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. Corso di Disegno del Paesaggio 2 Prof. Valeria Macrì, Arch. Giuseppe Romeo nell’ambito del “Laboratorio di progettazione del paesaggio” prof. Franco Zagari Introduzione al disegno dell’architettura e alla rappresentazione prospettica

Introduzione al disegno dell’architettura e alla ... · Introduzione al disegno dell’architettura e alla rappresentazione prospettica. Il disegno che vogliamo esaminare è quello

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Page 1: Introduzione al disegno dell’architettura e alla ... · Introduzione al disegno dell’architettura e alla rappresentazione prospettica. Il disegno che vogliamo esaminare è quello

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Corso di Disegno del Paesaggio 2Prof. Valeria Macrì, Arch. Giuseppe Romeo

nell’ambito del “Laboratorio di progettazione del paesaggio”

prof. Franco Zagari

Introduzione al disegno dell’architettura e alla rappresentazione prospettica

Page 2: Introduzione al disegno dell’architettura e alla ... · Introduzione al disegno dell’architettura e alla rappresentazione prospettica. Il disegno che vogliamo esaminare è quello

Il disegno che vogliamo esaminare è quello che implica un’intenzione, un programma, un contenuto progettuale, perché tale contenuto risulta piùinteressante e stimolante dal punto di vista dell’architettura.

Infatti “il disegno è il luogo concettuale dell’architettura, anticipazione del proposito, dell’inceptum come principio, cominciamento dell’impresa che da idea, modello teorico, attraverso elaborazioni tutte interne al linguaggio della rappresentazione bidimensio-nale o tridimensionale, potràtrasformarsi in materia co-struita”. (Roberto De Rubertis, Il disegno dell’architettura, Roma 1995).

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Il disegno è stato, in tutti i tempi, il centro e il mezzo per speculare e ricercare soluzioni; soltanto nell’epoca più recente, si può dire che si è presentato spesso come ultimo atto di programmi complessi e processi di verifica.

Negli ultimi anni, un nuovo modo di disegnare, tramite il mezzo elettronico, ha fatto si’ che lo strumento stesso di rappresentazione inducesse modi e forme che poi possono o meno diventare architettura: se si tratti o meno di una moda, o di una nuova ondata visionaria, non è possibile per il momento giudicare, poiché il fenomeno è in corso, la sua evoluzione è rapida e presenta diversissime sfaccettature e prese di posizione.

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La composizione e la prospettiva sono strumenti attraverso cui l’artista ordina linee e forme su un supporto bidimensionale (es. foglio o tela) in modo tale da creare dei lavori che abbiano un significato visivo ed un effetto di tridimensionalità spaziale. La composizione è l’organizzazione di linee e forme in un insieme espressivo, mentre la prospettiva produce l’illusione delle tre dimensioni su un supporto bidimensionale.Nell’arte occidentale gli artisti usano la prospettiva e la composizione così come i letterati usano la grammatica e i vocaboli. Gli elementi compositivi come punti, linee, spazi e forme sono i vocaboli, che devono essere ordinati in proposizioni di senso compiuto dalla prospettiva.

pittura romana I sec d.C.

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L'arazzo di Bayeux risale al XI seco-lo, e misura circa 70x0,50 metri. Rappresenta la la storia della conquista dell'Inghilterra da parte dei Normanni. Secondo la leggenda sarebbe stato realizzato, dalla regina Matilde, moglie di Guglielmo il Conquistatore. In realtà, esso fu commissionato a ricamatori sassoni da Oddone di Contenville, vescovo di Bayeux, fratellastro di Guglielmo che all'interno dell'opera è rappresentato alcune volte.La storia è raccontata come un fumetto ante litteram, e si presenta e con un fresco tratto grafico che delinea figure e architetture nel modo tipico del medioevo nordico.

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La conoscenza teorica della composizione e della prospettiva può essere paragonata alle fondamenta di una casa. Così come non ci può essere una casa solida senza fondamenta solide, così non ci può essere una bell’opera senza una buona composizione e, nel caso dell’arte figurativa, una buona prospettiva. Alcuni artisti nel corso dei secoli sono sempre stati restii a seguire regole rigorose, preferendo sempre approcci empirici e intuitivi che dessero maggiore importanza alla pratica.Leonardo scriveva:Quelli che s’innamorano della pratica senza la scienza, sono come i nocchieri che entrano in naviglio senza timone o bussola, che mai hanno certezza dove si vadano. Sempre la pratica dev’essere edificata sopra la buona teorica, della quale la prospettiva è guida e porta, e senza questa nulla si fa bene.V

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La composizione è sempre stata presente nelle raffigurazioni artistiche a partire dall’arte primitiva fino a quella moderna. Lo stesso non si può dire per la prospettiva la cui formulazione è avvenuta solo nel XV e XVI secolo grazie soprattutto all’opera di Filippo Brunelleschi, cui va il merito della prima vera ricerca per determinare rigorosamente le leggi che la regolano; il riflesso della sua opera si coglie nel lavoro di Tommaso Masaccio e degli altri seguaci, e dimostra che la conquista delle leggi della prospettiva fosse oramai cosa fatta dalla prima metà del XV secolo: fra i più grandi maestri della prospettiva quattrocentesca, si ricordano Piero della Francescae Melozzo da Forlì, esperto in particolare della prospettiva “da sotto in su”, perciò detta anche, da alcuni, prospettiva melozziana. Prima del Rinascimento erano note forme semplificate ed empiriche della prospettiva già nell’arte greca e romana. La maggior partedell’arte prerinascimentale ha fatto a meno della prospettiva così come l’arte moderna che non ne ha avuto più bisogno. Quindi è possibile dire che un’opera d’arte può sicuramente fare a meno della prospettiva ma non della composizione.

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Paolo Uccello (1397 ca. –1475), : dipinto, in sei parti, Il Miracolo dell’Ostia Profanata(1465 -1469).Con fresco tono narrativo, l’insieme rivela una minuta descrizione naturalistica degli interni, forse di influenza tardogotica, o fiamminga. Inoltre, proprio in quegli anni il pittore iniziava a dedicarsi con somma attenzione alla prospettiva, tantoché Vasari scriveva nelle Vite: “(…) non ebbe altro diletto che d’investigare alcune cose di prospettiva difficili et impossibili”.

Masolino da Panicale (1383-1440) Il Banchetto di Erode, affresco nel Battisterodi Castiglione Olona. Fa parte delle Storie di san Giovanni Battista, dipinte nel 1435, delle quali è uno dei migliori affreschi.

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Masaccio (1401-1428) Trinità

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Piero della Francesca Flagellazione

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Jan Van Eyck (1395-1441) Madonna del canonico van del Paele

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Nel corso del Rinascimento,Il tratto si affina e si

precisa, la prospettiva si perfeziona sotto l’impulso degli studi di Durer, Luca Pacioli, Filarete e Alberti.

Francesco di Giorgio Martini è la cerniera dei due mondi. I suoi disegni sono estremamente approfonditi, specie quelli che illustrano edifici o macchine; utilizzano ancora certi principi della rappresentazione medievale, come la vista globale, ma ricorrono alla prospettiva, a viste di dettaglio e a una nuova qualità del tratto che Leonardo, a sua volta, perfezionerà.

Vignola 1562 L.B. Alberti fra Giocondo

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La rivoluzione rinascimentaleIl Rinascimento richiede progetti più compiuti, fo ndati su basi di erudizione e di cultura.

Le figure professionali che avevano costruito le ca ttedrali medievali, (mastri muratori, scalpellini, carpentie ri), scompaiono per lasciare spazio a un’artista che rip rende, significativamente, il nome greco di architetto .

Un’architettura così colta, cultrice di geometria e di proporzione, non può lasciare nulla al caso. Non si può più costruire senza una pianta precisa, bisogna redigere un progetto puntuale, fondato essenzialmen te sul disegno; un progetto che si perfeziona fino a diven tare una rappresentazione in scala, consistente non solo nel la pianta, ma anche nella sezione che spiega la struttura dell ’edificio, poi nell’alzato ortogonale o geometrico che lo most ra nelle proporzioni esterne, e infine nella veduta prospett ica che ne anticipa l’effetto tenendo conto dell’illusione ott ica.

Quindi l’architetto non è più un tecnico formatosi sul campo, in cantiere, bensì colui che elabora i disegni; e d ’altronde la sua arte è ormai frutto dello studio del disegno e non dell’esercizio di un mestiere progressivamente acqu isito nella pratica costruttiva.

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Questo fu favorito dalla comparsa della carta, che sostituisce la pergamena e la tavoletta lignea.Il disegno architettonico divenne uno specifico str umento di indagine

teorica: tutta l'architettura del primo umanesimo t rae le sue qualità spaziali da una serie di rapporti geometrici, e la pianta e la visione prospettica non sono più un supporto tecnico per la comprension e di fatti costruttivi, ma si propongono come aspetti della fruizione "guidata " dell'oggetto architettonico .

Vignola

2^ tavoletta di Brunelleschi secondo Parronchi.... e Gioseffi

Per quanto riguarda specificamente la rappresentazione dell’architettura nel Rinascimento vi fu una convergenza dell'interesse di pittori, architetti e matematici nella formulazione specific a delle leggi della prospettiva.

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Essi predispongono allora sistemi di analisi e di rappresentazione per affrontare il problema del tiro incrocia-to, alla base del principio della fortezza coi bastioni. Questo contesto culturale largamente aperto alle scienze e alle tecniche, genera, nel cuore del XV sec. un milieu particolarmente pro-pizio all’innovazione. Di questo stesso spirito partecipa l’influenza della stampa sulla diffusione delle cono-scenze, teologiche e letterarie, ma anche tecniche.

Ma è difficile enucleare i fattori che portarono alla nascita di un nuovo modo di vedere l’uomo e l’architettura. Il punto essenziale è che ogni approccio nel primo Rinascimento è globale, e questo fatto ha una forte valenza sia culturale che scientifica. La geometria allora fa grandi passi; i lavori di Piero della Francesca, dell’Alberti e di Durer sulla pro-spettiva creano un nuovo modo di vedere le cose. L’arte del disegno è perfettamente nota agli ingegneri che hanno ricevuto una formazione dai pittori e dagli scultori.

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aG. De Fiore, La donna sdraiata raffigurata nella prima tavola di Durer

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Nel Rinascimento fu sviluppato un modello culturale in cui la prospettiva giocava un ruolo simbolico centrale. L a prospettiva come forma simbolica legò un metodo di costruzione del disegno con gli ideali umanistici -ma anche politici- di quel period o storico, fervido di novità.Questi disegni furono visti come inseriti in una co rnice ideologica: gli architetti rinascimentali scelsero la prospettiva p er fare e perimmaginare le loro architetture, e in tal modo un m etodo di disegno superò il suo ruolo di medium e divenne, in un certo senso, un fine esso stesso, permeando tutta la cultura figurativa del Rinascimento.

Anonimo, Vista di una città ideale

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La prospettiva assunse un ruolo dominante, a un punto tale che fu necessario porre un freno al gusto dilagante dell’epoca, per ritornare a disegni più convenienti per lo studio delle architetture. Nella lettera di Raffaello a Papa Leone X (1485), riferendosi al rilevamento degli edifici monumentali di Roma, l'artista suggerisce di affidarsi a disegni di architettura consistenti nelle semplici proiezioni ortogonali : pianta, sezione, prospetto.Non era che una presa d'atto delle metodiche già in uso presso le fabbriche e i cantieri gotici, in contrasto con l'imbarazzante preponderanza del gusto scenografico in architettura, in voga tra i pittori di fine Quattrocento.

Anonimo, seconda metà XV sec., Viste di una città ideale.

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E' in quest'epoca, grazie anche all'impegno di Antonio da Sangallo il Giovane, successore di Raffaello a San Pietro, che il disegn o di architettura si stabilizza , anche se nel secondo Rinascimento l'attenzione co mpositiva si sposta progressivamente dalla geometria e dal rapporto met rico tra gli elementi al loro valore plastico, e il disegno si arricchisce di val ori pittorici quali il chiaro-scuro, le ombre, la rappresentazione a scale minori degli ord ini architettonici.

Gli architetti rinascimentali scelsero la prospetti va per fare e per immaginare le loro architetture, e in tal modo un metodo di disegno su però il suo ruolo di medium e divenne, in un certo senso, un fine esso stesso, p ermeando tutta la cultura figurativa del Rinascimento e oltre.

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Borromini Galleria di Palazzo Spada (1632)

Fischer von Elrlach (1693) A.Pozzo -Affresco della Volta di S.Ignazio(1681-1700) - Roma

Suggerisce una profondità illusoria di circa 35 metri, mentre quella reale è di 8,82 metri. L'effetto ingannevole si basa sulla convergenza dei piani del colonnato cersoun unico punto di fuga, degradando dall’alto in basso e accorciandosi al fondo, e il pavimento in mosaico sale.

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