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Industrializzazione - Sapienza Università di Roma 1.pdf · Inghilterra con grande successo, è atteso con ansia negli Stati Uniti da tutti i gestori di vaudeville. Raff e Gammon

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Industrializzazione

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Industrializzazione

Il tessuto produttivo più consistente ed efficace si sviluppa

naturalmente in Francia, grazie all’abbrivo fornito dai Lumiére,

all’entusiasmo di Méliès e all’apporto dinamico di imprenditori

audaci come Gaumont e Pathé, che giungono presto a

dominare in campo internazionale. Ma il mercato più vasto si

forma subito negli Stati Uniti, sospinto dall’impulso di Edison,

che deve riempire di contenuti i suoi kinetoscopi e della

esuberante capillarità delle risorse industriali del Paese.

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FRANCIA

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Gaumont

La Gaumont viene fondata nel 1895 da Léon Gaumont,

impiegato in una fabbrica di materiale ottico e fotografico che

decide di dedicarsi anche alla costruzione di apparecchi

cinematografici brevettati in proprio e alla commercializzazione

di macchine di altri inventori.

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Alice Guy Blaché

Dal 1897 inizia a realizzare cortometraggi per promuovere un

proiettore di propria produzione, che viene venduto con il

consueto accompagnamento di pellicole dimostrative. Questi

film vengono elaborati dalla segretaria di Gaumont, Alice Guy

Blaché, considerata la prima regista della storia del cinema.

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Gaumont

Nel 1905 nasce lo Studio delle Buttes-Chaumont, dove alla

produzione delle attrezzature i vari «registi» ingaggiati dalla

casa affiancano quella di un gran numero di film. La Cité Elgé

a La Villette resterà fino al 1914 il più grande centro produttivo

del mondo.

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Gaumont

Nel 1907 Alice Guy segue il marito, chiamato a dirigere la

succursale di Berlino, e suggerisce a Gaumont di prendere

come direttore artistico il giovane Louis Feuillade, che dal 1°

aprile diventa responsabile della produzione, contribuendo

con le sue scelte a consolidare il successo commerciale

dell’ambiziosa compagnia cinematografica.

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Pathé

È però Charles Pathé (1863-1957), approdato dopo vari

mestieri al commercio dei fonografi di Edison, a fondare nel

1896, col fratello Émile, il vero colosso dell’industria

cinematografica francese: la Pathé Frères. Lo scopo è quello

di entrare nell’industria del suono ma, scoperto il cinema,

mette in piedi il 28 dicembre 1897, con nuovi finanziatori, la

Nouvelle Société Pathé Frères.

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Integrazione verticale

Costruito uno studio provvisorio a Montreuil, Pathé sonda ogni

settore del cinematografo: laboratori, produzione, diffusione e

sfruttamento dei film; per primo esplora concretamente il

potenziale enorme del nuovo ambiente commerciale e, tra il

1903 e il 1909, giunge a controllare l’intero processo

industriale, secondo uno schema a «integrazione verticale»

che costituirà un modello per lo studio system hollywoodiano.

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Industrializzazione

La ditta costruisce macchine da presa e proiettori, gestisce

attrezzature e teatri di posa, produce film e fabbrica perfino la

pellicola su cui stampare le copie da distribuire. La produzione,

strutturata in modo seriale, accelera, passando dai 70 film del

1901 ai 500 del 1903 (contro 350 della Star Film di Méliès, 500

dei Lumière e 650 di Gaumont).

Gli studi Pathé a Parigi (1905)

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Zecca

Il personale tecnico (operatori, scenografi, ecc.) è alle dirette

dipendenze della società, e nel 1905 la Pathé conta sei registi,

che girano ognuno un film alla settimana, sotto la supervisione

del direttore artistico Ferdinand Zecca, una specie di attore

che lavora con Pathé dal 1899 ed è diventato il suo braccio

destro grazie al talento nell’indovinare il gusto del pubblico.

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Pathé

In appena dieci anni la Pathé è diventata una multinazionale di

livello mondiale, con uffici in tutti i Paesi: Russia, Italia, Stati

Uniti; nel 1908 ha sette studi tra Montreuil e Vincennes (ma

anche a Belleville, Joinville-le-Pont, Nizza, Marsiglia) e per

alcuni anni è la più grande casa di produzione del mondo,

coprendo i tre quarti del mercato francese e un terzo di quello

americano.

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STATI UNITI

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Mercato Usa

Gli Stati Uniti, dal canto loro, costituiscono per il cinema fin da

subito il mercato più esteso. Il primo ad arrivare è Thomas

Edison che, già nel dicembre 1889, fonda La Edison

Manufacturing Company per produrre e vendere un po’ di

tutto, dalle pile elettriche per usi industriali ai cilindri di cera per

i fonografi, dalle apparecchiature mediche e dentali a quelle

per i raggi x, dai ventilatori ai kinetoscopi, con i relativi film.

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Nell’inverno 1892–93 Edison realizza anche la prima struttura

specializzata per la produzione: lo studio cinematografico

chiamato Black Maria, uno scatolone chiuso foderato di nero,

dentro cui poter filmare con maggior nitidezza.

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Il testardo attaccamento di Edison al kinetoscopio rallenta lo

sviluppo di un sistema di proiezione, lasciando però campo

libero alla concorrenza: Charles Francis Jenkins, il 6 giugno

1894, presenta nella sua città natale (Richmond, Indiana) il

Phantoscope, mentre Woodville Latham propone nell’aprile del

1895 l’Eidoloscope, con cui effettua il 20 maggio la prima

proiezione mondiale di film commerciali.

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Ma anche alla corte di Edison c’è

qualcuno orientato allo sviluppo

di un sistema di «proiezione». È

William Kennedy Dickson, un suo

stretto collaboratore di origine

britannica che lo abbandona per

andare a fondare, nel dicembre

1895, l’American Mutoscope

Company , dedicata interamente

alla produzione e alla proiezione

di film.

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Nello stesso mese di dicembre Thomas Armat, che, dopo aver

fornito sostegno finanziario a Jenkins e presentato con lui,

appena due mesi prima, una nuova versione del Phantoscope

alla Cotton States Exposition di Atlanta, praticamente «scippa»

l’apparecchio a Jenkins per proporlo a Raff e Gammon, che

gestiscono la catena dei Kinetoscope Parlours di Edison.

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Preoccupati per il declino del kinetoscopio e attratti dalla

nuova macchina, i due accettano di comprare il brevetto per

produrla, insieme con i relativi film; ma, consultatisi con il capo,

pongono la condizione che l’apparecchio sia commercializzato

come Vitascope e presentato come un’invenzione di Edison. Il

23 aprile 1896, il Vitascope fa il suo debutto al Koster and

Bial’s Music Hall di New York, con Edison a recitare il ruolo

dell’inventore.

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Ma intanto la concorrenza sta affilando le armi e nei teatri

americani già circolano l’Eidoloscope, l’inglese Kineopticon e il

proiettore dell’American Mutoscope che, pur avendo iniziato

l’attività con il Mutoscopio (un’imitazione del Kinetoscopio),

nell’estate del 1896 finalmente realizza un proiettore (evoluzione

dell’Eidoloscope) che offre una qualità d’immagine superiore

rispetto al Vitascope di Edison.

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C’è poi il Cinématographe Lumière, il

pericolo più grande che, giunto in

Inghilterra con grande successo, è

atteso con ansia negli Stati Uniti da tutti i

gestori di vaudeville. Raff e Gammon si

rendono conto di poetr savare guadagni

e immagine solo giocando di anticipo e

«spingono» il Vitascope con energia,

rimpiazzandolo in novembre con un

nuovo proiettore Edison, noto come

Projectoscope o Projecting Kinetoscope.

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Le proiezioni di pellicole (in

concessione, poiché l’apparecchio

non è in vendita) si diffondono

rapidamente in tutto il Paese e tra

il 1895 e il 1897 diventano

l’attrazione più popolare nel

varietà e nel vaudeville,

costituendo l’elemento di maggior

richiamo nel cartellone.

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La Biograph

Nel 1897 l’American Mutoscope Company diventa un marchio

leader del cinema americano, elaborando un proprio sistema

di proiezione e allargando l’attività alla distribuzione e alla

produzione accessoria. Nel 1899 cambia nome in American

Mutoscope and Biograph Company, e dal 1909 è conosciuta

semplicemente come Biograph.

22 settembre 1895, I fondatori della Biograph Henry N. Marvin,

William K.L. Dickson, Herman Casler, e Elias B. Koopman.

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Azienda fra le più attive e prolifiche nel settore per più di due

decenni, in grado di aprire società affiliate in tutto il mondo, la

Biograph evita beghe con Edison sui brevetti adoperando per

le sue cineprese pellicole da 68 invece che da 35 mm. Nel

marzo del 1902 una sentenza permette di usare liberamente il

formato da 35, più conveniente, e la Biograph completa il

passaggio nell’autunno del 1903, sebbene continui a offrire

agli esercenti pellicole di entrambi i formati fino al 1905.

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Biograph

Dal 1906 La compagnia si stabilisce in un edificio vicino a

Union Square, in cui realizza il primo studio coperto che si

affida esclusivamente all’illuminazione artificiale; si sposta

ancora nel 1913, quando inizia a produrre lungometraggi, in

uno studio ancora più moderno nel Bronx. Per superare i

problemi di «pirateria» (spesso i film vengono illegalmente

duplicati, rimuovendo così dallo schermo il nome del

produttore), l’American Biograph piazza il logo AB ben visibile

sulle proprie pellicole, in parti scelte a caso.

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Mercato Usa

Nel 1897 J. Stuart Blackton e Albert E. Smith fondano un’altra

importante società: l’American Vitagraph, che, nata come

agenzia pubblicitaria, produce subito film sulla guerra di Cuba

e nel giro di pochi anni emerge come un’importante casa di

produzione attenta alle innovazioni.

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Nell’arco dei primi tre, quattro anni di esistenza del

cinematografo, si vede già bene come l’esplorazione della

realtà immaginata dai suoi primi inventori sia destinata a

rivestire solo un ruolo marginale, mentre l’esplosione della

domanda, soprattutto da parte del pubblico popolare, costringe

il mezzo ad azionare la leva dello spettacolo e a dotarsi di una

cifra espressiva meno episodica e banale.

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Produzione

Gli imprenditori attivi nel settore, collegati in vario modo alla

produzione di materiali per il nuovo mezzo, pensavano, come i

Lumière, di dover fabbricare soprattutto strumenti ottici per la

proiezione (di cui i film sono semplici «accessori» per il

collaudo), ma si accorgono ben presto che proprio le pellicole

possono essere invece il vero core-business dell’impresa.

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Ed è chiaro pure che si tratta di due segmenti di mercato ormai

ben differenziati. L’aspetto propriamente industriale resta

quello connesso all’hardware, mentre la produzione di film

istituisce una filiera completamente diversa, insieme più

semplice e complessa, di tipo industriale ma con un timbro

moderno e le peculiarità legate alla produzione «culturale».

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Distribuzione esercizio

Certamente la produzione di film risulta molto meno onerosa

rispetto a quella dei macchinari. Così, mentre gli «inventori»

del cinema non hanno ancora finito di combattersi a colpi di

brevetti, si fa pressante l’esigenza di rifornire di pellicole i tanti

cinematografisti che - muniti di attrezzature acquistate una

volta per tutte o semplicemente noleggiate - sono ben decisi a

trarre profitto dalla pura e semplice proiezione dei film.

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Distribuzione

Ma gli inconvenienti che potrebbero trasformare

improvvisamente il cinematografo in una moda passeggera, in

una «invenzione senza futuro», sono ancora molti.

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Distribuzione

Se le opportunità offerte da uno specifico mercato destinato a

crescere molto più velocemente dell’offerta di macchinari

inducono molti a mettere in piedi le filiere necessarie a

sfornare film in quantità e alla svelta. Se questi produttori, più

o meno improvvisati, possono avere qualche attenzione per la

qualità tecnica, la parte «creativa» è lasciata alle circostanze e

all’estro; gli stessi «realizzatori» raramente si prendono sul

serio o coltivano velleità artistiche.

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Per l’approvvigionamento di pellicole,

gli esercenti devono ricorrere ai

magazzini più forniti, come quello di

Edison in America. Lo straordinario

allargamento del mercato premia

quindi, più che l’ingegnosità degli

inventori, quelle ditte che, attraverso

un ciclo di produzione integrato, sono

in grado di assicurare un buon

rifornimento di film compatibili con gli

standard correnti.

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Ma, siccome gli esercenti sono

soliti acquistare i film da

proiettare, il «magazzino» di

ciascuno risulta poco vario,

ripetitivo e lento da rinnovare. La

distribuzione, inoltre, è ancora

largamente artigianale,

avventurosa e piuttosto casuale.

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Crisi dei consumi

L’«industrializzazione» è solo uno dei fattori che determinano

lo sviluppo del cinema e rischia anche di recedere di fronte alla

crisi del consumo, frustrato da prodotti semplici e ripetitivi, che

in America, nel 1905, fanno crollare il costo dello spettacolo

cinematografico da un quarto di dollaro a soli 5 cents.

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1905

Intorno al 1905, l’industria cinematografica assume dimensioni

più ampie e forme più stabili: sale permanenti vengono adibite

prevalentemente alla proiezione dei film, la cui produzione

subisce un incremento per soddisfare la crescente domanda. I

film diventano più lunghi, cominciarono a essere composti da

diverse inquadrature e a raccontare storie più complesse. I

registi sperimentarono nuove tecniche.

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Contenuto

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Nel 1897 il Bazar de la Charité, un mercato di

beneficenza promosso ogni anno a Parigi

dall’aristocrazia cattolica francese, si tiene in un

grande capannone di legno a rue Jean-Goujon.

Una delle attrazioni principali è una stanza dove

si proiettano le immagini in movimento del

Cinematografo Lumière. Il pomeriggio del 4

maggio, le attrezzature del proiezionista (che

utilizza un sistema a base etere e di ossigeno

anziché l’energia elettrica) prendono fuoco. Si

scatena un incendio che, unito al panico della

folla, causa 126 morti e oltre 200 feriti. La

risonanza nazionale e internazionale del

disastro è enorme.

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Phantoscope

È il primo proiettore che consente a ciascun fotogramma di

sostare abbastanza a per essere illuminato prima di passare al

successivo. Diversamente dal Kinetoscopio di Edison, che fa

semplicemente scorrere un anello di pellicola attraverso

l’otturatore dando luogo a una macchia confusa di movimento,

il Phantoscope permette al cervello di registrare chiaramente

ogni singolo fotogramma ma l’avvicendamento veloce (meno

di un decimo di secondo) produce un effetto liscio di vero

movimento.

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Pathé

Pathé vende, nel 1909, sul mercato statunitense, il doppio

della produzione interna americana.

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Mercato Usa

Finito l’effetto sorpresa, all’inizio del 1898 il calo dell’interesse

è tamponato dal fervore patriottico per la guerra ispano-

americana.

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Dopo aver visto come i pionieri dell’industria cinematografica

portino la produzione di film alle soglie della maturità e come

da questa evoluzione emergano l’affinamento delle tecniche

narrative e una ridefinizione del ruolo di produttore-regista, si

deve tornare sulle trasformazioni del consumo che inducono

nel mutamento un carattere «sistemico».