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S A N T A M A R I A D E G L I A N G E L I MENSILE DELL’ UNITA’ PASTORALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI – GIUGNO 2016 NUOVI ORIZZONTI PASTORALI: DALLA COMUNITA’ AL MONDO Se è vero che il nuovo cammino pastorale intrapreso e cioè quello delle unità pastorali, deve sempre di più porre al centro il ruolo della comunità, è altrettanto vero che la comunità cristiana deve imparare ad aprirsi al mondo. Se c’è, infatti, una critica che spesso ascoltiamo nelle nostre comunità parrocchiali è di essere dei piccoli mondi chiusi su se stessi. A volte si tratta di critica gratuita, altre volte c’è del vero. Ci si abitua a stare sempre con le stesse persone, che si fa fatica ad aprirsi al nuovo. E’ questa la percezione che spesso hanno le persone arrivate sul territorio che tentano d’inserirsi nella comunità parrocchiale di riferimento: fanno fatica ad entrare. E’ la sindrome del campanile, se così vogliamo chiamarla, che si manifesta nel tipo di relazione chiuse tra i membri della comunità che, oltre ad assumere tutti i ruoli della parrocchia, non permettono ad altri di entrare. La nuova impostazione ecclesiale delle Unità Pastorali – cercando di coglierne soprattutto gli aspetti positivi – dovrebbe aiutare a guarire da questa sindrome, o perlomeno dovrebbe aiutare le comunità ad un duplice cammino di apertura. [CONTINUA A PAG. 9]

Insieme giugno 2016

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S A N T A M A R I A D E G L I A N G E L I MENSILE DELL’ UNITA’ PASTORALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI – GIUGNO 2016

NUOVI ORIZZONTI PASTORALI: DALLA COMUNITA’ AL MONDO Se è vero che il nuovo cammino pastorale intrapreso e cioè quello delle unità pastorali, deve sempre di

più porre al centro il ruolo della comunità, è altrettanto vero che la comunità cristiana deve imparare ad

aprirsi al mondo. Se c’è, infatti, una critica che spesso ascoltiamo nelle nostre comunità parrocchiali è di

essere dei piccoli mondi chiusi su se stessi. A volte si tratta di critica gratuita, altre volte c’è del vero. Ci si

abitua a stare sempre con le stesse persone, che si fa fatica ad aprirsi al nuovo. E’ questa la percezione

che spesso hanno le persone arrivate sul territorio che tentano d’inserirsi nella comunità parrocchiale di

riferimento: fanno fatica ad entrare. E’ la sindrome del campanile, se così vogliamo chiamarla, che si

manifesta nel tipo di relazione chiuse tra i membri della comunità che, oltre ad assumere tutti i ruoli della

parrocchia, non permettono ad altri di entrare. La nuova impostazione ecclesiale delle Unità Pastorali –

cercando di coglierne soprattutto gli aspetti positivi – dovrebbe aiutare a guarire da questa sindrome, o

perlomeno dovrebbe aiutare le comunità ad un duplice cammino di apertura. [CONTINUA A PAG. 9]

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Ritiro spirituale giovani Up Santo Stefano di Vetto 6-8 Maggio 2016

Da venerdì 6 maggio a domenica 8, Don Paolo ha messo a disposizione a noi giovani dell’Unità Pastorale tre

giorni di ritiro spirituale per “venir fuori” dalla frenesia e dallo stress quotidiano. Il tema del ritiro era

l’“eucarestia”, un modo per farci conoscere meglio un rito che svolgiamo ogni domenica.

Il don ogni giorno ci proponeva delle letture e degli spunti dalla Bibbia dai quali potevamo attingere per una

riflessione personale. Questa è una grande opportunità poiché riuscivamo a rimanere in silenzio e pensare alle

cose positive e negative della nostra vita.

Una questione che ci ha fatto molto riflettere è stata quella della inappagatezza dell’essere umano: perché sono

insoddisfatto? Che consolazione ci metto dentro? Il mondo odierno ci offre consolazioni momentanee. Ma per

risolvere realmente il problema bisogna fare silenzio e guardare dentro di sé, bisogna mettersi in cammino. Lo

spezzare il pane, proprio come ha fatto Gesù, è il gesto della vita eterna. “Chi mangia questo pane vivrà in

eterno”: la vita del signore riempie la nostra fame e la nostra vita può diventare un alimento per qualcun altro.

Questo passo non è immediato proprio come le consolazioni del mondo, ma esige del tempo, esige delle scelte:

sono dunque queste scelte “diverse” dal mondo che ci fanno sembrare come Gesù, poiché anche le sue parole

erano radicali e contro tendenti.

Uno dei momenti più significativi del ritiro è stata la veglia di sabato sera dinnanzi al Santissimo Sacramento nella

chiesa accanto alla casa. È stato molto intenso poiché ci sentivamo “diversi” rispetto ai nostri coetanei, la

maggior parte dei quali al sabato sera si diverte in discoteca o in altri locali.

Tutti noi giovani ringraziamo don Paolo per questa occasione di preghiera e di condivisione nel pieno silenzio

interiore. Luca Verdini

Oratorio Codemondo La maggior parte delle cose inizia da una

semplice idea, accompagnata da una

gran forza di volontà. Ne è un esempio il

progetto che stiamo portando avanti, il

nostro Oratorio con la O maiuscola. Ogni

sabato, infatti, noi ragazzi di prima e

seconda superiore ci siamo trovati

insieme ad un esercito di bimbi sempre

pronti a ridere e a risollevarci con un

sorriso. Tutto ciò è stato l'esempio di

come anche solo in due semplici ore si

riesca a dare e ricevere così tanto, così

tante emozioni. Abbiamo trovato il

modo di interagire con i bambini molto velocemente perché il bello dei giovani è questo, basta un gioco e la

voglia di trasmettere felicità per riuscire a comunicare anche senza bisogno di troppe parole. Eleonora

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Grazie a tutta Regina Pacis!

Doposcuola in uscita… Mercoledì 20 aprile, una ventina di ragazzi del doposcuola, accompagnati da quattro educatori, sono andati in visita all’azienda agricola Garruti di Correggio.

Ecco le impressioni di alcuni di loro...

Mi sono sentita molto bene, felice ed

emozionata. Quando abbiamo messo l'insalata è

stato bellissimo.

Quando stavo lavando le mani per mangiare, ho

visto dei maiali e mi sono spaventata. Ho visto

una gallina che stava facendo le uova, un cavallo

e pecore, oche e cigni. Il signore della fattoria ci

ha spiegato quali animali potevamo toccare e

quali no. Il coniglio più piccolo era il più dolce ed

era così piccolino, come un criceto. GRAZIE A TUTTA REGINA PACIS!.

Quando siamo andati in fattoria abbiamo visto le capre, i tacchini, le pecore, i galli, le galline, i maiali e un asino.

Abbiamo fatto una prova di coltivazione e una gara di corsa. Infine abbiamo mangiato pane e Nutella con il

succo. E' stata una giornata bellissima.

A me è piaciuto quando abbiamo

lavorato la terra, quando abbiamo

piantato e quando abbiamo fatto la

corsa.

Mi è piaciuto quando ho visto la

cucciola di capra e quella di pecora;

la coniglietta era molto carina,

perché era pelosa e piccola. I

tacchini erano molto, molto strani,

perché avevano il collo lungo lungo

e la gallina era molto spettinata e mi

faceva ridere e anche molto. Ciò che

mi è piaciuto di più è stato quando

abbiamo fatto la gara... ero distrutta, avevo sete, avevo fame, ma mi sono divertita.

GRAZIE!

Alla gita mi è piaciuto seminare i fagioli dentro la terra e vedere gli animali: capre, maiali e l'asino. E' stata bella la

merenda tutti insieme con le maestre, gli educatori e l'amico di Ciri, Daniele, che era molto pratico

nell'agricoltura. Daniele ci ha insegnato tante cose, specialmente sugli animali.

Mi è piaciuto quando abbiamo fatto l'orto con Daniele. Mi sono divertita un mondo, perché c'erano animali che

non avevo mai visto come il tacchino. Quando abbiamo finito c'è stata la gara di corsa. Mi sono divertita, ero

molto felice, perché ero in campagna insieme alle mie amiche e perché abbiamo fatto merenda sul prato.

I ragazzi del doposcuola

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Festa di fine anno catechistico a Roncina

Sabato 21 maggio abbiamo concluso l’anno di catechismo con i bimbi e le famiglie di Roncina: dopo un primo

momento di preghiera in chiesa ci siamo spostati nel salone dell’oratorio per la rappresentazione dello

spettacolo “Venti di pace”. In realtà non si è

trattato solo di uno spettacolo, ma del

modo in cui i ragazzi di quinta elementare

hanno fatto catechismo per una buona

parte dell’anno, riflettendo e

confrontandosi con un tema molto

importante: la pace.

Pace intesa non solo come assenza di guerra

e violenza (che già sarebbe tanto, come ci

hanno ricordato gli avvenimenti della Siria e

gli attacchi terroristici in Europa), ma anche

come atteggiamento positivo verso gli altri,

nelle situazioni concrete che viviamo ogni

giorno (rispetto della natura, rispetto degli

altri per strada, relazioni in famiglia).

Abbiamo capito che ognuno di noi può

mandare via i venti di guerra e fare soffiare i venti di pace: molte volte, come dice una canzone dello spettacolo,

è solo “questione di buona volontà”. Non è stato un diversivo perché non sapevamo come impegnare l’anno, ma

del modo nuovo di fare catechismo che i vescovi italiani ci chiedono di portare avanti: un catechismo fatto di

esperienza, di percorsi da condividere con i ragazzi e con i loro genitori (diversi di loro, con la guida esperta di

Antonio, mi hanno aiutato nella preparazione dello spettacolo e delle scenografie), per trasmettere contenuti

formativi che possano essere significativi e duraturi, e per di più in un modo anche piacevole. Sicuramente non è

stato facile (ma non è che sia più semplice e meno faticoso tenere la classica “lezione di catechismo”, con i

ragazzi stanchi dalla settimana di scuola e ben poco interessati alle nozioni che passiamo loro). Però è stato

bello. Non sarà stato tutto perfetto (non era questo l’obiettivo), ma abbiamo provato a trasmettere ai ragazzi di

quinta, ai bimbi delle altre classi del catechismo e ai genitori presenti alla festa un messaggio chiaro e importante.

Abbiamo poi chiuso la giornata in bellezza con la merenda insieme e con i giochi nel campo da calcio

parrocchiale. Marco Casali Catechista di 5° elementare

A San Bartolomeo - 29 maggio 2016 – Corpus Domini Siamo qui oggi per celebrare la prima Eucarestia dei bambini della nostra Parrocchia. Come Gesù nell’ultima cena,

siamo riuniti intorno ad un tavolo, una mensa. Nel nostro cammino itinerante di preparazione, "Eucarestia e

vita", abbiamo sperimentato che l’Eucarestia che oggi celebriamo, non finisce qui, l’Eucarestia pervade la nostra

vita, ci chiede di non chiuderci nel nostro egoismo ma di andare tra gli ultimi e accogliere coloro che nessuno

accoglie. Se tagliamo una torta in tanti pezzi la torta diventa sempre più piccola, ma se dividiamo e condividiamo

l’amore questo diventa sempre più grande. Nell'Eucarestia Gesù si fa nutrimento per noi, ci fa divenire una sola

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cosa con Lui e ci unisce gli uni con gli altri. Gesù infatti ci chiede di avere grandi

orecchie per ascoltare la voce di chi non ha voce, di avere grandi occhi per

guardare ciò che spesso non vogliamo vedere, di spalancare la nostra bocca per

gridare a tutti che Gesù ci ama e rimane sempre con noi. Grazie a questo

bellissimo percorso fatto insieme a bambini, genitori, catechisti, don Paolo e don

Eugenio, abbiamo avuto l'opportunità di conoscerci, crescere, scoprire nuove

realtà di vita aprendo i nostri orizzonti, siamo diventati amici, siamo diventati

gruppo. Tutto questo ci ha portato a vivere l'incontro con Gesù, e la giornata di

oggi, in gioiosa Comunione tra tutti noi! Le catechiste Enrica e Stefania

22 Maggio: Prima Eucaristia per 52 bambini

a Regina Pacis “L’Eucarestia è Dio con noi che ci rende partecipi della Sua vita”. E’ con le parole

di Giovanni Paolo II che ricordo come genitore la grazia e la gioia di mia figlia e di

tutti i bambini che quella domenica mattina hanno incontrato Gesù e hanno iniziato con Lui un’amicizia che

durerà tutta la vita. In realtà potrei parlare più che altro di una tappa di un percorso speciale che i nostri figli,

insieme ai sacerdoti e ai catechisti, hanno iniziato tre anni fa.

Vi potrei dire che vi sono diverse “parole chiave” per descrivere il cammino che ha portato a questo incontro

speciale: relazione, amicizia, ascolto, coinvolgimento, entusiasmo, condivisione, comunità, crescita reciproca e

trasparivano tutte intorno alla mensa allestita ai piedi dell’altare il 22 maggio o nel dialogo aperto durante

l’omelia da Don Paolo con i nostri figli. La nuova catechesi impostata dai nostri straordinari catechisti con i nostri

bambini, Ha reso possibile il concretizzarsi di un gruppo di amici, di relazioni profonde, di avere la capacità di

mettersi in ascolto, di partecipare alle attività e alla messa con entusiasmo….di rendere speciali certi momenti

perché “non solo ci sono io….ma ci sono gli altri”.

Il vivere l’esperienza e lo sperimentare nuove attività e il gioco, ha reso possibile l’apertura del cuore dei bimbi

verso gli altri e verso il messaggio più profondo del Vangelo e dell’Eucarestia: la condivisione e l’accoglienza.

Il vedere che tutto è unico e speciale perché lo vivo con un gruppo di amici e donarsi agli altri con il rispetto e la

gioia….come Gesù nell’ultima cena con i suoi amici…

Quest’anno Don Paolo e i catechisti hanno dato a noi famiglie l’opportunità di vivere il cammino verso la Prima

Comunione con i nostri figli: una collaborazione educativa che ci ha permesso di entrare in una rete di crescita e

confronti che apportano sempre ricchezza nelle relazioni e nei percorsi. Don Paolo ha messo a disposizione di noi

genitori degli incontri formativi e delle tappe da vivere con i bimbi che ci hanno portato a scoprire l’eucarestia

come un dono che riassume vari contesti: “eucarestia come chiamata, come missione, come comunità, come

famiglia…” L’impegno è stato tanto ma il rimando è stato impagabile: l’orgoglio dei nostri bimbi nel vederci

partecipi e presenti alle loro esperienze ,il vivere la famiglia come parte della comunità che li accoglie e respirare

l’aria in casa di fare parte di un progetto condiviso mi ha dato tanto anche come mamma. Domenica 22 nulla è

avvenuto a caso. Non era una sfilata o un percorso individuale. Era un giorno speciale e luminoso come il sole che

illuminava il piazzale di Regina Pacis.

Ogni gesto, ogni parola aveva un significato profondo per noi famiglie, per i nostri bimbi, per i catechisti e per il

nostro parroco: per una comunità che viveva la prima Comunione di un gruppo di bimbi, come dice la parola

stessa. Il pane preparato il giorno prima dai bimbi è stato portato in ingresso all’altare e utilizzato per il

sacramento che è avvenuto tutti insieme attorno alla mensa riproponendo i gesti e le parole di Gesù.

Devo dire che l’emozione, la commozione e la gioia era visibile in tutti perché si è visto il concretizzarsi di un

cammino insieme e si è davvero percepita la grazia della presenza del Signore in una comunità di amici.

Francesca

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Prime Eucarestie: il frutto di scelte pastorali Con la domenica 29 di maggio, abbiamo concluso le prime eucarestie nelle cinque comunità dell’Unità Pastorale

Santa Maria degli Angeli. E’ giunto, allora il momento di fare qualche bilancio e proporre qualche riflessione.

In primo luogo, abbiamo realizzato le prime comunioni in ogni comunità e non abbiamo riunito tutti i bambini in

un’unica chiesa. Questa scelta è in linea con le scelte che stiamo realizzando all’interno del consiglio pastorale

dell’Unità Pastorale, vale a dire di salvaguardare il cammino di ogni singola comunità e di vincere la tentazione

dell’ammucchiata per facilitare le cose e guadagnare tempo. Senza dubbio durante questo primo anno di

cammino insieme abbiamo attivato momenti comunitari, come le lectio di avvento, i coordinamenti per la

pastorale giovanile, la catechesi e la Caritas, ecc. Abbiamo, però, soprattutto ascoltato il grido delle comunità, la

loro storia, il loro cammino. La scelta è sulla linea di ciò che scrivevo il mese scorso, vale a dire che non è il prete

che fa la comunità, ma il Signore. E allora, la grande sfida che è allo stesso tempo il grande obiettivo che abbiamo

dinanzi in questo periodo di svolte pastorali è quello di non perdere il senso dell’orizzonte. Se è Cristo il centro di

una comunità ciò significa che occorre fare di tutto affinché la comunità non perda la sua identità e che in questo

nuovo cammino di chiesa, accetti di lasciarsi contaminare positivamente dai cammini delle altre comunità. Le

prime eucarestie realizzate nelle cinque comunità hanno rappresentato il culmine di un percorso pensato dalla

commissione catechesi dell’unità pastorale a partire dal mese di marzo dello scorso anno. Da uno stimo

educativo che mi era stato offerto durante un incontro con i responsabili scout di Reggio 4, abbiamo proposto

una catechesi itinerante. Più che dire e spiegare che cos’è l’Eucarestia, abbiamo deciso di visitare dei posti dove

l’eucarestia si vive quotidianamente e da lì procedere per la condivisione e la comprensione. Abbiamo poi

chiesto a don Enrico Mazza di spiegarci il significato delle parole di Gesù pronunciate da Gesù nell’ultima cena. E’

sorto così il percorso di tre tappe rivolto a catechisti e genitori. Ascoltando don Enrico abbiamo capito che non

sappiamo mai abbastanza sul mistero al quale partecipiamo tutte le domeniche. Mazza ha evidenziato, tra le

altre cose, l’aspetto della comunione, delle relazioni nuove che devono sorgere tra coloro che partecipano al

banchetto del Signore. Il “fate questo in memoria di me” non può essere appiattito nella ritualità o nel precetto,

ma indica un cammino da compiere verso il Signore, per vivere come lui ha vissuto, per amare come lui ha amato.

Tutto questo e altro è confluito nel giorno della celebrazione, che ha avuto una sintonia di stile nelle varie

comunità, anche se ognuna poi l’ha vissuto e interpretata in modo diverso. La scelta di mettere i bambini attorno

alla mensa – posta in mezzo alla chiesa – apparecchiata nell’ora dell’offertorio dai genitori con piatti e bicchieri, è

stata molto di più di una scelta coreografica. Abbiamo voluto lasciare il segno di un momento di comunione, che

è poi il significato che san Paolo sottolinea nelle sue lettere. Ci alimentiamo del Corpo del Signore, che ha portato

giustizia pace e comunione in mezzo a noi, per poter essere anche noi strumenti di pace, Giustizia e comunione.

Detto come sant’ Agostino diceva ai suoi

ascoltatori: vivete ciò che ricevete. Don Paolo

Cugini

Nel giorno di Pentecoste Lo Spirito ci fa sentire la presenza di Gesù ...

L'altare adornato di gerbere rosse fa sempre un certo effetto, quando poi, entrano in processione ben tre preti vestiti di rosso, l'effetto viene amplificato: con la crisi vocazionale che la Chiesa sta vivendo fa sempre molto piacere partecipare ad una Liturgia concelebrata. È il giorno dello Spirito Santo, la

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festa della nostra comunità parrocchiale così cara al nostro don Mario che da tanti anni, sempre commosso accoglie i Suoi cresimandi. Questa volta si è aggiunta una gradita presenza , quella di don Paolo che ci ha ricordato l'appartenenza ad una famiglia più grande, l'unità pastorale: questa realtà inizialmente accolta con timore e diffidenza, come tutte le cose che non si conoscono, si sta rivelando una vera benedizione per le tante opportunità di dialogo, confronto e crescita. Mons. Landini ha presieduto la Liturgia, un gradito ritorno a questa solenne celebrazione nella nostra chiesa, un caro amico di don Mario e della comunità. Sempre emozionato, mai abituato alla solennità dell'evento, ha messo in evidenza come lo Spirito Santo, che ha dato origine alla Chiesa, dà la vita a ciascuno di noi facendoci sentire la presenza di Gesù. Riprendendo le parole del Papa al Giubileo dei ragazzi, ha incoraggiato i cresimandi ad andare oltre la superficialità e la mediocrità, invitandoli a non vivacchiare stando comodi e seduti, piuttosto imparare a coltivare nell'animo desideri grandi, imparare a sognare: «Guai ai giovani che non sanno, che non osano sognare!». Sognare come Papa Francesco "un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita. [...] . Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema. (Conferimento premio Carlo Magno 6maggio2016). Non possiamo guardare dal balcone la nostra vita personale, comunitaria, lavorativa come semplici spettatori, rischiando di rimanere schiavi dello schermo di un cellulare, di un di un computer, o di un televisore: i mass media, a seconda dell'utilizzo che ne facciamo possono diventare pattumiera, barriera o miniera. Ricordiamoci che non abbiamo ricevuto uno spirito da schiavi! Il Signore ci ha liberato, ci ha resi capaci di fare quello che dobbiamo, ovvero la volontà di Dio che è il nostro bene, ci ha resi capaci di fare delle scelte, di dire «no» al male e «sì» al bene. Se andiamo dietro a quello che vogliamo diventiamo dipendenti delle cose e ci illudiamo di essere liberi. Essere cristiani significa andare contro corrente, perché non è di moda, anzi si rischia di essere criticati, ma non dobbiamo aver paura di apparire diversi. Invece possiamo sostenerci e incoraggiarci, camminando insieme, tenendo ben presente che abbiamo lo Spirito Santo dalla nostra parte e affidandoci a Lui chiediamo al Signore Gesù di far rivivere nei nostri cuori quella Pentecoste che ha dato inizio alla Chiesa. La Messa è proseguita in un clima di sorprendente raccoglimento, visto il numero delle persone e il brusio che si è solito sentire in queste occasioni. ...Otto giorni dopo, le Comunioni: Ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore. Papa Francesco ha conquistato il cuore di tante persone, ha portato una ventata di simpatia nella Chiesa, non passa giorno senza che il suo nome venga nominato dai mezzi di informazione; le sue parole trovano spesso spazio nelle omelie di tanti, per questo, quando don Mario, durante l'omelia nella celebrazione delle prime comunioni ha invece citato Papa Benedetto XVI mi ha piacevolmente sorpreso... Le gerbere rosse della domenica precedente erano state sostituite dalle bianche, che disposte sui muretti ai lati dell'altare, sembravano stessero aspettando che tutti i bambini vestiti di bianco si disponessero per formare insieme una corona. Chissà se tra tanti anni ricorderanno anche loro questo giorno, con la stessa lucidità e e lo stesso affetto con cui papà Benedetto, nel 2005 ricordava il suo! Alla domanda di un bambino aveva risposto:« Mi ricordo bene del giorno della mia Prima Comunione. Era una bella domenica di marzo del 1936, quindi 69 anni fa. Era un giorno di sole, la chiesa molto bella, la musica. Eravamo una trentina di ragazzi e di ragazze del nostro piccolo paese, di non più di 500 abitanti. Ma nel centro dei miei ricordi gioiosi e belli sta questo pensiero: ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, ha fatto visita proprio a me. E con Gesù Dio stesso è con me.[...] Sono stato realmente pieno di una grande gioia perché Gesù era venuto da me. Ho capito che in quel momento cominciava una nuova tappa della mia vita, avevo 9 anni, era importante rimanere fedele a questo incontro, a questa Comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo: "Io vorrei essere sempre con te" e l'ho pregato: "Ma sii soprattutto tu con me". E così sono andato avanti nella mia vita. Grazie a Dio, il Signore mi ha sempre preso per la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. E così questa gioia della Prima Comunione era un inizio di un cammino fatto insieme». Sarebbe cosa bella, come giustamente ha ricordato don Mario che questi momenti solenni possano diventare

occasione buona per riscoprire la nostra fede; domandarci in che rapporto siamo con il Signore, cosa significhi

per ciascuno il sacramento dell'Eucaristia. Facciamo la comunione per diventare come il Signore, perché ci dia la

forza di superare il nostro innato egoismo, perché ci renda sempre più capaci di amare veramente, capaci di

relazioni buone, generosi e disponibili; con Lui possiamo. Non è una magia però, ci vuole il nostro impegno, il

desiderio vero e profondo di essere come il Signore ci chiede. «Spero che, anche per tutti voi, - concludeva Papa

Benedetto - la Prima Comunione che avete ricevuto in quest'Anno dell'Eucaristia sia l’inizio di un'amicizia per

tutta la vita con Gesù. Inizio di un cammino insieme, perché andando con Gesù andiamo bene e la vita diventa

buona». Paola Micacchi

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Tienimi nel tuo amore

Domenica 29 Maggio la Parrocchia di Roncina assieme alle altre comunità della U.P SANTA MARIA DEGLI ANGELI si è recata in pellegrinaggio all’isola di San Giulio sul lago d’Orta ,ospiti del monastero delle Benedettine ivi collocato. Dopo la partecipazione alla Santa Messa , dove don Ennio ha concelebrato, le sorelle ci hanno offerto un pranzo ricco delle delizie da loro prodotte ottenendo un successo completo di bellezza , grazia, sapori e bontà. Alla fine del pranzo abbiamo festeggiato i 92 anni di Don Enio Munari parroco emerito di Roncina in aeternum , con una torta molto particolare e bella , abbiamo regalato un rosario in lapislazzuli accompagnato dalla poesia che sotto riportiamo. Nel primo pomeriggio abbiamo avuto un incontro bellissimo e interessantissimo con SUOR MARIA GRAZIA con la quale abbiamo toccato interessante cruciali argomenti che hanno spaziato dalla senso della loro scelta , alla fonte della loro serenità, al senso della sofferenza e della morte. Ha colpito in particolare come Suor Maria Grazia abbia invitato al SILENZIO anche NELLE PARROCCHIE , in particolare a RIDURRE LE ATTIVITA , e a METTERE AL CENTRO L’ASCOLTO e LA MEDITAZIONE DELLA PAROLA DI DIO CHIEDENDO ALLO SPIRITO SANTO DI MANIFESTARE LA SUA VOLONTA PER OGNUNO DI NOI E PER LA COMUNITA INTERNA = non dobbiamo essere noi che cerchiamo le strade da percorrere ma DEVE ESSERE LO Spirito Santo a suggerirci LE STRADE DA INTRAPPRENDERE. Ha sottolineato come L’ASCOLTO DELLA PAROLA e il SILENZIO PREDISPONGONO AL PERDONO (arma molto potente contro il maligno e le contrapposizioni fra posizioni diverse), e favorisce l’Amore e la Carità fraterna . Amore , Carita , Bellezza e Ordine sono il frutto dell’ascolto della Parola. Alberto Dallari

TIENIMI NEL TUO AMORE

Tu che sei al di sopra di noi, tu che sei uno di noi, tu che sei anche in noi, possano tutti vedere te anche in me, possa io preparare la strada per te, possa io rendere grazie per tutto ciò che allora mi toccherà.

Possa io non scordare in ciò i bisogni altrui. Tienimi nel tuo amore così come vuoi che tutti dimorino nel mio.

Possa tutto, in questo mio essere, volgersi a tua gloria e possa io non disperare mai. poiche io sono sotto la tua mano e in te è ogni forza e bontà.

Dammi puri sensi, per vederti... Dammi umili sensi, per udirti... Dammi sensi d'amore, per servirti... Dammi sensi di fede, per dimorare in te...

Dag Hammarskjold

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[continua dalla prima pagina] Il primo cammino è all’interno delle comunità stesse per renderle luoghi aperti alle contaminazioni positive delle

altre comunità dell’Unità Pastorale. Dovendo lavorare assieme nelle diversi coordinamenti della catechesi, delle

pastorali giovanili, famigliare e altro, si dovrebbe apprendere ad uscire non solo dalla piccola cerchia dei pochi

intimi, ma anche apprendere nuove modalità e contenuti. E’ questo a mio avviso, il primo e già visibile passo che

le comunità stanno facendo per andarsi incontro, conoscersi, lavorare insieme. E’ il cammino indicato da san

Paolo nella prima lettera ai Corinzi: unità nella diversità. Il secondo cammino che le comunità sono chiamate a

compiere è verso l’esterno. Le positive sinergie che il lavoro nelle Unità Pastorali sta producendo, soprattutto

nello sforzo di dover lavorare assieme nei diversi settori della pastorale ordinaria, dovrebbe lentamente

scardinare le tradizionali chiusure per aprirsi all’esterno. Verso quale mondo dovrebbero aprirsi le comunità

cristiane? Verso i tanti mondi dell’immigrazione, inventando forme di accoglienza dal volto umano, superando in

questo modo le secche asfittiche della burocrazia ordinaria. Qui a Reggio c’è anche il mondo della corruzione e

della mafia che attende una risposta con la formazione di comunità che resistano alla tentazione dei soldi facili,

che sappiano opporre alla logica del profitto cammini di comunione. Una comunità aperta sul mondo significa

anche comunità in grado di lasciarsi contaminare positivamente dagli imput che riceve, come ad esempio le

relazioni che si possono costruire con la comunità islamica presente sul territorio. Tante sfide ci attendono: sta a

noi saperle cogliere. Don Paolo Cugini

Diaconato.

Negli Atti degli apostoli c'è un bell'episodio della Chiesa dei primissimi tempi. A Gerusalemme i cristiani di lingua

greca si lamentano perché le vedove del loro gruppo vengono trascurate nella distribuzione quotidiana (una

specie di mensa Caritas del tempo). Gli apostoli riconoscono che la lamentela è fondata, ma non possono

occuparsi loro di tutto, e perciò chiedono alla comunità di scegliere un gruppo di uomini “di buona reputazione,

pieni di Spirito e di sapienza” ai quali essi, gli apostoli, affideranno il delicato compito di sovrintendere alla carità

verso i poveri. Infatti la comunità propone sette uomini (tra i quali il più famoso è Stefano, il primo martire) e gli

apostoli impongono su di loro le mani, per chiedere a Dio che li riempia della potenza del suo Spirito.

Tradizionalmente si dice che così sono nati i diaconi. In realtà, la parola “diacono” in questo racconto non c'è, ma

l'episodio è ugualmente importante perché insegna una cosa essenziale per la vita della Chiesa: i ministeri

nascono perché ci sono bisogni a cui rispondere (come quello della carità, appunto, oppure della predicazione o

della missione) ed è vitale che la Chiesa vi risponda, se no non sarebbe più la Chiesa voluta dal Signore. Anche la

Chiesa dei nostri tempi, soprattutto durante il Concilio di 50 anni fa, si è accorta che i preti e i vescovi non

possono fare tutto da soli, che c'è bisogno della compartecipazione e della corresponsabilità di tutto il popolo di

Dio nelle cose essenziali della vita della Chiesa. Lo vediamo molto bene anche noi nella unità pastorale appena

nata: nei prossimi anni ci saranno comunità cristiane vive, tra il ponte sul Crostolo e San Bartolomeo, solo se

molti battezzati si prenderanno delle responsabilità nei campi della liturgia, della carità, della catechesi, della

formazione dei giovani, delle famiglie, ecc. Ma oltre a questa partecipazione diffusa alla vita parrocchiale, è bene

che ci sia anche chi assume un ministero stabile, pubblico e autorevole, come fu quello di Stefano e dei suoi

compagni, all'inizio della Chiesa. Un ministero consacrato dall'imposizione delle mani, come quello dei sacerdoti

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e dei diaconi. E' proprio del diaconato che voglio parlare qui. Ripristinato dal Concilio Vaticano II, dopo

un'assenza di molti secoli, il ministero del diacono è al servizio del vescovo e in aiuto ai preti per tutte le necessità

pastorali, ad eccezione della presidenza dell'eucaristia e della assoluzione sacramentale dei peccati. Compito dei

diaconi è animare tutta la comunità alla preghiera, alla carità, alla conoscenza e alla pratica della Parola di Dio. Per

questo essi leggono il Vangelo a messa, introducono le preghiere dei fedeli, possono predicare, battezzare,

celebrare i matrimoni e i funerali. Molti di questi compiti possono essere affidati anche a laici, ma il diacono non

se ne incarica per volontariato o se gli piace e ha tempo: il servizio alle varie necessità della Chiesa diventa parte

integrante e stabile della sua vita. Nella maggior parte dei casi, i diaconi, oggi, sono sposati e hanno un lavoro

civile, e questo rende la loro esperienza di vita simile a quella delle persone comuni e, insieme, pone dei limiti al

loro tempo e alle loro energie. Entro questi limiti oggettivi, la comunità cristiana deve poter contare sul loro

impegno e sulla loro dedizione a Cristo. Nella rinascita del diaconato, dopo il Concilio, la diocesi di Reggio è stata

un punto di riferimento importantissimo per tutta la Chiesa italiana, per impulso dell'indimenticabile don Alberto

Altana. I primi diaconi reggiani furono ordinati nel 1978, tra i primi in Italia, e ora sono oltre cento. Nell'unità

pastorale Santa Maria degli Angeli ne sono presenti quattro – Roberto, Sergio, Tito e io che scrivo – e altri due –

Luca e Alberto, di Roncina – saranno ordinati, a Dio piacendo, il prossimo settembre. Le necessità della nostra

unità pastorale sono molte e, tenuto conto che il cammino di formazione dei candidati al diaconato dura almeno

quattro anni, è venuto il momento perché in tutte le nostre parrocchie pensiamo a proporre “uomini di buona

reputazione, pieni di Spirito e di sapienza”, per il ministero diaconale. Giorgio De Benedittis, diacono

Sagra parrocchiale allo Spirito Santo una collaborazione da Unità pastorale.

Anche nelle migliori squadre arriva il momento in cui si cambia l'allenatore e magari anche una parte della

squadra, ma sono sempre il "gioco " e il risultato che contano. Ecco quindi che una nuova equipe del tutto

autogestita si è messa alla prova per organizzare la sagra parrocchiale: ci siamo detti di cercare di fare il possibile,

di farlo bene e soprattutto con lo spirito giusto, di non dimenticare che operiamo per il Signore. Queste parole

sono state alla base di tutto il cammino che ci ha portato alla progettazione e alla realizzazione della Sagra di

quest'anno presso la nostra parrocchia, che portando il nome dello Spirito Santo, non poteva che svolgersi il

giorno di Pentecoste. Era la prima volta che questo nuovo gruppo provava a progettare qualcosa insieme e per

iniziare e fin da subito abbiamo cercato di coinvolgere più persone possibili, condividendo ogni cosa fin

dall'inizio. Ogni compito è stato portato a termine gioiosamente: abbiamo ironizzato e riso sui contrattempi,

preso accordi, fotografato bauli di automobili stracarichi di bibite e forni accesi, torte ed erbazzoni, scontrini e

comande e, attraverso le nuove tecnologie, resi tutti partecipi. Il tutto in un bellissimo clima di serenità e

solidarietà che è continuato nel giorno stesso della sagra contribuendo a creare un'atmosfera accogliente e

gradevole. Allargando l'orizzonte, proprio nell'ottica che ci suggerisce l'appartenenza all'Unità Pastorale,

abbiamo chiesto la collaborazione delle nostre vicine parrocchiane di Regina Pacis che con grande disponibilità ci

hanno impastato e fornito i pezzi di gnocco e con altrettanta professionalità tutta l'attrezzatura necessaria per la

frittura... E non solo! Anche Raffaele, che per oltre tre ore e senza sosta ne ha fritti più di 1500! Nel pomeriggio

tanti ragazzi/e hanno partecipato ai tornei di calcio, pallavolo e Three-Point Contest, colorando i campi da gioco,

impegnandosi per vincere i premi messi in palio. Alla sera i "Best BeFive" hanno allietato la serata delle tante

persone presenti: con nostra grande gioia tanti giovani delle parrocchie vicine sono venuti a trovarci. Abbiamo

provato ad allargare il cerchio, ad uscire fuori dei nostri confini parrocchiali, anche se piccolo, un passo però

concreto, affinché l'Unità Pastorale non sia solo sulla carta ma si realizzi concretamente attraverso la

collaborazione delle persone. I volontari della sagra

CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO

11

Sagre Unità Pastorale

CODEMONDO 22- 24 e 27 luglio

SAN BARTOLOMEO 26-28 agosto

RONCINA 8-11 settembre

REGINA PACIS 16-18 settembre

Date importanti per la

catechesi Martedì 14 giugno: 17 coordinamento

catechesi UP a Regina Pacis

22 mercoledì giugno: 21 incontro con tutti

i catechisti dell’Unità Pastorale per

presentazione dei progetti dl prossimo

anno (Regina Pacis)

Corso per tutti i catechisti dell’Unità

Pastorale: sabato 24 settembre e sabato 1

ottobre

Inizio catechesi: sabato 8 ottobre

Esercizi Spirituali 2016 Ragazzi Cresima 22-23 ottobre (Affi)

1-3 superiore 29-31 agosto (Santo Stefano di Vetto)

Quarta superiore 24-25 settembre (Santo Stefano di Vetto)

Universitari 13-16 ottobre (Santo Stefano di Vetto)

Giovani coppie 11-13 novembre (Marola)

Adulti 1-4 settembre (Codemondo)

Dove vanno gli SCOUT di REGGIO 4 quest’estate?

11-12 giugno chiusura scout con uscita di due giorni a giarola con tutti i genitori che vivranno con noi due

giorni in stile scout. Durante la chiusura ci sarà la cerimonia della promessa di don Paolo che per noi è un

momento importante e sentito perché il nostro don entra "ufficialmente" a far parte degli scout...inoltre sarà

anche l'occasione di sancire con un'altra importante cerimonia anche il cammino di formazione di Alessandro

Mafrica a cui verrà consegnata la nomina capo.

dal 6 al 13 agosto: campo estivo dei lupetti a casa Parisola - Castelnovo Monti

dal 30 luglio al 9 agosto: campo estivo di reparto a Casalino di Ligonchio

CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO

12

Calendario UP Santa Maria degli Angeli – Giugno/Settembre

GIUGNO

11-12: Uscita Scout fine anno

13-24: GREST Roncina

Martedì 14: ore 17 coordinamento catechesi UP a Regina Pacis

ore 21 Consiglio Pastorale Unità Pastorale a Roncina

Mercoledì 15: ore 21 Consiglio Pastorale San Bartolomeo

Giovedì 16: ore 21 Consiglio Pastorale Codemondo

Venerdì 17: ore 20 Festa finale GREST Regina Pacis

19-25: Campeggino a Monte Miscoso

20-1 luglio: GREST Codemondo

mercoledì 22: ore 21 incontro con tutti i catechisti dell’Unità Pastorale per presentazione dei progetti

del prossimo anno (Regina Pacis)

Giovedì 23: Incontro Educatori Unità Pastorale (Regina Pacis)

Venerdì 24: ore 20 Festa fine GREST Roncina

27-8 luglio: GREST Spirito Santo

LUGLIO

Venerdì 1: ore 20 Festa fine Grest Codemondo

1-3: Giornate al rifugio Rio Pascolo con i giovani delle superiori di Spirito Santo

Domenica 3: ore 10.30 Messa con la comunità della Burkina Faso a Regina Pacis

4-8: Mediogrest a Regina Pacis (dalle 18 alle 22)

Venerdì 8: festa fine Grest Spirito Santo

Sabato 9: ritiro on the road con i giovani dell’Unità Pastorale per i parchi di Reggio

6-18: presenza di 6 brasiliani della parrocchia di Pintadas (dov’è parroco don Luca) che parteciperanno alla GMG a

Cracovia.

22-24 Luglio: SAGRA DI SAN PANTALEONE A CODEMONDO

Mercoledì 27: ore 21 messa sagra Codemondo

19-31: Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia

AGOSTO

7-14: Uscita scout

17-22: Campeggio Medie a Rimini

23-29: coast to coast Basilicata con i ’98 di San Bartolomeo e Codemondo

26-28: SAGRA DI SAN BARTOLOMEO

29-31: Esercizi spirituali superiori dell’UP a S. Stefano di Vetto

SETTEMBRE

1-4 Esercizi spirituali adulti dell’Unità Pastorale a Codemondo

5-9: compiti delle vacanze in oratorio Regina Pacis (9-12)

8-11: SAGRA DI RONCINA

16-18: SAGRA DI REGINA PACIS

Domenica 25: ordinazioni diaconali (Alberto e Luca di Roncina)