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0 ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “V. DANDOLO” Sede coordinata di Lonato del Garda -Brescia Candidato: Federico Vitali Classe 5M A.S. 2013/14

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “V. DANDOLO” Sede coordinata di Lonato del Garda -Brescia

Candidato: Federico Vitali Classe 5M A.S. 2013/14

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Sommario

Il mais___________________________________________________________________pag 2

Diserbanti erbicidi__________________________________________________pag 18

Contratti agrari______________________________________________________pag 24

Agriculture____________________________________________________________pag 31

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Mais

Classe: Monocotyledones

Ordine: Glumiflorae

Famiglia: Graminacee

Sottofamiglia: Andropogonoideae

Tribù': Maydeae

Specie: Zea mais L.

Altri nomi comuni: frumentone, grano, d'India, formentazzo

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Origine e diffusione

Il mais fu conosciuto dagli europei un mese dopo la scoperta dell'America ( 1492 ) all'interno di Cuba dove era chiamato maiz. La prima,rapida diffusione del mais in Europa si ebbe nel 1600 nelle regioni Balcaniche,allora facenti parte dell'impero Ottomano,grazie alle condizioni climatiche favorevoli che assicuravano produzioni di granella più che doppie rispetto ai cereali tradizionali e, forse, anche al fatto che questo nuovo prodotto agricolo sfuggiva alla tassazione non essendo rubricato.

In Aztec mythology,Centeōtl is the maize deity

Qualche tempo dopo il mais iniziò a diffondersi in Italia, probabilmente con varietà provenienti dai vicini Balcani.Le regioni padane,e in particolare quelle nord-orientali,

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grazie al clima favorevole furono quelle che introdussero il mais nei loro ordinamenti colturali con larghezza tuttora insuperata. Le regioni italiane più intensamente maidicole sono Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli V.G.: da sole queste quattro regioni producono circa il 66% di tutto il mais prodotto in Italia.

Harvesting popcorn with a mechanical picker.

Sioux Native Americans on the Oak River Reservation in Manitoba, Canada, 1918.

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Cariosside

La costituzione della cariosside è la seguente: embrione, endosperma,involucri. L'embrione è costituito: - dalla piumetta, che è protetta dal coleoptile e sulla quale sono già differenziati gli abbozzi delle prime cinque foglie; - dalla radichetta, protetta dalla coleoriza; - dallo scudetto,ricco di grassi. L'endosperma è costituito da uno strato aleuronico esterno e da una parenchima amidaceo che è a sua volta formato da una parte cornea, ricca di sostanze azotate , e da una parte farinosa, quasi interamente formata di amido e povera di sostanze proteiche. Nella cariosside di mais si distinguono: la corona, cioè la parte che nella spiga è all'esterno ed opposta all'inserzione nel tutolo; lo scudetto, con l'embrione , alla base del granello,sulla faccia superiore. Il polimorfismo del granello di mais è assai accentuato. Il colore può essere bruno, violetto, rosso,giallo, bianco; la forma rotondeggiante, schiacciata,appuntita, ecc Sturtevant e Kuleshov hanno classificato le numerosissime forme di mais in base ad alcune caratteristiche morfologiche e fisiologiche della granella in diverse sottospecie.

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La pianta e il ciclo vitale In condizioni adatte di umidità, di temperatura e di arieggiamento, il seme assorbe acqua e s'inizia la mobilitazione delle sostanze di riserva. Anzitutto fuoriesce dagli involucri della cariosside la radichetta embrionale, cui segue il coleoptile, si sviluppano poi radici embrionali laterali: tutte formano l'apparato radicale seminale che resta attivo per tutto il ciclo biologico della pianta. La temperatura minima per avere germinazione e nascite accettabilmente rapide e regolari è di 12* C. La semina nel terreno è di circa 50 mm circa di profondità. Dal coleoptile,spunta fuori terra la prima foglia, la seconda foglia e le successive sorgono alterne, da ognuno dei nodi soprastanti al primo; dagli stessi nodi basali spuntano le radici avventizie, che talora restano aeree. L'apparato radicale giunge facilmente ad un metro ed oltre di profondità, ma il suo sviluppo avviene prevalentemente nei primi 0,4 m. Dopo l'emissione della terza o quarta foglia, incomincia, con la levata, lo sviluppo completo della pianta è molto rapido.

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Organi fiorali

Il mais è pianta monoica declina: cioè i fiori maschili e femminili sono sulla stessa pianta portati da infiorescenze separate. L' infiorescenza maschile ( pennacchio ) è un panicolo terminale, costituito da numerose ramificazioni sulle quali si trovano le spighette; ogni spighetta consta di due fiori con tre stami ciascuno. L'infiorescenza femminile ( pannocchia , impropriamente detta ) è una spiga ascellare, posta circa a metà altezza della pianta. La spiga è costituita da un asse ingrossato detto tutolo sul quale sono inserite le spighette. Il tutolo può essere di colore rosso o bianco, più o meno ingrossato, di forma cilindrica o conica più o meno tozza. Sul tutolo le spighette sono in genere disposte in file ( ranghi ) talora spiravate e poco regolari. Il numero di ranghi presenti sulla spiga varia moltissimo nelle innumerevoli forme locali di mais esistenti.

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Fioritura e fecondazione

Il mais è specie " proterandra " ossia la fioritura inizia con la deiescenza del polline dei fiori maschili del pennacchio, seguita poi dopo 2 o 3 giorni dall'emissione degli stigmi nelle infiorescenze femminili. Nel mais la fecondazione incrociata è la regola: in condizioni normali si calcola che solo l'1% dei fiori si fecondino in autogamia. Le antere dei sconto per lo più al mattino ed il polline, abbondantissimo, preso dai movimenti anche lievi dell'aria va a finire su spighe di altri individui. Il polline pervenuto sugli stili germina ed emette un lungo tubo pollinico. In circa 24 ore si ha la fecondazione dell'ovulo. L'autofecondazione può essere controllata a scopo di miglioramento genetico.

Maturazione

Nei 10 o 12 giorni successivi alla fecondazione si ha la rapida formazione dell'embrione; successivamente inizia la fase di granigione, caratterizzata da accumulo di amido nell'endosperma delle cariossidi in via di formazione. Le cariossidi da lattiginose, dopo 40-50 giorni dalla fecondazione divengono consistenti, amidacee, pastose sotto le dita, hanno un contenuto d'acqua del 40-50% : è questa la fase di maturazione cerosa, che segna il momento ottimale per la raccolta del mais destinato all'insilamento. Procedendo ulteriormente la maturazione,la pianta completa l'ingiallimento, mentre la granella diventa sempre più consistente e secca: quando contiene circa i 130-35% d'acqua si trova alla maturazione fisiologica, stadio al quale ha

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raggiunto il massimo peso secco.

Esigenze ambientali

* Acqua

Le regioni più adatte al mais sono quelle dove in estate le piogge sono frequenti e

regolari. In Italia solo le regioni nord- orientali hanno una pluviometria abbastanza favorevole che spesso rende l'irrigazione non necessaria; ma nel resto del paese il regime

è di tipo mediterraneo per cui il mais qui fornisce produzioni che, senza l'ausilio dell'irrigazione, sono basse e aleatorie. Peraltro con l'irrigazione sotto ogni clima si può

supplire alla deficienza delle piogge, purchè l'acqua necessaria sia disponibile a costi contenuti e non abbia utilizzazione su culture più redditizie.

* Terreno Il mais è un ottimo esempio di adattabilità alle più varie condizioni di suolo. Con clima favorevole e una buona tecnica colturale tutti i terreni possono diventare sede

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di un'eccellente mais coltura. Condizioni indispensabili perchè il mais possa dare i migliori risultati sono: ampie disponibilità di elementi nutritivi assimilabili e buona aerazione del terreno. La maggiore insofferenza del mais è nei riguardi dei terreni asfittici e molto crepacci abili perchè troppo compatti e mal strutturati.

Varietà

Il miglioramento genetico vegetale ha realizzato nel mais successi spettacolari, superiori che in qualsiasi altra pianta coltivata. Ciò grazie alla concomitanza di una serie di favorevoli condizioni: grande variabilità genetica della specie, relativa facilità di studio sperimentale e, di conseguenza, enorme massa di ricerche di genetica pura ed applicata.

Obiettivi del miglioramento genetico

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La produttività di granella è stato ed è l'obiettivo principale di ogni programma di miglioramento genetico. Tale carattere, però, dipende da tanti altri caratteri morfologici,fisiologici e di adattamento. Per la produttività di granella è importante sia la potenzialità di assimilazione sia quella di immagazzinamento. Altri obiettivi sono: - Giusta precocità - Resistenza al freddo - Resistenza alle malattie fogliari - Resistenza ai marciumi.

Gli ibridi di mais

Il mais è pianta a fecondazione quasi esclusivamente incrociata. I primi tentativi di selezione sono stati quelli basati sulla selezione massale, da sempre praticata scegliendo le spighe migliori per la semina, tentativi destinati all'insuccesso. Il salto di qualità nel miglioramento genetico si è avuto con l'introduzione del concetto di ibrido della generazione. L'era dei mais ibridi è cominciata nel 1909, con i genetisti americani che dettarono i principi generali della costituzione degli stessi. L'alto costo di produzione degli ibridi ne ha limitato l'impiego negli anni, anche se oggi si è riusciti ad abbassarne sensibilmente il prezzo ricorrendo a speciali tecniche ( sister Lines ).

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Per abbassare il costo della semente , senza per ciò rinunciare ai vantaggi degli ibridi, si è ricorsi agli ibridi doppi o a quattro vie, i quali risultano dalla ibridazione di due diversi incroci semplici. Si deve cioè disporre di 4 linee " inbred" ( es. A, B, C, e D ) che abbiano tra loro una buona attitudine alla combinazione. Esse vengono combinate a 2 a 2, a costituire due ibridi semplici (AxB) e (CxD).

In early 1908, GEORGE HARRISON SHULL, then at the Cold Spring Harbor Laboratory, published a paper with the unimposing title, “The composition of a field of maize.” This marked the beginning of the exploitation of heterosis in plant breeding, surely one of genetics' greatest triumphs.

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Tecnica colturale

Il mais è una "macchina vegetale"di singolare efficenza, dotata di un altissimo potenziale di produttività. Il periodo di massima intensità assimilatoria nel mais inizia con l'emissione del pennacchio, quando anche l'ultima foglia si è completamente dispiegata. L'assimilazione netta giornaliera che si rileva in buone condizioni di pieno campo in questo periodo è dell'ordine di 250-350 kg ha-''al giorno con punte di 400 kg ha-' di sostanza secca. Le condizioni perchè la capacità assimilatoria della copertura vegetale sia la più grande possibile, sono diverse e possono essere brevemente indicate nelle seguenti. - Apparato radicale funzionale e ben sviluppato. - Apparato assimilatore ampio. - Apparato assimilatore efficiente e longevo.

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Preparazione del terreno Nella tradizione maidicola la preparazione del terreno per la semina si basava su un lavoro profondo, per assicurare la costituzione di riserve idriche nel terreno e per consentire un profondo sviluppo dell'apparato radicale. La lavorazione profonda viene fatta con un aratro rovesciatore, ma potrebbe meglio essere fatta con il sistema " a due strati": scarifilatura profonda e aratura leggera o ara-ripunta tura. All'aratura estiva o autunnale seguono lavori complementari di affinamento delle zolle e di controllo delle erbacee nate.

Concimazione

Il mais essendo coltura che svolge il suo ciclo nel periodo primaverile-estivo si avvantaggia grandemente della concimazione organica, in quanto la mineralizzazione della sostanza organica procede di pari passo con le esigenze nutritive del mais. Al giorno d'oggi sono la norma le aziende che coltivano con successo il mais senza disporre di letame, solo facendo ricorso a razionali concimazioni minerali e a eventuali concimi organici non tradizionali.

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Semina

In generale le semine primaverili è bene siano fatte prima possibile. Nel caso del mais per avere nascite non troppo protratte e irregolari bisogna aspettare che la temperatura del terreno si sia stabilmente attestata su almeno 12*C. Questo livello termico è raggiunto mediamente in aprile. In altri casi il mais segue una cultura a raccolta precoce, taglio di un erbaio o dopo orzo da insilamento o pisello o frumento,ecc.

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Irrigazione

Il mais ha consumi idrici unitari non molto elevati, ma per sostenere la sua altissima produttività potenziale sono richieste disponibilità d'acqua che solo in poche zone sono assicurate dalle riserve d'acqua del terreno e dalle piogge del periodo della crescita. L'insufficienza d'acqua provoca sempre danni al mais che diventano di gravità eccezionale quando lo stress idrico capita nel momento estremamente critico della fioritura. Un programma d'irrigazione che voglia coprire al meglio le esigenze di una coltura di mais deve prevedere che l 'acqua non difetti nel periodo che va dalla emissione del pennacchio fino almeno alla maturazione latteo- cerosa. Ogni adacquata va fatta con il massimo di razionalità per evitare sprechi, insufficienze e inefficienze, sulla base di elementi tecnici precisi attinenti al terreno e alla coltura, dai quali dedurre il volume di adacquamento. L'irrigazione deve essere fatta per tempo, prima che la coltura manifesti il benchè minimo segno di sofferenza, quindi molto prima del punto di appassimento. L'irrigazione del mais è generalmente eseguita col sistema per aspersione o per infiltrazione laterale , da solchi. L'irrigazione alla semina è necessaria nel caso di coltura intercalare per assicurare le nascite.

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Raccolta

Il mais da granella può essere raccolto dalla maturazione fisiologica in poi, sempre, comunque, con un'umidità del 33-35% ; per la produzione di trinciato,l'umidità deve aver raggiunto il valore di 22-25%. L'insilamento è una pratica tradizionale per la conservazione di foraggi di umidità media. Questo è possibile grazie ai micro organismi, batteri lattici che trasformano il foraggio in prodotto finale delle caratteristiche chimiche diverse. L'inoculazione al momento dell'insilamento, consente l'ottimizzazione delle fermentazioni in silos. La raccolta della granella viene effettuata con mietitrebbiatrici con testata da mais.

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Diserbanti - Erbicidi

Le piante infestanti comportano degli effetti negativi sulle

colture: • diminuzione della luce, • sottrazione di sostanze nutritive • assorbimento dell’acqua nei periodi estivi. • sottrazione di spazio vitale, fino a provocare la

morte delle colture • la presenza di fiori delle malerbe distolgono

l’attenzione degli insetti pronubi dalle colture diminuendone così l’impollinatura.

Le piante infestanti, inoltre, sono dotate di una capacità di adattamento e resistenza superiore alla nostre piante coltivate.

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Lotta diretta contro le infestanti

• Lotta meccanica: questo metodo consiste

nella estirpazione dell’infestante.

• Lotta con mezzi fisici: questa tecnica viene molto utilizzata per la pulizia di rive e fossi. Diserbare con l’aiuto del fuoco però non è sempre consentito dalla legge e si devono tenere ben presenti la vicinanza dalle colture e dal bosco.

• Lotta chimica: questo tipo di lotta prevede l’utilizzo di diserbanti chimici o erbicidi. Per intervenire con questa tecnica è opportuno prima conosce la selettività di prodotto ed i danni che provocano sia alla flora che alla fauna.

A seconda delle loro modalità di azione possono essere classificati:

• antigerminello: impediscono la germinazione delle malerbe. Si utilizzano erbicidi ad azione residuale in rado di essere attivi per periodi più lunghi, garantendo anche una parziale pulizia del terreno. • di pre-emergenza: che colpiscono l'infestante allo stadio di plantula annullandone di fatto lo sviluppo prima che possa competere con la specie coltivata. Sono prodotti con una persistenza elevata poiché devono esercitare la loro azione sulle piante infestanti per un tempo lungo (caratteristica svantaggiosa per l'ambiente) • di post-emergenza: sono impiegati quando le colture si sono già sviluppate, vengono applicati direttamente sulle piante infestanti e hanno una persistenza minore. Si utilizzano prodotti erbicidi sia sistemici che da contatto.

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Gli erbicidi ad azione residuale vengono distribuiti sul terreno, mentre quelli a contatto e quelli sistemici vengono distribuiti sulla foglia e assorbiti attraverso gli stomi. Gli erbicidi esplicano l' effetto fitotossico sia direttamente sulla singola parte vegetale sia sull'intera pianta infestante. Infatti molti di questi composti vengono assorbiti per via radicale, trasportati con il flusso xilematico e floematico per poi essere attivi negli organi bersaglio.

Fattori che influenzano l’azione dei diserbanti Temperatura: influiscono molto sul lavoro dei diserbanti.

Qualche prodotto sistemico per agire ha bisogno di temperature non inferiore a 8°. Con temperature superiori tra ai 28 ° la pianta diminuisce le funzioni fisiologiche e ciò comporta una diminuzione dell’efficacia dei diserbanti. Una temperatura troppo elevata, inoltre, diminuisce il tempo d’evaporazione del prodotto, provocando uno scarso rendimento dello stesso. Pioggia: dopo il trattamento, non dovrebbe piovere per un giorno, per permettere al principio attivo di entrare nella foglia. Viceversa, un’azione positiva viene fatta dalla pioggia nel caso di

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trattamenti a terra, aumentando l’efficacia del trattamento. Luce: questo fattore agisce molto positivamente per quanto riguarda i diserbanti sistemici, aumentando la fotosintesi (entra in circolo più facilmente il principio attivo del prodotto sistemico).

Vantaggi della lotta chimica EFFICACIA: gli insetticidi sono efficaci nel controllo di migliaia di insetti dannosi; praticamente tutte le specie possono essere controllata con almeno uno dei prodotti attualmente disponibili. RAPIDITA’: grandi popolamenti di insetti nocivi possono essere ridotti nel giro di poche ore e questo consente una protezione pressoché immediata. VERSATILITA’: gli insetticidi offrono una ampia varietà di proprietà, usi e metodi di applicazione a diverse situazioni e tipi di infestazioni. SEMPLICITA’: dal punto di vista operativo, la lotta chimica è il più semplice mezzo di controllo delle infestazioni. POSSIBILITA’ di APPLICAZIONE NELL’EMERGENZA: la lotta chimica è l’unico mezzo realisticamente utilizzabile in caso di improvvise emergenze. ECONOMICITA’: tra tutti i metodi di controllo, la lotta chimica è probabilmente quello che presenta il più favorevole rapporto costi/benefici.

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Svantaggi della lotta chimica

L’uso non controllato dei fitofarmaci ha danneggiato l’equilibrio dei vari comparti biologici più in generale dell’ecosistema: infatti l’introduzione massiccia di svariate sostanze xenobiotiche (ossia estranee ai processi biologici) ha causato effetti negativi a carico dell’ambiente e degli organismi non direttamente bersaglio dei fitofarmaci. In campo, gli agricoltori devono rivedere le tecniche e le strategie impiegate per la difesa delle colture, perché i metodi e i prodotti tradizionali possono rivelarsi inefficaci, ed anzi produrre diversi danni. Infatti, nel tentativo di aumentarne l’efficacia, è probabile che vengano aumentate le dosi di prodotto, con la conseguenza che: • aumentano i costi di produzione della specie coltivata, • il raccolto risulta invece più scarso • si assiste ad un’immissione superflua di prodotto chimico nell’ambiente.

I consumatori potrebbero rischiare di ricevere prodotti vegetali con residui di antiparassitari più elevati. In considerazione di tutti questi fattori, la difesa delle colture ha cominciato a cercare e a trovare nuove strategie di lotta. Per porre rimedio e limitare i danni si è innescato un processo di inversione di tendenza che ha comportato la "dechimizzazione" nei processi agricoli. Una soluzione possibile riguarda l’utilizzo di tecniche agronomiche che si basano sull’ agricoltura biologica, regolamenta e definita dalla Normativa CEE 2092/91.

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INSORGENZA DI SPECIE RESISTENTI: l’uso massiccio e continuo di sostanze chimiche ha generato nei parassiti fenomeni di resistenza. - In seguito a mutazioni, i parassiti sviluppano meccanismi di insensibilità o inattivazione verso i prodotti utilizzati per combatterli. - Si tratta quindi di una vera e propria selezione, che permette alle popolazioni di parassitidi raggiungere elevate densità in breve tempo

DANNI SU SPECIE NON BERSAGLIO: l’uso prolungato ha provocato fenomeni di tossicità sulla

micro-, meso- e macro-fauna. In particolare in questi ultimi anni si è verificato una diminuzione di api e

altri insetti impollinatori, e più in generale di molti vertebrati e invertebrati nemici naturali degli

infestanti.

RESIDUI NEI PRODOTTI: per porre un freno a questo problema negli ultimi anni sono state emanate una serie di Direttive comunitarie al fine di ridurre i rischi derivanti dall’uso dei fitofarmaci, definendo una serie di limiti alle loro concentrazioni nella frutta e nei vegetali, nei cereali e anche nei prodotti di origine animale.

RISCHI PER L’UOMO: essendo i fitofarmaci generalmente costituiti da sostanze tossiche, il loro uso improprio, può determinare rischi e pericoli per gli utilizzatori e in generale per la salute umana e animale RISCHI PER L’AMBIENTE: il loro impiego ha un impatto ormai largamente confermato sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli. Alcuni residui, inoltre, possono contaminare le acque superficiali e sotterranee, con ulteriori effetti pericolosi sulla salute umana e sull’ambiente e su tutto l’ecosistema.

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Contratti agrari

I CONTRATTI AGRARI

In diritto esistono due tipi di contratti agrari: - associativi - locativi o d'affitto. Alcuni contratti associativi sono tuttora in vigore, come ad es. le cooperative, le società lucrative, oppure i consorzi. La legge 203 del 1982 invece ha abolito altri contratti associativi come la mezzadria, la colonia parziaria e la soccida,stabilendo inoltre che non potessero più essere stipulati nuovi contratti agrari di questo tipo è che, salvo le eccezioni di quelli in corso, dovessero essere trasformati in contratto d'affitto.

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Varie sono le ragioni per le quali è stata disposta l'abolizione di questi contratti come ad es. l'impossibilità della famiglia coltivatrice di ammodernare il fondo, l'esiguità dei poteri decisionali spettanti alla famiglia coltivatrice e l'insufficente produttività dei fondi.

LA MEZZADRIA Con il contratto di mezzadria il proprietario del fondo e il mezzadro si associano per la coltivazione di un fondo e per l'esercizio di attività connesse, il mezzadro e la sua famiglia avevano l'obbligo di risiedere sul fondo. Gli utili e i prodotti vengono suddivisi in queste percentuali: al proprietario spetta al massimo il 42% e al mezzadro il 58%.

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LA COLONIA PARZIARIA

La colonia parziaria è simile alla mezzadria ma si differenzia per i seguenti aspetti : non c'è l'obbligo di risiedere sul fondo e le percentuali sono 60% e 40% .

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LA SOCCIDA

Con il contratto di soccida il soccidante e il soccidario, si uniscono per l'allevamento di bestiame e l'esercizio di attività connesse. La partecipazione agli utili, perdite e spese viene stabilita nel contratto, vi sono tre tipi di soccida. Soccida semplice: in cui il soccidante conferisce il bestiame e dirige l'impresa, mentre il soccidario conferisce la manodopera. Soccida parziaria: in cui entrambi conferiscono il bestiame. Soccida con conferimento di pascolo: in cui il soccidante conferisce il pascolo, mentre il soccidario conferisce il bestiame e dirige l'impresa.

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CONTRATTI D'AFFITTO DI FONDO RUSTICO

Con il contratto d'affitto il proprietario di un fondo (concedente) concede all'altra parte (affittuario), dietro pagamento di un canone il godimento del fondo per l'esercizio di un'impresa agraria. Il contratto va stipulato in forma scritta e deve essere trascritto negli appositi registri. La durata minima del contratto è di quindici anni, al termine del contratto, se nessuna delle parti comunica la propria disdetta il contratto si rinnova automaticamente per una durata pari alla minima; all'affittuario spetta comunque il diritto di prelazione d'affitto.

L'affittuario può recedere dal contratto in ogni momento purchè lo comunichi almeno un anno prima della scadenza dell'annata agraria. Il proprietario invece può recedere solo nei seguenti casi: gravi inadempienze dell'affittuario, costruzione di opere urbanistiche, coltivazione del terreno da parte del proprietario o dei suoi familiari, purchè possieda il fondo da almeno un anno. Nel secondo e terzo caso all'affittuario spetta un'indennità che non può superare le dodici annualità di canone. Sul proprietario gravano i seguenti obblighi: - consegnare il fondo all'affittuario con tutte le scorte e pertinenze; - garantire all'affittuario l'effettivo godimento del fondo;

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- pagare le imposte che gravano sulla proprietà. Sull'affittuario gravano i seguenti obblighi: - riconsegnare il fondo alla scadenza; - condurlo lo secondo le regole della buona tecnica agraria; - non subaffittare il fondo; - non cambiare stabilmente la destinazione economica del fondo; - pagare le imposte che gravano sull'affitto;

- pagare il canone d'affitto. (Il canone viene determinato da un'apposita commissione tecnica provinciale). Il proprietario ha l'unico potere di contratto sull'attività, mentre l'affittuario ha i seguenti poteri: - gestire e organizzare l'attività, - farne propri i frutti, - diritto di prelazione in caso di vendita. Il diritto di prelazione (che spetta anche ai proprietari confinanti) deve essere esercitato entro trenta giorni dalla comunicazione. Se il proprietario viola questo diritto, l'affittuario può riscattare il bene del terzo entro un anno dalla trascrizione del contratto. Il diritto di prelazione non può essere esercitato se l'affittuario coltiva il fondo da meno di due anni o se l'affittuario ha venduto dei fondi.

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Entrambe le parti possono effettuare dei miglioramenti purchè non modifichino stabilmente la destinazione del fondo, ma se il miglioramento lo fa il proprietario, ha diritto ad un aumento del canone, ma se lo fa l'affittuario ha diritto a un'indennità pari all'aumento del valore del fondo. Per quanto riguarda le spese, quelle ordinarie gravano sull'affittuario, mentre quelle gravi strutturali gravano sul proprietario.

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Biodiversity Agriculture

Agriculture is one of the most widespread occupation in the world. It is an activity which deals with the coltivation of the soil and the raising of livestock.

In the '50s the countryside was caracterized of high biodiversity. In the '50s chemical industry developed and farmers started to use chemical fertilizers and pesticides in a big quantity. The evolution and spread of industrial technology and mechanisation have modified the agricultural landscape : fileds without edges and rows of trees , have been covered with single crops ; land has been cleared for tractor use and deep ploughing.

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The three types of agriculture are the conventional agricolture , the oganic farming and the

sustainable agriculture.

Conventional agriculture is a type of agriculture that uses big quantity of chemicals , a lot of machinary and single crops fields.

Organic farming is a production system which avoids or largely escludes the use

of synthetically compounded fertilizers , pesticides, grouth regulators and livestock feed additives.

Sustainable agriculture, consists of reduced use, but not elimination, of chemical products, with the

development of integrated farming systems.

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Advantages and disadvantages Conventional agriculture is a prevalent form of modern agriculture in most industialized countries. It is often characterized with heavy use of synthetic pesticides, fertilizers, and machinery most conventional farming uses large scale monocultures. Advantages of conventional farming include larger crop production which translate to low cost of farm products such as vegetables and fruits. Disadvantages: - synthetic pesticides and fertilizers often become pollutants for soil, water and air - soil erosion degradation of farmlands and aquatic ecosystems - negative impact on monocultures - large request of fossil fuel

. Advantages of organic farming: - lower growing cost - reduction of disease and damage to soil composition - waste recycles, improving soil structure - higher quality food.

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Disadvantages: - it requires more work and brings to lower productivity. Sustainable agriculture is the practice of farming using principles of ecology. It studies the relationships between organisms and their environment. Advantages of sustenaible agriculture:

- no mechanical soil disturbance - permanent soil cover - crop rotation. Disadvantages: - inferior products - limitations of conservation.

Organic Farming

Organic farming is “farming without chemicals”.

Therefore organic farming uses chemicals, though naturally derived, in plant protection, fertilizing and

livestock husbandry.

However, it is system which tries to avoid the routine use of chemicals and to exploit natural renewable

resources.

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Some features of organic farming are:

it produce food of hight nutritional quality in sufficient quantity

it work with natural systems

it encourage biological cycles

it use renewable resources

it work as much as possible within a closed system with regard to organic matter and nutrient elements

it to maintins the genetic diversity of the agricultural system.

From the above principles it is evident that organic farming has the aim of protecting the fertility of the

soil, recycling organic material including crop residues and livestock wastes, producing nutritional,

healthy and high quality food.

Organic is means working in harmony with seasonal cycles and the soil's features.

Organic is uses

- copper / sulphur natural treatments against parasites

- compost and organic manures

- diversified flora and fauna

- spread of natural predators

- no chemical weed-killers

- no deep ploughing - no soil, air and water pollution.