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ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 06/44 ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Workshop Gli stakeholder e la Direttiva Acque 2000/60/CE. Il ruolo della partecipazione pubblica Istituto Superiore di Sanità Roma, 1° dicembre 2004 A cura di Laura Mancini (a), Andrea Agapito Ludovici (b) e Stefania Marcheggiani (a) (a) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma (b) World Wildlife Fund (WWF) Italia, Milano

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ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN

06/44

ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

Workshop Gli stakeholder e la Direttiva Acque 2000/60/CE.

Il ruolo della partecipazione pubblica

Istituto Superiore di Sanità Roma, 1° dicembre 2004

A cura di Laura Mancini (a), Andrea Agapito Ludovici (b)

e Stefania Marcheggiani (a)

(a) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma

(b) World Wildlife Fund (WWF) Italia, Milano

Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci Registro della Stampa - Tribunale di Roma n. 131/88 del 1° marzo 1988 Redazione: Paola De Castro, Sara Modigliani e Sandra Salinetti La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. © Istituto Superiore di Sanità 2006

Istituto Superiore di Sanità Workshop. Gli stakeholder e la Direttiva Acque 2000/60/CE. Il ruolo della partecipazione pubblica. Istituto Superiore di Sanità. Roma, 1° dicembre 2004. A cura di Laura Mancini, Andrea Agapito Ludovici e Stefania Marcheggiani 2006, iii, 28 p. Rapporti ISTISAN 06/44

Nell’ambito del processo di attuazione della Direttiva Quadro in materia di Acque 2000/60/CE, sono espressamente previsti il coinvolgimento attivo e la partecipazione pubblica nelle scelte di tutti gli “attori” deputati alla gestione delle risorse idriche. A tale proposito nella “Common implementation Strategy”, sono state definite delle linee guida relative alla partecipazione pubblica. Il workshop “Gli stakeholder e la Direttiva Acque 2000/60/CE. Il ruolo della partecipazione pubblica”, tenutosi a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità il giorno 01/12/2004, ha visto la partecipazione di diversi soggetti “portatori d’interesse” (enti, associazioni, consorsi, agenzie) riguardo i vari livelli del problema della gestione dell’acqua. L’occasione vuole essere un concreto contributo per favorire un confronto su alcuni aspetti della partecipazione pubblica, attraverso un lavoro integrato e condiviso già nello stesso workshop.

Parole chiave: Direttiva Acque 2000/60/CE, Stakeholder, Partecipazione pubblica Istituto Superiore di Sanità Workshop. The stakeholder and the Water Frame Directive 2000/60/EC. The role of the public participation. Istituto Superiore di Sanità. Rome, December 1, 2004. Edited by Laura Mancini, Andrea Agapito Ludovici and Stefania Marcheggiani 2005, iii, 28 p. Rapporti ISTISAN 06/44 (in Italian)

In the context of the implementation process of the Water Frame Directive 2000/60/EC, the active involvement of all the public “stakeholders” in water management is explicitly provided. In the “Common implementation strategy” there are the guidelines concerning public participation. The workshop “The Stakeholder and the Water Framework Directive 2000/60/EC. The role of the public participation”, carried out in Rome, saw the participation of different stakeholders (agencies, associations, authorities) at several levels of the water management system. This occasion wants to be an active contribution to the promotion of concrete comparisons about public participation, through a shared work starting from the same workshop.

Key words: Water framework Directive 2000/60/CE, Stakeholder, Public Participation Autori del presente rapporto:

Istituto Superiore di Sanità Maria Elena Beltrami, Simone Ciadamidaro, Stefano Fabiani, Paolo Formichetti, Stefano Larsen, Laura Mancini, Stefania Marcheggiani, Giorgio Pace

WWF Italia Antonio Bossi, Nicoletta Toniutti, Paola Sozzi, Paolo Negri, Chiara Tonghini,Vittoria Rossetti, Andrea Agapito Ludovici

Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente (IEFE) Alessandro De Carli

Per informazioni su questo documento scrivere a: [email protected]. Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: www.iss.it.

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Alla giornata hanno partecipato 51 persone in rappresentanza di 26 enti.

Enti promotori e organizzatori della giornata:

Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma Beltrami M.E. Bottoni P. Carere M. Ciadamidaro S. D’Angelo A.M. Donati M. Fabiani S. Ferrari C. Funari E. Formichetti P. Gramiccioni L. Mancini L. Marcheggiani S. Larsen S. Ottaviani M. Pace G. Pierdominici E.

WWF World Wildlife Fund Italia Agapito Ludovici A. Bossi A. Caserta D. Negri P. Rossetti V. Sozzi P. Tonghini C. Toniutti N.

Altri enti

Acqua Benessere e Sicurezza Lucchini S.

Acquedotto pugliese Bisonte F.

ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Lazio Erroi D.

ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Toscana Mazzoni M.

ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Umbria Martinelli A.

Associazione Nazionale Bonifiche Tufarelli G.

Autorità di Bacino del Po Moroni F. Gavioli G.

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Autorità di Bacino del Tagliamento Baruffi F.

Autorità di bacino del Tevere Moretti S.

CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Stolfi N.

Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria) Galavotti P.

Cles-Economia Srl Cuda I. Leon A.

Coldiretti Prosperoni M.A.

Confapi Galavotti P.

ENEA Casaccia, Roma Izzo G.

Enel Cecchini A.

Gruppo 183 Della Rocca M.

IEFE (Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente) De Carli A.

Legambiente, Roma Sposato S. Venturi L. Zampetti G.

Ministero dell’Ambiente, Roma Pineschi G. Sgroi S.

Parco Regionale Appia antica, Roma Rossi A.

Regione Lombardia, Milano Bolis B.

Regione Piemonte, Torino Clemente G.

Regione Toscana, Firenze Gallori F.

UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), Area Acquaviva, Roma Russo G.

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INDICE

Introduzione............................................................................................................................................ 5

Metodologia ed articolazione del workshop ............................................................................ 8 Sessioni plenarie ..................................................................................................................................... 9 Lavoro di gruppo .................................................................................................................................... 9

Risultati del lavoro di gruppo: i cartelloni ............................................................................... 11 Conclusioni e proposte del workshop ...................................................................................... 16

Aspetti critici e/o problematici.............................................................................................................. 16 Reperimento dei dati ....................................................................................................................... 16 Quantità di dati................................................................................................................................ 16 Affidabilità ...................................................................................................................................... 16 Dati sensibili ................................................................................................................................... 16 Recepimento della direttiva............................................................................................................. 17

Proposte ................................................................................................................................................ 17

Questionario di soddisfazione ..................................................................................................... 19

Bibliografia............................................................................................................................................ 20

Appendice A Direttiva 2000/60/CE. Articolo 14: Informazione e consultazione pubblica ........................................ 21

Appendice B Questionario di soddisfazione............................................................................................................... 25

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INTRODUZIONE

“L’acqua è una risorsa fragile e la maggior parte dei sistemi idrici dell’Unione sono minacciati dall’inquinamento e da un eccessivo sfruttamento. La direttiva quadro sulle acque è una delle normative più ambiziose esistenti oggi al mondo” con queste parole Margot Wallstrőm, l’ex commissaria per le politiche ambientali, ora vicepresidente della Commissione europea, ha commentato la recente decisione della Commissione europea di avviare un procedimento nei confronti degli Stati membri che non hanno ancora preso tutte le misure necessarie per attuare sul piano legislativo interno le norme della Direttiva quadro sulle acque (UE, WFD 2000/60/CE).

Il 1° dicembre 2004 presso l’Istituto Superiore di Sanità, a Roma, si è svolto il workshop “Gli stakeholder italiani e la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. Il ruolo della partecipazione pubblica” organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il WWF Italia.

L’iniziativa è stata promossa per favorire l’avvio di percorsi partecipati nel governo delle acque in applicazione dell’art. 14 (“Informazioni e consultazione pubblica”, Appendice) della Direttiva europea.

La Direttiva 2000/60/CE è un’importante occasione per rilanciare la politica delle acque basata su una reale gestione integrata della risorsa. È necessario, infatti, un profondo cambiamento nell’approccio culturale e organizzativo che può avvenire solo attraverso un confronto a più livelli coinvolgendo tutti i portatori d’interesse, fino ai cittadini, nella definizione di scenari sostenibili per il governo delle acque. In tale prospettiva, la Direttiva 2000/60/CE prevede espressamente il coinvolgimento attivo e la partecipazione della fascia più ampia di soggetti nelle scelte per la gestione delle risorse idriche. A tale proposito, nell’ambito della Common Implementation Strategy (il processo che accompagna l’applicazione della Direttiva), sono state definite delle linee guida relative alla “Public participation”.

La Direttiva 2000/60 si propone di stabilire un quadro unitario per la protezione di tutti i corpi idrici (acque interne di transizione e marine) e di raggiungere il buono stato chimico ed ecologico degli ecosistemi acquatici entro il 2015. Per questo la Direttiva pone il bacino idrografico come elemento centrale promuovendone una gestione integrata con il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse (stakeholder).

L’obiettivo della Direttiva è di raggiungere un buono stato delle acque superficiali entro il 2015, avendo come riferimento parametri e indicatori ecologici, idrologici e chimico-fisici. A tale scopo, gli Stati membri debbono avviare da subito una serie d’interventi importanti tra i quali:

– entro il 2003 Identificazione dei bacini idrografici e attribuzione ai relativi Distretti Idrografici; identificazione delle autorità competenti.

– entro il 2004 Elaborazioni di analisi per la definizione delle caratteristiche dei distretti idrografici e dell’impatto ambientale delle attività umane, analisi economica dell’utilizzo idrico e registro delle aree protette presenti entro i distretti.

– entro il 2006 Armonizzazione del sistema di classificazione dello stato ecologico delle acque secondo parametri comuni all’interno dell’Unione Europea; attivazione di sistemi di rete di monitoraggio dello stato delle acque superficiali, delle acque sotterranee e delle aree protette.

– entro il 2009 Definizione di un programma di misure che, tenendo conto dei risultati delle analisi, permetta il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dalla Direttiva; predisposizione di piani di gestione dei bacini idrografici.

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– entro il 2010 Definizione di una politica dei prezzi che tenga conto del principio del recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse.

– entro il 2012 Adozione di un programma di misure – base e supplementari – applicabile ai Distretti Idrografici identificati.

– entro il 2015 Attuazione delle misure necessarie per impedire il deterioramento di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei, oltre che per impedire o limitare l’immissione di sostanze inquinanti nelle acque sotterranee.

L’Italia è in ritardo e con la legge 31 ottobre 2003, n. 306 (Italia, Gazzetta Ufficiale n. 266 del 15 novembre 2003), recante “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità europea”, si è prevista la delega al Governo per il recepimento della Direttiva 2000/60 della Comunità Europea entro 18 mesi dall’entrata in vigore della stessa, ossia entro maggio 2005.

La Direttiva impone agli Stati membri il coinvolgimento attivo di tutti i portatori d’interesse nei processi di pianificazione e gestione delle acque. Infatti, l’art. 14 (“Informazione e consultazione pubblica”) sancisce che “gli Stati membri promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all’attuazione della presente direttiva, in particolare all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici…”. Di questi piani fanno parte i Piani stralcio, come quelli per l’assetto idrogeologico e loro integrazioni, redatti dalle Autorità di bacino in seguito all’art. 17, comma 6 ter della L. 183/1989, e i Piani di tutela delle Acque, come previsto dall’art. 44 del DL.vo 152/1999 (Italia, Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 1999), redatti dalle Regioni.

Gli Stati membri devono assicurare la consultazione attiva e l’accesso alle informazioni di base, utilizzate e di riferimento per la formazione del Piano.

La partecipazione pubblica è fondamentale, ad esempio, nella definizione dei piani di bacino che presuppongono scelte su questioni estremamente importanti che difficilmente possono essere delegate. Tra queste il rischio accettabile sul quale basare un piano di bacino, che condiziona, ad esempio, le opere e gli interventi di difesa del suolo.

La partecipazione pubblica presuppone quindi un processo di responsabilizzazione attiva al proprio territorio, fondamento per la ricerca di un nuovo modo di pensare, vivere, appartenere al bacino idrografico, attualmente centro imprescindibile per la presente e futura pianificazione territoriale.

Le linee guida per la “partecipazione pubblica”, redatte nell’ambito del processo della Common Implementation Strategy, per favorire un’applicazione armonica della Direttiva quadro in tutti gli Stati membri, forniscono dei criteri base (disponibile su: http://forum.europa.eu.int/ Public/irc/env/wfd/home) per una sua corretta interpretazione e, sebbene la partecipazione pubblica non sia esplicitamente citata nella Direttiva, tre sue forme o componenti sono in essa menzionate: l’informazione, la consultazione e il coinvolgimento attivo.

Il workshop vuole favorire il confronto su alcuni aspetti legati alla partecipazione pubblica per focalizzare eventuali proposte o problematiche.

Questa iniziativa segue lo spirito dell’articolo 14 (“Informazioni e consultazione pubblica”) della Direttiva Quadro, che incoraggia il coinvolgimento attivo degli stakeholder nell’applicazione della Direttiva.

Gli obiettivi del workshop sono: 1. discutere e confrontarsi su alcuni aspetti della Direttiva (informazione e consultazione

pubblica), evidenziando eventualmente i punti di forza e di debolezza;

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2. definire problematiche e proposte comuni e redigere un documento condiviso (non vuol dire approvato a maggioranza, ma sottoscritto solo per ciò che si concorda), che possa costituire un contributo per l’attuazione della Direttiva.

Il workshop vuole, inoltre, creare i presupposti per successivi eventi ed approfondimenti per favorire l’applicazione della Direttiva in Italia.

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METODOLOGIA ED ARTICOLAZIONE DEL WORKSHOP

L’Istituto Superiore di Sanità e WWF Italia hanno affrontato il tema attraverso lavori di gruppo e l’ausilio di “facilitatori” (esperti nella gestione di laboratori e lavori di gruppo) che hanno garantito la gestione del tempo, il coinvolgimento diretto di tutti i partecipanti ai lavori e il perseguimento degli obiettivi del workshop.

Al workshop hanno partecipato 51 persone, in rappresentanza di 26 enti così ripartiti: – 8 soggetti strettamente istituzionali; – 6 enti di ricerca (sono comprese le 3 ARPA); – 10 associazioni di cui 4 di categoria (3 agricole e 1 imprenditoriale), 2 ambientaliste, 2

esperti, 1 sportiva – 2 enti gestori. Gli enti partecipanti, in ordine alfabetico, sono stati:

1. Acqua Benessere e Sicurezza 2. Acquedotto pugliese 3. Agenzia Regionale Protezione e Ambiente Arpa Lazio 4. Agenzia Regionale Protezione e Ambiente Arpa Toscana 5. Agenzia Regionale Protezione e Ambiente Arpa Umbria 6. Associazione nazionale bonifiche 7. Autorità di Bacino del Po 8. Autorità di Bacino del Tagliamento 9. Autorità di bacino del Tevere

10. CIA 11. Cles 12. Coldiretti 13. Confapi 14. ENEA 15. Enel 16. Gruppo 183 17. IEFE 18. Istituto Superiore Sanità 19. Legambiente 20. Ministero dell’Ambiente 21. Parco Regionale Appia antica 22. Regione Lombardia 23. Regione Piemonte 24. Regione Toscana 25. UISP Area Acquaviva 26. WWF Italia.

Si tratta di soggetti diversi (stakeholder), specificatamente invitati. La selezione dei partecipanti è stata realizzata al fine di consentire un efficace confronto e una discussione che fosse sufficientemente rappresentativa degli interessi e delle aspettative presenti sul territorio nazionale.

È indispensabile che i partecipanti siano a conoscenza della problematica in oggetto e delle posizioni della propria Associazione o Ente.

La conoscenza della Direttiva e la consapevolezza dell’importanza dell’art. 14 della normativa europea erano i pre-requisiti indispensabili per la partecipazione; per favorire tale condizione sono stati distribuiti preventivamente alcuni documenti di metodo (“traccia di

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lavoro”) e di contenuto sulla direttiva e sulle linee guida “Public participation”. È stata inoltre data indicazione di alcuni siti Internet (ultima consultazione 2 agosto 2006) su cui reperire documentazione specifica:

– The EU Water Framework Directive - integrated river basin management for Europe (http://ec.europa.eu/environment/water/water-framework/index_en.html)

– Partecipazione pubblica (http://www.wwf.it/acque/partecipazione.asp)

– Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche. “Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici”. Anno 2003. Roma, luglio 2004 (http://www.gruppo183.org/acqua/documenti/relazionecomitato vigilanza2004.pdf)

– Acqua: La nuova legislazione a tutela delle acque. (http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Acqua/Direttiva_quadro_sulle_acque_2000-60-CE)

Infine, è stata raccomandata la disponibilità al confronto e al dialogo per poter favorire la massima partecipazione di tutte le diverse realtà rappresentate.

L’argomento “Partecipazione Pubblica”, durante i lavori del workshop, è stato affrontato ripartendo il tempo a disposizione in tre successivi “momenti”:

– una “Prima Sessione Plenaria” ; – una fase di “Lavoro di Gruppo”; – una “Seconda Sessione Plenaria”.

Sessioni plenarie

Durante il workshop si sono tenute due “Sessioni Plenarie”: la prima, propedeutica al lavoro di gruppo, con lo scopo di introdurre sinteticamente il tema della giornata e di illustrare le modalità di lavoro nei gruppi costituiti; la seconda, successiva al lavoro di gruppo, nella quale si illustrano e si discutano i risultati dei tre gruppi di lavoro e si traggano le prime conclusioni da parte dei promotori dell’iniziativa.

Lavoro di gruppo

L’oggetto di discussione del lavoro di gruppo è stato il problema della partecipazione pubblica, senza la presunzione di esaurirlo, ma cercando di porre le basi per un suo corretto avvio. Si è discusso innanzitutto il tema dell’informazione di base ( o informazione adeguata), tentando di rispondere e/o condividere quale fosse l’informazione di base minima. Ad ogni gruppo sono state date le seguenti indicazioni metodologiche:

– Chi partecipa al lavoro di gruppo; – A cosa serve il lavoro di gruppo; – Come si lavora nel gruppo. Obiettivo di ogni gruppo è quello di: consentire a ciascuno di dire la propria sul tema in

oggetto (“Direttiva Acque e la partecipazione pubblica”); registrare il messaggio di ciascuno stakeholder; e sintetizzare un messaggio da offrire agli altri gruppi.

I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi (A, B e C). Ogni gruppo è stato coordinato da un “facilitatore” (che decide sul metodo) (A: Rossetti; B:

Bossi; C: Previ) e coadiuvato da un “esperto” (che aiuta sui contenuti) in rappresentanza degli enti promotori (A: Mancini; B: Agapito Ludovici; C: Negri), un ospite (che supporta). La

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composizione dei gruppi è stata fatta cercando di ripartire gli stakeholder in modo da equilibrare i differenti interessi presenti.

Il lavoro di gruppo ha seguito la traccia a punti di seguito riportata, con alcune lievi modulazioni interne ad ogni gruppo, apportate in funzione dello sviluppo delle discussioni:

– Punto 1 Recupero dei contenuto da parte del facilitatore e/o esperto È il momento in cui i facilitatori e gli esperti ripresentano ai singoli gruppi i contenuti e gli obiettivi del workshop.

– Punto 2 Cartellone 1 “Presentazione” È il primo giro di tavolo in cui ciascun partecipante si presenta, rispondendo alle domande “chi sono; a quale ente appartengo; che ruolo ricopro; produco e/o ricevo dati - informazioni - conoscenze”, riguardo al tema in oggetto.

– Punto 3 Cartellone 2 “Quali conoscenze sono necessarie e perché” È la fase in cui si discute di quali siano le conoscenze necessarie per contribuire all’applicazione della direttiva 2000/60/CE.

– Punto 4 Prima elaborazione collettiva dei risultati

– Punto 5 Cartellone 3 “Distribuzione del sapere” La discussione verte sulla domanda “quali sono i canali che ciascun ente può utilizzare per gestire dati, informazioni e conoscenze?”.

– Punto 6 Conclusioni Viene scelto il portavoce per l’illustrazione dei risultati di ciascun gruppo in sessione plenaria; viene preparato un discorso di sintesi dei punti emersi; vengono fatte proposte per il futuro e vengono sottolineati gli aspetti emergenti.

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RISULTATI DEL LAVORO DI GRUPPO: I CARTELLONI

La sintesi delle discussioni e delle elaborazioni emerse durante i lavori di gruppo è stata riportata su alcuni cartelloni comuni ai tre gruppi, che hanno permesso di mantenere una certa omogeneità e sovrapponibilità dei percorsi.

Ad alcuni termini di sintesi, già riportati sui cartelloni e utilizzati per brevità, sono stati attribuiti significati specifici, intorno ai quali si sono articolate le discussioni fra i partecipanti.

Nei cartelloni sono stati usati termini ed abbreviazioni con i seguenti significati – Dati: fatti oggettivi che descrivono eventi/situazioni – Informazioni: dati interpretati, contestualizzati – Conoscenze: informazioni di valore Si tratta di definizioni chiaramente sintetiche, in parte riduttive, ma che hanno permesso di

far emergere, almeno in linea generale, il diverso approccio dei molti e differenti soggetti partecipanti al workshop e accomunati dalla necessità di fornire o accedere alle informazioni, come previsto dall’art. 14 della Direttiva 2000/60/CE.

Nei cartelloni vengono utilizzate le lettere P, E, F per indicare: – P Possessore di dati originali/informazioni/conoscenze ma non necessariamente resi

disponibili (es. “dati sensibili”) – E Erogatore, soggetto che diffonde dati/informazioni/conoscenze – F Fruitore di dati/informazioni/conoscenze Nella Tabella 1 sono riportate le risposte alle domande del punto 2 del lavoro di gruppo

(Cartellone 1), evidenziando solo l’ente di appartenenza dei partecipanti.

Tabella 1. Cartellone 1: “Presentazione”

Gruppo Dati Informazioni Conoscenze P E F E F P E F

A ARPA Umbria

Monitoraggio – Province Rapporti stato acqua

Min. Ambiente

– Piano tutela acque

Istituto Superiore di Sanità

Monitoraggio Modelli ricerca pilota

Min. Salute e Ambiente

– – – Rapporti rischi

IEFE/ Bocconi

– – Regioni, ATO, Autorità bacino

Costi servizi idrici (erogati al committente)

– Analisi, rapporti, convegni, e lezioni

– –

Autorità Bacino Tevere

_ Test, didattica

ARPA, regioni

Inventario di fenomeni franosi

Università – Piano Assetto Idrogeologico Tevere

Legambiente Monitoraggio (Goletta verde, campagna fiumi)

– Banche dati istituzionali (es. Min. Ambiente)

– Min. Ambiente Dati mare

– – –

Coldiretti – Tecniche agricole, strutture, imprese

– – Informazioni tecniche statistiche e scientifiche

– – Rapporti Min. Ambiente

Acquedotto pugliese Bitonto

Dati su patogeni, potabilità, distribuzione acque superficiali

– – – Università, ISS

– – –

segue

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12

continua

Gruppo Dati Informazioni Conoscenze P E F E F P E F

B ENEL Dati su invasi

e loro uso – Pubbliche

amministra-zioni

– – – – –

Regione Toscana

Monitoraggio – – – ANPA, Min. Ambiente, Autorità bacino

– – –

WWF – – – – – Analisi, rapporti, convegni, lezioni

– –

WWF Abruzzo

– – – – – – – –

Ass. Acqua Benessere e Sicurezza

– – – – – – – –

Regione Lombardia

– Nuove ricerche

– – – – – –

Aut. Bac. Alto Adriatico

– – – – – – – –

Confapi – – – – – – – – Min. Ambiente

Dati istituzionali

– – – – – – –

UISP – – – – – – – – ANBI – – – – – – – –

C Autorità Bacino Po

– – – – – Piano di Bacino

ARPA Lazio

Monitoraggio e dati storici

– – – – – – –

ARPA Toscana CTN

Monitoraggio e dati storici

– – – – – – –

CIA Dati su calamità

– – – – – – –

Comitato bacino Po

– – – – – – Pareri –

ENEA – – – – – – – – Gruppo 183 – – – – – – – – ISS Dati biologi

e chimici Rapporti, articoli

– Informazioni ambientali

– Leggi e rischi

Consulenze –

Parco Regionale Appia Antica

Dati con ISS – – – – – Strumenti di gestione

Regione Piemonte

– – – Informazioni ambientali

Piano tutela acque

Nella Tabella 2 sono riportate le risposte alla domanda del punto 3, relative al Cartellone 2. Nella Tabella 3 sono riportate le risposte alle domande del punto 5, relative al Cartellone 3

solo del gruppo A e B perché il gruppo C non è riuscito a rispondere nei tempi.

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Tabella 2. Cartellone 2: “Quali conoscenze sono necessarie e perché”

Gruppo Hai bisogno di quali Per quale motivo? Note dati informazioni conoscenze

A Autorità Bacino Tevere

Istituzionali Condivise – Carenza e/o assenza di una rete di scambio di dati e informazioni, dovuta alla mancanza di messa a comune e diffusione da parte delle istituzioni portatrici di interesse

IEFE Provenienti da imprese pubbliche/ private

– – Mancanza di informazione, necessità di reperibilità di dati specifici per le diverse figure professionali (es. per biologi, economisti ecc..), necessità di creare una rete di comunicazione

Legambiente – Individuazione delle modalità per condividere/organizzare dati. Semplificazione dell’individuazione dei possessori dei dati

Cittadini -portatori di interesse

– – Mancanza di serie di dati uniformi, omogenei, attendibili

Coldiretti Aggiornati e attendibili

Scientifiche, giuridiche, disponibili in rete

– Informazioni confuse (facilità nel reperire i dati, ma non aggiornati e contraddittori). Alcuni enti e soggetti privati esentati dal rendere pubblici i dati

ISS Esaurienti Buona qualità e facili per i non addetti ai lavori

– Assenza di una cultura di partecipazione dei cittadini

Acquedotto pugliese

– – – Necessità di censire e selezionare informazioni a seconda dell’obiettivo

ARPA Umbria

Ben identificati, senza ridondanza e dispersioni

– Oggettive Difficoltà nel recepimento delle direttive per la scarsa diffusione dei dati. Eccesso di dati ridondanti. Erogazione limitata ad alcuni enti.

B Autorità Bacino

Nessuno – – Deve crescere la cultura della partecipazione

ENEL Proveniente da fonti attendibili

– – Necessità di contestualizzazione dei dati

ANBI Relativi a piovosità, abusivismo

– – Incompletezza, mancanza di attendibilità e chiarezza dei dati

Associazione Benessere

Chiari – – – –

Min. Ambiente

Dati attendibili, condivisi, ben presentati.

– – Mancanza di circolazione, dispersione di dati. Mancanza di dialogo tra enti. Condizionamento della circolazione dell’informazione a causa del ruolo economico dell’acqua. Mancata risoluzione del problema del coinvolgimento del pubblico da parte delle amministrazioni.

Acquaviva Dati su antropizzazione

– – Mancanza di dati condivisi e integrati

Necessità di coordinamento tra enti

segue

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continua

Gruppo Hai bisogno di quali Per quale motivo? Note dati informazioni conoscenze

B (segue) WWF Abruzzo

– Informazioni da elaborazione di dati già disponibili

– Parziale o soggettività dell’interpretazione

WWF Italia

– – – Necessità di un unico soggetto di coordinamento

Utilità dell’introduzione di elementi di valutazione economica ambientale

Autorità Bacino

– Mancanza di volontà di dialogo –

Regione Toscana

– – – Necessità di definire le caratteristiche di un piano e degli obiettivi per l’informazione

C WWF – – – Difficoltà sul recepimento dei dati. Utilità della

messa a comune dei diversi produttori

ISS Sufficiente disponibilità di dati

Parco Regionale Appia Antica

– – – Difficoltà di lavoro su scala locale

Regione Piemonte

– – – Blocco del flusso di dati a causa dell’uso di sistemi informatici diversi

Comitato Po – – – Contraddizione tra il Decreto 152/99 e la scala distrettuale

Aut. Bacino Po

– – – Mancanza di coordinamento a causa delle carenze del Decreto 152/99

ENEA Dati da numerose fonti

– – Scarsa diffusione per motivi di interesse e chiusura. Sovrapposizione.

CIA – – – Mancanza di capacità previsionale delle regioni

Gruppo 183 Leggi Informazioni di carattere istituzionale

Conoscenze prodotte da altri portatori di interesse

Scarsa conoscenza dell’operato del Min. Ambiente. Difficoltà provenienti dall’Italia, non dall’Europa

ARPA Toscana

Dati quantitativi sui bilanci idrici dei bacini

– – Mancanza delle quantità

ARPA Lazio Dati quantitativi sui bilanci idrici dei bacini

– – –

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Tabella 3. Cartellone 3: “Distribuzione del sapere” (Gruppi A e B)

GRUPPO Perché possiedo dati, informazioni, conoscenze, ma non li erogo

Come erogo dati, informazioni, conoscenze

Come cerco dati, informazioni, conoscenze

A ARPA Umbria

– Scambio di dati con altri enti (ASL, ecc.) con Intranet. Dati erogati al committente (es. regione) che talvolta non li diffonde.Erogazione parziale dei dati. Diffusione via rete (sito web), rivista online.

Richieste tramite i canali istituzionali. Riviste, Internet, estero.

Acquedotto pugliese

Dati sensibili, erogati solo su richieste specifiche.

Incontri con scuole, cittadini, ecc. Rapporti individuali con i referenti. Internet. Convegni, incontri pubblici.

IEFE Lavori legati alla committenza Via Internet, convegni, articoli, master.

Committenza, Internet, rete di conoscenze di esperti di diversi settori.

ISS Dati sempre erogati (anche dati sensibili)

Ricerche istituzionali e di committenza. Convegni, corsi, Internet, rapporti tecnici, biblioteca

Convegni, Internet, rapporti interpersonali, biblioteca (riviste cartacee e online)

Autorità Bacino Tevere

– Internet, cd-rom, pubblicazioni, convegni, rivista “Tevere”. Costi aggiornamento dati

Attraverso centri di ricerca/ esperti, Internet

Legambiente – Conferenze stampa, dossier, convegni, seminari, pubblicazioni, riviste, centri documentazione, Internet o presso sedi

Autoproduzione, Internet (siti istituzionali), tramite accordi con istituti/enti, convegni)

Coldiretti Dati sensibili, opportunità nella scelta dei dati da diffondere. Risorse umane scarse per Internet

Convegni, pubblicazioni (tecniche, riviste giuridiche), conferenze stampa, campagne sul territorio, Internet, Intranet.

Rapporto diretto con imprese, convegni, Internet

B ANBI – Assemblea di soci, rilascio comunicati

stampa, newsletter Richiesta a tutti gli enti preposti; via telefono

Acqua Benessere e Sicurezza

– Informazioni chiare alle persone, con “spiegazioni”. Banca dati server, sistema integrato

Internet

Regione Toscana

– WEB (Dati standard liberi, dati sensibil, dati rischio)

Scambio di informazioni con altri enti, collaborazioni, web

WWF Abruzzo

– Newsletter- dossier, comunicazioni stampa (rischio di semplificazione o di allarmismo), educazione ambientale, formazione ed informazione anche a tecnici.

Enti, sedute consiliari, convegni

Ministero Ambiente

Incompletezza dei dati – –

ISS – Rapporti periodici, sito, banche dati, convegni, opuscoli informativi

Lombardia Mancanza di tempo e persone

Web di difficile navigabilità Commissionando ricerche a pagamento

Enel Dati sensibili riservati alle SpA

Web Web e canali istituzionali

Confapi – – –

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CONCLUSIONI E PROPOSTE DEL WORKSHOP

Gli obiettivi del workshop prevedevano la discussione, il confronto e la messa in evidenziare delle problematiche e proposte comuni al fine di fornire un contributo all’applicazione della Direttiva Quadro Acque ed il successivo avvio di processi partecipati.

Sono, di seguito, riportati quelli che sono risultati essere gli aspetti più rilevanti affrontati nel corso della giornata di lavoro, tenuto conto della difficoltà di sintetizzare una discussione così ampia e differenziata come quella sviluppatasi durante il lavoro di gruppo.

Aspetti critici e/o problematici

Reperimento dei dati

Un primo aspetto problematico è costituito dalla reperibilità dei dati, soprattutto da parte delle associazioni, che talvolta devono fare pressioni su chi li possiede, fino al richiamo delle leggi in materia di trasparenza dei dati ambientali per ottenere quanto legittimamente richiesto. Sono inoltre emerse situazioni in cui si ignora l’esistenza di alcune importanti istituzioni. La difficoltà di reperimento e circolazione dei dati è stata lamentata dai rappresentanti di Istituzioni, che l’hanno evidenziata anche a livello interno, tra uffici dello stesso ente.

Quantità di dati

Su questo punto è emersa l’esistenza di differenti situazioni: in alcuni casi si è sottolineata una mancanza generica di dati e informazioni, in altri invece i dati risultano, almeno per certe precise finalità, sufficienti o ben dettagliati. D’altro canto è stato denunciato anche un problema di “eccesso di informazioni”: la presenza di una gran quantità di informazioni può essere utile per fornire un quadro completo ed esaustivo della situazione, ma la loro fruibilità è legata anche ad un’adeguata contestualizzazione, o integrazione, in mancanza delle quali risulta difficile utilizzare le informazioni stesse. Un ulteriore problema è rappresentato dalla frammentarietà dei dati e dalla diversa modalità di raccolta o di scala. Si è anche lamentata la frequente mancanza, nelle istruttorie legate a scelte di pianificazione, della conoscenza degli effetti sul territorio.

Affidabilità

Da tutti i partecipanti è stata espressa una forte necessità di chiarezza, affidabilità, integrazione e omogeneità nelle metodologie di raccolta, acquisizione ed elaborazione (ad esempio sono stati riportati problemi tecnici riguardo l’uso di format diversi di raccolta e/o acquisizione), soprattutto per garantire la confrontabilità dei dati e una loro maggior integrazione, contestualizzazione ed elaborazione. È stato fatto notare come l’interpretazione dei dati sia spesso parziale o di parte, mentre dovrebbe essere garantita l’indipendenza di chi li “elabora”.

Dati sensibili

È emerso un problema riguardante l’esistenza di dati che “non possono” essere diffusi perché di proprietà di enti non istituzionali, o perchè provenienti da privati, o perché se diffusi

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maldestramente potrebbero creare allarmismo, o perché la diffusione di dati/informazioni passa in secondo piano davanti alla mole di lavoro di cui l’ente si occupa. È opinione condivisa che Ministero o Autorità di Bacino dovrebbero essere a conoscenza dell’esistenza di questi dati, sia per consentire l’acquisizione e l’utilizzazione degli stessi sia per garantire che l’eventuale mancata diffusione sia motivata effettivamente dalle cause segnalate (ad esempio non seminare panico) e non da altre nascoste (ad esempio evidenziare la mancanza di interventi adeguati).

Recepimento della direttiva

Il mancato recepimento della direttiva e la conseguente lentezza della sua applicazione certo non aiutano a superare il ritardo culturale sul governo dell’acqua evidenziato ampiamente durante il dibattito. Manca un approccio olistico al problema, cioè integrato ed interdisciplinare, così come una chiarezza di ruoli e funzioni, soprattutto tra il livello nazionale/regionale e quello europeo. La mancanza della definizione di distretti idrografici, come previsto dalla Direttiva, crea non pochi problemi tra i Piani di Tutela delle acque (livello regionale) e i futuri piani di gestione di bacino idrografico, come previsti dalla Direttiva europea, che devono essere riferiti al bacino o al distretto. È riconosciuta, inoltre, una generale mancanza di coordinamento che in alcuni casi viene attribuita ad alcune normative, come il DL.vo 152/99; le linee guida per i Piani di Tutela, emanate dalle Autorità di Bacino, non garantiscono un’uniforme e adeguata applicazione di quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE.

È stata infine segnalata l’incoerenza che si riscontra a livello nazionale tra strumenti finanziari e strumenti legislativi, superabile solo con un impegno preciso da parte del Ministero dell’Ambiente.

Proposte

Dal workshop sono emerse alcune esigenze comuni a tutti i partecipanti: la necessità di una nuova cultura per il governo delle acque, la necessità di uniformità tra i piani di tutela delle acque, la richiesta di una maggior disponibilità a diffondere i dati in possesso di ciascun ente. Sono, inoltre, state avanzate specifiche richieste.

Il recepimento della Direttiva 2000/60/CE è stato più volte evocato ed è ovviamente una precondizione essenziale; ci si attende che, a questo punto, entro maggio 2005, l’Italia abbia recepito adeguatamente la normativa europea, integrando i processi partecipativi nella procedura di redazione dei piani e, quindi, nel rispetto della piena applicazione dell’art.14.

È emersa la proposta rivolta al Ministero dell’Ambiente e, in seconda istanza alle Autorità di Bacino, di assumersi urgentemente un ruolo propositivo nell’attivazione di forme di partecipazione per favorire efficacemente ed urgentemente l’applicazione dell’art.14; inoltre, Ministero ed Autorità di Bacino dovrebbero farsi carico attivamente del coordinamento e della diffusione di dati e informazioni in modo omogeneo, affidabile e chiaro (cercando di ottimizzare o mettere a regime sistemi eventualmente già codificati o funzionanti).

A tale proposito si potrebbe: – Censire tutti i soggetti interessati, indicando il ruolo e il tipo di dati/informazioni che

producono o possiedono e le modalità per ottenerli. – Raccogliere (es. tramite un questionario) i bisogni e le richieste degli stakeholder per

favorire la loro partecipazione. – Redigere una guida nazionale a cura del Ministero dell’Ambiente, utilizzando le

informazioni dei punti precedenti, sul “Chi è chi” dell’acqua (enti, ruoli e funzioni,

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indirizzi, tipo di dati posseduti, ecc.) anche per diffondere e condividere le “buone pratiche” promosse e attuate da tutti gli stakeholder.

– Costituire una rete di comunicazione tra gli stakeholder, coordinata dalle Autorità di bacino; diviene, quindi, indispensabile definire modalità condivise per diffondere ed organizzare i dati e le informazioni e anche acquisirne di nuove, soprattutto provenienti da stakeholder non istituzionali. La rete potrebbe, inoltre, elencare i link con i siti web di tutti i soggetti coinvolti e dovrebbe consentire la diffusione anche di documenti preparatori ai piani o loro sintesi e quindi essere uno strumento specifico per l’attuazione dell’art. 14.

Inoltre, potrebbe essere promossa l’istituzione di un “forum permanente” sul governo dell’acqua. A questo proposito è stato anche proposto di istituzionalizzare il consenso specifico del workshop:

– redazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, della “Carta della partecipazione pubblica”, riprendendo le linee guida per la “Public participation” redatte nell’ambito della Common Implementation Strategy, affinché siano chiari i diritti di tutti riguardo il coinvolgimento attivo (cfr. art.14).

– promozione di una raccolta di esperienze e progetti di partecipazione, più specificatamente di “buone pratiche” da diffondere e per avere un ambito ampio di riferimenti concreti da utilizzare come modelli anche nelle più differenziate situazioni italiane (anche elenchi bibliografici o di fonti specifiche possono risultare utili).

Tra le altre proposte per favorire la diffusione delle informazioni vi sono: – utilizzo delle bollette delle aziende municipalizzate per inserire informazioni riguardo

l’acqua che raggiungano facilmente i cittadini. – promozione di trasmissioni televisive di informazione e divulgazione per accrescere la

conoscenza dei problemi legati al governo delle acque (soprattutto per concetti complessi).

In conclusione si ritiene estremamente importante, al di là dei contenuti e dei risultati

tecnico-operativi emersi nella giornata di lavoro, evidenziare come – forse per la prima volta in Italia – si sia potuto realizzare un confronto aperto tra così tanti e differenti rappresentanti di portatori di interesse e istituzioni, grazie alle metodologie partecipative sopradescritte.

Inoltre, la problematica affrontata (informazione e partecipazione pubblica) riveste un’importanza enorme sia per i suoi risvolti culturali che per quelli applicativi legati alle modalità pratiche di attuazione di una normativa europea così rilevante e ambiziosa come la Direttiva quadro per l’azione comunitaria sulle acque 2000/60/CE.

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QUESTIONARIO DI SODDISFAZIONE

In seguito al workshop è stato inviato a tutti i partecipanti un “questionario di soddisfazione” per raccogliere osservazioni, critiche e proposte su questa iniziativa.

Il questionario è organizzato con 15 domande a risposte “chiuse” dove attribuire un grado di giudizio (scala da 1 a 6 dove 1 è insufficiente e 6 ottimo) e da una parte descrittiva, costituita da 5 domande per lo più aperte.

I questionari sono stati inviati per posta elettronica ai rappresentanti dei 26 enti presenti, 16 hanno risposto (61,5%), e i risultati sono i riportati in Tabella 10.

Tabella 10. Risultati del questionario di soddifazione

Aspetto Punteggio (%)

6 5 4 3 2 1 Sv Tot

Utilità dei concetti 31 25 31 13 0 0 0 100 Impiego facilitatori 44 31 25 0 0 0 0 100 Tempo lavori di gruppo 13 13 69 0 6 0 0 100 Coinvolgimento 38 25 31 6 0 0 0 100 Tempo discussione plenaria 6 38 31 13 6 0 6 100 Efficacia del metodo 25 38 31 6 0 0 0 100 Competenza relatori 31 31 25 13 0 0 0 100 Materiale didattico 6 50 31 13 0 0 0 100 Adeguatezza aule 0 56 19 25 0 0 0 100 Chiarezza relazioni 19 31 38 6 0 0 6 100 Tempo sessione plenaria 13 13 56 13 0 0 0 100 Organizzazione 44 50 6 0 0 0 0 100 Chiarezza degli obiettivi 19 44 13 25 0 0 0 100 Durata complessiva 13 50 31 0 6 0 0 100 Soddisfazione complessiva 13 44 44 0 0 0 0 100

Sv: Senza voto

Dall’analisi dei questionari inviati, emerge che il grado di soddisfazione da parte dei partecipanti al workshop è complessivamente alto. Risulta, infatti, che l’esperienza è stata valutata dalla maggior parte di questi utile per la chiarezza dei concetti espressi e per l’efficacia del metodo di svolgimento scelto: il workshop, anche grazie alla riconosciuta competenza dei relatori e dei facilitatori, ha permesso il coinvolgimento di tutti i partecipanti. Un aspetto che ha trovato d’accordo la quasi totalità dei partecipanti è stato quello del tempo a disposizione: si è voluto sottolineare come i tempi di durata dei momenti, sia plenari sia di gruppo, fossero troppo ristretti. Per alcuni, questo aspetto ha contribuito a rendere un po’ difficoltosa la comprensione degli obiettivi e quindi il corretto svolgimento dell’evento.

Dal questionario di gradimento, in particolare dalle domande a risposta aperta, emergono anche altre criticità. Nello specifico, alcuni partecipanti hanno evidenziato l’assenza di rappresentanti di alcune parti sociali, come istituzioni o industrie (nel workshop era presente solo Confapi; purtroppo altre associazioni non sono potute venire) ma anche i singoli cittadini (in questo caso forse sarebbe risultato utile coinvolgere anche le associazioni di consumatori), sottolineando che l’assemblea riunitasi non era rappresentativa dell’intera popolazione (il workshop per le sue caratteristiche non voleva essere rappresentativo di tutte le categorie sociali e questo aspetto, peraltro, era stato chiarito e sottolineato nei documenti di premessa).

Infine, è stata sottolineata la necessità di dare seguito a questo workshop con altri eventi simili, anche organizzati a livello locale, eventualmente coordinati da un comitato operativo.

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BIBLIOGRAFIA

1. APAT. Acqua: La nuova legislazione a tutela delle acque. APAT; 2004. Disponibile all’indirizzo: http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Acqua/Direttiva_quadro_sulle_acque_2000-60-CE; ultima consultazione 3.8.2006.

2. Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche. Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici. Anno 2003. Roma: Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche, 2004. Disponibile all’indirizzo: http://www.gruppo183.org/acqua/documenti/relazionecomitatovigilanza2004.pdf; ultima consultazione 03.08.2006.

3. Italia. Decreto legislativo 152/99. Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole”. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 124 del 29 maggio 1999.

4. Italia. Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità europea. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 266 del 15 novembre 2003.

5. WWF. Partecipazione pubblica [pagina di internet]. Disponibile all’indirizzo: http://www.wwf.it/acque/partecipazione.asp; ultima consultazione 3.8.2006.

6. European Commission. The EU Water Framework Directive - integrated river basin management for Europe [pagina di internet]. Disponibile all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/water/water-framework/index_en.html; ultima consultazione 3.8.2006.

7. Unione Europea. Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque. Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L.327/1 del 22.12.2000.

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APPENDICE A Direttiva 2000/60/CE.

Articolo 14: Informazione e consultazione pubblica

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L’articolo 14 della Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, emanata IL

23 ottobre 2000, per istituire un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque(Gazzetta ufficiale n. L 327 del 22 dicembre 2000) riguarda il tema dell’informazione e consultazione pubblica che gli Stati Membri dell’Unione devono mettere in atto parallelamente al recepimento della Direttiva stessa.

Il testo dell’articolo è diviso in tre parti, come segue: 1. Gli Stati membri promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all’attuazione

della presente direttiva, in particolare all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici. Gli Stati membri provvedono affinché, per ciascun distretto idrografico, siano pubblicati e resi disponibili per eventuali osservazioni del pubblico, inclusi gli utenti:

a) il calendario e il programma di lavoro per la presentazione del piano, inclusa una dichiarazione

delle misure consultive che devono essere prese almeno tre anni prima dell’inizio del periodo cui il piano si riferisce;

b) una valutazione globale provvisoria dei problemi di gestione delle acque importanti,

identificati nel bacino idrografico, almeno due anni prima dell’inizio del periodo cui si riferisce il piano;

c) copie del progetto del piano di gestione del bacino idrografico, almeno un anno prima

dell’inizio del periodo cui il piano si riferisce.

Su richiesta, si autorizza l’accesso ai documenti di riferimento e alle informazioni in base ai quali è stato elaborato il progetto del piano di gestione del bacino idrografico.

2. Per garantire l’attiva partecipazione e la consultazione, gli Stati membri concedono un periodo

minimo di sei mesi per la presentazione di osservazioni scritte sui documenti in questione. 3. I paragrafi 1 e 2 si applicano anche agli aggiornamenti dei piani in questione.

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APPENDICE B Questionario di soddisfazione

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Roma, dicembre 2006 (n. 4) 8° Suppl.