Innovazione tecnologica, nuove professioni e formazione · 2. Ricerca, innovazione e start-up 3. I tipi di innovazione (andare oltre il prodotto) 4. Perché si fa fatica a trovare

Innovazione tecnologica, nuove professioni e formazione

Il Sistema Italia al bivio

Pietro Talmesio Socio Fondatore O.T.Excellence

Francavilla Fontana, Castello Imperiali 7 giugno 2019

https://otexcellence.org/

Temi trattati in questo intervento: 1. Evoluzione delle tecnologie prioritarie negli ultimi 20 anni 2. Ricerca, innovazione e start-up 3. I tipi di innovazione (andare oltre il prodotto) 4. Perché si fa fatica a trovare lavoro? 5. Formazione, scuola, università 6. Come cambierà il lavoro nei prossimi 10 anni


Evoluzione delle tecnologie prioritarie negli ultimi 20 anni

Una “vision globale” di sviluppo: AGENDA 2030 Nel 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals), articolati in 169 Target, 240 indicatori, da raggiungere entro il 2030.

https://sustainabledevelopment.un.org/post2015/transformingourworld

http://asvis.it/public/asvis/files/Agenda_2030_ITA_UNRIC.pdf

http://www.asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/



Alcuni target di Agenda 2030: 4- ISTRUZIONE DI QUALITA’: aumento delle competenze tecnico-professionali e della scolarità – potenziamento delle strutture dell’istruzione – aumento degli insegnati qualificati … 8- LAVORO E CRESCITA ECONOMICA: aumento della produttività attraverso la diversificazione, il progresso tecnologico e l’innovazione – crescita della PMI attraverso l’accesso a servizi finanziari – promozione di comparti che creano lavoro: turismo, cultura e prodotti locali … 9- INDUSTRIA, INNOVAZIONE, INFRASTRUTTURE: sviluppo di infrastrutture sostenibili e resilienti – adozione di tecnologie e processi industriali ecosostenibili – aumentare la ricerca scientifica e migliorare le capacità tecnologiche del settore industriale e dei servizi – aumentare in modo significativo l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione .



I Programmi Quadro U.E per la Ricerca e lo sviluppo I Programmi Quadro sono il principale strumento con cui l’Unione europea (UE) finanzia la ricerca in Europa. Unisce tutte le iniziative finalizzate a consolidare lo Spazio Europeo della Ricerca e a promuovere attività strategiche per raggiungere gli obiettivi di eccellenza scientifica, crescita, competitività e occupazione. Gli ultimi Programmi Quadro: VI P.Q. dal 2003 al 2007 (5 anni) VII P.Q. dal 2007 al 2014 (7 anni) HORIZON 2020, dal 2014 al 2020

http://ec.europa.eu/research/era/index_en.htm


VI P.Q. (2003-2007)

VII P.Q. (2007-2013)

HORIZON 2020 2014-2020

HORIZON EUROPE 2021-2027

Biotecnologie per la salute

Biotecnologie per la salute

Salute, cambiamento demografico e benessere

Communities and cities: tecnologie resilienti dei territori e delle comunità

Nanoscienze, nanotecnologie, nuovi materiali (FRP)

Nanotecnologie, Smart materials

Materiali avanzati e nanotecnologie

Digital technologies e Cybersicurity

Aeronautica e spazio Aerospazio e sistemi di controllo

Trasporti e mobilità verde, delle persone e delle merci

Sostenibilità e sicurezza dei trasporti , mobilità elettrica (materiali per le batterie)

Prodotti e Processi, concurrent engineering, rapid prototyping

Nuove tecnologie per la produzione, Virtual Reality

Smart Manufacturing e robotica, 3D Prototyping

Manufacturing Technologies, Meccatronica, Augmented Reality

Sviluppo sostenibile ed ecosistemi

Energie rinnovabili e abbattimento gas serra (cambiamenti climatici)

Azioni per il clima, efficienza delle risorse e materie prime

Transizione energetica, energy grid, idrogeno e fusione

Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari

Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari

Qualità e sicurezza alimentare e bioeconomia

Economia circolare, materiali primi-secondi, biofuels, decarbonizzazione delle produzioni

Tecnologie per la società dell’Informazione

Tecnologie per la società dell’Informazione e della comunicazione

ICT – Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

IoT, Big Data, Intelligenza Artificiale, Robotica, Elaboratori quantistici




Smart Specialization Strategy (supporto alla definizione e attuazione delle politiche regionali e innovazione – gestito da Invitalia) PON per la Ricerca e l’Innovazione Programma Nazionale per le Ricerche Aerospaziali …

Industria 4.0 declinata in più azioni: - Accordi per l’Innovazione - Centri di Competenza ad alta specializzazione - Centri per il trasferimento tecnologico - Startup ed Imprese Innovative - …

SmartPuglia 2020 Resto al Sud …


Ricerca, innovazione e start-up

Ricerca e innovazione costituiscono una determinante indiretta del benessere. Sono alla base del progresso sociale ed economico e danno un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile e durevole. In termini di percentuale sul PIL dedicata alla R&S, nel 2017 l’Italia si colloca al sedicesimo posto nell’UE ed è superata non solo dai principali investitori in R&S, ma anche da Spagna e Portogallo che, pur registrando una contrazione, si attestano su livelli più elevati. Lontani dal target definito dalla Strategia Europa 2020 (3%)


Nel 2017 i due terzi della spesa totale della R&S nazionale sono concentrati in sole cinque regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto. Rispetto al 2016, la spesa per R&S cresce del 2,3% nel Nord-ovest e dell’1,9% nel Nord-est, risulta stabile nel Mezzogiorno ed è in flessione nel Centro (-1,4%)


Se ne deduce: Aumentare i finanziamenti e la propensione all’innovazione

Se ne deduce: Aumentare la massa critica nelle regioni del sud



Brevetti: circa 70 per milione di abitanti Personale R&D: 1,1 % della popolazione attiva Impegnati in aziende HighTech: 41% del totale





Le startup innovative rappresentano un importante segmento del sistema produttivo italiano e costituiscono un fondamentale asset su cui il Paese gioca il suo potenziale di crescita futura, in un contesto competitivo sempre più globale e sempre più determinato dal connubio fra conoscenza, innovazione e spirito imprenditoriale

Anno 2017



Le startup italiane si prefiggono di introdurre un’innovazione incrementale, ossia migliorativa di un prodotto o di un processo già esistente.

Le startup pongono l’accento su:

capitale umano fonti di finanziamento innovazione


I tipi di innovazione (andare oltre il prodotto)

Organizzazione -------------------------------------------------------------------------------------------- Clienti

Innovazione di Assetto -------- Innovazione di Offerta ------- Innovazione di Esperienza

Modello di profitto Network Struttura Processo

Performance di prodotto Sistema di prodotto

Servizio Canale Brand Fidelizzazione

Modello di profitto: come fare soldi Network: come connettersi con gli altri per creare valore Struttura: come organizzare e allineare i talenti e gli assets Processo: come usare metodi distintivi o superiori per svolgere il lavoro

Performance di prodotto: come sviluppare caratteristiche e funzionalità distintive Sistema di prodotto: come creare prodotti e servizi complementari

Servizio: come supportare e ampliare il valore delle offerte Canale: come trasferire l’offerta a clienti e utenti Brand: come rappresentare le offerte e le attività Coinvolgimento: come favorire interazioni convincenti con la clientela


I tipi di innovazione (andare oltre il prodotto)

Cosa serve fare impresa Cosa serve fare una startup Un progetto Un’idea innovativa

Persone e mezzi per portare avanti il progetto

Un team per svilupparla

Soldi (capitale sociale prestato dalle banche su un business plan)

Soldi (capitale di rischio prestato dai business angels o dai venture capitalist sulla base di un business model canvas)

… ma allora, faccio un’impresa o una startup? fare impresa o fare una startup richiedono entrambi risorse, propensione al rischio, un piano di realizzazione. In entrambi i casi necessita: studiare (il mercato, i competitor, i rischi legali/regolamentari etc) dotarsi delle competenze giuste (siano esse interne al team, per quelle “strategiche”, siano esse comprate sul mercato, per tutti i servizi normalmente resi da professionisti specializzati nello sviluppo di progetti di impresa) impegnarsi a tempo pieno, con passione e dedizione assoluta (no a imprenditori part time, soprattutto nella fase iniziale) rischiare (soldi, reputazione etc) … e tuttavia l’approccio e le modalità tra fare un’impresa ed una sturtup è differente


Perché si fa fatica a trovare lavoro?

… il mercato del lavoro in continua evoluzione soffre attualmente in Italia di: bassa produttività difficoltà di fare impresa basso livello di competenze reperibili carenze strutturali e divario nord-sud bassi livelli di spesa in R&S

Bassa produttività Il PIL prodotto per ogni ora lavorata è stabile in Italia dal 2010 ad oggi mentre risulta in aumento nei maggiori Paesi (fonte OCSE media UE + 1,5) Intervenire su una migliore combinazione dei fattori di produzione con nuove idee, innovazioni tecnologiche, processi ed organizzazione


Difficoltà nel fare impresa Nel 2018 l’Italia: ha perso 5 posizioni passando dal 46° al 51° posto nella classifica “Doing Business”, 118ma nella classifica della pressione fiscale sulle imprese 112ma per le possibilità di accesso al credito 104ma nei tempi di gestione dei permessi 111ma nel rispetto dei termini contrattuali Cause principali: - frammentazione del tessuto produttivo - incapacità di investire in innovazione - produzioni tradizionali a basso contenuto tecnologico - gestione familistica delle imprese - corruzione e clientelismo - inefficienza del sistema giudiziario - inefficienza del settore pubblico


Fonte Unioncamere



Basso livello di competenze reperibili L’Italia rispetto ai maggiori Paesi avanzati: - è in coda per % di laureati - ha il maggior skill mismatch (disellineamento tra percorsi di studio scelti e le esigenze del mercato del lavoro)

Fonte Unioncamere

Domanda ed offerta di lavoro non si incrociano (lavoratori sovra-qualificati o lavoratori sotto-qualificati)

Ritardi: - sul fronte dell’istruzione professionale (vocational training) - sul fronte delle politiche attive del lavoro - sul fronte della formazione continua



Carenze strutturali e divario nord-sud Sulla “questione meridionale” i dati OCSE 2018 dell’indice di produttività descrivono una forbice allarmante tra le regioni italiane: - Trentino: 115 % - Lombardia: 110 % - Emilia-Romagna: 109,7 % - ….. - Puglia: 85 % - Calabria: 77,1 % Quasi 20 punti % di differenza. Analogo divario esistente tra Grecia e Germania. Sempre secondo l’OCSE nelle regioni del Sud i settori con la maggiore creazione di occupazione sono stati quelli della ristorazione e servizi di alloggio, attività di assistenza e lavoro sociale ed altri comparti tutti con produttività inferiore alla media



In questo contesto le imprese trovano non poche difficoltà a reperire le professioni. Secondo uno studio di Excelsior Unioncamere 2018 la situazione è la seguente:

Cresce la richiesta di professioni di elevata specializzazione e dei tecnici

(settori ingegneristici e tecnologici)

Si riduce il peso delle professioni non qualificate e delle professioni impiegatizie,

commerciali e nei servizi


Formazione, scuola, università

… e nonostante ciò gli indirizzi di studio più richiesti divergono sempre più con le esigenze reali del mercato del lavoro (skill mismatch)

fonte Unioncamere 2018

Da cosa può dipendere il fenomeno dello skill mismatch? > Assenza di orientamento > Realtà economiche territoriali > Scolarizzazione della famiglia > Reddito familiare




Secondo Eurostat (dati 2017) l’Italia pur raggiungendo il target prefissato dall’Agenda Europa 2020 (ma partiva nel 2002 già svantaggiata) rimane molto indietro in merito alla percentuale di laureati in età lavorativa (30-34 anni)




N.E.E.T. fenomeno sociale che assume in Italia livelli record (in alcune zone del sud si tocca quasi il 50% di giovani NEET)

Da 15 a 29 anni

Da 20 a 24 anni



Eppure si è fatto e si continua a fare tanto. Un caso di successo? Gli I.T.S. Gli Istituti Tecnici Superiori - ITS - sono costituiti da scuole, università, imprese e enti di rappresentanza che collaborano per erogare corsi di specializzazione tecnica post-diploma.

Dal monitoraggio nazionale INDIRE 2017 (Istituto nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa – tra il 2011 e il 2017, su 93 ITS operanti in Italia al 2017), hanno seguito i 380 corsi attivati, ben oltre 16.000 allievi di cui l’80% ha trovato collocazione lavorativa entro un anno dal titolo conseguito e, di questi, la quasi totalità (90%) nella disciplina studiata



A titolo informativo in Puglia sono al momento operanti i seguenti I.T.S.



Merita una riflessione lo studio sulle competenze digitali di un Paese svolto dall’OCSE e pubblicato alla fine di aprile 2019

“ … le lacune dell’Italia si notano sia a livello di singoli individui che come lavoratori … e tra questi ultimi, si registra una forte mancanza di competenze digitali e nell’uso intensivo dei

relativi strumenti tra gli insegnanti … e bassa partecipazione in genere a percorsi di formazione continua di tutti i lavoratori …”

(OECD Skills Outlook 2019 – Thriving in a digital world)



Solo il 20 % dei lavoratori in Italia sarà in grado nei prossimi anni di adattarsi quando la digitalizzazione irromperà prepotentemente sui cicli produttivi



“ … nella scuola, gli insegnanti fanno uso solo nel 50% dei casi di tecnologie digitali

… il gap formativo per avanzare nella ulteriore capacità nell’uso degli ICT si regista su tre insegnanti su 4 …”


Come cambierà il lavoro nei prossimi 10 anni

SCENARIO PROSSIMI 10 ANNI: 1. La tecnologia cambia il volto al mercato del lavoro e lo fa così velocemente che lavoratori vedranno modificare il 50-60% delle attività che svolgono nei prossimi 10 anni 2. Nello stesso periodo sparirà del tutto il lavoro “ripetitivo” quantificato in circa il 5-10%

(fonte OCSE)

Dinamiche di cambiamento del lavoro negli ultimi 30 anni 1990 2000 2010 2020 linear change concurrent change disruption Non c’è più un unico paradigma, tutto è parcellizzato: tecnologie, discipline, contenuti Grazie alle tecnologie digitali nei prossimi 10 anni, tutto sarà più orizzontale e le professioni saranno sempre più legate al creative e critical thinking



Processi già avviati: Dall’Automazione industriale all’Intelligenza Artificiale Stiamo vivendo la rivoluzione dell’automazione Industriale e stiamo accedendo in quella dell’Intelligenza Artificiale (IA), tecnologie affascinanti e ricche di significati etici che in alcuni casi creano anche inquietudine e distonia (riferimento a molti film di grande successo come Io Robot, oppure alla serie Black Mirror) Già l’IA si sta avviando a rimpiazzare con i BOTS (automi digitali su Internet), molti ruoli professionali nei servizi, dai call center ai promotori finanziari. Sharing Economy Si tende a condividere i beni privati che si trasformano in servizi (auto Uber o altri mezzi di trasporto, la casa per Airbnb) spesso in concorrenza col sistema consolidato (taxisti, alberghi)



Digital editing ed e-Commerce I social media partecipativi mettono in crisi il ruolo degli editori ricorrendo a contenuti creati e condivisi gratuitamente dagli utenti. L’ e-commerce è destinato a crescere progressivamente riducendo la quota della distribuzione commerciale classica, e i relativi occupati. Contemporaneamente si creeranno nuove professioni legate allo sviluppo di modelli digitali e organizzativi di processi classici legati ai bisogni del consumatore.

Uno studio realizzato dall’istituto di ricerca FastFuture ha individuato, attraverso le previsioni di illustri scienziati,

le 20 nuove professioni che nasceranno o si svilupperanno entro il 2030. Naturalmente, non si può affermare con certezza che le cose andranno

così ma le probabilità, assicurano gli esperti, sono molto alte. Un motivo in più per approfondire e, perché no, trovare ispirazione per le

scelte in ambito lavorativo e organizzare i relativi percorsi formativi. Vediamone alcune tra le più curiose.



Nanomedico Le nanotecnologie fanno passi da gigante e in futuro potranno dare vita a una serie di strumenti in “nanoscala” subatomica, inserti e processi in grado di rivoluzionare le cure mediche e l’assistenza sanitaria. Per somministrare questi nuovi trattamenti nasceranno nuovi specialisti della nanomedicina



Manager/consulenti della terza età Saranno gli specialisti che si occuperanno di aiutare la popolazione che invecchia a gestire le loro esigenze personali e di salute. Il loro compito sarà quello di mettere a punto soluzioni innovative in campo medico, farmaceutico, psichiatrico, protesico, e di trovare nuove proposte per l’alimentazione e per il fitness.



Etico della “nuova scienza” E’ possibile che di fronte ai continui progressi della scienza in ambiti emergenti come la clonazione, la proteomica, le nanotecnologie sarà necessaria una nuova generazione di filosofi specialisti di etica. Questi pensatori dovranno essere in grado di comprendere a fondo le questioni scientifiche e di aiutare la società a fare scelte importanti e delicate in merito agli sviluppi da incoraggiare e quelli da ostacolare.



Agricoltore verticale, biodinamico, sinergico C’è un interesse sempre maggiore per l’idea delle fattorie urbane verticali, i luoghi in cui è possibile produrre cibi da coltivazioni idroponiche all’interno di edifici a più piani. Queste strutture danno la possibilità di aumentare in modo significativo i raccolti e di ridurre il degrado ambientale. Per gestire queste fattorie verticali ci sarà bisogno di agricoltori specializzati in possesso di competenze scientifiche, ingegneristiche e commerciali. Ma poi anche l’agricoltura biodinamica e sinergica e tanto altro ancora

Michele Pisante



Personal brander Sarà il consulente che ci aiuterà a creare un nostro marchio, un “personal brand”, attraverso i social media e altri mezzi di comunicazione di massa. Il “personal brander” ci darà consigli per capire come trasferire i nostri valori nella nostra identità digitale e misurare quanto la nostra immagine virtuale è compatibile con la realtà.

E poi ancora molti posti di lavoro nel: web design, nell’organizzazione di contenuti digitali, nell’Internet delle cose (IoT), nella pubblicità, il packaging, nella simulazione formativa, curatori di musei o eventi culturali … ...e tanto altro ancora



Le opportunità specifiche per l’Italia Ecco quindi una prima grande opportunità per l’Italia, che per decenni è stato la prima destinazione turistica internazionale. Rifocalizzando gli asset classici (natura e cultura) e i nuovi attrattori legati al successo del Made in Italy, l’Italia potrà giocare un ruolo chiave nella futura “economia del tempo libero”. Un comparto che può alimentare anche altre attività di alto profilo, come l’intrattenimento, la cultura, la formazione, lo sport, settori che stanno già creando nuove opportunità occupazionali. Nello specifico, è prevedibile lo sviluppo di opportunità professionali legate sull’Italian Way of Life, e alla creazione di experience nel food, nell’agroalimentare a km 0, nello shopping e nel marketing globale delle qualità italiane.



“Le macchine mi prendono alla sprovvista molto frequentemente” (Alan Turing, 1950)

“ … siamo a un bivio: o missionari, o cannibali …”

(Lorenzo Pinna, I.A. Nel futuro c’è ancora posto per noi? – 2019)

Grazie per l’attenzione

Pietro Talmesio [email protected]


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