6
HVMANITAS — Vol. XLVIII (1996) MARIO BONARIA Universidade de Genova LE COSIDDETTE "INVENZIONI" DI SAFFO NEL CAMPO DELLA MÚSICA. Nel mondo greco antico, almeno sino ad una certa época, la figura del poeta non era distinta da quella del musicista. II divorzio tra le due attivitá avvenne in modo gradúale ed in época relativamente tarda, probabilmente a partiré dagli ultimi decenni del quinto secólo av. l'era nostra. Alcmane, ad esempio, compose parole e música per i suoi parteni, mentre delle opere dei poeti tragici della Pleiade alessandrina il poeta era solo poeta e non musicista. Quanto a Saffo, che visse fra il VII e il VI secólo a.C, i suoi versi erano rivestiti di note musicali dalla stessa mano che aveva composto le parole. Purtroppo di tutta la sua produzione letteraria (che gli editori alessandrini raccolsero in nove libri) ci é rimasto ben poco: dei suoi carmi qualche centinaio di versi, ma della música che li ornava, neppure una nota. La scomparsa della notazione musicale dovette avvenire presumibilmente fra la meta del VI secólo a. C. (cioé dopo la morte della poetessa) e la meta del IV secólo, cioé prima dell' edizione alessandrina. In fatti in tutti i papiri saffici, che oggi noi possediamo, e che dipendono in gran parte dall' edizione alessandrina, non vediamo alcun segno, che possa sicuramente essere interprétate come traccia di notazione musicale. Quindi le ricostru- zioni musicali opérate negli ultimi secoli dal VOLGER 1 , dal GEVAERT 2 , dal ROMAGNOLI 3 , dal PlGHl 4 e da altri sonó dotte ed ingegnose ricreazioni, che testimoniano una profonda conoscenza della teoría musicale greca, ma hanno il difetto fondamentale ed ineliminabile di non essere opera di Saffo. 1 Cfr. H. F. M. VOLGER, Sapphus Lesbiae carmina,... Lipsiae, Weidmann, 1810. 2 Cfr. F. A. GEVAERT, Histoire et théorie de la musique de l'antiquité, Gent, vol. II (1881; rist. anast. Hildesheim, Olms, 1965, p. 100, nota 3). 3 Cfr. E. ROMAGNOLI, I poeti lirici, Bologna, Zanichelli, vol. Π (Terpandro, Alceo, Saffo, 1932; rist, ivi, 1969), pp. 217 e 251. 4 Cfr. G. B. PIGHI, I ritmi e i metri della poesía latina, Brescia, 1958, p. 165.

"invenzioni" di saffo nel campo della música

  • Upload
    phambao

  • View
    221

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: "invenzioni" di saffo nel campo della música

HVMANITAS — Vol. XLVIII (1996)

MARIO BONARIA

Universidade de Genova

LE COSIDDETTE "INVENZIONI" DI SAFFO NEL CAMPO DELLA MÚSICA.

Nel mondo greco antico, almeno sino ad una certa época, la figura del poeta non era distinta da quella del musicista. II divorzio tra le due attivitá avvenne in modo gradúale ed in época relativamente tarda, probabilmente a partiré dagli ultimi decenni del quinto secólo av. l'era nostra. Alcmane, ad esempio, compose parole e música per i suoi parteni, mentre delle opere dei poeti tragici della Pleiade alessandrina il poeta era solo poeta e non musicista.

Quanto a Saffo, che visse fra il VII e il VI secólo a.C, i suoi versi erano rivestiti di note musicali dalla stessa mano che aveva composto le parole. Purtroppo di tutta la sua produzione letteraria (che gli editori alessandrini raccolsero in nove libri) ci é rimasto ben poco: dei suoi carmi qualche centinaio di versi, ma della música che li ornava, neppure una nota. La scomparsa della notazione musicale dovette avvenire presumibilmente fra la meta del VI secólo a. C. (cioé dopo la morte della poetessa) e la meta del IV secólo, cioé prima dell' edizione alessandrina. In fatti in tutti i papiri saffici, che oggi noi possediamo, e che dipendono in gran parte dall' edizione alessandrina, non vediamo alcun segno, che possa sicuramente essere interprétate come traccia di notazione musicale. Quindi le ricostru-zioni musicali opérate negli ultimi secoli dal VOLGER1, dal GEVAERT2, dal ROMAGNOLI3, dal PlGHl4 e da altri sonó dotte ed ingegnose ricreazioni, che testimoniano una profonda conoscenza della teoría musicale greca, ma hanno il difetto fondamentale ed ineliminabile di non essere opera di Saffo.

1 Cfr. H. F. M. VOLGER, Sapphus Lesbiae carmina,... Lipsiae, Weidmann, 1810.

2 Cfr. F. A. GEVAERT, Histoire et théorie de la musique de l'antiquité, Gent, vol. II (1881; rist. anast. Hildesheim, Olms, 1965, p. 100, nota 3).

3 Cfr. E. ROMAGNOLI, I poeti lirici, Bologna, Zanichelli, vol. Π (Terpandro, Alceo, Saffo, 1932; rist, ivi, 1969), pp. 217 e 251.

4 Cfr. G. B. PIGHI, I ritmi e i metri della poesía latina, Brescia, 1958, p. 165.

Page 2: "invenzioni" di saffo nel campo della música

4 MARIO BONARIA

La realtá é che dei carmi di Saffo oggi possediamo soltanto le parole, e neppure tutte, senza la música, che era nata con loro e per loro. Le parole conservano, si, una loro avvincente bellezza poética, ma sonó prive di quella inestimabile atmosfera musicale, che le aveva resé incomparabilmente belle, tanto da far gridare al miracolo sino dai tempi antichi.

Se della produzione musicale di Saffo oggi non abbiamo neppure una nota, abbiamo tuttavia alcune informazioni, che riguardano veré o presunte "invenzioni" o innovazioni, che la poetessa di Lesbo avrebbe introdotto nella teoría e nella pratica musicale. A diré il vero, si tratta di notizie dubbie e in esse, come giá noto il FLACH5, ci si deve muovere con estrema cautela, se non addirittura, come pensano altri6, respingerle in blocco come prive di validitá.

In ogni caso ci pare non inopportuno farne un breve riesame:

a) secondo un'allusione di ORAZIO7 precisata dal lessico SUDA8 Saffo avrebbe invéntate il plettro (πληκτρον), che era una specie di archetto di metallo o di altro materiale, con il quale si facevano vibrare le corde della cetra (κιθάρα) o di altri simili strumenti a corda. Le parole dell'antico lessico sonó testualmente πρώτη πληκτρον ενρεν. In realtá oggi nessuno piü crede a questa notizia, anche perché le indagini archeologiche hanno pórtalo alia luce a Micene e a Sparta frammenti di plettri, che appartengono con certezza alPetá del bronzo e all'etá arcaica, vale a diré sonó ahteriori di secoli al tempo, in cui visse Saffo. La cosa é stata ben sottolineata dal WEST9, che ha quindi potuto smentire con sicurezza la notizia dell'antico lessico.

Altri studiosi, pero, hanno pensato che nel testo del lessico Suda la parola πληκτρον sia un errore e debba essere sostituita dalla parola πηκτίς. Cosí la pensano, fra gli altri, il NEUE10, il BERNHARDY11, 1'ALY12, il

5 Cfr. H. FLACH, Geschichte der griechischen Lyrik, Tübingen, vol. Π (1884), ρ. 517, nota 3.

6 Cfr. W. SCHMID - O. STáHLIN, Geschichte der griechischen Literatur, München, vol. I (1959), p. 425.

7 Cfr. carm. I 26, 11 Lesbio...plectro. 8 Cfr. Lexicón, s.v. vol. IV, p. 323, 10. n. 107 Adler. 9 Cfr. M. L. West, Ancient Greek Music, Oxford, Clarendon, 1992, p. 65 e

nota 70. 10 Cfr. Chr. Fr. NEUE, Sapphonis... fragmenta, Berolini, Nauck, 1827. 11 Cfr. G. BERNHARDY, Geschichte der Griechischen Literatur, Halle, vol. Π

(1840). 12 Cfr. W. ALY, S. v. Sappho, in PW, vol. I A 2 (1920), col. 2632 , 34.

Page 3: "invenzioni" di saffo nel campo della música

LE COSIDDETTE "INVENZIONI" DI SAFFO NEL CAMPO 5

REINACH13 e non pochi altri. Se questa ipotesi é vera, aflora la notizia del lessico Suda viene a coincidere con un'altra trasmessaci da MENECMO di SICIONE, che visse nel quarto secólo a.C. Egli, nel suo trattato περί τεχνιτών attesta appunto tale invenzione14. La pettide (πηκτίς) era un antichissimo strumento a corde, che presentava una certa somiglianza con l'odierna arpa15. Come attestano PiNDARO16 e SOFOCLE17, era verosímilmente di origine lidia.

Sulla base di queste notizie crediamo di poter affermare che il mérito di Saffo non é di aver invéntate il plettro, né un nuovo tipo di strumento musicale, che risulta avere origini molto antiche, ma di avere ripreso l'uso della pettide dal continente micrasiatico, con il quale Lesbo aveva strettissimi rapporti commerciali e culturali, e di averio diffuso nella sua isola. II della CORTE18 pensa che la notizia defl'antico lessicografo debba essere letta in chiave metafórica e che significhi semplicemente che Saffo avrebbe introdotto nel suo linguaggio poético un nuovo nome dello strumento, ma ci pare un'ipotesi tutt'altro che solida.

b) A Saffo gli antichi attribuivano un'altra invenzione, quella del modo o armonía missolidia19. In realtá un antico scrittore di cose musicali20

attribuisce tale invenzione a Terpandro anzi che a Saffo, ma forse la diversa attribuzione é dovuta al fatto che ambedue questi personaggi erano poeti-musicisti ed erano nati nell'isola di Lesbo.

L'attribuzione a Saffo di questa invenzione proviene da ARISTOSSENO, un dotto musicólogo, allievo di Aristotele e vissuto nel IV secólo a.C. e noi la conosciamo attraverso una citazione che leggiamo nel "de música" attribuito a Plutarco. Le sue parole suonano cosi: "Saffo fu la prima ad inventare Γ armonía missolidia e da lei l'appresero gli scrittori di tragedle; essi, dunque, la presero e l'unirono con quella dórica, perche quest'ultima produce come effetto la magnificenza e la gravita, mentre la missolidia produce la passionalitá" (Σαπφώ πρώτην εϋρασθαι την μιξολυδιστί, παρ' •ης τους τραγωδοποιονς μαθείν λαβόντας γονν αυτούς συζενξαι τώι

13 Cfr. Th. REINACH - Α. PUECH, Alcée Sapho, París, Les Belles Lettres, Π ediz. 1960, p. 168.

14Cfr. fr. 4, in F Gr H, vol. II B, p. 674 Jacoby. 15 Cfr. Th. REINACH, La musique grecque, París, Payot, 1926, p. 127. 16 Cfr.fr. 125, 2 Schroeder = fr. 129, 2 Turyn. 17 Cfr. fr. 412, in Τ Gr F, p. 350 Radt. 18 Cfr. F. della CORTE, Saffo, Torino, 1949, p. 63. 19 Cfr. V. GALILEI, Dialogo della música antica e della música moderna,

Firenze, 1581 (II ediz. ivi, 1602; rist. anast. della I edizione del 1581, Roma), p. 70. 20 Conservato da [Plutarco], de música, XVI, p. 1136 D.

Page 4: "invenzioni" di saffo nel campo della música

6 MARIO BONARIA

Δωρνστί, έπει ή μεν το μεγαλοπρεπές και άξιωματι,κόν, αποδίδωσιν, ή δε το παθηηκόν).21

Non é qui il caso di riassumere un trattato di teoría della música greca antica, ma bastí diré che per gli antichi Greci le varié armonie (Dórica, Frigia, Lidia, ecc.) erano un qualche cosa, che in certo qual modo corrispondeva alie odíeme tonalitá (Do maggiore, si minore, ecc.). Le armonie non venivano úsate indifferentemente, ma ciascuna aveva un proprio ethos, unapropria atmosfera: del resto, anche le odierne tonalitá non differiscono soltanto per la diversa disposizione di toni e di semitoni ma anche per una particolare e peculiare atmosfera. II modo maggiore, ad esempio, in genérale é ritenuto piü idóneo ad esprimere sentimenti marziali, decisi, ottimistici, mentre quello minore appare piü adatto per i sentimenti tristi, crepuscolari, alia atmosfere romantiche, alie mezze tinte, ecc.22

Qualche cosa di simile si puó diré anche per le armonie dellá antica civiltá greca e ARISTOTELE, facendo espresso riferimento all'armonía missolidia, si esprime in questi termini: "appunto nella armonie vi sonó delle differenze, tanto che la gente, quando le ascolta, é in stati d' animo diversi e non ha il medesimo atteggiamento verso ciascuna di esse, ma ne ascolta alcune in modo piü dolente e represso, come ad esempio quella missolidia, ecc." (εύθνς γαρ ή των αρμονιών διέστηκε φύσις ώστε άκονσαντας άλλως διατίθεσθαι, και μη τον αυτόν εχειν τρόπον προς μεν ένίους όδυρτωτέρως και σννεστηκότως μάλλον, οίον προς την μιξολνδιστί, κ.τ.λ.).23

A questo punto sembra che sia verosimile ritenere che Terpandro abbia utilizzato Γ armonía eolica (ed egli era eolico di stirpe), che si presenta nei due tetracordi LA - SOL - FA- MI e RE - DO - SI. - LA24 e Alceo sarebbe rimaste fedele a quest' armonía, mentre Saffo si sarebbe orientata verso quella missolidia, che é disposta nei due tetracordi SI - LA - SOL - FA e MI - RE - DO - SI. Comunque é difficile accettare a occhi chiusi questa notizia come di un "invenzione" di Saffo. In fatti il FLACH25 e di parere deci-samente negativo ed afferma che Saffo ne mai inventó l'armonia missolidia, né mai l'impiego. Ε, invece, piü prudente la posizione del PUECH26: egli sostiene che é difficile credere se si tratti di una vera e propria invenzione o

21 Cfr. ARISTOSSENO, fr. 81 Wehrli. 22 Cfr. [PLUTARCO.] de música, XVI, p. 1136 C. 23 Cfr. polit. VIII, p. 1340 A, 40 sgg. 24Cfr. FLACH, op. cit., vol. I, p. 197 sgg. 25 Cfr. FLACH, op. cit., vol. I, p. 161 sgg. 26Cfr. op. cit., alia nota 13, p. 168.

Page 5: "invenzioni" di saffo nel campo della música

LE COSIDDETTE "INVENZIONI" DI SAFFO NEL CAMPO 7

si tratti semplicemente di pensare che Saffo abbia impresse il segno della sua personalitá ad un'armonía preesistente e Γ abbia diffusa e resa popolare nell'isola di Lesbo. Forse é proprio sulla base di queste parole che si puo definiré una soluzione piü convincente: come nel precedente caso della pettide, anche qui si puo pensare ad un Origine micrasiatica delP armonía missolidia, come del resto si vededal suo stesso nome. Si é giá parlato delle strette relazioni commerciali e culturali, che intercorrevano nel VII secólo fra Lesbo e il continente micrasiatico, e Γ armonía missolidia fu vero­símilmente uno dei tanti "apporti" che l'Asia trasmise al mondo eolico di Lesbo. Saffo si sarebbe limitata ad accettarla e a diffonderne l'impiego nella sua térra natale. Questo avvenne in parte per l'innegabile fascino che hanno le novitá esotiche, ma sopra tutto perché la poetessa la trovo piü rispondente alie sue esigenze estetiche e piü idónea per fissare Tonda dei suoi sentimenti, sia che si trattasse di esprimere il malinconico addio rivolto all'amica del cuore, sia che volesse cantare il rimpianto per la morte di Adone.

In margine osserviamo che dalle parole di Aristosseno poc'anzi cítate si ricava ancora una considerazione, anche se marginalmente collegata con Saffo: l'armonia missolidia, proveniente dall'Asia Minore lascio il mondo eolico e passo a quello attico e, insieme con la consorella dórica, verme a costituire il núcleo teórico, che produsse la música della grande produzione drammatica dell'Atene del V secólo.

Page 6: "invenzioni" di saffo nel campo della música