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INTERVISTE AI NONNI “Com’era il Natale quando eri piccolo/a? C’è una festa nel tuo Paese altrettanto importante del Natale?”… Classi terza A e terza B Scuola primaria di Mignagola Natale 2018 Queste interviste sono state raccolte dai bambini e riportate nel biglietto di Natale. Fanno parte del lavoro di Storia sulle fonti orali.

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INTERVISTE AI NONNI “Com’era il Natale quando eri piccolo/a?

C’è una festa nel tuo Paese altrettanto importante del Natale?”…

Classi terza A e terza B

Scuola primaria di Mignagola

Natale 2018

Queste interviste sono

state raccolte dai

bambini e riportate nel

biglietto di Natale. Fanno

parte del lavoro di Storia

sulle fonti orali.

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IL NATALE DEI NONNI

Quando era piccola mia nonna mi ha raccontato che non esisteva Babbo Natale come adesso. A Natale si andava a Messa e poi pranzavano tutti insieme. I bambini aspettavano la Befana, che gli portava una calza con noci e mandarini. Alice

IL NATALE DEI NONNI

Il Natale, quando erano bambini i miei nonni era bellissimo!

Già i primi giorni di dicembre andavano in cerca di muschio per il presepe e tutti insieme (con i genitori) mettevamo le statuine, le casette e i tre Re Magi che si mettevano lontani dalla capanna.

Ogni giorno venivano spostati fino al giorno dell’Epifania dove arrivavano de Gesù con i loro doni: oro, incenso e mirra. Ogni anno veniva premiato il presepe più bello!

Vittoria

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IL NATALE DEI NONNI La nonna mi ha raccontato che lei, quando era piccola non faceva l’albero di Natale ma solo il Presepe. Lei iniziava tanti giorni prima a raccogliere il muschio nei fossi e nei campi e lo metteva ad asciugare sulla stufa. Poi faceva il Presepe, non sui tavoli, ma in un angolo per terra, facendo da sola con i bastoncini anche la capanna. La sera prima metteva Gesù Bambino sul Presepe e andava a dormire. Quando si svegliava il suo papà le dava un soldino e poi andava a messa. Finita la messa c’era una bancarella di dolciumi e andava a comprare un dolcetto. Lei era contenta perché il giorno di Natale mangiavano più dolci e cose buone. Francesca

IL NATALE AL TEMPO DEI NONNI Il Natale dei miei nonni era molto semplice: la mattina andava in chiesa e faceva il chierichetto, il pranzo di Natale si festeggiava in famiglia. Aprivano i regalini e dopo si giocava tutto il pomeriggio e lui era felice! Stefano

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IL NATALE DEI MIEI NONNI

Quando i miei nonni erano piccoli festeggiavano il Natale tutti insieme in famiglia.

Siccome erano molto poveri preparavano tutto in casa.

I loro genitori costruivano per loro regali, utilizzando dei tessuti per fare le bambole, dei legni per i soldatini di legno.

La cena era molto semplice, cucinavano la pasta fatta in casa al pomodoro, un po’ di carne, i dolci, le frittelle e le incartellate (che è un dolce tipico pugliese).

La loro famiglia era molto numerosa: erano dieci fratelli e tantissimi cugini, così la notte di Natale si riunivano tutti in una casa e cenavano tutti insieme, cantavano e aspettavano la nascita di Gesù. Anche se avevano pochissimo, erano lo stesso felici.

Sophie

IL NATALE DI NONNA ANTONELLA Mia nonna, aveva quattro anni, non poteva permettersi una vera festa, non aveva l’albero di Natale né i regali. Una notte di Natale, insieme al fratello più grande, mentre tutti dormivano, si misero addosso una coperta e sotto la neve andarono a vedere le luci e gli alberi dei vicini: erano bellissimi! A cena non mancava mai la frutta secca, le castagne e i dolci natalizi. La cosa più importante era vivere la famiglia, soprattutto quando c’erano gli zampognari che suonavano tutte le sere e venivano da lontano. Era n’atmosfera bella, vera, molto importante e speciale. Simona

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IL NONNO RACCONTA IL NATALE Tanti anni fa quando mio nonno Nisio era piccolo, faceva l’albero di Natale con addobbi semplici trovati in casa. Invece di mettere le palline di Natale, addobbava con: il carbone, i tutoli, i cioccolatini, le pigne e il cotone per fare i fiocchi di neve. La mattina di Natale tutta la famiglia andava alla messa. Al ritorno si sedevano a tavola per festeggiare il Natale. Il pranzo della festa, al quale partecipava tutta la famiglia con altri parenti prevedeva: pollo arrosto, arance e mandarini e focaccia fatta in casa come dolce. I regali per tutti i bambini erano pezzi di mandorlato tenero. Samuele

NATALE DEI NONNI: COM’ ERA? Alla mattina di Natale, alle 5 si andava a messa, poi si faceva la colazione. A quell’epoca non si usava scambiarsi i regali. Si mangiava la carne lessa oppure la carne arrosta ma anche le patatine fritte; a casa la mamma faceva la focaccia ma per cuocere questo dolce dovevano andare al panificio. Rocco

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IL NATALE DEI NONNI Il nonno quando aveva la mia età, a Natale con la mamma e il suo papà preparava l’albero con tutti i palloncini e tanti cioccolatini appesi che però nel giro di pochi giorni finivano perchè con il suo fratellino uno alla volta se li mangiavano tutti, lasciando solo le cartine appese all’albero! La mattina di Natale la sua mamma preparava la cioccolata calda con dei biscotti, mentre i regali li prendeva il giorno della Befana. La sera prima si metteva sulla tavola un bicchiere di vino e della pinza per rifocillarla mentre lui e il suo fratellino andavano a letto prestissimo attendendo la mattina per scartare i regali Nina

IL NATALE AL TEMPO DEI NONNI

Il Natale di oggi è sicuramente diverso da quello dei nostri nonni, infatti loro erano abituati ad un Natale più povero e semplice.

Erano felici quando la mattina di Natale si svegliavano e in cucina vicino al camino trovavano dei piccoli doni, due o tre mandarini, qualche arancio, i più fortunati qualche biscotto e bambole di pezza.

Non si facevano tanti addobbi, ma si faceva un piccolo presepe con statuine di gesso e muschio trovato nei boschi.

Il pranzo di Natale era l’occasione per mangiare qualcosa di diverso dal solito per esempio l’arrosto, il bollito, patate al forno e frutta secca il tutto cucinato dalle donne di casa e accompagnato dal vino.

Nel pomeriggio giocavano a carte o cantavano canzoni natalizie; la sera si mangiavano gli avanzi del pranzo e si finiva la giornata.

Nicolò

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Il NATALE DI MIO NONNO

Mio nonno si chiama Mario e ha settantuno anni, quando lui era piccolo il Natale si festeggiava in famiglia con tutti i famigliari.

C’erano i nonni, gli zii e i cugini.

Per quel giorno i nonni organizzavano ogni anno un grande pranzo e la festa durava fino alla sera.

Quando mio nonno era piccolo era finita da poco la guerra e Babbo Natale non passava con i doni.

Nicole Bassanello

NATALE DEI NONNI Il Natale di nonna Rosalina era molto povero rispetto ad oggi ma era, per loro, che erano contadini una festa grandissima perché potevano mangiare la gallina e i conigli che allevavano e facevano anche i dolci. Per l'albero di Natale il mio bisnonno Nello, andava nel bosco a tagliare un ginepro e lo addobbavano la vigilia di Natale. Per addobbare l'albero, usavano: biscotti fatti in casa, le noci nella carta stagnola, i mandarini e compravano delle statuine di cioccolata avvolti nella carta stagnola dipinta con l'immagine della Madonna, San Giuseppe ed altri personaggi. Non c'erano i regali per Natale ma arrivavano per l'Epifania erano: matite, quaderni, sciarpe... Dentro la calza c'erano gli addobbi dell'albero. Andrea

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IL RACCONTO DEI NONNI

Oggi ho videochiamato i miei nonni di Barletta e mi hanno raccontato come festeggiavano il Natale quando erano piccoli. I miei bisnonni facevano il presepe con vecchie scatole di cartone; non facevano l’albero e Babbo Natale non portava regali. Dall’Immacolata alla vigilia di Natale per le strade della città una banda suonava la “Santa Allegrezza” cantando tutte le canzoni natalizie.

La sera della Vigilia mangiavano i fichi secchi, gli amaretti e i taralli. La mattina di Natale andavano tutti a Messa e quando uscivano dalla chiesa tutti si scambiavano tutti gli auguri e si respirava aria di festa.

Al pranzo di Natale mangiavano il ragù alla barlettana, fatto con sugo fresco e braciole al sugo e la frutta secca. Molte volte il panettone non c’era.

Marco

IL RACCONTO DEL NONNO

I genitori del nonno sono emigrati in Francia, perché non c’era lavoro. Il nonno è nato là con altri due fratelli, il Natale lo festeggiavano in famiglia, anche se erano poveri, la sua mamma preparava sempre un buon pranzo. Anche l’albero veniva allestito con palline fatte a ferri di lana colorata e poi imbottite di cotone e le appendeva alternate con delle caramelle. Invece il nonno, con i suoi fratelli costruivano un piccolo presepe con il muschio e statuine di legno. Sotto l’albero non c’erano regali, ma delle grosse arance che poi mangiavano.

Luca

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IL NATALE DEI NONNI

Quando mio nonno aveva la mia età festeggiava il Natale insieme ai suoi genitori e ai suoi fratelli nella casa dove abitavano. Prima che arrivasse il giorno di Natale la mia bisnonna e mio nonno, assieme agli altri, preparavano l’albero di Natale con tutte le palline colorate e le luci di tutti i colori. Assieme all’albero preparavano anche il presepe con le statuine, la grotta e le casette. Era una bella festa che tutti aspettavano con impazienza perché ricordava la nascita di Gesù ed era un’occasione per stare tutti assieme in famiglia. Ilaria

IL RACCONTO DEI NONNI

I miei nonni mi hanno raccontato di com’era il Natale quando avevano la mia età. L’albero di Natale si comprava alla vigilia perché costava meno e i genitori dei nonni non avevano molti soldi. Portato a casa, l’albero veniva decorato con carte colorate, nastrini che si aveva in casa, caramelle, con mandarini e con qualche candela. Per fare il presepe andavano nei boschi a prendere il muschio fresco. Avevano poche statuine e le pecorelle venivano fatte con un po’ di lana bianca e con dei fiammiferi o stuzzicadenti al posto delle zampe. Qualche volta c’erano delle pecorelle fatte di gesso e quando finivano le feste di Natale, mio nonno le usava per disegnare sulla strada. Il giorno di Natale si metteva la statuina di Gesù Bambino nella mangiatoia del presepe, si andava a Messa e quando si tornava a casa si scartavano i regali, che erano le decorazioni dell’albero. Non avevano molte cose ma erano felici di stare in famiglia. Leonardo Zoppello

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IL NATALE AI TEMPI DEI MIEI NONNI Il nonno Sergio e la nonna Renata mi hanno raccontato che quando erano piccoli il Natale era un giorno speciale perché alle otto di mattina si svegliavano e andavano a fare gli auguri di Buon Natale per le case e le persone gli davano frutta, caramelle o le lire (i soldi come si chiamavano una volta) e dopo andavano a Messa. A mezzogiorno mangiavano piatti prelibati: l’oca, le lasagne, anatra e cappone; quando finivano di pranzare mangiavano la torta, le patate americane, il mandorlato e le noci e in pomeriggio andavano in Chiesa; finita la funzione del vespero andavano in sala parrocchiale e giocavano al gioco dell’oca o a carte, oppure saltavano la corda o andavano fuori a giocare a palla. Poi tornavano a casa e mangiavano polenta, salsicce e salame sempre fatto in casa, infine andavano nella fattoria a far filo’ e a cantare in allegria! Leonardo Boscarato.

IL NATALE DEL NONNO DA PICCOLO Quando si avvicinava il Natale, il nonno Giorgio preparava il Presepio, e un piccolo albero di Natale che decorava con delle palline di vetro delicatissime e molto fragili. Scriveva una letterina per Babbo Natale, il nonno chiedeva sempre una pistola con fodero da Cow Boy. Il pranzo di Natale era abbondante, venivano preparati i ‘cappelletti’ e si mangiavano come primo piatto, fatti con la carne e impasto fatto in casa a mano. Ci si riscaldava con un grande camino a legna, unica fonte di calore della casa, ad Urbino dove è nato il nonno in inverno faceva molto freddo e spesso c’era la neve. Nicole Spricigo

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IL NATALE DI MIA NONNA

Da piccola aspettavo il Natale per andare alla Santa Messa di mezzanotte. Si faceva tanta strada a piedi perché, provenendo da una famiglia di contadini poveri, non avevamo l’auto. Al ritorno tutti infreddoliti andavamo subito a letto. Al mattino sotto l’albero di Natale non c’erano tanti regali: qualche bambolina fatta con gli stracci; della frutta secca e indumenti fatti a ferri (calzini, sciarpe, berretti). In questa giornata di festa mangiavamo anche la focaccia che mia mamma preparava nei giorni precedenti e l’avremo rimangiata a Pasqua. Questo era il mio Natale sessanta anni fa e la vita per me era più bella di adesso. Nonna Enrichetta (Teresa)

IL NATALE DI MIO NONNO ORFEO Ho chiesto a mio nonno Orfeo come era il suo Natale da piccolo. La sua famiglia non aveva molti soldi e per questo motivo non poteva comperare l’albero, gli addobbi e il presepe. Solo a undici anni quando ha iniziato a lavorare, ha acquistato tutto ciò che serviva. Il giorno di Natale non riceveva nessun regalo perchè non c’ erano soldi per prendere i francobolli per spedire la letterina a Babbo Natale. Ai genitori regalava una letterina e una poesia scritte a scuola. Gliele metteva sotto il piatto per fare una sorpresa. Per regalo riceveva o una caramella o un pezzo di mandorlato. A pranzo invece della polenta preparavano pane, carne lessa, verdura ed una focaccia fatta in casa. Era l’occasione per mangiare anche frutta secca raccolta dagli alberi nei campi. Mio nonno non riceveva mai giochi, solo una volta il suo papà gli ha regalato un carrettino di legno ma lo doveva condividere con tutti gli altri bambini della famiglia, fratelli, cugini. Questo carrettino ce l’ha ancora anche se un po’ rotto. Alberto

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IL NATALE DI MIO NONNO Il mio nonno paterno, Emanuele, quando era Natale, faceva l’albero. La mamma di mio nonno metteva del cotone sull’ albero per fare la neve. L’albero si andava a prenderlo sul Piave; non era un pino, ma una pianta selvatica che ci assomigliava. Sull’albero mettevano anche delle caramelle e frutta secca. La mattina del giorno di Natale, il nonno andava alla Messa del Fanciullo, che si celebrava alle otto. Le altre Messe erano alle ore sei, sette e dieci del mattino. I bambini scrivevano la letterina a Babbo Natale e scrivevano una letterina con delle promesse, che mettevano sotto il piatto del loro papà. Babbo Natale non portava sempre quello che chiedevano; spesso portava frutta come clementine e mandarini, o carbone, quando i bambini non si comportavano bene a scuola. Per il pranzo di Natale, la mia bisnonna Pasqua preparava bollito o arrosto. Massimo

IL NATALE DEL NONNO

Quando mio nonno era piccolo, l’albero di Natale veniva addobbato l’8 dicembre. Il nonno andava con il suo papà e i fratelli a comprare un grande abete. Lo addobbavano con cioccolatini di diverse forme, frutta come: mandarini, arance e carrube, qualche pallina di vetro e un filo di luci colorate. Sulla punta posizionava una stella e per fare la neve metteva dei ciuffi di cotone. Sotto l’albero c’era il presepe fatto con le statuine di gesso e le casette di cartone. Il nonno scriveva la letta a Babbo Natale, ma chiedeva solo cose utili. La vigilia di Natale sopra la tavola metteva una fetta di panettone, del vino e nella stufa un grosso tronco per rendere piacevole l’arrivo a Babbo Natale. Il giorno di Natale non sempre trovava i regali che chiedeva, solamente i bambini più fortunati. Al mattino andavano a messa poi a pranzo si riuniva tutta la famiglia e mangiavano un pasto completo. Durante il giorno gli adulti parlavano tra loro e i bambini giocavano assieme.

Erano più poveri di noi, ma erano più felici e si volevano più bene.

Alessandro

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IL NATALE AL TEMPO DEI NONNI Quando i nonni erano piccoli, il Natale era molto più sentito di adesso perché le famiglie erano più unite. Alla vigilia si preparava il presepe e si faceva un solo pasto attorno alle tre di pomeriggio. Il giorno di Natale si preparava l’albero che non era come gli alberi attuali, ma consisteva in un solo ramo di abete che veniva decorato con la frutta a disposizione (mandarini, arance) e con i lavoretti preparati dai bambini. Il giorno di Natale tutti andavano a messa e, al termine, si visitava il presepe preparato da tutti gli abitanti del paese. Babbo Natale non esisteva. I bambini mettevano sotto al piatto una letterina per il papà con la promessa che avrebbero fatto i bravi ed il papà lasciava una piccola mancia. Greta

IL NATALE DEI NONNI Quando avevo sette/otto anni aspettavo con grande gioia la messa di mezzanotte. La cena della Vigilia spesso era una verza raccolta ghiacciata sotto la neve, la mia mamma la preparava sia cotta che cruda accompagnata con della polenta gialla fumante,

servita in un tagliere tondo di legno. Dopo cena ben coperti la mia famiglia ed io andavamo alla messa a piedi, nel percorso io spesso mi fermavo per ammirare il panorama: i campi erano grandi distese bianche, gli alberi completamente spogli con i rami

imbiancati e a rendere il Natale per me più speciale in cielo splendeva la luna che tutto illuminava. La messa era “cantata” ed era quella che piaceva tanto al mio papà. Finita la messa correvo fuori per rivedere quel panorama. Questo è il Natale che ricordo con più affetto, il più bello, non dolci e niente regali, il poco cibo di sempre ma la gioia nel cuore. Aurora e Alessandra

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IL NATALE DI CINQUANT’ANNI FA Durante il periodo natalizio, si stava in famiglia e si preparavano i biscotti e tanti altri cibi. Mentre aspettavano Babbo Natale giocavano a tombola. In quei giorni si vestivano con i maglioni rossi. La vigilia di Natale mangiavano il baccalà e le “pettole” e tanti dolci. I bambini appendevano dei mandarini all’albero di Natale al posto delle palline comprate oppure le facevano loro. Per il presepe disegnavano su un foglio i personaggi, mettevano solo le statuette di Gesù Bambino, Maria e Giuseppe.

Valentina

IL NATALE DEI NONNI

Quando la nonna era piccola aspettava con tanta ansia il Natale perché era una grande festa. Il 13 dicembre a S. Lucia la nonna e le sue sorelle tiravano fuori le decorazioni e appendevano ai muri e alle finestre le decorazioni più piccole. Due giorni prima di Natale la bis nonna Paola le aiutava a fare l’albero, il bisnonno Paolo era andato in cerca del muschio nel campo vicino a casa. Alla sera tutti assieme facevano il presepio. La bisnonna preparava intanto le cose buone per il pranzo di Natale. La sera della vigilia, la nonna preparava una tazza di latte e biscotti per Gesù bambino che ci avrebbe portato i regali.

Emma

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LA NONNA RACCONTA Mia nonna ha sessanta tre anni; quando lei era piccola il Natale si aspettava con tanta gioia perché era l’unico giorno in cui avevano la tavola piena di cibo. Ai tempi di mia nonna il suo Paese viveva sotto dittatura, che vuol dire che nei negozi ti davano il cibo con la lista. Non potevi comprare al di fuori di quello che ti spettava, ma a Natale potevi comprare tutto ciò che volevi. Per l’albero andava insieme ai suoi amici nel bosco a prendere il pinetto che gli sembrava più adatto, poi facevano i dolci e avevano come regali dei vestiti perché di giochi non ne avevano. Facevano delle bambole di stracci, e dei concerti in cui cantavano e ballavano. La nonna, infatti, era una cantante molto brava. Giulio Leba

IL NATALE DEI NONNI

Quando il nonno era piccolo erano tutti più poveri.

C’erano pochi regali però erano lo stesso felici.

Il primo regalo che ha ricevuto a Natale e stato un piccolo carretto di legno costruito da suo papà.

Giulio Guerretta

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IL NATALE AI TEMPI DI MIA NONNA LIDIJA.

Il Natale a Troina, piccolo paese di montagna

dell’entroterra siciliano, era molto allegro.

Non c’erano tanti negozi e neanche tanti

addobbi, ma c’era un’aria di festa in tutte le

case e in tutte le parrocchie. Nove giorni

prima il Natale, iniziava la novena, ossia per

nove pomeriggi di fila tutti i bambini si

recavano in Chiesa pregare e a cantare le lodi

al bambino Gesù. Tutti i bambini si recavano

in un punto della montagna per raccogliere il

muschio che serviva per il presepe, c’era molto

freddo e tutti speravano che cadesse la neve.

Pochissime famiglie addobbavano l’albero di

Natale, poichè quest’albero non è presente

nei boschi della Sicilia, mentre in tutte le case,

anche nelle più povere, c’era un grande odore

di dolci natalizi molto pregiati poiché ricchi di

un impasto di frutta secche e vino cotto di

fichi d’india. Non si scambiavano i regali, non

si scriveva alcuna lettera a Babbo Natale,

l’unico scambio di auguri era attraverso i

dolci, frutta martorana e sacchettini di frutta

secca mista. La notte del 24 dicembre ogni

cortile aveva il proprio falò, attorno al quale

tutti, adulti e bambini, ballavano, cantavano.

Si offriva il vino, pane, salame, e tutti i

prodotti tipici del periodo natalizio.

Il Natale a Troina era poco elaborato, ma

molto vicino ai valori cristiani.

Giulio Biondo

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IL GIORNO DI NATALE DI MIA NONNA Mia nonna mi ha raccontato che il giorno di Natale si riunivano in famiglia per festeggiare tutti assieme. Non potevano fare regali perché c'erano tanti bambini in casa e purtroppo mancavano i soldi per comprare un pensierino a tutti. I suoi genitori però compravano il torrone e il panettone che mangiavano felici i bambini assieme ai genitori. Malgrado ci fosse stata tanta povertà, il Natale era un momento di felicità perché stavano tutti insieme.

Giulia

LA NONNA RACCONTA

Mia nonna mi ha raccontato che il suo Natale era molto povero. Babbo natale non gli portava giochi ma solo maglie e pantaloni per coprirsi dal freddo. Il Natale si festeggiava con i parenti, e tutti insieme iniziavano a mangiare alle 19:30 e finivano alle 24:00.

Mia nonna mi ha raccontato che mangiavano spaghetti con le vongole, baccalà scaldato e fritto e infine struffoli e zeppole.

Dopo aver cenato si aspettava la mezzanotte giocando a tombola per poi scambiarsi gli auguri e i doni.

Giorgio

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IL NATALE DELLA MIA NONNA La mia nonna mi raccontava che una volta il Natale era povero ma molto bello perché si stava tutti insieme. Non esistevano doni, i bambini prima del pranzo mettevano la letterina con le proprie promesse sotto il piatto del papà, che quando la leggeva gli dava la mancetta. La mattina di Natale si andava tutti a messa e quando finiva si andava a vedere il presepe; solo qualcuno lo faceva in casa e si preparavano le statuine con il legno. Non esistevano gli addobbi di Natale come quelli di adesso e non tutti se li potevano permettere. Giorgia

IL NATALE AL TEMPO DEI NONNI Era bellissimo! Il panettone lo aprivamo solo il giorno di Natale. Avevamo solo un gioco per ogni bambino. Ci riunivamo tutti insieme, eravamo circa trenta persone, ognuno portava qualcosa da mangiare. Lo zio Erminio aveva un panificio e portava tutti i dolci squisiti. La mia bisnonna faceva sempre i tortellini in brodo e l’arrosto; poi mangiavamo la frutta secca e verso le tre del pomeriggio giocavamo a tombola fino a sera e poi ricominciavamo a mangiare. I bambini giocavano e scartavano il loro regalo. Alla sera tardi tutti tornavano a casa.

Gaia

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IL NATALE DEI NONNI

La festa di Natale dei miei nonni era l’ultimo dell’anno! Le loro famiglie si preparavano già due mesi prima dell’evento. Si decideva quale bestia prendere secondo le possibilità che avevano. Si comprava un ariete, se no un tacchino o un’oca. Si puliva a fondo la casa, poi si preparava il dolce tradizionale, che viene fatto con la pasta sfoglia, noci e burro. Poi si pensava a fare qualche vestito fatto a mano per i bambini, così avevano una cosa nuova per la festa. Gli addobbi per la casa non c’erano a quei tempi.

Il giorno della festa tutti si alzavano presto per prepararsi per la cena. Gli uomini si occupavano di tagliare la legna, accendere il fuoco e ammazzare la bestia. Le donne preparavano i bambini lavati e vestiti, poi passavano alla cucina.

Quando tutto era pronto si cominciava ad apparecchiare. Ai loro tempi non c’era il tavolo per mangiare, si usava un tappeto di paglia: tutti sedevano attorno con le gambe incrociate.

Prima si dava da mangiare ai bambini, poi mangiavano gli adulti. Durante la cena si passava il tempo. Oltre che mangiare si parlava, si scherzava, si cantava. I bambini giocavano con giocattoli di legno fatti dai loro papà.

Era una festa che univa tutta la FAMIGLIA, e tutti erano felici!

Cristian

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DESCRIVO IL NATALE CON LA NONNA Quando ero piccola spostavamo un vecchio tavolo di legno, accanto all’albero di Natale. Sopra il tavolo facevamo un grande presepe, per farlo raccoglievamo il muschio e dei rametti, infine mettevamo le statue che erano di gesso. Noi non ricevevamo tanti regali. Ci regalavano una bambolina fatta con gli “scartossi” delle pannocchie e ai maschietti un cavallino fatto con la canna delle pannocchie. La cosa bella era fare il pranzo tutti insieme, anche se non c’erano tutte le cose che abbiamo da mangiare oggi, ad esempio non avevamo il panettone, ma ritrovarci tutti e mangiare qualcosa in più del solito ci rendeva felici. Camilla

LA FESTA DELLA PECORA Mio nonno mi ha raccontato che c’è una festa molto importante per noi musulmani che si chiama Festa della percora. Un mese prima si comincia a preparare per questa festa: si devono comprare vestiti nuovi, nuove grigliate, nuovi coltelli e la pecora! Si fanno dei dolci marroncini deliziosi. Dopo un mese, il giorno della festa si deve svegliarsi molto presto perché si va alla moschea per pregare. Dopo aver pregato si fa colazione, si chiamano zii, zie, nonni, parenti. Poi si comincia a tagliare la pecora, si fanno delle bistecche, spiedini e della carne per il nostro famoso piatto: il cous-cous. La pecora si divide in tre: una parte la diamo ai poveri, l’altra parte invitiamo gli amici e la famiglia per una cena insieme, l’ultima parte la mangiamo noi. Basma

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LA FESTA PIU’ IMPORTANTE

La festa più importante in Africa per i musulmani è il Ramadam che consiste nel fare il digiuno per un mese e mangiare in determinate ore.

L'ultimo giorno è il giorno della preghiera… la cosa più importante!

Asia

UN GIORNO SPECIALE NEL MAROCCO Nel Marocco c’è una festa speciale che si fa quando è ancora estate: si comperano le pecore, si fanno degli spiedini e poi si mangiano. La festa dura sette giorni, si comprano anche dei vestiti nuovi e delle scarpe nuove. Amal

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GRAZIE A TUTTI

I NONNI E LE NONNE CHE HANNO

RACCONTATO LE LORO STORIE!

Presepe di Mignagola, Natale 2018