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Introduzione Introduzione alla microeconomia

Introduzione Introduzione alla microeconomia Giuseppe Celi 2006 Appunti da J.Sloman, Il Mulino 2 Il piano della lezione Loggetto di studio delleconomia

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Introduzione

Introduzione alla microeconomia

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Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino

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Il piano della lezione L’oggetto di studio dell’economia

La differenza tra microeconomia e

macroeconomia

Alcuni concetti fondamentali: Scarsità

Costo opportunità

Frontiera delle possibilità produttive

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Perché è importante lo studio dell’economia?

Alfabetizzazione culturale Interesse personale Responsabilità civica

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Di che cosa si occupa l’economia?

Consumo di beni e servizi

Produzione di beni e servizi

virtualmente illimitato determinata da fattori di produzione limitati

PROBLEMA DELLA SCARSITÀ

Eccesso dei desideri umani rispetto a quanto può essere effettivamente prodotto

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Fattori di produzione

Lavoro (risorse umane) Terra e materie prime (risorse naturali) Capitale (risorse derivate)

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Che cosa si intende con micro e macroeconomia?

• MACROECONOMIA

si occupa del sistema economico nel suo complesso

• MICROECONOMIA

si occupa degli agenti individuali che operano nel sistema

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MICROECONOMIA

Quali beni e servizi produrre e in che quantità?

Come produrre e con quali tecniche?

Per chi produrre?

Scelte microeconomiche

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Macroeconomia e microeconomia

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Sul metodo dell’economia: l’utilizzo dei modelli

Nonostante gli elementi di complicazione rappresentati dai giudizi di valore, dal carattere non sperimentale della disciplina e dalle relazioni causali influenzate dalle aspettative, l’economia rimane una scienza quantitativa

L’economia fa ampio uso dell’aritmetica per la misurazione delle variabili e dell’algebra per la costruzione di modelli

I modelli si concentrano sulle relazioni comportamentali più importanti ai fini della spiegazione di un determinato fenomeno economico, facendo astrazione dalla molteplicità delle relazioni ritenute ininfluenti

In macroeconomia, si cerca di spiegare il PIL, il tasso di disoccupazione, il tasso di interesse, ossia tutta una serie di variabili endogene, attraverso un modello economico. Le altre variabili, quelle che non cerchiamo di spiegare con il modello, sono chiamate variabili esogene (per esempio, il reddito e il tasso di interesse estero, la forza del sindacato, il prezzo del petrolio)

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Risoluzione dei modelli economici

Relazioni comportamentali. Quando gli economisti analizzano le implicazioni di un comportamento economico (per esempio, come varia la produzione al variare dello stock di capitale), utilizzano solitamente un’equazione che rappresenta una relazione comportamentale. Tale equazione mette in relazione causa (livello dello stock di capitale) ed effetto (livello del prodotto) del comportamento economico. Inoltre, l’economista costruisce un diagramma per visualizzare la relazione

Condizioni di equilibrio. Le relazioni comportamentali vengono combinate con condizioni di equilibrio, situazioni in cui le forze del sistema economico sono bilanciate. Se le condizioni di equilibrio non sono soddisfatte, il sistema economico non è stabile. Le relazioni comportamentali devono essere soddisfatte e rese mutualmente compatibili per il raggiungimento dell’equilibrio.

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Equazioni e diagrammi. Un esempio: la funzione di produzione

Due forme della funzione di produzione. Gli economisti costruiscono le loro argomentazioni spostandosi avanti e indietro tra equazioni e diagrammi che rappresentano la stessa relazione. Il diagramma a destra è la rappresentazione geometrica dell’equazione algebrica a sinistra.

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Produzione di equilibrio per lavoratore

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Un’unica equazione, una miriade di relazioni

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Variazione dei valori dei parametri e della forma della funzione di produzione Cobb-Douglas

La variazione del parametro α – l’esponente di K/L nella funzione di produzione – varia la curvatura della curva rappresentativa della funzione di produzione e quindi varia il punto in cui cominciano a diminuire i rendimenti degli aumenti del capitale per lavoratore.

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L’effetto esercitato da variazioni dell’efficienza del lavoro sulla forma della funzione di produzione

Un elevato valore di E corrisponde a un’economia altamente produttiva; un valore basso corrisponde a un’economia in cui neppure aumenti giganteschi del livello di capitale per lavoratore creano una società abbiente

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Scelta razionale

Confronto tra costi (marginali) (inclusi i costi-opportunità) benefici (marginali)

Dove il costo-opportunità rappresenta il sacrificio della migliore alternativa disponibile

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Il costo opportunità Quando in economia si effettua una determinata scelta si

rinuncia ad una scelta alternativa: detenere il proprio potere d’acquisto in forma liquida

(moneta) invece che in forma meno liquida (titoli) comporta la rinuncia ad un interesse;

spendere il proprio reddito in beni di consumo comporta la rinuncia all’opportunità di risparmiare;

impiegare i fattori produttivi per produrre un determinato bene comporta la rinuncia a produrre un altro bene, etc.

Il costo opportunità sta ad indicare il valore della scelta alternativa migliore a cui si rinuncia compiendo una determinata scelta.

Gli economisti, nella costruzione dei loro modelli, tengono sempre presenti i costi opportunità del decisore

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Unità di cibo Unità di vestiario (milioni) (milioni)

8,0 0,0 7,0 2,2 6,0 4,0 5,0 5,0 4,0 5,6 3,0 6,0 2,0 6,4 1,0 6,7 0,0 7,0

Frontiera delle possibilità produttive

Siano date le combinazioni di quantità massima di cibo e vestiario che un’economia è in grado di produrre in un determinato periodo di tempo (ad esempio, l’anno)

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Frontiera delle possibilità produttive

È la curva che mostra tutte le combinazioni di beni che è possibile produrre quando le risorse del paese sono utilizzate in modo efficiente

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0 1 2 3 4 5 6 7 8Unità di vestiario (milioni)

Un

ità d

i cib

o (m

ilion

i)

Unità di cibo Unità di vestiario (milioni) (milioni)

8,0 0,0 7,0 2,2 6,0 4,0 5,0 5,0 4,0 5,6 3,0 6,0 2,0 6,4 1,0 6,7 0,0 7,0

Frontiera delle possibilità produttiveFrontiera delle possibilità produttive

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Unità di vestiario (milioni)

Un

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i cib

o (m

ilion

i)Frontiera delle possibilità produttiveFrontiera delle possibilità produttive

x

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0 1 2 3 4 5 6 7 8

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Frontiera delle possibilità produttive

è decrescente

per produrre una quantità maggiore di un bene è necessario sacrificare la produzione dell’altro bene

è concava

all’aumentare della produzione di un bene è necessario sacrificare quantità sempre crescenti dell’altro bene (principio del costo opportunità crescente)

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23Unità di vestiario (milioni)

Uni

tà d

i cib

o (m

ilion

i)

V

X

Y

W

La frontiera divide lo

spazio delle possibili

combinazioni di produzione

in tre sottospazi

Frontiera delle possibilità produttive

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Frontiera delle possibilità produttive

• punti sulla frontiera

sono le combinazioni produttive efficienti (punti X e Y)

• punti all’interno della frontiera

le risorse non sono pienamente utilizzate o lo sono in modo inefficiente (punto V)

• punti all’esterno della frontiera

il paese non dispone di risorse sufficienti per raggiungerli (nel breve periodo)