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INTRODUZIONE Nell’anno scolastico 1997/98, alcuni insegnanti con relative classi dell’Istituto Statale d’Arte “A. Magnini” di Deruta (Pg), hanno iniziato un’attività di ricerca che si concluderà nel prossimo anno scolastico con la realizzazione di un CD-ROM. Il titolo provvisorio della ricerca è “Esplorando il Tevere: ambiente, arte e storia”. Il lavoro consiste nella realizzazione di una serie di percorsi interdisciplinari su vari aspetti dell’ambiente naturale, della storia, dell’arte e dell’artigianato del territorio nel quale è inserita la scuola e vivono gli alunni. L’obiettivo principale è quello di guidare gli studenti nelle diverse fasi di costruzione di un testo multimediale, con contenuti che coinvolgono tutti i docenti delle materie di indirizzo e generali. L’attività rientra quindi negli obiettivi formativi specifici dell’Istituto, che sono quelli di offrire una preparazione completa ed articolata in tutte le discipline. Un secondo obiettivo è quello di utilizzare nuovi strumenti didattici per approfondire la conoscenza del territorio locale, inteso come un laboratorio nel quale verificare concetti astratti di carattere generale. Oggetto di studio è la valle del Tevere con il suo territorio, attraverso un percorso che va dall’età medievale fino ad oggi. Con l’insegnante di scienze gli alunni studiano la flora e la fauna del fiume. Un’attenzione particolare è rivolta ai problemi dell’inquinamento e dell’uso delle acque. Il lavoro è svolto attraverso sopralluoghi, con la realizzazione di fotografie ed inchieste. Le relative elaborazioni grafiche e le riproduzioni di foglie, animali e paesaggi sono effettuate nell’ambito delle discipline pittoriche e di laboratorio. Con l’insegnante di storia dell’arte viene approfondito il rapporto tra uomo ed ambiente, mediante le espressioni artistiche. Oggetto di analisi sono le riproduzioni del Tevere e della sua vallata da parte di artisti umbri, dall’età medievale e rinascimentale in poi, fino ad arrivare al Futurismo. Con gli insegnanti di laboratorio ceramica, oggetto di analisi diventa la tipica attività artigianale di Deruta, legata anch’essa all’ambiente del Tevere. I problemi e gli aspetti della produzione e del restauro della ceramica sono studiati in prospettiva storica. Con l’insegnante di storia, invece, vengono individuati, lungo il corso del fiume, dei luoghi che permettono di verificare, in ambito locale, aspetti, concetti e problematiche della storia dal medioevo ad oggi. Città, castelli e monasteri posti lungo il Tevere consentono, mediante ricerche bibliografiche e d’archivio, di analizzare temi come il feudalesimo, il monachesimo e lo sviluppo demografico ed economico della città del basso-medioevo. Altri aspetti presi in esame sono la riproduzione cartografica del fiume e del territorio attraverso catasti e cabrei, l’uso delle acque come fonte energetica dal mulino medievale alla acciaierie di fine Ottocento, il problema delle alluvioni e delle bonifiche in età moderna. In riferimento a questi ultimi aspetti entrano in gioco anche altre discipline come la

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INTRODUZIONE

Nell’anno scolastico 1997/98, alcuni insegnanti con relative classi dell’Istituto Statale d’Arte “A. Magnini” di Deruta (Pg), hanno iniziato un’attività di ricerca

che si concluderà nel prossimo anno scolastico con la realizzazione di un CD-ROM. Il titolo provvisorio della ricerca è “Esplorando il Tevere: ambiente, arte e storia”.

Il lavoro consiste nella realizzazione di una serie di percorsi interdisciplinari su vari aspetti dell’ambiente naturale, della storia, dell’arte e dell’artigianato del territorio nel quale è inserita la scuola e vivono gli alunni. L’obiettivo principale è

quello di guidare gli studenti nelle diverse fasi di costruzione di un testo multimediale, con contenuti che coinvolgono tutti i docenti delle materie di indirizzo e generali. L’attività rientra quindi negli obiettivi formativi specifici

dell’Istituto, che sono quelli di offrire una preparazione completa ed articolata in tutte le discipline. Un secondo obiettivo è quello di utilizzare nuovi strumenti didattici per approfondire la conoscenza del territorio locale, inteso come un

laboratorio nel quale verificare concetti astratti di carattere generale. Oggetto di studio è la valle del Tevere con il suo territorio, attraverso un percorso che va

dall’età medievale fino ad oggi. Con l’insegnante di scienze gli alunni studiano la flora e la fauna del fiume. Un’attenzione particolare è rivolta ai problemi dell’inquinamento e dell’uso delle

acque. Il lavoro è svolto attraverso sopralluoghi, con la realizzazione di fotografie ed inchieste. Le relative elaborazioni grafiche e le riproduzioni di foglie, animali e paesaggi sono effettuate nell’ambito delle discipline pittoriche e di laboratorio.

Con l’insegnante di storia dell’arte viene approfondito il rapporto tra uomo ed ambiente, mediante le espressioni artistiche. Oggetto di analisi sono le riproduzioni del Tevere e della sua vallata da parte di artisti umbri, dall’età medievale e

rinascimentale in poi, fino ad arrivare al Futurismo. Con gli insegnanti di laboratorio ceramica, oggetto di analisi diventa la tipica

attività artigianale di Deruta, legata anch’essa all’ambiente del Tevere. I problemi e gli aspetti della produzione e del restauro della ceramica sono studiati in prospettiva storica.

Con l’insegnante di storia, invece, vengono individuati, lungo il corso del fiume, dei luoghi che permettono di verificare, in ambito locale, aspetti, concetti e problematiche della storia dal medioevo ad oggi. Città, castelli e monasteri posti

lungo il Tevere consentono, mediante ricerche bibliografiche e d’archivio, di analizzare temi come il feudalesimo, il monachesimo e lo sviluppo demografico ed economico della città del basso-medioevo. Altri aspetti presi in esame sono la

riproduzione cartografica del fiume e del territorio attraverso catasti e cabrei, l’uso delle acque come fonte energetica dal mulino medievale alla acciaierie di fine

Ottocento, il problema delle alluvioni e delle bonifiche in età moderna. In riferimento a questi ultimi aspetti entrano in gioco anche altre discipline come la

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fisica, la chimica e la tecnologia.

Dal punto di vista didattico gli alunni sono coinvolti direttamente nella produzione del CD-ROM, nel quale viene raccolto tutto il materiale realizzato nell’ambito delle

ricerche delle singole discipline. L’inserimento dei testi, delle immagini (disegni e fotografie) e delle componenti sonore nel computer; la rielaborazione finale in linguaggio ipertestuale avvengono sotto la guida dell' insegnante del laboratorio di

computergrafica e degli insegnanti di matematica ed informatica. Nell’anno scolastico 1997/98 è stata conclusa una prima fase del lavoro di ricerca e di organizzazione del testo multimediale, che ha visto impegnati gli studenti delle

classi sperimentali dell’Istituto. Sono stati individuati alcuni percorsi ed è stata definita la struttura generale del contenitore, nel quale inserire i diversi materiali. Sono state inserite anche le prime ricerche realizzate per scienze. Entro l’anno

scolastico 1998/99 si arriverà al prodotto finale, con la definitiva realizzazione del CD-ROM, completo in tutte le sue parti, con relativi percorsi e contenuti.

Elenco dei partecipanti

Indice

L' ISTITUTO STATALE D'ARTE "ALPINOLO MAGNINI"

DERUTA

PRESENTA:

"ESPLORANDO IL TEVERE"

Gli allievi partecipanti

Indirizzi & Sezioni di "CERAMICA & GRAFICA":

IA IB IIA IIB IIIA IIIB IVA IVB V

Alberti

Sara

Brunetti

Elisa

Burla

Angela

Aiello

Franco

Batocchioni

Filippo

Altimani

Fabio

Biagini

Margherita

Crisafi

Silvio

Bini Sara Cardia

Andrea

Angeli

Elena

Cardinali

Tom

Moriconi

Valentina

Boriani

Silvia

Patalini

Claudio

Bucci

Giovanni

Giorgini

Nicola

Bellini

Eleonora

Calzola

Laura

Bravini

Barbara

Gobbi

Simone

Bono

Leonardo

Bianconi

Michele

Cascapera Calzola Bonni

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Giulio Luca Manuela

Cecalupo

Michele

Baiocco

Cristian

Gambini

Elisa

Milanesi

Fabio

Covarelli

Roberta

Giancarlini

Daniele

Natalizzi

Marina

Marcucci

Michela

Michelsanti

Andrea

Ficola

Fabio

Paolini

Debora

Mannaioli

Maria

Luna

Orlandi

Alessandra

Selis

Alessandro

Maritti

Emilia

Tatti

Roberto

Venturi

Elisa

Passeri

Leonardo

Staffa

Federico

Melani

Francesca

Prudenzi

Matteo

Cascapera

Iole

Zazzaretti

Erica

Sotgia

Roberto

Mimi

Natascia

Vispa

Daniela

Franceschini

Francesca

Valentini

Silvia

Mondello

Alessandro B Fratini Livio

Passeri

Laura

Gozzi

Natascia

Pero Nullo

Monica

Granieri

Gianluigi

Ranocchia

Tamara

Rocci

Claudio

Sottani

Sara

Rossi Francesco

Spaccini

Chiara

Zucconi

Nicola

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L' ISTITUTO STATALE D'ARTE "ALPINOLO MAGNINI"

DERUTA

PRESENTA:

“ESPLORANDO IL TEVERE”

Gli insegnanti ideatori del progetto: A.Gallo - B.Sonno - B.Andreozzi

Gli insegnanti costituenti il gruppo di lavoro multidisciplinare:

AMBIENTE Alessandra Gallo: Scienze della terra

Benilde Sonno: Fisica

Riccardo Lombardoni : Chimica e Tecnologia

ARTE Annarita Mereu : Storia dell'Arte

Tonina Cecchetti: Arte Applicata

Paola Pagliacci : Sostegno

STORIA Augusto Ciuffetti: Storia

PREISTORIA Bartocci Maria Gabriella: Storia

MUSEO Giulio Busti: Arte Applicata

DISEGNI Veriana Sepiacci:Disegno dal Vero

COMPUTER Bruno Andreozzi: Arte Applicata

COLLABORAZIONI VARIE Eraldo Chiùchiù; Alberto Staffa;Carla

Quagliarini: Arti Applicate Ceramica e

Grafica

Paola Rondolini: Sostegno

Candido Guiducci: Assistente Arte Applicata

COORDINAMENTO & VERBALIZZAZIONI Prima parte: Marina Benedetti

Seconda parte: Paola Pagliacci

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INTRODUZIONE

La ceramica ci parla del passato con una freschezza tale da trovare

pochi riscontri in un altra forma d’arte.

L’impasto, gli ossidi, quindi la forma e il decoro, una volta che il

prodotto esce dal forno, rimarranno immutabili nel tempo.

Da una attente analisi anche un frammento ci parlerà del luogo, della

cultura e dell’espressione individuale di quell’uomo che lo ha prodotto.

Ma se sono indubbie le tappe che disegnano il contesto storico (le origini

e gli sviluppi), di quali strumenti e con quali metodologie si serviva l’antico

vasaio per produrre oggetti ceramici?

La ricostruzione di un percorso “interno “ che da un lato presenta la

nascita di un oggetto ceramico; dal materiale primo, alla cottura

attraverso tipologie formali e decorative, tecniche e strumenti propri dei

periodi esaminati e dall’altro, far rivivere al visitatore quel “probabile

ambiente” in cui si produceva, con semplici mezzi, un oggetto di terra

che mostra, attraverso il corpo e la pelle, il riflesso e l’ombra (la mente)

del suo artefice.

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- Cos'è la ceramica? -

00

CHE COS'E' LA CERAMICA?

"TERRA ACQUA ARIA FUOCO"

Il termine ceramica deriva dal greco "KERAMOS". E' usato per indicare qualsiasi

manufatto essenzialmente composto di materia solida, la TERRA. L'impasto, reso

plastico per la presenza di ACQUA, prende forma; esposto all'ARIA si essicca e,

con il calore del FUOCO, si consolida.

Terra Acqua Aria Fuoco

L'impasto, la forma, gli ossidi, il decoro una volta che il prodotto esce dal forno

restano immutabili nel tempo.

Anche il più piccolo frammento ritrovato ci "parla" del luogo, della cultura e

dell'espressione individuale di quell'uomo che lo ha prodotto.

La ceramica dunque ci "racconta " il passato e lo fa con una freschezza tale da

avere pochi altri riscontri in altre forme d'arte.

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- Cos'è la ceramica? - 01

L'ARGILLA "TERRA & ACQUA"

L'argilla è la materia

indispensabile per la produzione

di manufatti ceramici. DERUTA

veniva estratta in località San

Giuseppe e lungo il fiume Tevere

dove esisteva, già in epoca

medioevale, il toponimo "TERRA

VASARIA".

Poiché l'argilla non poteva

essere usata allo stato in

cui si trovava occorreva

liberarla dalle impurità

organiche e inorganiche.

Le zolle di terra, estratte

dalle cave, dai bacini o

dalle fosse scavate vicino

all'argine di un fiume,

venivano FRANTUMATE,

SMINUZZATE e, unite ad

acqua, IMPASTATE e

fatte DECANTARE in

apposite VASCHE.

I depositi più fini venivano ulteriormente filtrati e

stesi entro recipienti porosi per permettere il

rassodamento, ovvero l'eliminazione dell'acqua in

eccesso.

Per conferire la necessaria plasticità all'argilla,

* Vedi lavorazione

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l'impasto, a Deruta in particolare, veniva "BATTUTO"

scagliandolo con forza contro un muro. Si formavano

blocchi o "pani" che, ricoperti con teli bagnati, si

accantonavano in ambienti bui e umidi per la

stagionatura necessaria a migliorarne la plasticità e,

quindi, la lavorazione.

in

- Cos'è la ceramica? -

02

Lavorazione "Dar Forma"

Per modellare recipienti o altri oggetti in

argilla esiston vari metodi. Prima

dell'avvento della foggiatura al tornio si

usava dar forma con le mani, premendo

delicatamente l'argilla tra il pollice e le

altre dita attraverso un movimento

ruotante.

Un altro metodo di lavorazione utilizzava

delle lastre di argilla che venivano poi

avvolte all'interno o all'esterno di forme

già costruite, anche di altro materiale

(cestini di vimini, tronchi ecc.)

Infine, con la tecnica del colombino o

lucignolo.venivano formati dei "bigoli" di

argilla che si sovrapponevano, attorno ad

una base esercitandovi una leggera

pressione.

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FOGGIATURA ALLA RUOTA " IL TORNIO"

Il tornio è la più antica

macchina per la ceramica che si

conosca, esso permetteva la

foggiatura di oggetti

esclusivamente a sezione

circolare. Il tornio a piede

consisteva in due dischi di

legno, fissi e coassiali ad un

albero disposto verticalmente,

uno più piccolo posto in alto ed

uno più grande e pesante posto

in basso. Il disco superiore,

detto "muggiolo" era

praticamente il piano di lavoro

e quello inferiore, spinto in

rotazione dal piede

dell'operatore, era nello stesso

tempo motore e volano. Tutto

ciò era inserito in un telaio sul

quale trovano posto il sedile

dell'operatore e delle assi su

cui si depositavano

provvisoriamente gli oggetti

appena foggiati e rifiniti.

"Le Fasi di Foggiatura al Tornio"

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- Cos'è la ceramica? - 03

TIPOLOGIE FORMALI

Nel periodo medioevale gli oggetti erano legati all'uso quotidiano: ciotole, boccali,

catini ecc. ed avevano caratteristiche tecniche semplici e di grande praticità.

I recipienti erano di uso collettivo, destinati generalmente alla tavola privata o ai

serviti conventuali; le produzioni più accurate erano rare e destinate ad una

committenza agiata. Tale produzione, che prelude alla successiva fioritura della

MAIOLICA quattrocentesca e cinquecentesca, di molto più apprezzabile valore

artistico, viene classificata, secondo lo studio ceramologico, con il termine

"ARCAICO"

Tipologie formali dal sec XIV al sec XVI (centro Italia)

Ciotole e boccali

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ESSICCAMENTO

TERRA ARIA

I manufatti, dopo essere stati foggiati, venivano esposti all'aria per essiccarsi.

In questo modo perdevano quasi completamente l'acqua contenuta nell'impasto

(ritiro).

Questo procedimento si rendeva indispensabile poiché il riscaldamento prodotto

dal forno durante la fase della "BISCOTTATURA" avrebbe provocato la

deformazione degli oggetti o la loro esplosione a causa della repentina

evaporazione dell'acqua.

FASI DEL RITIRO

Quadrello di argilla plastica

I° RITIRO

Quadrello di argilla essiccata

II° RITIRO

Quadrello di argilla biscottato

(prima cottura)

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BISCOTTATURA

Prima cottura

Questa fase permetteva il passaggio dall'oggetto in argilla all'oggetto in terra

cotta. La temperatura del forno, alimentato da legna ben secca, variava dagli

850 gradi ai 900 gradi C.

I boccali e gli albarelli venivano sovrapposti gli uni sugli altri o capovolti bocca a

bocca; le ciotole le une dentro le altre. Poiché l'oggetto in biscotto doveva subire

una temperatura maggiore rispetto all'oggetto "finito" esso occupava con una

sorta di "horror vacui" i lati della camera di cottura dove la temperatura era più

elevata.

MATERIALI E TECNICHE PER IL RIVESTIMENTO

L'oggetto in terra rossa, la cui colorazione dipende dalla percentuale di ossido di

ferro contenuta nell'impasto, foggiato al tornio veniva rivestito e/o decorato

secondo procedimenti tecnici ben distinti.

Una delle proprietà più importanti dell'argilla è la porosità e, affinché un

oggetto possa essere usato come contenitore, è indispensabile che esso sia reso

impermeabile con un rivestimento vetroso.

Nel tempo alla semplice utilità è stata aggiunta anche la preziosità del decoro.

IL MODO DI PREPARARE I RIVESTIMENTI

Gli ingredienti per preparare i vari rivestimenti erano elementi naturali o chimici

reperiti o prodotti dal ceramista, generalmente nel luogo di dimora. Le

caratteristiche di un rivestimento, la qualità di un impasto, la tonalità di un

colore ci riconducono all'area geografica di produzione.

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MATERIE PRIME PER LA PREPARAZIONE DELLA VERNICE PIOMBIFERA

sabbia, tartaro o feccia, ossido di piombo

MATERIE PRIME PER LA LAVORAZIONE DELL'INGOBBIO argilla bianca

MATERIE PRIME PER LA PREPARAZIONE DELLO SMALTO STANNIFERO

sabbia, tartaro o feccia, ossido di piombo, ossido di stagno

Il ceramista preparava tutti

gli ingredienti, dalla feccia di

vino e/o il tartaro di botte

otteneva delle polveri che,

unite alla sabbia di fiume,

venivano poste in recipienti di

terracotta. Sistemate nella

parte bassa del forno durante

la cottura del finito subivano

una reazione chimico-fisica, si

amalgamavano l'un l'altra fino

a fondere e vetrificare.

Con questo procedimento si

realizzava il "MARZACOTTO"

detto oggi "FRITTA", ovvero la

base di un rivestimento

vetroso.

La fritta si frantumava entro

mortai di pietra o di legno. Se

unita all'ossido di stagno

accordato col piombo si

otteneva lo smalto stannifero.

A volte il lavoro dell'uomo

veniva sostituito con quello

dell'animale o con la forza

motrice dell'acqua che

azionando dei mulini

macinavano il composto

vetroso.

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• - "Rivestimenti medioevali: vetrina, ingobbio, smalto " -

• VETRINA

Dopo la foggiatura l'oggetto veniva biscottato e rivestito da un bagno di vernice

piombifera (invetriatura). L'oggetto era impermeabile e rivestito da un vetro con

tonalità che andavano dal giallo al verde. OGGETTO

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TERRACOTTA INVETRIATA

• INGOBBIO

Dopo la foggiattura l' oggetto veniva ingobbiato (cioè rivestito )

da un velo di terra bianca seguiva la decorazione graffiando con una punta

metallica la superficie bianca e scoprendo l'impasto rossastro. L'oggetto veniva

biscottato poi dipinto a pennello con verde ramina e giallo ferraccia. E dopo

invetriato con vernice piombifera veniva di nuovo introdotto nel forno per la

seconda cottura.

OGGETTO

TERRACOTTA INGOBBIATA E GRAFFITA

• SMALTO

Dopo la foggiatura l'oggetto veniva biscottato, seguiva il rivestimento con smalto

stagnifero e la decorazione a pennello con i colori verde ramina e bruno

manganese.

OGGETTO

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• MAIOLICA

IL METODO DI RIVESTIRE

“per aspersione”

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TIPOLOGIE DECORATIVE

Le tipologie decorative, riprese anche

dal repertorio gotico delle sculture in pietra, comprendevano i motivi vegetali,

zoomorfi, antropomorfi, stemmi, motivi religiosi, lettere ecc., eseguiti sia con la

tecnica dell'ingobbiato e graffito, sia con la tecnica della maiolica.

Gli elementi centrali occupavano la parte più importante della forma ed erano

generalmente evidenziati da un "GRATICCIO" in bruno manganese. Tutto intorno

correvano gli elementi di cornice quasi e sempre a motivi semplici e ripetuti,

intercalati da tratti geometrici.

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MODO DI INFORNARE IL FINITO

Gli oggetti in maiolica biscottati e dipinti venivano posti nel forno per la

seconda cottura.

Nel periodo medioevale si evince, da un'analisi tecnica su oggetti invetriati o

smaltati, che erano posizionati nella camera di cottura raggruppati per altezza e

alcuni posti gli uni sugli altri. Ne sono testimonianza gli innumerevoli "punti di

contatto" su ventri, orli e piedi.

LA FORNACE PER LA COTTURA DEL FINITO

TERRA-FUOCO

Di fornaci per la cottura di oggetti ceramici si ha documentazione, scritto-

grafica, solo dopo la pubblicazione de "LI TRE LIBRI DELL'ARTE DEL VASAIO"

di Cipriano Piccolpasso (1548).

Il forno viene descritto come una costruzione in mattoni "a guisa di camerette",

con pianta rettangolare.

Nel vano inferiore, incassato di cm. 30/50 rispetto alla linea di terra, veniva

introdotto il combustibile: "legna ben secca".

Dal cenerario partivano degli archi che sorreggevano il "pancito" sulla cui

superficie erano ricavati dei condotti necessari per il passaggio del fumo fino al

camino.

Il vano superiore era la camera di cottura. Sul lato frontale era ricavata una

porta utilizzata per l'introduzione degli oggetti: ai lati si infornavano quelli

essiccati, procedendo verso il centro del forno quelli invetriati, smaltati e/o

dipinti.

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Forno a legna del XVI sec.