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INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA DISCARICA DI GENZANO DI LUCANIA - PROGETTO DEFINITIVO - MESSA IN SICUREZZA E REALIZZAZIONE DI CAPPING PER LA DISCARICA DI GENZANO DI LUCANIA Il progettista: Ing. Domenico Lorusso Elaborato H.1 Indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza Data Rev. Formato Descrizione Approvato 17/03/2017 A4

INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA DISCARICA DI GENZANO … · Indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza Discarica Genzano di Lucania Ing. Domenico Lorusso. –

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INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA DISCARICA DI GENZANO

DI LUCANIA

- PROGETTO DEFINITIVO -

MESSA IN SICUREZZA E REALIZZAZIONE DI CAPPING PER LA DISCARICA DI GENZANO DI LUCANIA

Il progettista: Ing. Domenico Lorusso

Elaborato H.1

Indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza

Data Rev. Formato Descrizione Approvato

17/03/2017 A4

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Indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza Discarica Genzano di Lucania

Ing. Domenico Lorusso. – Via Pompei, 6 – 70022 Altamura (BA) – Tel 349/3085134– pec:[email protected] – Partita iva: 06794210721 Pag. 2 / 20

Sommario

1. PREMESSA ................................................................................................................................................................ 3

2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA. ........................................................... 3

2.1. Allestimento del cantiere (sistemazione viabilità, recinzioni, baraccamenti, ecc..) .............. 3

2.2. Descrizione dell’intervento di messa in sicurezza permanente e riqualificazione

ambientale ......................................................................................................................................................................... 5

3. DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI E INDICAZIONI DEI RISCHI ..................................................11

4. RISCHI PER LA SICUREZZA .............................................................................................................................11

5. INDICAZIONI E PRESCRIZIONI DI SICUREZZA PRELIMINARI ..........................................................12

6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ED AZIONI DI DIMINUZIONE/RIDUZIONE DELLO STESSO ...12

7. INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PROBABILI DEL CANTIERE IN OGGETTO ...................................12

8. MISURE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE ...................................................................................14

9. RISCHI PER LA SALUTE ....................................................................................................................................15

10. MISURE PER LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI ............................................................................15

a) Rischio biologico .............................................................................................................................................15

b) Dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) ......................................................................................16

c) Rischio chimico .....................................................................................................................................................17

d) Rischio fisico .....................................................................................................................................................17

e) Rischio infortunistico ....................................................................................................................................17

f) Formazione ed informazione degli operatori ..........................................................................................19

g) Riferimenti normativi ........................................................................................................................................19

11. STIMA DEGLI ONERI INERENTI LA SICUREZZA ................................................................................19

a) Riepilogo dei costi: .........................................................................................................................................20

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Ing. Domenico Lorusso. – Via Pompei, 6 – 70022 Altamura (BA) – Tel 349/3085134– pec:[email protected] – Partita iva: 06794210721 Pag. 3 / 20

1. PREMESSA

Il presente documento definisce le linee guida del Piano di Sicurezza e Coordinamento nell’ambito della

redazione del progetto esecutivo di messa in Sicurezza, Funzionale ed Energetica del ex Discarica, sita nel

Comune di Genzano di Lucania, Potenza. In particolare, di seguito vengono raccolte le prime indicazioni di

massima per poter redigere il piano di sicurezza e coordinamento dei lavori in oggetto e per poter dare in

via estimativa una valutazione degli oneri di sicurezza. Il piano di sicurezza e coordinamento dovrà essere

redatto in conformità a quanto previsto dall’art. 100 del D. Lgs. 81/08 e quindi dall'Allegato XV; il fascicolo

dell'opera secondo l'Allegato XVI allo stesso Decreto. Nel seguito viene quindi fornita un’analisi

preliminare del rischio mediante l’evidenziazione dei rischi specifici per ogni singola lavorazione, al fine di

garantire il rispetto delle norme per la prevenzione infortuni e la tutela della salute dei lavoratori.

I contenuti del presente documento dovranno essere ampliati ed integrati nell’ambito della redazione del

progetto esecutivo in ottemperanza a quanto previsto negli artt. 35 e 41 del D.P.R. 554/99 abrogato dal

D.P.R. n. 207 del 2010. Tutti i soggetti interessati dal lavoro, maestranze e figure responsabili, nonché agli

utenti della Committenza dovranno essere resi edotti sui rischi specifici e sulle misure di sicurezza

previste. Il piano di sicurezza subirà l’evoluzione necessaria all’adattamento alle esigenze reali e concrete

del cantiere, tenendo conto dell’utilizzo comune di impianti, attrezzature, mezzi logistici e di protezione

collettiva (DPC). Il Piano di Sicurezza che sarà sviluppato in seguito prenderà in considerazione ed

approfondirà la salvaguardia dell'incolumità delle maestranze addette ai lavori. Naturalmente tutte le

problematiche comuni e generali di cantiere dovranno essere tenute in debita considerazione nella

redazione del Piano di Sicurezza.

Tutte le scelte di natura logistica, annoverate nel normale andamento dei lavori in cantiere, saranno prese

in accordo con il settore Lavori Pubblici del Comune di Genzano di Lucania e con l'ufficio che si occuperà di

gestire l'opera e riportate nel piano di sicurezza o nei successivi aggiornamenti operativi.

2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA.

L’intervento di messa in sicurezza permanente del sito dell’ ex discarica comunale si articolerà nelle

seguenti fasi operative:

2.1. Allestimento del cantiere (sistemazione viabilità, recinzioni, baraccamenti, ecc..)

L’accessibilità al cantiere e la viabilità all’interno dello stesso sono state studiate in modo da non creare

interferenze con le normali attività necessarie nella fase di post gestione della discarica. In particolare si

precisa che l’area impianti della discarica verrà opportunamente recintata garantendo il normale

svolgimento delle operazioni di estrazione del percolato da avviare a smaltimento.

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L’attuale ingresso della discarica verrà mantenuto ad uso esclusivo degli addetti alle varie attività di

manutenzione legate al funzionamento di impianto di estrazione del percolato, locale cabina pesa e

cisterne.

Non si creeranno sovrapposizioni dei flussi veicolari dei mezzi di cantiere con i mezzi preposti alle

manutenzioni. Gli automezzi in uscita dal cantiere saranno sottoposti al lavaggio delle ruote nell’area

adibita in prossimità dell’uscita (Figura 1). Il cantiere è delimitato dalla esistente recinzione metallica, che

circonderà il perimetro esterno dell’area di intervento, all'interno della quale dovranno essere allestite le

baracche destinate ai vari servizi igienico-assistenziali per maestranze e gli uffici di cantiere, nonché le

aree di deposito dei materiali.

Figura 1: Sistemazione del cantiere.

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2.2. Descrizione dell’intervento di messa in sicurezza permanente e riqualificazione

ambientale

La discarica risulta attualmente chiusa e coperta con uno strato di argille di spessore assai variabile

installato come intervento di emergenza, pertanto si prevede la sistemazione della copertura con il

confinamento del cumulo realizzando un corretto capping di copertura, tale da ricoprire tutta la superficie

interessata dalla coltivazione. Oltre al capping si prevede la realizzazione di sistema di captazione del

biogas e l’implementazione dell’attuale sistema di captazione del percolato. Verranno inoltre realizzati

lavori di allontanamento delle acque dalla discarica e di riqualificazione ambientale mediante il

rinverdimento della superficie del deposito dei rifiuti.

Capping

Al fine di evitare la realizzazione di un sistema di copertura caratterizzato da elevati spessori, non

compatibili con i caratteri paesaggistici ed ambientali dell’area, si è deciso di fare ricorso, rispetto a

quanto stabilito dall’attuale corpo normativo, si individua la seguente stratigrafia per la realizzazione del

capping, da interpretarsi a partire dallo strato di regolarizzazione del rifiuto fino allo strato finale di

copertura (quindi dal basso verso l’alto):

1) terreno di regolarizzazione sopra rifiuto;

2) geocomposito drenante biogas;

3) geocomposito bentonitico;

4) geocomposito drenante acqua;

5) strato finale di copertura.

Figura 2: Stratigrafia Capping secondo il metodo TeMa (fonte: “Discariche e siti contaminati, TE.MA Technologies and

Materials srl via dell’Industria 21, 31029 Vittorio Veneto (TV), pag. 5, mod.)

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Impianto di captazione biogas

Il sistema di captazione comprende una rete dimensionata in base alla produzione specifica di biogas e al

volume di influenza dei manufatti di captazione. I pozzi di captazione saranno disposti in maniera tale da

coprire tutto il volume della discarica tenendo in considerazione che il raggio di captazione e di influenza

dei pozzi del biogas al contorno perimetrale non deve essere superiore a 30 m. Nel caso in esame sono

stati previsti 7 Pozzi di captazione del biogas, che trasferiscono il biogas ad una sottostazioni di

regolazione dove si prevede l’installazione di una torcia.

Caratteristiche dei pozzi di captazione

Raggio di influenza dei pozzi

= 30m

Pozzo (n) Profondità

Pozzo

B-1 13

B-2 12

B-3 11

B-4 7

B-5 14

B-6 10

B-7 15

Tabella 1 - Caratteristiche dei pozzi di captazione.

Tale sistema di raccolta e smaltimento sarà realizzato all’interno di uno strato ad alto contenuto organico,

strato ultimo di copertura della discarica, e ha come anticipato un recapito finale costituito da una torcia

di combustione. La torcia di combustione sarà situata nei pressi dell’ingresso della discarica, nell’area in

cui attualmente sono posizioniate le cisterne per la raccolta del percolato ed adibita a deposito di

serbatoi.

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Figura 3 – Schema di distribuzione della rete di raccolta e smaltimento del biogas prodotto in discarica

Impianto di captazione percolato

L'intervento previsto consiste essenzialmente nella captazione, asportazione e successivo smaltimento del

percolato di discarica, conseguendo le seguenti finalità:

riduzione della fonte primaria di contaminazione costituita dal percolato di discarica con la

conseguente diminuzione dei rischi connessi alla fuoriuscita dello stesso e alla potenziale

infiltrazione nel suolo e in falda;

la possibilità di monitorare in tempo reale il sistema e i risultati verificando la progressiva

diminuzione del volume di percolato prodotto/estratto e dei valori di concentrazione degli

inquinanti;

la compatibilità e l'integrabilità con gli altri interventi previsti;

Inoltre, si prevede il miglioramento prestazionale degli emungimenti, realizzando un sistema di estrazione

in automatico, che attiva le pompe quando il livello di percolato sale al di sopra di una certa soglia, ed

invia il percolato al sistema di serbatoi di stoccaggio, che andrà incrementato rispetto alla situazione

attuale, per garantire una capacità di accumulo superiore.

Il sistema di drenaggio e stoccaggio del percolato in particolare prevede:

La realizzazione di n° 1 pozzo di drenaggio aggiuntivo;

L’installazione nel nuovo pozzo di elettropompa centrifuga sommergibile ATEX, per l’estrazione

del percolato;

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L’eventuale sostituzione della pompa presente nel pozzo esistente (da verificare in sede di

progettazione esecutiva la funzionalità di tale impianto);

La realizzazione di linee idrauliche di raccolta e convogliamento del percolato dai pozzi al sistema

di stoccaggio temporaneo;

La realizzazione di un sistema di stoccaggio temporaneo costituito da una cisterna ovvero da una

vasca interrata impermeabilizzata (da valutare in fase di progettazione esecutiva)

Figura 4: Ubicazione del nuovo pozzo per la captazione di percolato da installare (in verde) e di quello esistente (in magenta).

Regimentazione delle acque:

Per quanto riguarda il sistema di regimentazione delle acque meteoriche si prevede la realizzazione di una

nuova rete di raccolta delle acque superficiali al fine di garantire una corretta gestione delle acque di

scorrimento superficiale che si generano a seguito di eventi meteorici.

Nello specifico i lavori di allontanamento delle acque dalla discarica in oggetto consisteranno nella

realizzazione di:

- un canale drenante costituito da un dreno interrato per la raccolta delle acque d’infiltrazione e di

dilavamento superficiale;

- un canale drenante con griglia carrabile posizionato nella zona di accesso alla discarica;

- una condotta di scarico a cielo aperto a sostituzione delle preesistente;

Le suddette opere verranno realizzate al piede del rilevato della discarica, a sostituzione della

preesistente.

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Le acque meteoriche che cadono nelle aree interne alla discarica, una volta eseguita la messa in sicurezza

con il capping, non verranno a contatto con i rifiuti e saranno gestite come le acque meteoriche

provenienti dalle aree esterne al corpo della discarica.

Figura 5 - Schema di distribuzione della rete di regimentazione delle acque

Riqualificazione ambientale

Per la riqualificazione ambientale dell’area, dopo la realizzazione del capping e dei vari sistemi di

captazione e smaltimento del biogas e della regimentazione delle acque meteoriche, riprendendo “il

Piano di ripristino ambientale della discarica comprensoriale per rifiuti solidi urbani della comunità

montana “Alto Bradano” di Acerenza” (Uff. Tecnico Comunità Montana Alto Bradano, 2003), si è optato

per il rinverdimento della superficie del deposito dei rifiuti e della superficie del lato di valle del muro di

sostegno, una soluzione a prato mediante cotiche erbose costituite da miscugli di graminacee con

ginestrino. La scelta del manto erboso scaturisce dalla necessità di utilizzare piante con ampio apparato

radicale, funzionali quindi alla stabilizzazione del terreno e contestualmente, consentire l’integrazione

della discarica con l’ambiente circostante, caratterizzato prevalentemente da coltivazioni cerealicole e

pressoché privo di essenze erbose, ad eccezione della zona di alveo a valle della discarica, in cui vi è

abbondante presenza di canna comune (arundo donax; Linneo,1753).

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Alla copertura prevista dal documento citato, si aggiungerà una percentuale di copertura maggiore del

50% di Ginestre (Spartium junceum L.), le quali hanno un apparato radicale maggiore, che si sviluppa in

profondità andando a consolidare il terreno per uno spessore che può raggiungere anche il metro.

Figura 6: Esempio di Spartium junceum L. (http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=7528)

Infine, come base di inerbimento, il miscuglio di graminacee previsto può essere caratterizzato da una

copiosa eterogenità di specie vegetali, a seconda dell’azienda fornitrice.

Di seguito, alcune tipiche composizioni che caratterizzano le forniture dei miscugli di graminacee:

Esempio 1

Festuca arundinacea, Dactilis glomerata, Lolium perenne, Lolium italico, Phleum pratense

Esempio 2

Festuca arundinacea, Erba Mazzolina, Ginestrino, Trifoglio bianco

Esempio 3

Festuca rubra, Festuca ovina, Loietto perenne, Ginestrino, Trifoglio bianco

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3. DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI E INDICAZIONI DEI RISCHI

I processi di lavorazione all’interno della discarica saranno volti alla messa in sicurezza permanente del

sito dell’ex discarica di RSU del Comune di Genzano di Lucania, sita in località Mattinella.

I rischi specifici riconducibili a questo tipo di attività, sono connessi con la prolungata esposizione dei

lavoratori all’abbancamento dei rifiuti attualmente presenti che, in alcuni punti, potrebbero non essere

adeguatamente coperti dalle argille.

Nel caso delle lavorazioni previste dal presente progetto di bonifica, la realizzazione di tali lavorazioni in

ambiente esterno tende a ridurne gli impatti negativi connessi con la movimentazione dei materiali ma

evidentemente ne introduce degli altri che, per analogia di condizioni di lavoro, sono quelli che si

riscontrano quando si interviene su reti di fogna nera ovvero all’interno di depuratori municipali.

4. RISCHI PER LA SICUREZZA

Di seguito, si riportano i prevalenti rischi per la sicurezza, suddivisi per fase di lavorazione.

Movimentazione di mezzi e materiali sul corpo rifiuti:

caduta dalle cabine guida dei mezzi per la movimentazione dei rifiuti durante la salita o la

discesa;

caduta/scivolamento a livello su pavimentazione bagnata o terreno sconnesso

caduta materiale dall’alto per errato accatastamento;

schiacciamento per caduta rifiuti durante scarico e movimentazione;

caduta di attrezzature, rotture di cavi, sfilamento di flessibili;

urti contro parti di macchine e attrezzature durante la movimentazione dei rifiuti;

punture, tagli da oggetti/utensili o rifiuti infetti;

collisione tra mezzi e macchine nel reparto;

intrappolamento in organi in movimento;

investimenti causati da veicoli in movimento;

schiacciamento per ribaltamento del mezzo;

Carico e trasporto interno dei rifiuti e conferimento dei sovvalli in altri impianti:

collisioni con altri veicoli all’interno ed all’esterno degli impianti

caduta dalle cabine guida durante la salita o la discesa

caduta/scivolamento a livello su pavimentazione bagnata o terreno sconnesso

traffico veicolare esterno

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5. INDICAZIONI E PRESCRIZIONI DI SICUREZZA PRELIMINARI

Il cantiere non dovrà in alcun modo interferire, rallentare o bloccare la viabilità pubblica e privata. Tutti i

materiali di scavo, di risulta o di imballaggio dovranno essere confinati e trasportati nelle apposite

discariche non appena possibile. L’ordine delle fasi lavorative riguarderà essenzialmente le operazioni per

la preparazione del terreno, trivellazioni e riporti di terra, con accantonamento delle terre, rimozioni di

materiali di risulta opere esistenti, realizzazione della viabilità interna. Tali fasi si ripeteranno per ogni

singola area/zona di lavoro. Per gli scavi e movimentazione terra, saranno utilizzati omologati tipo

scavatori, bulldozer e camion per il trasporto del terreno.

Per il trasporto ed il sollevamento dei materiali e delle forniture nonché per le lavorazioni di installazione

sarà utilizzata una auto-gru a braccio omologata per la posa in opera della torcia, possibilmente del tipo

autosollevante. Internamente all'area potranno essere utilizzati mezzi di movimentazione tipo transpallet,

carrelli elevatori o altri mezzi di movimentazione merci. I lavori nell’area potranno iniziare solo dopo aver

affisso tutta la cartellonistica di cantiere.

6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ED AZIONI DI DIMINUZIONE/RIDUZIONE DELLO STESSO

Nel Piano di Sicurezza e Coordinamento verranno analizzati i rischi che procederanno dalle lavorazioni

previste per la realizzazione dei lavori in oggetto. L'organizzazione e le modalità operative saranno alla

base della valutazione del Piano di Sicurezza. A seguito dell'individuazione della varie fasi lavorative,

saranno evidenziati i rischi prevedibili e/o l’impiego di sostanze pericolose e, quindi, le misure di

prevenzione da adottare per il mantenimento delle condizioni di sicurezza in cantiere. L’obiettivo della

valutazione dei rischi, è di consentire al datore di lavoro di prendere tutti i provvedimenti necessari per

salvaguardare la sicurezza dei lavoratori, sulla base dell’individuazione dei possibili rischi. Le indicazioni

qui riportate non vogliono analizzare o riguardare le problematiche inerenti le diverse fasi lavorative che

dovranno essere oggetto del piano di sicurezza e coordinamento e dei relativi POS, ma vogliono solo

sottolineare alcune criticità che dovranno essere valutare durante la progettazione del cantiere. Pertanto

in linea di massima si individuano di seguito una serie di rischi potenziali che potranno essere analizzati in

dettaglio nel Piano di sicurezza.

7. INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PROBABILI DEL CANTIERE IN OGGETTO

In questa fase si è tenuto conto sia della tipologia dell’ambiente in cui si svolgeranno i lavori, sia della

variabilità di alcuni parametri quali la quantità e qualità dei rifiuti e le modalità di svolgimento delle

operazioni nelle varie fasi di intervento. Sono stati individuati i seguenti tipi di rischio:

• Biologico: è legato innanzitutto alla presenza di microrganismi e di loro prodotti, quali ad esempio

endotossine, nei rifiuti organici derivati dalla raccolta urbana. Tale rischio è legato alla fase di trivellazione

dei pozzi per la realizzazione dell’impianto di captazione del biogas e del percolato, e pertanto legato

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all’aerazione del biogas in situ, ed all’eventuale fuoriuscita di percolato. Un aspetto del rischio biologico

riguarda la possibilità di penetrazione di microrganismi presenti nel terreno attraverso le mucose (naso-

faringea, congiuntivale ecc) o attraverso lesioni della cute. Gli effetti sulla salute umana che il contatto con

taluni microrganismi può causare riguardano essenzialmente la possibilità di infezioni, di fenomeni tossici

e di sensibilizzazioni allergiche, possibilità peraltro considerate allo stato attuale delle conoscenze

decisamente remote. Un altro aspetto del rischio biologico da tenere in considerazione è rappresentato

dalla possibilità di punture di insetto e morsicature di animali.

• Chimico: nonostante la tipologia dei rifiuti stoccati in discarica sia prevalentemente di tipo urbano, non

si può del tutto escludere la presenza accidentale di sostanze nocive di natura indeterminata. Tali

sostanze, potrebbero trovarsi nei rifiuti, nel percolato e nei terreni che costituiscono l’attuale copertura e

dare origine ad aerosol e vapori. Per quanto riguarda l’eventuale presenza di sacche di biogas, il rischio ad

esso associato è presente durante la fase di trivellazione dei pozzi. Analogamente a quanto riportato per i

microrganismi, anche per le suddette sostanze, l’esposizione dei lavoratori potrebbe avvenire per via

respiratoria, digerente e/o cutaneomucosa. Per quanto riguarda i rischi per la salute, questi possono

essere sostanzialmente classificati come: rischi di tipo irritativo (acuto e cronico), tossico (acuto e cronico),

allergizzante. E’ invece da osservare che il rischio cancerogeno può ragionevolmente venire escluso, o

quantomeno considerato estremamente improbabile, in ragione della prevista relativa brevità delle

operazioni di movimentazione e delle presumibili basse (o molto basse) concentrazioni delle eventuali

sostanze in grado di indurre tali effetti. Anche in questo caso tale rischio è legato alla fase di trivellazione

dei pozzi per la realizzazione dell’impianto di captazione del biogas e del percolato, e pertanto legato

all’aerazione del biogas in situ, ed all’eventuale fuoriuscita di percolato

Da ricordare infine la possibilità per i lavoratori di essere esposti a sgradevoli emanazioni di odori.

• Fisico: relativamente al rischio fisico sono principalmente da tenere in considerazione gli aspetti relativi

al rumore e ai parametri microclimatici, mentre altri possibili rischi, quale quello da campi

elettromagnetici, sono da ritenersi di scarso o nullo rilievo.

Per quanto riguarda il rumore, il tipo di attrezzature che verranno utilizzate non comporta, in generale, il

superamento della soglia di 90dBA. Tuttavia vi potrebbero essere, in particolare nella fase di preparazione

dell’area, alcune situazioni che comportano l’uso di attrezzature che producono un livello di rumore

superiore alla soglia individuata. E’ comunque da notare che i lavori si svolgeranno non in modo

continuativo, e che sarà possibile adottare diverse misure di prevenzione tecniche, organizzative o

procedurali, nel pieno rispetto della legislazione vigente.

Da notare come nel caso di eccesso di umidità possa risultare più elevato il rischio elettrico.

• Infortunistico: questo tipo di rischio, ed in particolare la possibilità di lesioni quali ferite, punture, lesioni

da schiacciamento, cadute o impatti, ecc. è presente in tutte le varie fasi lavorative, dall’allestimento allo

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smontaggio del cantiere, dalla realizzazione dei pozzi e delle linee di trasporto percolato, gas e acque, alla

posa della centrale di insufflazione/aspirazione, dall’avviamento alla movimentazione ed infine alla

manutenzione dei mezzi utilizzati. Particolare attenzione dovrà poi essere prestata al rischio da

movimentazione manuale dei carichi.

Un altro aspetto del rischio infortunistico è quello di tipo elettrico legato alla distribuzione della corrente,

all’utilizzo di taluni macchinari necessari alla movimentazione in particolare durante le fasi di allestimento

del cantiere, alla manutenzione delle macchine quali le idropulitrici, nel cambio di filtri estrattori,

nell’azionamento degli impianti di trattamento, nella illuminazione del cantiere, ecc.

Nella fase di realizzazione degli scavi per la realizzazione dell’invaso del lago artificiale e preparazione del

terreno sarà sicuramente da valutare il rischio di caduta entro lo scavo ed il seppellimento per crollo delle

pareti dello scavo e la presenza di polveri. Le lavorazioni dovranno essere eseguite con l’ausilio idonei

parapetti a delimitazione degli scavi che dovranno avere scarpa di inclinazione di 45° o eventuale

armatura se profondi più di m 1,50. Da ricordare infine il rischio di esplosione o di incendio legato all’uso

improprio di macchine elettriche o a combustione. Se il cantiere dovesse prevedere fasi di lavoro in

ambiente confinato, occorre ricordare che i tipi di rischio fin qui elencati e in particolare quello biologico,

chimico e fisico oltre che, per certi aspetti, il rischio infortunistico, potranno essere considerati di entità

superiore rispetto al rischio che comporta lo svolgimento delle medesime attività all’aperto.

8. MISURE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE

Recinzione dell’area impiantistica ed in generale dell’area di cantiere

La recinzione di cantiere è il sistema di confinamento dell’area di cantiere, avente lo scopo di

regolamentare l’accesso alle aree di cantiere e proteggere i lavoratori e i terzi dai rischi di interferenza tra

attività che avvengono sul luogo all’interno e in prossimità del cantiere.

L’area del cantiere in oggetto risulta interamente recintata da una rete metallica, applicata su pali in ferro

infissi al terreno dell’altezza di 1,5 m. Al fine di evitare il rischio di eventuali intrusioni volontarie o

involontarie da parte di non addetti, e considerata la durata del lavori, potrebbe configurarsi la necessità

di costituire una ulteriore recinzione stabile sul perimetro esterno. Le caratteristiche di tali recinzioni

saranno eventualmente meglio precisate in fase di stesura del progetto esecutivo.

Fornitura di un generatore elettrico

Al fine di assicurare energia anche in caso di guasti e di interruzioni nell’erogazione sarà disponibile in

cantiere un generatore elettrico con almeno 50/60 Kw di potenza, in grado quindi di mantenere in

funzione le luci di emergenza.

Segnaletica relativa ai divieti di accesso ed ai rischi presenti (biologico, chimico, fisico, infortunistico ecc)

All’ingresso del cantiere sarà affissa la cartellonistica relativa ai divieti e alla segnalazione di pericolo per

cantiere in atto (divieto di accesso ai non addetti, pericolo di movimentazione dei mezzi e dei carichi

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sospesi, uscita mezzi pesanti, obbligo dell’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) per tutti gli

addetti, segnale di rischio biologico, ecc.).

Segnaletica di divieto di accesso e avviso di pericolo e di rischio biologico per la presenza di rifiuti verrà

affissa anche in alcuni punti strategici lungo la recinzione esterna del cantiere.

9. RISCHI PER LA SALUTE

Il presente documento fungerà da linea guida e indicazione, al fine di indicare un livello minimo

prestazionale di qualità, per la fornitura degli impianti mobili di trattamento e i materiali che saranno

impiegati per la realizzazione dei lavori previsti nel presente progetto definitivo, gli elementi tecnici

descritti saranno quindi suscettibili di variazioni in funzione delle evoluzioni tecnologiche, del mercato e

degli approfondimenti tecnici che potranno saranno eseguiti anche in corso d’opera.

10. MISURE PER LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI

a) Rischio biologico

Sulla base della valutazione del rischio è stato affrontato per primo il tema del rischio biologico per la

componente legata alla presenza di microrganismi e dei loro prodotti (rischio infettivologico e immuno-

allergico). Valutazioni relative all’effetto sulla salute delle componenti microbiche che, partendo dal rifiuto

e dal percolato, vengono veicolate da polveri e da aerosol, e di conseguenza possono venire inalate, sono

state formulate da differenti autori senza però giungere alla definizione del reale rischio

infettivo/allergico. In particolare le polveri e gli aerosol sprigionati a partire da una matrice in cui gli

eventuali microrganismi sono stati sottoposti per un lungo periodo a trattamenti naturali di disinfezione

non sembrano rappresentare né un habitat favorevole né un serbatoio di infezione per i principali

microorganismi patogeni dell’apparato respiratorio. Anche in questo caso, comunque, non esistono

evidenze scientifiche in grado di dimostrare che, al di fuori della loro specifica localizzazione, questi

microrganismi possano essere fonte di un’alterazione dello stato di salute. Alla luce di queste

considerazioni, si ritiene che la principale fonte di esposizione a microrganismi per i lavoratori in discarica

sia rappresentata dal contatto per via inalatoria con polveri che si liberano durante l’eventuale

movimentazione dei rifiuti o delle terre di copertura che sono state a contatto con i rifiuti, mentre sia

sicuramente di minore importanza il contatto diretto per ingestione fortuita di materiale o l’inalazione di

eventuali bioaerosol che si possono formare da percolato. Considerando sempre il rischio biologico è da

valutare la possibilità di infezioni trasmesse per via cutanea o mucosa, anche in presenza di lesioni di

entità minima: a questo proposito è necessario assicurarsi della adeguata copertura immunitaria dei

lavoratori per quanto riguarda la prevenzione dell’infezione tetanica e dell’infezione da virus dell’epatite B

attraverso immunoprofilassi specifica. Quanto a tutte le infezioni che possono essere trasmesse sempre

per questa via, così come per la prevenzione di punture di insetti e di morsicature di animali, la più

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efficace misura di prevenzione consiste nell’adozione di presidi di barriera quali i Dispositivi di Protezione

Individuale (D.P.I.).

b) Dispositivi di protezione individuale (D.P.I.)

Questo aspetto è stato ampiamente studiato in tempi recenti per i lavoratori del comparto ospedaliero e

di altri comparti occupazionali che prevedono la possibilità di esposizioni analoghe data l’emergenza delle

infezioni da virus dell’AIDS (HIV) e dell’epatite B e C, trasmissibili anche per via ematica e muco-cutanea.

In Italia le Linee-Guida per il controllo dell’infezione da HIV della Commissione Nazionale AIDS del

Ministero della Sanità del 1989 e il Decreto dello stesso Ministero della Sanità sulla protezione dal

contagio professionale da HIV del 1990 avevano già evidenziato l’obbligo di seguire strategie di

prevenzione globale delineate precedentemente nelle Precauzioni Universali (P.U.) elaborate dai Centers

for Disease Control (CDC) di Atlanta (USA). In tali documenti viene sottolineata l’importanza di considerare

qualsiasi fluido biologico come potenzialmente infetto e, di conseguenza, adottare appropriati interventi

di prevenzione nell’esecuzione di qualsiasi operazione nella quale sia possibile il contatto accidentale con

materiale biologico o con altri substrati che possono comportare una esposizione ad agenti patogeni. Gli

interventi di prevenzione previsti nelle P.U. consistono: - nel lavaggio delle mani, anche con antisettici,

prima e dopo ogni contatto e quindi possibile contaminazione da sostanze potenzialmente infette; -

l’impiego di mezzi di barriera quali ad esempio guanti resistenti ad agenti chimicobiologici, occhiali,

maschere o protettori facciali adeguati, tute da lavoro di materiali adeguati, preferibilmente intere con

maniche lunghe, e scarpe o stivali antinfortunistici resistenti ad agenti chimico-biologici. La scelta dei più

idonei di tali mezzi di barriera di uso personale (D.P.I.) deve essere effettuata con la consulenza di esperti

del settore - l’utilizzazione delle corrette procedure di pulizia e di eventuale trattamento di

decontaminazione dei D.P.I. dopo l’uso.

L’impegno a dover applicare le misure di prevenzione e protezione comporta la necessità di disporre di

precise indicazioni sull’utilizzo, manutenzione e smaltimento dei D.P.I., data anche l’assenza di una

specifica normativa tecnica comunitaria. In primo luogo la scelta dei D.P.I. più adeguati deve tenere

presente l’eterogeneità degli agenti biologici, la loro capacità di sopravvivenza nei diversi substrati, la loro

patogenicità e la loro virulenza, oltre al valore della carica minima infettante che è variabile da specie a

specie e può essere raggiunto con maggiore facilità in ambiente confinato. Saranno da adottare D.P.I. che

tutelino gli operatori dal contatto diretto cutaneo e mucoso in tutte le prevedibili posture di lavoro, in

condizioni di comfort in relazione alle condizioni microclimatiche stagionali. Apposite procedure aziendali

dovranno stabilire le corrette modalità di conservazione, eventuale decontaminazione, adeguata

sostituzione, oltre alle modalità per un corretto smaltimento di tali dispositivi. E’ inoltre da prevedere la

costituzione di un registro degli esposti al rischio biologico. Nel caso si presenti l’esposizione ad agenti

biologici specifici ed in occasione delle lavorazioni indicate in accordo agli allegati e al titolo specifico del

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D. Lgs. 81/2008, e secondo eventuale disposizioni degli Enti di controllo, si procederà alla redazione de!

registro degli esposti tenendo conto dei periodi di esposizione. E’ prevista anche la presenza in cantiere,

anche se non necessariamente continuativa, di un medico specialista in Medicina del lavoro, che sarà

tenuto costantemente informato sull’andamento degli esiti dei monitoraggi ambientali e che, in base alle

caratteristiche dei ritrovamenti durante gli scavi, darà con tempestività le più opportune

indicazioni/prescrizioni sanitarie connesse alla sicurezza dei lavoratori. In tali occasioni lo stesso medico

provvederà anche ad informare il medico competente dell’impresa, il quale provvederà ad apportare gli

opportuni aggiornamenti al piano sanitario ed al programma degli interventi per la sicurezza igienico-

sanitaria per gli addetti.

c) Rischio chimico

Si ritiene che, anche in questo caso, le misure di barriera quali i D.P.I., che impediscono qualsiasi contatto

con cute e mucose, rappresentino un adeguato strumento di prevenzione; tuttavia dovranno essere

disponibili, ed essere tempestivamente indossate, maschere con respiratori dotati di filtro oro-nasale ad

alta protezione contro polveri, gas, odori, nel caso in cui i piani di monitoraggio della qualità dell’aria

evidenziassero la presenza di sostanze nocive impreviste o di particolari esalazioni odorifere. Anche in

questo caso, eventuali misure/aggiornamenti al piano sanitario potranno essere previste sulla base dei

rilevamenti effettuati.

d) Rischio fisico

La componente legata al rumore sarà prevedibilmente non importante dato che, come si è già detto, i tipi

di attrezzature che verranno utilizzate non comportano in generale il superamento della soglia di 90 dBA,

e la durata delle operazioni rumorose dovrebbe essere ridotta. Nelle fasi in cui si utilizzeranno

attrezzature che producono rumore superiore alla soglia individuata dovranno essere adottati idonei

otoprotettori. Una più precisa valutazione del rischio da rumore, e delle necessarie misure, potrà essere

ottenuta sulla base di una misurazione effettuata ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs 277/91. Per ciò che

riguarda le condizioni microclimatiche, il rischio sanitario può essere affrontato sia adottando adeguati

capi di abbigliamento, sia organizzando i turni di lavoro (ad es. adottando interruzioni, pause lavorative,

turnazioni ecc.) sulla base delle condizioni metereologiche e dei parametri microclimatici propri della

stagione in cui si svolgeranno i lavori.

e) Rischio infortunistico

Anche in questo caso un ruolo importante è svolto dall’utilizzo dei D.P.I. e da una adeguata organizzazione

del lavoro, che potrà essere meglio delineata in una fase successiva.

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Indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza Discarica Genzano di Lucania

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Tutti gli addetti saranno sottoposti a visita medica preventiva ed agli opportuni accertamenti sanitari,

oltre che a successivi controlli periodici, secondo uno specifico piano sanitario che il medico competente,

in aggiornamento al piano di sicurezza già redatto dall’impresa, dovrà redigere nel rispetto della vigente

normativa in tema di prevenzione e protezione dei lavoratori (D. Lgs 81/2008), oltre a quanto altro di

rilievo). Tale piano dovrà essere costantemente tenuto aggiornato anche in funzione degli esiti del

programma di monitoraggio ambientale, di quelli delle visite mediche e degli accertamenti sanitari, e

dell’analisi dell’andamento del fenomeno infortunistico, rilevabile dai dati del registro infortuni. Tutti i

lavoratori dovranno essere validamente informati e formati sulle procedure di sicurezza in caso di

incendio, inoltre in cantiere sarà costantemente presente almeno un addetto in grado di coordinare

l’emergenza e l'evacuazione del sito. La eventuale necessità della presenza di più di un addetto al primo

soccorso e di più di un addetto all’emergenza verrà valutata sulla base della complessità del cantiere e

della stima del rischio. In cantiere sarà disponibile, presso gli uffici di cantiere, una serie di attrezzature

per il primo intervento di pronto soccorso presso un locale dedicato. Data la potenziale esistenza di un

rischio di schizzi e getti che possono contenere anche sostanze chimiche irritanti, sarà disponibile almeno

un lavaocchi collegato alla rete idrica di cantiere. Saranno inoltre predisposti, nei pressi della zona

operativa, negli uffici di cantiere e nella sede della direzione dei lavori, apparecchi telefonici abilitati per la

richiesta di soccorso, oltre che un elenco dei numeri telefonici di emergenza e di quelli utili. In particolare

dovranno essere indicati i numeri di: Emergenza Sanitaria, VV.FF., Emergenza Sanitaria - Pronto

Intervento, Ospedali più vicini, Guardia Medica (Rezzato), Distretto Sanitario, Centro Antiveleni, Farmacia,

Acquedotto comunale, oltre ai numeri telefonici dei responsabili a vario titolo dei lavori (Direzione Lavori,

Responsabile del lavori, Coordinatore per la sicurezza, medico competente, ASL di riferimento, Uffici

comunali, A.R.P.A., Provincia, ecc.). Uno dei rischi più sottovalutati nelle aree di cantiere è il rischio

elettrico. Data la particolarità degli ambienti di lavoro (con presenza di acqua e di tassi elevati di umidità),

si rende indispensabile prestare una particolare attenzione alle modalità di esecuzione degli impianti

elettrici (impianto fotovoltaico). L’intero impianto sarà progettato, realizzato e certificato da un tecnico

abilitato (con iscrizione all’albo della Camera di Commercio per la qualifica richiesta) al sensi della L.

46/90, abrogato dal Decreto legge 37/2008. L’intero impianto di cantiere, sarà dotato di idoneo impianto

di messa a terra. La progettazione di cui sopra sarà completata dalla verifica della effettiva necessità delle

protezioni degli impianti e strutture contro il rischio di scariche atmosferiche e di conseguenza se ne

valuterà il dimensionamento. Al fine di poter affrontare l'emergenza data dall’insorgere di principi di

incendio (piccoli fuochi), distribuiti nei punti più strategici del cantiere saranno presenti idonei estintori (a

polvere) portatili o carrellati, che dovranno essere adeguatamente segnalati. Una proposta in tal senso

sarà illustrata nel Piano di Sicurezza da allegare al progetto esecutivo. Tutti gli estintori saranno sottoposti

a manutenzione dopo ogni uso e, comunque, periodicamente secondo un apposito programma. Saranno

inoltre previste adeguate cassette di primo soccorso in punti strategici; il contenuto di tali cassette dovrà

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essere costantemente rifornito. Al fine di evitare l’utilizzo di macchine e attrezzature mancanti dei previsti

dispositivi di sicurezza, in particolare pulsanti di arresto di emergenza, griglie protettive ecc., oltre che

inadeguate dal punto di vista ergonomico, tutte le attrezzature di cantiere dovranno avere le

caratteristiche di sicurezza previste dalla legge. Verranno utilizzate macchine e attrezzature con marchio

CE e a norma del D. Lgs. 81/2008.

f) Formazione ed informazione degli operatori

A tutti gli addetti, prima dell’inizio del lavori verranno date le informazioni relative ai rischi generici e a

quelli connessi allo specifico tipo di attività.

Gli operatori saranno già stati formati/informati sui rischi connessi alle generiche attività dei cantieri edili

con presenza di scavi (in particolare cadute, scivolamenti, movimentazione del carichi, elettrici, tagli, colpi,

ecc ), e sui rischi connessi all'attività lavorativa specifica di questo cantiere, sui programmi di

monitoraggio, sui D.P.I. da utilizzare, sulla movimentazione dei materiali, sull’utilizzo degli impianti sulle

procedure di emergenza nel caso di superamento dei livelli di soglia di preallarme e di allarme relativi al

limiti da rispettare per le componenti ambientali. Un’adeguata informazione verrà inoltre fornita anche

sul nominativo del Medico competente e sulle misure sanitarie adottate, sul loro significato, ecc. Sarà poi

particolarmente curata la formazione/informazione degli addetti al pronto soccorso e antincendio.

g) Riferimenti normativi

Gli strumenti normativi da tenere in considerazione sono:

- leggi dello Stato in materia di prevenzione degli infortuni ed igiene del lavoro e in materia di dispositivi di

protezione individuale.

- D. Lgs. 81/08. Testo unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro

- D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre

1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione

individuale.

- norme tecniche nazionali (UNI) ed europee (EN).

11. STIMA DEGLI ONERI INERENTI LA SICUREZZA

Di seguito si riporta la valutazione preliminare a corpo delle spese prevedibili per l’attuazione delle misure

di sicurezza.

La predetta valutazione è stata effettuata tenendo in considerazione i seguenti elementi:

- La programmazione degli interventi

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- Le specifiche tecniche degli interventi - Lavorazioni similari precedentemente stimate I costi dei dispositivi di protezione individuale, i mezzi i servizi di protezione collettiva, gli apprestamenti,

le infrastrutture ed i mezzi e servizi di protezione collettiva, gli impianti tecnici per la sicurezza del cantiere

nonché la segnaletica sono stati estrapolati da prezziari standard ufficiali. In ogni caso, sarà compito dei

Coordinatori in fase di progetto redigere la valutazione specifica dei costi della sicurezza, attenendosi alle

indicazioni del D. Lgs 81/2008, il quale prevede per tutta la durata delle lavorazioni previste in fase

preliminare, la stima dei seguenti costi:

- apprestamenti da prevedere nel PSC;

- misure prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione individuale eventualmente da prevedere

nel PSC per lavorazioni interferenti;

- impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche, degli impianti antincendio, degli

impianti di evacuazione fumi;

- mezzi e servizi di protezione collettiva; - eventuali interventi finalizzati alla sicurezza e richiesti per lo

sfasamento spaziale e temporale delle lavorazioni interferenti;

- delle misure di coordinamento relative all’uso comune di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture,

mezzi e servizi di protezione collettiva;

- procedure contenute nel PSC e previste per specifici motivi di sicurezza.

La stima dovrà essere congrua, analitica, per voci singole, a corpo o a misura, riferita a elenchi prezzi

standard o specializzati, oppure basata su prezziari o listini ufficiali vigenti nell’area interessata, o

sull’elenco prezzi delle misure di sicurezza del committente.

I costi della sicurezza così individuati, saranno compresi nell’importo totale dei lavori, ed individuano la

parte del costo dell’opera da non assoggettare a ribasso nelle offerte delle imprese che parteciperanno.

a) Riepilogo dei costi:

In via preliminare e puramente indicativa si ritiene che l’incidenza dei costi per l’attuazione del piano della

sicurezza sia approssimativamente pari al 5% dell’importo dei lavori, da non assoggettarsi a ribasso.

Stima dei costi della sicurezza prevedibili nella fase di prime indicazioni per la stesura del P.S.C: Importo totale dei lavori € 970.306,66 5% oneri sicurezza = € 48.515,33