dramma serio, con pericolose riper-cussioni psicologiche, per chi si è impegnato più di altri negli studi e nel lavoro conseguendo risultati che hanno meritato la dirigenza e le relative responsabilità, che coinvolgono e con-dizionano anche la vita privata e familiare. Sono questi i veri problemi del Paese dei quali nessuno parla.D’un tratto crolla il mondo e l’autostima. Migliaia di mana-ger di aziende private dell’industria, del terziario e dei servizi, si sono trovati ad affrontare “il lutto” per la perdita del lavoro e purtroppo il fenomeno reso evidente nel lungo periodo di crisi, continua ancora oggi per la difficoltà delle imprese nel conseguire la necessaria competitività globale in un contesto locale che non ne favorisce lo sviluppo. Il rischio per chi perde il posto di lavoro è aprire un “processo psicologico” invece di voltar pagina alla ricerca di nuove realizzazioni professionali che permettano di valorizzare il proprio talento. Ecco è pro-

Andrea Poggio GREEN MOBILITY: come cambiare la città e la vitaEdizioni Ambiente, aprile 2018 Disponibile nelle migliori librerie e on-linePagine 176 - 20,00 euro

Green Mobility è un libro curato da An-drea Poggio per Lega Ambiente, con il contributo di esperti del settore noti e

meno noti: Veronica Aneris, Laurence Bannerman, Maria Ber-rini, Stefano Boeri, Andrea Buonomini, Federico Caleno, Car-lo Carminucci, Anna Donati, Gianluca Donato, Katiuscia Eroe, Sergio Ferraris, Alberto Fiorillo, Gabriele Grea, Carlo Iacovini, Roberto Olivi, Valentino Piana, Matteo Pietripaoli, Stefano Por-ro, Carlo Ratti, Gianni Silvestrini, Carolina Solcia, Walter Tocci, Maria Rosa Vittadini, Edoardo Zanchini. Oggi sempre di più si parla di auto elettrica, di traffico, di infrastrutture, di mobilità sostenibile, di car sharing, di impatto ambientale, etc. In tale contesto la Green Mobility offre un’opportunità straordinaria per cambiare il nostro rapporto con i mezzi di trasporto e l’am-biente, sfruttando le opportunità che l’integrazione delle nuo-ve tecnologie offre. Il libro, scritto da esperti e rappresentanti delle industrie più innovative, esponenti di associazioni e rap-presentanti delle istituzioni, tecnici e urbanisti, economisti e sociologi, anche se rigorosamente scientifico, propone una let-tura semplice ed uno strumento di stimolo per acquisire con-sapevolezza e approfondire tematiche poco note all’opinione pubblica e alla sua classe dirigente. Come dice il sottotitolo, si parla di come cambiare la struttura urbana e il nostro stile di vita per far fronte al cambiamento climatico e per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Il settore dei trasporti, fon-damentale per lo sviluppo economico del Paese, purtroppo è anche fonte di inquinamento e di emissione di sostanze clima-alteranti, sempre più sotto la lente di ingrandimento di nuove e più evolute tecnologie, di regolamentazioni nazionali ed europee, di logiche di mercato mutevoli, con l’obiettivo di ridurre le fonti inquinanti, realizzando infrastrutture intercon-nesse e anche proponendo nuovi stili di vita. Se fino a poco tempo fa la lotta all’inquinamento derivante dal settore dei trasporti veniva pensato prevalentemente in termini di auto elettriche e sistemi di car sharing, oggi si sta diffondendo la consapevolezza che la nuova mobilità richiede anche un approccio diverso alla città e alla sua progettazione, dato che l'infrastruttura elettrica contribuisce alla ri-definizione dello spazio urbano. La nuova mobilità elettrica, oltre che intercon-nessa, condivisa, multimodale, è infatti anche una componen-te importante delle nuove città, che si stanno costruendo o riprogettando. Una mobilità a emissioni zero, capace di ga-rantire qualità dell'aria, salute, controllo del cambiamento cli-matico, è “Green Economy” con infrastrutture efficienti e mez-zi sicuri per l’intera collettività. Il raggiungimento di questo modello di sostenibilità ambientale nel libro viene proposto come un futuro possibile per il nostro Paese, a condizione che – trasversalmente – si sappiano cogliere le nuove opportunità che provengono dall’innovazione tecnologica, dalla “sharing

economy”, da infrastrutture che cambiano il volto delle nostre città. Questa è la “Green Mobility”, questo è il “futuro verde” per le attuali e per future generazioni. Il volume è diviso in tre parti: la prima affronta il tema della decarbonizzazione, i rap-porti con le politiche di riduzione delle emissioni e dell'inqui-namento, e presenta gli ultimi sviluppi tecnologici in un set-tore, quello della mobilità elettrica, che spazia dalle biciclette agli autobus; la seconda guarda all’esperienza di alcune città italiane all'avanguardia in questo processo di trasformazione, confrontandole con alcune più avanzate in ambito europeo e americano; la terza e ultima affronta il tema dei nuovi stili di mobilità degli italiani, sempre più "multi-modali" sia in percor-si urbani che extra-urbani.

Recensione di Luciano Giannini Socio ALDAI-Federmanager

Responsabile del Comitato Energia Elettrica

2 RECENSIONI CON PRESENTAZIONE • GDL CULTURA ALDAI

Il libro sarà presentato in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

Giovedì 21 marzo 2019, alle ore 17.30in occasione della Tavola rotonda sulla Mobilità elettrica

Per prenotazioni vedi box a pagina 42

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DI 47DIRIGENTI INDUSTRIA MARZO 2019

a cura di Monica Didò e Francesco TufarelliEUROSTORIE DI ORDINARIO SUCCESSO IN TEMPO DI BREXITDisponibile online e nelle migliori libreriePagine 173 - 15,00 euro

Un libro da leggere perché ci spiega i mo-tivi per cui dobbiamo essere orgogliosi di appartenere all’Unione europea anche se dobbiamo lottare per renderla migliore

verso un obiettivo Federale. Le storie, raccontate dai protago-nisti, tutti professionisti di notevole livello, ci parlano di alcune attività in diversi settori, quali quello della cultura e della for-mazione, della trasparenza e della legalità, dell’agricoltura, del turismo, della sicurezza interna ed esterna all’Unione, del pro-gramma Erasmus, ma anche delle sfide politiche attuali quali l’Europa digitale, l’Europa sociale, l’Europa dopo la Brexit e l’Eu-ropa del rilancio del processo di integrazione. Al di là degli er-rori che comunque sono stati fatti da tutti, la logica che anima gli autori è quella di fornire al lettore, al cittadino europeo, le in-formazioni utili per una valutazione sui vantaggi dell’apparte-nenza all’Unione, fondamentale per gli stessi autori, ai fini della crescita di ogni territorio in un contesto mondiale complesso, e al contempo per accrescere il proprio senso di responsabilità rispetto alle scelte sul futuro dell’Europa unita a fronte di un continente diviso dall’egoismo degli Stati nazionali.

recensione di Luciano De Stefani, Consigliere ALDAI-Federmanager

Monsignor Giulio DellaviteSE NE RIDE CHI ABITA I CIELIEdizioni Mondadori - gennaio 2019 Disponibile online e nelle migliori libreriePagine 232 - 18,00 euro

Le nove di sera di un nebbiosissimo ve-nerdì di febbraio. Un'auto sportiva, ultimo modello, sta percorrendo una sperduta

stradina di campagna nella "Bassa lombarda", tra i fiumi Oglio e Adda. Improvvisamente, la vettura si guasta. E, come se non bastasse, nemmeno navigatore e smartphone funzionano più. Parrebbe l’incipit del più classico thriller, invece è solo il prologo di un viaggio immaginario, durato meno di 24 ore, destinato però a durare il resto delle vite dei due principali protagonisti: Giorgio - giovane manager di una grande Com-pagnia, esperto di “problem solving” oltre che di business de-velopment - incidentalmente finito in un ambiente lontano anni luce dal suo mondo quotidiano; e Dom Ettore, abate di mezz’età che, con un manipolo di monaci benedettini, con-divide una vita d’altri tempi. Se il titolo del libro viene richia-mato ripetutamente, già a cominciare dalle prime righe, per l'autentica spiegazione del suo intrinseco senso bisognerà attendere le ultime pagine. Per fortuna, ci pensa il sottoti-tolo a illuminare il lettore. Un “viaggio”, quello intrapreso da Monsignor Giulio Dellavite (bergamasco, sacerdote dal 1996 e Segretario generale della Curia diocesana di Bergamo dal 2011), tramite i suoi due principali protagonisti, all’insegna di una lenta, graduale, reciproca conoscenza sia degli uomini che sono, sia dei mondi di cui sono espressione. Un processo di confronto che, prendendo il via dalla considerazione che “non tutti i manager sono leader e non tutti i leader sono neces-sariamente manager”, arriva a teorizzare (una volta richiamata l’omelia di inizio pontificato di Papa Francesco) che “Leader è chi si lascia interpellare per essere manager fuori e mo-naco dentro”. Secondo la secolare cultura monastica, infatti, “essere leader non è una questione di carisma o autorità, ma piuttosto porsi al servizio degli altri”. Capitolo dopo ca-pitolo – dove i luoghi-simbolo dell’abbazia (dalla cella alla bi-blioteca, dalla sala capitolare alla farmacia, dal refettorio all’in-fermeria, dall’orto dei semplici alla foresteria) fanno da sfondo a dissertazioni su temi universali (dalla politica, all’economia, dall’ecologia alle donne) – il lettore ha modo di interrogarsi ripetutamente su quale dei due protagonisti abbia più da dare/ricevere, insegnare/imparare in questo irreale, ma de-cisamente affascinante oltre che stimolante, confronto. Che, svolto con dotto acume, sia dal punto di vista culturale sia da

quello linguistico, fa comprendere ad entrambi i protagonisti che i rispettivi punti di vista possano essere rivisti e ritarati sull’onda della reciproca contaminazione di conoscenze, idee e riflessioni. Impreziosite, pagina dopo pagina, da numerose citazioni di stralci di interventi di Papa Francesco, da erudite spiegazioni linguistiche, da un’infinità di giochi di parole (“si vive d’istinti e d’istanti, invece ci riduciamo spesso ad essere distinti e distanti” oppure la sottolineata differenza tra "pote-re, sostantivo", e "potere, verbo") e condite con dosi, tutt’altro che parsimoniose, di arguta ironia (“lì fuori si ragiona con l’o-rologio, qui dentro [nell’abbazia ndr] c’è il tempo” oppure “chi è senza peccato, mostri il suo WhatsApp”). Un crescente avvi-cinamento che porta i due uomini, nel momento del congedo dopo che l'auto è stata riparata e la nebbia si è dissolta, a darsi del “tu”, lasciando intuire al lettore un possibile sequel.

recensione di Fabrizio Calvo, Giornalista addetto stampa Federmanager Bergamo

Il libro sarà presentato in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

Mercoledì 10 aprile 2019, alle ore 14.30

Per prenotazioni vedi box a pagina 42

savethe date

prio nella velocità con cui si supera il “lutto” che sta il segreto della “rinascita”. Quando si viene gettati nel fiume in piena bisogna completare velocemente il guado per non annegare.Andrea e Cristina hanno colto con il loro libro l’essenza del problema, stimolando l’atteggiamento vincente per superare il “guado”. Il libro aiuta ad affrontare con ironia e determina-zione una delle esperienze più brucianti della vita, che però si può risolvere perché se una porta si chiude, con il giusto atteggiamento e le competenze che non mancano di certo a un manager, si può aprire un portone.

recensione di Franco del Vecchio, Segretario CIDA Lombardia

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 22 FEBBRAIO 2019

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FORMATO DELLE INSERZIONIPagina intera 210x297 mmMezza pagina verticale 100x297 mmMezza pagina orizzontale 210x145 mmPiedino interno 60x190 mmAllegato - formato da definireInserto Pubblicitario IP - formato da definire

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROBruno Villani, Walter Quercioli, Manuela Biti, Giuseppe Colombi, Stefano Cuzzilla, Marcello Garzia, Silvia Romagnoli, Marco Alberghini, Franco Del Vecchio, Chiara Tiraboschi, Agostino D'Arco, Mino Schianchi, Antonio Dentato, Emanuele Regalini, Raffaele Tasserini, Giancarlo Puppi, Angelo Drusiani, Alberto Cantoni, Luciano Giannini, Fabrizio Calvo, Luciano De Stefani

Via San Paolo, 1 - 1° pianoang. C.so Vittorio EmanueleMilanoTel. 02 874 192Tel. 02 7200 1396

www.oculus3000.itE-mail: [email protected] trovi su Facebook alla pagina Ottica Oculus SrlOrari: lunedì 15.00-19.00Da martedì a sabato 10.00-14.00 - 15.00-19.00

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Page 51: Industria 4.0...Chi siamo e che cosa facciamo L’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali

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