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equilibra edizioni
MASSIMO FRANCESCHETTI
INTRODUZIONE ALL’AUTORE
E AI TESTI DI EQUILIBRA
PRESENTAZIONE
I testi qui presentati riguardano temi della comunicazione e della collaborazione.
Hanno lo scopo di condividere quanto ho appreso attraverso le lezioni tenute in aziende, istituzioni o scuole. Essi vogliono essere di stimolo alla riflessione e
all’azione per coloro che vogliono migliorare il proprio comportamento nelle
relazioni interpersonali. Non vogliono esaurire l’argomento, né sostituire la lezione. Alla fine viene dato qualche riferimento per orientarsi. Tutto quanto qui
scritto è frutto di letture di altri autori rielaborate personalmente. Scrivo per far riflettere non per dimostrare, anche quando il testo, per motivi di sintesi, assume
un tono perentorio o apodittico. Questi testi non sono definitivi. Sono uno
strumento provvisorio e limitato per aiutare me stesso, innanzitutto, e poi gli altri a riflettere su come migliorare le nostre relazioni.
I testi non hanno subito un lavoro di editing quindi possono presentare errori. Per
qualsiasi commento o suggerimento scrivere a:
I testi sono di proprietà dell’autore, Massimo Franceschetti, che si assume la responsabilità di quanto scritto. Essi non sono utilizzabili, da terzi, per nessun fine
commerciale.
Creative commons
! Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate CC BY-NC-ND
INDICE
Premessa 5
La mia storia, in breve 6
Le ragioni del mio lavoro 8
I testi di Equilibra 10
Ringraziamenti 11
Il maestro impara costantemente dalle lezioni che impartisce John Hyams
In copertina, Giandomenico Tiepolo, Il mondo nuovo, 1791, Ca’ Rezzonico, Venezia.
Introduzione
Premessa
Ho scritto e raccolto l’insieme dei testi che troverai pubblicati sul nostro sito per condividere quanto ho compreso sinora sulla comunicazione interpersonale e sulle relazioni tra le persone. Pur basandomi sulla letteratura scientifica, ogni testo è soprattutto una sintesi di ciò che ho personalmente compreso. Non ho l’obiettivo di proporre qualcosa di nuovo, né di esaustivo, ma semplicemente di condividere quanto ho capito e sperimentato. Vorrei offrirlo alle persone che sono interessate all’argomento.
Scrivendo questo testo ho cercato di essere rispettoso delle conoscenze scientifiche più aggiornate e delle mie esperienze personali, con le mie difficoltà e soluzioni.
Sono un ricercatore degli elementi essenziali di una buona relazione tra le persone. Il mio lavoro è la ricerca di una maggiore comprensione delle relazioni umane, e quindi della comunicazione che le sostiene e le guida. Essere un "ricercatore" vuol dire anche che non sono “arrivato": non ho compreso tutto o fatto tutto. Ci sono molte cose, nell'ambito della comunicazione, che non ho ancora sperimentato, altre che non sono ancora riuscito ad applicare, altre ancora le sto sperimentando e comprendendo. Ciò che credo mi legittimi a scrivere questo testo e a tenere le mie lezioni è il fatto di aver investito moltissimo tempo (quanto meno più di altre persone impegnate, a loro volta, in altri contesti) nella continua ricerca degli elementi essenziali di una buona relazione tra le persone; nel riflettere sui miei sbagli; nel guadagnare così una sempre maggiore consapevolezza.
L'insegnamento è la forma di studio, approfondimento, comprensione, sperimentazione più importante nella mia vita quotidiana. Attraverso l'obbligo di essere chiaro, semplice, credibile sono obbligato a capire fino in fondo e a sperimentare, anche in aula, con gli stessi partecipanti ai corsi, quanto vado dicendo o teorizzando. Inoltre, insegnare mi obbliga anche a scrivere, accumulando materiale (slide, appunti, bibliografie ecc.). Questo testo è la sintesi di gran parte del materiale che ho accumulato negli ultimi anni.
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Introduzione
La mia storia, in breve
Il tema della comunicazione è molto vasto e io mi sono occupato di comunicazione sotto varie forme. Ho iniziato studiando semiotica . 1
M'interessava cogliere le strutture narrative profonde che componevano i testi che leggevo. Ero affascinato dalla possibilità che testi, oggetti, spazi, potessero obbedire a regole e strutture profonde, invisibili ad un primo sguardo superficiale. Ho scritto una tesi sul caso dei falsi Modigliani (1984) che aveva come argomento principale: come si costruisce o certifica la verità (e la falsità) di un'opera d'arte contemporanea. M'interessava indagare i processi semiotici, antropologici e sociologici che avevano lavorato dietro a tutto ciò che gli italiani avevano visto come la burla a dei critici d'arte.
Successivamente, ho lavorato applicando la semiotica al marketing. Analizzavo testi pubblicitari, cercavamo di capire il loro funzionamento, le chiavi narrative che li sostengono, le forme che danno loro la forza che hanno. Contribuivo a costruire piani di comunicazione e a sviluppare una comunicazione integrata. Parallelamente, ho aiutato a creare testi pubblicitari, logo, comunicazione promozionale. Alla fine degli anni ’80, inizi degli anni ’90 si è sviluppata in Italia un’attenzione più professionale e meno ideologica al tema della comunicazione promozionale. Mi sembrava interessante indagare e capire meglio, da ambo i lati, uno dei discorsi più diffusi e chiaramente orientati ad influenzare le persone. 2
In seguito, mi sono occupato di comunicazione politica e televisione . 3
M'interessava cogliere come la televisione trasformava il messaggio politico, come il politico trasformava il proprio messaggio in funziona della tv. Ero interessato, inoltre, alla dimensione non verbale della televisione: gli sfondi, l'arredamento, le inquadrature. Lo spazio, gli oggetti influenzano il nostro modo di percepire il significato di un comportamento umano? Se, ad esempio, pongo una tenda o uno
La semiotica è una disciplina che studia le forme profonde del significato. In particolare, faccio riferimento 1
alla semiotica, cosiddetta “greimasiana”, poiché ispirata ai lavori dello studioso franco-lituano Algirdas Julien Greimas. La sua semiotica, riprendendo gli studi di Ferdinand De Saussure, Vladimir Propp, Claude Lévi-Strauss, Louis Hjelmslev ed altri, studia le forme narrative soggiacenti in tutto ciò che per l’uomo ha un senso.
In questo contesto ho lavorato per le agenzie Acta, Gmpr, ed altre. Ho partecipato al corso di Jean Marie 2
Floch, a Parigi, traducendo, insieme ad Andrea Semprini, il suo testo Semiotica, marketing e comunicazione. Dietro i segni, le strategie, Franco Angeli, Milano, 1992. Inoltre, insieme al prof. Gian Luca Marzocchi, ordinario di Marketing presso l’Università di Bologna, ho svolto numerose indagini qualitative, focus group, interviste. Per La Fondazione Cesar, a cura di Roberto Grandi, ho pubblicato un articolo nel testo Le strategie di comunicazione delle compagnie di assicurazione, Fondazione Cesar, 1995. Sempre sulle assicurazione abbiamo scritto con Roberto Grandi: L’immagine Unipol riscontrata negli articoli sulla stampa quotidiana, Unipol, 1993.
Insieme a Sandra Cavicchioli e Roberto Grandi, ho scritto un articolo che compare nel testo a cura di 3
Marino Livolsi , Ugo Volli, La comunicazione politica tra prima e seconda Repubblica Franco Angeli Editore, pp. 256, 2a edizione 1998.
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Introduzione
sfondo blu neutro dietro ad un politico cambio il modo d'intenderne il suo comportamento? 4
Ho studiato poi, su commissione, i telegiornali ed in particolare il TG4 di Emilio Fede e il TG5 di Enrico Mentana. Anche questi discorsi mi hanno aiutato a capire meglio come funziona la comunicazione in tv. 5
Ad un certo punto, mi è stato chiesto di occuparmi della creazione e dello sviluppo dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Università di Bologna. Ripartivo da capo in un ambito ancora diverso. Si apriva un mondo nuovo a cui mi sono particolarmente appassionato. La comunicazione pubblica, a metà degli anni 90, ha subito un grande impulso ed è stata per me una grande opportunità poterla studiare e approfondire. In particolare, mi sono dedicato alla comunicazione interpersonale allo sportello. Gli operatori della pubblica amministrazione, infatti, hanno delle sfide importanti da vincere e non hanno praticamente nessuno strumento reale per vincerle se non la propria comunicazione. In più hanno a che fare con utenti e non con clienti, ossia persone che non hanno possibilità - in molti casi, almeno - di scelta. Per questo sono più impegnativi e richiedono maggiore attenzione alla comunicazione. Tutto questo lavoro è confluito nel libro Comunicare con l'utente, nel 2007, dedicato all'argomento . 6
Nel frattempo, a partire dal 1994, ho iniziato un percorso di formazione personale in cui, in modo teorico e pratico, ho affrontato i temi di gestione delle risorse umane: evoluzione della persona, relazioni di coppia, lavoro di gruppo ecc.. Ho iniziato questo percorso perché non ero soddisfatto né di me, né di come procedevo. Dopo poco ho capito che si trattava di qualcosa di molto più interessante che uno strumento di “miglioramento”. Per due motivi: il primo erano i contenuti. Il percorso aiutava a comprendere le basi del comportamento umano. Ritornavo un po' a casa, anche se in modo diverso: cosa guida il comportamento delle persone? Perché ci comportiamo come ci comportiamo? Qual è la "struttura profonda", la matrice, gli elementi essenziali che danno forma al comportamento umano? I miei insegnanti mi proponevano un punto di vista (provenienza psicologia umanista: C. Rogers, V. Frankl, R. Assaggioli, A. Maslow ed altri) sugli esseri umani. Così come la semiotica, dieci anni prima, questo
“Dibattiti presidenziali francesi 1974-1995”, relazione non pubblicata. Ho pubblicato due articoli tratti da 4
quella tesi in AA.VV. Leggere la comunicazione. Politica, pubblicità, Internet, Meltemi, Torino, 1998.
Ho pubblicato un articolo sul tg4 di Emilio Fede con Roberto Grandi, “Tg4, l’importanza di avere Fede”, 5
Problemi dell’informazione,3/2000.
Sono stato consulente per la comunicazione per l’Università di Bologna dal 1996 al 2004. Da questa 6
esperienza è nato il testo Comunicare con l'utente, Carocci, Roma, 2007.
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Introduzione
percorso formativo mi permetteva di cogliere degli aspetti fondamentali al di sotto di comportamenti di superficie. Stavolta però non si trattava di testi, ma di teste. Erano le persone al centro del nostro lavoro. Il secondo motivo era il metodo: quello che studiavamo lo praticavamo. Allora non si chiamava così, ma poi questo modo di lavorare si è chiamato coaching. Venivamo allenati ai contenuti che apprendevamo. Ed io avevo bisogno di sperimentare praticamente, concretamente ciò che studiavo. Questo percorso è andato avanti sino al 2004 e, in modi diversi, prosegue tutt'ora.
Nel frattempo, ho preso un’altra laurea in Filosofia con indirizzo Psicologia cognitiva, dove ho messo a frutto alcune conoscenze apprese in quel contesto, ma soprattutto ho potuto allargare le mie conoscenze e svolgere una tesi - che in parte si ritroverà nei testi che si pubblicheranno - sul concetto di comunicazione come risorsa a partire dalla prospettiva di Fritjof Capra e di una visione ecologica della comunicazione. Successivamente ho frequentato un corso a Siena dove ho avuto modo di approfondire altri aspetti di psicologia e dinamiche interpersonali.
Oggi insegno per lo più in aziende private, istituzioni pubbliche, scuole come Università di Bologna Business School. Tengo corsi anche in contesti aperti al pubblico generale, per piccoli gruppi o per singole persone. Collaboro con diversi professionisti per proporre corsi aggiornati, utili, divertenti.
Le ragioni del mio lavoro
Dal 2004, il mio lavoro si è orientato a comprendere le dinamiche relazionali tra le persone e come la comunicazione possa essere usata per migliorarle. Vorrei aiutare le persone ad avere stimoli, idee, concetti per comprendersi meglio possibile nelle relazioni sia in famiglia che al lavoro.
Svolgo lezioni frontali, interattive, esperienziali. Cerco ogni volta di costruire qualcosa su misura. Attraverso quasi 25 anni di contatti, confronti, successi e fallimenti, ho maturato un’esperienza importante. È sulla base di questa esperienza che scrivo questi testi. Un'esperienza non completa, certamente, né originale o definitiva, ma la mia esperienza. Come ricercatore e come uomo credo che sia corretto parlare, oltre che dei risultati di ricerche di altri, anche di ciò che ho vissuto. Anche per questo troverai riferimenti alle mie esperienze personali.
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Introduzione
Ma il vero scopo del mio lavoro è aiutare me stesso e gli altri nello sviluppare una comunicazione e quindi delle relazioni più umane.
Il filo rosso che lega tutti i testi che trovi in questo sito riposa su di una scelta di base: ricercare e promuovere, attraverso il mio lavoro, una comunicazione "più umana" tra le persone. Ritengo che questa comunicazione si possa imparare e promuovere. Non considero scontato che sia possibile (cos'è “più" umano?), né che sia facile (tutt'altro, allo stato attuale della nostra educazione) né che sia corretto (s'illudono le persone?). Cercherò, tuttavia, di farlo e di dimostrarne la possibilità e la legittimità.
La specie umana è una specie particolare nel panorama delle specie animali. Essa appare dotata di qualità che, per ora, non riconosciamo in nessun'altra specie vivente. Prima fra tutte, la sua capacità di scegliere e di autodeterminarsi. Queste "abilità" o "possibilità" che l'essere umano possiede possono dar luogo a comportamenti costruttivi e comportamenti distruttivi o irrazionali (secondo la razionalità del vivente). L'essere umano, infatti, può adottare comportamenti virtuosi, utili, costruttivi. Può dar luogo ad opere immortali per la loro bellezza e profondità, ma può anche adottare comportamenti illogici, irrazionali, autolesionistici. Può anche uccidersi (come atto singolo e deliberato, senza utilità per il gruppo), uccidere qualsiasi altro essere umano, anche geneticamente imparentato, distruggere qualsiasi forma di vita come atto volontario. Egli può regredire a forme di vita più primitive o può assumere comportamenti che noi attribuiremmo solo alle macchine. L'essere umano ha così il potere di adottare qualsiasi tipo di comportamento fino ad essere distruttivo, negare se stesso, trascendersi, nel bene come nel male. Per questo motivo, affermare di voler promuovere una comunicazione più umana, invece che alimentare una comunicazione meno umana o disumana, è tutt'altro che banale. Affermare, come faccio qui, che l'essere umano può sviluppare delle caratteristiche positive, costruttive, vitali e goderne, non è scontato. Anzi, alla luce delle evoluzioni sociali e tecnologiche, economiche e scientifiche, c'è ancora di più il bisogno di mettere al centro della riflessione di ognuno di noi cosa sia il meglio per un essere umano. Non è, purtroppo, immediatamente chiaro.
L'ipotesi di partenza è che una tale forma di comunicazione esista, sia possibile praticarla e faccia parte del nostro corredo naturale e culturale. È possibile, per chiunque, sviluppare una comunicazione sempre più aderente a ciò che appartiene ad un essere umano. Questi testi, quindi, vogliono essere uno strumento di conoscenza per una comunicazione più umana. Questa raccolta, nel suo piccolissimo, vorrebbe dare una mano a coloro che vogliono capire e agire in
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Introduzione
modo più consono alla natura umana, alle sue esigenze, ai suoi bisogni e possibilità.
I testi di Equilibra
I testi di Equilibra sono una serie di testi che si possono leggere anche come i capitoli di un unico libro. I testi sono collegabili tra loro e, quando necessario, sono evidenziati i rimandi. Anche se si può iniziare da qualsiasi testo, i numeri indicano una certa sequenza logica. Ogni testo tratta un argomento specifico, ha un corpo centrale e dei riferimenti finali e, quasi sempre, non è più lungo di una ventina di pagine.
Alcuni testi sono più teorici, offrono le basi concettuali della visione di comunicazione che qui si sta offrendo. Altri sono più pratici, indicando perché e come attuare certi comportamenti di comunicazione. Anche se è difficile indicare pratiche valide in modo generale, in fondo ad alcuni capitoli troverai una sezione dedicata al “Che fare?”. In quella sezione raccolgo alcune indicazioni di massima per trasformare in pratica quanto scritto nel testo stesso.
Se qualcosa non è chiaro o ritieni necessiti di ulteriori spiegazioni puoi scrivermi a [email protected]. Sarò lieto di rispondere a qualsiasi domanda o perplessità.
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Introduzione
Ringraziamenti
È un segno di mediocrità quando dimostri la tua gratitudine con moderazione. Roberto Benigni
Siamo sempre beneficiari di persone che ci sostengono in modo diretto o indiretto. Siamo parte di una storia che ci permette di realizzare ciò che vogliamo. E’ molto importante per me esprimere gratitudine verso tutti coloro che in un modo o nell’altro mi hanno favorito. Per ovvi motivi, qui non posso ringraziare tutti, ma idealmente ringrazio tutte le persone che ho incontrato anche per poco tempo, perché mi hanno permesso di essere ciò che sono e maturare per quel che ho potuto. In modo più specifico, ringrazio coloro che da secoli riflettono sull’uomo e, in particolare, sul linguaggio e la comunicazione. I loro nomi li trovate in grande parte nelle indicazioni bibliografiche. A fronte di molte persone che si sono adoperate per distruggere o ignorare l’essere umano, altre si sono impegnate per farlo progredire attraverso un lavoro di riflessione, sperimentazione e divulgazione, spesso non adeguatamente riconosciuti. Senza di loro noi saremmo non solo più poveri di spirito e di conoscenze, ma saremmo esseri umani diversi.
Un secondo pensiero di gratitudine va alle scuole e ai docenti che mi hanno concesso la possibilità di insegnare. Sono tante e tanti, ma alcuni di loro voglio citare in modo particolare, per l’importanza che hanno avuto nel mio percorso di crescita come persona/ricercatore/insegnante. In particolare, vorrei ringraziare con profonda stima e affetto il prof. Roberto Grandi, che più di ogni altro mi ha permesso di fare esperienze fondamentali e mi ha sempre supportato con fiducia e discrezione. Se oggi mi sforzo di aiutare tante persone, soprattutto giovani in cerca della propria strada, è perché seguo il suo esempio.
Un altro particolare ringraziamento va al prof. Gian Luca Marzocchi, un amico, un maestro di insegnamento, un collega con il quale ho condiviso tante ricerche interessanti e un mio grande sostenitore!
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Introduzione
Un ringraziamento molto sentito è per la Bologna Business School dell’Università di Bologna, al Dean prof. Massimo Bergami, al Direttore Generale Alfredo Montanari e a tutti i colleghi e il personale per la loro disponibilità, professionalità e dedizione. In BBS ho potuto sperimentare tutto ciò che ho voluto. E’ stata quindi una grande scuola anche per me.
Ringrazio il prof. Guido Gili e i colleghi dell’Università del Molise dove ho vissuto delle esperienze molto importanti oltreché molto umane, con colleghi e studenti.
Infine, un pensiero va alla memoria del prof. Quinto Casadio e all’Università Aperta di Imola, da lui fondata insieme ad altri. Grazie a lui ho potuto fare la conoscenza di tantissime persone e ho potuto godere della sua fiducia e del suo insegnamento.
Un grande pensiero di gratitudine va alle aziende e alle istituzioni che mi hanno chiesto corsi, permettendomi così di confrontare e verificare quanto andavo studiando e comprendendo. In particolare voglio citare alcune aziende con le quali il rapporto è stato più stretto e continuativo: CMC di Ravenna, Cefla, Coop. Cadiai, Hera Group, Dicoservice, CoopReno…
Aziende, istituzioni e scuole hanno un ruolo centrale nella nostra società. Sono agenzie educative e sociali di primaria importanza. Per questo motivo, poter lavorare con loro e tutte le altre tantissimi, importanti, aziende e istituzioni è stato, ed è tutt’ora per me, un grande onore e una grande opportunità. Ho trovato molto spesso, quasi sempre, persone sensibili, attente, intelligenti. Così come le persone che ho incontrato nei miei corsi.
Qualcuno dice che la mia percezione è limitata e troppo orientata al positivo, ma ho l’impressione vivida che la stragrande maggioranza di persone che ho incontrato mi ha accolto con attenzione e passione e con loro ho potuto vivere momenti di straordinaria umanità. Spesso, quando finisco un corso, ho la sensazione di aver incontrato persone eccezionali, che tengono in piedi un paese, non solo un’azienda.
Ringrazio anche coloro che sono stati critici e poco interessati, coloro che non hanno apprezzato il mio lavoro. Grazie alle loro obiezioni o reazioni negative ho potuto migliorare in modo decisivo quanto andavo pensando.
Ci sono poi le persone più vicine senza le quali non sarei nemmeno una centesima parte di quello che sono né come uomo né come insegnante. I miei genitori, Piero
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Introduzione
e Mafalda, che non solo mi hanno permesso di esserci (non lo diamo per scontato!), ma mi hanno anche trasmesso la curiosità e la voglia di servire gli altri. In ogni cosa che hanno fatto hanno sempre cercato di far del bene. Le mie sorelle, Letizia e Tatiana, con le quali mi sono confrontato spesso, durante gli anni della nostra crescita, a volte con grande difficoltà, ma la cui presenza è sempre fonte di insegnamento, divertimento e amore.
Un grande grazie va agli amici che con me hanno condiviso tanto del nostro percorso di formazione e che continuano a farlo tuttora. Attraverso di loro ho potuto comprendere tante cose importanti per me, come persona, come professionista. Con loro spero di fare altre belle scoperte, vivere nuove importanti avventure. In particolare, ringrazio di cuore Mark Padellini, Sabrina Agnoli, Maurizio Granelli. La loro presenza e il loro supporto è stato decisivo per la mia crescita personale, per aiutarmi a diventare migliore, ma soprattutto a fare del nostro lavoro, già cosa molto piacevole ed interessante, un’esperienza umana profonda ed unica, fatta di scoperta e amicizia.
Un ringraziamento speciale e perenne va a coloro che mi hanno permesso di fare quel viaggio dentro me stesso e l’essere umano, di cui qui, in questa raccolta, cerco di rendere conto a mio modo e dal mio punto di vista. Grazie ad Araldo Chierici e Anna Cappa ho potuto comprendere cos’è un essere umano, cosa significa vivere insieme, vivere meglio possibile e il ruolo che in tutto ciò gioca la comunicazione tra le persone. A loro penso ogni giorno con grande ammirazione e gratitudine.
Un ringraziamento pieno di amore va, infine, a mia moglie, Emilia, danzatrice, amica, collega geniale e personal trainer di rara lucidità (soprattutto quando si arrabbia con me). Senza di lei, non ci sarebbe questo io.
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